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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +50 BCF

    (Teleborsa) – Aumentano, meno delle attese, gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 12 aprile 2024 sono risultati in aumento di 50 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela inferiore ai 54 BCF stimati dal consensus. La settimana prima si era registrato un incremento di 24 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.333 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento del 22,2% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 1.909) e in crescita del 36,4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 1.711 BCF. LEGGI TUTTO

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    USA, leading indicator cala più delle attese a marzo

    (Teleborsa) – È tornato a scendere a marzo 2024 il superindice USA che sintetizza le condizioni economiche americane. Secondo quanto comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, il Leading Indicator (LEI) si attesta a quota 102,4 punti in calo dello 0,3% rispetto al mese precedente (quando era aumentato dello 0,2%) e al di sotto del -0,1% atteso dagli analisti.La componente che riguarda la situazione attuale è salita dello 0,3% a 112 punti, mentre la componente sulle aspettative future è rimasta invariata a 119 punti.”Il rialzo di febbraio del LEI statunitense si è rivelato effimero poiché l’indice ha registrato un calo a marzo – ha affermato Justyna Zabinska-La Monica, Senior Manager, Business Cycle Indicators, presso il Conference Board – I contributi negativi provenienti dallo spread di rendimento, dai nuovi permessi di costruzione, dalle prospettive dei consumatori sulle condizioni commerciali, dai nuovi ordini e dalle richieste iniziali di assicurazione contro la disoccupazione hanno guidato il declino di marzo”. “I tassi di crescita semestrale e annuale del LEI rimangono negativi, ma il ritmo di contrazione è rallentato – ha aggiunto – Nel complesso, l’indice segnala prospettive fragili, anche se non recessive, per l’economia statunitense. In effetti, l’aumento del debito al consumo, i tassi di interesse elevati e le persistenti pressioni inflazionistiche continuano a rappresentare rischi per l’attività economica nel 2024. Il Conference Board prevede che la crescita del PIL si raffredderà dopo la rapida espansione nella seconda metà del 2023. Con il rallentamento della spesa dei consumatori, il PIL degli Stati Uniti Si prevede che la crescita si modererà nel secondo e terzo trimestre di quest’anno”.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    USA, vendita di case esistenti in calo a marzo

    (Teleborsa) – Segnali di pessimismo giungono dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a marzo 2024 un decremento del 4,3% su base mensile. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il +9,5% riportato a febbraio.Sono state vendute 4,19 milioni di abitazioni rispetto ai 4,38 milioni di febbraio e ai 4,20 milioni di unità previsti dagli analisti.Su base annua, le vendite sono scese del 3,7%.”Sebbene in ripresa dai minimi ciclici, le vendite di case sono bloccate perché i tassi di interesse non hanno fatto grandi mosse – ha detto Lawrence Yun, capo economista della NAR – Ora ci sono quasi sei milioni di posti di lavoro in più rispetto ai massimi pre-COVID, il che suggerisce che sul mercato esistono più aspiranti acquirenti di case”.(Foto: Sebastian Wagner / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    USA, Philly Fed aprile balza sopra le attese a 15,5 punti

    (Teleborsa) – Migliora più delle attese l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). Ad aprile 2024, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) si è portato a 15,5 punti dai 3,2 di marzo. Il dato è migliore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di 1,5 punti.Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a 12,2 punti da 5,4 punti, quello sulle condizioni di business è peggiorato a 34,3 punti da 38,6 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è pari a 20 da 23,6, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a -10,7 da -9,6 punti e quello sui prezzi a 23 da 3,7 punti. LEGGI TUTTO

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    Giappone, recupera a febbraio l’attività del settore terziario

    (Teleborsa) – Rimbalza il settore servizi giapponese. L’indice sull’attività del settore terziario, elaborato dal Ministero dell’economia e dell’industria, ha registrato a febbraio una variazione positiva dell’1,5% su base mensile dopo il calo dello 0,5% di gennaio e contro la crescita dello 0,8% stimata dagli analisti. Il dato registra su base annua un incremento del 2,5%. LEGGI TUTTO

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    UE, Urso: “Passare da Europa consumatori a quella dei produttori”

    (Teleborsa) – “Con il prossimo Parlamento europeo e la prossima commissione anche l’Europa sarà finalmente nelle condizioni di realizzare una politica industriale, supportata da una politica finanziaria con risorse comuni come quelle del Pnrr, tali e quali a quelle degli Stati Uniti, per supportare gli investimenti e la produzione” nel vecchio continente. È quanto ha affermato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al forum di Confcommercio. La politica industriale dell’Europa – secondo Urso – deve essere portata avanti “con la consapevolezza piena che bisogna passare dall’Europa dei consumatori a quella dei produttori. Altrimenti, – ha aggiunto – ci limiteremmo a diventare un museo all’aria aperta in un grande mercato in cui si vendono prodotti realizzati in altri continenti, senza gli standard ambientali e sociali che abbiamo fortemente voluto. E questo metterebbe a rischio il sistema sociale e produttivo dell’Europa”.Da Urso è arrivato un apprezzamento per le indicazioni di Mario Draghi in vista della pubblicazione del suo rapporto sulla competitività. “Danno conforto a quanto abbiamo detto dall’inizio della legislatura – ha detto Urso – quando dissi esattamente quello che oggi Draghi dice all’Europa. Occorre una risposta comune europea a fronte della sfida che viene da Stati Uniti e Cina”. LEGGI TUTTO

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    Zangrillo “Semplificato circa 185 procedure amministrative, di cui il 95% contabilizzabile”

    (Teleborsa) – La semplificazione delle procedure della Pubblica amministrazione prevista nel Pnrr stanno procedendo rispettando le scadenze. “Ad oggi abbiamo semplificato circa 185 procedure amministrative, di cui il 95%è stato ritenuto contabilizzabile nell’ambito delle prime verifiche tutt’ora in corso con la Commissione europea, svolte attraverso le competenti strutture del Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero per il PNRR”. Lo ha detto il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, rispondendo al Question time alla Camera. Zangrillo ha ricordato che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede “la reingegnerizzare e digitalizzare di 600 procedure entro il 30 giugno 2026, di cui 200 entro il 31 dicembre 2024, ulteriori 50 entro il 30 giugno 2025”. Il target fissato per la fine dell’anno è sostanzialmente quasi raggiunto. Il Ministro ha fatto il punto sulle diverse iniziative di semplificazione della Pubblica amministrazione messe in campo dal governo. Ha ricordato le misure in settori strategici e prioritari, soprattutto per le imprese ed il sistema produttivo del Paese come le comunicazioni elettroniche, l’ambiente e l’edilizia scolastica, le disposizioni in materia farmaceutica e quelle di semplificazione per le imprese artigiane, “Le misure appena descritte sono state adottate attraverso un metodo di lavoro condiviso con tutti gli attori coinvolti: le amministrazioni centrali e territoriali, le associazioni di categoria e gli stakeholder di riferimento”. “Il mio impegno – ha concluso Zangrillo – sarà quello di continuare a lavorare in questa direzione, con un approccio di piena condivisione con il Parlamento sulle ulteriori misure che sono gia’ in cantiere”. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: stime PIL +0,6 per cento nel 2024. Inflazione in calo all’1,3

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ribadisce le stime del PIL diffuse lo scorso 5 aprile. Secondo le proiezioni il PIL crescerebbe dello 0,6 per cento nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dell’1,0 nel 2025 e dell’1,2 nel 2026, beneficiando della ripresa dei redditi reali e della domanda estera. È quanto evidenzia il bollettino economico dell’istituto centrale. Quest’anno l’inflazione diminuirebbe all’1,3 per cento, principalmente per il contributo negativo della componente energetica, risalendo fino all’1,7 nel 2025 e nel 2026. L’inflazione di fondo, sostenuta dalla dinamica dei costi unitari del lavoro, – rileva Bankitalia – si collocherebbe al 2 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe all’1,7 nel prossimo biennio. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso; derivano da un impatto della restrizione monetaria più accentuato del previsto, da effetti più marcati della riduzione degli incentivi al comparto edilizio e dalla possibilità che la debolezza del commercio mondiale persista più a lungo rispetto a quanto stimato. I rischi sull’inflazione sono invece bilanciati.In Italia la debolezza della fase ciclica si è estesa al primo trimestre del 2024Secondo le stime di Bankitalia in Italia l’attività economica è aumentata in misura contenuta nel primo trimestre del 2024, risultando ancora frenata dalla flessione della manifattura, a fronte di una ripresa nei servizi. La fiacchezza dei consumi, che recupererebbero solo in parte il calo della fine dello scorso anno, si sarebbe accompagnata a un lieve incremento degli investimenti privati, sostenuti dall’autofinanziamento.Il saldo di conto corrente resta positivoNel quarto trimestre del 2023 il conto corrente si è confermato in avanzo: il miglioramento del saldo mercantile e di quello dei servizi ha più che compensato il deterioramento di quello dei redditi da capitale. Su quest’ultimo ha influito il rialzo dei tassi di interesse ufficiali in atto da luglio del 2022: l’Italia detiene una posizione creditoria netta verso l’estero, che si è ulteriormente rafforzata, ma risulta in debito nelle voci più sensibili ai tassi di riferimento. Gli investitori non residenti hanno continuato a effettuare acquisti netti di titoli di debito pubblici e privati.Il tasso di occupazione rimane su livelli elevati e le retribuzioni accelerano gradualmenteL’occupazione, dopo essere fortemente salita alla fine dello scorso anno, in special modo nei servizi e nelle costruzioni, è rimasta stabile nei primi due mesi del 2024, pur continuando a crescere nella componente a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione resta su livelli storicamente bassi. La dinamica del costo del lavoro dovrebbe intensificarsi nel corso dell’anno; sarà sospinta dai rinnovi contrattuali recentemente siglati e da quelli attesi, in particolare nel terziario. I margini di profitto, ancora elevati soprattutto nei servizi, offrono alle imprese spazio per assorbire i futuri rialzi salariali senza innescare pressioni inflazionistiche.È proseguito il calo dell’inflazione di fondoNel primo trimestre l’inflazione al consumo è rimasta su valori contenuti; quella di fondo è ulteriormente diminuita per effetto del forte rallentamento dei prezzi dei beni, a fronte di una riduzione meno accentuata della componente dei servizi. Le imprese e le famiglie hanno rivisto al ribasso le loro attese di inflazione, nel breve e nel medio termine. Nonostante le tensioni riguardanti il commercio marittimo nel Mar Rosso, è continuata la discesa dei prezzi dei beni intermedi.La restrizione monetaria continua a trasmettersi al creditoIl costo del credito resta su livelli elevati e frena ancora la domanda di prestiti delle imprese e delle famiglie. L’alta percezione del rischio da parte delle banche concorre a mantenere rigidi i criteri di offerta. Continua la flessione della raccolta bancaria: la contrazione dei depositi in conto corrente e del rifinanziamento presso l’Eurosistema è stata solo in parte compensata dall’ aumento degli altri depositi e della raccolta obbligazionaria.Il Governo ha approvato il Documento di economia e finanza 2024Nel 2023 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è diminuito al 7,2 per cento del PIL: il calo è stato inferiore a quanto programmato lo scorso autunno a causa dei maggiori costi del Superbonus. L’incidenza del debito sul prodotto si è ridotta di circa 3 punti percentuali, al 137,3 per cento, principalmente per effetto del differenziale fra onere medio del debito e crescita nominale dell’economia. Il Governo ha approvato il Documento di economia e finanza 2024, presentando – in considerazione della riforma in corso delle regole di bilancio europee – l’evoluzione dei conti solo nel quadro tendenziale. L’indebitamento netto diminuirebbe fino al 2,2 per cento nel 2027; l’incidenza del debito sul prodotto aumenterebbe di 2,5 punti percentuali nel complesso del triennio 2024-26, in conseguenza dei riflessi di cassa dei crediti di imposta per l’edilizia maturati negli scorsi anni, per poi ridursi leggermente nel 2027.L’economia mondiale segna un miglioramento trainato dagli Stati UnitiAll’inizio dell’anno sono emersi segnali di rafforzamento dell’economia globale, più diffusi nei servizi. Negli Stati Uniti i consumi si sono mantenuti particolarmente robusti e l’occupazione è cresciuta oltre le attese; di contro, la domanda aggregata resta debole in Cina, anche per il perdurare della crisi del settore immobiliare. Secondo le stime più recenti dell’FMI, nel 2024 il PIL mondiale continuerà a crescere di poco più del 3 per cento, frenato anche dalle politiche monetarie restrittive. Le tensioni nel Medio Oriente hanno finora avuto un impatto limitato sull’interscambio di merci. In base a nostre stime, quest’anno il commercio internazionale si espanderà del 2,4 per cento, meno del prodotto mondiale. Restano significativi i rischi al ribasso per l’economia globale, connessi con un eventuale aggravamento dei conflitti in corso.Negli Stati Uniti e nel Regno Unito l’orientamento delle politiche monetarie rimane restrittivoNei primi mesi dell’anno si è arrestata la disinflazione negli Stati Uniti. In marzo la Federal Reserve e la Bank of England hanno lasciato invariati i tassi di riferimento e comunicato che l’orientamento rimarrà restrittivo fino al consolidarsi del calo dell’inflazione; la Banca del Giappone ha innalzato i tassi ufficiali per la prima volta dal 2007, portandoli su livelli positivi, e ha interrotto la strategia di controllo della curva dei rendimenti. Gli investitori hanno posticipato il momento in cui si attendono un allentamento monetario negli Stati Uniti. Nonostante l’aumento dei rendimenti delle obbligazioni, le condizioni finanziarie nelle maggiori economie avanzate restano distese.Nell’area dell’euro l’attività economica ristagna e la disinflazione prosegueAll’inizio del 2024 il PIL dell’area dell’euro ha continuato a ristagnare per la debolezza dell’industria, a fronte di segnali di recupero nel terziario. Continua il sentiero discendente dell’inflazione al consumo, soprattutto per i beni industriali non energetici e alimentari, mentre quella dei servizi rimane su livelli elevati. Gli indicatori che stimano la dinamica di fondo dei prezzi al netto delle fluttuazioni più erratiche sono scesi marcatamente dall’inizio del 2023. Nelle valutazioni della Banca d’Italia i recenti rincari del trasporto marittimo dovuti alle tensioni nel Mar Rosso non comporteranno pressioni inflazionistiche significative. Secondo le proiezioni di marzo degli esperti della BCE, quest’anno l’inflazione diminuirà al 2,3 per cento, tornando in linea con l’obiettivo nel 2025 e nel 2026.La BCE ha mantenuto invariati i tassi di riferimento e ha modificato l’assetto operativoIn aprile il Consiglio direttivo della BCE ha lasciato invariati i tassi di interesse ufficiali. Ha inoltre annunciato che sarà opportuno ridurre il livello di restrizione della politica monetaria qualora la propria valutazione circa le prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria dovesse accrescere ulteriormente la sua fiducia che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo. In seguito alla revisione dell’assetto operativo, il Consiglio – conclude Bankitalia – continuerà a definire l’orientamento della politica monetaria attraverso il tasso di interesse sui depositi presso l’Eurosistema. LEGGI TUTTO