Agosto 2022

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    Pnrr, Mims: firmato il Protocollo d'intesa per il “Progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana per Genova”

    (Teleborsa) – Parte il “Progetto integrato di riqualificazione e rigenerazione urbana” delle aree interessate dagli interventi di potenziamento ferroviario Genova–Campasso, previsti nell’ambito del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi–Nodo di Genova, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). “Tale progetto, che dovrà essere tempestivamente avviato e armonizzato con i tempi di realizzazione di quello volto a potenziare il traffico ferroviario merci, – spiega il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili in una nota – prevede diversi interventi secondo criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientale con l’obiettivo di ridurre il disagio abitativo derivante dalla prossimità degli edifici al sedime ferroviario. In particolare, si procederà alla demolizione di edifici e la riqualificazione delle aree corrispondenti, alla realizzazione di spazi verdi e di interventi per aumentare la varietà degli spazi pubblici, multifunzionali e attrezzati, per la collettività”. Il progetto, avviato su impulso del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, dopo un incontro con i rappresentanti della comunità locale nell’estate 2021, rappresenta l’applicazione concreta della direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri del 7 dicembre 2021, che introduce la valutazione di sostenibilità degli investimenti pubblici (“Linee di indirizzo sull’azione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) per l’anno 2022″). Il Progetto integrato di riqualificazione e rigenerazione urbana è stato illustrato oggi durante la conferenza stampa per la sottoscrizione del Protocollo d’intesa che definisce le modalità di cooperazione per la realizzazione dell’intervento – la cui fase iniziale prevede un investimento di 89 milioni di euro (L.108/2022) – alla quale hanno partecipato Giovannini, il commissario Straordinario per il Progetto Unico, Calogero Mauceri, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, il sindaco di Genova, Marco Bucci e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris. Il ministro e il sindaco di Genova – si legge nella nota del Mims – hanno incontrato anche i presidenti dei Municipi 2 e 5 interessati dagli interventi e una delegazione dei comitati cittadini per avviare un confronto aperto al fine di una migliore condivisione delle opere che il Comune di Genova dovrà realizzare in qualità di soggetto attuatore.”Per la prima volta, il progetto dà concreta attuazione alla direttiva Draghi – ha sottolineato Giovannini –. Grazie all’intensa collaborazione interistituzionale con gli enti territoriali che ne consentirà la rapida attuazione, il progetto integrato è un esempio di come sia possibile cambiare il modo di realizzare le opere pubbliche prevedendo la creazione di infrastrutture necessarie per modernizzare il Paese, ma tenendo conto delle esigenze di riqualificazione e rigenerazione del territorio in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale. All’impegno finanziario del ministero per il Progetto, pari a circa 90 milioni di euro, si potranno aggiungere ulteriori risorse, fin dalla prossima legge di Bilancio, per completare l’operazione di miglioramento del contesto urbano nelle zone interessate dal potenziamento della linea ferroviaria. In tale ambito, anche gli enti territoriali potranno avere un ruolo determinante”.”Il progetto di Rigenerazione urbana – spiega Toti – è mirato alla sostenibilità ambientale ed economica dell’opera ferroviaria, che è stata valutata ed assentita pochi giorni fa nella conferenza di servizi coordinata da Regione Liguria – Dipartimento Ambiente e Protezione Civile e alla quale hanno partecipato tutte le amministrazioni ed enti competenti. La firma di oggi è un passaggio fondamentale nel percorso di attuazione di questo innovativo e articolato piano di rigenerazione urbana che andrà a valorizzare, rilanciare e riqualificare questi spazi, interessati da una serie di grandi opere di enorme rilievo per Genova, la Liguria e tutto il Paese. Il piano renderà più funzionali le infrastrutture esistenti, migliorando l’accessibilità e ampliando gli spazi verdi: si tratta, quindi, di un progetto di rilevanza strategica non solo dal punto di vista infrastrutturale e della mobilità, con una parte di Genova pronta a cambiare definitivamente volto. Nelle scorse settimane Regione Liguria ha inoltre attivato la procedura di Pris, Programma Regionale d’Intervento Strategico, per quanto riguarda i soggetti interferiti dai lavori di realizzazione dell’ultimo miglio del Terzo Valico ferroviario che riguarda la medesima tratta che va da Fegino al porto di Genova e attraversa l’area del Campasso, a Certosa”.”La firma di oggi – ha detto Bucci – è un atto dovuto nei confronti dei genovesi che usufruiranno dei benefici del collegamento e dei cittadini che subiranno gli effetti del passaggio di un’infrastruttura fondamentale per il futuro di Genova e dell’intero Nord Italia. Il progetto Unico Terzo Valico e Nodo di Genova consentirà di collegare il porto finalmente in rapidità e nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale, con ricadute positive per l’occupazione e lo sviluppo della città. Il Comune, con questo protocollo, si impegnerà nella realizzazione di opere per la mitigazione dell’impatto dei lavori e nella rigenerazione urbana dei quartieri che sono e saranno interessati dalla cantierizzazione e dal passaggio dell’infrastruttura. Questi 89 milioni rappresentano solo una prima parte dei fondi in arrivo dal Ministero, investimenti che consentiranno a Genova e al Campasso di guardare al futuro”. In dettaglio, per realizzare il Progetto, l’area limitrofa alla linea ferroviaria – fa sapere il Mims – sarà suddivisa in tre segmenti omogenei in relazione alla distanza dei fabbricati dalla più vicina rotaia, definiti in base al principio secondo il quale il disagio abitativo e la variazione di valore permanente delle unità immobiliari hanno un’incidenza progressivamente decrescente con la distanza dalla linea ferroviaria: Fascia 1 – distanza fino 10 m dalla rotaia più vicina: per tali fabbricati viene previsto l’esproprio, la demolizione degli edifici anche se solo parzialmente ricadenti nella fascia di riqualificazione; Fascia 2 – distanza da oltre 10 m e fino a 20 m dalla rotaia più vicina: esproprio e/o indennizzo degli edifici, anche se solo parzialmente ricadenti nella fascia stessa, con conseguente assunzione della proprietà da parte del Comune nel caso di esproprio, che si impegna ai connessi interventi di riqualificazione e rigenerazione degli edifici acquisiti anche con risorse proprie; Fascia 3 – distanza da oltre 20 m e fino a 30 m dalla rotaia più vicina: viene previsto l’indennizzo connesso all’intervento di riqualificazione.? 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    Energia, Ferraris: “Per ora nessun aumento costo biglietti treni”

    (Teleborsa) – “Ci stiamo organizzando per poter autoprodurre una quota di quello che consumiamo. Noi siamo il primo consumatore in Italia e stiamo cercando di sfruttare al meglio gli spazi che abbiamo dotandoci di produzione solare. Ci vorrà un po’ di tempo perché chiaramente vanno avviati tutta una serie di processi ma puntiamo, come abbiamo detto nel piano industriale, ad autoprodurre a regime il 40% della nostra domanda complessiva”. È quanto ha affermato oggi a Genova l’amministratore delagato di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, a margine della firma del protocollo d’intesa per la riqualificazione dell’area del Campasso.Sul “caro biglietti” Ferraris ha afferato che “il rischio oggi non c’è in maniera così spinta”. “Certamente – ha spiegato l’ad di Ferrovie dello Stato – il costo dell’energia per noi incide. Una parte è agevolata quindi non impatta sul biglietto, una parte invece viene poi scaricata sul biglietto finale ma al momento non abbiamo in previsione di aumentare”. LEGGI TUTTO

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    Bed Bath & Beyond pensa di vendere le sue azioni, titolo crolla nel pre-market

    (Teleborsa) – Bed Bath & Beyond ha svelato in un filing che potrebbe offrire in vendita le sue azioni ordinarie, senza però rivelare l’entità dell’offerta. L’indicazione da parte del ben noto retailer americano, considerato uno dei meme stocks più battuti quest’anno, è stata sufficiente a far crollare il prezzo del titolo, che perde al Nasdaq circa il 20% in pre-apertura, dopo aver guadagnato nelle ultime due sessioni circa il 13% in attesa del piano di turnaround.Il rivenditore di articoli per la casa in difficoltà, in attesa di fornire oggi stesso un aggiornamento sul piano strategico, ha annunciato la concessione di un prestito del valore di 500 milioni do dollari, la chiusura di una serie di negozi e licenziamenti per affrontare la nuova stagione di vendite. LEGGI TUTTO

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    POS, in Italia negli ultimi 5 anni drastico calo del costo per gli esercenti

    (Teleborsa) – Nel corso degli ultimi 5 anni si è registrato un crollo del costo del POS in Italia con la spesa iniziale che si riduce a 22,82 euro (-66,5%) e il canone mensile che scende a 6,60 euro (-63,6%). È quanto emerge dall’indagine realizzata dall’Osservatorio ConfrontaConti e SOStariffe sui costi in Italia del POS nel 2022 alla luce dell’entrata in vigore dell’introduzione delle sanzioni per esercenti e professionisti che non accettano pagamenti con carta dai loro clienti. La nuova normativa, la cui entrata in vigore è stata anticipata da gennaio 2023 a fine giugno 2022, prevede una sanzione pecuniaria di 30 euro che viene aumentata del 4% del valore della transazione per chi rifiuta un pagamento con carta.Lo studio ha preso in considerazione tutte le principali opzioni che aziende, esercenti e professionisti hanno per munirsi di un POS andando ad evidenziare sia i costi fissi (come la spesa iniziale e il canone periodico per mantenere attivo il POS) che le commissioni applicate sulle transazioni. I risultati dell’indagine sono poi stati confrontati con le rilevazioni del 2017. I dati raccolti dall’Osservatorio confermano un drastico calo dei costi del POS per gli esercenti italiani nel corso degli ultimi cinque anni.Tra le principali evidenze dell’indagine si nota un drastico calo dei costi fissi da sostenere per munirsi di un POS per la propria attività. Stando ai dati raccolti dallo studio, infatti, la spesa media iniziale da sostenere per il POS è di 22,82 euro con un calo del 66,5% rispetto ai dati del 2017. C’è una differenza di poco più di 7 euro per quanto riguarda la spesa iniziale per un POS Mobile (26,53 euro) e quella per un POS Fisso (19,11 euro).In diversi casi, inoltre, il POS non prevede alcuna spesa iniziale con gli esercenti che possono ottenere il dispositivo senza alcun esborso ma sottoscrivendo un abbonamento mensile. Da notare, inoltre, che anche per quanto riguarda i costi periodici del POS si registra un sostanziale calo rispetto ai dati raccolti dalla precedente rilevazione. Nel corso del 2022, infatti, il canone mensile medio del POS che professionisti e esercenti devono sostenere è di 6,60 euro. Questo dato – evidenzia l’indagine – risulta essere sensibilmente inferiore rispetto a quello registrato nel 2017. Nel corso degli ultimi 5 anni, infatti, il canone mensile del POS si è ridotto del 63,6%. Scegliere un POS Mobile, rileva lo studio, è ancora più conveniente con un canone medio pari ad appena 5,11 euro al mese che conferma la praticità dell’utilizzo di questa particolare tipologia di POS per accettare i pagamenti.Complessivamente, il confronto tra 2017 e 2022 conferma il drastico calo dei costi fissi del POS in Italia. Rispetto a 5 anni fa, infatti, in media, la spesa iniziale per il POS è inferiore di circa 44 euro mentre il canone mensile si è ridotto di circa 12 euro. Munirsi di un POS per poter accettare pagamenti, quindi, è diventato molto meno costoso, sia considerando l’investimento iniziale che i costi di mantenimento.Crollano le commissioni sulle transazioni con il POS rispetto ai dati di 5 anni fa – Le commissioni troppo alte sono, da sempre, uno dei fattori che spinge molti esercenti a rifiutare il pagamento tramite POS. Anche in questo caso, però, il trend del settore è chiaro. Le commissioni applicate dagli istituti alle transazioni effettuate con un POS sono in netto calo. Considerando le carte di pagamento che utilizzano il circuito PagoBancomat, ad esempio, si registra una commissione media pari all’1,40%. Il dato – si legge nel report – è sensibilmente inferiore rispetto a quello fatto registrare dal settore nel 2017 quando un pagamento tramite il circuito PagoBancomat comportava una commissione media pari all’1,92%. In questo caso, scegliere un POS Fisso conviene di più. La commissione applicata alla transazione è pari, in media, ad appena 1,27%. Anche i pagamenti con carte che utilizzano altri circuiti fanno segnare un’evidente tendenza al ribasso per quanto riguarda le commissioni applicate. I dati medi rilevati dall’indagine, infatti, certificano una commissione pari all’1,66%. Si tratta di un calo netto (quasi un punto percentuale) rispetto a quanto rilevato nel 2017 quando la commissione media era pari a 2,56%. Per le commissioni, il pagamento tramite POS Fisso continua ad essere la scelta più conveniente per gli esercenti. La commissione media applicata, in questo caso, è pari all’1,61% con un calo di oltre un punto percentuale rispetto ai dati della precedente rilevazione.Secondo le simulazioni realizzate dall’Osservatorio per quantificare il calo percentuale registrato dalla spesa media da sostenere per l’utilizzo di un POS come strumento per accettare pagamenti sia i costi fissi che le commissioni legate all’utilizzo del POS sono in netto calo. L’indagine ha preso in considerazione tre profili diversi. Il primo è quello del Libero Professionista che registra poche transazioni annue ma di importo medio più elevato. Il secondo profilo è quello di un Negoziante che vende prodotti al dettaglio e che registra più transazioni ma di importo medio inferiore rispetto al primo profilo. Il terzo profilo preso in considerazione è quello di un Ristoratore che fa segnare un numero molto elevato di transazioni con un importo medio ridotto. Per un Libero Professionista si registra un calo sostanziale della spesa legata al POS. Tale calo va da un minimo del 31,2% (utilizzando un POS Mobile ed effettuando solo transazioni tramite circuito PagoBancomat) ad un massimo del 49,15% (con POS Fisso e transazioni effettuate con altre carte). Percentuali simili anche per il Negoziante che registra un taglio della spesa compreso tra il 25,3% e il 44,15%. Si riducono in modo significativo anche le spese per il Ristoratore. In questo caso, il taglio della spesa legata all’utilizzo del POS è compreso tra il 25,7% ed il 44,49%. LEGGI TUTTO

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    Cina, milioni di persone tornano in lockdown

    (Teleborsa) – Di nuovo incubo lockdown per milioni di persone in Cina con l’obiettivo di contenere gli ultimi focolai di Covid-19, che ha colpito città industriali come Shenzhen, Guangzhou, Dalian, Chengdu e Shijiazhuang. A Dalian, nel Liaoning, il blocco ha interessato circa la metà dei suoi 6 milioni di residenti per una durata di 5 giorni.A Shenzhen, nel Guangdong, almeno 4 distretti con circa 9 milioni di residenti sono stati interessati dall’ordine di chiusura. A Guangzhou, capoluogo del Guangdong vicino a Hong Kong, sono stati rilevati martedì 5 contagi trasmessi localmente, sufficienti per cordonare alcune aree di un distretto fino a sabato.Sempre a Guangzhou, la riprese delle lezioni negli asili nido, scuole primarie, medie e superiori è stata posticipata, mentre quelle già iniziate sono state sospese, secondo quanto riportato dai media statali. Anche i servizi di autobus e metropolitana sono stati drasticamente ridotti. LEGGI TUTTO

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    USA, domande mutuo giù con rincaro tassi d'interesse

    (Teleborsa) – Continuano a calare le domande di mutuo negli Stati Uniti a causa di tassi di interesse più elevati. Nella settimana al 26 agosto, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un decremento del 3,7%, dopo il -1,2% della settimana precedente.L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 7,8%, mentre quello relativo alle nuove domande registra un decremento dell’1,8%.Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono saliti al 5,8% dal 5,65% della settimana precedente.(Foto: © Alexander Raths / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Mise, 750 milioni per il Green new deal: dal 17 novembre le domande delle imprese

    (Teleborsa) – Prende il via il programma di investimenti del Ministero dello sviluppo economico (Mise) per realizzare progetti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e innovazione negli ambiti di intervento del “Green new deal italiano”.Dalle ore 10 del 17 novembre 2022 tutte le imprese che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, – fa sapere il Mise – potranno richiedere agevolazioni e contributi a fondo perduto per realizzare nuovi processi produttivi, prodotti e servizi, o migliorare notevolmente quelli già esistenti, al fine di raggiungere gli obiettivi di: decarbonizzazione, economia circolare, riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi, rigenerazione urbana, turismo sostenibile, adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.Con 750 milioni di euro – a valere sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS), gestito da Mediocredito Centrale, e sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI), gestito da Cassa depositi e prestiti – verranno finanziati i progetti che prevedono investimenti, non inferiori a 3 milioni e non superiori a 40 milioni, da realizzare sul territorio nazionale.”Con strumenti diversi ma appartenenti ad un’unica strategia di politica industriale messa in campo dal Mise, – , dichiara il ministro Giancarlo Giorgetti – sosteniamo le imprese italiane negli investimenti di decarbonizzazione e riconversione industriale puntando a realizzare una transizione ecologica che sia guidata dal buonsenso e non dall’ideologia. La trasformazione green dei processi produttivi è certamente un obiettivo strategico da perseguire e raggiungere, soprattutto in questo periodo dove gli effetti del conflitto in Ucraina, dal caro energia alla mancanza di materie prime, stanno mettendo a rischio la sostenibilità produttiva della nostra industria. Per questo motivo è importante avere un approccio pragmatico e costruttivo per tutelare le nostre imprese e individuare soluzioni che siano in grado di garantire un equilibrio in termini ambientali, sociali ed economici. È nostro compito mettere a disposizione tutte le misure, anche quelle finanziate con il PNRR, che agevolino gli investimenti in ricerca e sviluppo di tecnologie innovative per accelerare i processi di riconversione industriale e ridurre l’impatto delle emissioni di C02 e i consumi in settori particolarmente energivori come la siderurgia e l’automotive”.Le imprese, anche in forma congiunta tra loro, potranno presentare le domande esclusivamente online attraverso il sito del Fondo per la crescita sostenibile, dove sarà attivata una fase di precompilazione a partire dal prossimo 4 novembre. LEGGI TUTTO

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    ITA, Lufthansa: “Nostra proposta si conferma la migliore per ITA”

    (Teleborsa) – “Dal nostro punto di vista, la nostra offerta congiunta con MSC era e continua ad essere la soluzione migliore per ITA”. Così la compagnia aerea tedesca Lufthansa, in una nota, prende atto della decisione del governo italiano di “intraprendere una strada che consenta una maggiore influenza dello Stato e non preveda una completa privatizzazione di ITA”.La proposta della cordata Centares-Delta-Air France-Klm prevede l’acquisizione del 55% di ITA, lasciando in mano al MEF una quota del 45%, contro la proposta concorrente di MSC-Lufthansa che prevedeva l’acquisto dell’80%, lasciando in mano allo Stato solo una quota di minoranza del 20%. “Anche senza una collaborazione con ITA- si assicura – il Gruppo Lufthansa mantiene un ottimo posizionamento sul mercato italiano. Con la nostra compagnia aerea italiana Air Dolomiti e con tutti i nostri marchi aerei abbiamo già una forte presenza, con circa 4 milioni di passeggeri e oltre 130 partenze giornaliere da 21 destinazioni. Continueremo ad ampliare questo posizionamento con le nostre forze e a sviluppare ulteriormente la nostra offerta per offrire il miglior servizio ai nostri clienti e passeggeri italiani”. LEGGI TUTTO