Dicembre 2022

Monthly Archives

More stories

  • in

    Assicurazioni, IVASS: raccolta danni e vita in calo del 5,4%

    (Teleborsa) – Nel primo semestre 2022, la raccolta complessiva vita e danni è diminuita del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a 73,6 miliardi di euro. Lo rende noto l’Ivass.In particolare, la raccolta del settore vita, pari a 52,9 miliardi, segna un calo del 9,2%. La nuova produzione del settore si attesta a 36,2 miliardi (-14). La riduzione della raccolta ha interessato tutti i principali canali di distribuzione (-7,3% presso gli sportelli bancari e postali, -19,9% quella realizzata attraverso i consulenti finanziari e -13,3% presso le agenzie con mandato). La produzione vita con finalità previdenziali è aumentata del 4,6% (3,2 miliardi).La raccolta del settore danni è invece aumentata del 5,9% a 20,7 miliardi. Tutti i rami principali non-auto sono in crescita, mentre il comparto auto prosegue nella contrazione (-2,0% del ramo r.c. Auto). Oltre il 68,7% della raccolta danni è realizzata dalle agenzie con mandato (85,5% per le polizze r.c. auto); gli altri canali distributivi segnano incrementi salvo le cosiddette “altre forme di vendita diretta” (telefono e Internet). LEGGI TUTTO

  • in

    Borsa Milano si conferma negativa con resto UE. Occhi su Wall Street

    (Teleborsa) – Milano è debole assieme alle altre Borse di Eurolandia, mentre si preannuncia una partenza sottotono anche per Wall Street, con i mercati che chiudono il peggior anno dal 2008 in piena crisi finanziaria.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,068. L’Oro mostra un timido guadagno, con un progresso dello 0,46%. Sostanzialmente stabile il mercato petrolifero, che continua la sessione sui livelli della vigilia con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che scambia a 78,4 punti.Invariato lo spread, che si posiziona a +209 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si attesta al 4,62%.Nello scenario borsistico europeo debole Francoforte, che segna un -0,83%, sottotono Londra, che registra un calo dello 0,50%, mentre Parigi, perde lo 0,73%.Variazione negativa per il listino milanese, con il FTSE MIB che si attesta a 23.899 punti (-0,66%), mentre il FTSE Italia All-Share retrocede a 25.923 punti. Poco sotto la parità il FTSE Italia Mid Cap (-0,34%), come pure il FTSE Italia Star, che mostra un calo dello 0,30%.In questa giornata negativa per Piazza Affari, nessuna Blue Chip mette a segno una performance positiva.I più forti ribassi si verificano su Telecom Italia, che continua la seduta con -2,14% dopo lo slittamento del dossier rete unica al 2023.Discesa modesta per Recordati, che cede un piccolo -1,26%.Pensosa Nexi, con un calo frazionale dell’1,22%.Tentenna ERG, con un modesto ribasso dell’1,21%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Ariston Holding (+1,75%), Safilo (+0,84%), doValue (+0,84%) e Anima Holding (+0,81%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Cembre, che segna un -3,21%.Calo deciso per GVS, che segna un -2,15%.Sotto pressione Luve, con un forte ribasso dell’1,78%.Soffre Brunello Cucinelli, che evidenzia una perdita dell’1,63%. LEGGI TUTTO

  • in

    Assoturismo-CST: a Capodanno attese 10,2 milioni di presenze (+9,2% SU 2021)

    (Teleborsa) – La notte di San Silvestro fa accelerare ancora il turismo. Tra il weekend di Capodanno e l’Epifania sono attese 10,2 milioni di presenze nelle strutture ricettive ufficiali, con uno scatto del +9,2% sullo stesso periodo dello scorso anno, anche grazie al ritorno in forze del turismo straniero. A stimarlo per Assoturismo Confesercenti è il Centro Studi Turistici di Firenze, sulla base di un’indagine condotta su un campione di 1.334 imprenditori della ricettività. Una buona notizia per il comparto. “La settimana di Capodanno – sottolinea Assoturismo – è senza ombra di dubbio la più importante per il turismo nella stagione invernale, e si spera di recuperare quanto perso in un autunno difficile, condizionato dall’aumento dei costi energetici e dal rallentamento fisiologico dei flussi turistici. Che, invece, mostrano una grande vitalità in queste ultime battute dell’anno”. Complessivamente, per il periodo delle feste Assoturismo stima 13,8 milioni di presenze nelle strutture ufficiali, il +8,1% rispetto al 2021, di cui il 74% concentrato proprio nel periodo di Capodanno. Una crescita trainata dall’incremento delle presenze estere (+19,5%). Ad aumentare sono soprattutto le presenze di tedeschi e francesi, ma arrivano in forze anche svizzeri, britannici, olandesi e belgi. Tra i mercati extraeuropei, invece, le segnalazioni di aumento più significative sono per il mercato statunitense, con un gran ritorno dei turisti USA soprattutto nelle città d’arte. Arriva qualche segnale di ripresa anche dai turisti di Canada, Brasile e Cina, anche se per ora si tratta di una timida ripresa. Tra le mete spiccano in particolare, le città e i centri d’arte che dovrebbero registrare un incremento del +11%, mentre per le località di montagna la stima di aumento è del +8,4%. Buone aspettative anche per le località di collina/campagna e dei laghi, con un incremento rispettivamente del +7,2% e del +6,2%. Aumenti più contenuti, ma comunque rilevanti, per località termali (+5,3%), marine (+5%) e le località ad Altro Interesse (+3,1%). In generale, la tendenza risulterebbe leggermente migliore per le strutture extralberghiere (+9,1%) che per le alberghiere (+7,7%). Dall’indagine emerge un andamento abbastanza uniforme tra le diverse aree del Paese: le previsioni migliori sono delle imprese del Centro (+9,1%) e del Nord Ovest (+8,2%), ma un trend positivo è atteso anche nel Nord Est (+7,9%) e nelle regioni del Sud e delle Isole (+6,7%). Una certa differenziazione si rileva, invece, in merito alla presenza degli stranieri: nelle aree del Nord Est e del Nord Ovest la quota della domanda estera è stata segnalata rispettivamente al 42% e al 40%. Nelle regioni del Centro dovrebbe attestarsi al 33%, mentre al Sud e Isole scenderebbe al 19%. LEGGI TUTTO

  • in

    TIM sotto pressione in Borsa dopo ennesimo slittamento dossier rete

    (Teleborsa) – Ultima giornata dell’anno difficile per Telecom Italia, che sta segnando un calo del 2,22% in Borsa, dopo l’ennesimo slittamento del dossier rete unica al nuovo anno. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del FTSE MIB, a conferma del suo magfgior appeal. L’esame di breve periodo classifica un rafforzamento della fase rialzista del titolo, con immediata resistenza vista a 0,2225 Euro e primo supporto individuato a 0,2164. Tecnicamente ci si attende un ulteriore spunto rialzista della curva verso nuovi top stimati in area 0,2286.Tornando al capitolo rete, l’ultima riunione “tecnica” al Ministero dell’Industria e del Made in Italy ha dato come esito una fumata nera, vanificando le speranze di chi credeva che il capitolo venisse chiuso entro la fine dell’anno. Quel che è uscito di buono dalla riunione, che ha visto da un lato i rappresentanti del governo (Ministeri) e dall’altro gli azionisti (Vivendi con il 24% e CDP con il 10%, è la volontà di coinvolgere anche il management nelle trattative per il riassetto nelle riunioni che si terranno nel 2023.Fra le questioni più spinose il valore degli asset (Netco), con valutazioni che restano ancora distanti, nonostante Vivendi abbia ridimensionato le sue aspettative indicando un valore di 24 miliardi più 3 miliardi di dividendo straordinario a valle della cessione. Un valore che, pur correggendo le pretese iniziali (31 miliardi), giudicate dai più eccessive, resta lontano dai 18-19 miliardi offerti da CDP. LEGGI TUTTO

  • in

    Lavoro, CGIA: “Al Sud si pagano più pensioni che stipendi”

    (Teleborsa) – Anche se di sole 205 mila unità, a livello nazionale il numero delle pensioni erogate agli italiani (pari a 22 milioni e 759 mila assegni) ha superato la platea costituita dai lavoratori autonomi e dai dipendenti occupati nelle fabbriche, negli uffici e nei negozi (22 milioni 554 mila addetti). La situazione più squilibrata si verifica nel Mezzogiorno. Se nel Centro-Nord – con le eccezioni di Liguria, Umbria e Marche – i lavoratori attivi, anche se di poco, sono più numerosi delle pensioni erogate dall’Inps e dagli altri istituti previdenziali, nel Sud il sorpasso è già avvenuto: queste ultime, infatti, superano i primi di un milione e 244 mila unità. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA sulla base di dati riferiti al 1 gennaio 2022.Le ragioni del divario – “Le ragioni di questo divario tra lavoratori e numero di pensioni – spiega la CGIA – vanno ricercate nella forte denatalità che, da almeno 30 anni, sta caratterizzando il nostro Paese. Il calo demografico, infatti, ha concorso a ridurre la popolazione in età lavorativa e ad aumentare l’incidenza degli over 65 sulla popolazione complessiva. Si segnala che tra il 2014 e il 2022 la popolazione italiana nella fascia di età più produttiva (25-44 anni) è diminuita di oltre un milione e 360 mila unità (-2,3 per cento). Per quanto concerne il risultato anomalo del Sud, va segnalato che, rispetto alle altre ripartizioni geografiche d’Italia, il numero degli occupati è sensibilmente inferiore. Va infine evidenziato che il risultato di questa analisi è sicuramente sottodimensionato; ricordiamo, infatti, che in Italia ci sono poco più di un milione e 700 mila occupati che dopo essere andati in pensione continuano, su base volontaria, a esercitare ancora l’attività lavorativa in piena regola”.Immobiliare, trasporti, moda e HoReCa i settori più penalizzati – “Un Paese che registra una popolazione sempre più anziana – sottolinea la CGIA – potrebbe avere nei prossimi decenni seri problemi a far quadrare i conti pubblici; in particolar modo a causa dell’aumento della spesa pensionistica, di quella farmaceutica e di quella legata alle attività di cura/assistenza alla persona. Va altresì segnalato che con una presenza di over 65 molto diffusa, alcuni importanti settori economici potrebbero subire dei contraccolpi negativi”. Tra questi figura la propensione alla spesa molto più contenuta della popolazione più giovane. Una società costituita prevalentemente da anziani rischia, infatti, di ridimensionare il giro d’affari del mercato immobiliare, dei trasporti, della moda e del settore ricettivo (HoReCa). Per contro, invece, – si legge nel report – le banche potrebbero contare su alcuni effetti positivi; con una maggiore predisposizione al risparmio, le persone più anziane dovrebbero aumentare la dimensione economica dei propri depositi, facendo così felici molti istituti di credito. Si fatica a trovare personale – Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana sta provocando anche un altro grosso problema. Da tempo, ormai, – rileva la CGIA – gli imprenditori, non solo al Nord, denunciano la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro personale altamente qualificato e/o figure professionali di basso livello. Se per i primi le difficoltà di reperimento sono strutturali a causa del disallineamento che in alcune aree del Paese si è creato tra la scuola e il mondo del lavoro, per le seconde, invece, sono posti di lavoro che spesso i nostri giovani, peraltro sempre meno numerosi, rifiutano di occupare e solo in parte vengono coperti dagli stranieri. Una situazione che con la congiuntura economica negativa alle porte potrebbe essere destinata a rientrare, sebbene in prospettiva futura la difficoltà di incrociare la domanda e l’offerta di lavoro rimarrà una questione non facile da risolvere.Cosa fare? – Per contrastare il calo delle nascite e il conseguente invecchiamento della popolazione è necessario mettere a punto una serie di interventi di medio-lungo periodo. Come ha avuto modo di sottolineare anche la Banca d’Italia, è indispensabile, in particolar modo, potenziare le politiche mirate alla crescita demografica (es. aiuti alle giovani mamme, alle famiglie, ai minori, etc.), allungare la vita lavorativa (almeno per le persone che svolgono un’attività impiegatizia o intellettuale), incrementare la partecipazione femminile nel mercato del lavoro e, infine, innalzare il livello di istruzione della forza lavoro che in Italia è ancora tra i più bassi di tutta l’UE.A Messina, Lecce e Napoli le situazioni più squilibrate – A livello territoriale tutte le regioni del Mezzogiorno presentano un numero di occupati inferiore al numero degli assegni pensionistici erogati. In termini assoluti – secondo l’analisi della CGIA – le situazioni più squilibrate si verificano in Campania (saldo pari a -226 mila), Calabria (-234 mila), Puglia (-276 mila) e Sicilia (-340 mila). Nel Centro-Nord, invece, solo Marche (-36 mila), Umbria (- 47 mila) e Liguria (-71 mila) presentano una situazione di criticità. Per contro, tutte le altre sono di segno opposto: le situazioni più virtuose – vale a dire dove i lavoratori attivi sono nettamente superiori alle pensioni erogate – si scorgono in Emilia Romagna (+191 mila), Veneto (+291 mila) e Lombardia (+ 658 mila). A livello provinciale, infine, le situazioni più compromesse che si registrano al Nord riguardano Biella (-14 mila), Savona (- 18 mila) e Genova (-38 mila). Tra le realtà più virtuose, invece, scorgiamo Bergamo (+83 mila), Brescia (+111 mila) e Milano (+299 mila). Nel Centro spiccano le difficoltà di Macerata (-14 mila), Terni (-22 mila) e Perugia (-24 mila), mentre dal saldo con segno positivo spicca il risultato riferito alla provincia di Roma (+ 275 mila). Nel Mezzogiorno, infine, le situazioni più squilibrate riguardano Palermo (- 80 mila), Reggio Calabria (-86 mila), Messina (- 94 mila), Lecce (-104 mila) e Napoli (-137 mila). Tra tutte le 38 realtà provinciali del Sud, solo due presentano un saldo positivo: esse sono Ragusa (+ 8 mila) e Cagliari (+ 10 mila). LEGGI TUTTO

  • in

    Euronext conferma leadership in Ue e ruolo chiave per unione mercati capitali

    (Teleborsa) – Euronext conferma la sua attrattività fra le piattaforme mercato europee, grazie all’elevato numero di quotazioni di nuove azioni e bond avvenuta nel 2022, che ne confermano la posizione di più grande operatore di borsa in Europa in termini di capitalizzazione di mercato aggregata.Euronext, infatti, è la più grande infrastruttura finanziaria europea e gestisce le borse di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Oslo, Milano e Parigi, ospitando oltre 1.900 emittenti di azioni, per un valore di 6.400 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato aggregata. Il 25% delle azioni scambiate in Europa è passato di mano sui mercati Euronext.”Euronext ha confermato la sua leadership come sede di quotazione azionaria numero uno in Europa. Continuiamo a supportare gli emittenti nel loro percorso sui mercati dei capitali, facendo leva sulle nostre radici europee e sulla nostra ambizione globale di fornire loro i mezzi per crescere e raggiungere i loro obiettivi”, ha spiegato Stéphane Boujnah, CEO e presidente del consiglio di amministrazione di Euronext.”Euronext continua a svolgere un ruolo centrale nel rendere il progetto dell’Unione dei mercati dei capitali una realtà tangibile – ha aggiunto Boujnah – creando un mercato unico integrato dei capitali nell’Unione europea. Nel 2022, abbiamo creato Euronext Tech Leaders per riunire i campioni tecnologici europei nello stesso segmento e indice europeo. Nel marzo del prossimo anno, la migrazione dei mercati italiani alla piattaforma di trading proprietaria all’avanguardia di Euronext Optiq rafforzerà ulteriormente il nostro unico pool di liquidità europeo e rafforzerà la posizione di Euronext come sede di quotazione leader in Europa”.La piattaforma più attrattiva per le IPO Euronext resta la sede di riferimento per la quotazione di azioni in UE, ospitando quasi 400 emittenti a grande capitalizzazione e oltre 1.500 PMI, continuando ad attrarre società leader in tutti i settori e in tutte le aree geografiche.Nel 2022, sono state accolte 83 nuove quotazioni azionarie, metà delle quali effettuate da società tecnologiche, per una capitalizzazione di mercato aggregata alla quotazione di 23 miliardi di euro e una raccolta di 3,8 miliardi di euro.Il nuovo segmento Euronext Tech Leaders, lanciato a giugno 2022 e dedicato alle aziende tecnologiche leader e ad alta crescita, ha accolto quattro new entry, portando il totale del segmento a oltre 110 emittenti, con una capitalizzazione di mercato aggregata di 800 miliardi di euro al 29 dicembre 2022. Questa iniziativa rafforza ulteriormente la Ecosistema tecnologico di oltre 700 società tecnologiche quotate, oltre 660 società private che sono alumni dei suoi programmi pre-IPO e un’ampia base di investitori internazionali che finanziano tutti i tipi di profili di crescita delle società tecnologiche.Nel 2022, diverse società a grande capitalizzazione hanno approfittato della visibilità di Euronext per avviare un processo di quotazione di tipo tradizionale: Var Energi (774 milioni di euro raccolti, 6,9 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato alla quotazione), che rappresenta la più grande società ad aver condotto un’IPO a livello globale negli ultimi 10 anni; la Technoprobe di Giuseppe Crippa (713 milioni di euro raccolti, 3,4 miliardi di euro di equity valore alla quotazione2) ed Industrie De Nora (480 milioni di euro raccolti, 2,7 miliardi di equity value alla quotazione3). Altre società sono approdate in Borsa dopo uno scorporo dalle rispettive società-madri: Technicolor Creative Studios (1,1 miliardi di euro di capitalizzazione alla quotazione) e DEME (2,4 miliardi di euro di capitalizzazione alla quotazione). Altre, infine, hanno scelto di effettuare operazioni di aggregazione con SPAC quotate: FL Entertainment (4,5 miliardi di capitalizzazione di mercato alla quotazione) e Deezer (1 miliardo di capitalizzazione di mercato alla quotazione).L’Italia aggiorna la regolamentazioneQuest’anno Euronext ha introdotto un nuovo regolamento di quotazione in Italia, armonizzandolo agli standard del Gruppo e globali, per semplificare l’accesso ai finanziamenti e le IPOIl mercato dei bond conferma leadership mondialeAnche l’attività di quotazione degli strumenti di debito (bond) è cresciuta nel 2022, rafforzando la posizione di leadership mondiale di Euronext. Nel 2022 sono state quotate oltre 7.800 nuove obbligazioni, portando il totale a oltre 53.000 obbligazioni quotate a fine 2022La posizione di leadership di Euronext nelle obbligazioni ESG è stata rafforzata con oltre 310 nuove quotazioni, che hanno consentito di raccogliere 200 miliardi di euro. Alla fine del 2022, 1 trilione di euro è stato raccolto in totale tramite obbligazioni ESG sui mercati Euronext.I servizi alle imprese Anche Euronext Corporate Services, la suite di soluzioni digitali e aziendali di Euronext, ha performato molto bene con oltre 450 nuovi clienti, supportati dall’accelerazione delle tendenze della digitalizzazione. Euronext Corporate Services conta ora oltre 4.500 clienti in 30 paesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, Ue ai 27: “Restare vigili sui voli dalla Cina”. Pechino: “Dati sempre trasparenti”

    (Teleborsa) – “Alla luce dell’abolizione delle restrizioni ai viaggi annunciata dal governo cinese e che entrerà in vigore l’8 gennaio prossimo, invito a rimanere molto vigili poiché i dati epidemiologici o i test affidabili per la Cina sono piuttosto scarsi, la copertura vaccinale generale in Cina è bassa e non esiste una decisione di equivalenza tra i certificati di vaccinazione o di guarigione cinesi e il certificato digitale Covid-19 dell’Ue”. È quanto scrive la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides in una lettera inviata ai 27 Paesi membri dopo la riunione di ieri dell’Health Security Committee.”Vorrei invitarvi a valutare le vostre attuali pratiche di sorveglianza genomica del virus CoV2 della SARS: se è stata ridimensionata a causa della nuova fase domestica, potreste prendere in considerazione l’idea di aumentarla nuovamente. Sarebbe poi importante continuare o avviare una sorveglianza delle acque reflue, che includa le acque di scarico degli aeroporti principali – prosegue la commissaria –. Se compare una nuova variante del virus SARS-CoV2, in Cina o nell’Ue, dobbiamo individuarla tempestivamente per essere pronti a reagire rapidamente. A livello Ue stiamo sviluppando alcuni messaggi chiave per i viaggiatori europei che intendono recarsi in Cina. Inoltre, metteremo a disposizione messaggi per i viaggiatori provenienti dalla Cina e diretti nell’Ue. Sono in fase di elaborazione anche messaggi per il personale delle compagnie aeree e degli aeroporti. Questi messaggi saranno disponibili nei prossimi giorni e saranno tradotti nelle lingue ufficiali dell’Ue e in cinese, per facilitarne l’adattamento alla situazione nazionale. Il Comitato per la sicurezza sanitaria dell’Ue – EU Health Security Committee – ha dimostrato che esiste un ampio consenso sul fatto che i Paesi membri debbano agire in modo coordinato se vogliamo che le misure siano efficaci. L’informazione e la trasparenza sulle misure e un approccio basato sulla scienza sono stati i nostri principi guida per tutta la durata della pandemia e continuano ad essere fondamentali in questa fase se vogliamo proteggere efficacemente l’Ue da minacce sanitarie internazionali di questa natura. Nel corso dell’incontro alcuni Stati membri hanno proposto misure come i test a campione sui viaggiatori. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane chiederò la prosecuzione dei lavori del Comitato per la sicurezza sanitaria e vi sarei molto grata se poteste garantire che il vostro Paese sia adeguatamente rappresentato in queste riunioni e che la nostra ambizione sia quella di coordinare le nostre risposte e le nostre misure nel modo più efficace e scientifico possibile”.Ma se, da un lato, il Comitato per la Sicurezza Sanitaria – Health Security Committee Ue, dice sì ad una azione concertata, dall’altra arriva una doccia fredda dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc: lo screening dei viaggiatori dalla Cina è “ingiustificato”. L’agenzia Ue ha ricordato che i Paesi dell’Unione hanno “livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione” e “le varianti che circolano in Cina stanno già circolando nell’Ue”. Ed è proprio per via della maggiore immunità della popolazione europea, e della “precedente comparsa e successiva sostituzione delle varianti attualmente in circolazione in Cina”, che l’agenzia ha definito “ingiustificati i controlli e le misure di viaggio sui viaggiatori provenienti dalla Cina”. Le potenziali infezioni importate sono state “piuttosto basse” rispetto ai numeri che si hanno già quotidianamente, e che i sistemi sanitari “sono attualmente in grado di gestire”, ha aggiunto l’Ecdc. Un richiamo all’ordinanza con la quale mercoledì scorso il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha disposto tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. “La misura – aveva spiegato il ministro – si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana”.La Spagna ha, tuttavia, deciso di adottare la stessa linea dell’Italia rispetto ai viaggiatori provenienti dalla Cina, chiedendo loro un test negativo al coronavirus per poter entrare nel Paese, diventando così il secondo Paese europeo ad aver applicato restrizioni nei confronti degli arrivi dalla Cina dopo che il presidente Xi Jinping ha deciso di rimuovere la politica del Covid-zero, con un conseguente aumento dei contagi e dei morti legati all’infezione. Al di fuori dell’Unione europea, restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina sono state imposte da Stati Uniti, Giappone, India, Taiwan e Corea del Sud. Misure definite dai media cinesi ”infondate e discriminatorie”.La Cina, dal canto suo, ha affermato di essere ”sempre stata trasparente” per quanto riguarda ”le informazioni sul Covid-19”, comprese quelle sul ”numero dei morti” causati dal coronavirus nel Paese. Un alto dirigente della Sanità di Pechino, la direttrice dell’ufficio dell’Amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale Jiao Yahui, in conferenza stampa ha precisato che i criteri relativi ai decessi per coronavirus si dividono in due categorie a livello globale. Alcuni Paesi contano solo i casi di persone che sono risultati positivi al test dell’acido nucleico dopo essersi infettati dal nuovo coronavirus e sono morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus, ha spiegato citata dai media cinesi. Altri Paesi, ha proseguito Jiao, includono tutti i decessi entro 28 giorni dai test positivi al Covid-19. ”Ciò significa che il loro conteggio potrebbe includere anche coloro che si sono suicidati o sono morti in incidenti stradali dopo aver contratto il virus – afferma Jiao Yahui –. Dal 2020 il criterio di morte per Covid-19 che stiamo adottando in Cina è stato del primo tipo”. L’Italia intanto prende precauzioni e alza la guardia. “Per rafforzare il monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica derivante dai potenziali rischi legati alla situazione creatasi nella Repubblica Popolare Cinese” Schillaci ha convocato per la giornata di oggi l’Unità di crisi quale Osservatorio del ministero sulla materia”. “Le informazioni provenienti dalla Cina sono scarse e da ritenersi poco affidabili”, ma “indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse già circolano da tempo a livello globale, ancora all’interno delle sottovarianti di Omicron. La stessa sottovariante BF.7, su cui si stanno concentrando timori, probabilmente infondati, è una evoluzione della BA.5 che già circola da tempo anche nelle nostre latitudini ed è meno immunoevasiva delle varianti BQ al momento dominanti in Nord America e Europa”, ha detto ieri il ministro della salute nell’informativa resa al Senato sulla situazione Covid. Ieri Schillaci ha firmato l’ulteriore proroga fino al 30 aprile 2023 dell’obbligo dell’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, ivi compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale”. Il ministro ha anche reso noto che “per quanto riguarda le ulteriori misure nel nostro Paese, abbiamo rafforzato lo stretto monitoraggio delle varianti attraverso le cosiddette ‘Flash Surveys’ condotte mensilmente in collaborazione con le Regioni, la Piattaforma ‘I-Co-Gen’ dell’Istituto Superiore di Sanità che raccoglie informazioni continue sull’andamento delle varianti identificate nei principali laboratori italiani e lo studio delle varianti presenti nelle acque reflue; definito il Piano di Preparedness per la gestione della circolazione del COVID nella stagione invernale 2022-20232”. LEGGI TUTTO

  • in

    Pedaggi autostradali: incrementi tariffe al vaglio del governo

    (Teleborsa) – “Le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali sono in questo momento alla valutazione dei ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi”. È quanto ha fatto sapere l’Aiscat in vista del decreto ministeriale di fine anno che fissa gli aumenti dei pedaggi sulla rete autostradale nazionale a partire dal 1 gennaio 2023.”In Italia – prosegue l’associazione delle società concessionarie autostradali – è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente”. Inoltre i Piani economico-finanziari delle diverse concessionarie, sottolinea l’associazione, sono “attualmente a stadi di approvazione differenti e che eventuali incrementi di pedaggio dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime”. In ogni caso l’Aiscat puntualizza che gli “incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili (ne è un esempio la Francia con un +4,7 e la Spagna +4)”.Un aumento dei pedaggi era stato già annunciato lo scorso giugno da Autostrade per l’Italia. “Dal 2018 noi non abbiamo mai incrementato le tariffe – aveva spiegato l’Amministratore Delegato Aspi Roberto Tomasi –. Attualmente abbiamo una previsione di incremento delle tariffe di 1,58%, che rispetto ai numeri che stiamo vedendo sono assolutamente risibili. Siamo, credo, un sistema delle concessioni che sta reggendo questo incremento dei prezzi, dobbiamo gestirlo con grande oculatezza, come è stato fatto. Ne usciamo a testa altissima – ha chiosato Tomasi – rispetto agli incrementi che hanno avuto in questo periodo tutte le altre commodities. È un incremento risibile, legato all’approvazione del piano economico finanziario”. La revisione tariffaria, essendo già inserita nel Pef, – aveva chiarito Aspi – è precedente e dunque non è consequenziale all’attuale incremento dei costi dei materiali.Ma difronte agli aumenti le associazioni dei consumatori annunciano battaglia. Qualsiasi aumento delle tariffe autostradali per la rete di Aspi sarà impugnato da Assoutenti dinanzi al Tar del Lazio, al fine di “bloccare incrementi vergognosi dei pedaggi che non appaiono in nessun modo giustificati” ha annunciato l’estate scorsa Assoutenti commentando il previsto aumento delle tariffe dell’1,5% dei pedaggi autostradali. LEGGI TUTTO