Agosto 2022

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    Eurozona, Morgan Stanley: recessione invernale e prezzi gas a livelli attuali

    (Teleborsa) – Morgan Stanley ha rivisto al ribasso le sue proiezioni di crescita per l’Eurozona e stima ora una recessione leggermente più profonda nel quarto trimestre di quest’anno. Inoltre, la banca d’affari prevede un impatto più duraturo della crisi energetica nel prossimo anno, poiché i prezzi più elevati e l’incertezza sull’approvvigionamento energetico persisteranno anche nell’inverno 2023-24. “Non tutto è cupo, però, e pensiamo ancora che una ripresa seguirà questa fase debole, guidata da una ripresa degli investimenti privati ??e pubblici”, si legge nel report firmato da Jens Eisenschmidt, Chief Europe Economist di Morgan Stanley.Viene fatto notare che il peggioramento delle prospettive si è già riflesso negli indici PMI di agosto, che sono scesi ulteriormente in territorio di contrazione, indicando una maggiore probabilità di una futura recessione. I modelli della banca americana suggeriscono che la probabilità di crescita negativa nel 4° trimestre è al massimo dalla prima ondata di Covid e intorno ai livelli osservati durante la crisi del debito sovrano nel 2011-12.Dall’ultima revisione delle prospettive di crescita (a fine giugno), si sono materializzati ulteriori venti contrari, in gran parte legati alle persistenti tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina e alle loro ricadute, con un ulteriore calo della fornitura di gas all’Europa. I flussi del Nord Stream 1 si sono stabilizzati ad agosto a circa il 20% della capacità (in calo rispetto al 40% dei mesi precedenti), con una nuova manutenzione straordinaria del gasdotto annunciata per la prossima settimana.Un mercato del gas costantemente sotto pressione in Europa “implica prezzi più alti più a lungo”, sottolinea la banca, con gli analisti che vedono ora il prezzo del TTF “rimanere sui livelli attuali fino alla fine dell’anno, per poi diminuire solo leggermente durante il prossimo anno”.Morgan Stanley stima che un aumento del 40% dei prezzi del gas naturale riduce di circa 10 punti base la crescita del PIL dell’Eurozona a trimestre. “Tuttavia, al di là del canale dei prezzi, una minore offerta di gas significa anche distruzione della domanda e razionamento dei consumi (o entrambi) – viene sottolineato – Inevitabilmente, questo spingerà ulteriormente l’attività economica verso il basso”. LEGGI TUTTO

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    Gli hedge fund scommettono contro l'Italia: maxi posizione ribassista su BTP

    (Teleborsa) – Gli hedge fund scommettono contro l’Italia, considerando l’esposizione del paese alla crisi energetica europea e in vista delle elezioni del 25 settembre e dell’instabilità che potrebbe seguire, anche per le posizioni più euroscettiche dei partiti di destra in vantaggio nei sondaggi. I fondi speculativi hanno creato la più grande scommessa ribassista sui i titoli di stato italiani dalla crisi finanziaria globale. Il valore totale delle obbligazioni italiane prese in prestito dagli investitori per scommettere su un calo dei prezzi ha raggiunto il livello più alto da gennaio 2008 ad agosto, a oltre 39 miliardi di euro, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence riportati dal Financial Times.”È il paese più esposto in termini di ciò che accade ai prezzi del gas e la politica è impegnativa”, ha detto al giornale britannico Mark Dowding, chief investment officer di BlueBay Asset Management, che gestisce circa 106 miliardi di dollari di asset. La società d’investimento sta vendendo allo scoperto obbligazioni italiane a 10 anni utilizzando derivati ??noti come futures.Secondo il CIO, lo strumento anti-frammentazione messo a punto negli scorsi mesi dalla BCE (il cosiddetto TPI), non va considerato come un deterrente per piazzare una scommessa ribassista. “La BCE non può semplicemente acquistare l’Italia”, ha affermato, aggiungendo che una tale mossa fungerebbe da segnale che la banca centrale europea fornirà supporto ai paesi privi di restrizioni fiscali.In questo contesto, il rendimento del BTP decennale italiano scambia a 3,58%, in ribasso di 8 punti base in una giornata di moderazione per tutti i benchmark dell’Eurozona. Lo spread con la Germania diminuisce leggermente a 226 punti base, dopo che nelle ultime due sedute era salito ai massimi da fine luglio.Una certa preoccupazione per la percezione dell’Italia all’estero, una volta che si sarà insediato il nuovo governo, è stata anche espressa ieri da Mario Draghi. “La credibilità interna deve andare di pari passo con la credibilità internazionale”, ha detto durante l’intervento al meeting di CL a Rimini, ricordando che l’Italia ha “un debito pubblico detenuto per oltre il 25% da investitori esteri e che migliaia di aziende straniere si riforniscono dalle nostre imprese, fanno i loro ordini o impiegano i loro capitali in Italia e contribuiscono alla crescita all’occupazione al bilancio pubblico”.(Foto: © Donato Fiorentino / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Mercati europei positivi dopo crescita Germania più forte delle attese

    (Teleborsa) – I mercati del Vecchio Continente si muovono in rialzo, aiutati dalla crescita oltre le attese della maggiore economia d’Europa e mentre si attende l’inizio dell’atteso Simposio economico di Jackson Hole. L’economia tedesca è cresciuta dello 0,1% su base trimestrale e dell’1,7% su base annua nel secondo trimestre del 2022, superando le attese degli analisti. La fiducia delle imprese tedesche è invece calata ad agosto, secondo i dati dell’IFO Institute, in un contesto di forte incertezza tra le aziende e con l’economia della Germania che dovrebbe subire una contrazione nel terzo trimestre.Tra gli altri dati macro, è peggiorata la fiducia delle imprese manifatturiere francesi nel mese di agosto e ha continuato a moderarsi la crescita dei prezzi alla produzione in Spagna nel mese di luglio.Gli analisti e gli investitori cominciano anche a considerare le elezioni italiane del 25 settembre nelle loro scelte. Gli hedge fund stanno facendo la più grande scommessa contro i titoli di stato italiani dalla crisi finanziaria globale, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence riportati dal Financial Times. Il valore totale delle obbligazioni italiane prese in prestito dagli investitori per scommettere su un calo dei prezzi ha raggiunto il livello più alto da gennaio 2008 ad agosto, a oltre 39 miliardi di euro.Guardando alle prossime settimane, “i titoli nazionali e quelli fortemente esposti ai consumi energetici dovrebbero essere i più colpiti dalla volatilità, quindi la nostra preferenza va ai titoli con un buon profilo internazionale, con tendenze visibili, o che beneficiano di contratti esistenti o di chiare tendenze di settore (ad esempio, rivoluzione digitale, Recovery Plan) – afferma Intermonte – La solidità dei bilanci è un altro elemento che può fare la differenza”.L’Euro / Dollaro USA mostra un timido guadagno, con un progresso dello 0,37%. Lieve aumento per l’oro, che mostra un rialzo dello 0,70%. Prevale la cautela sul mercato petrolifero, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che continua la seduta con un leggero calo dello 0,29%.Lo Spread tra il rendimento del BTP e quello del Bund tedesco si riduce, attestandosi a +225 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,58%.Tra gli indici di Eurolandia composta Francoforte, che cresce di un modesto +0,67%, performance modesta per Londra, che mostra un moderato rialzo dello 0,69%, e resistente Parigi, che segna un piccolo aumento dello 0,58%.Il listino milanese mostra un timido guadagno, con il FTSE MIB che sta mettendo a segno un +0,48%, proseguendo la serie di tre rialzi consecutivi, iniziata martedì scorso; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 24.623 punti.Consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Mid Cap (+0,18%); guadagni frazionali per il FTSE Italia Star (+0,27%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, su di giri ENI (+2,61%).Acquisti a piene mani su Tenaris, che vanta un incremento del 2,24%.Tonica Leonardo che evidenzia un bel vantaggio dell’1,35%.In luce Exor, con un ampio progresso dell’1,10%.I più forti ribassi, invece, si verificano su Saipem, che continua la seduta con -1,43%.Tentenna Recordati, con un modesto ribasso dello 0,90%.Giornata fiacca per Iveco, che segna un calo dello 0,79%.Piccola perdita per Fineco, che scambia con un -0,74%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, GVS (+1,47%), Saras (+1,46%), Cementir Holding (+1,35%) e ERG (+1,21%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Banca MPS, che continua la seduta con -1,83%.Seduta negativa per Intercos, che mostra una perdita dell’1,61%.Sotto pressione SOL, che accusa un calo dell’1,23%.Tentenna Brunello Cucinelli, che cede lo 0,97%. LEGGI TUTTO

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    Yara riduce produzione ammoniaca a causa dei prezzi record del gas

    (Teleborsa) – Yara International, colosso norvegese attivo nella produttrice di fertilizzanti derivati da processi chimici su base azotata, ha affermato di stare attuando ulteriori riduzioni che porteranno l’utilizzo totale della capacità di ammoniaca europea a circa il 35%, a seguito dei prezzi record del gas in Europa.Con ciò, Yara avrà ridotto una capacità equivalente annua di 3,1 milioni di tonnellate di ammoniaca e 4,0 milioni di tonnellate di prodotti finiti (1,8 milioni di tonnellate di urea, 1,9 milioni di tonnellate di nitrati e 0,3 milioni di tonnellate di NPK) nel suo sistema di produzione in Europa.Laddove possibile, Yara “utilizzerà il suo sistema di approvvigionamento e produzione globale per ottimizzare le operazioni e soddisfare la domanda dei clienti, inclusa la produzione continua di nitrati utilizzando ammoniaca importata quando possibile”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Inflazione e caro energia, Confcommercio: a rischio 120mila imprese

    (Teleborsa) – La corsa continua degli aumenti dell’energia e un’inflazione prossima all’8% – per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche – mette a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro.È l’allarme lanciato da Confcommercio-Imprese per l’Italia che ha stimato l’impatto dei recenti aumenti dell’energia e dell’inflazione sulle imprese del terziario di mercato. Tra i settori più esposti, il commercio al dettaglio – in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas – la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima; ma a risentire pesantemente di questa situazione sono anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento che, dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti.Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). Uno scenario che desta forte preoccupazione e che, in assenza di interventi specifici e nuove misure di sostegno, rischia – anche alla luce delle ulteriori restrizioni nella fornitura di gas annunciate dalla Russia – di ampliare il numero di imprese che potrebbero cessare l’attività e causare una forte frenata all’economia nella seconda parte dell’anno.”I costi dell’energia sono, ormai, da vera emergenza. In particolare, le imprese del terziario pagheranno una bolletta pari a 33 miliardi, il triplo rispetto a un anno fa. Il nuovo governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas”. Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati relativi all’impatto del caro energia sul terziario diffusi dalla Confederazione. “È vitale, insomma, tagliare drasticamente – ha aggiunto il numero uno di Confcommercio – il costo dell’energia per tutte le imprese, anche quelle non ‘energivore’ e ‘gasivore’. In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi”. LEGGI TUTTO

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    Novartis annuncia spin-off e quotazione di Sandoz (farmaci generici)

    (Teleborsa) – Novartis, multinazionale svizzera che opera nel settore farmaceutico, ha annunciato l’intenzione di separare Sandoz, la sua divisione di farmaci generici e biosimilari, in una nuova società autonoma quotata in borsa, tramite uno spin-off del 100%. L’operazione mira a massimizzare il valore per gli azionisti creando la prima azienda europea di farmaci generici e un leader mondiale nei biosimilari. La Sandoz standalone avrebbe sede in Svizzera e quotata alla SIX Swiss Exchange, con un programma American Depositary Receipt (ADR) negli Stati Uniti.”La nostra revisione strategica ha esaminato tutte le opzioni per Sandoz e ha concluso che uno spin-off del 100% è nel migliore interesse degli azionisti – ha commentato Joerg Reinhardt, presidente del consiglio di amministrazione di Novartis – Uno spin-off consentirebbe ai nostri azionisti di beneficiare dei potenziali successi futuri di un Novartis più mirato e di un Sandoz autonomo e offrirebbe tesi di investimento differenziate e chiare per le singole attività”.Sandoz ha generato vendite per 9,6 miliardi di dollari nel 2021 e ha servito oltre 100 mercati a livello globale con una forte presenza in Europa, negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Sandoz sfrutterebbe il suo forte marchio e sosterrebbe la sua posizione di leader globale continuando a investire nelle aree strategiche chiave di biosimilari, antibiotici e medicinali generici.Novartis continuerà inoltre a portare avanti l’implementazione della sua nuova struttura organizzativa annunciata nell’aprile 2022 e rimarrà impegnata nel suo forte rating investment grade e nelle priorità di allocazione del capitale, incluso il dividendo annuale in crescita (CHF), sottolinea la società. LEGGI TUTTO

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    Norwegian Air, Q2 in utile. Puntualità influenzata da limiti di capacità

    (Teleborsa) – Norwegian Air, compagnia aerea a basso costo norvegese che opera in ambito sia nazionale che internazionale, ha registrato un utile pari a 1,25 miliardi di NOK nel secondo trimestre del 2022, in calo del 55% rispetto allo stesso periodo del 2021 ma superiore alla perdita di 1 miliardo di NOK nei primi tre mesi dell’anno. La performance, sottolinea la società, è stata influenzata sia dal ripristino dei pagamenti anticipati degli ordini di aeromobili che dall’alto prezzo del carburante nel trimestre. Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti sono rimaste invariate a 7,5 miliardi di NOK. A fine trimestre, la flotta operativa totale di Norwegian comprendeva 65 aeromobili.”Questo trimestre ha dimostrato la nostra capacità di aumentare rapidamente la capacità e soddisfare efficacemente la forte domanda di viaggi aerei – ha affermato Geir Karlsen, CEO di Norwegian – Sono particolarmente lieto che garantiamo una regolarità leader di mercato sui tempi con limiti di capacità negli aeroporti europei e uno sciopero in Norvegia”.Nel secondo trimestre del 2022, Norwegian ha avuto 5 milioni di passeggeri, rispetto agli 0,4 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso e ai 2,2 milioni del trimestre precedente.La puntualità è stata “pesantemente influenzata dai limiti di capacità negli aeroporti europei in questo trimestre”, viene sottolineato nella nota sui conti. La quota di voli in partenza nei tempi previsti è stata del 78,8%, rispetto al 95,4% nello stesso periodo dell’anno scorso e all’88,1% nel trimestre precedente. La regolarità, ovvero la quota di voli effettuati, è stata invece del 99,4 per cento.Norwegian sta attualmente aumentando la flotta totale a 70 aeromobili per l’anno in corso. Prevede che i prezzi elevati del carburante avranno un impatto in parte negativo sui risultati della compagnia per il 2022. Per la stagione estiva del 2023, la compagnia aggiungerà altri 15 aeromobili per soddisfare la crescente domanda di viaggi aerei e beneficiare di una scala crescente. LEGGI TUTTO

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    Germania, PIL 2° trimestre rivisto al rialzo

    (Teleborsa) – L’economia della Germania sale nel secondo trimestre del 2022. Lo conferma la lettura finale diffusa dall’Ufficio statistico federale tedesco: il PIL del 2° trimestre evidenzia una salita dello 0,1% su base trimestrale, superiore alla stima preliminare e al consensus (+0%). Nel trimestre precedente si era registrato un aumento dello 0,2%.Migliorato anche il dato su base tendenziale, che evidenzia una crescita dell’1,8%. Le stime degli analisti, la lettura preliminare e la lettura del trimestre precedente si assestavano al +1,5%. LEGGI TUTTO