4 Maggio 2023

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    BCE, de Guindos: sorpresi da quanto rapidamente può avvenire oggi un bank run

    (Teleborsa) – “Se guadiamo alle caratteristiche delle banche statunitensi in crisi, ci sono degli aspetti comuni, come una media dimensione e un modello di business molto idiosincratico, con esposizione al rischio da tassi. Ciò è molto differente dal modello europeo, che – come abbiamo già sottolineato in diverse occasioni – è molto resistente, ha alti livelli di capitale e liquidità”. Lo ha affermato Luis de Guindos, Vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), nella conferenza stampa che ha seguito la decisione di alzare i tassi di ulteriori 25 punti base.”Inoltre, non dobbiamo dimenticare incrementare i tassi porta benefici alle banche europee – ha aggiunto – Ma non c’è spazio per la complacency, anche perché una cosa di cui siamo stati sorpresi è quanto rapidamente può avere luogo un bank run, essenzialmente per la combinazione di due aspetti: il digital banking e i social network”. LEGGI TUTTO

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    BCE, Lagarde: varietà di visioni in Consiglio, ma concordi che c’è ancora strada da fare

    (Teleborsa) – “Nella riunione odierna ci sono state una varietà di visioni, ma non stiamo facendo una pausa e abbiamo ancora della strada da fare”. Lo ha affermato Christine Lagarde, presidente della BCE, nella conferenza stampa che ha seguito la decisione di alzare i tassi di ulteriori 25 punti base. Quello di Francoforte “è un percorso e non siamo ancora arrivati alla fine”, ha suggerito in un altro passaggio, ripetendo che “ci sono state diverse visioni, con alcuni membri che hanno suggerito un aumento di 50 punti base, ma nessuno che ha sostenuto che 0 punti base punti fossero appropriati, quindi questo è un hiking journey e continuerà ad essere tale”.Lagarde ha parlato di un “mood determinato” all’interno del Consiglio direttivo, con i banchieri centrali “determinati a combattere l’inflazione e farla ritornare all’obiettivo, e abbiamo concluso che l’outlook dell’inflazione è ancora troppo alto”. I membri sono stati “concentrati sui dati che sono stati oggetto di analisi, come quelli sui prestiti di questa settimana”. L’atto di bilanciamento all’intero della discussione, che “ha ricevuto un supporto quasi unanime”, è stato “basato sul metodo, i dati, la comprensione che dove siamo è consistente con l’outlook che abbiamo dato all’ultimo meeting, che l’inflazione sottostante è ancora alta, e che il lending survey ha suggerito che la trasmissione della politica sta funzionando, almeno sulle istituzioni finanziarie”.La numero uno della BCE ha sottolineato che le scelte di Francoforte non sono legate a quelle della Federal Reserve statunitense: “Prenderemo in considerazione vari fattori, come potenziali spillover effect, ma non siamo dipendenti dalle mosse della Fed”.Lagarde ha spiegato che “l’inflazione headline sta diminuendo, ma non stiamo vedendo un impatto sufficiente per riportare l’inflazione al target. Siamo quindi a un livello restrittivo, ma non sufficientemente restrittivo”. In merito al fatto che il Consiglio direttivo prevede di porre fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023, Lagarde ha detto: “In primis, abbiamo preso una decisione, ma abbiamo detto che “prevediamo”, esprimendo un po’ di opzionalità perché abbiamo visto che i reinvestimenti parziali hanno funzionato bene e sono stati ben assorbiti dal mercato. Ci sono motivi validi per continuare, restringendo la liquidità in circolazione e diminuendo il bilancio”.Sulla crisi di Credit Suisse e il modo in cui è stata gestita, la presidente della BCE ha detto che “è stata risolta velocemente, considerando che le autorità svizzere non avevano molte scelte e che era un caso che veniva portato avanti da molto tempo”. Comunque, “abbiamo imparato il valore di avere regole e che implementarle velocemente conta”, anche perchè “deve essere chiaro a creditori e investitori” quali saranno i soggetti che soffrono le perdite. LEGGI TUTTO

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    USA, cala deficit commerciale a marzo

    (Teleborsa) – Cala il deficit commerciale americano. Nel mese di marzo, la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 64,2 miliardi di dollari, in calo rispetto al passivo di 70,6 miliardi di dollari di febbraio (dato rivisto da -70,5 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, risulta peggiore delle stime degli analisti, che erano per un disavanzo in calo fino a -63,3 miliardi di dollari. Le esportazioni sono salite a 256,2 miliardi mentre le importazioni sono calate a 320,4 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    Lavoro USA, costo unitario in aumento nel 1° trimestre

    (Teleborsa) – Nel 1° trimestre del 2023 la produttività del settore non agricolo in USA è scesa su base trimestrale del 2,7%, dopo il +1,6% dei tre mesi precedenti, confrontandosi con il -1,8% atteso dagli analisti. Rispetto allo stesso trimestre del 2022 è scesa dello 0,9%. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, il costo per unità di lavoro è cresciuto del 6,3% ad un ritmo più veloce rispetto al +3,3% del 4° trimestre (dato rivisto da +3,2%) e contro il +5,5% del consensus. LEGGI TUTTO

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    USA, in aumento oltre attese le richieste sussidi disoccupazione

    (Teleborsa) – Crescono e più del previsto le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 28 aprile, i “claims” sono risultati pari a 242 mila unità, in aumento di 13.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 229.000 (rivisto da un preliminare di 230.000). Il dato si confronta con i 240 mila del consensus. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 239.250 unità, in crescita di 4 mila unità rispetto al dato della settimana precedente di 235.750 (rivisto da un preliminare di 236.000). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 21 aprile, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.805.000, in calo di 38.000 mila unità rispetto alle 1.843.000 unità della settimana precedente e al di sotto degli 1.855.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    BMW: balzo fatturato grazie a veicoli elettrici, pressione su margini

    (Teleborsa) – Bmw chiude il primo trimestre 2023 con risultati buoni, sostenuti dall’aumento dei prezzi di listino, che ha più che compensato il calo delle consegne. Il periodo chiude con 588.138 veicoli consegnati, in calo dell’1,5%, ma i ricavi hanno raggiunto i a 36,8 miliardi di euro, registrando una crescita del 18,3%. A premiare il gruppo ha contribuito la crescita dei veicoli elettrici (BEV) con un aumento delle vendite dell’83% a 64.647 unità ed una quota sul totale delle vendite raddoppiata all’11% (era al 5,9% nel 2022). Buono anche l’andamento delle autovetture BMW M per 46.430 unità (+19%). L’utile prima delle imposte si è attestato a 5,13 miliardi in calo del 58% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, mentre l’utile netto si è portato a 3,66 miliardi, in calo del 64% rispetto all’anno prima.Frattanto, le azioni BMW in Borsa stanno guadagnando oggi lo 0,65% a 101,66 euro, mentre la perfoancne da inizio anno fa segnare un +17,5%. LEGGI TUTTO

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    Gruppo OTB acquista maggioranza della storica pelletteria fiorentina Frassineti

    (Teleborsa) – Il Gruppo OTB, fondato da Renzo Rosso, ha acquisito una quota di maggioranza della storica pelletteria fiorentina Frassineti, già fornitore strategico e di lungo periodo per il brand Jil Sander, uno dei marchi del gruppo. L’operazione è in linea con l’impegno del gruppo a supporto della filiera italiana e ha l’obiettivo di garantire stabilità e una crescita sempre più rapida e solida di Frassineti, si legge in una nota.OTB si affianca dunque alla famiglia imprenditoriale fondatrice, che manterrà una quota di minoranza. Gaia Frassineti continuerà a ricoprire il ruolo di amministratore delegato.L’operazione è stata attuata tramite la controllata Staff International, la piattaforma produttiva di OTB, che rafforza così il proprio network di fornitori, costituito oggi da oltre 800 aziende basate in Italia.”I brand del comparto luxury del nostro gruppo sono accomunati da una forte attenzione all’artigianalità dei capi e dall’uso di materie prime di altissima qualità, un aspetto reso possibile solo dalla collaborazione con imprese come Frassineti, che rendono unica la filiera del settore moda in Italia e nel mondo – ha affermato Renzo Rosso – Sono queste aziende e queste competenze che fanno la forza del nostro Paese ed è su di esse che dobbiamo continuare a investire”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, report Uil-Eures: nel I trimestre 2023 torna a crescere il numero di morti sul lavoro

    (Teleborsa) – Nei primi tre mesi dell’anno il numero dei morti sul lavoro torna nuovamente a crescere, registrando un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 (con 196 vittime contro 189). È quanto ha rilevato uno studio realizzato dalla Uil e dall’Eures. I dati mostrano un vero e proprio picco di crescita nel Nord-Ovest (+22,4%), dove la ripresa delle attività produttive sta comportando costi umani sempre più intollerabili. Nel trimestre gli infortuni rilevano invece un riallineamento ai valori del 2021, con una flessione tendenziale del 25,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo scorso anno in Italia ci sono stati tre morti sul lavoro al giorno. I decessi registrati dall’Inail nel 2022 sono stati 1.090 (4,7 ogni 100mila occupati). Gli infortuni sono stati 697.773 (1.912 al giorno) in crescita del 25,7% sul 2021.Il 16,8% degli infortuni nel 2022 è ancora legato al Covid-19 (erano l’8,8% nel 2021). Dopo il significativo calo degli infortuni legati al Covid nel 2021 (-67,2% rispetto al 2022, passando da 149.025 eventi a 48.876), la casistica torna a crescere nel 2022, quando si contano 117.154 eventi. La dinamica spiega tuttavia soltanto parzialmente la crescita complessiva degli infortuni rilevata nel 2022, visto il contestuale incremento del 14,7% di quelli non legati al Covid (da 506.360 unita’ nel 2021 a 580.619 nel 2022). Analizzando i valori cumulati censiti da inizio pandemia, il più alto rischio infortunistico correlato al Covid si registra per i lavoratori del settore sanitario e dell’assistenza sociale (63,3% dei casi censiti) e, contestualmente, per le lavoratrici, più presenti nei servizi di cura (68,4% dei casi, contro il 31,6% degli uomini). A livello territoriale il Nord, tra le cui regioni soprattutto nei primi mesi del 2020 ha avuto luogo la maggiore circolazione virale, concentra la maggioranza dei casi (62,1% del totale), seguito dal Centro (16,8%) e dal Mezzogiorno (21,1%). Gli infortuni sono in crescita del 42,9% tra le donne (+16% tra gli uomini). Gli infortuni sul lavoro pur interessando in termini assoluti prevalentemente i lavoratori di sesso maschile (58,9% del totale contro il 41,1% delle donne), presentano nel 2022 un incremento tra le lavoratrici (+42,9%) pari ad oltre il doppio di quello rilevato tra gli uomini (+16%). Questa dinamica appare correlata sia al significativo incremento dell’occupazione femminile nel settore manifatturiero rilevato nel 2022 (+6,9%) che alla già segnalata maggiore presenza di lavoratrici nei settori più colpiti dal Covid-19 (sanità e servizi di cura). Lo studio ha evidenziato che c’è un legame molto stretto tra gli infortuni mortali sul lavoro e la precarietà. Il rischio morte tra i lavoratori precari e irregolari è infatti quattro volte superiore a quello di chi ha un’occupazione stabile. Nello specifico, il rischio di infortunio mortale tra i lavoratori a termine si attesta a 10,2 decessi sul lavoro per 100mila occupati, a fronte di 5,7 tra i lavoratori autonomi e soprattutto di 3,3 tra i dipendenti a tempo indeterminato.Infine, quasi sette aziende ogni dieci ispezionate presentano irregolarità. I lavoratori irregolari in sono crescita del 79,4%. Delle 117.608 attività di monitoraggio complessive effettuate (91.505) emerge una situazione “particolarmente allarmante”, evidenzia il rapporto: prendendo in considerazione le sole ispezioni definite, pari nel 2021 a 62.710, risulta come il 62,3% delle imprese (39.052 in termini assoluti) presenti irregolarità. Appare significativo rilevare, inoltre, come siano proprio i settori che assorbono il maggior numero di infortuni sul lavoro a mostrare tassi di irregolarità più rilevanti rispetto al valore medio: nel 2021 infatti l’indice di irregolarità si attesta al 63,7% per quanto riguarda l’edilizia e al 63,1% per il terziario. Segue l’industria con un tasso di irregolarità pari al 60,6%, mentre il valore scende al 54,3% nel comparto agricolo. LEGGI TUTTO