3 Settembre 2020

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    CIBUS, Giansanti: “Istituire Forum permanente sull'agroalimentare”

    (Teleborsa) – Rilanciare l’agroalimentare italiano attraverso un forum permanente di confronto di tutta la filiera, dalle aziende agricole, alla trasformazione, fino alla logistica ed al commercio. Questa la proposta lanciata oggi dal presidente di Confagricoltura Massimiliano, Giansanti, nel suo intervento al Cibus Forum.”La pandemia – ha detto il presidente di Confagricoltura – avrà conseguenze di ordine strutturale sui consumi e, di conseguenza, sulle modalità di produzione dei nostri prodotti. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, ma anche grandi opportunità. Oggi produciamo il 75% del nostro fabbisogno; dobbiamo arrivare al 100%. Produrre di più in modo più competitivo deve essere il nostro obiettivo, l’obiettivo di tutta la filiera. Ci sono ampi spazi di crescita sul mercato globale. C’è grande voglia di made in Italy, come dimostra la domanda di prodotto fake”. Un percorso nel quale, secondo Confagricoltura, “avranno un ruolo determinante ricerca e innovazione”.”Dobbiamo rafforzare il concetto di cibo strettamente legato all’agricoltura e opporci a quello fatto in laboratorio – ha continuato Giansanti -. Ciò non significa non utilizzare tutte le opportunità che le nuove tecnologie, anche genetiche, offrono. Dobbiamo produrre bene, ma dobbiamo anche farlo al minor costo possibile”.In merito alle discussioni in corso sulla riforma della PAC e sulle comunicazioni della Commissione “Farm to Fork” e “Biodiversity” Giansanti ha affermato che “in termini generali le proposte in discussione tendono a sottovalutare l’importanza della produttività aziendale e della competitività delle imprese. Basti pensare – ha aggiunto – alla limitazione dei pagamenti diretti per le imprese maggiori e alla cosiddetta convergenza esterna che ignora la diversità dei costi di produzione negli Stati membri. O alle rigide riduzioni quantitative nell’uso delle sostanze chimiche imposte all’agricoltura entro il 2030, senza aver valutato l’impatto in termini di possibili perdite di produzione. In sostanza, non si è posta sufficiente attenzione alla necessità di coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica, sottovalutando il ruolo che possono svolgere ricerca e innovazione”.La richiesta di Confagricoltura è che nei progetti che saranno finanziati con le risorse del “Next Generation Ue” ci sia adeguato spazio per la diffusione in agricoltura delle più moderne tecnologie, per meglio tutelare le risorse naturali senza perdite di produzione. LEGGI TUTTO

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    USA, servizi moderano crescita ad agosto

    (Teleborsa) – Luci ed ombre sul settore terziario americano, che rallenta il passo dopo l’export di fine lockdown. Lo confermano le letture dell’indice ISM non manifatturiero elaborato dall’Institute for Supply Management e del PMI dei servizi pubblicato da Markit.Nel mese di agosto, l’ISM non manifatturiero si è portato a 56,9 punti dai 58,1 punti del mese precedente. Il dato è inferiore alle attese del mercato che erano per un calo a 57 punti. Guardando alle singole componenti, quella sull’andamento aziendale è calata a 62,4 punti da 67,2 del mese precedente e quella sugli ordini a 56,8 da 67,7. Quella dell’occupazione è salita a 47,9 punti da 42,1, mentre la componente sui prezzi è aumentata a 64,2 da 57,6.Si rafforza invece il PMI dei servizi di Markit, che sale a 55 punti dai 50 precedenti, risultando superiore alle stime di consensus (54,8 punti). Migliora anche l’indice composito, che tiene conto della variazione del PMI manifatturiero, attestandosi a 54,6 punti rispetto ai 50,3 del mese precedente, al di sotto dei 54,7 attesi. LEGGI TUTTO

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    Pagamenti elettronici, Confesercenti: “Tax Credit Pos insufficiente per le imprese”

    (Teleborsa) – Il “Tax Credit Pos“, ovvero il credito di imposta per le commissioni pagate dalle imprese su carte e bancomat è insufficiente dal momento che per un’attività media corrisponde ad un vantaggio fiscale di appena 429 euro all’anno, poco più di 35 euro al mese. Una piccola cifra, che rischia inoltre di essere ulteriormente erosa dai costi burocratici necessari per accedere al tax credit, che possono arrivare ai 200 euro l’anno. Questa la denuncia di Confesercenti sulla base delle simulazioni condotte dall’associazione di imprese sul cosiddetto Tax Credit Pos introdotto dal DL Fiscale a partire dal primo luglio di quest’anno, e a cui il 31 agosto è stato assegnato un codice tributo dall’Agenzia delle Entrate.

    Il beneficio – spiega Confesercenti in una nota – vale il 30% delle commissioni per le transazioni mediante carte di credito, di debito o prepagate o altri strumenti tracciabili, ed è riservato ai piccoli esercenti che non abbiano conseguito nel 2019 ricavi superiori a 400mila euro. In questa fascia, secondo le stime di Confesercenti, per un’attività media con 200mila euro di fatturato l’anno – di cui il 50% pagato con carte o bancomat – il credito sarebbe di appena 429 euro. Un mini-bonus certamente insufficiente a coprire i 1.430 euro di commissioni sui pagamenti elettronici sostenuti dall’attività. Anche perché il meccanismo non tiene conto dei costi aggiuntivi legati all’installazione e all’utilizzo del Pos e della linea telefonica dedicata.
    Il vantaggio fiscale per gli esercenti rischia inoltre, secondo l’associazione, di essere eroso dalla burocrazia. Per accedere al credito d’imposta, infatti, è necessario presentare ogni mese un modulo F24. Una procedura che, affidata ad un professionista, significherebbe caricarsi di in un costo aggiuntivo di almeno 180-200 euro l’anno.

    “Una burocrazia paradossale se applicata a un intervento per la tracciabilità, che in teoria dovrebbe favorire la semplificazione – commenta Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti –. Così si tramuta il tax credit da un aiuto per le imprese a un vantaggio per altri. La misura va corretta, alzando la percentuale coperta dal beneficio e puntando a un abbassamento generale delle commissioni applicate a carte e bancomat, anche promuovendo la competizione tra carte di credito e di debito e nuovi sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti. Ma è necessario anche azzerare costi e passaggi burocratici: i dati relativi alle transazioni sono già a disposizione dei fornitori di sistemi di pagamento e dell’Agenzia delle entrate, il credito di imposta venga accreditato direttamente agli imprenditori come è stato fatto per il bonus a fondo perduto del DL Rilancio”. LEGGI TUTTO

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    Pagamenti elettronici, Confesercenti: “Tax Credit Pos insufficiente per le imprese”

    (Teleborsa) – Il “Tax Credit Pos”, ovvero il credito di imposta per le commissioni pagate dalle imprese su carte e bancomat è insufficiente dal momento che per un’attività media corrisponde ad un vantaggio fiscale di appena 429 euro all’anno, poco più di 35 euro al mese. Una piccola cifra, che rischia inoltre di essere ulteriormente erosa dai costi burocratici necessari per accedere al tax credit, che possono arrivare ai 200 euro l’anno. Questa la denuncia di Confesercenti sulla base delle simulazioni condotte dall’associazione di imprese sul cosiddetto Tax Credit Pos introdotto dal DL Fiscale a partire dal primo luglio di quest’anno, e a cui il 31 agosto è stato assegnato un codice tributo dall’Agenzia delle Entrate.Il beneficio – spiega Confesercenti in una nota – vale il 30% delle commissioni per le transazioni mediante carte di credito, di debito o prepagate o altri strumenti tracciabili, ed è riservato ai piccoli esercenti che non abbiano conseguito nel 2019 ricavi superiori a 400mila euro. In questa fascia, secondo le stime di Confesercenti, per un’attività media con 200mila euro di fatturato l’anno – di cui il 50% pagato con carte o bancomat – il credito sarebbe di appena 429 euro. Un mini-bonus certamente insufficiente a coprire i 1.430 euro di commissioni sui pagamenti elettronici sostenuti dall’attività. Anche perché il meccanismo non tiene conto dei costi aggiuntivi legati all’installazione e all’utilizzo del Pos e della linea telefonica dedicata.Il vantaggio fiscale per gli esercenti rischia inoltre, secondo l’associazione, di essere eroso dalla burocrazia. Per accedere al credito d’imposta, infatti, è necessario presentare ogni mese un modulo F24. Una procedura che, affidata ad un professionista, significherebbe caricarsi di in un costo aggiuntivo di almeno 180-200 euro l’anno.”Una burocrazia paradossale se applicata a un intervento per la tracciabilità, che in teoria dovrebbe favorire la semplificazione – commenta Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti –. Così si tramuta il tax credit da un aiuto per le imprese a un vantaggio per altri. La misura va corretta, alzando la percentuale coperta dal beneficio e puntando a un abbassamento generale delle commissioni applicate a carte e bancomat, anche promuovendo la competizione tra carte di credito e di debito e nuovi sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti. Ma è necessario anche azzerare costi e passaggi burocratici: i dati relativi alle transazioni sono già a disposizione dei fornitori di sistemi di pagamento e dell’Agenzia delle entrate, il credito di imposta venga accreditato direttamente agli imprenditori come è stato fatto per il bonus a fondo perduto del DL Rilancio”. LEGGI TUTTO

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    Borsa, titoli industriali in rimonta

    (Teleborsa) – Giornata decisamente positiva per i titoli industriali a Piazza Affari. Fra i migliori del FTSE MIB si classificano FCA con un guadagno del 4% e Pirelli con un progresso del 3,5%.Segue Leonardo con un incremento del 2,4%, grazie ad una commessa in Regno Unito con BAE Systems, mentre resta in disparte STM (-4,3%), che risente della correzione dei comparto tech USA. LEGGI TUTTO

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    Dl Covid: ok della Camera, passa a Senato

    (Teleborsa) – Con 219 sì, 126 contrari e 1 astenuto, la Camera ha approvato il decreto Covid che ora va al Senato.Il decreto, in seguito all’estensione (con delibera del Consiglio dei Ministri del 29 luglio) fino al prossimo 15 ottobre dello stato di emergenza per il Covid, proroga l’efficacia delle disposizioni contenute nei decreti legge che hanno disciplinato le misure per contrastare la diffusione dell’epidemia ed il loro graduale allentamento. LEGGI TUTTO

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    Atlantia, CdA delibera spin off di ASPI

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Atlantia, riunitosi in data odierna, ha deliberato di procedere allo spin-off di Autostrade per l’Italia sino ad una quota dell’88% ed alla costituzione di una newco denominata Autostrade Concessioni e Costruzioni, destinata a ricevere il compendio scisso.La costituzione della società – spiega una nota della holding – è funzionale al progetto di scissione parziale e proporzionale e successiva quotazione in Borsa. La struttura dell’operazione e il progetto di scissione saranno sottoposti ad approvazione di un successivo Consiglio di Amministrazione.L’ipotesi di vendita diretta dell’intera quota dell’88% di ASPI – spiega Atlantia – permane quale alternativa all’operazione di scissione come già annunciato nel comunicato dello scorso 4 agosto 2020.Il Ministro Gualtieri, oggi, in audizione dinanzi alla Commissione vigilanza su CDP, ha mostrato un cauto ottimismo sull’operazione, ribadendo piena fiducia nell’operato della Cassa. LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Forex 3 settembre 2020

    (Teleborsa) – EUR/USD L’euro consolida il rialzo nei confronti del biglietto verde. Il cross euro dollaro USA quota 1,1839 dollari, con la nuova area di resistenza vista a 1,1935. L’inflazione dell’Eurozona frena bruscamente ad agosto, con il dato tendenziale che indica una decelerazione a -0,2%.

    USD/YENIl biglietto verde sale ancora nei confronti dello yen. Il cambio dollaro USA Yen quota 106,36, con un miglioramento verso la resistenza stimata a 106,58. E’ volata la produzione delle fabbriche giapponesi a luglio, che è salita dell’8%, sopra delle attese degli analisti.GBP/USDLa sterlina è sempre rialzista nei confronti del biglietto verde e scambia a quota 1,3276 dollari. Un miglioramento del cable potrebbe aprire alla resistenza vista a 1,3343 dollari. Nel Regno Unito, i prestiti netti ai privati aumentano di 3,8 miliardi di sterline, mentre i prestiti per mutui crescono di 2,7 miliardi.EUR/YENL’euro è in lieve rialzo nei confronti dello yen. La coppia scambia a 125,92, con la nuova area di resistenza vista a 126,21. Consumi giù in Giappone a luglio, con le vendite al dettaglio che sono scivolate del 2,8% su base annuale, facendo peggio del consensus. LEGGI TUTTO