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Rischi climatici, 32% degli impieghi bancari di famiglie e imprese italiane esposto a eventi acuti

(Teleborsa) – Al 30 Giugno 2021 il 32% degli impieghi bancari di famiglie e imprese italiane sono stati erogati in territori esposti ad un elevato rischio di eventi climatici acuti, come alluvioni, precipitazioni e frane. È quanto rileva SustainAdvisory che ha mappato l’esposizione al rischio climatico degli impieghi del sistema bancario italiano tramite l’indicatore di rischio fisico AWARE “Accident Weather Analytics & Risk Events”, sviluppato sulla base di banche dati validate da agenzie pubbliche. Il rischio è classificato su una scala di 5 classi etichettate con: Molto Basso, Basso, Medio, Alto, Molto Alto, sulla base della frequenza e dell’intensità degli eventi. I dati sono inoltre integrati dalle statistiche degli eventi degli ultimi due anni che hanno dato luogo a provvedimenti legislativi per la dichiarazione di stato di emergenza o di calamità.

Al centro dell’attenzione delle autorità di vigilanza internazionali il rischio derivante dai cambiamenti climatici, a causa del previsto aumento della frequenza e della magnitudine dei disastri naturali, viene valutato dalle autorità per le potenziali perdite finanziarie ad esso associate e quindi per le sue implicazioni sistemiche. La magnitudine delle esposizioni bancarie ai rischi fisici – evidenzia SustainAdvisory – dipenderà dalle azioni di riduzione delle emissioni e dal grado di adattamento al cambiamento climatico che si adotteranno in questi prossimi anni. A tal fine la Banca Centrale Europea sta iniziando a tenere traccia delle esposizioni bancarie ai rischi fisici nella sua attività di supervisione. Da Giugno 2021 è stata introdotta per le banche la rendicontazione del portafoglio crediti per settore ed esposizione a eventi climatici cronici e acuti, mentre nel corso del 2022 avrà luogo il primo stress test climatico sui principali istituti finanziari europei.

Impieghi di Famiglie e Imprese – In Italia, a fronte di impieghi a famiglie e imprese pari a 1,310 milioni di euro (dati di Banca d’Italia) il 32%, pari a 414 milioni di euro, è erogato in territori con un rischio di eventi climatici acuti significativo (classi Alto e Molto Alto) come alluvioni, precipitazioni e frane. Le macroregioni più esposte risultano essere il nord est, il sud e le isole. Le conseguenze degli eventi di precipitazione, alluvioni e frane sono numerose e disparate: dall’allagamento di strade, case, edifici, locali commerciali e cantieri, alla tracimazione degli impianti fognari, deperimento delle strutture di copertura ed isolamento (tetti, tettoie, terrazzi, solai), infiltrazioni idriche, lesioni e guasto di mezzi di trasporto, smottamento di terreni e crollo di pareti rocciose. Tra i potenziali danni dell’evento vanno considerati oltre alle spese di manutenzione, ricostruzione e ripristino dello stato dei luoghi, di edifici, infrastrutture e mezzi, anche i mancati introiti per l’interruzione di eventuale attività commerciale o di riscossione (pedaggi, tariffe, canoni di locazione).

Famiglie e mutui – Gli impieghi delle famiglie consumatrici a giugno 2021 ammontavano a 570 miliardi di euro. Il 61% di questi, pari a 350 miliardi di euro, sono impieghi per mutui abitativi. Le polizze assicurative che le banche richiedono normalmente ai mutuatari raramente includono rischi da eventi climatici, essendo per lo più polizze contro danni da incendio o polizze sul rischio vita del mutuatario. Stando ai risultati di AWARE circa il 34% di questi impieghi, ovvero circa 119 miliardi di euro, è erogato in territori con esposizione ad eventi climatici acuti elevati (classi di rischio Alto o Molto Alto). I danni da eventi climatici acuti ad edifici residenziali (allagamento, infiltrazioni, guasti e deperimento delle strutture di copertura) – sottolinea SustainAdvisory – possono dar luogo a spese di manutenzione straordinaria e ripristino che mettono a rischio la capacità di rimborso delle quote di capitale ed interesse dei mutui oltre a ridurre il valore complessivo dell’immobile.

Impieghi imprese non finanziarie – Gli impieghi delle imprese non finanziarie a giugno 2021 ammontavano a 740 miliardi di euro. Il 30% di questi, pari a 221 miliardi di euro sono prestiti erogati a imprese domiciliate su territori esposti ad un rischio di eventi climatici acuti significativi (classi di rischio Alto e Molto Alto). I settori relativamente più esposti sono agricoltura e costruzioni, rispettivamente con il 34% e 32% delle erogazioni, in territori in classe di rischio Alto o Molto Alto, che rispettivamente ammontano a 4miliardi di euro e 21miliardi di euro. In valore assoluto, tuttavia, il settore dei servizi, con 107miliardi di euro è quello più esposto a rischio Alto o Molto Alto, di cui 80 miliardi di euro esposti al rischio di precipitazioni.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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