2 Settembre 2022

Daily Archives

More stories

  • in

    Broadcom festeggia i numeri del terzo trimestre

    (Teleborsa) – Brillante rialzo per Broadcom, che lievita in modo prepotente, con un guadagno del 4,64%.Il produttore di semiconduttori ha chiuso il terzo trimestre con utili netti in crescita a 3,07 miliardi, 7,15 dollari per azione rispetto agli 1,88 miliardi, (4,20 dollari) dello stesso periodo di un anno prima. Su base rettificata l’EPS si è attestato a 9,73 dollari contro i 9,56 dollari del consensus. Per il trimestre in corso, Broadcom prevede ricavi pari a circa 8,9 miliardi superiori agli 8,8 miliardi attesi dal consensus.L’analisi settimanale del titolo rispetto all’S&P 100 mostra un cedimento rispetto all’indice in termini di forza relativa della società tech statunitense, che fa peggio del mercato di riferimento.Lo scenario tecnico di Broadcom mostra un ampliamento della trendline discendente al test del supporto 505,6 USD con area di resistenza individuata a quota 521,9. La figura ribassista suggerisce la probabilità di testare nuovi bottom identificabili in area 496,4. LEGGI TUTTO

  • in

    Autonomia energetica: “Italia quintultima in Europa ma seconda per disponibilità di risorse rinnovabili”

    (Teleborsa) – L’Italia è uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo nel proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata, a fronte di una media europea del 39,5%. In termini comparativi, l’Italia è quintultima in Ue davanti solo a Malta (2,7%), Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%). Allo stesso tempo, tuttavia, l’Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini di miglioramento dell’autonomia energetica, avendo aumentato il proprio livello di 9 punti percentuali tra il 2000 e il 2019. L’incremento dell’Italia è pari a oltre 2 volte quello della Francia (3,7 punti percentuali) e oltre 4 volte quello della Spagna (1,8 punti percentuali). Questa crescita è principalmente riconducibile allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili presenti sul territorio e ulteriormente sfruttabili. Considerando la fruibilità di acqua, sole e vento sul territorio, l’Italia è seconda in Ue per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili. Questi i principali dati che emergono dallo studio “Verso l’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A. Presentata oggi a Cernobbio in una conferenza stampa cui hanno preso parte Marco Patuano, presidente di A2A e Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A, la ricerca ha l’obiettivo di qualificare come la valorizzazione delle fonti energetiche disponibili sul territorio italiano possa contribuire all’autonomia energetica del Paese e il ruolo chiave che ricoprono in questo percorso le regioni e i territori.”Con questo studio è stato possibile analizzare il potenziale delle regioni in termini di valorizzazione delle fonti energetiche disponibili, e di definire il contributo dei diversi territori per l’autonomia energetica del Paese all’interno dei vincoli normativi e strutturali esistenti – dichiara Patuano –. Sono già stati compiuti passi avanti in termini di sviluppo di produzione energetica da fonti rinnovabili, come mostra l’indice definito da Ambrosetti secondo cui l’Italia registra l’incremento più marcato fra i principali peer europei nel periodo 2000-2019. La possibilità di ottimizzare ulteriormente la produzione a seconda delle peculiarità delle singole regioni italiane, delle relative risorse disponibili e degli impianti già presenti, consentirebbe di attivare il pieno potenziale dell’Italia e di renderla meno soggetta a dinamiche esogene. Si tratta di un obiettivo raggiungibile solo attraverso un cambio di paradigma e il fondamentale coinvolgimento di istituzioni nazionali e locali, cittadini e imprese”.”Veniamo da un’estate caratterizzata dal perdurare degli effetti di una crisi geopolitica ed economica e da quelli sempre più evidenti del climate change. Uno scenario che sta favorendo la consapevolezza della necessità di utilizzare al massimo le fonti energetiche rinnovabili per rendere il Paese quanto più possibile autonomo e per accelerare il processo di decarbonizzazione e transizione ecologica – commenta Mazzoncini –. Oggi, secondo l’indicatore elaborato da Ambrosetti, l’Italia è quintultima in Europa per autonomia energetica ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Ed è proprio il pieno sfruttamento delle nostre fonti autoctone, quali acqua, vento, sole e rifiuti, che permetterebbe di triplicare l’indipendenza italiana dall’approvvigionamento energetico estero: un incremento di quasi quattro volte rispetto a quello rilevato negli ultimi 20 anni, a vantaggio di cittadini e imprese”. In prospettiva – come sottolinea Mazzoncini – quello che emerge dallo studio è “un messaggio di ottimismo” ma è necessario che vengano fatti passi avanti sia a livello italiano che europeo. “Sono convito – ha detto l’ad e dg di A2A – che oggi il price cap possa portare dei risultati insperati. Tanto è vero che sono bastati due giorni, in cui se ne è discusso seriamente a livello europeo, per dare già una buona flessione significativa del prezzo del gas. Credo che oggi la strada più importante sia pensare a una politica energetica europea che, in una situazione di emergenza, consenta di ragionare sul price cap, in accordo con i principali Paesi fornitori senza la Russia, in modo da garantirci che vada a buon fine. Potrebbe dare un risultato significativo. Non è un problema che può risolvere l’Italia da sola ma credo che, come l’Europa è riuscita ad affrontare insieme il problema del Covid, ora dovrebbe affrontare questa situazione di emergenza, come se fosse un gruppo di acquisto solidale”.”Il mutato contesto geopolitico mondiale ha messo al centro delle agende europee e nazionali il tema dell’autonomia energetica – afferma Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti –. L’Italia è il secondo Paese in Unione Europea per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili: queste risorse devono essere attivate il prima possibile, attraverso un forte coinvolgimento dei territori. La valorizzazione di acqua, vento, sole e rifiuti – attivabili rapidamente alla luce di tecnologie e vincoli correnti – può aumentare la nostra autonomia energetica di quasi 36 punti percentuali, contribuendo in modo sostanziale a garantire gli attuali livelli di consumo e raggiungere i più importanti traguardi di sostenibilità e decarbonizzazione”. Le opportunità di sviluppo derivanti dall’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili nei territori italiani – Adottando una logica di rapida attivazione delle fonti energetiche sui territori, lo studio evidenzia come il potenziamento della produzione autoctona di energie rinnovabili consenta di aumentare l’autonomia energetica. Relativamente al fotovoltaico, l’opportunità di sviluppo in Italia – a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere – risulta pari a 105,1 GW addizionali, quasi 5 volte la capacità installata odierna. Di questi GW incrementali, circa il 40% è legato agli impianti installati sui tetti, mentre il 60% agli impianti a terra. In particolare, Lombardia, Sicilia e Puglia valgono insieme il 32% della potenza addizionale. Per quanto riguarda l’eolico, la valorizzazione delle opportunità di sviluppo nei territori del Paese – a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere – abilita un incremento di potenza di 21,1 GW rispetto ad oggi, ovvero quasi 2 volte la capacità attuale installata. In particolare, con 13,3 GW complessivi Sicilia, Puglia e Sardegna rappresentano il 63% dell’opportunità di sviluppo legata all’eolico. Infine, la valorizzazione dell’idroelettrico – attraverso il repowering di impianti esistenti e lo sviluppo di impianti di mini-idroelettrico – abilita un incremento della potenza di 3,3 GW (concentrata in Lombardia, Trentino A. A. e Piemonte), oltre il 20% della capacità idroelettrica oggi installata.Le opportunità di sviluppo derivanti dalla valorizzazione energetica dei rifiuti e dallo sviluppo della filiera del biometano –Una quarta risorsa presente nel territorio, che si affianca alle fonti energetiche rinnovabili, sono i rifiuti. Una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, tramite anche il ricorso al recupero energetico, – rileva lo studio – consente infatti sia di abbattere il ricorso alle discariche sia di contribuire ad accrescere la produzione nazionale di energia elettrica. Nel complesso, l’Italia presenta oggi un’opportunità di recupero energetico da rifiuti (urbani e speciali) e da fanghi di depurazione che ammonta a oltre 8 milioni di tonnellate. Valorizzare una simile opportunità può abilitare una generazione elettrica di oltre 7 TWh, pari a circa il 2% dell’attuale fabbisogno annuale di generazione elettrica italiana. Un’ efficace gestione di rifiuti e scarti di produzione può, inoltre, – evidenzia il report – creare le condizioni per lo sviluppo della filiera del biometano. Nello specifico, considerando la riconversione degli impianti di biogas oggi esistenti, la valorizzazione della FORSU e delle biomasse di integrazione, l’Italia può produrre circa 6,3 miliardi di m3 di biometano, circa il doppio della produzione nazionale di gas, l’8% del consumo nazionale di gas e il 22% delle importazioni di gas dalla Russia.Il contributo delle fonti energetiche disponibili sul territorio all’autonomia energetica – Il rinnovato contesto energetico internazionale ha fatto emergere la centralità del ruolo dell’autonomia energetica e della produzione domestica di energia e reso necessaria l’accelerazione lungo le traiettorie di sviluppo delineate dall’Unione Europea. Complessivamente, la valorizzazione di tutte le opportunità di sviluppo legate ad acqua, vento, sole e rifiuti e coerentemente con le prospettive di elettrificazione dei consumi e di efficientamento energetico consentirebbe quasi di triplicare l’autonomia energetica italiana (raggiungendo un livello del 58,4%), ovvero 35,9 punti percentuali in più rispetto ad oggi e circa 4 volte l’incremento registrato negli ultimi 20 anni. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, G7: via libera al price cap sul petrolio russo

    (Teleborsa) – I ministri delle finanze del G7 hanno approvato il piano che prevede di fissare un tetto al prezzo del petrolio che proviene dalla Russia. “Confermiamo la nostra comune intenzione politica di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio russo e prodotti petroliferi a livello globale”, hanno spiegato i ministri in un comunicato. “La fornitura di tali servizi sarà consentita solo se il petrolio sarà acquistato al prezzo fissato o al di sotto di tale prezzo (“price cap”) determinato daun’ampia coalizione di Paesi che aderiscono al tetto e lo attuano”, prosegue il comunicato. L’intenzione dei ministri è quella di attuare il tetto in linea con la tempistica delle sanzioni Ue sul petrolio russo che partono il 5 dicembre. Per il momento i ministri non fissano i confini del tetto, che verrà fissato da tutta la coalizione che lo applicherà, sulla base di input tecnici. “Il prezzo sarà comunicato pubblicamente in modo chiaro e trasparente”, hanno concluso i ministri.”Accordo al G7Finance per un tetto al prezzo del petrolio russo. Sopra quel prezzo, non potrà entrare nell’intera area G7. Ora allargare il sostegno europeo e globale al price cap. Contro gli extra profitti destinati alla guerra e per ridurre i prezzi dell’energia”, ha commentato la notizia il Commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. Per Gentiloni l’appoggio del G7 al tetto al prezzo del petrolio russo “è un passo importante verso due obiettivi: negare i ricavi della Russia per finanziare la brutale guerra di Putin contro l’Ucraina e far pressione al ribasso sui prezzi globali dell’energia”. “La Commissione farà pienamente la propria parte lavorando per raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 stati membri per attuare questa misura nell’Ue”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

  • in

    Lululemon vola grazie a trimestrale e guidance

    (Teleborsa) – Effervescente Lululemon Athletica, che scambia con una performance decisamente positiva del 10,05%.Il retailer d’abbigliamento sportivo di Vancouver beneficia dei risultati per il secondo trimestre che evidenziano utili netti in crescita a 289,5 milioni (2,26 dollari dollari per azione) dai 208,1 milioni (pari a 1,59 dollari) e contro gli 1,86 dollari stimati dagli analisti. Su base rettificata l’EPS si è attestato a 2,20 dollari. I ricavi sono saliti del 29% a 1,87 miliardi e si confrontano con gli 1,77 miliardi stimati dal consensus. Lululemon ha migliorato la guidance d’esercizio in termini di ricavi da 7,61-7,71 a 7,87-7,94 miliardi di dollari.Comparando l’andamento del titolo con il Nasdaq 100, su base settimanale, si nota che Lululemon Athletica mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +0,21%, rispetto a -5,42% dell’indice dei titoli tecnologici USA).Il quadro tecnico di Lululemon Athletica suggerisce un’estensione della linea ribassista verso il pavimento a 319,7 USD con tetto rappresentato dall’area 329. Le previsioni sono per un prolungamento della fase negativa al test di nuovi minimi individuati a quota 315,4. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, ordini industria sotto attese a luglio

    (Teleborsa) – Scivolano a sorpresa gli ordini dell’industria americana. Secondo il Department of Commerce del Bureau of the Census, nel mese di luglio 2022 gli ordini hanno evidenziato un decremento dell’1%, contro il +0,2% stimato dal consensus e contro il +1,8% registrato nel mese precedente (dato rivisto da +2%).Al netto del settore dei trasporti, gli ordini sono scesi dell’1,1% dal +1% precedente (dato rivisto da +1%). LEGGI TUTTO

  • in

    Starbucks nomina Laxman Narasimhan nuovo CEO, subentra a Schultz

    (Teleborsa) – Sottotono Starbucks, che passa di mano con un calo dell’1,63%, muovendosi in controtrend rispetto al listino americano positivo.La catena di caffè ha scelto il suo prossimo amministratore delegato: Laxman Narasimhan, che subentrerà dal prossimo ottobre a Howard Schultz, il manager che lanciò Starbucks a livello internazionale. Narasimhan che proviene dal gruppo Reckitt Benckiser di cui era chief executive, non assumerà la carica di CEO dell’azienda fino ad aprile.Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello dell’S&P 100. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione alla compagnia americana proprietaria della catena di caffetterie più grande al mondo rispetto all’indice di riferimento.L’esame di breve periodo di Starbucks classifica un rafforzamento della fase rialzista con immediata resistenza vista a 85,2 USD e primo supporto individuato a 83,4. Tecnicamente ci si attende un ulteriore spunto rialzista della curva verso nuovi top stimati in area 86,99. LEGGI TUTTO

  • in

    Forum Ambrosetti, sentiment positivo degli imprenditori per il 2022 ma timori per crisi energia e inflazione

    (Teleborsa) – Previsioni di business positive per gli imprenditori e manager a Cernobbio, che prevedono un incremento di fatturato e occupazione nel 2022, ma resta l’allerta per inflazione e crisi energetica. È quanto emerge dal primo televoto della 48esima edizione del Forum Ambrosetti. Alla domanda su come la propria azienda stia performando rispetto ai concorrenti, gli oltre 200 manager e imprenditori intervenuti al forum Ambrosetti rispondono in maniera positiva. Va “molto meglio” al 31,4% (nel 2020 era il 16,7%) e “meglio” al 34,3% (nel 2020 era il 37,5%). Chi dice che il proprio business è sostanzialmente in linea con quello dei competitor sono il 41,7%. Anche le previsioni del fatturato 2022 sono positive: il 56,1% afferma che chiuderà l’anno con un +10% e il 26,3% con un giro d’affari fino al 10%. Numeri positivi anche per l’occupazione: il 23,3% la incrementerà di oltre il 10%, mentre il 38,3% stima un aumento dell’organico fino al 10%. Su anche gli investimenti: nel prossimo triennio il 17,7% dei manager intervenuti li aumenterà di oltre il 20% e un altrettanto 17,7% li prevede fra il 10 e il 20%. Un terzo dei presenti (33,3%), invece, stima un aumento degli investimenti fino al 10%. L’impatto dell’aumento dei costi dell’energia sulle performance delle aziende sarà per la maggioranza della platea di Cernobbio rilevante (39%). “Molto grave” invece lo definisce il 17% e grave il 20,3%. Infine, l’allerta sulle aspettative per l’aumento dei prezzi nei prossimi 12 mesi sarà massima per il 21,1% dei presenti, ma in media il sentiment è di grande attenzione e preoccupazione. LEGGI TUTTO

  • in

    Borse europee in rally spinte da dati USA e prezzo gas

    (Teleborsa) – Seduta in rally a Piazza Affari, che amplia il rialzo insieme alle altre borse europee. Bilancio positivo per la borsa americana, dove l’S&P-500 vanta un progresso dello 0,67%, dopo i dati sul mercato del lavoro americano che confermano la solidità dell’economia a stelle e strisce e allo stesso tempo alimentano le scommesse di una Fed meno aggressiva sui tassi per combattere l’alta inflazione. Un altro assist arriva dal prezzo del gas che resta sotto pressione dopo l’accordo del G7 per un tetto al prezzo del petrolio russo e in attesa della riapertura del Nord Stream domani, 3 settembre. Sul mercato valutario, l’Euro / Dollaro USA mostra un timido guadagno, con un progresso dello 0,58% e con il mercato scommette su un maxi rialzo dei tassi di 75 punti base da parte della BCE, nella prossima riunione. L’Oro continua la sessione in rialzo e avanza a quota 1.709,9 dollari l’oncia. Forte rialzo per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mette a segno un guadagno del 2,38%.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +234 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,85%.Tra i listini europei acquisti a piene mani su Francoforte, che vanta un incremento del 2,22%, andamento positivo per Londra, che avanza di un discreto +1,28%; ben comprata Parigi, che segna un forte rialzo dell’1,24%. Pioggia di acquisti sul listino milanese, che mostra un guadagno dell’1,66% sul FTSE MIB, bloccando così la scia ribassista sostenuta da cinque cali consecutivi, che ha preso il via venerdì scorso; sulla stessa linea, balzo del FTSE Italia All-Share, che continua la giornata a 23.650 punti.Tra i best performers di Milano, in evidenza Exor (+4,31%), Iveco (+3,02%), Fineco (+3,00%) e Banco BPM (+2,95%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Leonardo, che prosegue le contrattazioni a -0,71%.Sostanzialmente debole Hera, che registra una flessione dello 0,64%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Pharmanutra (+3,53%), Banca Popolare di Sondrio (+3,17%), Banca MPS (+3,03%) e Safilo (+2,97%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Saras, che prosegue le contrattazioni a -2,87%.Pessima performance per Alerion Clean Power, che registra un ribasso del 2,46%.Sessione nera per ERG, che lascia sul tappeto una perdita del 2,23%.In perdita Datalogic, che scende del 2,22%.Tra i dati macroeconomici rilevanti:Venerdì 02/09/202208:00 Germania: Bilancia commerciale (atteso 4,8 Mld Euro; preced. 6,2 Mld Euro)11:00 Unione Europea: Prezzi produzione, mensile (atteso 2,5%; preced. 1,3%)11:00 Unione Europea: Prezzi produzione, annuale (atteso 35,8%; preced. 36%)14:30 USA: Tasso disoccupazione (atteso 3,5%; preced. 3,5%)14:30 USA: Variazione occupati (atteso 300K unità; preced. 477K unità). LEGGI TUTTO