16 Luglio 2025

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    USA, prezzi produzione salgono meno delle attese a giugno

    (Teleborsa) – Frena la crescita, a giugno, dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono rimasti invariati su base mensile, dopo il +0,3% del mese precedente e contro il +0,2% stimato dagli analisti. Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 2,3%, inferiore al consensus (+2,5%) e al mese precedente (+2,7%).I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, non hanno registrato alcuna variazione su base mensile (+0,4% il mese precedente e +0,2% atteso), mentre su anno registrano un +2,6% contro il +3,2% del mese precedente (+3,1% atteso). LEGGI TUTTO

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    TLC, Agcom: investimenti infrastrutture +8,7% a 7 miliardi

    (Teleborsa) – Gli investimenti in infrastrutture di rete tlc (trainati da quelli relativi alla rete fissa) hanno mostrato nel 2024 un aumento dell’8,7% rispetto al 2023, raggiungendo 7,05 miliardi di euro. È quanto emerge dalla Relazione annuale dell’Agcom illustrata al Senato dal presidente Giacomo Lasorella. Il peso dei ricavi del settore delle tlc sul Pil si attesta all’1,3% nel 2024, stabile rispetto al 2023. La spesa complessiva della clientela (residenziale e affari) è cresciuta dell’1,9%. La copertura FTTH, cioè la connessione alla rete tramite fibra ottica, ha raggiunto, al 31 dicembre 2024, il 70,7% delle famiglie. Lo sviluppo della connessione FTTH ha interessato in modo uniforme aree bianche, grigie e nere, anche se la realizzazione nelle aree grigie e nere procede più lentamente rispetto ai piani dichiarati. Il 25,7% della copertura FTTH esistente è stata realizzata nel 2024. Con un mercato all’ingrosso delle tlc radicalmente mutato da operazioni quali la separazione della rete fissa di Tim ceduta a Fibercop ma anche dall’acquisizione di Vodafone da parte di Swisscom e dall’ingresso nel capitale di Telecom Italia di Poste Italiane, diventato il primo azionista della società, l’Agcom ha avviato una nuova Analisi dei mercati di accesso alla rete fissa. L’obiettivo – come ha ricordato Lasorella – sarà quello di stabilire se FiberCop possa essere qualificata come operatore wholesale only (aspetto sul quale l’Autorità ha già raggiunto una conclusione, avallata dall’Agcm, che ha sottoposto alle autorità europee) con le quali è in corso una interlocuzione) e di delineare il regime regolamentare conseguente. “La televisione non è più il principale mezzo di informazione per gli italiani. Soltanto il 46,5% della popolazione adulta – dicono i dati dell’Osservatorio Agcom sul sistema dell’informazione, pubblicati nel marzo 2025 – si informa con la televisione, laddove appena sei anni fa, nel 2019, questa percentuale era del 67,4% – ha sottolineato Lasorella, nella relazione annuale al Parlamento –. Un italiano su due (il 52,4%), invece, utilizza la Rete per informarsi, con motori di ricerca, social media e siti web/app di quotidiani e periodici che sono diventate le principali porte di accesso all’informazione. Per altro verso – a conferma del fatto che un singolo dato non restituisce adeguatamente la complessità del quadro – televisione, radio e carta stampata rimangono fonti informative ritenute più affidabili rispetto a social network e piattaforme; questo impone una riflessione sulla necessità di tutelare e salvaguardare”.Il quadro economico del settore dei Media, analizzando il contesto nazionale, nonostante alcune persistenti debolezze, “mostra nel 2024 segnali di ripresa” ha evidenziato il presidente dell’Agcom. Le entrate complessive sono aumentate del 3,2% rispetto al 2023, superando i 12 miliardi di euro. “Questo incremento si deve principalmente all’aumento dei ricavi da contenuti a pagamento (+4,3%), soprattutto per la televisione online, che ha compensato il calo nelle vendite di copie di quotidiani e periodici – ha aggiunto Lasorella –. La televisione arriva a generare il 72,8% degli introiti. Parallelamente, si riduce l’incidenza dell’editoria quotidiana e periodica (21,8% delle risorse totali) e quella della radio (5,4%)”. Riguardo ai programmi di informazione, nel 2024, “il Tg1 rimane il telegiornale più seguito, seguito dal Tg5 e dalla Tgr di Rai come fonte di informazione locale. Più in dettaglio, nel 2024 il settore televisivo ha superato nel complesso gli 8,8 miliardi di euro, registrando un incremento del 7,3% rispetto al 2023”. Nel settore dei servizi postali, nel 2024 ci sono stati circa 3,1 miliardi di invii, con un calo complessivo rispetto al 2023 (-1,5%), determinato dalla riduzione degli invii di corrispondenza, che segnano un -6,2% sul 2023 e un -18% rispetto al 2020. “Al contrario – ha spiegato Lasorella – la consegna di pacchi conferma una crescita significativa, raggiungendo circa 1,17 miliardi di invii nel 2024, con un aumento del 7,3% rispetto al 2023 e un notevole +34,6% rispetto al 2020”. I ricavi complessivi del mercato postale nel 2024 sono stati pari a 8,59 miliardi di euro, con un incremento di quasi 163 milioni di euro (+1,9%) rispetto all’anno precedente, riferibile soprattutto all’aumento dei ricavi dai servizi di pacchi. L’incidenza dei servizi di corrispondenza rientranti nel Servizio universale diminuisce nel tempo, rappresentando nel 2024 il 30,4% in volume e il 53% in ricavi. “La Relazione annuale 2025 dell’Agcom arriva in un momento strategico nel quale l’impegno dell’Authority è centrale sul piano nazionale, europeo e internazionale – ha commentato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini –. Il ruolo che l’Agcom esercita, evidenzia l’esponente dell’esecutivo, tutela gli interessi del nostro Paese e difende il settore dell’informazione professionale in un momento storico in cui la competizione con le Big Tech è ben lontana da quel ‘level playing field’ richiesto anche dall’Ue. L’editoria dell’informazione – osserva Barachini – deve sostenere l’offensiva della distribuzione algoritmica e confrontarsi con attori che, in questa era di intelligenza artificiale, hanno una forza economica esponenzialmente superiore e non sono tenuti a rispettare né argini deontologici, né responsabilità editoriali. Anche sotto questo aspetto, le iniziative regolamentari, di vigilanza e sanzionatorie dell’Agcom sono insostituibili per l’equilibrio del nostro sistema Paese”. LEGGI TUTTO

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    Ponte sullo Stretto, firmato al Mit l’accordo di programma

    (Teleborsa) – L’accordo di programma per il Ponte sullo Stretto di Messina è stato sottoscritto dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, MatteoSalvini, dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, dall’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, dall’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, Aldo Isi, e dall’amministratore delegato di Anas Claudio Gemme.Presente alla firma anche il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessandro Morelli. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Calderone: occupazione record grazie a politiche governo

    (Teleborsa) – “Ogni giorno crescono i contratti a tempo indeterminato, lo dicono le statistiche. Grazie al Governo l’occupazione ha toccato livelli record. Il tasso di disoccupazione è assolutamente al di sotto della media europea”. Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, intervenendo al rapporto annuale dell’Inps.”Più lavoro e più Italia perché noi vogliamo tenere i nostri giovani nel paese e far loro esprimere i propri talenti. Su questo il ministero è impegnato e lanceremo prestissimo un nuova app che è collegata alla Siisl (il portale per l’inclusione sociale e lavorativa ndr.), per accompagnare i giovani verso i propri talenti e a trovare lavoro”.”Io credo – ha aggiunto – che oggi la sfida sia veramente il lavoro come nuova rivoluzione industriale, perché più lavoro vuol dire più Pil, più servizi e più welfare per le persone”. LEGGI TUTTO

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    Diageo, CFO Nik Jhangiani diventa CEO ad interim dopo dimissioni Debra Crew

    (Teleborsa) – Diageo, multinazionale britannica operante nel settore delle bevande alcoliche, ha annunciato che Debra Crew si è dimessa dalla carica di CEO e da componente del board con effetto immediato, di comune accordo.Crew ha guidato Diageo da giugno 2023, dopo essere entrata in Diageo come amministratore non esecutivo nel 2019, per poi ricoprire la carica di Presidente di Diageo North America e successivamente quella di Direttore Operativo del Gruppo.Il board ha avviato un completo processo di ricerca formale, che includerà la valutazione di candidati interni ed esterni. In attesa di una nomina definitiva, il CFO Nik Jhangiani assumerà il ruolo di CEO ad interim.Le previsioni per gli anni fiscali 2025 e 2026 rimangono invariate rispetto a quanto comunicato il 19 maggio 2025. Diageo pubblicherà i risultati dell’intero anno fiscale 2025 il 5 agosto, come previsto.(Foto: Hans Braxmeier) LEGGI TUTTO

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    Solid World punta sulla Difesa, Rizzo: ora attenzione ai margini anche per migliorare in Borsa

    (Teleborsa) – Insoddisfazione per l’andamento del titolo in Borsa, complice anche un aumento di capitale mal digerito dagli investitori retail, e la massima fiducia per l’andamento del business, grazie al traino del riarmo in Europa che spingerà le fabbriche del gruppo alla piena produzione. Oscilla tra questi due poli lo stato d’animo di Roberto Rizzo, fondatore e CEO di Solid World Group, gruppo tecnologico italiano quotato su Euronext Growth Milan che rappresenta un’eccellenza nell’integrazione di soluzioni digitali 3D avanzate e intelligenza artificiale al servizio dei settori industriali.Il gruppo è in una nuova fase della sua storia in Borsa, iniziata 3 anni fa, in quanto ha implementato una significativa ridefinizione della strategia per concentrare le risorse su settori core ad alto potenziale di crescita, in particolare difesa, spazio, biomedicale e soluzioni industriali avanzate, abbandonando la produzione di impianti per il fotovoltaico che era stata uno degli innesti resi possibili dalle risorse raccolte in fase di quotazione.”L’IPO ci ha consentito, grazie ai mezzi finanziari raccolti, di portare a termine alcuni investimenti molto importanti – racconta Rizzo a Teleborsa – Il primo, anche il più importante, è stato senz’altro quello relativo alla divisione biomedicale che abbiamo aperto: grazie alla partnership con l’Università di Pisa, abbiamo acquisito un brevetto molto importante, l’abbiamo ingegnerizzato e abbiamo creato l’innovativa biostampante 3D Electrospider. Il secondo grande investimento è stata l’apertura della filiale negli Emirati Arabi Uniti, dove ora abbiamo iniziato a vendere in maniera continuativa. Investire a Dubai e Abu Dhabi non è semplice, perché è un mercato nuovo, complesso, dove bisogna partecipare a tutte le fiere, ma ci siamo guadagnati la fiducia di clienti estremamente importanti come i ministeri”.”Il terzo investimento che avevamo iniziato a fare è proprio quello nel fotovoltaico – sottolinea l’imprenditore – Eravamo entrati all’interno del settore, che però è molto lento, con pochi clienti, poche commesse e con pagamenti molto lunghi. Quindi abbiamo preferito uscire, anche perchè nel frattempo è sorta una nuova esigenza molto più veloce per noi, in quanto abbiamo comprato una seconda fabbrica di stampa 3D e siamo entrati anche nell’aspetto produttivo oltre che di progettazione, perché i nostri clienti non ce la fanno a produrre tutto quello di cui necessitano. Quindi abbiamo comprato una ventina di questi grossi e costosi macchinari che stampano da mattina alla sera, e questa tecnologia sta diventando sempre più strategica nel settore dell’Aerospazio e della Difesa”.Solid World è una delle pochissime realtà in Europa in grado di offrire non solo le competenze tecniche nel mondo del 3D, ma anche le certificazioni necessarie per operare in un mercato altamente specializzato come quello dell’Aerospazio e della Difesa, negli ultimi mesi sempre più al centro dell’attenzione dopo il piano ReArm Europe della Commissione europea e l’intesa NATO per aumentare le spese militari. “Fino a metà dell’anno scorso il settore della Difesa in Italia era sonnecchiante – dice Rizzo – Noi siamo sempre stati fornitori della filiera italiana con clienti importanti come Leonardo, Fincantieri e Avio, ma poi ci siamo accorti che l’esigenza produttiva – quindi non solo lavorare nel settore della progettazione e della fornitura di macchine – è diventata impellente con le mutate condizioni geopolitiche, che ha portato molta parte dell’industria nazionale già certificata come noi a incrementare la parte produttiva. Non siamo piccolissimi ma non siamo neanche enormi, quindi ho deciso che era bene concentrarsi in questo settore perché di più facile crescita e più forte necessità anche per il nostro paese”. In questa direzione si inserisce anche l’aumento di capitale da 2,5 milioni di euro recentemente completato. È necessario per creare rapidamente un presidio sugli Stati Uniti dove il gruppo prevede di aprire una filiale per la vendita della biostampante Electrospider, dopo i soldi raccolti dall’aumento di capitale dello scorso anno sono serviti alla realizzazione di un laboratorio di analisi cellulare, ma anche a comprare ulteriori macchine per crescere sia nelle biotecnologie che nel militare. Intanto, “il settore industriale standard va avanti per conto suo: ogni anno macina nuovi clienti ed entrano nuovi contratti di manutenzione”, dice Rizzo, sottolineando che il gruppo può vantare clienti prestigiosi come Ferrari, Brembo, Stevanato e Illy. Gli acquisti non saranno rivolti solo a macchinari, ma – se capiterà l’occasioni giusta – anche ad aziende con nuovo M&A, dopo che l’anno scorso Solid World ha acquisito Due Pi Greco e una quota di minoranza di Miralis. “Quest’anno stiamo digerendo quanto acquisito, anche perchè l’M&A è una cosa molto delicata perché le occasioni nascono, le devi valutare e devi capire come integrarle all’interno della tua azienda – sottolinea Rizzo – Di sicuro, vogliamo continuare a crescere, anche perché nel nostro settore se non cresci, ovvero non inserisci sempre nuovi pezzi tecnologici, muori”. La rifocalizzazione non è però solo a livello di settore. “Fino all’anno scorso ero ossessionato dall’accrescere i volumi, mentre adesso mi interessa far salire i margini e creare valore – ammette il CEO – Questo è il nostro obiettivo, anche perchè la capitalizzazione spesso è un multiplo dell’EBITDA quindi è strategico avere multipli maggiori”. Quest’anno è intanto previsto il breakeven, anche grazie a un modello di business basato su abbonamenti e ricavi ricorrenti, dopo che il 2024 si è chiuso con una perdita di 1,8 milioni di euro (era stata di 1,6 milioni l’anno prima), sulla quale ha però pesato la svalutazione della partecipazione nella controllata del solare SolidFactory per 2,4 milioni di euro. La partecipazione è stata deconsolidata e sta attirando l’interesse di numerosi operatori, anche se per il momento non si è giunti ad alcun accordo.Intanto, il titolo rimane depresso, con un ribasso di oltre il 40% da inizio anno e una quotazione a 1,15 euro per azione (pari a una capitalizzazione di appena 17 milioni di euro, meno di tutti i beni materiali dell’azienda tra macchine e immobiliare), ben lontana dai quasi 5 euro toccati nel 2023. In merito al rapporto con investitori, il CEO dice che quello con istituzionali “è buono, perché tutte le conversioni di warrant e gli aumenti di capitale sono stati tutti interamente sottoscritti, quindi non abbiamo mai avuto problemi da questo punto di vista. Più difficile è il rapporto con il retail, anche perchè sull’EGM con i bassi scambi bastano poche migliaia di euro per far balzare o affossare il titolo in una seduta”. Inoltre, fa notare Rizzo, “quando parliamo di aumento di capitale in Italia si tratta di cifre abbastanza piccole. Una stampante 3D in grado di stampare un drone costa 1 milione. Noi abbiamo una ventina di macchine, ma ce ne servirebbero 50. In America si fanno tranquillamente aumenti di capitale da 100-150 milioni. Da noi se fai 2 milioni già ti crolla il titolo: questo purtroppo è il mercato italiano, è molto difficile e non ancora maturo per la raccolta di capitali”.Rizzo riconosce comunque che la quotazione a Piazza Affari ha portato vantaggi significativi, soprattutto non monetizzabili, come un maggior standing con i clienti che ha migliorato il rapporto con i grossi gruppi industriali e una maggiore attrattività per il personale, che facilita l’assunzione di figure tecniche come ingegneri e matematici. In generale, “la quotazione in Borsa per una PMI è una mano santa – dice l’imprenditore – perché ti dà delle regole, ti obbliga alla trasparenza, ti costringe ad essere più attento a tutto quello che accade in azienda, e poi ovviamente puoi accedere anche ai capitali. Non si tratta dei miliardi americani, ma senza la quotazione in Borsa avrei dovuto destinare diversi milioni derivanti dall’attività ordinaria, e la parte biomedicale sarebbe rimasta un’idea nel cassetto. Per questo sono soddisfatto della scelta di essere andato in Borsa, anche se, naturalmente, sarei ancora più contento se il titolo oggi si trovasse su livelli diversi”. LEGGI TUTTO

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    Morgan Stanley, utile secondo trimestre sale a 3,5 miliardi di dollari nonostante calo investment banking

    (Teleborsa) – Morgan Stanley ha registrato un fatturato netto di 16,8 miliardi di dollari per il secondo trimestre del 2025, rispetto ai 15 miliardi di dollari dell’anno precedente. L’utile netto è stato di 3,5 miliardi di dollari, pari a 2,13 dollari per azione (sopra le attese di 1,96 dollari), rispetto ai 3,1 miliardi di dollari, pari a 1,82 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente.”Morgan Stanley ha registrato un altro trimestre positivo – ha commentato il CEO Ted Pick – Sei trimestri consecutivi di utili costanti – 2,02 dollari, 1,82 dollari, 1,88 dollari, 2,22 dollari, 2,60 dollari e 2,13 dollari – riflettono livelli di performance più elevati in diversi contesti di mercato”. “Institutional Securities ha registrato solidità ed equilibrio tra le attività e le aree geografiche – ha spiegato – Wealth continua a generare risultati, aggiungendo 59 miliardi di dollari di nuovi asset netti e 43 miliardi di dollari di flussi basati su commissioni. Il patrimonio totale dei clienti di Wealth and Investment Management ha raggiunto gli 8,2 trilioni di dollari. Abbiamo annunciato un aumento del dividendo trimestrale in azioni ordinarie a 1,00 dollari per azione, con la flessibilità necessaria per impiegare capitale incrementale”.La divisione Institutional Securities ha registrato un fatturato netto di 7,6 miliardi di dollari, rispetto ai 7 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile ante imposte è stato di 2,1 miliardi di dollari, rispetto ai 2 miliardi di dollari di un anno fa.Al suo interno, i ricavi dell’Investment Banking sono stati in calo del 5%. In particolare, i ricavi da consulenza sono diminuiti rispetto all’anno precedente a causa del minor numero di operazioni di M&A completate, i ricavi da sottoscrizione azionaria sono aumentati rispetto all’anno precedente, grazie all’aumento di follow-on, obbligazioni convertibili e IPO, i ricavi da sottoscrizione obbligazionaria sono diminuiti rispetto all’anno precedente, a causa del minor numero di emissioni non investment grade.Inoltre, i ricavi netti azionari sono stati in aumento del 23% e riflettono l’aumento rispetto all’anno precedente in tutte le linee di business e le regioni, grazie alla maggiore attività dei clienti, con solidi risultati nel prime brokerage. I ricavi netti del reddito fisso sono stati in aumento del 9%, principalmente grazie ai maggiori risultati nei prodotti macroeconomici, grazie alla maggiore attività dei clienti in un contesto di mercato più volatile, parzialmente compensati dai minori risultati nelle materie prime. LEGGI TUTTO

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    Goldman Sachs, utile secondo trimestre sale a 3,7 miliardi di dollari con trading azionario record

    (Teleborsa) – Goldman Sachs ha registrato un fatturato netto di 14,58 miliardi di dollari (+15% rispetto a un anno fa e sopra le attese degli analisti) e un utile netto di 3,72 miliardi di dollari (+22%) per il secondo trimestre del 2025. L’utile per azione ordinaria (EPS) è stato di 10,91 dollari (vs attese per 9,53 dollari), rispetto agli 8,62 dollari del secondo trimestre del 2024 e ai 14,12 dollari del primo trimestre del 2025. Il ROE è stato del 12,8% per il secondo trimestre, mentre il valore contabile per azione ordinaria è aumentato dell’1,6%, raggiungendo i 349,74 dollari.”I nostri solidi risultati trimestrali riflettono i solidi livelli di attività dei clienti in tutte le nostre attività, le nostre posizioni di franchising differenziate e il talento e l’impegno del nostro personale – ha commentato il CEO David Solomon – In questo momento, l’economia e i mercati stanno generalmente rispondendo positivamente all’evoluzione del contesto politico. Tuttavia, poiché gli sviluppi raramente si sviluppano in modo lineare, rimaniamo molto concentrati sulla gestione del rischio. Date le decisioni strategiche e gli investimenti che abbiamo effettuato, continuiamo a credere che la società sia ben posizionata per ottenere risultati per i nostri azionisti”.I ricavi netti della divisione Global Banking & Markets sono stati pari a 10,12 miliardi di dollari per il secondo trimestre del 2025, in aumento del 24% rispetto al secondo trimestre del 2024 e del 5% rispetto al primo trimestre del 2025.Scendendo nei dettagli, le commissioni di investment banking sono state pari a 2,19 miliardi di dollari, in aumento del 26% rispetto al secondo trimestre del 2024, grazie a ricavi netti significativamente maggiori nell’Advisory, che riflettono la solidità delle Americhe e dell’area EMEA. I ricavi netti dell’attività di sottoscrizione di titoli di debito sono stati leggermente inferiori, a causa di una diminuzione dell’attività di leveraged finance, mentre i ricavi netti dell’attività di sottoscrizione di titoli azionari sono rimasti sostanzialmente invariati.I ricavi netti nel settore Fixed Income, Currency and Commodities (FICC) sono stati di 3,47 miliardi di dollari, in aumento del 9%.I ricavi netti nell’Equities sono stati di 4,30 miliardi di dollari, in aumento del 36% rispetto al secondo trimestre del 2024 a un valore record nella storia della banca, grazie a ricavi netti significativamente maggiori nell’intermediazione azionaria (trainata sia da prodotti cash che derivati) e nel finanziamento azionario (principalmente trainato dal finanziamento di portafoglio).L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 384 milioni di dollari per il secondo trimestre del 2025, rispetto ai 282 milioni di dollari del secondo trimestre del 2024 e ai 287 milioni di dollari del primo trimestre del 2025. LEGGI TUTTO