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    Pagamenti elettronici, Confesercenti: “Tax Credit Pos insufficiente per le imprese”

    (Teleborsa) – Il “Tax Credit Pos“, ovvero il credito di imposta per le commissioni pagate dalle imprese su carte e bancomat è insufficiente dal momento che per un’attività media corrisponde ad un vantaggio fiscale di appena 429 euro all’anno, poco più di 35 euro al mese. Una piccola cifra, che rischia inoltre di essere ulteriormente erosa dai costi burocratici necessari per accedere al tax credit, che possono arrivare ai 200 euro l’anno. Questa la denuncia di Confesercenti sulla base delle simulazioni condotte dall’associazione di imprese sul cosiddetto Tax Credit Pos introdotto dal DL Fiscale a partire dal primo luglio di quest’anno, e a cui il 31 agosto è stato assegnato un codice tributo dall’Agenzia delle Entrate.

    Il beneficio – spiega Confesercenti in una nota – vale il 30% delle commissioni per le transazioni mediante carte di credito, di debito o prepagate o altri strumenti tracciabili, ed è riservato ai piccoli esercenti che non abbiano conseguito nel 2019 ricavi superiori a 400mila euro. In questa fascia, secondo le stime di Confesercenti, per un’attività media con 200mila euro di fatturato l’anno – di cui il 50% pagato con carte o bancomat – il credito sarebbe di appena 429 euro. Un mini-bonus certamente insufficiente a coprire i 1.430 euro di commissioni sui pagamenti elettronici sostenuti dall’attività. Anche perché il meccanismo non tiene conto dei costi aggiuntivi legati all’installazione e all’utilizzo del Pos e della linea telefonica dedicata.
    Il vantaggio fiscale per gli esercenti rischia inoltre, secondo l’associazione, di essere eroso dalla burocrazia. Per accedere al credito d’imposta, infatti, è necessario presentare ogni mese un modulo F24. Una procedura che, affidata ad un professionista, significherebbe caricarsi di in un costo aggiuntivo di almeno 180-200 euro l’anno.

    “Una burocrazia paradossale se applicata a un intervento per la tracciabilità, che in teoria dovrebbe favorire la semplificazione – commenta Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti –. Così si tramuta il tax credit da un aiuto per le imprese a un vantaggio per altri. La misura va corretta, alzando la percentuale coperta dal beneficio e puntando a un abbassamento generale delle commissioni applicate a carte e bancomat, anche promuovendo la competizione tra carte di credito e di debito e nuovi sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti. Ma è necessario anche azzerare costi e passaggi burocratici: i dati relativi alle transazioni sono già a disposizione dei fornitori di sistemi di pagamento e dell’Agenzia delle entrate, il credito di imposta venga accreditato direttamente agli imprenditori come è stato fatto per il bonus a fondo perduto del DL Rilancio”. LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Forex 3 settembre 2020

    (Teleborsa) – EUR/USD L’euro consolida il rialzo nei confronti del biglietto verde. Il cross euro dollaro USA quota 1,1839 dollari, con la nuova area di resistenza vista a 1,1935. L’inflazione dell’Eurozona frena bruscamente ad agosto, con il dato tendenziale che indica una decelerazione a -0,2%.

    USD/YENIl biglietto verde sale ancora nei confronti dello yen. Il cambio dollaro USA Yen quota 106,36, con un miglioramento verso la resistenza stimata a 106,58. E’ volata la produzione delle fabbriche giapponesi a luglio, che è salita dell’8%, sopra delle attese degli analisti.GBP/USDLa sterlina è sempre rialzista nei confronti del biglietto verde e scambia a quota 1,3276 dollari. Un miglioramento del cable potrebbe aprire alla resistenza vista a 1,3343 dollari. Nel Regno Unito, i prestiti netti ai privati aumentano di 3,8 miliardi di sterline, mentre i prestiti per mutui crescono di 2,7 miliardi.EUR/YENL’euro è in lieve rialzo nei confronti dello yen. La coppia scambia a 125,92, con la nuova area di resistenza vista a 126,21. Consumi giù in Giappone a luglio, con le vendite al dettaglio che sono scivolate del 2,8% su base annuale, facendo peggio del consensus. LEGGI TUTTO

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    Gualtieri cauto su dossier ASPI: “Piena fiducia in CDP”

    (Teleborsa) – Ore cruciali per il dossier ASPI. Cresce l’attesa per le decisioni che comunicherà il Consiglio di Amministrazione di Atlantia convocato per oggi con all’ordine del giorno l’esame e l’approvazione del progetto di scissione di Autostrade per l’Italia.

    Riflettori ovviamente puntati sul confronto che è ripartito tra Atlantia e Cassa Depositi e Prestiti in vista di un possibile accordo. In questa fase, spiegano fonti di mercato, tutte le opzioni sono aperte e non ci sarebbe una “pista” privilegiata o uno schema prevalente rispetto ad altri, anche in considerazione delle numerose e complesse questioni aperte ancora da definire, in particolare secondo quanto riferito da Reuters c’è distanza sulla valutazione della concessionaria, il cui valore verrà a dipendere dalla concessione e dagli investimenti.
    Sulle trattative tra Atlantia e Cassa Depositi e Prestiti su ASPI “è necessario rispettare la massima riservatezza” dato che Atlantia è una società quotata e CDP una market unit fuori dal perimetro della Pubblica amministrazione”. Lo ha detto il Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cdp, parlando di “negoziato complesso e delicato” e aggiungendo che “si avrà piena contezza dell’operazione solo all’esito delle autonome valutazioni degli organi deliberanti di Atlantia e Cdp“.

    “Seguo con grande attenzione ma con grande rispetto dell’autonomia di CDP e di tutti gli attori in campo” ha aggiunto precisando che “stiamo parlando di un negoziato che è in corso” e “che Cdp sta svolgendo con la piena fiducia dal parte del Governo”.
    Infine, dicendosi “moderatamente fiducioso ma anche prudente in qualsiasi valutazione”, il Titolare del Tesoro ha espresso “un forte apprezzamento per il Lavoro del management di Cassa Depositi e Prestiti”. LEGGI TUTTO

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    Borsa, vietati ordini “al meglio” su Tiscali e GO Internet

    (Teleborsa) – Da oggi, 3 settembre 2020, sulle azioni Tiscali e GO Internet non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo. Lo ha annunciato Borsa Italiana, in seguito ai forti rialzi dei due titoli.

    Tiscali è in rally da alcuni giorni, dopo che la società ha annunciato un accordo con TIM per partecipare al progetto FiberCorp e rete unica. I guadagni degli ultimi giorni portano la sua performnce da inizio anno a +357%.
    Go Internet ha evidenziato tensioni al rialzo negli ultimi giorni, dopo un periodo piuttosto difficile, e conferma una elevata volatillità. La società umbra ha annunciato di recente il perfezionamento dell’acquisizione della X-Stream di Reggio Emilia e qualche settimana fa un nuovo Piano industriale. LEGGI TUTTO

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    Covid-19, Berlusconi positivo in isolamento ad Arcore

    (Teleborsa) – “Purtroppo mi è successo anche questo ma continuo la battaglia”. Queste le parole del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi risultato positivo al tampone Covid-19 al rientro dal suo soggiorno in Sardegna e attualmente in isolamento nella sua villa di Arcore. Chi gli ha parlato ha assicurato che “sta bene” e che vuole continuare a dare il suo contributo alla campagna elettorale delle prossime regionali.

    Lo scorso 25 agosto, nel giorno del ricovero di Flavio Briatore, dopo l’incontro tra i due in Sardegna, Berlusconi si era sottoposto al tampone ma il test aveva dato esito negativo. In queste ore si è saputo che sin dall’inizio della pandemia, il presidente di Forza Italia, 84 anni a fine mese, ha controllato il suo stato di salute con cadenza settimanale. Fonti parlamentari riferiscono che l’ultimo incontro in presenza tra Berlusconi e i vertici di Forza Italia risale allo scorso 6 agosto. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “Errori a raffica nelle Gps. Il sindacato scrive al Ministro”

    (Teleborsa) – “Se i tempi della pubblicazione degli elenchi delle Graduatorie provinciali e di istituto per le supplenze valide per il biennio 2020/21 e 2021/22 da parte degli Uffici scolastici, con l’ausilio delle scuole polo, sembrano rispettati, lo stesso non si può purtroppo dire per la correttezza dei punteggi“. L’allarme arriva dall’Anief che denuncia la raffica di segnalazioni di errori giunte alle sezioni provinciali del giovane sindacato. “Errori anche clamorosi, che – sottolinea l’Anief – testimoniano l’evidente inadeguatezza del sistema informatico approntato in poco tempo dall’amministrazione scolastica”.

    A Palermo, ad esempio, il sindacato ha verificato che sono stati assegnati ad un docente di laboratorio quasi mille punti associati ai soli titoli di servizio. Peccato che calcolando 18 punti per anno scolastico, sulla base della nuova tabella di valutazione introdotta appositamente per le Gps, si evince che gli anni scolastici per raggiungere un punteggio del genere dovrebbero essere ben 52, quindi, più dell’età dell’aspirante docente.
    In tale scenario, “per trovare una soluzione condivisibile ed evitare che l’amministrazione venga travolta da domande di reclamo e di ricorsi”, oggi il sindacato Anief ha scritto al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del ministero dell’Istruzione, Marco Bruschi, e alla Dirigente Ufficio III della Direzione Generale Personale Scolastico, Valentina Alonzo, per chiedere una “urgente verifica del sistema di calcolo del punteggio per la redazione delle graduatorie provinciali per le supplenze di cui all’O.M. 10 luglio 2020 n. 60”. Nel dettaglio l’Anief ha chiesto al Ministero di disporre “l’immediato avvio di approfondita verifica ai sistemi di calcolo per l’attribuzione del punteggio agli aspiranti inseriti nelle graduatorie in oggetto, ad iniziare dai punteggi più alti, in alcuni casi del tutto anomali rispetto anche all’età dei candidati”. Il sindacato autonomo ha chiesto anche che “vengano impartite indicazioni agli uffici scolastici di ambito territoriale e a quelli di ambito territoriale di sospendere l’avvio delle procedure di nomina a tempo determinato dalle graduatorie in oggetto, fornendo alle scuole indicazioni di procedere a nomine temporanee utilizzando le graduatorie di circolo e d’istituto del triennio 2017/2020”. Oltre che vengano “fornite indicazioni ai suddetti uffici scolastici regionali e provinciali affinché, a integrazione e rettifica della citata O.M. 60/2020, sia previsto un congruo periodo per l’invio alle amministrazioni competenti di reclami in caso di errori o difformità di qualsiasi genere nella valutazione dei punteggi e nella compilazione delle graduatorie in oggetto. Tutto questo, ha esortato Anief, “al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico 2020/2021, altrimenti seriamente compromesso”.

    “Speriamo in una rettifica immediata da parte dell’amministrazione dei tanti errori nelle Gps – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –. La possibilità c’è, perché l’amministrazione agirebbe in autotutela. Rimane il problema di un algoritmo inefficace e basato su tabelle di valutazione cambiate in corsa in modo immotivato. Poiché, stando al programma temporale del dicastero di Viale Trastevere, le supplenze dovrebbero essere assegnate a partire dalla prossima settimana, subito dopo avere concluso la procedura delle immissioni in ruolo, per le quali è in atto la call veloce per coprire i vari posti ancora liberi, consigliamo vivamente ai vertici del Ministero di dare seguito alle nostre richieste e allargare la finestra di accoglimento dei reclami. In caso contrario, considerando che nell’inserimento nelle Gps sono coinvolti oltre 750mila docenti precari e l’altissimo numero di errori presenti, temiamo che il 2020 verrà ricordato non solo come l’anno del Covid, ma anche come quello degli infiniti ricorsi in tribunale contro le graduatorie dei precari che facevano acqua da tutte le parti”.
    Qualora il reclamo non dovesse andare a buon fine, – fa sapere l’Anief – “fino al 15 settembre si potrà procedere con ricorsi singoli al Tar, per ottenere la corretta valutazione dei titoli (non riconosciuti o svalutati nelle GPS)” LEGGI TUTTO

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    Brexit, Barnier preoccupato: “la parte britannica continua a deludere”.

    (Teleborsa) – Dalla Gran Bretagna nessun passo in avanti per trovare un accordo sulla Brexit. Michel Bernier, capo negoziatore dell’Unione europea si è detto “preoccupato” e “deluso” dall’atteggiamento di Londra nelle trattative.

    “Stiamo semplicemente chiedendo al Regno Unito di tradurre gli impegni presi nella Dichiarazione politica in un testo legale. Niente di più. Tuttavia, su tutte queste questioni, la parte britannica continua a deludere“, ha dichiarato Barnier in un intervento a Dublino all’Istituto degli Affari europei e internazionali.
    “Dall’inizio di questi negoziati, il Regno Unito ha rifiutato di impegnarsi a dare garanzie credibili per una concorrenza aperta e giusta – ha aggiunto Barnier – Qualsiasi partnership commerciale ed economica tra economie così vicine ed interconnesse come le nostre devono includere meccanismi credibili e forti, per evitare distorsioni commerciali e vantaggi competitivi ingiusti”.

    Pomo della discordia, oltre a pesca e governance, il level playing field, cioè l’allineamento normativo invocato dall’Ue contro i rischi di concorrenza sleale. “Conosciamo bene gli argomenti del Regno Unito: vuole un taglio netto dall’Ue, piena sovranità, la libertà di fissare le proprie regole e spendere i propri soldi come vuole, senza alcuna costrizione da parte dell’Europa – ha sottolineato Barnier – Per tutte queste ragioni, il Regno Unito insiste che non può impegnarsi sul level playing field a salvaguardie basilari per la nostra relazione futura”.
    “Il mio obiettivo continua ad essere quello di trovare un accordo“, ha assicurato il capo negoziatore Ue per la Brexit che però ha ribadito che “serve una svolta”, già a partire dal round negoziale della prossima settimana. Altrimenti, ha puntualizzato Michel Barnier, “ci saranno grosse differenze”.
    “Il mandato è legato agli interessi europei – ha infatti avvertito Barnier – vogliamo un accordo ma non ad ogni costo, non a detrimento del mercato unico”.
    In un tweet, intanto, il capo negoziatore dell’Ue nell’annunciare il proseguimento dei trattati nella prossima settimana ha messo in guardia tutti i paesi dell’Unione di tenersi pronti a ogni possibile conclusione: “È in corso un tour virtuale con le capitali dell’Ue, per aiutare gli Stati membri a prepararsi a tutti gli scenari e gli inevitabili cambiamenti che deriveranno dalla Brexit a partire dal primo gennaio 2021 – ha scritto Barnier – L’Ue andrà avanti con queste difficili trattative con pazienza e determinazione”.
    Nel frattempo, a Londra il Primo Ministro Boris Johnson ha utilizzato le trattative con l’Ue per tornare a parlare di immigrazione. In un quetion time Johnson ha infatti annunciato che intende cogliere l’occasione della Brexit per cambiare gli accordi Ue di Dublino e far valere “il rigore” della legge britannica a protezione dei confini.
    Obiettivo principale i trafficanti che “temo vogliano fare di questo Paese un obiettivo e una calamita sfruttando persone vulnerabili”, ha dichiarato il Primo Ministro britannico. LEGGI TUTTO

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    Scuola, ombre sulla ripartenza: si teme la “fuga” dei prof

    (Teleborsa) – Dopo aver incassato da un lato il via libera della Conferenza Unificata al protocollo per la gestione di possibili casi di Covid dall’altro l’intesa sui trasporti essenziali per portare i ragazzi negli istituti, la scuola si prepara a ripartire.

    Da ieri, martedì 1 settembre, le porte delle scuole italiane hanno riaperto per i collegi dei docenti, le ultime sistemazioni delle aule, il recupero degli apprendimenti di oltre 500 mila tra studentesse e studenti, alcuni con lezioni a distanza, altri in presenza.
    Molte ombre però rimangono sulla presenza del personale, soprattutto dei docenti ma anche dei collaboratori scolastici: l’incremento dei contagi – seppure ancora sotto controllo – delle ultime settimane, infatti, sta destando allarme tra il corpo docente, soprattutto quello più avanti con l’età – nella scuola la percentuale di over 55 è del 40-45% e gli ultra 62 enni sono 171 mila – e cresce di ora in ora il numero di prof che stanno presentando certificato medico.

    “C’è un certo timore” sul ritorno a scuola “ma è motivato dall’incertezza delle comunicazioni: mascherina sì o no, fragili si o no: tutto questo accentua le preoccupazioni di chi si sente minacciato dal punto di vista della salute“, dice il leader della Uil Scuola, Pino Turi. “Abbiamo bisogno di indicazioni e regole per i lavoratori fragili: i dirigenti non possono operare in modo differente,”, ribadisce anche la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi.Intanto, è partita la formazione dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero dell’Istruzione per il responsabile Covid nelle scuole. Due i corsi, a distanza e organizzati su piattaforma in grado di ospitare fino a 70mila corsisti tra insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire possibili casi di Covid-19 e focolai negli istituti scolastici. LEGGI TUTTO