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World Economic Forum: allarme recessione globale. Cautela sull'arrivo di Zelensky

(Teleborsa) – Evitare una recessione globale causata dalla crescente frammentazione geopolitica sul fronte del commercio e degli investimenti e dall’alta inflazione. Sarà questo il focus del “Wef23” che si apre la prossima settimana a Davos. Il World Economic Forum – come ha annunciato l’organizzazione – vedrà una partecipazione record di ministri delle Finanze, ben 57, un afflusso massiccio di banchieri centrali, 17, e una rappresentanza forte di capi di stato e governo europei. Il fondatore e presidente esecutivo del Wef Charles Schwab ha parlato di presenze “record” con oltre 2.700 leader.

Il tema centrale del Wef23 “Cooperazione in un mondo frammentato” – ha spiegato il presidente dell’organizzazione con sede a Ginevra, Borge Brende – sarà “evitare una recessione globale: non ci sarà una ripresa globale senza rilanciare il commercio e gli
investimenti globali” minacciati dalle tensioni geopolitiche.

Ampio spazio dei panel di Davos sarà dedicato alla guerra in Ucraina. L’organizzazione, tuttavia, citando motivi di sicurezza, non ha confermato le indiscrezioni di un arrivo del presidente Volodymyr Zelensky.

Sul fronte delle istituzioni europee sono attesi, tra gli altri, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen con il vice Valdis Dombrovskis, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, e i commissari Gentiloni (Affari economici), Hahn (Bilancio), Simson (Energia). Ci sarà, inoltre, la presidente della Bce Christine Lagarde, che interverrà a due panel del Forum, giovedì con Dombrovskis e venerdì con la presidente del Fmi Kristalina Georgieva. La delegazione Usa sarà formata dalla rappresentante per il Commercio Katherine Tai e dal segretario per il Lavoro Martin Walsh. La rilevanza delle tematiche di sicurezza e la presenza di una delegazione ucraina potrebbe essere all’origine dell’arrivo di Avril Haines, numero uno dell’Intelligence nazionale, e Christopher Wray, il capo dell’Fbi. Per il clima ci sarà l’Inviato speciale John Kerry.

Pochi gli “special address” (von der Leyen e il premier spagnolo Pedro Sanchez martedì 17 gennaio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz mercoledì 18) anche se alcuni slot per i discorsi dei leader sono ancora da annunciare. L’Italia, dopo la rinuncia di Giancarlo Giorgetti (Economia) che aveva inizialmente annunciato di partecipare, ad oggi sarebbe presente con un solo ministro, Giuseppe Valditara (Istruzione). Più consistente la presenza francese con ben sei ministri fra cui Le Maire (Economia), Boone (Europa) e il governatore della banca centrale Villeroy de Galhau. La Germania vedrà oltre al premier e al suo vice Robert Habeck, il presidente della Bundesbank Joachim Nagel, il ministro delle Finanze Christian Lindner e ben otto ulteriori figure pubbliche. Prevista una presenza di alto livello di
polacchi (col presidente Andrzej Duda e il premier Mateusz Morawiecki), lettoni e lituani.

Le grandi multinazionali hanno inviato i leader di colossi come Chevron, Google, Amazon, Intel, Paypal, Amazon. L’Italia ci sarà con Enel (Starace, che parlerà a un panel sull’energia giovedì 19), Eni (Calvosa) e presenze regolari come Andrea Illy, Merloni, Moretti Polegato (Geox), Nerio ed Erica Alessandri (Technogym) e, fra le banche, il presidente di Intesa Sanpaolo Carlo Messina e il ceo di Unicredit Andrea Orcel.

Torna a Davos, dopo almeno due anni in tono minore, la grande finanza: nutrita la presenza di Blackrock col presidente Larry Fink, oltre ai leader di Goldman Sachs col ceo David Solomon, Jp Morgan (con il numero uno Jamie Dimon), Deutsche Bank, Morgan Stanley e altri grossi nomi delle banche d’affari.

Sul fronte politico assenti anche in questa edizione russi e iraniani, con una presenza limitata dei sauditi, turchi, anche Israele sceglie il basso profilo (atteso il governatore della banca centrale). Il Qatar, invece, invierà due ministri accanto al vicepremier e ministro degli Esteri Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani. Il Brasile reduce dall’assalto alle istituzioni nella capitale manderà Marina Silva, ministro dell’Ambiente che promette di riprendere la lotta alla deforestazione. Attesi anche la presidente moldava Maia Sandu e il premier georgiano Irakli Garibashvili.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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