24 Novembre 2022

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    MIMIT, Rinnovabili e batterie: domande dal 28 novembre

    (Teleborsa) – A partire dalle ore 12 di lunedì 28 novembre le imprese potranno presentare domanda per gli investimenti nei settori delle rinnovabili e delle batterie attraverso lo strumento dei Contratti di sviluppo.Lo comunica il MIMIT spiegando che le risorse a disposizione, stanziate nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), sono pari a circa 360 milioni di euro. Saranno finanziati programmi di sviluppo relativi ai seguenti ambiti: Tecnologia PV (PhotoVoltaics), con particolare riferimento ai pannelli fotovoltaici innovativi ad alto rendimento; Industria eolica, in relazione agli aerogeneratori di nuova generazione e taglia medio-grande; Batterie, a sostegno della produzione nel settore.I Contratti di sviluppo sostengono programmi di investimento di grandi dimensioni, che possono essere realizzati da una o più imprese, anche in forma congiunta.Le domande di agevolazione – conclude la nota – dovranno essere presentate a Invitalia, soggetto gestore della misura, entro il 28 febbraio 2023. LEGGI TUTTO

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    Korean Air ha presentato a Malpensa il B787-9

    (Teleborsa) – Korean Air ha mostrato ieri sera a Milano Malpensa il suo Boeing 787-9 in arrivo da Seul. Ospiti agenti di viaggio e tour operator. La compagnia aerea sudcoreana opera sia da Malpensa che da Fiumicino, in entrambi gli aeroporti assicurando tre frequenze settimanali con Seul. Il Boeing 787-9 opera in una configurazione che offre 24 posti business e 245 economy, con voli che vengono effettuati il martedì, venerdì e domenica.Su Fiumicino, Korean Air continua a operare con B777-300er, configurato con 64 posti di business class e 275 di economy. Per chi vola dall’Italia, all’aeroporto di Seul Incheon sono disponibili in particolare comode coincidenze per proseguire verso Bali, Phnom Penh e Sydney. LEGGI TUTTO

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    BCC, Bankitalia: riorganizzazione in gruppi aiuta ad affrontare transizione ecologica

    (Teleborsa) – Sulla gestione dei rischi climatici e ambientali, “gli intermediari cooperativi sembrano in generale risentire dei ritardi del tessuto economico di riferimento e della conseguente maggiore carenza di dati e di informazioni”. Lo ha affermato Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, spiegando che “nonostante l’accresciuta consapevolezza degli organi decisionali e le strategie progressivamente informate sui rischi climatici e ambientali, sembra emergere un ritardo più significativo rispetto alle banche di maggiori dimensioni nello sviluppo di metodologie adeguate a quantificare l’impatto e la rilevanza di questi fattori di rischio”.Però, “la riorganizzazione del credito cooperativo in gruppi, avviata negli scorsi anni, può consentire alle BCC di affrontare la sfida della transizione ecologica con maggiore forza rispetto alla situazione precedente – ha aggiunto Siani – Infatti, pur continuando a far leva sulla prossimità territoriale che le contraddistingue, l’appartenenza a un gruppo può favorire lo sfruttamento di maggiori economie di scala per contenere gli ingenti costi iniziali necessari alla revisione delle strategie, all’introduzione di presidi idonei per identificare, misurare, monitorare e mitigare tali rischi e sviluppare nuove metodologie, alla raccolta di informazioni più granulari”.Inoltre, “la limitata resilienza delle singole BCC ai rischi fisici – in particolar modo ai fenomeni climatici estremi che sono strutturalmente localizzati – può essere efficacemente controbilanciata da quella sviluppata a livello di gruppo, in quanto associata a una maggior diversificazione geografica”.Allargando lo sguardo all’intero settore bancario, Siani ha evidenziato che “la transizione ecologica e sostenibile crea nuove opportunità di business in termini di crescita degli impieghi di elevata qualità e di ampliamento dei servizi alla clientela. Essa richiede tuttavia a tutti gli attori coinvolti sforzi rilevanti. Il processo regolamentare in corso e le autorità di supervisione hanno stimolato l’avvio di progetti volti a sensibilizzare il sistema bancario e finanziario e a rivedere i propri sistemi gestionali”. LEGGI TUTTO

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    Unidata, Alantra avvia copertura con Buy e TP a 63,5 euro

    (Teleborsa) – Alantra ha iniziato la copertura sul titolo Unidata, operatore di telecomunicazioni, Cloud e servizi IoT quotato su Euronext Growth Milan. Il prezzo obiettivo è stato fissato a 63,5 euro per azione (per un potenziale upside di circa il 40%), mentre il giudizio sul titolo è “Buy”. Secondo gli analisti, la società romana dovrebbe sfruttare le potenzialità della propria infrastruttura esistente con l’offerta di servizi a valore aggiunto e l’espansione nel business residenziale.Viene prevista una crescita a doppia cifra delle vendite (26,5% CAGR 21-24) e dell’EBITDA (15,5%), con un mix sempre più sbilanciato verso i servizi ricorrenti. “Mentre le partnership esistenti dovrebbero garantire l’estensione della rete in fibra, due nuove iniziative (un cavo sottomarino e un data center green), che saranno dettagliate in un nuovo piano aziendale il 25 novembre, dovrebbero diversificare l’infrastruttura proprietaria e aggiungere potenziale di creazione di valore”, si legge nella ricerca.Alantra calcola che, dall’IPO nel 2020, Unidata ha fortemente sovraperformato l’indice FTSE Italian Mid Cap (oltre il 200% dal prezzo IPO di 13 euro per azione).”Riteniamo che il prossimo aggiornamento del piano industriale, i due nuovi progetti di trasformazione e il piano di translisting al segmento STAR da EGM entro il 2023 dovrebbero innescare un aumento di visibilità e dei volumi di scambio”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    CdP: via libera a operazioni per oltre 2,8 miliardi, verso superamento target Piano

    (Teleborsa) – Via libera del CdA di Cassa Depositi e Prestiti (CdP) a nuove operazioni a favore di imprese e territori per un valore complessivo di oltre 2,8 miliardi di euro. Approvate anche la politica del settore Energia e le decime Linee Guida Strategiche sulla Cooperazione Internazionale. Al Consiglio è stato poi comunicato anche l’aggiornamento del Piano Strategico 2022-2024 approvato il 25 novembre 2021. E’ quanto si legge in una nota.Per la seconda volta, dopo quello di Napoli dello scorso giugno, il cda di Cassa si è riunito fuori dalle sedi del Gruppo per dare unsegnale concreto dell’impegno e della vicinanza di cdp nei confronti del territorio e delle comunità locali. Questa volta la scelta èricaduta sul Palazzo dell’Accademia delle Scienze di Torino: proprio nel capoluogo piemontese 172 anni fa, a novembre del 1850, fu fondata Cassa Depositi e Prestiti.Nei primi dieci mesi del 2022 il Gruppo Cdp, spiega ancora la nota, ha impegnato risorse per 24,5 miliardi (+5 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) “ponendo le basi per superare gli obiettivi del Piano Strategico 2022-2024”. Per il triennio il Piano prevede un impegno complessivo di 65 miliardi, fra i quali 21 miliardi per Pa e infrastrutture e 34 miliardi per imprese e internazionalizzazione, con la capacità di attrarre 63 miliardi da terzi e di attivare un totale di investimenti per 128 miliardi.Sempre in coerenza con il Piano, che punta a rendere Cassa un’istituzione policy driven, ovvero guidata nelle sue scelte da politiche sia trasversali che settoriali, il Consiglio di Amministrazione ha varato la Politica del Settore Energia. Si tratta – spiega la nota – “della prima policy settoriale approvata dal CdA dopo la Politica diversità, equità e inclusione e quelle generali su finanziamento e investimento responsabile e declina le aree di intervento e di esclusione per le attività di finanziamento e di investimento di CDP nel comparto energetico. La Politica mira a: integrare gli aspetti ESG all’interno dei processi di business; individuare i criteri di trattamento per gli ambiti da promuovere in coerenza con le Linee Guida Strategiche elaborate per il settore; definire i criteri di limitazione ed esclusione”.Deliberate poi le Linee Guida Strategiche Settoriali per la Cooperazione internazionale e la Finanza per lo Sviluppo. “Con questo documento si completa la declinazione delle strategie relative ai dieci ambiti di intervento individuati dal Piano Strategico e si rendono operativi gli strumenti per orientare le scelte di finanziamento e investimento di CDP, con la verifica della coerenza rispetto alle priorità di intervento definite. Allo stesso tempo, si pongono le basi per monitorare l’attività e per valutare l’impatto in relazione all’effettiva capacità di generare benefici per cittadini, imprese e territori”.Il presidente di CDP, Giovanni Gorno Tempini ha dichiarato: “La nuova Policy e le ultime Linee Guida Strategiche Settoriali confermano che il percorso intrapreso da Cassa è pienamente in linea con gli obiettivi del Piano, in particolare su tematiche fondamentali come l’energia e l’adeguamento ai principi ESG. Un percorso a favore di territori e imprese, frutto di un continuo e aperto confronto con gli stakeholder e con la società civile, di cui è esempio il Forum Multistakeholder del prossimo 28 novembre. Anche l’attenzione alla Cooperazione internazionale dimostra quanto CDP sia concentrata sulle esigenze dei Paesi in via di sviluppo e operi sempre più con altre istituzioni comunitarie e internazionali per migliorare la condizione delle aree che necessitano di interventi finalizzati a colmare gap oggi non più procrastinabili”.Per Dario Scannapieco, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP, “I 24,5 miliardi di risorse impegnate nei primi dieci mesi del 2022 da CDP, in aumento di 5 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno nonostante il mutato contesto economico, dimostrano che la performance di CDP è solida e che sono state poste per basi per il superamento degli obiettivi previsti dal Piano Strategico 2022-2024. Proprio in ragione dell’evoluzione delle dinamiche di mercato, con particolare attenzione alla crescita dell’inflazione dovuta all’aumento del prezzo dell’energia e delle materie prime e al conseguente riflesso sull’incremento dei tassi di interesse, che impattano in maniera trasversale l’operatività di CDP, si è reso necessario un aggiornamento del Piano, che non ne modifica però l’impianto strategico complessivo e gli obiettivi, anche in termini di risorse impegnate e di investimenti attivati”. LEGGI TUTTO

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    Schnabel (BCE): spazio per rallentare ritmo degli aumenti tassi rimane limitato

    (Teleborsa) – “Il nuovo contesto macroeconomico richiede un diverso mix di politiche monetarie e fiscali per combattere efficacemente l’attuale crisi del costo della vita, limitare gli effetti distributivi negativi dell’elevata inflazione e affrontare le sfide a lungo termine che le nostre economie devono affrontare”. Lo ha affermato Isabel Schnabel, che parte dell’Executive Board della Banca centrale europea (BCE), alla Bank of England Watchers’ Conference.Secondo Schnabel, “la politica fiscale deve proteggere le parti più vulnerabili della società dalle conseguenze degli shock dei prezzi energetici e alimentari. Allo stesso tempo, i governi devono evitare una posizione eccessivamente espansiva che alimenta le pressioni inflazionistiche e si aggiunge all’onere del debito pubblico storicamente elevato””Sfortunatamente, questo non è ciò che stiamo vedendo oggi – ha però sottolineato – Molte delle misure fiscali adottate finora non sono state mirate, sono state dirette ai consumi piuttosto che agli investimenti e spesso indeboliscono gli incentivi per le imprese e le famiglie a ridurre il consumo di energia”.Le banche centrali, da parte loro, “devono rimanere determinate a riportare l’inflazione all’obiettivo in modo tempestivo, in modo da evitare che l’attuale elevata inflazione si consolidi nelle aspettative. A tal fine è necessario aumentare ulteriormente i tassi di interesse per il tempo necessario a riportare l’inflazione su un percorso sostenibile verso il 2%”.”I dati in arrivo finora suggeriscono che lo spazio per rallentare il ritmo degli aggiustamenti dei tassi d’interesse rimane limitato, anche se ci stiamo avvicinando alle stime del tasso “neutrale” – ha proseguito – Il grado straordinariamente elevato di incertezza che circonda tali stime implica che esse non possono servire da parametro per determinare il ritmo appropriato degli aggiustamenti dei tassi di interesse. Invece, la politica deve rimanere dipendente dai dati”. LEGGI TUTTO

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    Culti Milano, finanziamento da ICCREA a supporto di OPA parziale

    (Teleborsa) – Culti Milano, società quotata su Euronext Growth Milan e specializzata nella produzione e distribuzione di fragranze e cosmesi, ha raggiunto un accordo di finanziamento a medio-lungo termine con il Gruppo BCC Iccrea per supportare l’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria parziale su azioni proprie. La società ha siglato il finanziamento in ottica di ottimizzazione della struttura finanziaria, pur disponendo delle risorse finanziarie per far fronte alle proprie obbligazioni derivanti dall’offerta (per un controvalore massimo, in caso di integrale adesione, di 6,2 milioni di euro, oltre le spese).L’accordo di finanziamento prevede la concessione di risorse fino ad un importo pari all’80% dell’esborso massimo e delle spese che potranno essere sostenute dalla società e, pertanto, per un importo massimo di 5,2 milioni di euro. In particolare, per il Gruppo BCC Iccrea sono coinvolte nell’iniziativa la capogruppo BCC Banca Iccrea e BCC Carate Brianza.Il Finanziamento prevede un rimborso amortizing su base trimestrale a partire dal prossimo 31 a osto 2023, la concessione del pegno sulle azioni acquistate, un tasso pari all’EURIBOR a tre mesi maggiorato di 225 bps ed è regolato da previsioni contrattuali standard per questa tipologia di finanziamenti.”Ci fa piacere – ha commentato Franco Spalla, presidente di Culti Milano – vedere ancora al nostro fianco il Gruppo BCC Iccrea, che da qualche anno supporta i piani di consolidamento e sviluppo della nostra società, assistendoci altresì nei piani espansivi, sia per quanto riguarda le acquisizioni che per la valorizzazione di nuovi e strategici prodotti, come il Bakel 3D”. LEGGI TUTTO

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    BCE: inasprimento politica monetaria continuerà anche con recessione lieve

    (Teleborsa) – All’ultima riunione della Banca centrale europea (BCE) la proposta del capoeconomista Philip Lane di aumentare i tassi di interesse di riferimento della BCE di 75 punti base “è stata sostenuta da un’ampia maggioranza di membri”, in quanto un aumento di tale portata “è stato giudicato una risposta adeguata in considerazione del periodo prolungato di inflazione eccessivamente elevata e del rischio che ciò possa aggiungersi alle pressioni sui prezzi a medio termine”. Lo si legge nei verbali del meeting del 26-27 ottobre 2022.I banchieri centrali hanno sottolineato che l’orientamento della politica monetaria è ancora accomodante e hanno sostenuto che un aumento di 75 punti base costituisce un passo necessario verso un livello più neutrale. “Ciò equivarrebbe anche a un’ulteriore anticipazione degli aumenti dei tassi di interesse, consentendo di raggiungere rapidamente un livello neutrale”, hanno evidenziato.Alcuni membri hanno espresso invece la preferenza per un aumento di 50 punti base, “tenuto conto che il rialzo dei tassi sarebbe accompagnato da un segnale sulla necessità di ulteriori futuri rialzi dei tassi, da una modifica della remunerazione delle riserve minime, e dall’adeguamento dei termini e delle condizioni del TLTRO III, il che implicherebbe un ulteriore inasprimento della politica monetaria”.Sebbene le prospettive economiche si siano già notevolmente deteriorate, è opinione diffusa del Board BCE che l’atteso indebolimento dell’attività economica non è sufficiente a frenare l’inflazione in misura significativa. “In caso di recessione superficiale, il Consiglio direttivo dovrebbe continuare a normalizzare e inasprire la politica monetaria, mentre potrebbe voler sospendere se si verificasse una recessione prolungata e profonda, che potrebbe frenare l’inflazione in misura maggiore”, si legge nel documento.Sul fronte della trasmissione della politica monetaria, i funzionari della BCE hanno fatto notare che “gli spread erano stati relativamente insensibili ai cambiamenti nelle aspettative di politica monetaria, che probabilmente riflettevano il sostegno del Transmission Protection Instrument e la comunicazione sui reinvestimenti flessibili nell’ambito del PEPP”.In tale contesto, è stato evidenziato che l’aumento dei tassi di interesse del Consiglio direttivo di settembre “non era stato trasmesso senza problemi a tutti i segmenti dei mercati pronti contro termine”. LEGGI TUTTO