9 Novembre 2021

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    Tenaris, Credit Suisse alza target price e conferma “Underperform”

    (Teleborsa) – Credit Suisse ha incrementato il prezzo obiettivo su Tenaris, società che fa parte del FTSE MIB ed è attiva nella fornitura globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, portandolo a 8,2 euro (da 7,3 euro) e ha confermato il giudizio sul titolo a “Underperform”. Anche se i risultati del terzo trimestre sono stati “leggermente migliori” delle previsioni degli analisti della banca svizzera, è stato l’outlook a sorprendere Credit Suisse, che ha aggiornato le previsioni sugli utili.Le stime dell’EBITDA per il 2021 e il 2022 sono state riviste al rialzo del 16-17%, rispettivamente, a 1,3 miliardi e 1,4 miliardi di dollari, mentre i margini EBITDA nel quarto trimestre del 2021 dovrebbero rimanere stabili a circa 22%, trainati principalmente dal Nord America. Gli analisti continuano comunque “a rimanere cauti sul titolo poiché l’eccesso di capacità nel mercato rimane un problema strutturale”. Per il mercato globale degli OCTG sono previsti tassi di utilizzo inferiori al 45% almeno fino al 2025.Intanto, Tenaris presenta un andamento invariato rispetto alla vigilia, e si attesta a 10,89. Le implicazioni tecniche assunte avvalorano l’ipotesi di una prosecuzione della giornata in senso erratico con resistenza vista a quota 10,99 e primo supporto stimato a 10,81. LEGGI TUTTO

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    BCE, acquisti settimanali netti PEPP a quota 15,6 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Nella settimana al 5 novembre 2021, con il programma PEPP, la BCE ha rilevato titoli per 19,5 miliardi di euro, a un livello superiore rispetto ai 16,6 miliardi della settimana prima, mentre sono stati rimborsati 3,9 miliardi di euro di debito giunto a scadenza. Gli acquisti netti sono quindi pari a 15,6 miliardi, in aumento rispetto agli 8,2 miliardi della settimana al 29 ottobre. Da quando è stato lanciato – a marzo 2020 – il piano di acquisti anti-pandemia, il cumulato di titoli ha raggiunto 1.483,1 miliardi di euro. Sono alcuni dei dati contenuti nel resoconto settimanale di bilancio della Banca centrale europea.Con il programma di acquisti di titoli pubblici, preesistente alla crisi e il cui cumulato ha raggiunto 2.464,2 miliardi di euro, la BCE ha acquistato altri 7,9 miliardi di titoli. In questo caso, a fronte di rimborsi per 8 miliardi di euro, la mole di acquisti netti è negativa per 0,1 miliardi. L’Eurosistema ha anche rilevato 1,2 miliardi di bond garantiti e 2 miliari di bond del settore privato. In totale, la cifra di acquisti di titoli raggiunta nella settimana al 5 novembre 2021 è stata di 31,3 miliardi di euro, a fronte di 26,2 miliardi la settimana precedente. LEGGI TUTTO

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    Banche, Enria: “Stop dividendi eccezionale. Necessario affrontare cambiamenti”

    (Teleborsa) – La sospensione dei dividendi delle banche è stata una “misura eccezionale per tempi eccezionali”. Lo ha ribadito il Presidente della Vigilanza bancaria europea, Andrea Enria, aggiungendo che non deve entrare stabilmente nel “toolbox”, ovvero nella cassetta degli attrezzi di cui l’UE si è dotata per affrontare la crisi. “In quanto supervisori vogliamo intervenire sulle situazioni delle singole banche” ha sottolineato – mentre i “provvedimenti generali” sono riservati a “tempi straordinari”.Enria ha fatto cenno anche ai grandi cambiamenti intervenuti durante la pandemia, soprattutto alla digitalizzazione, ricordando che “una volta banca e cliente si trovavano allo sportello. Durante la pandemia ci si è trovati sullo smartphone o su altri dispositivi”. In questo contesto – ha sottolineato – “le banche incontreranno i clienti sempre più nei luoghi di acquisto di beni e servizi, dove potrebbero offrire servizi finanziari”. Il mondo “sta cambiando molto rapidamente”- ha concluso – ed il “rischio maggiore” per le banche è quello di “restare ferme”. LEGGI TUTTO

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    Sui livelli della vigilia Wall Street. Spicca GE dopo piano per spin-off

    (Teleborsa) – Wall Street continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,12% sul Dow Jones; sulla stessa linea, giornata senza infamia e senza lode per l’S&P-500, che rimane a 4.706 punti. Guadagni frazionali per il Nasdaq 100 (+0,23%); pressoché invariato l’S&P 100 (+0,07%). In luce sul listino nordamericano S&P 500 il comparto beni di consumo secondari. General Electric è in grande rialzo dopo che ha annunciato che si dividerà in 3 società quotate, con focus su aviazione, sanità ed energia. Intanto, continuano a crescere i prezzi alla produzione statunitensi a ottobre.Unica tra le Blue Chip del Dow Jones a riportare un sensibile aumento è Home Depot (+0,7%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Visa, che prosegue le contrattazioni a -1,22%.Si muove sotto la parità IBM, evidenziando un decremento dello 0,90%.Contrazione moderata per Walgreens Boots Alliance, che soffre un calo dello 0,80%.Sottotono Boeing che mostra una limatura dello 0,64%.Tra i best performers del Nasdaq 100, Bed Bath & Beyond (+3,32%), Nvidia (+2,83%), Micron Technology (+1,81%) e Western Digital (+1,79%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Tripadvisor, che continua la seduta con -10,50%.In rosso Moderna, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,43%.Deludente Nxp Semiconductors N V, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.Fiacca Illumina, che mostra un piccolo decremento dello 0,76%. LEGGI TUTTO

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    PMI, quando torneranno a livelli pre-Covid

    (Teleborsa) – Gli effetti della crisi sono stati severi e asimmetrici, ma nel complesso le PMI italiane si sono dimostrate resilienti rispetto all’onda d’urto della pandemia. Entro il 2022 torneranno oltre i livelli pre-Covid, ma sarà necessario accelerare in modo strutturale il ritmo di crescita, sfruttando il PNRR e concentrando le risorse sulle imprese a maggiore potenziale di crescita. Questa la fotografia scattata dal Rapporto Cerved PMI 2021.I dati del rapporto indicano che i ricavi sono scesi fra il 2019 e 2020 dell’8,8%, con effetti più intensi per le piccole imprese (-9,2% per quelle con 10-50 addetti). La redditività lorda è calata del 14%, con punte del 67% per quelle che hanno subito gli impatti più intensi del Covid. Più che raddoppiato il numero di PMI che ha chiuso l’esercizio in perdita, dal 16% del totale nel 2019 al 33% nel 2020. Le PMI hanno superato velocemente i problemi di liquidità, con la quota di fatture non pagate che a giugno 2021 (26%) è risultata addirittura più bassa rispetto al periodo pre-Covid (28%). I fallimenti sono su livelli storicamente bassi, ma il rischio di default delle PMI è comunque aumentato, con circa 44 miliardi di debiti finanziari nei bilanci di imprese fragili (22 miliardi nel 2019). Il rischio rimane alto soprattutto nei settori piu’ colpiti dalla pandemia, in cui i mancati pagamenti rimangono a livelli critici: a giugno 2021, 80% di fatture non saldate per le fiere e convegni, 70% per la cinematografia, 56% per le agenzie di viaggio, 44% per gli alberghi a fronte di una media del 26%.”Nonostante questo shock, con cali dei ricavi che hanno toccato punte del 60% nei comparti turismo e ospitalità – ha spiegato Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved – le PMI hanno dimostrato una buona tenuta finanziaria. Sono stati decisivi provvedimenti emergenziali, come i prestiti garantiti e le moratorie, e la fase di rafforzamento patrimoniale che ha preceduto il Covid”. “Secondo le nostre analisi – ha proseguito -, entro il 2022 torneranno ai livelli del 2019, ma già prima del Covid la produttività era stagnante e i tassi di crescita bassi. E’ necessario rafforzare con capitali le imprese con buone prospettive ma in difficoltà finanziaria, mirando a finanziare i processi di trasformazione digitale e sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Crisi, Lagarde: “Supervisione ha garantito che banche agissero da ammortizzatori”

    (Teleborsa) – La pandemia si è concretizzata in una crisi eccezionale, che ha prodotto una “risposta altrettanto eccezionale” dei responsabili politici e delle autorità monetarie. In questo quadro, la vigilanza europea ha fatto sì che, a differenza dell’ultima crisi, le banche agissero da ammortizzatori, piuttosto che da amplificatori della crisi economica. Ora che la ripresa è in corso, la vigilanza sta monitorando il profilo di rischio delle banche, ma per prosperare nel mondo post-pandemia, le banche devono anche abbracciare i cambiamenti che la pandemia ha innescato ed affrontare le grandi sfide della digitalizzazione e dei cambiamenti climatici.E’ quanto affermato dalla Presidente della BCE Christine Lagarde nel suo discorso al 4° Forum della Supervisione bancaria, dove ha parlato della crisi pandemica, dei risultati raggiunti dalla supervisione bancaria e delle sfide future del settore.La vigilanza bancaria europea – ha sottolineato – si è rivelata preziosa per la risposta alla crisi pandemica in tre modi. Innanzitutto, ha assicurato la resilienza del sistema bancario ancor prima dello scoppio della crisi, facendo salire i coefficienti patrimoniali core da circa il 12% a oltre il 15% e riducendo le sofferenze di circa il 50%. In secondo luogo, la vigilanza europea ha sfruttato le solide posizioni finanziarie delle banche per sbloccare i prestiti in tutta l’unione bancaria di quasi 250 miliardi, fra marzo e maggio 2020, quando l’economia ne aveva urgente bisogno, sospendendo il pagamento dei dividendi per garantire che il capitale non defluisse dal settore bancario, ma fosse invece utilizzato per sostenere l’economia e assorbire le perdite (le banche che non hanno distribuito dividendi hanno aumentato gli impieghi di circa il 2,4% e gli accantonamenti di circa il 5,5%). Il terzo modo in cui la vigilanza europea ha avuto successo è stato garantire la coerenza di queste misure in tutto il settore bancario.”Attraverso queste azioni, la vigilanza europea è stata decisiva per scongiurare un esito molto peggiore per l’economia”, ha affermato la Presidente della BCE, aggiungendo che si è anche dimostrato che “le riforme seguite alla crisi finanziaria stanno funzionando come previsto, combinando resilienza e flessibilità”. “Buffer di capitale e liquidità più elevati non hanno limitato il credito: hanno permesso alle banche di agire da ammortizzatori”, ha sottolineato la numero uno di Francoforte, aggiungendo che, oggi, “le banche stanno ora svolgendo il loro ruolo nel sostenere la ripresa economica”. “Ora dobbiamo prepararci per le sfide post-crisi”, afferma Lagarde, facendo cenno a due elementi: affrontare le conseguenze di lungo termine in termini di qualità degli asset e gestione del rischio di credito poiché le conseguenze della crisi pandemica emergeranno solo gradualmente; affrontare le sfide della trasformazione digitale e dei cambiamenti climatici che hanno inevitabilmente un impatto sulle banche.”In termini di digitalizzazione, le preferenze dei consumatori stanno cambiando rapidamente. Nuovi attori, dalle fintech alle grandi aziende tecnologiche, stanno guidando sempre più la concorrenza nel mercato dei servizi finanziari. Ciò – afferma Lagarde – crea un’opportunità per le banche dell’area dell’euro che hanno lottato con la bassa redditività e l’efficienza dei costi, per rifocalizzare i propri modelli di business”. La numero uno della BCE ha spiegato difatti che focalizzarsi sulla digitalizzazione “potrebbe consentire alle banche di raggiungere i clienti senza avere una fitta rete di filiali”, in modo da “generare rendimenti più elevati e contribuire a migliorare l’efficienza dei costi”.Anche i rischi legati ai cambiamenti climatici – ha sottolineato – richiedono anche alle banche di adattare il modo in cui operano, poiché le possibilità di default dei portafogli “più vulnerabili” potrebbero aumentare del 30% in uno scenario in cui il cambiamento climatico non venisse affrontato. “Attualmente, poche banche hanno integrato tali rischi nelle strategie o nei processi di gestione del rischio esistenti. Sono tutti ancora molto lontani dal soddisfare le aspettative di vigilanza che abbiamo esposto nella nostra Guida sui rischi legati al clima e all’ambiente”, ha notato la Presidente, aggiungendo “il tempo sta per scadere”. LEGGI TUTTO

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    Hertz torna al Nasdaq dopo il rilancio e il maxi-contratto con Tesla

    (Teleborsa) – Hertz, colosso statunitense dell’autonoleggio, torna oggi sul Nasdaq, dopo averlo lasciato circa un anno fa in seguito alla bancarotta. Le azioni di Hertz (che scambierà ora con il simbolo HTZ) sono state scambiate over-the-counter da quando è diventato efficace il delisting dalla Borsa di New York (il 30 ottobre del 2020). Il rilancio della società, uscita dal Chapter 11 (la procedura d’insolvenza prevista dall’ordinamento USA e finalizzata alla riorganizzazione aziendale) all’inizio di quest’anno, ha preso slancio dopo il maxi-contratto da 100 mila veicoli stretto con Tesla.Ieri la società aveva annunciato il prezzo dell’offerta, pari a 29 dollari, di 44.520.000 azioni ordinarie da parte di alcuni azionisti di Hertz. Delle azioni offerte, Hertz prevede di riacquistare dai sottoscrittori 10.344.828 azioni con un prezzo di acquisto aggregato di 300 milioni di dollari. Inoltre, un azionista venditore ha concesso ai sottoscrittori un’opzione di 30 giorni per l’acquisto di ulteriori 6.678.000 azioni. Hertz non riceverà alcun ricavo dalla vendita delle azioni da parte degli azionisti venditori e prevede di finanziare il riacquisto con disponibilità liquide. LEGGI TUTTO

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    China International Import Expo, Intesa Sanpaolo sigla accordo con ICBC

    (Teleborsa) – Un nuovo passo avanti a sostegno dello sviluppo imprenditoriale sulla direttrice Italia-Cina. Intesa Sanpaolo e ICBC-Industrial and Commercial Bank of China hanno siglato un Protocollo di intesa commerciale nell’ambito della cornice istituzionale della Fondazione Italia Cina, di cui sono storicamente Soci e membri effettivi del CdA. “Il Memorandum of Understanding trilaterale, sottoscritto in occasione della China International Import Expo (CIIE) in corso a Shanghai, – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – e` rivolto in particolare al segmento PMI e si pone l’obiettivo di supportare efficacemente, attraverso servizi finanziari e non, il mondo delle piccole e medie imprese italiane e cinesi interessate da attivita` industriali e commerciali nei due mercati di riferimento. Tale cooperazione potra` essere sviluppata anche attraverso la possibile individuazione di punti distributivi dedicati alle esigenze di entrambe le realta` imprenditoriali”. Nel dettaglio le due banche si propongono di offrire prodotti e servizi a supporto delle esigenze delle due comunita`, favorendo la presentazione e il successivo accompagnamento della reciproca clientela, anche attraverso il supporto e l’esperienza della Fondazione Italia Cina. La collaborazione si indirizzera` altresi` verso la realizzazione di iniziative congiunte di promozione a favore dello sviluppo di business negli ambiti di riferimento.”L’internazionalizzazione e` uno strumento determinante per il rilancio del nostro Paese e per lo sviluppo delle imprese – spiega Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo – che Intesa Sanpaolo pone da sempre al centro del proprio impegno verso l’imprenditoria italiana, anche grazie a piu` di 300 specialisti presenti su tutto il territorio nazionale. Questo accordo rappresenta una leva di sviluppo per le nostre imprese verso un mercato di grande rilievo ed in costante evoluzione, che Intesa Sanpaolo presidia da tempo, offrendo alle PMI prodotti e servizi dedicati in grado di favorirne la crescita anche all’estero. Grazie a questa partnership, inoltre, puntiamo per la prima volta a strutturare un’offerta commerciale distintiva per rispondere efficacemente alle esigenze dell’imprenditoria cinese”. “Il Protocollo di intesa commerciale con ICBC, sotto il cappello istituzionale e con il supporto operativo della Fondazione Italia Cina, – sottolinea Rosario Strano, responsabile Progetto Cina Intesa Sanpaolo – conferma ancora una volta la capacita` della Banca di realizzare accordi di cooperazione con partner internazionali e istituzionali di rilievo. Attraverso il potenziale di due grandi banche come ISP e ICBC risultera` facilitato in particolare lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali delle PMI, significativamente presenti nei due Paesi, imprese che piu` di altre hanno bisogno di essere supportate attraverso una piattaforma completa di servizi finanziari e non, durante le diverse fasi della loro crescita”. “Questa iniziativa rientra appieno nella nostra missione, che e` quella di supportare Soci e imprese italiane e cinesi – ha commentato Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina –. Da oltre 18 anni siamo la piu` importante piattaforma italo-cinese che opera nel nostro Paese ed e` per questo che abbiamo voluto mettere in campo due importanti realta` internazionali e Soci strategici come ISP e ICBC. Questo accordo e` l’unico del genere con l’Italia firmato da ICBC durante la China International Import Expo e ci permettera` di fornire uno strumento innovativo a livello di Sistema, un ulteriore supporto pratico alle aziende dei due Paesi in un periodo difficile come questo”. LEGGI TUTTO