8 Giugno 2022

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    PIL e consumi, Confcommercio rivede stime al rialzo

    (Teleborsa) – Confcommercio rivede al rialzo le stime di crescita del PIL e dei consumi al 2,5%, con un incremento dello 0,4% rispetto alla precedente stima. I nuovi dati, forniti dall’ufficio studi della Confederazione e presentati nel corso dell’assemblea annuale, indicano per l’inflazione un valore al 6,3%. A livello regionale, l’ufficio studi di Confcommercio vede confermata la consueta dicotomia Nord-Sud: tra il 1996 e il 2019 il PIL reale del Mezzogiorno è cresciuto in termini cumulati solo del 3,4%, valore inferiore di quasi cinque volte rispetto alla media nazionale (15,3%) e di quasi otto volte rispetto alla ripartizione più performante, cioè il Nord-Est(23,8%). In valore assoluto, nel 2022 il Pil pro capite al Sud è quasi la metà di quello del Nord: 20.900 euro contro i 38.600 euro del Nord-Ovest e i 37.400 euro del Nord-Est.Confcommercio stima un ritorno dei consumi ai livelli prepandemici solo nel 2023. La crescita registrata nel 2021 del 5,4% dei consumi, comprensivi della spesa del turismo estero, spiega l’ufficio studi, ha permesso solo un parziale recupero di quanto perso nel 2020 (-11,5%) e solo nel 2023 si prevede un completo ritorno ai livelli pre-pandemia, anche grazie ad un riassorbimento delle tensioni inflazionistiche(+2,9%). A livello regionale, prosegue l’ufficio studi, si conferma il progressivo spostamento di quote di spesa dal Sud al Nord: tra il 1996 e il 2019, infatti, la crescita dei consumi per abitante nel Meridione (+5%) è risultata molto più contenuta di quella registrata nelle altre aree del Paese (+14,6% Nord-Ovest, +12,3% Nord-Est, +12% Centro). Solo il Molise (+18,9%) e la Basilicata(+18,3%) sono state in grado di crescere a ritmi in linea con il resto del Paese, mentre Regioni di peso, come la Campania (-0,2%) e la Puglia (+2,1%), hanno evidenziato molte difficoltà. In valore assoluto, nel 2022 i consumi pro capite al Sud sono pari a 15.100 euro contro gli oltre 21mila euro del Nord e i 19.800 euro del Centro.Sul piano occupazionale, prosegue l’ufficio studi di Confcommercio, la variazione cumulata tra il 1996 e il 2019, a fronte di una media nazionale del +6,5%, registra andamenti decisamente brillanti del Nord-Est (+13%) e del Centro (+12,6%) e una contrazione di quasi tre punti nel Mezzogiorno(-2,7%), “maglia nera” per Calabria (-8,5%) e Campania (-5,8%). A livello nazionale, nel 2020 la contrazione degli occupati ha sfiorato i 2,5 milioni di unità e la crescita attesa di circa 2 milioni di unità, nel biennio 2021-22, non consentirà di recuperare i livelli occupazionali del 2019. A livello regionale, tra il 2019 e il 2022, il Nord e il Centro registrano una flessione cumulata di oltre il 2%, in controtendenza il Mezzogiorno che evidenzia una migliore performance del mercato del lavoro anche grazie alla ripresa dei flussi turistici.Il tasso di natalità delle imprese, nonostante una ripresa nel corso del 2021 (+6,5%), vede confermato il trend di riduzione, con l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali che resta inferiore ai livelli del 2019 (+6,9%). . Il Nord-Est è l’area con il più basso tasso di natalità (+5,9%), mentre il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia, è quella più dinamica (+6,8%). Le Regioni “record” risultano essere il Lazio, con il maggior tasso di natalità a livello nazionale (+7,5%), e la Basilicata con la crescita più bassa (+5,2%).Quanto al calo demografico “rappresenta un rischio per le prospettive di crescita”. Spiega Confcommercio -: nel 2022 la popolazione italiana si è ridotta di 824 mila unità rispetto al 2019, di cui il 60% concentrato nel Mezzogiorno (Molise, Calabria e Basilicata le Regioni con i maggiori cali percentuali); tra il 1996 e il 2019 la popolazione del Nord è cresciuta del 9,3%, quella del Sud si è ridotta del 2%. La progressiva perdita di capitale umano in quest’area rischia di comprometterne le già difficili prospettive di crescita nel medio-lungo termine. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso aprile +2,2% m/m, vendite +0,7 % m/m

    (Teleborsa) – Crescono meno del mese precedente le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di aprile 2022, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento del 2,2% a 861,8 miliardi di dollari. Il dato si confronta con il +2,7% precedente (dato rivisto da un preliminare di +2,3%). Su base annua si registra una salita del 24%. Nello stesso periodo le vendite sono salite dello 0,7% su base mensile a 691,6 miliardi di dollari, rispetto al +1,8% precedente (rivisto da un preliminare di +1,7%). Su anno si è registrato un incremento del 20,9%. La ratio scorte/vendite è pari all’1,25 contro l’1,21 di un anno prima. LEGGI TUTTO

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    Covid, dalla Commissione Ue ok a regime italiano da 60 milioni di euro per i settori turistico e termale

    (Teleborsa) – Via libera dalla Commissione europea a un regime italiano da 60 milioni di euro a sostegno dei settori turistico e termale, nel contesto dei danni arrecati all’economia da lockdown e misure restrittive imposte a motivo del Covid. Secondo quanto riporta una nota, il provvedimento è stato approvata nell’ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuti di Stato. Il regime, si legge nella nota, mira a ridurre i costi del lavoro sostenuti dai datori di lavoro privati attivi nei settori turistico e termale e, in ultima analisi, a preservare e incentivare i livelli di occupazione. L’aiuto assumerà la forma di un’esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali obbligatori (ad eccezione di quelli relativi all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) per i nuovi lavoratori stagionali o assunti a tempo determinato, per un periodo massimo di tre mesi, con possibilità di proroga per un periodo massimo di 6 mesi a determinate condizioni. La Commissione ha constatato che il regime italiano è in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo. In particolare, l’aiuto non supererà i 2,3 milioni di euro per beneficiario e sarà concesso entro il 30 giugno 2022. LEGGI TUTTO

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    Comer Industries, Intesa Sanpaolo alza stime e conferma Buy

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha abbassato a 36,8 euro per azione (da 37,6 euro) il prezzo obiettivo su Comer Industries, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella progettazione e produzione di sistemi avanzati di ingegneria e soluzioni di meccatronica per la trasmissione di potenza, e ha confermato il giudizio sul titolo a “Buy”. Gli analisti hanno rivisto al rialzo le stime dopo i solidi risultati del primo trimestre 2022 e visto che l’andamento del mercato resta positivo.”Anche se il 2022 dovrebbe essere un anno impegnativo, la buona visibilità della top line e un meccanismo di prezzo che trasferisce ai clienti l’aumento delle materie prime (con l’aggiunta di un supplemento logistico) dovrebbero impedire all’azienda un deterioramento dei margini, si legge nella ricerca.Intesa Sanpaolo si aspetta che la società chiuda il 2022 con ricavi per 1.184 milioni di euro, un EBITDA Adjusted di 147,9 milioni di euro e un utile netto di 67,6 milioni di euro. Questi valori dovrebbero passare nel 2023, rispettivamente, a 1.250 milioni di euro, 164,1 milioni di euro e 77,9 milioni di euro. Le previsioni sono poi per un ulteriore incremento nel 2024 a ricavi per 1.294 milioni di euro, un EBITDA Adjusted di 174,4 milioni di euro e un utile netto di 84,3 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Moderate perdite a Wall Street con timori per crescita globale

    (Teleborsa) – Debole Wall Street, con gli investitori preoccupati per il rallentamento della crescita globale. Nelle ultime 24 ore sono infatti arrivate delle importanti previsioni al ribasso da parte di preminenti organizzazioni internazionali. Oggi l’OCSE ha ridotto le sue previsioni di crescita globale per quest’anno al 3% dal 4,5% dell’ultimo aggiornamento trimestrale. Ieri pomeriggio la Banca Mondiale aveva ridotto le sue previsioni di crescita per quest’anno al 2,9%, avvertendo che “anche se si evitasse una recessione globale, il dolore della stagflazione potrebbe persistere per diversi anni”.Balzo di Novavax, dopo che ha ottenuto l’approvazione del suo vaccino Covid-19 da un comitato consultivo della FDA. Positive Campbell Soup, che ha aumentato le stime per i ricavi grazie alla solida domanda e all’aumento prezzi, e Western Digital, che sta esaminando alternative strategiche, inclusa una possibile divisione delle sue attività flash memory & disk drive. Bene anche Thor Industries, nonostante risultati trimestrali migliori del previsto.Si muove in frazionale ribasso Wall Street, con il Dow Jones che sta lasciando sul parterre lo 0,65%; sulla stessa linea, si posiziona sotto la parità l’S&P-500, che retrocede a 4.140 punti. Sulla parità il Nasdaq 100 (-0,14%); sotto la parità l’S&P 100, che mostra un calo dello 0,40%.Forte nervosismo e perdite generalizzate nell’S&P 500 su tutti i settori, senza esclusione alcuna. Tra i peggiori della lista del paniere S&P 500, in maggior calo i comparti beni industriali (-1,16%), finanziario (-1,06%) e materiali (-0,96%).Giornata negativa per le Blue Chip del Dow Jones, con Apple e Salesforce che sono in marginale rialzo.Le più forti vendite si manifestano su Intel, che prosegue le contrattazioni a -4,07%.Sotto pressione Home Depot, che accusa un calo dell’1,90%.Scivola 3M, con un netto svantaggio dell’1,53%.In rosso Honeywell International, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,28%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Docusign (+4,73%), Pinduoduo Inc Spon Each Rep (+4,48%), Moderna (+4,11%) e JD.com (+3,42%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Intel, che continua la seduta con -4,07%.Crolla Constellation Energy, con una flessione del 2,37%.Vendite a piene mani su Micron Technology, che soffre un decremento del 2,20%.Spicca la prestazione negativa di Nxp Semiconductors N V, che scende dell’1,80%.Tra i dati macroeconomici rilevanti sui mercati statunitensi:Mercoledì 08/06/202216:00 USA: Scorte ingrosso, mensile (preced. 2,7%)16:30 USA: Scorte petrolio, settimanale (atteso -1,8 Mln barili; preced. -5,07 Mln barili)Giovedì 09/06/202214:30 USA: Richieste sussidi disoccupazione, settimanale (atteso 207K unità; preced. 200K unità)Venerdì 10/06/202214:30 USA: Prezzi consumo, annuale (atteso 8,3%; preced. 8,3%)14:30 USA: Prezzi consumo, mensile (atteso 0,7%; preced. 0,3%). LEGGI TUTTO

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    PwC Italia, Toselli: “Italia registra livelli di competenze digitali molto basse rispetto alla media UE”

    (Teleborsa) – In questa nuova epoca di rivoluzione digitale, la tecnologia va progettata in base ai nostri bisogni e deve supportare le persone, le imprese e le Istituzioni nella loro quotidianità. Obiettivo dell’Umanesimo Digitale, è mettere le persone al centro del progresso tecnologico. È quanto è emerso questa mattina dall’incontro “Tecnologia e nuovo umanesimo” promosso da PwC Italia nell’ambito del ciclo “Italia 2022: Persone, Lavoro, Impresa”, piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell’impresa lanciata in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi. Al centro del dibattito con il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, è stato il processo di digitalizzazione, accelerato dalla pandemia ma in atto da decenni, che ha impattato tanto sul tessuto imprenditoriale quanto sulle dinamiche umane. Nel 2021, l’Italia si colloca al 20esimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE per indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI). Tuttavia, il Paese ha compiuto alcuni progressi in termini sia di copertura che di diffusione delle reti di connettività specialmente dalle imprese: l’Italia sale in decima posizione considerando unicamente la digitalizzazione delle imprese, registrando un punteggio superiore a quello della media UE-27.Il 69% delle PMI italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale (60% la media UE27). Inoltre, quasi la totalità delle imprese italiane (95%) utilizza la fatturazione elettronica (quasi tre volte più che in UE) e oltre un terzo (38%) utilizza servizi cloud (a confronto con il 26% a livello UE).L’Italia rimane tuttavia debole nell’ambito dei big data (utilizzati dal 9% delle imprese italiane rispetto ad una media Ue del 14%) e dell’impiego dell’intelligenza artificiale (18% contro 25%). Sotto la media UE c’è anche la diffusione dell’e-commerce (9% imprese in Italia vs 12% in Ue) e l’uso dell’ICT per la sostenibilità ambientale (60% vs 66%).Il PNRR interviene con misure chiave per garantire la transizione digitale dell’Italia, destinando 6,7 miliardi di euro saranno diretti allo sviluppo delle reti a banda ultra larga e 5G, 6 miliardi per la riforma della PA mentre ben 13,4 miliardi per la Digitalizzazione delle imprese che prevede il sostegno all’adozione delle tecnologie. Inoltre, solo l’attuazione del piano creerà una domanda di lavoratori con competenze digitali di circa 200mila unità.”L’umanesimo digitale – spiega Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia – non guarda alla tecnologia come un sistema invasivo pronto a sostituire le persone, il loro lavoro e le loro dinamiche sociali, ma come un’occasione di miglioramento del nostro intero sistema. La sensazione, dal nostro punto di vista che si basa sul contatto con gli imprenditori, è che c’è sempre una certa sofferenza verso il tema delle regole, ma non solo in ambito energetico. È importante capire come vengono messe a disposizione queste risorse e come usufruirne, perché è vero che con il PNRR abbiamo accesso a fondi significativi, ma anche prima del PNRR l’Italia aveva accesso a risorse ingenti. Il tema critico è sempre stato il rallentamento nel loro utilizzo, o un utilizzo non sufficiente. La preoccupazione è che le risorse del PNRR seguano la stessa sorte. Le imprese al momento sono preoccupate degli aspetti contingenti: inflazione, il fenomeno della great resignation sul mondo del lavoro, la complessità delle regole, l’incertezza di ciò che sarà, il prezzo dell’energia. Noi siamo cresciuti in un mondo senza inflazione, con una certa stabilità e senza grossi shock. Non avendo mai affrontato fenomeni sconvolgenti, la nostra generazione di imprenditori riusciva a pensare a cosa fare in modo programmatico. Ora gli imprenditori devono pensare non solo a cosa fare, ma anche a come reagire a ciò che sta succedendo. L’aspetto più preoccupante ad oggi – prosegue Toselli – è il significativo ritardo in termini di capitale umano: l’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto basse rispetto alla media UE”. Tale dato è spiegabile anche dalla bassa percentuale di forza lavoro impiegata nei settori cosiddetti “high-tech”, che impiegano tecnologie avanzate (cloud, IA, robotica e software). In Italia, solo il 7,4% della forza lavoro è impiegata in questi settori (contro il 10,9% della Germania e il 6,6% della Francia).”L’Italia – afferma Fabio Vaccarono, presidente e ad del Gruppo Multiversity – vive un fortissimo ritardo rispetto ai paesi industrializzati. Un ritardo digitale e culturale. Ci sono 12 milioni di diplomati che non hanno mai pensato di iscriversi all’università e il giorno di Codogno un italiano su 4 non era mai andato su internet. Innovazione e formazione sono le parole chiave per colmare questo divario. Siamo nel pieno di una rivoluzione tecnologica che richiede una riconversione del capitale umano per restare competitivi ed essere pronti alle sfide del futuro. Le università devono essere il cuore di questa trasformazione, perché il digitale va imparato immersivamente e non solo da un punto di vista teorico. Per questo, proprio chi ricerca e trasferisce competenze a coloro che saranno i professionisti e i cittadini di domani, non può che essere digital first”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit valuta opzioni per ridurre esposizione a Russia “alle giuste condizioni”

    (Teleborsa) – Nel ridurre la propria esposizione in Russia, UniCredit ha “tempo sufficiente per valutare tutte le opzioni alle giuste condizioni”. Lo ha affermato il CFO Stefano Porro alla Goldman Sachs Annual European Financials Conference 2022. “La situazione è che siamo ancora net borrower verso il ramo locale, ma non supporteremo la filiale ne da un punto di vista del capitale che della liquidità”, ha spiegato. “Il team specifico sta lavorando per ridurre il rischio alle giuste condizioni, ma è importante dire che ora le opportunità sono più limitate”, ha aggiunto.Con riguardo alle attività nel paese, ha sottolineato che “il team locale sta lavorando in rispetto alle sanzioni internazionale e alle guidance locali, che cambiano continuamente”. Guardando avanti, la situazione “è più una questione di evoluzione geopolitica e delle sanzioni che di merito creditizio, perché il portfolio è concentrato su top names e settori critici per l’economia”. LEGGI TUTTO

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    Fit for 55, Parlamento europeo al voto: arriva svolta green?

    (Teleborsa) – La plenaria del Parlamento europeo ha prima bocciato e poi accettato di rinviare all’esame della Commissione ambiente il testo legislativo della riforma del mercato dei permessi di emissione (ETS). Nell’ambito dell’adattamento del Green Deal ai nuovi target di taglio delle emissioni del 55% al 2030 (Fit for 55), l’aula ha anche rinviato in Commissione ambiente altri due rapporti collegati alla riforma del sistema Ets, sul nuovo fondo sociale per il clima, e sui “dazi” climatici (la carbon tax alle frontiere). Il voto cruciale sull’obbligo di emissioni zero per auto e furgoni al 2035 si terrà invece questo pomeriggio alle 17.Oggi, infatti, i riflettori erano puntati sulla plenaria del Parlamento europeo chiamato a pronunciarsi Strasburgo, in due distinte tornate di votazioni su otto testi legislativi che costituiscono una parte fondamentale del “Green Deal”, aggiornato con il nuovo impegno di diminuire le emissioni a effetto serra nell’Ue del 55% (e non più del 40%) entro il 2030, rispetto al 1990. Le due misure più importanti e attese, appunto, la revisione del mercato dei permessi di emissione ETS (“Emission Trade System) e le nuove norme che prevedono l’azzeramento, entro il 2030 delle emissioni di auto e furgoni nuovi, la cosiddetta messa al bando dei motori a combustione, anche se non è in questi termini che la misura è presentata.La riforma dell’Ets riguarda innanzitutto una revisione dell’obiettivo di riduzione delle emissioni che si vuole conseguire al 2030 nei settori coperti dal sistema, e che la Commissione ha proposto di portare dal precedente 43% al 61%. Per attuare questa riduzione, l’Esecutivo Ue ha proposto di ritirare dal mercato i permessi per 117 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2024. Un emendamento di compromesso fra il gruppo liberale Renew e il Ppe chiede una riduzione delle emissioni lievemente più alta (il 63%), ma distribuita in due diversi momenti, con il ritiro di quote di CO2 per 70 milioni di tonnellate entro il 2024, e per 50 milioni di tonnellate entro il 2026. La commissione Ambiente dell’Europarlamento, d’altra parte, ha votato due settimane fa per una riduzione delle emissioni ancora maggiore, pari al 67%. Il voto di oggi deciderà quale di queste tre opzioni sarà appoggiata dal Parlamento europeo. Verranno inoltre eliminate gradualmente, in parallelo con l’entrata in vigore dei dazi climatici del Cbam, le quote di emissioni gratuite di cui usufruiscono oggi le industrie ad alto consumo energetico, sottoposte al rischio di delocalizzazione fuori dall’Ue.I comparti industriali interessati sono gli stessi del Cbam, visto che le quote gratuite sono una salvaguardia contro la concorrenza sleale dai paesi terzi, che in futuro verrà compensata dai dazi climatici. La Commissione propone che l’abolizione graduale dei permessi gratuiti avvenga a cominciare dal 2026 per concludersi 10 anni dopo, nel 2036. La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha chiesto di anticipare la data finale di ben sei anni, al 2030. Un emendamento proposto dal gruppo Renew e dai Socialisti e Democratici chiede invece di fissare il 2032 come data finale. Il Ppe vorrebbe piu’ tempo e punta al 2034. Anche in questo caso, il voto di oggi stabilirà quale opzione seguire. La revisione dell’Ets comprende anche una estensione del mercato delle emissioni all’aviazione civile e al settore marittimo, e la creazione di un nuovo sistema Ets parallelo e distinto (Ets-2) per il trasporto su strada e per i sistemi di riscaldamento degli edifici. Su questo secondo punto, il Parlamento europeo (sempre con il voto della sua commissione Ambiente) chiede di escludere i privati cittadini dall’Ets-2, limitando il sistema alle entità commerciali almeno fino al 2029, quando la Commissione europea dovrebbe presentare uno studio d’impatto e una nuova proposta legislativa in merito.(Foto: © European Union 2019 – Source : EP) LEGGI TUTTO