9 Marzo 2023

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    Birol (IEA): industria Ue svantaggiata in competizione globale

    (Teleborsa) – “Nell’ultimo anno, l’Unione europea è riuscita a fare ciò che molti e soprattutto i russi non credevano possibile: fare a meno dell’energia importata dalla Russia, il più grande esportatore mondiale in questo settore; e allo stesso tempo ha ridotto le emissioni di CO2 del 2,5 mentre nel resto del mondo sono aumentate”. Lo ha detto il direttore esecutivo dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), Fatih Birol, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, al termine di una riunione della commissione Industria, Energia e Ricerca del Parlamento europeo, a cui ha partecipato, dedicata alle conseguenze energetiche della guerra russa in Ucraina, a un anno dal suo inizio.”Ma oggi l’industria Europea è di fronte una doppia sfida: è svantaggiata nella concorrenza internazionale perché non può più contare sull’energia russa a buon mercato; ed è indietro in termini di capacità industriale e di contesto normativo per gli incentivi rispetto ai suoi concorrenti, nel momento in cui il mondo sta entrando in una nuova età industriale, quella delle tecnologie e delle energie pulite” . Birol ha osservato come il mondo stia entrando i”n una nuova età industriale, l’età della manifattura basata su energia e tecnologie pulite: batterie, pannelli solari, impianti eolici, elettrolizzatori. E l’Europa – ha sottolineato il direttore esecutivo dell’Iea – oggi è indietro rispetto ai suoi principali concorrenti in termini di capacità industriali e in termini di contesto giuridico che è stato predisposto per quanto riguarda gli incentivi”. “È tempo – ha concluso Birol – di proporre un nuovo masterplan industriale dell’Ue che tenga conto di questi due pressioni: come competere, da un lato con i prezzi dell’energia più alti rispetto ai concorrenti, e dall’altro, nell’età dell’industria green, con gli altri attori più importanti nel mondo”. LEGGI TUTTO

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    REVO Insurance, premi in crescita del 70% nel 2022. Utile di 5,3 milioni

    (Teleborsa) – REVO Insurance, compagnia assicurativa quotata su Euronext STAR Milan, ha chiuso il 2022 con premi lordi contabilizzati pari a 131,4 milioni di euro, in aumento del 69,5% rispetto all’esercizio 2021 (pari a 77,5 milioni). L’utile netto consolidato è stato pari a 5,3 milioni di euro, nonostante investimenti e costi, anche one-off, sostenuti per il lancio dell’iniziativa. L’utile netto adjusted consolidato è risultato pari a 10,8 milioni di euro. Confermata l’alta solidità patrimoniale, con un Solvency II ratio al 269,3%.”Gli ottimi risultati del 2022 confermano la capacità del nostro team di dare esecuzione al piano industriale comunicato al mercato ed evidenziano il modello di eccellenza tecnica che REVO rappresenta nel panorama assicurativo italiano, candidandosi al ruolo di player di riferimento nei rischi specialty e nei rischi parametrici, al fianco delle PMI e dei professionisti”, ha commentato l’AD Alberto Minali.La società ha spiegato di aver concluso con successo tutte le progettualità strategiche pianificate per il 2022, e di essere in attesa di autorizzazione da parte di IVASS ad operare nel ramo tutela legale, linea di business per la quale sono già state assunte le figure chiave che ne presidieranno lo sviluppo. LEGGI TUTTO

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    Alimentazione, BCG: “Aumento prezzi penalizza proteine alternative. Ma potenziale green è enorme”

    (Teleborsa) – Le proteine alternative, ovvero quelle di origine non animale, continuano la corsa alla conquista del mercato. Stando al report di BCG “Taking Alternative Proteins Mainstream”, il loro potenziale è innegabile: aumentare la loro quota a livello globale dall’attuale 2% all’8% entro il 2030 potrebbe portare ad una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente alla decarbonizzazione del 95% dell’industria aeronautica. Per far crescere a lungo termine questo nuovo settore, però, è fondamentale un approccio incentrato sul consumatore. Nel 2022 il mercato al dettaglio statunitense delle proteine alternative è cresciuto del 9% e le vendite di prodotti lattiero-caseari alternativi sono aumentate del 12%, crescendo più rapidamente di quelle dei corrispettivi tradizionali (+10%); il latte vegetale refrigerato ha registrato un incremento delle vendite dell’8% e la categoria degli spalmabili, come la margarina alternativa, è cresciuta a due cifre dopo la contrazione del 2021.Le carni alternative stanno inoltre diventando una presenza fissa nei ristoranti fast-food di tutto il mondo: un canale cruciale perché crea l’opportunità per i consumatori di provare nuovi prodotti, spingendo così gli acquisti al dettaglio. In questo contesto, infatti, sono nate partnership come quella tra McDonald’s e Beyond Meat (adesso interrotta) oppure tra Burger King e Impossible Foods, con l’obiettivo di rendere il 50% del menu della catena food a base vegetale entro il 2030. Ciò nonostante, dopo le cifre esplosive registrate nel 2019 e nel 2020 (che hanno visto un aumento del 25% delle vendite al dettaglio), le vendite di carne alternativa sono diminuite dello 0,4% nel 2022, contro un aumento dell’8% della carne tradizionale. La decelerazione di questi prodotti green era prevedibile, poiché – si legge nel report – il 2020 è stato un anno anomalo, con vendite al dettaglio gonfiate dagli effetti del COVID-19. Il calo registrato nell’ultimo anno è dovuto principalmente a una contrazione del 14% dei volumi di carne alternativa refrigerata rispetto all’anno precedente, nonostante questa abbia ottenuto un aumento dei ricavi del 6%, dato l’aumento di prezzo che le aziende hanno effettuato per compensare la diminuzione delle unità vendute. “L’attuale contesto di mercato, caratterizzato da aumento dei prezzi e inflazione dei costi ha rallentato la crescita delle vendite al dettaglio di carni alternative, perché non tutti i consumatori sono disposti a pagare un sovrapprezzo per questo tipo di prodotti – spiega Lamberto Biscarini, managing director e senior partner di BCG –. Anche le preoccupazioni relative al prodotto rimangono al centro dell’attenzione dei consumatori, secondo cui c’è ancora margine di miglioramento su aspetti come gusto e consistenza. Per ottenere un’adozione su larga scala, l’industria dovrà lavorare su queste dimensioni e cercare di raggiungere la parità con la carne tradizionale”.L’innovazione è dunque necessaria, soprattutto perché, stando ai risultati, i vantaggi che i prodotti a base di carne alternativa offrono già oggi non sono sempre apprezzati dai consumatori: nel prendere decisioni sul cibo, solo il 20% di questi basa le proprie scelte d’acquisto su temi di sostenibilità, mentre il 60%, ovvero il segmento mainstream, pur preoccupandosi della sostenibilità della filiera alimentare, è influenzato da altre esigenze. Si tratta di elemento rilevante per poter portare il consumo di proteine green su ampia scala.Da una ricerca BCG e Blue Horizon basata su dati di social listening di Instagram raccolti su oltre 300 consumatori statunitensi, è emerso che i criteri principali per l’acquisto di proteine alternative sono il gusto e il valore nutrizionale. I dati hanno mostrato come le associazioni spontanee nei consumatori tra le parole legate al gusto e alla salute con la carne alternativa, siano diminuite rispettivamente del 5% e del 3% dal 2021 al 2022. Ci sono quindi degli ostacoli di percezione nei consumatori, su cui le aziende possono lavorare ottimizzando la comunicazione. Attraverso i principi della scienza comportamentale, BCG ha individuato quattro azioni da attuare: le prime due possono essere implementate rapidamente da tutte le aziende, mentre le altre due dipendono dall’occasione d’uso dei prodotti. Limitare le diciture “vegano” e “vegetariano” sulle confezioni, perché possono creare una barriera psicologica nei consumatori tradizionali. È consigliabile sostituirle con “non contiene derivati animali” o “adatto a una dieta vegana”: in questo modo il prodotto continuerà a essere informativo senza dissuadere gli onnivori. Accanto alla dicitura “a base vegetale” è utile specificare la fonte proteica del prodotto, per generare familiarità nei consumatori, superando l’idea che le carni alternative siano eccessivamente lavorate o artificiali. Dare spazio sulla confezione al lato sensoriale della carne alternativa: come avviene per i prodotti tradizionali, le aziende dovrebbero comunicare ai consumatori gli aspetti positivi legati al sapore e alla consistenza dei prodotti, utilizzando, ad esempio, termini quali “saporito” o “arrostito a fuoco lento”. I marchi possono anche combinare questo linguaggio con immagini vivaci e allettanti. Questa soluzione è particolarmente importante quando ci si rivolge a occasioni di consumo in cui la desiderabilità è l’esigenza principale dei consumatori. Quando si commercializza un prodotto che ha un profilo nutrizionale desiderabile e che si rivolge a un’occasione salutistica, enfatizzare sul packaging i benefici per la salute può avere sui consumatori una certa risonanza. Solo il 56% dei 25 marchi di carne alternativa più famosi, applica almeno 2 di questi 4 principi e, non a caso, il tasso di crescita di questi brand dal 2019 è 6 volte superiore a quello delle aziende concorrenti che non li hanno ancora implementati.Lo studio di BCG indica poi altre azioni concrete che le aziende possono compiere per costruire quote di mercato a lungo termine. In primis è necessario comprendere chi sono i consumatori mainstream e di cosa hanno bisogno nelle varie occasioni d’uso del prodotto, ma anche innovare i prodotti a base di proteine alternative per migliorarne gusto, consistenza e prezzo. Diventa necessario quindi, eseguire test che permettano di simulare il comportamento dei consumatori nel mondo reale e adottare un approccio di apprendimento continuo, affinando sia i prodotti che la comunicazione legata a essi. I prodotti lattiero-caseari alternativi hanno dimostrato che il passaggio al mainstream è possibile: anche per il settore della carne alternativa è ora di cogliere quest’opportunità. LEGGI TUTTO

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    Geox riduce la perdita nel 2022. Polegato: buon inizio del 2023

    (Teleborsa) – Geox, società quotata su Euronext Milan e tra i leader nel settore delle calzature classiche e casual, ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati pari a 735,5 milioni di euro, in aumento del 20,8% rispetto all’esercizio precedente (+17,8% a cambi costanti) grazie a un ottimo andamento di tutti i principali canali distributivi. Il risultato operativo (EBIT) torna positivo a 4,3 milioni di euro (-44,9 milioni nel 2021), beneficiando di una importante ottimizzazione ed evoluzione del modello di business. Il risultato netto è negativo per 13 milioni di euro, con la perdita che si riduce rispetto ai 62 milioni di euro dello scorsoanno.”Sono soddisfatto, il 2022 è stato per noi un anno veramente importante – ha commentato Mario Moretti Polegato, presidente e fondatore – Non solo per i risultati che sono superiori alle attese – siamo tornati all’utile operativo ed i ricavi sono cresciuti del 21% nonostante un contesto molto complesso – ma soprattutto perché la strategia delineata nella fase di crescita 2022-2024 Bigger & Better del Piano Strategico si conferma essere corretta e sta portando risultati importanti. Questa fase è focalizzata sul rilancio del brand, su forti investimenti sul prodotto e sullo stile, sulla rinnovata attenzione alla distribuzione multimarca, sul digitale e sulla produttività dei negozi monomarca”.”Il buon inizio del 2023 conferma le nostre aspettative di crescita sia sul fronte dei ricavi che della redditività – ha aggiunto – Pur in uno scenario geopolitico ed economico ancora complesso, che induce a mantenere un atteggiamento prudente e volto allo stretto controllo dei costi, guardiamo con fiducia verso il futuro e confermiamo le previsioni di crescita e di redditività del Piano Industriale sia per il 2023 che per il 2024″.La posizione finanziaria netta (ante IFRS 16) si attesta a -49,8 milioni di euro (-64,3 milioni a fine 2021) grazie allo stretto controllo del capitale circolante che ha un’incidenza sui ricavi del 10,5% (18,5% nel 2021). LEGGI TUTTO

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    In rosso Piazza Affari. Corre Prysmian, giù Fincantieri

    (Teleborsa) – Seduta negativa per Piazza Affari, che scende più delle altre Borse europee in una giornata ancora dominata dalle notizie oltreoceano. Il sentiment dei mercato è infatti influenzato negativamente delle nuove aspettative sulle prossime mosse delle Fed, che potrebbero mettere fine al rally dell’azionario di inizio anno. I listini europei hanno comunque recuperato dai minimi di seduta nel pomeriggio, in concomitanza con l’andamento positivo di Wall Street.Sul FTSE MIB, spicca la performance positiva di Prysmian, che ha registrato risultati 2022 sopra le attese e aumentato il dividendo. Affonda invece Buzzi Unicem, dopo che l’agenzia ucraina anti-corruzione l’ha inserita in una blacklist per la sua attività in Russia, Fuori dal principale paniere, sono oggetto di forti vendite Fincantieri, che già ieri era scesa dopo risultati e guidance inferiori al consensus, e Acea, con Equita che pone l’attenzione su una guidance sul leverage 2023 peggiore delle attese.L’Euro / Dollaro USA mostra un timido guadagno, con un progresso dello 0,29%. L’Oro continua la sessione in rialzo e avanza a quota 1.829,1 dollari l’oncia. Pioggia di acquisti sul petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mostra un guadagno dell’1,06%.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +168 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,30%.Nello scenario borsistico europeo resta vicino alla parità Francoforte (+0,01%), tentenna Londra, che cede lo 0,63%, e piatta Parigi, che tiene la parità.A Piazza Affari, il FTSE MIB è in calo (-0,72%) e si attesta su 27.711 punti in chiusura, mentre, al contrario, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 30.157 punti.In ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-0,74%); con analoga direzione, in frazionale calo il FTSE Italia Star (-0,26%).In Borsa di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 1,97 miliardi di euro, dai 1,92 miliardi della seduta precedente; mentre i volumi scambiati quest’oggi sono passati da 0,59 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 0,54 miliardi.Tra i best performers di Milano, in evidenza Prysmian (+3,14%), Amplifon (+1,41%), Nexi (+1,38%) e STMicroelectronics (+1,13%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Fineco, che ha terminato le contrattazioni a -4,67%.Tonfo di Buzzi Unicem, che mostra una caduta del 4,54%.Preda dei venditori Banca Generali, con un decremento del 4,13%.Si concentrano le vendite su Azimut, che soffre un calo del 3,23%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Alerion Clean Power (+2,91%), De’ Longhi (+2,57%), El.En (+1,58%) e Italmobiliare (+1,41%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Saras, che ha archiviato la seduta a -7,22%.Lettera su Fincantieri, che registra un importante calo del 5,91%.Scende Acea, con un ribasso del 5,73%.Vendite su Ferragamo, che registra un ribasso del 3,57%. LEGGI TUTTO

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    Iren, al via primo bando con fondi PNRR: assegnati al Gruppo 124 milioni di progetti

    (Teleborsa) – Il Gruppo Iren ha pubblicato il primo bando di gara che utilizza i fondi assegnati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il bando, relativo alle attività di ingegneria, – fa sapere Iren in una nota – permetterà l’avvio del progetto dal valore complessivo di 44,3 milioni di euro, di cui 33,1 coperti dai fondi PNRR, che punta alla realizzazione di alcuni interventi sulla rete elettrica del Comune di Torino. L’obiettivo è rendere il sistema elettrico della città maggiormente resiliente agli eventi climatici, garantendo una maggiore affidabilità e stabilità delle alimentazioni elettriche. Pertanto, al fine di ridurre la frequenza e la durata delle interruzioni della fornitura per condizioni meteorologiche estreme, verranno realizzati degli interventi di rinnovo della rete di media tensione e delle cabine secondarie. L’orizzonte temporale dell’operazione è fissato nella prima metà del 2026.Questi 33,1 milioni di euro costituiscono solo una parte dei 124 milioni totali di finanziamento ottenuti dal Gruppo Iren nell’ambito del PNRR. Con questi investimenti, coerenti con gli obiettivi e la programmazione prevista nell’ambito del Piano Industriale al 2030, la Società prevede la partenza di 15 progetti specifici su economia circolare, resilienza delle reti elettriche, perdite della rete idrica, teleriscaldamento e innovazione.Dei 124 milioni di euro ricevuti dal PNRR, 76 milioni (il 61% dei fondi totali) sono destinati a progetti di economia circolare, a dimostrazione della forte volontà di Iren di sviluppare una leadership in questo settore. Di questi, 40 milioni di euro saranno utilizzati per l’impianto di trattamento FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, il cosiddetto “umido£ derivante dalla raccolta differenziata) di Saliceti, in provincia di La Spezia. Sempre per il trattamento dei rifiuti saranno utilizzati altri 17 milioni di euro per impianti divisi tra le province di Grosseto, Torino e Udine, mentre 19 milioni saranno investiti per il trattamento dei fanghi, attraverso interventi sparsi tra le province di Genova, Reggio Emilia e Parma.Il Gruppo inoltre avvierà progetti specifici sulla riduzione delle perdite idriche a Parma tramite un investimento di circa 11 milioni euro che consentirà di migliorare ulteriormente le performance del Gruppo rispetto alla media nazionale (circa 40%), con un target al 2030 del 20% di perdite sulle reti gestite.Infine, 4,1 milioni di euro saranno destinati a progetti di teleriscaldamento, su Piacenza (1,5 milioni) e Dogliani, provincia di Cuneo (2,6 milioni) e i restanti 0,6 milioni saranno utilizzati in ambito innovazione tramite partenariati estesi. LEGGI TUTTO

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    Atlante per To Dream: oltre 130 punti di ricarica rapida e ultra-rapida per l'urban district di Torino

    (Teleborsa) – Atlante, la società del Gruppo NHOA dedicata all’infrastruttura di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici, diventa partner esclusivo per l’elettrificazione di To Dream di Torino, il più importante progetto di riqualificazione dell’intero Piemonte: un innovativo urban district che rappresenta l’avanguardia dell’integrazione tra shopping, intrattenimento, cultura, sport, servizi, uffici e ospitalità. Ad accogliere i primi clienti il giorno dell’inaugurazione ci saranno i punti di ricarica quick, rapida e ultra-rapida fino a 300kW di Atlante, pronti ad offrire la migliore esperienza di ricarica del torinese.Promosso dall’immobiliare Romania Sviluppo e a firma degli architetti di Lombardini22, To Dream nasce dalla riqualificazione dell’ex area industriale Michelin di Torino, con l’obiettivo di diventare il più grande polo d’attrazione della città: da chi si sposta per affari, alle famiglie, passando per i turisti e gli amanti del design, con un concept di livello internazionale. Questo nuovissimo urban district si estenderà su un’area di 270mila metri quadrati, all’interno dei quali si alterneranno aree verdi, boutique di design, ristoranti internazionali, un’arena per eventi, sale cinema, palestre e persino una struttura alberghiera a 4 stelle. Situato in una zona di forte passaggio e altamente strategica di Torino, To Dream si trova in una posizione chiave, all’uscita dell’autostrada A4 Torino-Venezia, una delle tratte più importanti per la mobilità italiana nonché di fondamentale collegamento con la Francia tramite il traforo del Frejus. La presenza di un hub che intercetta tutte le esigenze di ricarica, dal destination charging all’ultra-rapida, rappresenta un valore aggiunto sia per To Dream che per i viaggiatori verso Milano o la Francia che potranno fruire dei servizi mentre si ricarica il veicolo. Grazie alla sua collocazione a forte intensità di traffico, ai 4mila posti auto e all’utilizzo di pannelli fotovoltaici che produrranno energia una volta e mezzo superiore al fabbisogno dell’intero complesso, To Dream rappresenta un’icona per la rete di Atlante, con oltre 130 punti di ricarica rapida e ultra-rapida alimentati al 100% da energia pulita direttamente prodotta nello stesso luogo.Atlante installerà sia nei parcheggi coperti che scoperti, stazioni di ricarica fino a 300kW adatte a ogni tipologia di veicolo elettrico. L’hub di ricarica sarà gestito dall’energy management system proprietario di Atlante che permette di fornire il miglior servizio di ricarica attraverso il perfetto bilanciamento tra energia solare e potenza di rete, permettendo inoltre la possibilità di integrazione con sistemi di accumulo. “Questi 130 punti di ricarica a To Dream rappresentano un’accelerazione importante nell’elettrificazione di uno dei più grandi snodi autostradali italiani, al centro della direttrice tra Milano, Torino e la Francia. Siamo orgogliosi – ha commentato Stefano Terranova, CEO di Atlante – di poterlo realizzare presso un polo commerciale iconico, il più grande progetto di riqualificazione urbana dell’intero Piemonte, e di poterlo alimentare integralmente con energia pulita prodotta direttamente sul posto”. LEGGI TUTTO

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    Da PNRR a Patto Stabilità: ecco cosa ha detto Bonomi

    (Teleborsa) – Sulla riforma fiscale “noi abbiamo sempre dichiarato che ci aspettiamo innanzitutto un riforma organica, perché se si parla solo di rimodulazione delle aliquote non è questa la strada”. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi a margine degli incontri alle riunioni dei sindaci all’Anci, a Roma. “Da quello che abbiamo appreso, perché aspettiamo di vedere i testi, ovviamente, noi ci aspettiamo però un capovolgimento di quello che è il paradigma, cioè un fisco di impresa per la crescita. Perché se come ho letto si pensa di utilizzare il fisco su strumenti come le nuove assunzioni si sta sbagliando”. Di strettissima attualità il PNRR che “è uno strumento importantissimo” mentre “credo che ci sia in questo momento una minore attenzione. Ed è il motivo per cui abbiamo colto in maniera molto positiva questo invito da parte dell’Anci: proprio perché riteniamo che i sindaci e le città metropolitane, con il loro territorio, possano scaricare veramente a terra una parte importante. E peraltro non vista solo per singoli territori ma anche per sinergia. E quindi ho visto che ci sono degli esempi, so che stanno parlando Genova, Milano, Torino per farne uno, dove l’effetto moltiplicatore è importante. E quindi è fondamentale l’incontro di oggi”Sulle regole di Bilancio in Europa “si Parla di Patto di stabilità e di crescita, io farei di crescita e stabilità, perché è la crescita che ci porta alla stabilità. È ovvio che quelle che erano le regole prima della pandemia oggi non valgono più. Bisogna pensare a un nuovo Patto, è nell’interesse dell’Italia che si trovi un patto con delle regole per noi fondamentali, perché noi abbiamo un rapporto del debito-Pil del 145%. Quindi non possiamo stare sui mercati con il rischio, fra l’altro, di tassi che aumentano in una situazione così non ancora definita. La commissione ha detto che entro 2023 vuole arrivare alla definizione e quindi dobbiamo partecipare al processo di definizione cone delle regole, ribadisco, che guardino alla crescita”Bonomi condivide anche i richiami alla prudenza sui rialzi dei tassi della BCE, ripetutamente lanciati dal governatore della banca d’Italia, Ingnazio Visco. “Condivido il monito del governatore Visco. L’ho sempre detto: un aumento dei tassi fino al 3% era condivisibile, andare oltre secondo me ci si mette a rischio. Perché l’idea di contenere un’ inflazione, e l’inflazione europea è diversa da quella americana, solo tramite l’intervento sui tassi rischia di far passare dal contrasto all’inflazione alla recessione”. ) LEGGI TUTTO