14 Giugno 2022

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    Oracle festeggia trimestre sopra attese

    (Teleborsa) – Effervescente Oracle, che scambia con una performance decisamente positiva dell’8,34%, dopo che il colosso statunitense attivo nel settore informatico, ha annunciato una trimestrale sopra le attese degli analisti, grazie alla crescita del cloud. A livello comparativo su base settimanale, il trend di Oracle evidenzia un andamento più marcato rispetto alla trendline dell’S&P 100. Ciò dimostra la maggiore propensione all’acquisto da parte degli investitori verso Oracle rispetto all’indice.Il quadro tecnico di Oracle suggerisce un’estensione della linea ribassista verso il pavimento a 68,13 USD con tetto rappresentato dall’area 71,54. Le previsioni sono per un prolungamento della fase negativa al test di nuovi minimi individuati a quota 66,87. LEGGI TUTTO

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    Bitcoin ancora giù, scivola anche sotto 21mila dollari

    (Teleborsa) – Il Bitcoin perde ancora terreno dopo la forte caduta della vigilia e arretra fino a scivolare sotto i 21.000 dollari. La criptovaluta che ha segnato una flessione di oltre 10 punti percentuali è scesa fino al bottom di 20.860 dollari, per poi riprendersi lievemente e segnare 21.899 dollari. Giù anche Ethereum, la seconda maggiore criptovaluta, che segna un calo del 6% circa a 1.232 dollari. Di oggi la notizia che l’exchange di criptovalute statunitense Coinbase ha deciso di licenziare il 18% della forza lavoro (circa 1.100 persone saranno interessate dai tagli) per assicurarsi “di rimanere in salute durante questa crisi economica”. Lo ha scritto il CEO e fondatore Brian Armstrong in una email ai dipendenti, poi diffusa dalla stessa società. “Sembra che stiamo entrando in una recessione dopo un boom economico di oltre 10 anni – ha scritto -. Una recessione potrebbe portare a un altro crypto winter e potrebbe durare per un lungo periodo. Negli ultimi crypto winter, le entrate commerciali (la nostra più grande fonte di entrate) sono diminuite in modo significativo”.Crypto winter è un’espressione usata per scrivere un lungo periodo nel quale i prezzi delle criptovalute si contraggono e rimangono bassi per un lungo periodo. Armstrong ha spiegato che “la gestione dei costi è fondamentale nei mercati ribassisti” e che la società è “cresciuta troppo in fretta”. LEGGI TUTTO

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    MicroStrategy, dalla bolla dot-com al rischio Bitcoin

    (Teleborsa) – Una delle società che più ha sofferto il crollo delle valutazioni delle criptovalute, e del Bitcoin in particolare, è MicroStrategy. Fondata nel 1989 in Virginia (USA), MicroStrategy è un’azienda che fornisce business intelligence, software e servizi basati sul cloud. Nel corso degli ultimi due anni, su volontà del CEO e fondatore Michael Saylor, ha scommesso svariati miliardi di dollari sulla più popolare delle criptovalute: al 31 marzo, deteneva infatti 129.218 Bitcoin, ciascuno acquistato a un prezzo medio di 30.700 dollari, secondo una comunicazione alla SEC. Ora che il prezzo del Bitcoin è sotto quota 23.000 dollari, secondo dati CoinMarketCap, le potenziali perdite per la società sono consistenti.Inoltre, MicroStrategy ha dichiarato a maggio che se il Bitcoin scendesse a circa 21.000 dollari, potrebbe scattare un margin call (in italiano richiesta di integrazione) su un prestito, ovvero la necessità di ricostituire i margini a garanzia dello strumento finanziario. MictroStrategy ha preso in prestito 205 milioni di dollari da Silvergate Capital a marzo, con il prestito triennale per lo più garantito da circa 19.466 Bitcoin. Martedì il Bitcoin è sceso sotto fino a circa 20.800, prima di riprendere quota, ma non è chiaro se ciò abbia avuto conseguenze per MicroStrategy o se l’azienda abbia già fornito più Bitcoin o contanti per garantire il suo prestito.Non è la prima volta che MicroStrategy si trova al centro dell’attenzione in occasione di un mercato ribassista. Il 20 marzo 2000, all’inizio della bolla dot-com, le sue azioni crollarono dopo che rese nota la necessità di rivedere i propri risultati finanziari. Ammise di aver sopravvalutato i propri ricavi nel 1999 e di aver riportato erroneamente un profitto quando avrebbe dovuto invece registrare una perdita. Quell’errore le costò la perdita di oltre 11 miliardi di dollari di capitalizzazione in un solo giorno. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, domande accolte per indennità autonomi inferiori ad attese

    (Teleborsa) – L’Inps ha fornito i dati sull’indennità Iscro per il 2021, rivolta in via sperimentale per il periodo 2021-2023 agli iscritti alla gestione separata che esercitano professione abituale di lavoro autonomo. Lo riferisce la Cgil, secondo cui i risultati “non sono dei migliori”. Il numero di domande accolte è stato inferiore alle attese: 3.471 su 9.443 presentate (solo 68 ancora in lavorazione), contro le 43.500 previste. In una nota congiunta, Cgil e Apiqa sottolineano che “il numero esiguo di richieste rispetto alla potenziale platea evidenzia che qualcosa non ha funzionato dal punto di vista dei requisiti”. Da quanto analizzato dal sindacato di corso d’Italia e dall’associazione quadri professionisti e alte professionalità “i dati sulle cifre erogate non sono disponibili, ma l’indennità massima era di 4.800 euro e, in media, sempre in base a quanto riferito dall’Inps, è stata di 3mila euro. Quindi, complessivamente l’Inps ha erogato per il 2021 una cifra che stimiamo essere intorno a 10,4 milioni”.Per coprire un esborso, aggiungono Cgil e Apiqa, che secondo le previsioni sarebbe stato largamente superiore a quanto raccolto con la contribuzione aggiuntiva dello 0,26%, erano stati stanziati 70,4 milioni di euro per il 2021, 35,1 milioni per il 2022, 19,3 milioni per il 2023 e 3,9 milioni per il 2024: “Non sono disponibili i dati su quanto versato con lo 0,26%, ma comunque si tratta di una cifra superiore a quanto erogato per l’Iscro. Non solo le cifre a bilancio non sono state utilizzate, ma addirittura risulterà un avanzo Inps per la voce Iscro. Un avanzo destinato ad aumentare nel 2022, in seguito all’aumento della contribuzione dallo 0,26% allo 0,51%”.Un primo bilancio, seppur parziale, “ci permette di dire – proseguono Cgil e Apiqa – che il numero esiguo di richieste rispetto alla potenziale platea evidenzia che qualcosa non ha funzionato dal punto di vista dei requisiti. In questo contesto, è proprio la sperimentalità della misura a permetterci di fare delle prime valutazioni e prevedere degli aggiustamenti in itinere. Il parziale accesso alle domande evidenzia la necessità di discutere su una revisione dei criteri di ammissione, affinchè siano resi meno restrittivi”. Si va dalla revisione al ribasso del reddito da lavoro autonomo nell’anno precedente la presentazione della domanda sulla media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori (oggi stabilito al 50%), all’aumento del tetto di reddito dell’anno precedente (oggi a 8.299,76), e all’abbassamento degli anni di possesso della partita IVA (oggi fissati a 4 anni). “Chiediamo – concludono – che siano predisposti interventi per informare adeguatamente gli iscritti alla gestione separata, coinvolgendo le sedi Inps con un apposito sportello nazionale, le associazioni di rappresentanza, i patronati e i Caf”. LEGGI TUTTO

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    Banche, ABI: “A maggio 2022 in aumento finanziamenti a famiglie e imprese”

    (Teleborsa) – Aumentano del 2,8%, a maggio 2022 (rispetto a un anno fa), i prestiti a imprese e famiglie. Ad aprile 2022, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dell’1,8% su base annua. L’aumento e` del 3,9% per i prestiti alle famiglie. È quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi di giugno su “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi”. TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI – A maggio 2022 i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si mantengono su livelli molto bassi, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti e` pari al 2,17% (2,16% nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese e` l’1,13% (1,23% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni e` l’1,93% (1,81% il mese precedente, 5,72% a fine 2007). QUALITA` DEL CREDITO – Le sofferenze nette (cioe` al netto delle svalutazioni e accantonamenti gia` effettuati dalle banche con proprie risorse) ad aprile 2022 sono 16,7 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi (pari a -7,0%) rispetto al mese precedente e di circa 3,1 miliardi (pari a -15,8%) rispetto ad un anno prima. La riduzione e` stata di 72,2 miliardi (pari a -81,2%) rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si e` attestato allo 0,95% (era 1,15% ad aprile 2021, 1,50% ad aprile 2020 e 4,89% a dicembre 2015). DINAMICA DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA – In Italia, a maggio 2022, la dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +3,9% su base annua. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, nello stesso mese, di 87 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +4,9% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioe` tramite obbligazioni, e` scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 10,6 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -5,0%). TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA – A maggio 2022, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e societa` non finanziarie) e` in Italia lo 0,45%, (stesso valore nel mese precedente) ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,32% (stesso valore nel mese precedente); del tasso sui PCT, che si colloca all’1,00% (1,22% il mese precedente); del rendimento delle obbligazioni in essere, 1,74% (1,72% nel mese precedente). MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA – Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e societa` non finanziarie rimane in Italia su livelli particolarmente infimi, a maggio 2022 risulta di 172 punti base (171 nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007). LEGGI TUTTO

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    OCSE, rallenta crescita G20

    (Teleborsa) – Frena la crescita del PIL nei Paesi del G20 che continua a rallentare nel primo trimestre 2022: è quanto emerge dalla rilevazioni Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico Internazionale, che la settimana scorsa ha tenuto la grande riunione annuale del suo consiglio ministeriale a Parigi, presieduta quest’anno dall’Italia e a cui ha partecipato il premier Mario Draghi.Nel primo trimestre 2022, precisa l’Ocse, il Pil del G20 è aumentato dello 0,7% su base trimestrale, in calo rispetto all’aumento dell’1,3% registrato nel quarto trimestre 2021. In Italia il Pil nel primo trimestre del 2022 è stato del +0,1% contro il +0,7% del quarto trimestre 2021 e nella zona dell’euro dello 0,6% contro lo 0,2% del periodo precedente.Il rallentamento dell’area G20 nel primo trimestre dell’anno riflette principalmente una performance più debole negli Stati Uniti, dove il PIL si è contratto dello 0,4% su base trimestrale dopo essere aumentato dell’1,7% nel quarto trimestre 2021. Ciò è dovuto principalmente alle variazioni del commercio netto (esportazioni meno importazioni) e alla diminuzione degli investimenti in scorte (destocking) e della spesa pubblica per l’assistenza Covid-19. In Australia e Indonesia, la crescita è rallentata di oltre 2 punti percentuali tra il quarto trimestre 2021 e il primo trimestre 2022.La crescita è rallentata in misura minore in Canada, Cina, India, Italia, Corea, Turchia e Regno Unito nel 1° trimestre 2022, mentre in Francia e Giappone si sono registrate contrazioni del pil rispettivamente dello 0,2% e dello 0,1%. Nonostante l’andamento per l’area del G20 nel suo complesso, Brasile, Germania, Messico, Arabia Saudita, Sudafrica e l’Unione europea nel suo complesso hanno registrato una crescita più forte nel 1° trimestre 2022 rispetto al 4° trimestre 2021. La crescita in Arabia Saudita (2,6%) è stata la piùalta tra le economie del G20, trainata da un marcato aumento delle attività petrolifere.Tra le economie del G20, il Pil in Germania, Giappone e Messico è rimasto al di sotto dei livelli pre-pandemia (rispettivamente dello0,9%, 0,6% e 2,1%) nel primo trimestre 2022. LEGGI TUTTO

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    Coinbase taglia 18% forza lavoro per resistere a recessione e crypto winter

    (Teleborsa) – L’exchange di criptovalute statunitense Coinbase ha deciso di licenziare il 18% della forza lavoro (circa 1.100 persone saranno interessate dai tagli) per assicurarsi “di rimanere in salute durante questa crisi economica”. Lo ha scritto il CEO e fondatore Brian Armstrong in una email ai dipendenti, poi diffusa dalla stessa società. “Sembra che stiamo entrando in una recessione dopo un boom economico di oltre 10 anni – ha scritto – Una recessione potrebbe portare a un altro crypto winter e potrebbe durare per un lungo periodo. Negli ultimi crypto winter, le entrate commerciali (la nostra più grande fonte di entrate) sono diminuite in modo significativo.Crypto winter è un’espressione usata per scrivere un lungo periodo nel quale i prezzi delle criptovalute si contraggono e rimangono bassi per un lungo periodo. Armstrong ha spiegato che “la gestione dei costi è fondamentale nei mercati ribassisti” e che la società è “cresciuta troppo in fretta”. “Anche se abbiamo fatto del nostro meglio per farlo nel modo giusto, ora mi è chiaro che abbiamo assunto in eccesso”, si legge nella email.I dipendenti interessati dai licenziamenti hanno ricevuto una notifica dalle risorse umane. In tal caso, la comunicazione è stata inviato a un’email personale poiché Coinbase ha interrotto immediatamente l’accesso ai sistemi aziendali. Armstrong l’ha definita “l’unica scelta pratica” dato il numero di dipendenti con accesso alle informazioni sui clienti e un modo per “assicurarsi che nemmeno una singola persona prenda una decisione avventata che danneggi l’azienda o se stessa”.La società ha affermato che prevede di sostenere spese di ristrutturazione totali da 40 milioni a 45 milioni di dollari, sostanzialmente tutte relative al trattamento di fine rapporto dei dipendenti e ad altri benefici per il licenziamento. LEGGI TUTTO

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    Vivendi detiene il 57,35% di Lagardere, OPA chiusa

    (Teleborsa) – Al termine della riapertura dell’OPA sulle azioni del gruppo Lagardère, avvenuta dal 27 maggio al 9 giugno 2022, Vivendi detiene n. 80.943.768 azioni Lagardère, ovvero il 57,35% del capitale e il 47,33% dei diritti di voto teorici di Lagardère.Questo risultato finale – spiega una nota di Vivendi – “che conclude l’offerta pubblica di acquisto amichevole depositata lo scorso 21 febbraio”, dà a Vivendi “solo il 22,45% dei diritti di voto” in attesa dell’approvazione dell’acquisizione di Lagardère da parte delle autorità garanti della concorrenza”.”La strategia di Vivendi è quella di costruire un leader globale nei settori dei media, dei contenuti e delle comunicazioni – si legge ancora nella nota -. La partnership con Arnaud Lagardere, presidente e amministratore Delegato di Lagardere e con il suo gruppo svolge un ruolo pieno in questa strategia”. LEGGI TUTTO