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    UniCredit anticipa il CdA sui risultati del secondo trimestre

    (Teleborsa) – UniCredit ha annunciato che la data della riunione del Consiglio di Amministrazione che approverà i risultati del secondo trimestre e del primo semestre 2025 è stata spostata dal 28 al 22 luglio 2025. La presentazione dei risultati al mercato (pubblicazione e conference call) si terrà perciò il 23 luglio 2025 anziché il 29 luglio. LEGGI TUTTO

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    Italgas, S&P assegna rating “BBB+” con outlook stabile

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha assegnato ad Italgas, società quotata su Euronext Milan e specializzata nell’attività di distribuzione del gas, il merito di credito di lungo termine di “BBB+” con outlook “Stabile”.L’agenzia di rating scrive che l’acquisizione di 2i Rete Gas (il secondo operatore italiano per dimensioni) aumenterà la quota di mercato di Italgas a circa il 55% in Italia, con un EBITDA rettificato previsto da S&P in aumento a oltre 1,9 miliardi di euro quest’anno su base pro-forma, consolidando 2i Rete Gas per l’intero anno da 1,36 miliardi di euro nel 2024. Italgas consoliderà 2i Rete Gas per i nove mesi del 2025 e ha una guidance di EBITDA tra 1,80 e 1,85 miliardi di euro per il 2025. Italgas ha finanziato l’acquisizione per circa 5,3 miliardi di euro (di cui circa 2 miliardi di euro per il capitale proprio) con un’emissione obbligazionaria di 1 miliardo di euro e un aumento di capitale di 1,02 miliardi di euro completato il 24 giugno 2025. Nonostante l’aumento di capitale, si prevede un indebolimento degli indicatori di credito nel 2025, con un adjusted funds from operations (FFO) to debt previsto in calo a circa il 13% pro-forma dell’operazione, prima di rimbalzare a oltre il 15% a partire dal 2026.L’outlook stabile riflette la previsione che Italgas registrerà parametri in linea con le soglie di rating, con un rapporto FFO to debt pari o superiore al 15% a partire dal 2026. LEGGI TUTTO

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    Ecomembrane, commessa da 1,7 milioni di euro per inseguitori solari mono-assiali

    (Teleborsa) – Ecomembrane, società cremonese quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella progettazione e realizzazione di sistemi di stoccaggio e di contenimento dei gas per la produzione di energia verde, ha ricevuto un ordine per un importo pari a circa 1,7 milioni di euro.L’assegnazione riguarda quanto comunicato a giugno 2024, ovvero che la controllata SBS Solar aveva sottoscritto un Contratto Quadro per la progettazione e fornitura di inseguitori solari mono-assiali con un primario operatore energetico. LEGGI TUTTO

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    Pozzi Milano, completata l’acquisizione dell’intero capitale di Venditio

    (Teleborsa) – Pozzi Milano, gruppo quotato su Euronext Growth Milan e attivo nel settore dell’arte da tavola, ha finalizzato l’acquisizione della restante quota del 10% del capitale sociale di di Venditio, master agent francese specializzato nella promozione della vendita di prodotti tableware e kitchenware. La comunicazione è arrivata “a valle di un accordo integrativo tra le parti”, si legge in una nota. Nel dettaglio, il pagamento del corrispettivo come originariamente pattuito e pari a 75.000 euro, è avvenuto in una unica tranche mediante l’utilizzo di risorse proprie. LEGGI TUTTO

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    OPS BPER su Pop Sondrio, adesioni al 20,2%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da BPER Banca su azioni ordinarie Banca Popolare di Sondrio, risulta che oggi 1 luglio 2025 sono state presentate 1.211.865 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 91.490.692, pari al 20,248660% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 16 giugno 2025 e terminerà l’11 luglio 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banca Popolare di Sondrio acquistate sul mercato nei giorni 10 e 11 luglio 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Euro al massimo in 4 anni sul dollaro. Lagarde: è chiaro che qualcosa si è rotto

    (Teleborsa) – Christine Lagarde non commenta direttamente il tasso di cambio euro-dollaro, ma sottolinea che la Banca centrale europea (BCE) “lo tiene in considerazione ai fini delle proiezioni, perché ovviamente ha un impatto e riflette le condizioni e le valutazioni del mercato”. “Riflette anche la forza della nostra economia – ha detto al forum di Sintra (Portogallo) della BCE – e c’è stato un netto apprezzamento, più o meno marcato a seconda di come lo si guarda, ovvero se un deciso deprezzamento del dollaro e un apprezzamento dell’euro”. I commenti della presidente della BCE sono arrivati mentre l’euro è salito sopra quota 1,18 sul dollaro statunitense per la prima volta da quasi quattro anni. Pesa soprattutto il deprezzamento della valuta statunitense, che ha appena chiuso il primo semestre del 2025 con un meno 10% – rispetto a un paniere di valute globali – il maggiore calo dal 1973, quando venne abbandonato il “gold standard” del sistema di Bretton Woods, e dalla recessione globale del 2009.”Il deprezzamento del dollaro rispetto alle principali valute è stato in parte il frutto di un deterioramento relativo delle condizioni macroeconomiche statunitensi rispetto a quelle, ad esempio, europee, ma è stato anche una conseguenza della progressiva perdita di credibilità dell’amministrazione USA, per via delle politiche negoziali aggressive e imprevedibili del presidente Trump sul tema dei dazi”, scrive in una nota Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte.Proprio sul contraccolpo subito in occasione dell’annuncio dei dazi di aprile, un recente report della Banca dei Regolamenti Internazionali evidenzia che è successo “in modo insolito per un episodio di avversione al rischio”, con il dollaro che si è deprezzato rispetto a molte valute, in particolare euro, yen e franco svizzero, “poiché gli investitori hanno proceduto a coprire parte del rischio valutario dei loro investimenti in attività statunitensi”.Lagarde ha anche sottolineato di stare “esaminando il movimento e il flusso di capitali, ovvero l’attrattività degli asset denominati in euro, che è un fenomeno interessante che abbiamo osservato”.Riguardo allo stato del dollaro, la presidente della BCE ha affermato che il 2025 potrebbe essere un momento cruciale, poiché “è chiaro che qualcosa si è rotto”. “Non succederà così dall’oggi al domani – storicamente non è mai successo – ha detto – Ma è chiaro che qualcosa si è rotto, e se si possa riparare o se continuerà a rompersi, credo che la giuria non sia ancora giunta a una conclusione.”Secondo Cesarano, il cambio euro dollaro potrebbe spingersi fino ad area 1,20/1,2175 per fine anno, emulando quanto accadde nel 2017 durante il primo anno del mandato Trump, sebbene in forma più accelerata. “Questo dipenderà in primis dalla conclusione di alcuni negoziati sui dazi, che più o meno esplicitamente potrebbero ricomprendere anche il dollaro, ma anche dal progressivo aumento delle attese di taglio dei tassi da parte della Fed”, ha detto l’esperto. LEGGI TUTTO

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    Borse europee negative. Inflazione all’obiettivo ma nessun impegno BCE sui tassi

    (Teleborsa) – Seduta negativa per la maggior parte delle Borse europee, dopo la brillante chiusura di secondo trimestre. L’attenzione oggi è stata rivolta alla pubblicazione di alcuni dati macroeconomici chiave e alle dichiarazioni dei più importanti banchieri centrali del mondo, riuniti a Sintra (Portogallo) per il consueto forum della Banca centrale europea.Sul primo fronte, stamattina è emerso che l’inflazione preliminare di giugno dell’Eurozona si è attestata in linea con le attese. L’indice CPI ha registrato un aumento del 2% su base annua, in lieve rialzo di un decimo rispetto al mese precedente, principalmente a causa dei rincari dei carburanti legati al temporaneo picco del prezzo del petrolio, successivamente rientrato.Nel pomeriggio, la presidente della BCE Christine Lagarde ha detto che questo dato è “in linea con l’obiettivo” e che per quanto riguarda il futuro ci sono “rischi bilaterali” derivanti da una maggiore frammentazione e da sviluppi geopolitici “preoccupanti”. Inoltre, ha detto che la BCE “continuerà a decidere meeting dopo meeting, sulla base dei dati, e non ci impegniamo ad alcun percorso predefinito” sui tassi.Il numero uno della Fed, Jerome Powell, ha invece riconosciuto che la banca centrale statunitense avrebbe già tagliato i tassi se non fosse stato per i dazi e non ha escluso l’opzione di riprendere i tagli dei tassi a luglio, ma non l’ha nemmeno appoggiata. Powell ha anche riflettuto su quale voglia che sia la sua eredità, riconoscendo che mancano solo 10 mesi alla fine del suo mandato. Ha elencato tre obiettivi: stabilità dei prezzi, massima occupazione e stabilità finanziaria.L’Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,178. Seduta positiva per l’oro, che sta portando a casa un guadagno dell’1,16%. Lieve aumento del petrolio (Light Sweet Crude Oil) che sale a 65,47 dollari per barile.Migliora lo spread (differenziale tra il rendimento del BTP e quello del Bund tedesco), scendendo a +81 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,37%.Tra le principali Borse europee si concentrano le vendite su Francoforte, che soffre un calo dello 0,99%, Londra avanza dello 0,28%, e sostanzialmente invariato Parigi, che riporta un moderato -0,04%.Prevale la cautela in chiusura a Piazza Affari, con il FTSE MIB che archivia la seduta con un leggero calo dello 0,58%, spezzando la catena positiva di tre consecutivi rialzi, iniziata giovedì scorso; sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che archivia la giornata sotto la parità a 42.027 punti. In lieve ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-0,56%); sulla stessa tendenza, in frazionale calo il FTSE Italia Star (-0,29%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Campari (+3,43%), Brunello Cucinelli (+3,10%), Enel (+2,31%) e Moncler (+2,13%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Leonardo, che ha chiuso a -5,00%. Crolla Mediobanca, con una flessione del 4,21%. Vendite su Banca Popolare di Sondrio, che registra un ribasso del 3,09%. Seduta negativa per BPER, che mostra una perdita del 3,08%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Italmobiliare (+5,19%), Comer Industries (+4,32%), Ferragamo (+3,00%) e Alerion Clean Power (+2,51%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Fincantieri, che ha archiviato la seduta a -5,75%.Sotto pressione Danieli, che accusa un calo del 3,30%. Scivola Technoprobe, con un netto svantaggio del 2,90%. In rosso D’Amico, che evidenzia un deciso ribasso del 2,61%. LEGGI TUTTO

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    Imprese industriali e dei servizi, Bankitalia: nel 2024 flessione delle vendite (-1,4%)

    (Teleborsa) – Nel 2024 le vendite delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi privati non finanziari con almeno 20 addetti sono diminuite (dell’1,4 per cento a prezzi costanti) per effetto del calo nella manifattura (-3,9 per cento) e della stabilità nei servizi. L’occupazione è ancora cresciuta in entrambi i settori, ma a un tasso inferiore rispetto all’anno precedente. I prezzi di vendita hanno continuato a rallentare e si è ulteriormente ridotta la quota di imprese che hanno aumentato i prezzi di oltre il 2 per cento. La domanda di credito è rimasta contenuta, sebbene in lieve ripresa. I giudizi sulle condizioni di accesso al credito sono migliorati ed è cresciuta la quota di imprese che hanno segnalato una riduzione dei tassi di interesse applicati. La spesa per investimenti è aumentata nei servizi e nel comparto energetico, ma è diminuita nettamente nella manifattura. Dopo un triennio di forte crescita, nel 2024 la produzione del settore delle costruzioni è rimasta stabile. Il numero di occupati ha invece continuato ad aumentare. Queste le principali evidenze che emergono dall’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi – Anno 2024 della Banca d’Italia.La flessione ha interessato in particolare i comparti del tessile, abbigliamento e calzature e della metalmeccanica dove, rispettivamente, circa i tre quarti e oltre la metà delle imprese hanno riportato una riduzione del fatturato. Tra le imprese dei servizi, il lieve calo nel commercio è stato compensato dall’aumento negli altri comparti. A fronte di questa debolezza, che ha interessato le vendite sia sul mercato interno sia sui mercati esteri, la quota di imprese che hanno chiuso l’esercizio in utile è stata pari al 78 per cento, mentre il 12 per cento ha chiuso in perdita, in linea con quanto registrato in media dal 2016, con l’eccezione del 2020.I prezzi praticati dalle imprese hanno rallentato ulteriormente, al 2,4 per cento in media (da 3,4 nel 2023), in linea con quantoprefigurato dalle imprese nella rilevazione precedente. Il rallentamento ha riguardato sia la manifattura sia i servizi. Nel complesso, la quota di imprese che ha aumentato i prezzi di oltre il 2 per cento è diminuita al 40 per cento (da 54 nel 2023 e 66 nel 2022).L’occupazione ha continuato a crescere in tutti i principali comparti, ma a un ritmo meno sostenuto rispetto al 2023 (dell’1,0 per cento da 1,9). Circa i tre quinti delle imprese hanno riportato un aumento delle ore lavorate, che sono cresciute dell’1,5 percento (da 3,1), con una dinamica più sostenuta nei servizi rispetto alla manifattura (rispettivamente, 2,0 e 0,7 per cento). Come nell’anno precedente, più della metà dei lavoratori dipendenti ha beneficiato di incrementi nelle retribuzioni orarie a parità di inquadramento; tuttavia, solo per l’8 per cento (da 12 nel 2023) l’aumento è stato superiore al 4 per cento. Per il 2025 – rileva l’indagine – le imprese prefigurano un moderato aumento delle vendite (0,4 per cento a prezzi costanti): gli incrementi nei comparti dei servizi (0,8 per cento) e della manifattura (0,7 per cento) più che compenserebbero la contrazione in quello energetico ed estrattivo (-2,2 per cento). Come lo scorso anno, un rispondente su otto prevede di ricevere ordini connessi a bandi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).Le imprese prefigurano un’accelerazione dei prezzi di vendita nell’industria, più sostenuta nel comparto energetico-estrattivo (3,3 per cento da 2,2 nel 2024) rispetto alla manifattura (2,6 per cento da 2,3), mentre nei servizi la crescita dei prezzi rimarrebbe invariata (al 2,4 per cento). L’occupazione continuerebbe a espandersi in tutti i settori. Secondo i piani delle aziende per il 2025, la spesa totale per investimenti crescerebbe del 2,9 per cento nella manifattura, mentre calerebbe nei servizi (-0,8 per cento). L’aumento sarebbe trainato dalle imprese di medie e grandi dimensioni, che si attendono un incremento superiore al 4 per cento. L’occupazione continuerebbe a crescere in tutti i comparti, complessivamente dell’1,4 per cento. LEGGI TUTTO