10 Novembre 2021

Daily Archives

More stories

  • in

    Covid, Speranza: terzo dose per fascia di età 40-60 anni da dicembre

    (Teleborsa) – Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che dal primo dicembre saranno chiamati alla dose di richiamo anche chi ha tra 40 a 60 anni. “La terza dose è assolutamente strategica per la campagna vaccinale: siamo all’83,7% di persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Il richiamo ad oggi è stato offerto 2,4 milioni”, ha spiegato il ministro rispondendo al question time alla Camera. “Abbiamo iniziato da immunocompromessi, fragili, sanitari, over 60 e chi ha avuto J&J che possono avere booster dopo sei mesi”, ha aggiunto.Capitolo Green Pass. “La durata per i soggetti guariti è di 6 mesi e per i vaccinati e di 12 mesi. Il Governo intende avviare un percorso di approfondimento per acclarare se vi siano le condizioni per valutare diversamente il certificato verde rilasciato ai guariti. Le evidenze suggeriscono che il rischi di reinfezione è basso se esposizione a variante si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale”, ha spiegato il ministro. “La norma che ha consentito l’estensione da 9 a 12 mesi del Green Pass per i vaccinati è stata frutto di un’unica e univoca volontà parlamentare: l’estensione del Green Pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi. Ogni settimana l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) presenta un rapporto sull’efficacia dei vaccini e i dati consentono di aggiornare le indicazioni. Da settembre osservati primi segnali di perdita di efficacia per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie”, ha fatto sapere Speranza. “I Green Pass scaricati ad oggi sono 122 milioni. Resta evidente che chi è identificato come caso positivo è sempre soggetto a isolamento ed è escluso a rigore l’uso del Green Pass se il titolare è causa di possibile contagio. La revoca segue una doppia opzione: la segnalazione del medico o il tampone positivo i cui dati convergono su piattaforma regionale”, ha infine sottolineato il ministro. LEGGI TUTTO

  • in

    Brembo, gli analisti limano il prezzo obiettivo

    (Teleborsa) – Gli analisti di Banca Akros e Intesa Sanpaolo hanno deciso di rivedere il prezzo obiettivo su Brembo, l’azienda italiana produttrice di impianti frenanti per veicoli. L’ufficio studi di Banca Akros ha tagliato la previsione di quotazione a 12 euro dai 13,50 precedenti, abbassando anche la valutazione a “neutral ” da “accumulate”, mentre gli esperti di Intesa Sanpaolo hanno indicato come target price 13,10 euro dai 13,50 della precedente indicazione. La raccomandazione “add” è stata confermata.A Piazza Affari, oggi, giornata fiacca per Brembo, che archivia la seduta con un ribasso dello 0,43%. LEGGI TUTTO

  • in

    Falck Renewables, Banca Akros rivede targe price e rating

    (Teleborsa) – Gli esperti dell’Ufficio studi di Banca Akros hanno ritoccato sia il prezzo obiettivo che la raccomandazione su Falck Renewables. La valutazione al titolo della società è stata tagliata a “neutral” da “accumulate” mentre il target price è stato aumentato a 8,81 euro dai 6,50 della precedente indicazione.Intanto, a Milano, giornata poco mossa rispetto alla chiusura precedente per Falck Renewables che si posiziona a 8,685 euro. LEGGI TUTTO

  • in

    PA, Brunetta: entro l'anno saranno rinnovati tutti i contratti dei dipendenti pubblici

    (Teleborsa) – Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha annunciato entro l’anno sarà rinnovato il contratto a tutti i dipendenti della PA . “Basterà o non basterà – ha dichiarato il ministro nel corso di un dibattito sulla rivoluzione verde all’Assemblea nazionale di Anci a Parma – sta di fatto che è meglio un contratto rinnovato che un contratto atteso. Questo l’ho voluto io in mezzo a tante polemiche: adesso è realtà”.”I Comuni sono il front office delle istituzioni, la trincea, il luogo dove i cittadini si rivolgono quando hanno bisogno, il luogo dove fornire i servizi”, ha sottolineato Brunetta, ma spesso “queste trincee non vengono messe nelle condizioni di lavorare bene e rispondere ai bisogni dei cittadini”. “Negli ultimi decenni c’è stato un depauperamento del capitale umano e delle risorse finanziarie. È stato bloccato il turnover e il salario accessorio: solo tetti, vincoli e blocchi nei confronti di bisogni che crescevano sempre di più”.Brunetta ha ricordato gli undici punti realizzati dal suo Ministero e altri due da realizzare assieme ai sindaci nei prossimi mesi. Il primo punto riguarda proprio il “rinnovo dei contratti di lavoro” previsto “entro l’anno”. Poi, ha aggiunto Brunetta, “ho sbloccato e riformato e digitalizzato i concorsi pubblici che ora si possono fare in cento giorni”. “Il PNRR prevede 1 miliardo di euro per progetti di cambiamento organizzativo, formazione dei dipendenti pubblici e sviluppo operativo”, ha sottolineato il ministro. LEGGI TUTTO

  • in

    Banda ultralarga, Colao: per gare modello a incentivo

    (Teleborsa) – Il modello scelto dal Governo per il Piano Italia 1 Giga “è quello ad incentivo”. Lo ha detto il Ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, rispondendo al Question Time e spiegando che i bandi per le gare per portare la rete “a circa 6 milioni di civici che, sulla base degli esiti della mappatura delle reti fisse (wired e wireless), non saranno coperti entro il 2026 da almeno una rete in grado di raggiungere una soglia minima predeterminata” saranno pubblicati a gennaio 2022 e “entro giugno 2022 i bandi saranno aggiudicati”.Parlando del modello a incentivo Colao ha chiarito che “prevede la selezione – attraverso procedure ad evidenza pubblica – di operatori che potranno presentarsi in forma individuale e nelle aggregazioni previste dal Codice degli appalti, in modo che per ogni lotto vengano realizzate le infrastrutture di rete che, una volta completate, rimarranno di loro proprieta’, a fronte di un contributo pubblico determinato come percentuale massima sul costo complessivo delle opere”.Entrando nel merito Colao ha spiegato che “la connessione a 1 Giga verrà fornita senza limiti al volume di traffico per gli utenti e nel rispetto del principio della neutralita’ tecnologica”. “Lo Stato finanzierà la realizzazione delle infrastrutture di rete end-to-end in grado di fornire accesso wholesale. Ovviamente l’operatore aggiudicatario dovrà realizzare l’infrastruttura di rete (inclusiva del Roe) fino all’edificio in cui sono situati gli utenti, mentre nel caso di reti wireless, l’intervento dovrà includere l’installazione dell’antenna sull’edificio per ovviare ai problemi a cui lei accenna”, ha chiarito il ministro. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, scorte petrolio settimanali in aumento ma sotto attese

    (Teleborsa) – Sono aumentate meno delle attese le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha confermato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 5 novembre 2021, sono aumentati di circa 1 milione a 435,1 MBG, contro attese per una crescita di 2,1 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 2,6 milioni a 124,5 MBG, contro attese per una flessione di 1,1 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un decremento di 1,6 milioni a quota 212,2 MBG (era atteso un calo di 1,2 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 3,1 milioni a 609,4 MBG.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    USA, vendite all'ingrosso sopra attese a settembre

    (Teleborsa) – Crescono ancora le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di settembre, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato una variazione positiva dell’1,4% a 742,2 miliardi di dollari. Il mese precedente si era registrato un +1,1%. Su base annua si registra una salita del 13,1%. Nello stesso periodo le vendite sono salite dell’1,1% su base mensile a 603,1 miliardi di dollari, rispetto al -0,9% precedente e al +0,4% stimato dagli analisti. Su anno si è registrato un incremento del 22%. La ratio scorte/vendite è pari all’1,23 contro l’1,33 di un anno prima. LEGGI TUTTO

  • in

    Obiettivo 2050, la rivoluzione ecologica dei trasporti

    (Teleborsa) – I trasporti svolgono un ruolo essenziale nella società e nell’economia. Da un sistema di trasporti efficiente e accessibile dipende la qualità della nostra vita. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) evidenzia che il settore rappresenta una delle principali fonti di pressioni ambientali nell’UE contribuendo ai cambiamenti climatici, all’inquinamento atmosferico e al rumore. La riduzione di tali effetti negativi rappresenta l’importante obiettivo strategico dell’UE inteso a tracciare un percorso di transizione verso l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050.Quali sono le azioni e le proposte del Mims? Teleborsa lo ha chiesto al Ministro, Enrico Giovannini. “Il Ministero è fortemente impegnato nell’attuazione delle politiche sulla transizione ecologica, in linea con gli impegni assunti a livello europeo e ribaditi nel recente G20 a presidenza italiana: il Green Deal europeo e il pacchetto Fit for 55 vengono calati nella realtà attraverso di versi strumenti – ha affermato Giovannini -. Intanto, per quanto riguarda gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di nostra competenza, il 75,6% dei 62 miliardi vanno a progetti per contrastare la crisi climatica. Tutta la nostra strategia – continua il Ministro – è imperniata sulla cosiddetta “cura del ferro”, cioè lo spostamento sulle ferrovie e il trasporto rapido di massa di passeggeri e merci, in modo da ridurre le emissioni climalteranti e migliorare i servizi alle persone e alle imprese. Vanno in questa direzione gli investimenti sull’alta velocità ferroviaria, sul potenziamento delle reti ferroviarie regionali, sul miglioramento delle interconnessioni ferroviarie con le aree interne e con porti e aeroporti, cui si aggiungono quelli per la riqualificazione dei porti in senso ecologico con l’elettrificazione delle banchine (cold ironing) e molte altre iniziative, anche per la rigenerazione urbana. Ad esempio – aggiunge Giovannini – gli investimenti per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, il rinnovo in senso ecologico dei mezzi per il trasporto pubblico locale, anche marittimo, il potenziamento della mobilità urbana sostenibile, con la costruzione di ciclovie e nuove regole per la mobilità dolce”. Ma “la vera rivoluzione” sta nel modo in cui si progetteranno le opere d’ora in poi. Abbiamo infatti previsto che “il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica di ogni nuova opera dovrà prevedere, tra l’altro, uno studio di impatto ambientale e una Relazione di Sostenibilità che garantiscano il rispetto degli indirizzi europei e del principio ‘Do no significant harm’. È inoltre al lavoro al Mims una Commissione di studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle infrastrutture e sui sistemi di trasporto che ci darà indicazioni su come anticipare i rischi aumentando la resilienza e la capacità di adattamento delle opere. Questa è la visione, in estrema sintesi, che guida il Ministero, che non a caso ha cambiato nome”. I trasporti – sottolinea l’AEA – consumano un terzo di tutta l’energia finale, di cui la maggior parte proviene dal petrolio. Ciò significa che sono responsabili delle emissioni di gas a effetto serra e contribuiscono in larga misura ai cambiamenti climatici. Secondo l’UE i progressi raggiunti in tema di riduzione delle emissioni, sono incoraggianti in alcuni settori, come ad esempio l’energia, mentre quelle dei trasporti aumentano. Cosa dovrebbe l’Italia per accelerare la riduzione? L’agenzia Teleborsa lo ha chiesto al Presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo. “Innanzitutto è utile ricordare che la filiera dell’aviazione e, in particolare gli aeroporti, incidono a livelli relativamente molto bassi sulle emissioni globali di CO2. Secondo i dati diffusi dall’Air Transport Action Group, il comparto oggi ne produrrebbe a livello mondiale circa il 2% e, se guardiamo all’Europa, il 3,4%. Bisogna considerare, inoltre – spiega Borgomeo – che nel nostro Paese il peso del trasporto sulle emissioni complessive di gas serra è stato, nel 2019, pari al 25,2%, di cui il 23,4% riferito al settore stradale, l’1,2% a quello marittimo e solo lo 0,6% al settore aereo. Ecco perché, in attesa di una forte ripresa del comparto, fondamentale per l’economia e per il turismo, il Governo dovrebbe studiare specifiche forme di finanziamento a sostegno dei programmi di investimento delle società di gestione aeroportuale. Tenendo anche conto che gli scali italiani sono da anni protagonisti nella lotta a favore della sostenibilità, ambito nel quale hanno già realizzato importanti ed innovative iniziative, oltre ad implementare un’intensa attività di progettazione”. Alla domanda “cosa potrebbero fare le società che gestiscono gli aeroporti italiani per contribuire a raggiungere gli obiettivi di riduzione di emissioni” Borgomeo risponde: “Come ho appena accennato, gli aeroporti si sono posti da tempo l’obiettivo di conciliare le politiche di sviluppo infrastrutturale con le esigenze di tutela ambientale e sociale del territorio circostante, con gli scali italiani in prima fila a livello europeo. Negli anni, infatti, hanno adottato diverse misure volte a ridurre gli inquinanti atmosferici attraverso la continua ricerca e l’innovazione in termini di efficienza energetica, la produzione e l’utilizzo di risorse rinnovabili e l’attuazione di procedure che mirano all’efficienza operativa. Più di recente, inoltre, hanno posto una forte attenzione allo sviluppo dei SAF, i carburanti sostenibili, e all’impiego dell’idrogeno in ambito aeronautico. Vorrei poi aggiungere – ha continuato il Presidente di Assaeroporti – che, dal 2009, è stato adottato l’Airport Carbon Accreditation quale standard globale per la gestione delle emissioni di CO2 negli aeroporti che prevede 6 livelli di accreditamento e fornisce un quadro comune e una guida per gli scali per mappare, ridurre ed eliminare le emissioni. Ad oggi, gli aeroporti accreditati in Italia sono 14 e rappresentano oltre l’80% del traffico aereo passeggeri registrato nel 2019. Di questi, 7 aeroporti, pari al 57% del traffico passeggeri nazionale, sono “carbon neutral”: un risultato lusinghiero per il nostro Paese”. Gli aeroporti italiani – aggiunge Borgomeo – hanno tra l’altro sottoscritto, a livello comunitario, l’accordo “NetZero2050”, prefiggendosi l’obiettivo di neutralizzare le proprie emissioni di CO2 al più tardi entro il 2050. Questo impegno è stato assunto tramite ACI EUROPE e Assaeroporti ed è stato firmato da 215 scali, di cui 10 italiani: Bergamo Orio al Serio, Bologna, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino e Venezia”.Decarbonizzare il trasporto su stradaI veicoli elettrici sono in prima linea per decarbonizzare il trasporto su strada da cui deriva circa il 70% delle emissioni di gas serra (Fonte Schroders). Esistono altre opzioni utili, come il gasolio rinnovabile che riduce le emissioni fino al 90% rispetto al gasolio tradizionale, e le celle a combustibile alimentate a idrogeno, particolarmente adatte ai mezzi pesanti come camion e autobus. Fra tutti i principali mezzi di trasporto, quello ferroviario ha la minore impronta di carbonio: appena un ottavo del trasporto aereo e un terzo di quella della mobilità stradale (Fonte Schroders).In Italia, il Gruppo FS da anni progetta sistemi di trasporto pensati per rispondere alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il direttore business regionale di Trenitalia, Sabrina De Filippis ha dichiarato che il Gruppo ha “investimenti totali per 6 miliardi e 600 nuovi treni regionali, di cui il 40% è già in circolazione. Si tratta di convogli costruiti con materiale riciclabile fino al 97% e consumi energetici inferiori del 30%. “La sfida – ha sottolineato – è trasferire le persone dall’auto privata al trasporto collettivo e integrato. Abbiamo un 80% di domanda che va in auto privata da conquistare, se riuscissimo nei prossimi anni a conquistarne il 10% è un risultato importante”.Come si sta muovendo l’UE per tagliare le emissioni del settore dei trasporti? Per ridurre l’inquinamento e, nel quadro del Green Deal europeo, Bruxelles ha proposto l’iniziativa “ambizione inquinamento zero in Europa”, che indica il percorso da seguire per concretizzare la trasformazione: tutti i 27 Stati membri hanno assunto l’impegno di ridurre le emissioni almeno del 55% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030 e di rendere l’Unione Europea il primo continente a impatto climatico zero, ambiziosamente entro l’anno 2050. La Commissione europea ha proposto di promuovere carburanti sostenibili destinati ai trasporti aerei e marittimi, di modo che quelli inquinanti risultino più costosi per i fornitori. La società finlandese Neste ha sviluppato un carburante sostenibile per il settore aeronautico (Sustainable Aviation Fuel, SAF) che viene ricavato dagli oli esausti e dagli scarti di grasso animale e ittico dell’industria alimentare. Il risultato è un combustibile in grado di abbassare le emissioni di GHG (greenhouse gas, gas serra) fino all’80% rispetto al carburante tradizionale per aerei (Fonte Schroders). A luglio 2021 la Commissione europea ha pubblicato il progetto RefuelEU Aviation, che ambisce all’utilizzo di SAF per una quota minima del 5% entro il 2030, destinata a salire al 63% entro il 2050. Bruxelles ha inoltre proposto di rimuovere l’esenzione delle imposte sul cherosene per gli aerei e di revocare i permessi gratuiti sulle emissioni di gas serra del settore aeronautico europeo entro il 2026.“È evidente che nella transizione green e digitale ogni attore è chiamato a fare la sua parte, ma ritengo che la tassazione, in generale, potrebbe non essere lo strumento più efficace per raggiungere questo ambizioso obiettivo” – afferma a Teleborsa il Presidente di Assaeroporti -. “Come già sottolineato, gli aeroporti e le stesse compagnie aeree sono consapevoli dell’esigenza di rendere il trasporto aereo sempre più sostenibile e hanno già accettato la sfida della decarbonizzazione. L’introduzione di nuove tasse o di meccanismi punitivi – secondo Borgomeo – non può essere considerata un fattore abilitante del cambiamento. Bisognerebbe, piuttosto, individuare e privilegiare forme incentivanti della transizione green con il pieno supporto del Governo”.L’impegno dell’Europa a volare a zero emissioni diventa globale. Durante la 77esima assemblea generale annuale dell’International Air Transport Association (IATA) le compagnie aeree mondiali hanno annunciato che si impegneranno a raggiungere le emissioni zero entro la metà del secolo. Due studi su trasporti e ambiente pubblicati dall’AEA, hanno mostrato che quella ferroviaria può considerarsi a livello europeo la modalità di trasporto motorizzato di passeggeri più rispettosa dell’ambiente, in termini di emissioni di gas a effetto serra e rispetto agli spostamenti in automobile o in aereo.Secondo l’ultima relazione annuale sui trasporti e l’ambiente 2020 – Transport and Environment Report 2020 (TERM), il passaggio a modalità di trasporto più sostenibili può dare un importante contributo al raggiungimento di questo obiettivo. Come parte di una serie di misure climatiche e ambientali prese dai vari Stati membri dell’UE, in Spagna, il Congresso dei Deputati ha approvato la “Ley de Cambio Climático y Transición Energética”, la prima legge che permetterà di raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, con la drastica riduzione delle emissioni di gas serra. La Francia ha imposto il divieto sui voli interni, se esiste un percorso alternativo realizzabile, via treno, in due ore e mezza o meno. “La decisione assunta dalla Francia va necessariamente contestualizzata e non è una soluzione replicabile in Italia per una serie di ragioni e soprattutto per la diversa morfologia dei due Paesi” – spiega il Presidente di Assaeroporti -. “Se si effettua poi un approfondimento sul numero dei passeggeri del mercato italiano, si evince che il trasporto aereo si sviluppa maggiormente su tratte difficilmente sostituibili dal treno AV. Tra l’altro – aggiunge – è assodato che i passeggeri difficilmente sono disposti a effettuare viaggi in treno della durata di 4 o 5 ore. In buona sostanza, secondo noi, la politica per il trasporto aereo non può esaurirsi nella limitazione del traffico, ma deve puntare a favorire investimenti sostenibili e l’intermodalità”.Per il Ministro del Mims Giovannini “la scelta francese è coerente con la strategia europea per la transizione ecologica. Credo che sia un esempio molto concreto di una politica che punta a incentivare gli spostamenti con modalità meno impattanti dal punto di vista ambientale. Noi stiamo riflettendo su una serie di strumenti per incentivare le persone ad utilizzare mezzi di trasporto meno inquinanti, anche se ormai molte persone già preferiscono, per motivi ecologici, usare i treni invece che gli aerei. Stiamo anche seguendo da vicino la sperimentazione di carburanti più puliti nel settore dell’aviazione e degli altri settori, come quello marittimo, per i quali oggigiorno la tecnologia non offre soluzioni del tutto soddisfacenti. L’impegno a sviluppare le reti ferroviarie, soprattutto nel Sud, è una precondizione necessaria per offrire alternative di viaggio meno impattanti dal punto di vista ambientale, ed è in questa direzione che stiamo andando con il Pnrr, ma anche con l’orientamento dei fondi nazionali verso forme di mobilità più sostenibile. D’altra parte – conclude il Ministro – stiamo incoraggiando gli operatori del settore a ragionare concretamente sull’offerta integrata di modalità di trasporto diverse, come quella aerea e ferroviaria. E la stessa cosa vale a livello locale, con i progetti di mobility-as-a-service (Maas) che svilupperemo nell’ambito del Pnrr”.Per un trasporto navale green, la Commissione europea mira a revocare l’esenzione fiscale sui combustibili pesanti e ad eliminare le imposte sui carburanti sostenibili per incoraggiarne la diffusione. L’ICS-International Chamber of Shipping ha presentato all’IMO, autorità di regolamentazione delle Nazioni Unite del settore, i piani con le misure dettagliate urgenti che i governi devono adottare per aiutare l’industria a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2050. A solo un mese dalla conferenza di punta sulla decarbonizzazione COP26, “Shaping the Future of Shipping”, l’ICS (che rappresenta l’80% dell’industria marittima globale) sta spingendo i governi a raddoppiare l’ambizioso attuale obiettivo dell’IMO, che è quello di ridurre le emissioni derivanti dall’industria marittima globale del 50% entro il 2050.”Parlare costa poco mentre è difficile agire. Quindi, la nostra offerta net zero stabilisce il “come” e il “cosa” per la decarbonizzazione del trasporto marittimo entro il 2050 – ha dichiarato Esben Poulsson, presidente ICS -. Stiamo dicendo ai governi che se vogliono davvero raggiungere lo zero netto, devono passare da impegni vuoti ad azioni tangibili. Un’ambizione di zero emissioni nette di carbonio è raggiungibile entro il 2050. Ma solo a condizione che i governi prendano le decisioni poco glamour, ma urgenti e necessarie per gestire questo processo all’interno di un quadro normativo globale”. LEGGI TUTTO