10 Marzo 2023

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    Recovery Plan, Scope Ratings: “Italia in ritardo sugli investimenti. Onere ricade sugli Enti locali”

    (Teleborsa) – L’Italia ha ricevuto i fondi per la ripresa dell’UE secondo i piani, ma la spesa è inferiore alle aspettative iniziali, un problema che è destinato a peggiorare poiché i limiti di capacità delle autorità locali del paese frenano i progetti di investimento. I lenti progressi nell’impiego dei fondi UE approvati potrebbero anche mettere a repentaglio i futuri esborsi dell’UE, poiché questi dipenderanno sempre più dalla capacità del governo di realizzare progetti di investimento (“target”) piuttosto che dall’attuazione delle riforme (“milestone”). Gli investimenti sono anche cruciali per rilanciare il potenziale di crescita dell’Italia, vitale per la sostenibilità del debito sovrano. Queste le principali evidenze che emergono dal commento di Scope Ratings intitolato “Italia: il piano di rilancio subisce ritardi nella fase di investimento, mentre l’onere ricade sugli enti locali”, a cura di Alvise Lennkh-Yunus, Giulia Branz e Alessandra Poli.I ritardi nell’attuazione dei progetti che utilizzano i fondi del Recovery and Resilience Facility (RRF) dell’Italia da 191,5 miliardi di euro, pari al 10,8% del PIL del 2021, rappresentano – si legge nel report – un rischio crescente per le prospettive di crescita economica, che è fondamentale per sostenere l’elevato debito pubblico del paese e mantenere il suo rating creditizio BBB+/Stable.Finora, l’Italia ha raggiunto tutti i traguardi e gli obiettivi necessari per ricevere i fondi previsti dalla Commissione europea per 67 miliardi di euro. Tali erogazioni erano subordinate all’attuazione di riforme giudiziarie, della pubblica amministrazione e della concorrenza. Quest’anno verranno sbloccati ulteriori 37 miliardi di euro se verranno raggiunti i 43 traguardi e i 53 obiettivi previsti. Tuttavia, il governo italiano ha speso solo 5,5 miliardi di euro nel 2020-21, una cifra – sottolinea Scope Ratings – ben al di sotto del piano originale di 18,5 miliardi di euro, mentre la spesa del 2022 è stata di 15 miliardi di euro rispetto ai 28,7 miliardi di euro inizialmente previsti. È probabile che l’attuazione più lenta del previsto dei progetti di investimento metta in discussione l’aspettativa del governo di aumentare il tasso di investimenti pubblici dell’Italia al 3,7% del PIL entro il 2025 dal 2,5% del PIL nel periodo 2010-20 rispetto a una media UE del 3,1%. I lenti progressi nell’impiego dei fondi UE approvati potrebbero anche mettere a repentaglio i futuri esborsi dell’UE, poiché questi dipenderanno sempre più dalla capacità del governo di realizzare progetti di investimento piuttosto che dall’attuazione delle riforme.A dire il vero, il basso esborso dei fondi UE ricevuti fino ad oggi è comune tra alcuni dei maggiori beneficiari dei fondi RRF, tra cui Grecia, Portogallo, Spagna e Croazia. Questo a causa della crisi energetica, dei maggiori costi delle materie prime e delle interruzioni della catena di approvvigionamento. In tale scenario l’UE – ipotizza Scope Ratings – potrebbe concedere ulteriore flessibilità per quanto riguarda i tempi e la selezione dei progetti per i piani di ripresa in tutti gli Stati membri dell’UE.Con un tasso di assorbimento dei fondi strutturali e di investimento europei pari al 60% nel 2022 per i fondi stanziati nel periodo 2014-20,l’Italia è terzultima in Europa davanti a Slovacchia (59%) e Spagna (54%) e si piazza ben al di sotto della media UE del 75%. Ciò riflette – secondo l’analisi di Scope Ratings – la mancanza di competenze tecniche nelle pubbliche amministrazioni, insieme al lento adattamento alle procedure rapide per pianificare e appaltare i progetti. Il governo italiano ha chiesto un rinvio della scadenza del 2026 per la spesa dei fondi RRF. I progetti infrastrutturali per un valore di circa 40 miliardi di euro rischiano di non essere attuati entro il 2026 e i fondi non spesi nel periodo 2020-22 sono stati riassegnati nel periodo 2023-26, aumentando ulteriormente la probabilità di ritardi.Le Regioni, le Province, i Comuni, le Città metropolitane e gli altri enti locali italiani – che gestiscono complessivamente circa 66 miliardi di euro – hanno un ruolo cruciale da svolgere nella realizzazione degli ampi investimenti previsti dai fondi per la ripresa. Più della metà di queste risorse (40 mld di euro) saranno assegnate e gestite direttamente dai Comuni, rendendoli i principali soggetti attuatori dei progetti del Piano. Non è ancora disponibile una panoramica completa sullo stato di attuazione dei singoli progetti di investimento in Italia o nell’UE nel suo insieme, anche se i dati preliminari mostrano che i comuni italiani hanno presentato circa 70mila progetti alla fine del 2022, per un valore di 29,5 miliardi di euro, su totale di 40 miliardi di euro loro assegnati.Gli enti locali, in particolare nelle regioni meridionali che dovrebbero ricevere almeno il 40% dei fondi, stanno affrontando notevoli difficoltà nell’espletamento delle gare e nell’ottenimento delle autorizzazioni di terzi. I risparmi sui costi nell’ultimo decennio hanno portato a tagli del personale di quasi il 30% nel settore municipale e hanno contribuito all’invecchiamento della forza lavoro dei dipendenti pubblici – con un’età media superiore ai 50 anni – limitando la capacità delle amministrazioni locali di adattarsi alle nuove tecnologie e procedure.Il governo sta quindi cercando di rafforzare la capacità amministrativa locale semplificando le procedure burocratiche e di assunzione e incoraggiando, tra le altre iniziative, l’assunzione di ditte esterne e consulenti per l’assistenza tecnica.Sostenere questi sforzi – viene evidenziato nel commento – è indispensabile per il successo della realizzazione e del futuro mantenimento dei progetti di investimento nei prossimi anni per garantire un contributo duraturo alla crescita economica e alla sostenibilità del debito italiano. Inoltre, il successo della realizzazione del consistente piano di ripresa dell’Italia – conclude Scope Ratings – è importante per promuovere la fiducia tra gli Stati membri dell’UE per eventuali future discussioni sulle politiche e sui quadri fiscali a livello dell’UE. LEGGI TUTTO

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    Bio-On, ripartenza più vicina per l'ex unicorno della bioplastica

    (Teleborsa) – Bio-On, l’ex unicorno della bioplastica fallito nel 2019 in seguito a un report del fondo attivista Quintessential, potrebbe ripartire. La proposta di concordato fallimentare per l’acquisizione di tutti gli asset della società, presentata dal Gruppo MAIP, ha infatti ricevuto l’omologa da parte del Tribunale di Bologna, convincendo della sua bontà curatori e creditori.La proposta è stata avanzata dalla società Haruki, controllata al 75% da MAIP Compounding e al 25% da Plastotecnica (entrambe società appartenenti al Gruppo MAIP) ed appositamente costituita per l’acquisizione di Bio-On. A seguito del provvedimento di omologa da parte del Tribunale di Bologna, nei tempi tecnici necessari si procederà quindi all’acquisizione definitiva dell’azienda.Bio-On, startup fondata nel 2007 da Marco Astorri e Guido “Guy” Cicognani”, era arrivata a capitalizzare oltre 1 miliardo sul mercato AIM Italia (oggi Euronext Growth Milan), prima che l’attacco dell’hedge fund attivista guidato da Gabriele Grego portasse al crollo delle azioni, a un’indagine della procura di Bologna, all’azzeramento dei vertici e poi al fallimento.Haruki, ha spiegato il Gruppo MAIP in una nota, verrà dotata di un patrimonio iniziale di circa 20 milioni di euro per garantire l’esecuzione della proposta concordataria e per iniziare il percorso di recupero. L’obiettivo è di produrre in Italia il PHA più puro e controllato esistente sul mercato a livello mondiale che, secondo i suoi sostenitori, sarebbe in grado di eliminare completamente il problema delle microplastiche inquinanti .La sinergia tra i centri Ricerca di MAIP e Bio-On “permetterà di introdurre in tempi brevi nel mercato oltre 500 formulazioni a base polidrossialcanoati (PHA) tra polvere base e compounds tailor made oltre a quelle già presenti negli assets sviluppati da Bio-On”, spiega la nota odierna del gruppo piemontese. LEGGI TUTTO

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    Future USA incerti. Dati lavoro sopra stime

    (Teleborsa) – Si muovono al rialzo i future sugli indici statunitensi lasciando presagire una partenza positiva per la borsa di Wall Street, tra circa mezz’ora, con il rapporto mensile sul mercato del lavoro americano, molto migliore delle previsioni, che non ha inciso molto sul sentiment degli investitori. Prevale la voglia di rimbalzo dopo i cali della vigilia in scia alle difficoltà finanziarie della Silicon Valley Bank e il fallimento dell’istituto attivo nelle cripto-valute Silvergate. I due istituti statunitensi hanno dimensioni relativamente contenute, ma hanno grandi interconnessioni nell’ecosistema tech e delle startup.Intanto il contratto sul Dow Jones lima lo 0,03% mentre quello sullo S&P500 avanza dello 0,24%. In frazionale salita anche il derivato sul Nasdaq che guadagna lo 0,51%. LEGGI TUTTO

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    USA, +311 mila occupati a febbraio. Ben sopra le attese

    (Teleborsa) – Cresce più delle attese, per quanto riguarda il molto osservato dato dei non-farm payrolls, il mercato del lavoro in USA a febbraio 2023. Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics, il tasso di disoccupazione è salito al 3,6% rispetto al 3,4% del mese precedente e del consensus. Sono stati aggiunti 311 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), dopo che a gennaio erano state create 504 mila buste paga (dato rivisto da 517 mila). Il dato sugli occupati, più osservato del tasso di disoccupazione, è migliore delle attese del mercato che indicava un aumento di 205 mila di posti di lavoro.Il dato è migliore alle aspettative anche nel settore privato: sono stati aggiunti 265 mila posti di lavoro, contro previsioni di aumento di 210 mila posti e rispetto ai 386 mila rivisti di gennaio. Gli occupati del settore manifatturiero sono scesi di 4 mila unità, al di sotto del consensus di +12 mila, e si confrontano con i +13 mila del mese precedente.Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 33,09 dollari, registrando un aumento dello 0,2% su mese e del 4,6% su anno dopo il +0,3% mensile e +4,4% tendenziale registrato a gennaio. Le retribuzioni medie orarie sono monitorate con attenzione dalla Federal Reserve in quanto buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.(Foto: Foto di Saulo Mohana su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Spazio, l'UE delinea la sua strategia: sicurezza e difesa prioritarie

    (Teleborsa) – La Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno presentano per la prima volta una comunicazione congiunta sulla strategia spaziale europea per la sicurezza e la difesa.I sistemi e servizi spaziali dell’UE – si sottolinea – sono fondamentali per il funzionamento della nostra società e della nostra economia, nonché per la sicurezza e la difesa. In quanto tale, l’UE ha identificato lo spazio come un dominio strategico e, nell’attuale contesto geopolitico di crescente affermazione del potere ed intensificazione delle minacce, sta agendo per proteggere le sue risorse spaziali, difendere i suoi interessi, scoraggiare le attività ostili nello spazio e rafforzare la sua posizione strategica e la sua autonomia.La strategia vuole mettere in pratica quanto già definito con la Bussola strategica dell’UE, adottata meno di un anno fa, che ha definito lo spazio, il cyber-spazio e lo spazio marittimo quali domini strategici, la cui sicurezza deve essere garantita.La strategia delinea le principali minacce che mettono a rischio i sistemi spaziali e la loro infrastruttura a terra e, con l’intento di aumentare la comprensione delle minacce in tutti gli Stati membri, l’Alto rappresentante preparerà un’analisi annuale, attingendo anche all’intelligence degli Stati membri.La strategia propone azioni per rafforzare la resilienza e proteggere i sistemi ed i servizi spaziali in UE. A tal fine, la Commissione prenderà in considerazione la possibilità di: adottare una legge spaziale europea per fornire un quadro comune per la sicurezza, la protezione e la sostenibilità nello spazio; istituire un Centro di condivisione e analisi delle informazioni (ISAC) per sensibilizzare e facilitare lo scambio nell’ambito delle istituzioni europee; avviare i lavori preparatori per garantire un accesso autonomo dell’UE allo spazio nel lungo periodo anche per esigenze di sicurezza e difesa; rafforzare la sovranità tecnologica dell’UE, riducendo le dipendenze strategiche e garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento di apparecchiature per lo spazio e la difesa, in stretto coordinamento con l’Agenzia europea per la difesa e l’Agenzia spaziale europea.La strategia delinea misure concrete per mobilitare le strumentazioni europee e rispondere alle minacce spaziali. In questa direzione, la possibilità di estendere il meccanismo di protezione attualmente utilizzato per il programma Galileo a tutti i sistemi e servizi spaziali dell’UE, la possibilità di identificare meglio gli oggetti spaziali individuare comportamenti inappropriati in orbita e proteggere le risorse dell’UE e la possibilità di effettuare esercitazioni spaziali, anche con i partner, per testare e sviluppare ulteriormente la capacità di risposta dell’UE alle minacce spaziali.La strategia propone di massimizzare l’uso dello spazio a fini di sicurezza e difesa. Lo sviluppo di servizi a duplice uso richiede di tenere conto delle esigenze della difesa.La Commissione ha anche deciso di avviare due progetti pilota: uno per testare la fornitura di servizi spaziali da parte degli Stati membri ed un secondo per testare un nuovo servizio di osservazione della Terra come evoluzione del programma Copernicus. In questa direzione saranno svolte attività finalizzate a far emergere sinergie e permettere una collaborazione fra enti pubblici e start-up nel campo della ricerca. Per parte sua, l’UE rafforzerà il suo impegno nelle sedi multilaterali e promuoverà norme, regole e principi di comportamento responsabili nello spazio.La strategia approfondirà l’attuale cooperazione in materia di sicurezza spaziale, in particolare con gli Stati Uniti, ed amplierà gli scambi con altri partner, tra cui la NATO ed altri paesi mossi dagli stessi principi. La Commissione e l’Alto rappresentante presenteranno presto agli Stati membri i primi step per l’attuazione della strategia e riferiranno annualmente al Consiglio sui progressi compiuti e su eventuali ulteriori azioni.(Foto: Photo by NASA on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, FDA approva lo spray nasale di Pfizer per l'emicrania

    (Teleborsa) – La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato lo ZAVZPRET (zavegepant), lo spray nasale di Pfizer per il trattamento acuto dell’emicrania con o senza aura negli adulti. Lo comunica la stessa azienda farmaceutica statunitense in una nota, spiegando che, nel suo studio cardine di fase 3, ZAVZPRET si è dimostrato statisticamente superiore al placebo per quanto riguarda la libertà dal dolore e dai sintomi più fastidiosi dopo due ore dalla somministrazione. Lo studio ha anche dimostrato sollievo dal dolore già in 15 minuti.”L’approvazione della FDA di ZAVZPRET segna una svolta significativa per le persone con emicrania che hanno bisogno di liberarsi dal dolore e preferiscono opzioni alternative ai farmaci orali – ha affermato Angela Hwang, Chief Commercial Officer della divisione Global Biopharmaceuticals Business di Pfizer. LEGGI TUTTO

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    Export, moda italiana vola negli USA

    (Teleborsa) – Forte di una crescita che nei primi 10 mesi del 2022 registra un +40,3% rispetto al 2021 (+49,1% sul pre-Covid), il mercato Usa gioca un ruolo sempre più importante per l’industria italiana del tessile, moda e accessorio, classificandosi al secondo posto nel ranking export dei paesi, con un valore di circa 7,3 miliardi di euro. In questo contesto parte il progetto per il potenziamento dell’export negli Stati Uniti realizzato da Confindustria, che vede il coinvolgimento di Confindustria Moda e di Agenzia Ice.Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extraeuropeo per il Made in Italy: con una quota di mercato di quasi il 5%, l’Italia si colloca al quarto posto nel 2022 tra i principali Paesi fornitori degli Stati Uniti, secondo i dati dell’United States Department of Commerce, e un posizionamento che vede il nostro Paese nel 2022 come primo fornitore statunitense di occhiali, pelletteria, pelli, pellicce e calzature. In virtù di questa rilevanza strategica del mercato Usa e per l’apprezzamento che le collezioni Made in Italy hanno registrato presso i buyer presenti alle Fiere appena concluse, il roadshow “INSPR Italia – Innovations In Style”, che partirà da Los Angeles per poi spostarsi a Dallas e Miami, creerà importanti nuove opportunità per 30 aziende italiane e farà vedere da vicino a nuovi buyer B2B collezioni che sanno essere innovative partendo dalla grande tradizione del saper fare del Made in Italy. La prima tappa dell’iniziativa, prevista a Los Angeles dal 13 al 15 marzo, vedrà 30 brand italiani di moda contemporanea femminile, accessori e calzature presentare le loro collezioni.”L’internazionalizzazione delle aziende italiane è da sempre uno degli obiettivi prioritari di Confindustria – ha dichiarato Barbara Beltrame Giacomello, vice presidente per l’internazionalizzazione Confindustria – e gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del nostro export fuori dall’Europa. Questo road show, che avvicina consumatori sempre più attenti alla qualità, è un’opportunità importante per le nostre aziende; per la collaborazione alla sua organizzazione va il nostro grazie a Ice New York”. “Questo progetto è un’opportunità unica per conoscere al meglio il mercato regionale statunitense, gettando le basi per nuovi contatti commerciali”, ha detto Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria Moda. “I dati del nostro export dimostrano l’interesse degli Usa per la moda Made in Italy. È importante che 4 associazioni di Confindustria Moda – SMI, Assocalzaturifici, Assopellettieri e AIP – abbiano partecipato con le loro aziende a questo progetto, aiutando le imprese più piccole a approcciare i mercati internazionali”.(Foto: by Kris Atomic on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari in rosso con crollo banche. Bene Buzzi e Leonardo

    (Teleborsa) – Seduta difficile per Piazza Affari, che scambia in netto calo, in accordo con gli altri Listini continentali, che accusano perdite consistenti. A trascinare in ribassi le Borse è il settore bancario, sotto pressione a livello globale per le difficoltà finanziarie della Silicon Valley Bank e il fallimento dell’istituto attivo nelle cripto-valute Silvergate. I due istituti statunitensi hanno dimensioni relativamente contenute, ma hanno grandi interconnessioni nell’ecosistema tech e delle startup.A Piazza Affari spicca la performance positiva di Leonardo, con il CEO Alessandro Profumo che ha affermato di ritenere “prioritario mantenere un costante ritorno agli azionisti”, sottolineando come l’anno appena trascorso sia stato molto importante dal punto di vista di esecuzioni degli ordini, lasciando il gruppo della difesa più resiliente e “pronto a cogliere nuove opportunità”. Parziale rimbalzo per Buzzi Unicem, che ha respinto le accuse delle autorità ucraine e spiegato di non avere alcun coinvolgimento nella controllata russa.Sul fronte macroeconomico, i prezzi alla produzione dell’industria italiana hanno registrato una flessione congiunturale di eccezionale entità e una netta decelerazione della crescita tendenziale, principalmente a causa del crollo del prezzo del gas naturale.Restando in Eurozona, è migliorato il commercio al dettaglio in Spagna a gennaio, mentre è stata confermata a un livello elevato l’inflazione in Germania a febbraio.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,059. Lieve aumento dell’oro, che sale a 1.837,1 dollari l’oncia. Giornata negativa per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 75,03 dollari per barile, in calo dello 0,91%.Balza in alto lo spread, posizionandosi a +171 punti base, con un incremento di 4 punti base, con il rendimento del BTP decennale pari al 4,22%.Nello scenario borsistico europeo calo deciso per Francoforte, che segna un -1,31%, crolla Londra, con una flessione dell’1,70%, e sotto pressione Parigi, con un forte ribasso dell’1,14%.Sessione da dimenticare per la Borsa italiana, con il FTSE MIB che sta lasciando sul terreno l’1,56%; sulla stessa linea, giornata da dimenticare per il FTSE Italia All-Share, che retrocede a 29.478 punti, ritracciando dell’1,55%. In ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-1,38%); come pure, in rosso il FTSE Italia Star (-1,29%).Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, sostenuta Buzzi Unicem, con un discreto guadagno del 2,09%.Buoni spunti su Leonardo, che mostra un ampio vantaggio dell’1,59%.Giornata moderatamente positiva per Italgas, che sale di un frazionale +1,45%.Le più forti vendite, invece, si manifestano su BPER, che prosegue le contrattazioni a -4,33%.Vendite a piene mani su Fineco, che soffre un decremento del 4,13%.Pessima performance per Azimut, che registra un ribasso del 4,03%.Soffre Banco BPM, che evidenzia una perdita del 3,31%.Unica maglia rosa tra i titoli del FTSE MidCap, Danieli raggiunge un +1,02%.Le peggiori performance, invece, si registrano su Tinexta, che ottiene -4,26%.Sessione nera per El.En, che lascia sul tappeto una perdita del 3,98%.Preda dei venditori Banca MPS, con un decremento del 3,43%.Si concentrano le vendite su Technogym, che soffre un calo del 3,13%. LEGGI TUTTO