2 Novembre 2022

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    OPA Atlantia, adesioni oltre il 21,6%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Schema Alfa (società veicolo che fa riferimento alla famiglia Benetton) sulle azioni Atlantia, holding quotata su Euronext Milan focalizzata sulle infrastrutture e sui servizi per la mobilità, risulta che oggi, 2 novembre 2022, sono state presentate 991.099 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 119.594.178, pari al 21,6% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 10 ottobre 2022 e terminerà l’11 novembre 2022.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Atlantia acquistate sul mercato nei giorni 10 e 11 novembre 2022 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Aeffe, riepilogo sull'acquisto di azioni proprie

    (Teleborsa) – Aeffe ha reso noto che, in esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie approvato dall’Assemblea degli azionisti del 28 aprile 2021, ha acquistato, tra il 24 e il 28 ottobre 2022 inclusi, complessivamente 33.333 azioni proprie (corrispondenti allo 0,0310% del numero complessivo di azioni ordinarie), al prezzo medio ponderato di 1,261 euro, per un controvalore pari a 42.039,59 euro.In seguito alle suddette operazioni la società del lusso che opera nel settore del prêt-à-porter e delle calzature e pelletteria detiene 8.937.519 azioni proprie, pari all’8,325% del numero totale di azioni ordinarie.A Piazza Affari, oggi, balza in avanti Aeffe, che amplia la performance positiva con un incremento del 2,74%. LEGGI TUTTO

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    Devon Energy crolla su taglio dividendo

    (Teleborsa) – Perde oltre 8 punti percentuali il titolo Devon Energy al Nyse. A pesare sulle azioni contribuisce la notizia che il gruppo delle esplorazioni petrolifere ha ridotto il dividendo trimestrale. La cedola passa a 1,35 dollari per azione da 1,55 dollari del trimestre precedente.Lo scenario su base settimanale di DVN rileva un allentamento della curva rispetto alla forza espressa dall’S&P-500. Tale ripiegamento potrebbe rendere il titolo oggetto di vendite da parte degli operatori. LEGGI TUTTO

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    MEF, a ottobre 2022 il settore statale mostra un fabbisogno di circa 7,3 miliardi

    (Teleborsa) – Nel mese di ottobre 2022 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 7.250 milioni, in lieve miglioramento rispetto al corrispondente valore di ottobre 2021, che si era chiuso con un fabbisogno di 7.506 milioni. Il fabbisogno dei primi dieci mesi dell’anno in corso è pari a circa 56.500 milioni, in miglioramento di circa 36.800 milioni rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo dello scorso anno (93.299 milioni). È quanto fa sapere il ministero dell’Economia e delle Finanza in una notaNel confronto con il corrispondente mese del 2021, il miglioramento degli incassi – commenta il Mef – è dovuto in larga misura alla crescita di quelli fiscali ascrivibile alla dinamica positiva dei contributi e dell’IVA.Dal lato dei pagamenti si registrano: maggiori prelievi degli Enti di Previdenza per l’erogazione dell’Assegno Unico e Universale e per l’anticipo al 2022 del conguaglio di della rivalutazione delle pensioni; maggiore spesa delle Amministrazioni Centrali e Territoriali, cui contribuisce il trasferimento alla CSEA di 1.000 milioni previsto dal Decreto legge 80/22 per l’azzeramento, per il terzo trimestre 2022, delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e non domestiche.La spesa per interessi sui titoli di Stato è in lieve aumento di circa 230 milioni rispetto al valore dello stesso mese dell’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    ANIMA holding, comunicazione sullo share buy-back

    (Teleborsa) – In relazione al programma di acquisto di azioni proprie autorizzato dall’Assemblea degli azionisti in data 31 marzo 2022 e il cui avvio è stato comunicato il 14 luglio 2022, ANIMA Holding ha reso noto di aver acquistato, dal 24 al 28 ottobre 2022, complessivamente 766.136 azioni ordinarie al prezzo medio di 3,0972 euro, per un controvalore pari a 2.378.776,94 euro.A seguito degli acquisti comunicati il 31 ottobre e considerate le azioni ordinarie già in portafoglio, ANIMA Holding detiene 15.278.602 azioni proprie pari a circa il 4,41% del capitale sociale.A Milano, oggi, seduta sostanzialmente invariata per il principale asset manager indipendente in Italia, che termina gli scambi con un moderato -0,13%. LEGGI TUTTO

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    Clima attendista sulle borse europee. Focus sulla Fed

    (Teleborsa) – Finale di seduta all’insegna della cautela per le principali borse europee, con gli operatori che stanno alla finestra in attesa delle mosse della Federal Reserve. Dalla banca centrale americana i mercati si aspettano oggi un aumento dei tassi di 75 punti base, ma i fari sono puntati su quanto dirà Jerome Powell riguardo alla prossima stretta di dicembre.Sul mercato valutario, l’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 0,9863. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua gli scambi, con un aumento dell’1,88%, a 90,03 dollari per barile dopo che le scorte settimanali in USA hanno evidenziato un calo inaspettato degli stock di greggio, nella settimana al 28 ottobre 2022.Lo Spread peggiora, toccando i +216 punti base, con un aumento di 6 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 4,28%.Tra gli indici di Eurolandia si muove sotto la parità Francoforte, evidenziando un decremento dello 0,61%, contrazione moderata per Londra, che soffre un calo dello 0,58%. In rosso Parigi che evidenzia un deciso ribasso dello 0,81%. Chiusura sulla parità per la Borsa di Milano, con il FTSE MIB che si attesta a 22.803 punti (+0,06%).Tra i best performers di Milano, in evidenza Unipol (+2,36%), Unicredit (+2,01%), BPER (+1,64%) e Italgas (+1,64%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Prysmian, che ha chiuso a -3,73%.Spicca la prestazione negativa di Saipem, che scende del 2,47%.Nexi scende dell’1,98%.Calo deciso per Amplifon, che segna un -1,63%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso:Mercoledì 02/11/202208:00 Germania: Bilancia commerciale (atteso 700 Mln Euro; preced. 1,2 Mld Euro)09:55 Germania: Tasso disoccupazione (atteso 5,5%; preced. 5,5%)10:00 Unione Europea: PMI manifatturiero (atteso 46,6 punti; preced. 48,4 punti)13:15 USA: Occupati ADP (atteso 195K unità; preced. 208K unità)15:30 USA: Scorte petrolio, settimanale (preced. 2,59 Mln barili). LEGGI TUTTO

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    Ecomondo, circolarità prossima meta dell'industria della moda

    (Teleborsa) – Circolarità, prossima meta dell’industria della moda. Colossi del fashion come Fendi, OTB e LVMH Group, associazioni italiane e internazionali, istituzioni e attori dell’intera filiera del tessile si danno appuntamento a Ecomondo, il salone internazionale della green economy di Italian Exhibition Group in fiera a Rimini dall’8 all’11 novembre, per fare il punto sui traguardi, superati e da raggiungere, in tema di sostenibilità ambientale anche grazie agli spunti e ai dati presentati in esclusiva nella seconda edizione dell’Osservatorio tessile di Ecomondo.FASHION SYSTEM: I NUMERI DI UNA SOSTENIBILITÀ DA COSTRUIRE – La sostenibilità è un passaggio fondamentale per un settore così caratterizzante e rilevante per l’economia europea. Secondo le ultime rilevazioni effettuate da Statista, nel 2022 il settore dell’abbigliamento in EU ha raggiunto il valore di circa 397 miliardi di dollari; il dato italiano per l’anno in corso è di 49,25 miliardi di dollari ma la data base company americana specializzata in report di business intelligence stima una crescita in volume del 18,5% nel 2023. Tanto importante per l’economia del Continente, l’industria della moda risulta però essere al quarto posto per impatto ambientale, al terzo per consumi di acqua e suolo e al quinto per uso di materie prime e per emissioni di gas serra. L’impatto sull’acqua, inoltre, non riguarda solo i consumi, ma anche la contaminazione delle risorse idriche: la produzione tessile è infatti responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei vari processi a cui sono sottoposti i prodotti e al lavaggio di capi sintetici, che determina il 35% di microplastiche primarie rilasciate nell’ambiente.BEST PRACTICE: AZIENDE E ISTITUZIONI – Per promuovere la transizione ecosostenibile del settore moda, durante la prossima 25esima edizione di Ecomondo saranno valorizzate sia le buone pratiche messe in atto da gruppi come LVMH Group, sia le esperienze di aziende nate con un DNA sostenibile: come quella di Dario Gruenenfelder, co-fondatore di Muntagnard, che progetta collezioni puntando tutto su uno strettissimo controllo della filiera e sulla riciclabilità e riutilizzabilità delle materie prime, Giulia de Rossi, ceo e fondatrice di Nazena o Anna Fiscale che, con il suo Progetto Quid, oltre a realizzare le proprie linee a partire dal recupero di eccedenze di tessuti messi a disposizione da aziende della moda e del settore tessile, si fa promotrice di iniziative per aiutare l’inserimento lavorativo di soggetti a rischio di emarginazione, ricordando che la sostenibilità passa anche dal fattore umano. Aziende ma non solo, perché la guerra agli sprechi non può essere combattuta solo dalle imprese, ma necessita del sostegno delle istituzioni. La Commissione Europea, sta accelerando l’attuazione dell’Action plan per il passaggio a un’economia circolare per i tessili del marzo 2020, mediante un pacchetto di iniziative da realizzare entro il 2030 per rendere il settore tessile più sostenibile e più competitivo.LE CASE HISTORY A ECOMONDO – A Ecomondo verranno inoltre presentate case history come quella del Comune di Capannori, selezionata a Bruxelles come città-pilota per l’economia circolare, che a luglio ha avviato in forma sperimentale la raccolta domiciliare dei vestiti usati e dei rifiuti tessili (indumenti, scarpe, borse, coperte, cuscini, lenzuola, tovaglie), e verrà presentato il modello virtuoso della Catalogna e del suo Pacto por la Moda Circular, firmato da 55 aziende e organizzazioni, che mira a promuovere una trasformazione urgente e necessaria del settore su base volontaria, condivisa e collaborativa, coordinando gli sforzi tra tutti gli agenti della catena del valore del settore. Tra gli accordi raggiunti vi è l’aumento della durata dei prodotti e della percentuale di materiale riciclato con l’obiettivo finale di ridurre la produzione di rifiuti tessili del 5-10%, raggiungere il 25-30% di raccolta differenziata entro il 2024 e incrementare la rivalutazione del materiale raccolto separatamente.PROGETTAZIONE E MATERIALI – Poter contare su delle piattaforme condivise tra tutti gli attori della filiera del tessile rappresenta un fattore imprescindibile per promuoverne la sostenibilità. Protagonista della transizione, la progettazione che determina fino all’ 80% dell’impatto ambientale del ciclo di vita di un prodotto: dai coloranti alla monomatericità per il corretto riutilizzo dei tessuti. Di fondamentale importanza il contributo di associazioni di settore internazionali, in grado di coordinare le azioni dell’intera filiera produttiva, anche da un punto di vista ‘regionale’, come nel caso di MedWaves e ZDHC Foundation, presenti al focus sull’industria tessile del bacino mediterraneo, realizzato in collaborazione con UNIDO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, che si terrà giovedì 10 ottobre.GLI EVENTI – Tessile come opportunità: sfide e coinvolgimento degli Stakeholders del settore: il tessile è stato identificato come una catena di valore fondamentale nel piano di azione dell’Ue: sostenibilità e circolarità, tracciabilità e trasparenza, eco-design. Nel dibattito fra principali attori del sistema moda italiano nella prima parte della giornata, l’obiettivo è evidenziare il contributo di tutte le parti interessate nel rispondere a queste sfide, facendo emergere proposte, targets e progetti in corso. A cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo & LVMH Italia. (Mercoledì 9 novembre, dalle 11 alle 13. Innovation Arena, Hall Sud). Prevenire i rifiuti tessili e circolarità tessile: il ruolo di città e regioni e il potenziale delle politiche pubbliche locali: la Ue identifica il settore tessile come intensivo per le risorse disponibili, sebbene sia identificato come catena di valore nel Circular Economy Action Plan. Il combinato disposto di raccolta differenziata del rifiuto tessile e l’implementazione delle politiche pubbliche regionali indica la strada da percorrere verso circolarità e sostenibilità. Organizzato da ACR+ Association of Cities and Regions for Sustainable Resource Management (Mercoledì 9 novembre, dalle 16 alle 18. Sala Diotallevi 1, Hall Sud). Osservatorio tessile. Innovazione, efficienza, circolarità: geografia di una sfida: per comprendere il futuro dell’industria del riciclo e della circolarità nel settore tessile è necessario mettere a sistema e valorizzare le competenze presenti in Italia. Tra questioni tecniche e necessità di ripensare processi per ridurre questi rifiuti, l’incontro indica esperienze e soluzioni tecnologicamente avanzate nell’ambito del riciclo degli scarti tessili urbani e industriali e analizza il percorso intrapreso da un settore chiave del made in Italy per andare nella direzione dell’economia circolare (Giovedì 10 Novembre 2022 dalle 09:30 alle 11:00. Innovation Arena – Hall Sud). L’industria tessile e della moda dell’area del Mediterraneo verso modelli di business più green e circolari: nelle economie OCSE, la moda è il secondo più grande mercato di beni di consumo dopo il cibo. Da ciò ne segue un enorme impatto sull’ambiente. Accanto al consumo di acqua e all’impronta di carbonio emessa, il settore fa uso di prodotti chimici inquinanti che rappresentano anche un ostacolo al riciclo di materia prima, con il risultato che le fibre naturali diventano sempre più rare e con costi sempre maggiori. I brand globali, perciò, cercano alternative nelle fibre riciclabili e processi di produzione più puliti. Poiché la produzione di indumenti genera una massiva quantità di rifiuti tessili lungo le catene di fornitura così come a livello industriale e consumer, la conferenza farà il punto sugli obiettivi di circolarità, le fibre prodotte in modo sostenibile e sulle tecnologie per il riciclo e protocolli chimici più sicuri. Organizzata dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, UNIDO e MedWaves (Giovedì 10 novembre, dalle 11:30 alle 13. Sala Neri 2, Hall Sud).(Foto: ©yarruta/123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, CVS e Walgreens patteggiano oltre 10 miliardi per cause oppiacei

    (Teleborsa) – Le compagnie farmaceutiche Walgreens e CVS Health hanno concordato un risarcimento di oltre 10 miliardi di dollari per chiudere tutte le cause rimanenti con gli Stati, le città e le tribù dei nativi americani riguardanti la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.In base all’accordo proposto, CVS pagherebbe 4,9 miliardi a stati e comuni e 130 milioni alle tribù per i prossimi 10 anni a partire dal 2023. La società ha spiegato che l’accordo non è un’ammissione di colpa e che continuerà a difendersi da qualsiasi contenzioso non compreso nell’accordo. Walgreens, che considera l’accordo non un ammissione di illecito, pagherà fino a 4,79 miliardi di dollari agli stati in 15 anni e circa 155 milioni di dollari alle tribù. Pagherà anche le spese legali pari a 753,5 milioni in sei anni.(Foto: © unitysphere / 123RF) LEGGI TUTTO