Agosto 2021

Monthly Archives

More stories

  • in

    Technogym, nel primo semestre crescita a doppia cifra dei ricavi

    (Teleborsa) – Technogym ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi consolidati pari a 276,3 milioni, in crescita del 24,2% rispetto al primo semestre 2020. L’ebitda adjusted è pari a 48 milioni (+28,7%) mentre l’utile netto adjusted si attesta a 20 milioni (+75,8%). A fine giugno il free cash flow ammonta a 31,6 milioni rispetto ai 22,5 milioni del primo semestre 2020, la posizione finanziaria netta è pari a +70,4 milioni (in aumento rispetto ai 14,1 milioni di giugno 2020). LEGGI TUTTO

  • in

    GB, terza dose vaccino: il piano di Johnson

    (Teleborsa) – L’annuncio ufficiale ancora non c’è stato ma il tam-tam mediatico è già iniziato: il Governo britannico di Boris Johnson si prepara, come anticipato da tempo, a un piano per la somministrazione di una terza dose dei vaccini anti Covid, riservata per ora, a partire da settembre, alla “persone più vulnerabili”: anziani, malati cronici, soggetti a rischio d’infezione respiratoria. Secondo il Daily Telegraph, il viceministro responsabile per la campagna vaccinale, Nadhim Zahawi, che aveva anticipato questa intenzione già un paio di mesi fa, ha aggiornato la settimana scorsa un gruppo di deputati al riguardo, indicando l’obiettivo di garantire dopo l’estate una disponibilità potenziale nel Regno Unito di quasi 2,5 milioni di ulteriori dosi alla settimana in grado – se necessario – di rafforzare l’immunità a chi ne avrà bisogno: in particolare contro la minaccia legata ad attuali o future varianti del coronavirus.Conferme arrivano anche da un portavoce del ministero della Sanità: l’esecutivo si sta al momento “preparando a un piano di richiami” vaccinali ulteriori e che i consulenti medico-scientifici del Joint Committee on Vaccination and Immunisation (Jcvi) hanno già elaborato una prima “raccomandazione ad interim” sulle categorie prioritarie da coprire in autunno con un possibile terzo vaccino. Ma ha aggiunto che i dettagli d’una decisione finale saranno resi pubblici “a tempo debito”, anche sulla base di studi ad hoc tuttora in corso sull’efficacia immunitaria dei diversi vaccini.Il portavoce ha anche spiegato che il Governo Johnson – ancora incerto sui paletti di un green passport vaccinale messo in cantiere non prima di fine agosto, ma già finito nel mirino di oltre 40 deputati della maggioranza Tory e giudicato non necessario per “le attività quotidiane di base” pure dall’opposizione laburista – si propone di assicurare prima dell’arrivo dell’inverno che “milioni di persone vulnerabili mantengano la stessa protezione ottenuta con la prima e la seconda dose del vaccino. Contro il Covid-19 e contro nuove varianti”. LEGGI TUTTO

  • in

    Vacanze, 7 milioni di italiani non possono permettersele: il numero più alto in Ue

    (Teleborsa) – Una ricerca dei sindacati Ue (Etuc) sulla base di dati Eurostat ha rilevato che sono più di 7 milioni gli italiani che vivono a rischio di povertà e che non possono permettersi una vacanza: si tratta della cifra più alta d’Europa in termini assoluti. Lo studio ha rilevato che in tutto il Continente sono 35 milioni i cittadini che che ricevono una retribuzione sotto la soglia di povertà e non possono prendersi una pausa.Dalla ricerca è emerso che il 28% degli europei non può permettersi una settimana di vacanza fuori casa, ma la percentuale sale al 59,5% per le persone il cui reddito è al di sotto della soglia di rischio di povertà. La situazione peggiore è in Grecia, dove l’88,9% delle persone arischio di povertà non può permettersi una pausa, seguono Romania (86,8%), Croazia (84,7%), Cipro (79,2%) e Slovacchia (76,1%). In termini assoluti, dopo l’Italia – già sopra alla media Ue in termini percentuali con il 71,2% – seguono Spagna (4,7 milioni), Germania (4,3 milioni), Francia (3,6 milioni) e Polonia (3,1 milioni). LEGGI TUTTO

  • in

    Saras, l'ebitda torna positivo dopo quattro trimestri

    (Teleborsa) – Il gruppo Saras ha chiuso il primo semestre del 2021 con un ebitda reported pari a 108,7 milioni dai -114,4 milioni del primo semestre 2020, in ripresa “grazie all’effetto positivo del rialzo delle quotazioni petrolifere nel semestre, apprezzabile nella valorizzazione delle scorte”. A fine giugno il risultato netto reported di gruppo ammonta a 0,5 milioni (-180,7 milioni a fine giugno 2020). L’ebitda comparable di gruppo è pari a 19,5 milioni nel secondo trimestre e a 8,3 milioni nel semestre, in ulteriore ripresa nel secondo trimestre, e positivo dopo quattro trimestri negativi, pur in presenza di margini di raffinazione ancora bassi nel secondo trimestre. Il risultato netto comparable di gruppo è negativo per 70,8 milioni nel semestre (-41,5 milioni nel primo semestre 2020). La posizione finanziaria netta al 30 giugno ante effetto Ifrs 16 è negativa per 433 milioni, in miglioramento rispetto al 31 dicembre 2020 (-505 milioni). (Foto: Piotr Trojanowski / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    Alerion prosegue il buy-back

    (Teleborsa) – Alerion Clean Power ha informato di aver acquistato, dal 26 al 30 luglio 2021, complessivamente 3.416 azioni proprie al prezzo medio di 12,8005 euro per azione, per un controvalore complessivo di 43.726,61 euro, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto deliberata dall’Assemblea degli Azionisti del 26 aprile 2021Il numero complessivo delle azioni proprie detenute dal Gruppo specializzato nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, al 30 luglio compreso, è pari a 104.470 rappresentative dello 0,19264% del capitale sociale.Nel frattempo, sul listino milanese, Alerion Clean Power fa un passo indietro rispetto al prezzo di chiusura precedente attestandosi a 13,22 euro, con un calo dello 0,45%. LEGGI TUTTO

  • in

    “Digital GPS Benchmark 2021”: digitale priorità per aziende ma solo 7% ha raggiunto obiettivi

    (Teleborsa) – Negli ultimi anni la risposta delle aziende alla rivoluzione digitale si è concentrata sulla velocità: prendere decisioni rapidamente, eseguire velocemente i piani definiti al fine di creare un’offerta differenziata. Eppure, dopo una fase iniziale di successo, troppo spesso queste promettenti iniziative di trasformazione digitale hanno perso slancio, non riuscendo a generare l’impatto necessario per competere nel mondo di oggi. Basti pensare che – nonostante il 78% dei dirigenti italiani ritenga che il digitale sia una delle principali priorità della propria agenda – solo il 7% di loro ritiene di aver raggiunto gli obiettivi in termini di trasformazione digitale che l’azienda si era prefissata. Questo il quadro che emerge dall’estratto italiano del “Digital GPS Benchmark 2021”, la ricerca globale che Bain & Company conduce ogni anno su 1.200 dirigenti d’azienda provenienti dai principali paesi del mondo e dai maggiori settori merceologici. “Le aziende sono sempre più consapevoli che il solo essere veloci non è più sufficiente. Se agire rapidamente rimane essenziale per rimanere competitivi nel breve periodo, – commenta Laura Polasek, director di Vector, la piattaforma di digital delivery di Bain & Company – cogliere appieno ed in modo duraturo il valore della trasformazione digitale è determinato dalla capacità di estendere le iniziative digitali di maggior valore su larga scala in tutta l’azienda”.Il Covid-19 ha avuto un forte impatto sulla trasformazione digitale delle aziende accelerandone, spesso in modo obbligato, il passo. Trend digitali che prima della pandemia maturavano nel corso di anni, nel 2020 hanno avuto luogo in pochi mesi. L’e-commerce è aumentato del 100% durante la crisi. Le aziende si sono dovute misurare con un radicale cambio di paradigma nella propria operatività: Bain & Company stima che quest’anno l’85% delle iterazioni con i clienti sarà virtuale. Tale accelerazione ha amplificato il divario tra le aziende che avevano già investito in tecnologia prima della pandemia e chi non lo aveva fatto. Questi ultimi si sono spesso trovati impreparato a gestire lo shock digitale determinato dal Covid-19. “Per poter implementare su larga scalale iniziative digitali di maggior impatto – continua Polasek – è fondamentale che le imprese agiscano su due fronti: da un lato devono rinnovare l’architettura tecnologica dell’azienda e dall’altro ripensare al modello operativo e al modo di lavorare. I dati ci dimostrano che l’investimento nel digitale paga: nel 2021 il valore delle azioni delle aziende che più hanno investito in digitale e tecnologia è cresciuto del 130% in più rispetto alle medie di settore”.I QUATTRO ARCHETIPI PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE – Osservando l’esperienza dalle aziende maturata sinora e analizzando gli esempi più virtuosi, Bain ha individuato essenzialmente quattro archetipi per una trasformazione digitale di successo. Il primo è gettare le fondamenta digitali. Questo è lo scenario in cui ricadono le aziende che devono indubbiamente digitalizzare la propria realtà – anche se nell’imminente la loro esistenza non è messa a rischio dal digitale – e che non presentano particolari eredità di infrastruttura tecnologica. È il tipico caso di aziende industriali. L’approccio alla trasformazione digitale consigliato in questo caso è di creare una architettura tecnologica e dati molto snella, sperimentarne l’efficacia in pochi ambiti di applicazione selezionati ed estenderne l’utilizzo su larga scala in modo incrementale. Il secondo è integrare un panorama digitale frammentato. Questo è il caso di organizzazioni che, come spesso avviene per le multinazionali del largo consumo, operano con diversi sistemi IT e con un alto grado di indipendenza delle diverse funzioni e sedi locali. Le iniziative digitali non mancano ma, a causa della frammentazione dei sistemi e del modello operativo, sono difficilmente realizzabili su larga scala. Razionalizzare l’architettura tecnologica e creare una figura centrale di chief digital officer a coordinamento delle diverse iniziative sono la chiave del successo in questo scenario. Il terzo riguarda la trasformazione digitale, dall’interfaccia al back-end. Come nel secondo archetipo, anche in questo terzo caso le aziende sono entrate nell’era digitale con un’eredità complessa. Qui però – spiega Bain – non si tratta di frammentazione, ma dello stratificarsi di sistemi IT accumulatisi l’uno sull’altro nel corso degli anni, all’evolversi del business. Un’architettura tecnologica inefficiente e poco flessibile incapace di garantire adeguati tempi di reazione sul mercato, come spesso avviene nel settore bancario e delle telecomunicazioni. L’approccio in questo scenario è partire dall’interfaccia (ciò che il consumatore vede, la sua esperienza digitale), ma passare rapidamente ad un graduale rinnovamento dei sistemi interni, il back-end. Il quarto, ed ultimo, archetipo sottolinea la necessità di lanciare una nuova impresa digitale. A volte – si legge nel rapporto – l’entità e la rapidità della rivoluzione digitale è talmente dirompente che le aziende “analogiche” non riescono a stare al passo. Ciò avviene in contesti in cui da un lato la pressione competitiva di nuovi modelli di business innovativi è molto alta e dall’altro le aziende esistenti, a causa della propria dimensione, complessità o resistenza al cambiamento, non sono in grado di muoversi abbastanza velocemente per rimanere competitive. Sempre più spesso in questo caso la risposta è lanciare un business completamente nuovo. Ciò permette alle aziende di aggredire nuovi segmenti di mercato in ottica sia offensiva che difensiva. Offensiva perché consente di entrare in nuovi mercati con una soluzione su misura, snella e svincolata dalla pesante eredità del core business. Difensiva perché la nuova proposta permette potenzialmente di attirare nuovi clienti, nuove generazioni e futuri consumatori, nel core business. LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone, PMI manifatturiero si rafforza a luglio

    (Teleborsa) – L’attività della manifattura in Giappone migliora a luglio. L’indice PMI manifatturiero Jibun Bank, pubblicato da Markit, indica un valore di 53 punti, in rialzo rispetto ai 52,4 punti di giugno. L’indicatore si raffrorza così sopra la soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque tra contrazione e crescita economica.I dati – sottolinea l’economista Usamah Bhatti – evidenziano che il ritmo di espansione del manifatturiero ha accelerato perché le imprese hanno registrato una crescita più forte sia dell’output che dei nuovi ordini. “I produttori giapponesi di mkostrano confidenti sulla possibilità che la produzione aumenti nei prossimi 12 mesi che i vaccini per il Covid aiutino a porre fine alla pandemia e ridurre le pressioni sulle catene di approvvigionamento, aumentando la domanda in tutto il settore manufatturiero”. LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone, fiducia consumatori in lieve crescita

    (Teleborsa) – Migliora il sentiment dei consumatori giapponesi a luglio. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, l’indice di fiducia si è attestato a 37,5 punti, rispetto ai 37,4 di giugno.L’indice resta anche al di sotto della soglia di 50 punti, evidenziando la persistenza di un clima negativo fra le famiglie del Sol Levante. LEGGI TUTTO