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Pensioni, quale futuro dopo Quota 100?

Messa in discussione dal Pd, difesa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Movimento 5 stelle. Anche se con tutta probabilità Quota 100 – intervento con copertura triennale che consente a chi ha 62 anni di età e 38 anni di contributi di andare in pensione in anticipo rispetto ai 67 anni previsti dalla riforma Fornero – arriverà alla sua scadenza naturale (fine 2021), si lavora già al “dopo”.

A indicare la possibile strada per superare lo scalone di 5 anni per il pensionamento che si creerà tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, quando termineranno i tre anni di sperimentazione di Quota 100, sarà – come annunciato nei giorni scorsi –  una squadra che prevede un tavolo da far partire al ministero del Lavoro con le parti sociali e due commissioni tecniche da costituire rapidamente con l’obiettivo di studiare la “gravosità” delle occupazioni e analizzare la spesa pubblica in materia previdenziale ed assistenziale fornendo utili indicazioni entro il 31 dicembre del 2020 per correttivi e riorganizzazioni.

In questo scenario il presidente del Cnel, Tiziano Treu, ha messo insieme un gruppo di tecnici composto da Alberto Brambilla, Angelo Pandolfo, Cesare Damiano, Marco Leonardi, Michele Raitano, Michele Faioli che avrà tra i compiti quello di trovare la forma di integrazione su base fiscale da adottare per dare più forza alle pensioni di lavoratori che, per via delle carriere discontinue e dei bassi salari, avranno una pensione inadeguata.

Diverse le ipotesi sul tavolo. La prima – come anticipato dal Sole 24 ore – prevede di mantenere Quota 100 alzando i requisiti minimi a 64 anni di età e 36 di contributi e configurando l’assegno da erogare in versione esclusivamente contributiva come già accade per Opzione donna, ovvero con un ricalcolo contributivo dell’intero montante. Una concreta possibilità, visto – come scrive il quotidiano economico-finanziario – “le coorti in uscita dal 2022 in avanti avranno sempre meno anni residui a calcolo retributivo e, dunque, subiranno un impatto sempre più modesto in termini di pensione finale e tasso di sostituzione con l’ultimo stipendio”.

Vi è poi la proposta del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che in un’intervista a Il Messaggero ha affermato che la strada da percorrere è quella di uscite anticipate tarate sul grado di “gravosità” delle varie categorie lavorative e di incrementi dell’aspettativa di vita bloccati per anno di nascita del lavoratore-pensionato.

Per sostenere Quota 100 nell’anno in corso, come indicato nel bilancio di previsione Inps 2020, saranno necessari 5,2 miliardi di euro.


Fonte: https://quifinanza.it/pensioni/feed/

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1 minuto in Borsa 2 gennaio 2020