9 Marzo 2023

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    “Distretto Italia”: oltre 10mila tecnici specializzati da formare e inserire nel mercato del lavoro

    (Teleborsa) – Oltre 10mila figure tecniche specializzate da formare e inserire nel mercato del lavoro. È quanto fotografa la ricerca condotta dal Centro Studi di “Distretto Italia”, il progetto del Consorzio ELIS, promosso nell’ambito della presidenza di Autostrade per l’Italia e che vede la partecipazione di 29 grandi aziende. Il fabbisogno individuato si concentra nei settori Telecomunicazioni, Costruzioni, Energy e utilities, Metalmeccanica e ICT. A mancare sono soprattutto posatori e giuntisti di fibra ottica, responsabili di cantiere, tecnici e programmatori software e impiantisti elettrici. Sono oltre 5mila le posizioni che richiedono di essere occupate nelle 12 grandi aziende che hanno partecipato alla prima analisi di fabbisogno. Altre 4.800 posizioni vacanti si registrano nell’indotto. Le aziende fondatrici di “Distretto Italia” sono Autostrade per l’Italia, BNL BNP Paribas, Cdp, Enel, Eni, Ferrovie dello Stato Italiane, Poste Italiane, Open Fiber, Gruppo FNM e Trenord e Bain & Company. In totale, le 29 aziende che hanno aderito al progetto, contano circa 400mila dipendenti sul territorio italiano. Lo studio è il primo step del programma, che prevede appunto la raccolta dei fabbisogni di figure tecniche specializzate, per poi dare il via a una serie di azioni di orientamento e formazione in collaborazione con Università e Istituti Tecnici Superiori.”Costruiamo le competenze e le capacità progettuali del futuro – afferma, in veste di presidente del semestre Elis, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi – per rispondere alle esigenze del mercato e per la formazione dei più giovani. Grazie a questo studio abbiamo mappato la domanda e abbiamo posto le basi per formare un largo bacino da cui attingere con l’obiettivo di fare rete, in sinergia con il mondo dell’istruzione. Aspi, come capofila del progetto, fornisce dati utili per creare un nuovo campione da cui partire. Significa mettere a sistema un modello per produrre lavoro anche per l’indotto, significa costruire oggi le competenze del domani. Così come il mondo industriale è strettamente legato al territorio, tanto deve essere punto di riferimento nelle scuole per far conoscere ai più giovani nuovi e vecchi mestieri. Un sistema costruito sul dialogo tra imprese, Istituzioni, scuole e università, con lo scopo di realizzare un progetto strutturale che affronti i problemi di oggi e che costruisca le soluzioni per il domani”.La mappa delle competenze – Secondo lo studio condotto, il maggior fabbisogno delle aziende mappate è nel nord del Paese (31%), a seguire le Isole (12%), il Centro (6%) e il Sud (4%). Il 47%, invece, è la domanda di fabbisogno proveniente dall’indotto in tutto il territorio nazionale. Il fabbisogno di “Distretto Italia” – Lo studio mostra che il profilo più richiesto è quello di addetto attività di posa dei cavi di fibra ottica, che a oggi rappresenta il 35% delle posizioni aperte. Più nello specifico, nel settore delle Telecomunicazioni (TLC), questa figura rappresenta circa l’85% dei profili ricercati. Nel settore delle Costruzioni il profilo maggiormente richiesto è invece quello del responsabile di cantiere, con 761 posizioni aperte. Nel campo delle Energy e Utilities circa l’80% dei profili ricercati dalle aziende riguarda i tecnici operativi e gli operatori referenti di linea. Per Meccanica, Elettronica, Meccatronica e Metallurgia il 70% delle posizioni aperte interessa l’indotto, con richieste registrate principalmente nel Nord Italia. Più della metà dei profili ricercati in questi settori riguarda i tecnici programmatori software e i consulenti nel settore dell’ICT (rispettivamente 466 e 224 unità). In quello dei Trasporti la domanda dei profili di conducente-autista interessa principalmente l’indotto (140 unità). Nel comparto Sales/Retail la maggior parte dei profili richiesti sono i commessi delle vendite al minuto (150 unità). Nel comparto della Produzione petrolifera, petrolchimica, power e ambientale la domanda nasce direttamente dalle aziende mappate e interessa soprattutto il Nord Italia (134 unità). Lo stesso vale per la Logistica, con oltre il 75% delle posizioni aperte nel Nord Italia (116 unità).Il Centro Studi, che si è avvalso anche del contributo delle Agenzie per il Lavoro che aderiscono a “Distretto Italia”, evidenzia che negli ultimi 15 anni abbiamo assistito a un aumento dell’inefficienza del mercato. A tassi di disoccupazione superiori non è infatti corrisposta una diminuzione delle posizioni vacanti. Questo dato, in coerenza con la letteratura di settore, descrive appieno la difficoltà delle aziende a soddisfare le proprie esigenze di personale. La mancanza di competenze viene confermata come una delle cause principali di questo fenomeno. Lo studio evidenzia, infatti, un’evidente correlazione tra i risultati delle prove Invalsi e il tasso di disoccupati e scoraggiati. All’aumento di risultati negativi ai test nei diversi contesti territoriali del Paese, corrisponde infatti un maggiore tasso di disoccupazione e di scoraggiamento. Alle difficoltà di reperimento di tecnici specializzati contribuisce anche un pregiudizio diffuso tra giovani e famiglie nei confronti delle professioni pratiche. Le aspirazioni si concentrano piuttosto su liceo e università ma non sono spesso coronate dal raggiungimento del titolo di studio, se si considera che tra i Paesi dell’Unione Europea l’Italia è penultima per tasso di laureati tra i 25 e i 34 anni (27% contro 41% della media europea, fonte Eurostat).”Vogliamo innanzitutto dialogare con i giovani e le famiglie, per riscoprire il valore di queste professioni – spiega Pietro Cum, amministratore delegato di ELIS –. È il valore del saper fare, che apre la strada a realizzarsi come professionisti e crea le condizioni per costruire il proprio progetto di vita attraverso il lavoro. Non c’è una vocazione professionale uguale per tutti e non c’è un percorso che preveda necessariamente il passaggio dal liceo e dall’università. C’è piuttosto bisogno di una fase di orientamento alla scoperta del proprio progetto personale, di una formazione adeguata ai profili di cui le aziende hanno realmente bisogno e di un’offerta di lavoro ‘buono’, che renda le persone orgogliose di sentirsi parte dei grandi progetti di transizione che il nostro Paese sta realizzando”.La proposta di intervento di “Distretto Italia” si articola in tre linee di azione. A breve partiranno le prime “Scuole dei Mestieri”, che rispondono al fabbisogno di competenze del comparto produttivo e industriale nazionale con corsi di formazione e inserimento lavorativo. Inoltre è in corso un dialogo con le istituzioni per attivare una rete di programmi di orientamento diffusi su base territoriale, in collaborazione con scuole, università e aziende. Sempre sul fronte dell’orientamento, si avvierà una campagna di informazione rivolta ai giovani studenti e alle loro famiglie e un programma di formazione degli orientatori che operano nel sistema scolastico. 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    Prada, ricavi 2022 superano 4,2 miliardi. Cina tornata a crescere

    (Teleborsa) – Prada, gruppo italiano del lusso quotato a Hong Kong, ha chiuso il 2022 con ricavi netti pari a 4,2 miliardi di euro, in crescita del 21% rispetto al 2021 (a cambi costanti), e vendite retail pari a 3,7 miliardi di ruro (+24%). Ottima performance in tutte le categorie di prodotto: Pelletteria +18%, Abbigliamento +27%, Calzature +29%. L’EBIT Adjusted Margin si è assestato al 20,1% dei ricavi, pari a 845 milioni di euro. L’utile netto è aumentato del 58% a 465 milioni di euro. La Posizione Finanziaria Netta è positiva per 535 milioni di euro.”Per il 2023, ci aspettiamo una crescita solida e superiore alla media di mercato – ha affermato il CEO Andrea Guerra – La Cina è ritornata a essere un motore della crescita; tuttavia, considerato il contesto globale in costante mutamento, dobbiamo rimanere vigili e mantenere un approccio disciplinato sui costi e nell’allocazione del capitale”.Il consiglio di amministrazione ha proposto un dividendo di 0,11 euro per azione. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione in aumento a 211 mila

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 4 marzo 2023, i “claims” sono risultati pari a 211 mila unità, in aumento di 21.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 190.000. Il dato si confronta con i 195 mila del consensus.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 197.000 unità, in aumento di 4.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 193.000. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente.Infine, nella settimana al 25 febbraio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.718.000, in aumento di 69.000 mila unità rispetto alle 1.649.000 unità della settimana precedente e al di sopra del 1.659.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    USA, 77.770 licenziamenti Challenger a febbraio. Il più alto YTD dal 2009

    (Teleborsa) – Si registra un calo dei licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di febbraio 2023, rispetto al mese precedente. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa 77.770 posti di lavoro. Il dato rivela un decremento del 24% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 102.943 licenziamenti, e un aumento del 410% rispetto allo stesso periodo del 2022.Il totale del mese scorso è il febbraio più alto dal 2009, quando ne furono annunciati 186.350 nel secondo mese dell’anno. Finora quest’anno, i datori di lavoro hanno annunciato l’intenzione di tagliare 180.713 posti di lavoro, in aumento del 427% rispetto ai 34.309 tagli annunciati nei primi due mesi del 2022. Anche questo dato è il totale più alto dal periodo gennaio-febbraio dal 2009.”Certamente, i datori di lavoro stanno prestando attenzione ai piani di aumento dei tassi della Fed. Molti hanno pianificato per mesi una flessione, tagliando i costi altrove. Se le cose continuano a raffreddarsi, i licenziamenti sono in genere l’ultimo pezzo nelle strategie di riduzione dei costi dell’azienda”, ha affermato Andrew Challenger, Vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas.”In questo momento, la stragrande maggioranza dei tagli si sta verificando nel settore tech – ha spiegato – Anche la vendita al dettaglio e la finanza stanno tagliando in questo momento, poiché la spesa dei consumatori corrisponde alle condizioni economiche”.(Foto: freedomtumz | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Italgas, utile 2022 di 396 milioni. Dividendo sale a 0,317 euro

    (Teleborsa) – Italgas ha chiuso il 2022 con ricavi totali adjusted pari a 1.537,3 milioni di euro (+12,1%), un EBITDA adjusted pari a 1.082,7 milioni di euro (+7,3%) e un utile netto adjusted attribuibile al gruppo pari a 395,7 milioni di euro (+7,6%)”In un 2022 caratterizzato dallo shock sui mercati energetici e dall’esplosione della guerra alle porte dell’Europa, i risultati raggiunti da Italgas sono l’ulteriore prova della grande solidità di un gruppo capace di continuare a crescere in un contesto condizionato dal forte incremento dei costi delle materie prime e dalla necessità di centrare gli obiettivi di sicurezza energetica per il paese”, ha commentato l’AD Paolo Gallo.Il CdA ha deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti, convocata per il 20 aprile 2023, la distribuzione di un dividendo di 0,317 euro per azione (+7,5% rispetto al 2021). LEGGI TUTTO

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    BTP Italia: raccolti 9,92 miliardi in totale, taglio medio retail più basso mai registrato

    (Teleborsa) – Si è chiusa a quota 9.916,862 milioni di euro la diciannovesima emissione del BTP Italia, il Titolo di Stato pensato per proteggere dall’innalzamento dei prezzi i risparmiatori individuali. Lo ha comunicato il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) al termine della quarta giornata di collocamento, riservata agli investitori istituzionali. Nelle prime tre giornate, destinate ai piccoli risparmiatori (retail), la raccolta aveva superato gli 8,5 miliardi di euro.Il nuovo titolo, indicizzato all’inflazione (Indice FOI, al netto dei tabacchi), con scadenza a 5 anni – data godimento al 14 marzo 2023 e data scadenza al 14 marzo 2028 – e un tasso cedolare (reale) annuo definitivo pari al 2,00%, sarà pagato in due cedole semestrali mentre il regolamento dell’operazione avverrà lo stesso giorno del godimento del titolo.I risultatiIn particolare, nel corso della Prima Fase del collocamento (dedicata al retail), dal 6 all’8 marzo 2028, sono stati conclusi 327.323 contratti per un controvalore pari a 8.563,209 milioni di euro. Le contrattazioni, sia per numero di contratti che per controvalore, hanno registrato una domanda più sostenuta nel primo giorno rispetto al secondo e, ancor più, rispetto al terzo. Il numero di contratti sottoscritti nel corso della Prima Fase è stato il secondo più elevato registrato nelle emissioni BTP Italia.Il Tesoro, prima di questa emissione, con i BTP Italia aveva finora raccolto oltre 190 miliardi di euro. Nel 2022 ci sono state due emissioni: quella di giugno si è chiusa con una raccolta di 9,4 miliardi di euro e quella di novembre con quasi 12 miliardi di euro. Nell’ultima edizione, 7,27 miliardi sono andati a investitori retail, ovvero il 60,7% del totale. Il record è stato toccato a maggio 2020 con una raccolta da oltre 22 miliardi di euro.L’obiettivo centratoIl risultato di questa emissione, “si mostra pienamente in linea con la strategia del Tesoro degli ultimi anni, finalizzata alla crescita della quota dei risparmiatori retail, in un’ottica di ampliamento e diversificazione della base degli investitori”, si legge in una nota del MEF.Le caratteristiche del retailSempre con riferimento alla Prima Fase, dei 327.323 contratti conclusi sul MOT circa il 70% è stato di importo inferiore ai 20.000 euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si arriva a circa il 93% del totale relativo a questa fase. Il taglio medio dei contratti, pari a 26.161 euro, è stato il più basso mai registrato nelle emissioni di BTP Italia.Sebbene le modalità di emissione non consentano di avere dati puntuali sulle caratteristiche degli investitori, dalle informazioni raccolte dai Dealer e Co-Dealer, si può desumere che nel corso della Prima Fase la partecipazione di investitori individuali è stata particolarmente rilevante rispetto a quella del private banking (con una quota di rispettivamente 74% e 26%).All’interno della quota sottoscritta da investitori individuali, si stima che il 56% abbia inoltrato l’ordine attraverso le filiali delle reti bancarie (sia recandosi fisicamente in filiale sia inoltrando l’ordine a distanza) o gli uffici postali, mentre la quota di partecipazione attraverso l’home banking è stata pari al 44%. Per quanto riguarda la ripartizione geografica, la quasi totalità degli ordini ricevuti durante la Prima Fase risulta provenire da investitori domestici.La seconda faseLa Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta nell’arco di 2 ore nella giornata odierna, ha visto un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 1.353,653 milioni di euro. LEGGI TUTTO