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    Regionali, Marche e Val d’Aosta inaugurano la tornata d’autunno

    (Teleborsa) – Affluenza in calo alle prime Regionali d’autunno. Nel weekend sono stati chiamati a votare per il rinnovo dei consigli regionali gli abitanti di Marche (circa 1,3 milioni di elettori) e Val d’Aosta (appena 103 mila cittadini). Le urne si sono chiuse alle 23 in entrambe le regioni, ma nelle Marche si potrà votare anche oggi sino alle ore 15.In Val d’Aosta, alla chiusura dei seggi alle ore 23, l’affluenza risultava in calo al 62,98% dal 70,5% delle precedenti elezioni del 2020, con 65.104 votanti sui 103.223 aventi diritto. Questa mattina alle 8 è partito lo spoglio. Per l’elezione del sindaco ed il rinnovo del Consiglio comunale di Aosta ha votato il 57,64% degli aventi diritto, ma l’affluenza più bassa si è registrata a Courmayeur con il 50,57% degli aventi diritto. Nelle Marche, la prima giornata di voto si è chiusa con un’affluenza in calo di cinque punti al 37,71%, rispetto al 42,72 delle precedenti regionali nel 2020. L’affluenza più alta si è registrata a Pesaro Urbino (al 40,07%), mentre la più bassa è quella della provincia di Macerata al 35,82%. Il dato finale dell’affluenza arriverà oggi alle 15, alla chiusura dei seggi.Le elezioni nelle Marche sono un passaggio chiave per verificare la tenuta della maggioranza di centrodestra o per prendere atto di un sorpasso del centrosinistra. Gli sfidanti sono il presidente uscente di centrodestra Francesco Acquaroli e l’avversario di centrosinistra Matteo Ricci. I sondaggi davano il primo in vantaggio e la maggioranza al governo appare abbastanza sicura di poter centrare un bis, mentre una sconfitta avrebbe ripercussioni pesantissime anche a livello nazionale. Non a caso fra gli ultimi provvedimenti del governo ci sono l’estensione alle Marche e all’Umbria della Zona economica speciale (Zes) ed i fondi per le Infrastrutture (circa 5 miliardi di euro per ammodernare i collegamenti con la regione). L’esito delle elezioni nelle Marche sarà cruciale anche per decidere i rapporti di forza all’interno della maggioranza e spartire le candidature delle regioni in bilico, come Puglia e Campania e per quelle sicure come il Veneto, roccaforte del centrodestra da ormai 15 anni cn Luca Zaia al timone. LEGGI TUTTO

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    ONU, parla Netanyahu: “Vogliamo finire lavoro a Gaza, infondate accuse genocidio”

    (Teleborsa) – Fischi e delegati che hanno lasciato l’aula in segno di protesta – ma anche applausi – per il premier Benjamin Netanyahu in occasione del suo intervento all’assemblea generale dell”Onu con il presidente dell’assemblea costretto a richiamare all’ordine la sala più volte.”L’anno scorso da questo podio ho mostrato questa mappa del terrore dell’Iran che sta rapidamente sviluppando un programma nucleare e di missili balistici. Questi non solo rischiano di distruggere Israele ma mettono in pericolo gli Usa”, ha affermato, chiedendo “il ripristino delle sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran” e ringraziando il presidente statunitense Trum per le sue azioni audaci e decise contro l’Iran. “Abbiamo promesso che l’Iran non avrebbe avuto la bomba nucleare e abbiamo avuto successo. Ma dobbiamo rimanere vigili”, ha detto”Vogliamo finire il lavoro a Gaza il più velocemente possibile”, ha proseguito Netanyahu ricordando che gli ultimi militanti di Hamas sono rimasti a Gaza city. Si è quindi rivolto direttamente ad Hamas riguardo gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, ed ha accusato i palestinesi: “Non credono nella soluzione dei due stati, non vogliono uno stato vicino a Israele ma al posto di Israele”. L’ufficio del premier israeliano aveva chiesto all’Idf di installare altoparlanti in vari punti di Gaza, in modo che i residenti della Striscia possano ascoltare il suo discorso all’Onu. “Liberate gli ostaggi, e deponete le armi. Se lo farete vivrete, se non lo farete Israele vi darà lacaccia”. “Molti Paesi hanno ceduto ad Hamas”, ha accusato Netanyahu sostenendo che le critiche a Israele su Gaza sono “bugie antisemite” e sostenendo che l’autorità palestinese è “corrotta sino al midollo”. “Da decenni si sentono promesse di riforma dell’autorità palestinese ma non sono mai state mantenute”, ha detto, ricordando anche che non si tengono elezioni da lungo tempo. LEGGI TUTTO

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    Trump sferza l’Europa su immigrazione, petrolio e green deal

    (Teleborsa) – Dall’immigrazione al green deal: Trump senza mezze parole ha schiaffeggiato l’Europa che definisce “imbarazzante”. E colpito anche l’ONU che definisce “inutile”, proprio quando l’Organizzazione del Palazzo di Vetro compie il suo ottantesimo anniversario. Nel suo intervento di quasi un’ora a Washington, il leader statunitense non ha risparmiato nessuno, compreso il segretario generale Antonio Guterrez e la stessa Organizzazione, che ha accusato di essere sciatta e disorganizzata a partire dal teleprompter e dalle scale mobili non funzionanti.Trump ha criticato le Nazioni Unite, che definendole “inutili”, per le politiche sulla globalizzazione e sulle immigrazioni e per la battaglia al cambiamento climatico, che ha definito una “truffa” a partire dall’accordo “fake” di Parigi, da cui si vanta di aver fatto uscire gli Stati uniti. Il leader statunitense ha lamentato di non aver ricevuto neanche un ringraziamento per aver posto fine alle guerre. “Ho risolto sette guerre in sette mesi – ha affermato – e non ho ricevuto dall’ONU neanche una telefonata, nessuno mi ha ringraziato”. Il tycoon non ha risparmiato neanche gli alleati europei, che acquistano ancora il petrolio dalla Russia e rischiano di morire “per le politiche sull’immigrazione e sulle sue idee energetiche suicide”. Poi, Trump ha suggerito ai leder mondiali di far ricorso alla sua ricetta “Maga” per “rendere i loro Paesi di nuovo grandi”. Gli Stati Uniti – ha affermato – sono entrati in una nuova “età dell’oro”, mentre l’Europa si trova “in grossi guai” per l’invasione dei migranti che “arrivano a frotte”. A tal proposito, Trump ha citato alcuni numeri sull’immigrazione, ricordando che il 50% dei detenuti in Germania sono stranieri, il 53% in Austria, il 54% in Grecia e il 72% in Svizzera, ed ha avvertito che se l’UE non prenderà provvedimenti contro l’immigrazione “andrà all’inferno”. Parlando di Gaza, Trump ha affermato che “riconoscere la Palestina è una ricompensa per Hamas”, mentre sul frontre Ucraina ha criticato l’UE insieme ala Cina e all’India, che sono i due “maggiori finanziatori della guerra russa”. LEGGI TUTTO

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    Gaza, veto degli Stati Uniti alla bozza di risoluzione ONU

    (Teleborsa) – Gli Stati Uniti hanno posto il veto sulla bozza di risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza dell’ONU per Gaza, in cui si chiedeva ad Israele di “revocare immediatamente e senza condizioni” le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari e “l’immediato cessate il fuoco permanente”.La risoluzione ha ottenuto 14 voti a favore e l’unico veto degli Stati Uniti, che era ampiamente atteso in considerazione della posizione espressa dagli Stati Uniti a favore di Israele. Nel motivare il veto, la rappresentante USA all’ONU, Morgan Ortagus, ha spiegato che la bozza di risoluzione “non condanna Hamas e non riconosce il diritto di Israele a difendersi”.”La risoluzione chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente che lascerebbe Hamas nella posizione di poter compiere futuri attacchi come quello del 7 ottobre, come ha minacciato più volte di fare”, ha proseguito Ortagus, aggiungendo “gli ostaggi in questa risoluzione sono poco più che un ripensamento marginale. Gli Stati Uniti non lo accetteranno mai. Il Presidente Trump non lo accetterà mai”.Nel suo intervento al Consiglio di sicurezza, l’ambasciatore palestinese all’ONU, Riyad Mansour, ha ringraziato tutti i Paesi che hanno appoggiato la bozza di risoluzione, criticando invece gli Stati Uniti per il veto. “Questa bozza di risoluzione rappresenta il minimo che l’umanità, la legalità e la moralità impongono. ha affermato Mansour – È profondamente deludente e penoso che sia stata bloccata, negando al Consiglio di sicurezza la possibilità di recitare il giusto ruolo davanti a queste atrocità”. LEGGI TUTTO

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    Francia, per Janus Henderson resta alta l’incertezza nel post-Bayrou

    (Teleborsa) – Dopo la caduta martedì del governo francese guidato da Francois Bayrou, Il presidente Emmanuel Macron ha agito rapidamente per sostituirlo, nominando Sebastien Lecornu come quinto primo ministro in soli due anni, un suo stretto alleato a cui ha affidato il compito di trovare una soluzione accettabile alla crisi di bilancio. “Le prime reazioni della coalizione di governo, tuttavia, suggeriscono che la sua scelta non è stata accolta con favore da tutti, in particolare in vista delle elezioni amministrative che si terranno nel marzo 2026”, commenta Robert Schramm-Fuchs, Portfolio Manager di Janus Henderson. È probabile, aggiunge, “che il bilancio 2026 non raggiunga gli obiettivi di risparmio originariamente fissati da Bayrou, che apparivano modesti nel contesto delle più ampie sfide di deficit della Francia”.Ad aumentare l’incertezza, “sono in corso manifestazioni di protesta organizzate tramite i social media che potrebbero eguagliare in termini di portata il movimento dei “gilets jaunes” (gilet gialli) del 2018-2019”. Nel frattempo, Fitch – che attualmente Fitch assegna alla Francia un rating ‘AA-‘ con outlook negativo – dovrebbe pubblicare questo fine settimana l’aggiornamento del rating sovrano, mentre Moody’s e S&P dovrebbero farlo in ottobre e novembre. “Senza un impegno sociale a favore della disciplina fiscale e una direzione politica più chiara, è improbabile che lo spread sovrano della Francia rispetto alla Germania si riduca in modo significativo. A seconda di come si evolveranno gli eventi, ciò potrebbe avvenire in modo graduale o improvviso”, prosegue Schramm-Fuchs.Il manager di Janus Henderson intravvede due scenari che potrebbero influenzare il sentiment degli investitori sulla Francia.Il primo scenario vede il graduale ampliamento dello spread. In questo scenario, definito “più probabile”, i mercati azionari europei potrebbero assorbire il clima politico. “I titoli quotati in Francia potrebbero persino registrare un rimbalzo nel breve termine, dopo essere stati penalizzati dalla recente incertezza. Macron, i partiti centristi e l’Unione Europea (UE) hanno pochi incentivi ad alimentare le tensioni. La Commissione Europea dovrebbe approvare un bilancio francese meno ambizioso nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, a condizione che si registrino progressi nella riduzione del disavanzo”.Il secondo scenario vede invece un rapido ampliamento dello spread. “Se l’instabilità politica dovesse intensificarsi, i titoli azionari francesi potrebbero continuare a sottoperformare. L’indice CAC40 ha recentemente toccato i minimi pluridecennali rispetto al DAX tedesco e da allora ha registrato un andamento laterale. Tuttavia, i mercati azionari europei sono diventati abili nel distinguere tra i settori e le società più esposti al rischio sovrano”.Guardando oltre i confini francesi, spiega Schramm-Fuchs, “la Germania offre uno dei contesti macroeconomici più interessanti d’Europa. Il Paese sta investendo 500 miliardi di euro in spese fiscali per infrastrutture e difesa, mentre il settore privato sta investendo 631 miliardi di euro attraverso l’iniziativa ‘Made for Germany’. Una coalizione di governo coesa sta inoltre perseguendo modeste riforme in materia di welfare e fiscalità volte a rilanciare la crescita e a rafforzare la sostenibilità e la competitività”. A livello globale, “le banche centrali stanno tagliando i tassi di interesse, mentre le curve dei rendimenti più ripide segnalano un’accelerazione economica”. Queste dinamiche “favoriscono l’economia tedesca trainata dalle esportazioni e posizionano l’Europa per una crescita sottovalutata nel 2026-2027”.In conclusione, afferma Schramm-Fuchs, “Continuiamo a mantenere una visione positiva per l’Europa e rimaniamo prociclici e rialzisti, riflettendo la fiducia nella traiettoria di crescita a medio termine della regione”. LEGGI TUTTO

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    Macron nomina Sébastien Lecornu a Primo Ministro

    (Teleborsa) – Il Presidente francese Emmanuel Macron sceglie Sébastien Lecornu come nuovo Primo Ministro, al posto di Francois Bayrou, che si è dimesso ieri in seguito al voto di sfiducia dell’Assemblea Nazionale. Lo ha annunciato un comunicato dell’Eliseo nella serata di martedì. Lecornu, 39 anni, attualmente ministro della Difesa, è uno dei fedelissimi di Macron ed era già candidato lo scorso anno alla poltrona di Primo Ministro, poi il Presidente optò per il veterano Bayrou. Nonostante la giovane età, tuttavia, Lecornu ha già una lunga carriera politica ed ha visto avvicendarsi numerose figure a Matignon negli ultimi anni. “Voglio sinceramente dire ai nostri compatrioti che comprendo le loro aspettative e che sono consapevole delle difficoltà. Stiamo lavorando con umiltà e faremo tutto il possibile per avere successo”, ha commentato su X il neoeletto Primo Ministro, , ringraziando il Presidente Macron per la sua fiducia e lodando il coraggio del suo predecessore. La strada davanti a Sébastien Lecornu è tutta in salita. La sfiducia a Bayrou è arrivata infatti con lo scoglio della legge di bilancio e con i tagli alla spesa annunciati dal precedente premier. Il suo successore non potrà esimersi dal reperire i 44 miliardi necessari per far scendere il deficit al 4,2% dal 5,8% attuale e per evitare un ulteriore aumento del debito pubblico, che già sosta al 113% del PIL.Frattanto, il clima in Francia è incandescente, non solo in ambito politico, ma anche a livello sociale ed economico, essendo il Paese sulla soglia di una recessione. In vista della legge di bilancio è stata annunciata già oggi la prima protesta, lanciata sui social cn lo slogan “Blocchiamo tutto”, poi ne seguirà un’altra il prossimo 10 settembre. LEGGI TUTTO

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    Francia senza governo, ING: finché Macron sarà presidente non prevediamo esplosione degli spread OAT

    (Teleborsa) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di aver “preso atto” della caduta del governo di Francois Bayrou, il quale ha raggiunto l’Eliseo per rassegnare le dimissioni. Il presidente ha annunciato che “nominerà un nuovo primo ministro nei prossimi giorni”.In questa fase – osservano Charlotte De Montpellier, Senior Economist di Francia e Svizzera, e Michiel Tukker, Senior European Rates Strategist di ING – “il presidente Macron esclude l’opzione dello scioglimento del parlamento. Ricerca piuttosto un nuovo capo del governo in grado di sbloccare la situazione di stallo sul bilancio”.”Alcuni parlamentari centristi hanno avanzato l’idea di nominare un “negoziatore” per forgiare un accordo politico prima di nominare un nuovo primo ministro. Come accade in altri paesi come il Belgio, l’idea sarebbe quella di raggiungere un accordo sul “cosa” prima del “chi”. Se questo patto di governo venisse perseguito, significherebbe che la formazione di un esecutivo e quindi l’approvazione del bilancio richiederebbero molto tempo. Tuttavia, con le proteste nazionali previste per il 10 e il 18 settembre, Macron rischia di diventare l’unico bersaglio della rabbia pubblica in assenza di un governo funzionante”.Ad avviso di De Montpellier e Tukker, “lo scioglimento del Parlamento non è lo scenario più probabile nei prossimi giorni; il presidente cercherà prima di trovare un primo ministro che possa sopravvivere a un voto di sfiducia. Le dimissioni di Macron sono ancora meno probabili”.La crisi del governo deriva dal controverso piano di bilancio per il 2026. Bayrou ha proposto 44 miliardi di euro di tagli, ma “il voto di lunedì dimostra che il consenso a questa condizione è fuori portata, indipendentemente da chi guiderà il prossimo governo2.”Secondo un nuovo rapporto del Ministero delle Finanze, la spesa pubblica aumenterebbe di 51,1 miliardi di euro il prossimo anno senza misure correttive, spingendo il deficit al 6,1% del PIL, ben al di sopra del 4,6% indicato nel piano presentato alle autorità europee. Soprattutto, il problema non farà che aggravarsi nei prossimi anni. Senza un cambiamento di politica economica, si prevede che il debito salirà dal 113% del PIL nel 2024 al 125,3% del PIL nel 2029”.I problemi di bilancio della Francia sono dovuti principalmente all’invecchiamento della popolazione. La spesa per la protezione sociale e l’assistenza sanitaria rappresentava il 32,3% del PIL nel 2023, rispetto a una media del 27,2% nell’Eurozona, e questa spesa aumenterà naturalmente con l’invecchiamento della popolazione. “In un contesto in cui la tassazione è già elevata, l’equazione è complicata e continuerà a causare instabilità politica, non solo quest’anno, ma anche negli anni a venire”.Sebbene i dati sul sentiment post-25 agosto (data voto di fiducia) non siano ancora disponibili, “è probabile un calo della fiducia di imprese e consumatori. Le decisioni su investimenti, assunzioni e consumi potrebbero essere rinviate, rallentando lo slancio economico. L’aumento dei tassi di mercato sta gravando sui costi di finanziamento e potrebbe rallentare alcuni settori, in particolare edilizio e immobiliare”. In questo “contesto turbolento, è probabile che l’attività economica ristagni nel quarto trimestre di quest’anno”.Sebbene l’esito negativo del voto di fiducia fosse previsto, proseguono gli esperti, “evidenzia comunque l’incerto percorso verso il consolidamento fiscale della Francia. La via più probabile è la nomina di un nuovo primo ministro, ma preparare un bilancio che possa essere approvato dal Parlamento sembra difficile. I tagli alla spesa dovranno probabilmente essere edulcorati per ottenere un sostegno politico più ampio”.”Da qui in poi è improbabile che i rendimenti dei titoli di Stato francesi (OAT) scendano, mentre il potenziale di rialzo è ancora significativo. Lo spread OAT-Bund a 10 anni è ancora di circa 10 punti base più basso rispetto al picco dello scorso novembre, quando cadde il governo Barnier. Rispetto ad allora, ora c’è la possibilità di nuove elezioni parlamentari, il che complica ulteriormente il quadro e aumenta l’incertezza”.Per adesso, le ricadute sul mercato dell’Eurozona nel complesso sono limitate, ma un’escalation prolungata potrebbe portare a tassi swap più bassi. “Sebbene l’ostacolo per scontare un ulteriore allentamento da parte della Banca Centrale Europea sia elevato, per i tassi a lungo termine consideriamo il sentiment di rischio un potenziale fattore rialzista. La combinazione del peggioramento dei dati economici statunitensi e delle notizie provenienti dalla Francia potrebbe per adesso limitare il potenziale di rialzo dei tassi swap a 10 anni per ora”. E concludono, “finché Macron sarà presidente, probabilmente fino alle elezioni del 2027, non prevediamo un’esplosione degli spread OAT e uno shock più ampio al sentiment di rischio”.(Foto: Anthony DELANOIX su Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Mosca accusa: “Gli europei ostacolano la risoluzione del conflitto”

    (Teleborsa) – All’indomani del vertice dei Volenterosi, che ha trovato la quadra sulle garanzie di sicurezza all’Ucraina, impegnandosi per una “forza di rassicurazione” in Ucraina con forze su terra-mare-cielo, arrivano commenti duri da parte di Mosca, che dimostra di non apprezzare gli interventi dell’UE ed anzi accusa gli europei di ostacolare la risoluzione del conflitto.”Gli europei -ostacolano la risoluzione in Ucraina. Non stanno contribuendo affatto”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un’intervista alla stampa russa, accusando l’Europa di usare l’Ucraina come “il centro di tutto ciò che è anti-russo”. Peskov ha ribadito che Mosca è “assolutamente” contraria alle garanzie di sicurezza offerte da USA ed UE e che l’intervento militare come garanzia di sicurezza non può essere “adatta al nostro Paese”. Frattanto, il presidente USA Donald Trump ha annunciato che parlerà con Putin, con cui ha un “buon dialogo”. “Putin apprezza molto gli sforzi del presidente Trump. Apprezza la natura costruttiva del loro rapporto”, ha confermato Peskov questa mattina, aggiungendo però che “al momento non ci sono stati risultati preliminari”. LEGGI TUTTO