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    Earth Day Italia 2023 al via a Roma da domani: oltre 600 eventi dedicati all’ambiente e alla sostenibilità

    (Teleborsa) – Predono il via venerdì 21 aprile i festeggiamenti in occasione dell’Earth Day Italia 2023, la 53a Giornata Mondiale della Terra, la più importante manifestazione ambientale delle Nazioni Unite, che si celebra in tutto il mondo il 22 aprile. Torna dopo la pausa della pandemia il Villaggio per la Terra, in presenza dalla Terrazza del Pincio e dal Galoppatoio di Villa Borghese a Roma, con circa 600 eventi (dal 21 al 25 aprile), tra spettacoli, talk, stand e laboratori destinati ai più piccoli. Tra migliaia di ragazzi provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado, si svolgeranno tantissime iniziative, di seguito le principali di venerdì 21 aprile.Il Ruggito del Coniglio alla terrazza del Pincio – Dal Villaggio per la Terra, dalle ore 7.45 alle ore 10.30, si partirà con un appuntamento speciale de “Il Ruggito del Coniglio” di Rai Radio 2 con Marco Presta e Antonello Dose, in diretta radio e tv sul canale 202 del digitale terrestre, in collegamento dal palco della Terrazza del Pincio, dando spazio a temi sulle celebrazioni della Giornata Mondiale della Terra.L’esibizione dello street artist Moby Dick – Ogni giorno dalla Terrazza del Pincio si potrà assistere anche alle live degli street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere di natura ambientale. Il 21 e 22 aprile l’artista Moby Dick, che realizza opere su animali in estinzione e dà voce agli ultimi, in due giorni creerà il “Murales delle 5 P: Pace, Prosperità, Persone, Pianeta, Partnership”, un’opera di grandi dimensioni, su un pannello alto tre metri e lungo tre metri e mezzo. Mentre lo street artist internazionale Diego Poggioni si esibirà live con una sua opera il 23, 24 e 25 aprile. Il talk show di Impatta per la Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione – Al Villaggio per la Terra si celebrerà la Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione. Per l’occasione IMPATTA – il think tank italiano sull’innovability – organizza sulla splendida Terrazza del Pincio dei Talk Show di grande valore condotti da Annalisa Bruchi ed Edoardo Vigna. Tra i partecipanti si segnalano: Andrea Montanino, chief economist e direttore strategie settoriali e impatto di CDP; Roberta Angelilli, vice presidente Regione Lazio; Davide D’Arcangelo, founder Next4Production; Anna Gervasoni, direttore generale AIFI – Associazione Italiana del private equity, venture capital e private debt; Mattia Mor, CEO Emotion Network; Cristina Angelillo, presidente Innovup; Valeria Maria Fazio, vicepresidente Italia Camp, e molti altri. SpongeBob al Villaggio Bambini – All’interno del Villaggio un’intera area sarà dedicata a bambini e famiglie con attività e laboratori. Ad animare il Villaggio Bambini ci sarà il personaggio di SpongeBob, la spugna gialla più amata e protagonista dell’omonima serie tv in onda sui canali Nickelodeon, il brand di Paramount per bambini e ragazzi, con cui sarà possibile scattare una foto ricordo ed essere coinvolti in laboratori e attività educative sul tema della vita sott’acqua e di un futuro senza plastica. Spettacoli al Planetario – I ricercatori dell’INAF guideranno bambini e adulti tra le meraviglie del nostro cielo, riscoprendo quei corpi celesti che ormai le luci delle città non permettono di osservare e mostrando gli ultimi traguardi raggiunti dall’astrofisica moderna. La campionessa Valentina Vezzali al Villaggio Sportivo – Al Galoppatoio, oltre al Villaggio dei Bambini, della Scienza e della Biodiversità, un’area sarà dedicata al Villaggio Sportivo con oltre 30 discipline sportive curate da Federazioni, Associazioni e Gruppi Sportivi. Durante la giornata è attesa con le Fiamme Oro, Valentina Vezzali, ex campionessa olimpica e mondiale di scherma italiana. Musica e luci con RDS 100% grandi successi, radio ufficiale di Earth Day 2023 – La sera, a partire dalle ore 19.00, si terrà il Dj Set a cura di RDS 100% grandi successi radio ufficiale di Earth Day 2023, mentre l’artista Edoardo Dionea Cicconi presenterà la sua opera “AKR”, un’installazione pubblica monumentale che, per una notte dalla Terrazza del Pincio di Villa Borghese, accenderà sui cieli di Roma una “scultura di luce” che riproduce i veri colori dell’aurora boreale. Per l’occasione, si terranno anche esibizioni di Live con Studio Legale e Avanzi. LEGGI TUTTO

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    Giornata Mondiale dell'Acqua 2023, IPSOS: “Il 94% degli italiani ha modificato proprie abitudini”

    (Teleborsa) – In Italia l’acqua non può ormai più ritenersi una risorsa certa e scontata, e quello che fino a qualche tempo fa poteva sembrare una problematica a lungo termine – con previsioni che raccontavano di situazioni di stress idrico per la metà del secolo – è diventata oggi un’emergenza estremamente attuale, con le montagne prive di neve, specchio di un inverno molto diverso dal passato. L’ormai costante assenza di precipitazioni, infatti, unita al graduale aumento delle temperature e alle problematiche infrastrutturali tipiche del nostro paese, hanno portato numerose zone della penisola ad essere vittime della siccità, determinando situazioni di difficoltà – come recentemente riportato dal CNR – per una percentuale di popolazione che oscilla tra il 6% e il 15%, costretta ormai a vivere in contesti di siccità severa o estrema. In tale scenario, a causa principalmente della contestuale situazione dovuta all’inflazione, si registra un aumento di attenzione da parte degli italiani ai costi legati ai consumi domestici. È quanto emerge dall’indagine IPSOS realizzata in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2023, in programma il prossimo 22 marzo, nell’ambito del progetto “Acqua nelle Nostre Mani” di Finish. Nel dettaglio il 94% degli intervistati ha dichiarato di aver modificato le proprie abitudini domestiche in relazione agli elettrodomestici, riducendo l’uso dei sistemi di riscaldamento (52%), della lavatrice, usandola meno e solo a pieno carico (46%) e prestando allo stesso tempo maggiore attenzione ai consumi: 50% per l’energia e gas e il 38% per l’acqua. Il 62% è preoccupato dai costi di questa risorsa (e li ritiene elevati), contro l’87% in relazione a elettricità e gas.L’impegno dei cittadini italiani verso la tutela dell’acqua si conferma anche quest’anno in aumento, con il 77% degli intervistati che ha dichiarato – in un’ottica di sostenibilità – di provare comunque a ridurre il più possibile lo spreco d’acqua nella propria quotidianità. Questo trend di comportamento è poi confermato dal fatto che, per la prima volta, gli italiani iniziano ad essere effettivamente coscienti della problematica di scarsità dell’acqua nel nostro paese (41%), in netto aumento rispetto al 2022 (25%). Il tutto si è poi tradotto anche in un aumento di consapevolezza rispetto alle aspettative future, con il 31% che oggi si dichiara d’accordo con le previsioni del World Resources Institute (nel 2022 era il 24%), secondo cui l’Italia entro il 2040 vivrà in una condizione di profondo stress idrico.Nel contesto attuale, nel quale l’attenzione e la consapevolezza sul tema sono per la prima volta in crescita dal 2020 – primo anno di svolgimento di questa osservazione – rimangono comunque alcuni aspetti, nel comportamento, da migliorare. A questo proposito, gli italiani si confermano tra i più spreconi in Europa, con 220L giornalieri pro-capite contro i 165L di media europea, a cui si aggiunge una scarsa consapevolezza: solo il 46% è infatti cosciente di questa situazione del nostro paese, con un dato in netto calo rispetto al 2022, quando si attestava al 54%. Ampliando poi l’analisi al consumo medio per famiglia, la fotografia non è sicuramente migliore: tenendo presente un’ampiezza media delle famiglie italiane di 2,3 persone per nucleo, il consumo medio giornaliero in Italia è di circa 500 litri, e questo dato è riconosciuto solo dal 4% degli italiani. Oltre il 68% è invece convinto che il consumo medio giornaliero per famiglia sia inferiore ai 100 litri.Tra i comportamenti che gli italiani mettono in atto per provare a ridurre il proprio impatto sull’acqua e contribuire pertanto alla sua tutela figurano chiudere i rubinetti quando non necessario (68%), utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico (71%), fare docce più brevi (53%), preferire la doccia alla vasca (60%). Comportamenti che garantiscono un doppio vantaggio: da un lato contribuiscono alla tutela delle risorse naturali, come l’acqua, e dall’altro al controllo oculato delle spese domestiche.Molte di queste attenzioni, al netto dell’impatto che la contestuale situazione geopolitica ed economica può avere sui nostri comportamenti e stili di vita, derivano sicuramente dagli effetti che il cambiamento climatico e l’assenza costante di precipitazioni hanno determinato nel nostro paese, con situazioni di preoccupante siccità e desertificazione che investono ormai oggi tutta Italia. Proprio in riferimento a questo, Finish – nell’ambito del progetto Acqua nelle Nostre Mani – ha recentemente presentato la prima Guida Turistica ai Deserti d’Italia, realizzata in collaborazione con il fotografo di fama internazionale Gabriele Galimberti, vincitore nel 2021 del World Press Photo e da tempo collaboratore di National Geographic. L’iniziativa, nata con la volontà di stimolare una forte reazione della collettività circa il fenomeno della desertificazione in Italia, ha permesso di raccogliere fotografie e interviste di grande impatto rispetto alla situazione in cui versano effettivamente molti luoghi del nostro paese: “mete turistiche” anomale, in via di desertificazione, dove i fiumi sono diventati sentieri da trekking e i laghi si sono ridotti ad aride distese. Paesaggi che nessuno si aspetterebbe di vedere e che, purtroppo, sono oggi reali. A questo proposito, dalla ricerca realizzata da Ipsos per Finish emerge un aumento della preoccupazione sul tema da parte degli italiani, con la percentuale che si attesta al 66%, in crescita rispetto al 62% del 2022. A preoccupare, e stupire, maggiormente (83% degli intervistati) è il fatto che gli effetti della desertificazione non riguardano solamente le regioni centro-meridionali del paese, ma sono visibili anche nelle regioni settentrionali, con particolare riferimento alle aree montane, così come attestato e riportato anche dalla Guida Turistica ai Deserti d’Italia. Trovandosi di fronte al confronto tra le fotografie del progetto di Finish ritraenti il Lago di Montespluga (SO) e il Lago Trasimeno (PG) e fotografie degli stessi luoghi di circa due anni prima, la reazione degli intervistati è stata molto distante dalla realtà. Quasi il 20%, in entrambi i casi, ha infatti stimato un lasso di tempo di circa 10 anni tra le due fotografie e solo l’11% (Montespluga) e il 9% (Trasimeno) è riuscito a individuare la corretta collocazione temporale. Le zone fotografate, oltre a quelle già menzionate, hanno poi riguardato anche Sicilia, Abruzzo, Marche, Toscana, Emilia-Romagna e Molise.Il progetto vivrà inoltre, tra il 20 e il 26 marzo, con un’attivazione a cielo aperto a Milano in piazza Gae Aulenti che porterà i cittadini a riflettere sulle conseguenze della siccità per il nostro paese e sui piccoli accorgimenti utili che ciascuno di noi può intraprendere nella sua quotidianità per contribuire alla tutela della risorsa idrica. LEGGI TUTTO

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    Auto, ANFIA: preoccupa proposta Ue su taglio emissioni

    (Teleborsa) – “La proposta di revisione del Regolamento europeo sulla riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli industriali (EU 2019/1242) avanzata lo scorso 14 febbraio dalla Commissione europea inasprisce notevolmente il target già fissato al 2030 (da -30% a -45%) e prevede target decisamente ambiziosi per il 2035 (-65%) e per il 2040 (-90%), destando preoccupazione nella filiera produttiva del comparto”. Lo afferma l’Anfia – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – con un comunicato.”È infatti molto difficile, se non impossibile, sviluppare in così pochi anni, appena sette in riferimento all’ obiettivo del 2030, soluzioni tecnologiche in grado di dimezzare le emissioni di CO2 degli autocarri, mezzi da lavoro che hanno caratteristiche tecniche diverse dalle autovetture e, soprattutto, una grande varietà di allestimenti e di missioni. Pur apprezzando l’inclusione dei motori a combustione interna alimentati a idrogeno, l’obiettivo per il 2040 mina il principio di neutralità tecnologica, che risulta invece fondamentale per salvaguardare e valorizzare competenze già esistenti nell’industria automotive europea – dice l’associaizone – mitigando gli impatti sociali della transizione energetica”. “Solo introducendo nel regolamento un meccanismo di contabilizzazione dei benefici apportati dall’utilizzo dei carburanti rinnovabili, sarà possibile favorire una rapida e sostenibile decarbonizzazione del settore. Desta forte preoccupazione – prosegue l’Anfia – anche la scelta della Commissione di introdurre un obbligo di vendita per i costruttori di autobus urbani che, a partire dal 2030, potranno essere solo a zero emissioni”.”È indispensabile creare le condizioni abilitanti per centrare l’obiettivo: un adeguato sviluppo della rete infrastrutturale, Acea, l’Associazione europea dei costruttori di autoveicoli, stima che già per raggiungere il nuovo target al 2030 siano necessari in Ue almeno 50.000 punti di ricarica pubblici per gli autocarri, di cui 35.000 ad elevate performance e almeno 700 stazioni di rifornimento di idrogeno, misure strutturali di incentivazione all’acquisto dei mezzi a zero emissioni, una politica energetica – si legge – che permetta di generare energia elettrica e idrogeno al 100% da fonti rinnovabili e, non ultima, la sostenibilità dei costi per gli operatori del settore”. “Serve una politica più corrispondente alla realtà per quanto riguarda il settore dell’automotive che è sottoposto a uno stress tale che rischia in Italia di compromettere la tenuta sociale e produttiva di ampie aree del nostro Paese. Chiediamo all’Europa di confrontarsi con la realtà così come siamo stati costretti a fare sia con la pandemia sia con la gerra della Russia in Ucraina. La realtà è l’elemento su cui noi dobbiamo muoverci, dobbiamo essere più pramatici e meno ideologici”, ha detto a margine della Cabina di Regia sull’Internazionalizzazione il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.(Foto: © Veerathada Khaipet/123RF) LEGGI TUTTO

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    Ambiente, presentato oggi a Roma progetto Rotary- Carabinieri forestali

    (Teleborsa) – È stato presentato oggi a Roma, al Teatro dell’Opera, il progetto l’ “Albero di Falcone”, varato dal Distretto 2080 del Rotary (Roma, Lazio e Sardegna) e dai Carabinieri forestali. È rivolto a istituzioni e studenti e incentrato sul rispetto della legalità e dell’ambiente.Durante la manifestazione, svoltasi con il supporto organizzativo di Italian Green Film Festival e presentata da Livia Azzariti, e alla quale sono intervenuti, tra gli altri, il governatore Rotary Distretto 2080 Guido Franceschetti e il gen. C.A. Antonio Pietro Marzo, Comandante Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, è stato consegnato l'”Albero di Falcone” per la successiva messa a dimora, per tramandare la memoria imperitura del sacrificio del giudice e per sensibilizzare ragazzi e cittadini al tema dell’impegno sociale, della legalità e dell’importanza della protezione dell’ambiente.L’iniziativa si inserisce nel solco de “L’Albero del futuro”, progetto di educazione alla legalità e al rispetto ambientale, promosso nel 2021 dal Ministero della Transizione Ecologica e avviato dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, che prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa 500mila piantine. In questo quadro è stata aggiunta l’offerta di un albero simbolo dell’impegno verso lo Stato e della lotta alle mafie: l’albero di Giovanni Falcone. Alcune talee del famoso ficus macrophylla che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia, infatti, sono state prelevate grazie alla collaborazione tra Carabinieri, Fondazione Falcone, Comune e Soprintendenza di Palermo e duplicate nel Centro Nazionale Carabinieri per la biodiversità forestale di Pieve Santo Stefano. Il Centro, struttura all’avanguardia in Europa nello studio e la conservazione di specie forestali autoctone, è riuscito a riprodurre l’albero per generare piccole piante di Falcone da donare alle scuole. L’Albero di Falcone concorrerà a sensibilizzare i ragazzi sul tema dell’impegno sociale ma anche dell’importanza della salvaguardia ambientale. LEGGI TUTTO

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    Ambiente, ENEA: ricostruita la storia della Baia di Bagnoli a Napoli grazie al DNA

    (Teleborsa) – Ricostruire il DNA ambientale dell’ex zona industriale di Napoli Baia di Bagnoli-Coroglio a partire dal 1830, per comprendere quanto velocemente le comunità degli organismi marini si siano modificate in risposta al deterioramento dell’ambiente. È uno dei principali risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Environment International, frutto di una collaborazione fra diversi gruppi di ricerca italiani e stranieri: Stazione Zoologica Anton Dohrn, ENEA, Università di Ginevra, Università del Salento, Università di Urbino, Università Politecnica delle Marche, Università di Friburgo, Accademia delle Scienze della Polonia.I ricercatori – spiega l’ENEA in una nota – hanno prelevato una carota di sedimento nella Baia di Bagnoli-Coroglio, ex-area industriale del comune partenopeo che si estende su una superficie di circa 249 ettari a terra e 1.453 ettari a mare, hanno datato i vari strati, determinando la concentrazione di sostanze inquinanti e studiando le tracce di DNA degli organismi marini. Queste molecole, infatti, sopravvivono per centinaia di anni ‘intrappolate’ nei sedimenti che si accumulano sul fondo del mare anno dopo anno. Il DNA estratto dall’ambiente – nel nostro caso dai sedimenti – è chiamato DNA ambientale e rappresenta una sorta di “codice a barre”, diverso da specie a specie, che ne permette l’identificazione. È stato possibile quindi ottenere un elenco di organismi marini presenti nel sedimento a partire dagli strati più antichi/profondi della carota (1830) fino al presente. Nella prima metà del 1800, nella Baia di Bagnoli-Coroglio si affacciavano terreni agricoli, mentre sui fondali prosperava Posidonia oceanica e una gran diversità di organismi. Il graduale peggioramento della qualità ambientale a partire dalla prima decade del 1900, quando si insediarono le prime industrie, fino al periodo di massima espansione negli anni 1950-1980 con l’acciaieria Ilva/Italsider, è stato accompagnato da notevoli cambiamenti della comunità biologica. La scomparsa della Posidonia è stata repentina; è cambiata drasticamente sia la composizione degli organismi unicellulari che vivono nell’acqua sia di quelli che vivono nel sedimento; è diminuita la loro diversità e sono aumentate le specie probabilmente in grado di resistere a concentrazioni elevate di idrocarburi e metalli pesanti.Il mare ospita una grande diversità di organismi, dai batteri al plancton microscopico sospeso nell’acqua, dalle alghe e piante marine attaccate al substrato alla miriade di organismi, piccoli e grandi, che vivono sui fondali. Le attività dell’uomo stanno però minacciando l’equilibrio degli ambienti marini, in particolar modo quello delle densamente popolate aree marine costiere, spesso sede di attività industriali. Lo sversamento a mare di inquinanti di vario tipo danneggia gravemente gli organismi marini riducendo la loro diversità: solo alcune specie, infatti, riescono a sopravvivere in acque o sedimenti inquinati. Ora, grazie a questo studio internazionale, è possibile vedere non solo la situazione attuale ma anche capire come era l’ambiente nel passato e quanto velocemente le comunità degli organismi marini si siano modificate in risposta al deterioramento ambientale. Questo studio fa parte del progetto ABBaCo finanziato dal MUR e coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, finalizzato allo studio della Baia di Bagnoli-Coroglio a ovest della città di Napoli. LEGGI TUTTO

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    Terremoto Turchia-Siria: continua a salire bilancio vittime, la situazione

    (Teleborsa) – Continua a salire purtroppo il numero delle vittime del devastante terremoto che ieri ha colpito Turchia e Siria: al momento il bilancio è di 5.016 morti. Salgono a 3.419 le persone che hanno perso la vita nel sisma che ha colpito il sud est del Paese mentre l’ultimo bilancio siriano è di 1598, secondo le ong. In Turchia, ha aggiunto il vice presidente turco Fuat Oktay, come riporta Anadolu, i feriti sono 20.534.Sono oltre 8000, invece, le persone salvate in Turchia dopo il terremoto che ha colpito il sud est del Paese, ma ci sono state nella notte 312 scosse di assestamento e l’attività sismica nella zona resta alta, ha detto ancora Oktay, come riporta la tv di Stato Trt.Circa 23 milioni di persone, tra cui 1,4 milioni di bambini, sono stati colpiti dal terremoto che ha devastato lunedì la Turchia e la Siria. È quanto stima Adelheid Marschang, Senior Emergency Officer dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), come riporta il Guardian. “Questa è una crisi che va ad aggiungersi a molteplici crisi nella regione colpita”, ha affermato durante la riunione del consiglio dell’organizzazione a Ginevra, “in tutta la Siria, i bisogni sono sempre più alti, dopo quasi 12 anni di crisi prolungata e complessa, mentre i finanziamenti umanitari continuano a diminuire.”L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”. Lo scrive su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.Intanto, il presidente americano Biden ha chiamato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per esprimergli le condoglianze sue e del popolo americano per il devastante sisma che ha colpito il paese. Biden – ha sottolineato la Casa Bianca in una dichiarazione – ha sottolineato “la disponibilità degli Stati Uniti a fornire tutta l’assistenza necessaria” all’alleato Nato. L’amministrazione americana – ha annunciato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby – sta inviando due squadre di ricerca e soccorso di 79 persone per sostenere le operazioni delle squadre di soccorso turche. Biden ed Erdogan hanno discusso di altra assistenza che potrebbe essere necessaria alle persone colpite dal sisma, dall’assistenza sanitaria ai generi di prima necessità, secondo quanto riporta la Casa Bianca. LEGGI TUTTO

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    Terremoto Turchia-Siria, quasi 2000 morti. Erdogan: “Il più grande disastro dal 1939”

    (Teleborsa) – Continua, purtroppo, a crescere il drammatico bilancio del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria: il numero di morti nei due Paesi è di circa 1.800. Nella sola Turchia sarebbero almeno 1.014 le vittime, mentre in Siria 783. Secondo quanto riferisce l’istituto geologico danese le scosse del devastante terremoto si sono avvertite fino alla Groenlandia. “Il terremoto che ha colpito la Turchia la notte scorsa è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939”: lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta il Guardian. Secondo i media, il leader turco si riferiva al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone 84 anni fa. Il terremoto di Izmit del 1999, di magnitudo 7.6, si ritiene che abbia ucciso più di 17.000 persone. “Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni”. Lo afferma il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, come riporta la Bbc in lingua turca.Immagini drammatiche che rimbalzano su tv e social di tutto il mondo mentre Papa Francesco si è detto “profondamente addolorato per l’ingente perdita di vite” provocata dal terremoto nella zona del sud-est della Turchia, assicurando a tutti i colpiti “la sua vicinanza spirituale”. E oltre alla sua “vicinanza” e al suo “cordoglio”, esprime incoraggiamento al personale di soccorso. Analoghi sentimenti il Pontefice li manifesta anche per le vittime causata dal terremoto nella zona del Nord-Ovest della Siria. Lo si legge in due telegrammi inviati, a nome del Papa, dal cardinale Pietro Parolin ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, mons. Marek Solczynski e card. Mario Zenari.Intanto, sono oltre 30 le scosse di terremoto registrate finora in Turchia, inclusa la prima – la notte scorsa – di magnitudo 7.8 e quelle più recenti di magnitudo 7.5 e 6.0.”Abbiamo già pronte le risorse e squadre dedicate per la ricerca in contesti urbani drammatici come quelli che si sono verificati. Esprimo solidarietà e vicinanza al governo e al popolo turco. Noi italiani sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto. Abbiamo già un modulo pronto dei vigili del fuoco, più altre risorse di natura tecnologica, siamo pronti a partire non appena ci sarà il consenso del paese aiutato. È questione di ore”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Foggia, a margine del comitato per la sicurezza. LEGGI TUTTO

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    Clima: S&P, aumenti temperatura più dannosi per economie in via di sviluppo

    (Teleborsa) – Un aumento della temperatura media annua di 1 grado Celsius per un solo anno risulta più dannoso per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo che per le economie avanzate. Lo rivela un’analisi condotta da S&P Global Ratings sui dati di 190 Paesi. Lo studio S&P ha rilevato che sette anni dopo tale aumento, il PIL pro capite è inferiore di 0,6-0,7 punti percentuali nei Paesi con temperature medie annue attuali di 22-24 gradi (principalmente nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo) rispetto a quelli con temperature medie di 15 gradi (Paesi con economie avanzate), a parità di altre condizioni. Inoltre, S&P ha riscontrato perdite permanenti di reddito dovute alla riduzione della produttività e degli investimenti, con il settore agricolo che subisce un impatto a lungo termine. Quando le temperature annue sono in media di 24°C, il PIL pro capite dei Paesi meno pronti ad affrontare il cambiamento climatico rimane inferiore di 2 punti percentuali, mentre i Paesi più pronti non registrano perdite durature, a sette anni dallo shock termico di 1°C.Negli ultimi decenni le economie si sono parzialmente adattate ai singoli aumenti di temperatura: la sensibilità del PIL agli shock termici è diminuita di circa il 30% negli ultimi 20 anni. Anche le risposte di politica macroeconomica di sostegno hanno aiutato le economie a riprendersi dagli shock climatici; una politica monetaria restrittiva sembra amplificare lo shock, mentre i bassi tassi di interesse reali sono associati a pochi danni.(Foto: © designua/123RF) LEGGI TUTTO