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Al futuro Alitalia legati PIL e mobilità del Paese

(Teleborsa) –

Dodici milioni di italiani volano ogni anno con Alitalia per spostarsi da un punto all’altro del nostro Paese. La quota domestica gestita dalla ex compagnia di bandiera è talmente rilevante che, qualora venisse messa in liquidazione, il 40 per cento dei passeggeri si ritroverebbe impossibilitato a viaggiare nei tempi e nei modi dettati dalle esigenze di business e personali.

Anche solo una riduzione della capacità operativa, conseguente a una eventuale riduzione della flotta Alitalia, metterebbe in crisi soprattutto i programmi di viaggiatori abituali. A essere implicate sarebbero le direttrici nord-sud e le isole, con le relative connessioni con le tratte intercontinentali che, peraltro, stanno registrando una crescita significativa di load factor.

Una contraddizione, ma favorevole, mentre si cerca la quadra non solo per tenere in vita Alitalia, ma anche per consolidare posizioni e slot che hanno una importanza rilevante nell’economia del Paese.

Chi pensa che si possa avvicendare Alitalia con altre compagnie subentranti dalla sera al mattino non conosce il sistema del trasporto aereo civile, né tantomeno le difficoltà in cui i vettori si imbattono anche e soprattutto nell’ampliare le proprie flotte e fare fronte alla domanda in crescita.

La crisi legata ai modelli 737 Max prodotti da Boeing ha causato non solo ritardi nei programmi operativi delle compagnie aeree che li avevano già acquisiti o sono in attesa di farlo, ma si è ripercossa anche sull’altro grande costruttore Airbus, che ha visto aumentare gli ordini per i propri velivoli ma i tempi necessari per le relative consegne restano lunghi.

Lo stop di Alitalia inciderebbe negativamente e marcatamente sul PIL, mettendo in ginocchio la mobilità del Paese, cui non potrebbe bastare la parziale compensazione curata da altre compagnie già largamente presenti sul mercato italiano.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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