12 Settembre 2022

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    Industria, ISTAT: “Possibile ridimensionamento ritmi produttivi nei prossimi mesi”

    (Teleborsa) – “Il quadro internazionale resta caratterizzato da elevati livelli di inflazione e di incertezza legati alla crisi geopolitica e al conseguente aumento dei prezzi dei prodotti energetici. In Italia, nel secondo trimestre il PIL ha segnato un deciso incremento, superiore a quello dell’area euro, sostenuto dalla domanda interna al netto delle scorte. La domanda estera netta ha fornito un contributo negativo e la bilancia commerciale è peggiorata ulteriormente. A luglio, il mercato del lavoro ha evidenziato una prima flessione degli occupati che si è accompagnata a una riduzione dei disoccupati e a un aumento degli inattivi. Le attese delle imprese sull’occupazione sono in calo. Il volume delle vendite al dettaglio a luglio è aumentato, suggerendo il proseguimento della fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi nel secondo trimestre. Le prospettive per i prossimi mesi mostrano un possibile ridimensionamento dei ritmi produttivi. La produzione industriale di luglio ha segnato un modesto rialzo congiunturale e, ad agosto, la fiducia delle imprese ha registrato un’ulteriore calo, più accentuato tra le imprese manifatturiere e delle costruzioni”. Questo, in sintesi, lo scenario presentato dall’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia riferita al mese di agosto. Imprese – Nel secondo trimestre, in Italia il prodotto interno lordo ha registrato un deciso aumento rispetto ai tre mesi precedenti (+1,1%) spinto dal contributo positivo della domanda interna al netto delle scorte (+1,6 punti percentuali). Un apporto negativo è stato fornito dalle scorte e dalla domanda estera netta (rispettivamente -0,3 e -0,2 punti percentuali). Quest’ultima ha sintetizzato un aumento congiunturale maggiore delle importazioni di beni e servizi rispetto a quello delle esportazioni (+3,3% e +2,5% rispettivamente). L’incremento delle importazioni si è riflesso anche nel deciso peggioramento del saldo commerciale che, nel secondo trimestre, ha segnato un disavanzo di circa 5,9 miliardi di euro come risultato di un ulteriore deterioramento del deficit energetico (-26,7 miliardi di euro nel secondo trimestre, era -21,8 nei precedenti tre mesi), solo in parte compensato dal saldo positivo al netto dei beni energetici (20,8 miliardi da 14,7). La crescita dei consumi finali nazionali è stata robusta (+1,7% in termini congiunturali) trainata dal forte incremento della spesa delle famiglie residenti e delle ISP (+2,6%) mentre quella delle amministrazioni pubbliche ha registrato un calo significativo (-1,1%). La spesa delle famiglie sul territorio economico è stata spinta dai servizi ma anche da un diffuso miglioramento nelle altre categorie di beni a eccezione di quelli non durevoli (-1,3%). Nel secondo trimestre, gli investimenti hanno evidenziato una decelerazione rispetto ai tre mesi precedenti (+1,7%, da +3,6%) che ha interessato la spesa per impianti, macchinari e armamenti (+1,8% da +4,1%), quella per abitazioni (+2,0% da +4,9%) e per fabbricati non residenziali e altre opere (+1,6% da +5,1%). Dal lato dell’offerta, nel secondo trimestre il valore aggiunto delle costruzioni e dell’industria in senso stretto hanno registrato gli aumenti congiunturali più marcati (rispettivamente +1,8% e +1,3%). Anche il valore aggiunto dei servizi è aumentato (+1,0%) in modo diffuso tra tutti i settori a eccezione di quello delle attività professionali e di supporto (-3,5%). Le prospettive per i prossimi mesi indicano un possibile ridimensionamento dei ritmi produttivi . A luglio l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha segnato un rialzo congiunturale (+0,4%) alimentato dalla performance dei beni strumentali (+2%) mentre gli altri raggruppamenti hanno evidenziato una flessione. Nella media del periodo maggio-luglio il livello della produzione è però diminuito dell’1,6% in termini congiunturali. L’indice del clima di fiducia delle imprese, ha registrato una ulteriore flessione più accentuata tra le imprese manifatturiere e delle costruzioni. In particolare, nella manifattura si sono ridotti i giudizi sugli ordini, sia sul mercato interno sia su quello estero, e sono peggiorate le attese sull’andamento dell’economiaFamiglie e mercato del lavoro – Il primo semestre è stato caratterizzato dalla persistenza di segnali positivi sul mercato del lavoro e da una ripresa dei consumi delle famiglie. Le ULA e le ore lavorate hanno mostrato un aumento congiunturale di intensità simile (rispettivamente +1,2% e +1,3%) che ha sintetizzato la decelerazione del settore delle costruzioni (+2,4% in termini di ULA rispetto a +4,7% nel trimestre precedente), e la ricomposizione tra industria manifatturiera e servizi (rispettivamente -0,1% e +1,2%). Considerando il quarto trimestre del 2019 come base di confronto, la crescita totale delle ULA (+1,8%) è stata sostenuta da quella nelle costruzioni (+18,6%) e, in misura più contenuta dall’industria manifatturiera (+2,1%), mentre nei servizi si è tornati ai livelli pre-crisi (+0,3%). I diversi andamenti settoriali si sono riflessi anche nel confronto tra andamento del PIL, delle ore lavorate e delle ULA. Dal primo trimestre del 2022, l’incremento delle ULA è tornato a essere superiore a quello del PIL mentre le ore lavorate hanno evidenziato tassi di crescita più contenuti in linea con l’andamento della produzione. Si è conclusa quindi la fase di ripresa della produttività per ora lavorata che aveva caratterizzato i trimestri precedenti. A luglio, l’evoluzione dei consumi e del mercato del lavoro ha mostrato un parziale disaccoppiamento caratterizzato da un aumento delle vendite al dettaglio e da un contenuto calo dell’occupazione. Le vendite al dettaglio sono aumentate (+1,0% in volume) trainate dagli acquisti in beni non alimentari (+1,4%) cui si è associato un miglioramento più contenuto dei beni alimentari (+0,5%). Tra maggio e luglio l’incremento delle vendite è stato più contenuto (+0,3%), spinto dagli acquisti di beni non alimentari (+0,5%) mentre quelli in beni alimentari sono rimasti invariati. A luglio, sono diminuite sia l’occupazione (-0,1%, -22mila) sia la disoccupazione (-1,6%, -32mila unità) mentre è aumentato il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,4%, +54mila unità). Il calo dell’occupazione ha coinvolto tutte le tipologie professionali a eccezione di quelli a termine (+0,4%). Il tasso di disoccupazione si è ridotto ulteriormente, attestandosi al 7,9%. Ad agosto, le attese di occupazione delle imprese hanno mostrato un peggioramento, più accentuato tra quelle manifatturiere e delle costruzioni rispetto ai servizi di mercato. I saldi rimangono ancora positivi sebbene siano tornate ad aumentare nella manifattura le segnalazioni di scarsità di manodopera come ostacolo alla produzione.Prezzi – Ad agosto, l’inflazione ha continuato ad accelerare. In base alla stima preliminare, la variazione tendenziale dell’indice per l’intera collettività (NIC) è stata dell’8,4% (+7,9% a luglio). L’inflazione acquisita per il 2022 ha mostrato un ulteriore aumento sia per l’indice generale (+7% ad agosto da 6,7% a luglio) sia per quello al netto degli energetici (+3,8% ad agosto da +3,6%), evidenziando la diffusione del fenomeno inflativo soprattutto tra i beni di consumo. La generalizzata fase di rialzo dei prezzi ha continuato a essere trainata dai beni energetici (+44,9% da +42,9% di luglio), effetto determinato degli energetici non regolamentati e, in misura più contenuta, dai beni alimentari lavorati (+10,5% da +9,5%) e dai beni durevoli (+3,9% da +3,3%). Anche il carrello della spesa, sintesi dei prezzi dei beni alimentari per la cura della casa e della persona, ha registrato una forte accelerazione ad agosto (9,7% da 9,1% di luglio). Il differenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA tra Italia e l’area euro è rimasto negativo di un solo decimo di punto come effetto dell’accelerazione rispetto alla media dell’area dei prezzi degli alimentari e degli altri beni italiani. Le pressioni inflazionistiche legate alla crescita dei prezzi del gas hanno continuato ad avere un impatto sia sull’andamento dei prezzi all’import (+21,5% a giugno), che al netto degli energetici hanno segnato una variazione tendenziale dell’11,6%, sia su quello dei prezzi del mercato interno (+45,9% la variazione tendenziale a luglio), ancora fortemente condizionati dall’andamento dei prezzi dei beni energetici. Tuttavia anche al netto di questa componente la crescita dei listini sul mercato interno è stata molto dinamica (+13,1%). Le attese sull’andamento dei prezzi nei prossimi mesi formulate da famiglie e imprese indicano un possibile rallentamento dell’inflazione. LEGGI TUTTO

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    Londra, Borsa chiusa il 19 per funerali Regina. BoE rimanda riunione

    (Teleborsa) – Il giorno del funerale della Regina Elisabetta II, lunedì 19 settembre 2022, è stato dichiarato giorno festivo nel Regno Unito, pertanto la Borsa di Londra sarà chiusa. Lo si legge in un comunicato del London Stock Exchange, che segue di due giorni l’annuncio della Bank of England (BoE) di rimandare dal 15 al 22 settembre la decisione sui tassi di interesse come segno di cordoglio e rispetto per la morte della sovrana. “Alla luce del periodo di lutto nazionale attualmente in atto nel Regno Unito, la riunione di settembre 2022 del Comitato di politica monetaria è stata posticipata di una settimana. La decisione del Comitato sarà annunciata alle ore 12 del 22 settembre”, ha comunicato l’istituzione guidata da Andrew Bailey. LEGGI TUTTO

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    SAES Getters, 1° semestre in pareggio: pesa riduzione portafoglio titoli

    (Teleborsa) – SAES Getters, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e attivo nella produzione di componenti e sistemi per applicazioni industriali e medicali, ha chiuso il primo semestre del 2022 con ricavi consolidati pari a 120,2 milioni di euro, in crescita del 40% rispetto a 85,9 milioni di euro nel corrispondente semestre del 2021. Scorporando sia l’effetto positivo dei cambi (+8,8%), sia la variazione del perimetro di consolidamento (+4%), i ricavi sono cresciuti organicamente del 27,2% (+23,4 milioni di euro).L’EBITDA consolidato è pari a 27,4 milioni di euro (22,8% dei ricavi consolidati), rispetto a 13,2 milioni di euro (15,4% dei ricavi consolidati) del primo semestre del 2021. Il risultato consolidato è in sostanziale pareggio (-0,3 milioni di euro), rispetto a 4,2 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. Il confronto “non è significativo per il forte effetto penalizzante della crisi in Ucraina sul fair value del portafoglio titoli al 30 giugno 2022”, sottolinea la società.”I risultati operativi del secondo trimestre confermano l’ottimo andamento del primo – ha dichiarato Massimo della Porta, presidente di SAES Getters – Ad oggi non si evidenziano segnali di rallentamento, in un contesto economico internazionale estremamente incerto”La posizione finanziaria netta consolidata al 30 giugno 2022 è positiva per 53,1 milioni di euro. Il peggioramento rispetto a fine marzo 2022 (posizione finanziaria netta positiva per 71 milioni di euro), è principalmente conseguenza del pagamento dei dividendi alla fine di aprile (-8,5 milioni di euro), nonché dei flussi negativi correlati sia al portafoglio titoli (-7,6 milioni di euro), sia all’acquisizione di SAES RIAL Vacuum S.r.l. (-5,5 milioni di euro). LEGGI TUTTO

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    Confindustria, Bonomi: serve un orizzonte di lungo periodo per dare risposta ai problemi della società italiana

    (Teleborsa) – “Oggi gli orizzonti della politica sembrano sempre più corti e schiacciati su false priorità. Avvertiamo più che mai la necessità di progetti di lungo orizzonte, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana”. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella sua relazione all’assemblea annuale che quest’anno si tiene in Vaticano. “Crediamo profondamente – ha aggiunto Bonomi – che sia proprio l’industria, la nostra industria, a poter costituire il primo motore di un vero, nuovo, umanesimo industriale, ad essere progettista di futuro. Perché come ha detto sua Santità nel 2017 ai lavoratori di Genova: l’obiettivo non deve essere più reddito per tutti, ma più lavoro per tutti, perché senza lavoro non ci sarà la dignità per tutti”.Bonomi ha parlato anche del tema del salario minimo sottolineando che non riguarda l’industria, dove le retribuzioni sono stabilite dai contratti collettivi. “Il criterio per definire un lavoro ‘degno’ non è solo quello monetario – ha affermato –, nel nostro Paese in troppi settori l’offerta di lavoro continua a essere caratterizzata da infime retribuzioni. Questo, desidero ripeterlo, non riguarda in alcun modo l’industria. Quelli non siamo noi. Ecco perché il tema dell’intervento per legge sul salario minimo non ci tocca. Ad essersi opposti sono altri settori, sui quali bisognerebbe invece avere il coraggio di intervenire”. Il leader degli industriali ha aggiunto che “al di sopra della soglia del salario minimo vi sarebbe poi il Tem, la retribuzione minima fissata dai contratti vigenti, perché la estesa contrattazione italiana è una virtù riconosciuta anche dall’Europa e non va azzerata fissando per legge il trattamento economico complessivo (Tec), che va lasciato ai contratti”.”La soglia di lavoro ‘degno’ va innestata nella riforma dei sussidi alla povertà e, quindi, nel reddito di cittadinanza. Deve, cioè, rappresentare la soglia minima di lavoro la cui proposta non può essere rifiutata dai percettori del sussidio in grado di lavorare”, ha dichiarato il presidente di Confindustria. Secondo Bonomi serve “lavoro, non sussidi che lo scoraggiano. Lasciatemi ricordare che, a tre anni dall’avvio, sul reddito di cittadinanza più di un beneficiario su due non ha ancora firmato il patto per il lavoro. La legge prevede che il patto sia sottoscritto entro un mese dal riconoscimento del sussidio”. LEGGI TUTTO

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    BCE, De Guindos: dobbiamo mantenere la convinzione che siamo capaci di tenere l'inflazione

    (Teleborsa) – La Banca Centrale Europea sta alzando i tassi di interesse con l’obiettivo di favorire un rientro dell’inflazione ai valori obiettivo ma anche per “mantenere ancorate le aspettative di inflazione”, sempre a livelli coerenti con il suo target. Lo ha dichiarato il vicepresidente della BCE, Luis De Guindos, intervenendo al Foro Economico di El Norte de Castilla. “Se le imprese percepiscono che la Banca centrale non è capace di controllare l’inflazione la situazione si complica moltissimo”, ha sottolineato.”Dobbiamo mantenere la percezione, la sensazione, la convinzione” degli operatori “che siamo capaci di tenere l’inflazione”, ha aggiunto sottolineando che gli effetti delle misure della BCE si fanno sentire pienamente nell’economia reale con un ritardo di 18-24 mesi. LEGGI TUTTO

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    CIR, approvato annullamento azioni e nuovo buyback

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di CIR, holding della famiglia De Benedetti quotata su Euronext Milan, ha approvato: l’annullamento di 170 milioni di azioni ordinarie prive dell’indicazione del valore nominale (mantenendo invariato l’ammontare del capitale sociale), la riduzione del capitale sociale da 638.603.657 a 420.000.000 euro e, pertanto, per un importo complessivo di 218.603.657 euro, destinando tale importo a costituzione di una riserva disponibile; la revoca, per la parte non utilizzata, della delibera di autorizzazione all’acquisto di azioni proprie e una nuova autorizzazione al consiglio di amministrazione.Le operazioni hanno i seguenti principali obiettivi: ricostituire un certo ammontare di riserve disponibili tale da consentire in prospettiva un maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili nel gruppo e non impiegate nella gestione operativa o al servizio delle partecipazioni operative; ripristinare la necessaria flessibilità nell’ottica di poter realizzare operazioni di distribuzione anche mediante l’acquisto di azioni proprie che verranno valutate di volt a in volta dal CdA in carica pro-tempore.Successivamente all’assemblea, il CdA ha deliberato l’ulteriore proseguimento del piano di acquisto di azioni proprie avviato in data 16 marzo e rinnovato in data 29 aprile attualmente in corso, in conformità ed in esecuzione dell’autorizzazione appena conferita dall’assemblea degli azionisti.Gli atti di acquisto saranno effettuati per un esborso complessivo fino a massimi 110.000.000 euro e, in ogni caso, non superiore al limite individuato dalla predetta autorizzazione e pari a 220.000.000 di azioni di CIR (pari a circa il 19,86% del capitale sociale di CIR a seguito dell’annullamento delle 170.000.000 azioni),fermo comunque restando il limite del 20% del capitale sociale. LEGGI TUTTO

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    Italia, leading indicator Ocse: crescita continua a perdere slancio

    (Teleborsa) – La maggior parte delle grandi economie continua a registrare una perdita di slancio della crescita economica, mentre ormai solo Giappone e India vedono una crescita stabile. È quanto indica l’aggiornamento mensile del superindice economico dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per il mese di agosto. Questo indicatore è stato ideato per anticipare i punti di svolta dell’attività economica rispetto al trend.Nell’ottavo mese dell’anno, il superindice che anticipa di 6-9 mesi le tendenze economiche future, si è attestato a quota 98,9 punti per l’intera area Ocse dai 99,1 di luglio. Scende anche l’indicatore dell’Eurozona a 98,6 punti dai 98,9 precedenti. Tra i Paesi membri dell’UE, in Francia l’indicatore diminuisce a 98 da 98,1 punti, mentre in Germania cala a 98,5 da 98,9. In Italia, il leading indicator diminuisce a 98,2 da 98,4 punti.Tra le grandi economie dell’OCSE, il Composite Leading Indicator (CLI) continua a prevedere una perdita di slancio di crescita in Canada, Regno Unito e Stati Uniti, nonché nell’area euro nel suo insieme, comprese Francia, Germania e Italia. Continua ad essere prevista una crescita stabile in Giappone.Tra le principali economie dei mercati emergenti, il CLI per la Cina (settore industriale) indica ora una perdita di slancio della crescita. In India, il CLI continua a indicare una crescita stabile mentre in Brasile segnala una crescita che perde slancio. LEGGI TUTTO

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    Energia, Cingolani apre a un incremento dell'estrazione di gas nazionale

    (Teleborsa) – Sul tema del price cap europeo sul tetto del gas “non si può cantar vittoria, ma la cosa che bisogna fare capire è che si è passati da una ostruzione a un mandato alla Commissione a elaborare la strategia”. È quanto ha dichiarato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di un’intervista a 24 Mattino, su Radio 24. “Lascerei lavorare la Commissione”, ha aggiunto. Cingolani ha affermato di aspettarsi entro la fine del mese una proposta dalla Commissione. Il ministro ha anche ricordato che sul price cap non ci vorrà l’unanimità perché “si è deciso che si può procedere con una maggioranza qualificata”.Per quel che riguarda gli stoccaggi di gas, il ministro ha assicurato che vanno “molto bene”: “siamo fra l’84-85%, come noto dobbiamo arrivare al 90% a ottobre: siamo perfettamente puntuali, anche leggermente in anticipo”. “Abbiamo fatto uno sforzo enorme”, ha dichiarato.Infine, il ministro ha parlato del provvedimento allo studio del governo per combattere il caro energia. “Lo porteremo settimana prossima: è un provvedimento molto chiaro che chiede di mettere a disposizione delle aziende che stanno soffrendo una certa quantità di gas a prezzo controllato”. “Gli operatori che mettono questo gas a disposizione non sono delle onlus, ma aziende quotate in Borsa: non gli si può chiedere di regalare allo Stato del gas o darlo a prezzo scontato, allora stiamo contestualmente pensando di consentire l’estrazione di una quantità piccola, ma significativa, di gas: 4-5 miliardi di metri cubi, su giacimenti esistenti senza toccare l’Alto Adriatico”, ha spiegato Cingolani. La decisione secondo il ministro avrebbe l’effetto di “aumentare l’autonomia italiana e di consentire a questi operatori di compensare questo sforzo che farebbero per dare all’Italia e alle nostre aziende del gas a prezzo scontato”. La misura andrà poi votata in Parlamento: spero che venga votata positivamente: è l’unica cosa che possiamo fare per alleviare la sofferenza delle aziende e se qualcuno vota contro poi lo deve spiegare alle aziende”, ha concluso.”Dobbiamo uscire dal carbone e dal gas, perché producono Co2. L’unica alternativa è il nucleare di nuova generazione. Se non facciamo questa scelta tecnologica e ideologica non riusciremo mai a sbloccarci”. ha affermato il ministro della Transizione ecologica. “Oggi c’è un muro ideologico su queste cose che va a scapito dei nostri figli. Il futuro lo stiamo bloccando con l’ideologia di oggi e questo non va bene”, ha aggiunto. “L’indipendenza energetica di un Paese è una indipendenza sociale e finanziaria. Con le rinnovabili non riusciremo a mandare avanti la seconda manifattura d’Europa per sempre. In questo momento è fondamentale l’accelerazione con le rinnovabili e lo stiamo facendo: ma 2040-2050 dobbiamo avere anche sorgenti continue e programmabili”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO