Agosto 2022

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    Norvegia, PIL cresce dello 0,7% in Q2 grazie ai servizi

    (Teleborsa) – Il prodotto interno lordo (PIL) continentale della Norvegia, che viene rettificato per la ricca industria estrattiva offshore, è aumentato dello 0,7% nel secondo trimestre rispetto ai tre mesi precedente, “il che va considerato in connessione con il basso livello di attività di gennaio e febbraio”, sottolinea l’Ufficio statistico nazionale.L’attività nell’economia norvegese è cresciuta in linea con la riapertura della società all’inizio dell’anno e ha raggiunto il picco a marzo. Il PIL è sceso dello 0,4% e dello 0,1% rispettivamente ad aprile e maggio, ma è aumentato dello 0,3% a giugno.”Il modesto sviluppo da marzo a giugno è dovuto principalmente a un calo del commercio all’ingrosso e al dettaglio, che maschera un aumento in diversi altri settori dei servizi”, afferma il capo della contabilità nazionale, Pal Sletten.Sebbene il PIL si sia appiattito, è proseguita la forte crescita dell’occupazione. Il numero di occupati è aumentato dello 0,6% nel secondo trimestre.(Foto: Photo by Mark König on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Adyen, EBITDA sotto le attese in 1° semestre. Titolo crolla

    (Teleborsa) – Adyen, società di pagamento olandese che consente alle aziende di accettare pagamenti tramite e-commerce, dispositivi mobili e punti vendita, ha registrato un fatturato pari a 608,5 milioni di euro nel primo semestre 2022, in crescita del 37% su base annua. L’area EMEA contribuisce per il 57% dei ricavi netti, seguita da Nord America (25%), APAC (11%) e LATAM (7%). I costi operativi sono stati 277,7 milioni di euro nel primo semestre 2022, in aumento del 47% principalmente a causa dei maggiori benefits per i dipendenti.L’EBITDA del primo semestre 2022 è stato di 356,3 milioni di euro, in aumento del 31% su base annua ma inferiore al consensus di 383,5 milioni di euro. Il margine EBITDA è stato del 59% per il periodo. L’utile netto è stato di 282,1 milioni di euro, in crescita del 38% su base annua.Per quanto riguarda l’outlook, la società afferma di non avere visto “alcuno sviluppo nel business nella prima metà di 2022 che ci porterebbe ad aggiornare la nostra guidance”. Adyen mira quindi a continuare a far crescere i ricavi netti e raggiungere un CAGR “mid-twenties and low-thirties” a medio termine, oltre che migliorare il margine EBITDA a oltre il 65% a lungo termine.Adyen registra una flessione dell’11,16% rispetto alla vigilia, attestandosi a 1.605,4Euro. Operativamente ci si attende un’estensione all’ingiù della curva con area di supporto vista a 1.546,3 e successiva a quota 1.487,1. Resistenza a 1.662,5. LEGGI TUTTO

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    Fisco, allarme Unimpresa: tasse al 43% del PIL

    (Teleborsa) – Dal 39% del 2005 al 42,9% del 2021: in 15 anni la pressione fiscale in Italia, misurata col rapporto tra le entrate complessive nelle casse dello Stato e il PIL, ha compiuto una corsa al rialzo senza precedenti, con una crescita di quasi quattro punti in più. È quanto denuncia Unimpresa secondo il cui Centro studi in Italia si pagano più tasse anche di Paesi dove i servizi pubblici e il welfare sono di alto livello come Svezia (42,6%), Austria (42,1%) e Finlandia (41,9%).Il nostro Paese, spiega una nota, resta in cima alla classifica per il maggior carico di tasse, ma continua a essere uno di quelli in cui le prestazioni pubbliche offerte a cittadini e imprese (in termini di welfare e di servizi) è tra i meno generosi. Nel ranking dei Paesi più tassatori, prima dell’Italia c’è la Danimarca col 46,5%, la Francia col 45,4% e il Belgio col 43,1%, ma in quelle tre nazioni lo Stato è senza dubbio più avanzato del nostro in termini di assistenza e servizi.”Questa è la situazione drammatica con la quale facciamo i conti mentre ci avviciniamo alle elezioni e un piano di riduzione fiscale concreto non è ancora stato presentato da alcuna forza politica o coalizione. Si fanno promesse, ma sono solo chiacchiere. Il problema è che in Italia lo Stato prende molto in termini di tasse, ma restituisce pochissimo in termini di servizi e welfare. Questo vale tanto per i lavoratori, tanto per le aziende – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora – Rispetto a quello di cui ci sarebbe realmente bisogno, 8 miliardi complessivi, quelli offerti dal governo uscente per ridurre le tasse, sono troppo pochi. Il governo si è trovato costretto a distribuire queste risorse tra imprese, con un lieve taglio dell’Irap, e lavoratori, con un po’ meno Irpef. Il risultato, però, è che nessuno è stato soddisfatto al 100%: tutti si sono giustamente lamentati. L’esecutivo, insomma, ha scontentato tutti”.”In ogni caso, le nuove aliquote Irpef, ipotizzate nella riforma avviata dal governo, danno maggiori benefici ai redditi più alti di 35.000 euro e quindi credo che ci sia bisogno di una riflessione, per andare incontro a chi guadagna meno: insomma, vanno ridefinite le priorità e va cercata l’equità – prosegue Spadafora – In questa contrapposizione qualcuno può pensare che ci siano delle sproporzioni tra la materia del contendere e la forma di mobilitazione, ma in ogni caso il governo non deve ignorare le ragioni di sofferenza”. “L’altra grande sfida, sul fronte tasse, per la nuova legislatura, è la semplificazione. Sfido chiunque a capire come si scrive una dichiarazione dei redditi, a spiegare come si calcola l’Imu oppure come funziona esattamente la tassa sui rifiuti – aggiunge ancora – Ci sono troppe norme, troppe leggi che nel corso degli ultimi decenni si sono sovrapposte e alla fine ci troviamo con un quadro di regole incomprensibili. Questo porta a una valanga di errori. Non è un caso che alla Corte di cassazione, la maggior parte dei ricorsi siano proprio di natura fiscale. Avere meno leggi e soprattutto più chiare, dopo la riforma in discussione in Parlamento, sarebbe un grande risultato. È una delle ragioni che tiene lontano gli investimenti internazionali dal nostro Paese”. LEGGI TUTTO

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    AO World chiude esercizio in perdita per aumento costi

    (Teleborsa) – Ao World, rivenditore britannico di elettronica, ha registrato un fatturato di 1,56 miliardi di sterline nell’anno fiscale terminato il 31 marzo 2022, in calo del 6% rispetto all’esercizio precedente e in aumento del 52% rispetto a due anni fa (periodo che la società ritiene più adeguato per fare paragoni a causa della “straordinaria performance comparativa durante il Covid nel FY21″). L’EBITDA è stato di 8,5 milioni di sterline (64,4 milioni un anno fa e 22 milioni due anni fa), influenzato dall’aumento dei costi del personale, dall’aumento del marketing e dei costi logistici. La perdita prima delle imposte è stata di 37 milioni di sterline (utile di 20 milioni l’anno scorso e di 1 milione due anni fa).”Gli ultimi 12 mesi sono stati un periodo turbolento per gli affari e per la vendita al dettaglio in particolare, e AO non è stata immune da questi effetti – ha commentato il CEO John Roberts – Guardando al futuro, abbiamo sicuramente più volatilità da affrontare, ma i fondamentali fondamentali della nostra attività rimangono solidi. Siamo entrati nel nuovo anno finanziario con un periodo di riallineamento strategico e un focus sulla generazione di cassa e profitto”.Le operazioni durante il primo trimestre dell’anno fiscale 2023 sono state “sostanzialmente in linea con le aspettative del Board” per l’intero anno, con ricavi compresi tra 1 miliardo e 1,25 miliardi di sterline e un EBITDA rettificato di gruppo per l’intero anno compreso tra 20 milioni e 30 milioni di sterline.Spicca il volo Ao World, che si attesta a 44,83, con un aumento dell’11,63%. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista in area 46,81 e successiva a quota 50,69. Supporto a 42,94. LEGGI TUTTO

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    Prima Industrie, fondi acquistano 50,1% poi OPA a 25 euro

    (Teleborsa) – Prima Industrie, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e attivo nel campo dei sistemi laser per applicazioni industriali e macchine per la lavorazione della lamiera, ha comunicato che Femto Technologies (controllato dai fondi Alpha Private Equity e Peninsula) ha acquistato una partecipazione complessiva pari al 50,1% nella società. L’operazione è stata effettuata tramite la sottoscrizione di separati contratti di compravendita con Erste International S.A., Gianfranco Carbonato, Franca Gagliardi, Domenico Peiretti, Davide Peiretti, dP-Cube S.r.l., Joseph Lee Sou Leung, J and Lem Limited e World Leader Limited.I contratti di compravendita prevedono che l’acquirente acquisti, al prezzo di 25 euro per ciascuna azione, complessivamente 5.167.861 azioni ordinarie, per un corrispettivo complessivo pari a 129.196.525 euro circa. Si prevede che le condizioni sospensive (tra cui l’autorizzazione antitrust e “foreign direct investment” e la circostanza che le banche che si sono impegnate a finanziare l’operazione non abbiano esercitato il diritto di non erogare i fondi sulla base della “material adverse effect clause”)possano avverarsi entro novembre 2022 e che il closing possa avvenire nelle settimane successive.A seguito del closing, l’acquirente sarà tenuto a promuovere un’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria sulle restanti azioni al prezzo di 25 euro per ciascuna azione. L’operazione è finalizzata al delisting delle azioni di Prima Industrie da Borsa Italiana. Alpha e Peninsula ritengono che il delisting dell’azienda possa garantire una maggiore flessibilità nell’affrontare diverse sfide, tra cui il consolidamento del settore.È previsto che alcuni dei venditori (nelle persone di World Leader Limited, dP-Cube S.r.l. e Gianfranco Carbonato reinvestano indirettamente nella società (tramite HoldCo) impiegando una parte dei proventi della compravendita; i reinvestitori verranno a detenere, indirettamente, una partecipazione massima rappresentativa, nel complesso, del 6,4% del capitale sociale della società.Ottima la performance di Prima Industrie, che si attesta a 24,5 euro per azione, con un aumento del 10,36%. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 24,68 e successiva a 25,03. Supporto a 24,33. LEGGI TUTTO

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    Apple, quando il lancio del nuovo iPhone? La data

    (Teleborsa) – Apple sarebbe pronta a presentare il suo nuovo iPhone il 7 settembre, lo sbarco sugli scaffali è invece atteso il 16 del prossimo mese.Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali il lancio dell’iPhone è il calcio di inizio di una stagione intesa per Cupertino che è attesa introdurre anche i nuovi Mac, iPad e Apple Watch.L’indiscrezione arriva mentre il quotidiano vietnamita Toui Tre News riporta che Apple ha avviato trattative con alcuni dei suoi fornitori per produrre l’Apple Watch e il MacBook in Vietnam con l’obiettivo di ridurre la sua dipendenza dalla Cina.Un rumor che sembrerebbe confermare le indiscrezioni che circolano da mesi sulla volontà di Apple di guardare al di là della Cina. Il Vietnam è una delle alternative più appetibili per Cupertino. Il paese, insieme all’India, è da tempo in pole position per Apple. La partita però è difficile. Da una parte Cupertino vorrebbe limitare la sua esposizione alla Cina per i lockdown ma anche per le tese relazioni fra Washington e Pechino e per la mancata condanna cinese della guerra della Russia in Ucraina.La Cina però offre a Cupertino dipendenti altamente qualificati a basso costo e soprattutto rappresenta un quinto delle sue vendite globali. Sulla carta l’India sarebbe il paese meglio posizionato per ‘sostituire’ almeno in parte la produzione cinese. Alcuni dei fornitori di Cupertino sono infatti già presenti nel paese dove producono iPhone per il mercato locale in forte crescita. Uno dei maggiori problemi che l’India presenta è però quello di rapporti tesi con la Cina, il che rende le relazioni commerciali fra i due paesi difficili. Proprio per questo alcuni contractor di Apple starebbero valutando un’eventu LEGGI TUTTO

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    Taiwan-Usa, al via negoziati per accordo commerciale

    (Teleborsa) – Taiwan e Usa hanno raggiunto “il consenso sul mandato negoziale” su 11 aree – tra cui clima, agricoltura e commercio digitale – con l’obiettivo di lavorare alla definizione di un accordo nell’ambito della ‘Iniziativa Usa-Taiwan sul commercio del XXI secolo” annunciata lo scorso giugno, pochi giorni dopo la Iniziativa economica per l’Indo-Pacifico che escludeva Taipei.L’intesa, se raggiunta, non sarà un accordo di libero scambio su cui invece puntava l’isola. I negoziati approfondiranno le relazioni commerciali e di investimento bilaterali, promuoveranno le priorità commerciali reciproche basate su valori condivisi, nonché l’innovazione e la crescita economica inclusiva per i lavoratori e le imprese a Taiwan e negli Usa, ha riferito una nota dell’Ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti (Ustr).Maturato tra le crescenti tensioni delle manovre militari senza precedenti della Cina intorno all’isola in risposta alla visita di inizio mese a Taiwan della speaker della Camera Nancy Pelosi, l’annuncio è destinato ad alimentare le tensioni tra Washington e Pechino che con maggiore insistenza contesta alla parte americana la violazione del principio/politica della ‘Unica Cina’ alla base dei rapporti bilaterali. Per altro verso, l’iniziativa non soddisfa appieno le speranze di Taiwan su un accordo bilaterale di libero scambio, anche se i colloqui sono visti come importanti per mantenere aperti le comunicazioni e sperare di poter negoziare un tale accordo in futuro.Taiwan è il nono partner commerciale degli Stati Uniti, secondo i dati dell’Ufficio di rappresentanza commerciale degli Stati Uniti per il 2020 ed è uno dei maggiori fornitori mondiali di semiconduttori e altri componenti hi-tech.(Foto: SalRangThaeu) LEGGI TUTTO

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    Eventi e scadenze del 18 agosto 2022

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