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    Innovazione: ENEA brevetta metodo per estrarre olio di alta qualità da scarti dell’industria dolciaria

    (Teleborsa) – Un gruppo di ricercatori ENEA ha brevettato un processo innovativo e a basso impatto ambientale, che permette di estrarre da scarti di prodotti da forno un olio di alta qualità da utilizzare per la produzione di biolubrificanti e bioplastiche. Il metodo, che si basa sull’uso di mosche soldato, ovvero le larve del dittero Hermetia illucens, – spiega ENEA in una nota – consente di recuperare, in condizioni ambientali controllate, fino all’80% dell’olio presente nei biscotti – in genere di semi di girasole – che non essendo stato metabolizzato, mantiene le caratteristiche di alta qualità (alto oleico).”Le larve della mosca soldato convertono biomasse organiche accumulando nel proprio corpo proteine e lipidi, ottimi ingredienti per mangimi. Contemporaneamente restituiscono un residuo digerito, utile per la produzione di compost e fertilizzanti per la crescita delle piante”, spiega Silvia Arnone, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Tecnologie e processi per le bioraffinerie e la chimica verde e autrice del brevetto insieme ai colleghi Francesco Petrazzuolo, Isabella De Bari, Massimiliano De Mei, Vito Valerio e Alessio Ubertini.Per l’applicazione del metodo è stato ideato un dispositivo, chiamato “splitter”, costituito da un contenitore con griglia forata e un condotto per il convogliamento e la raccolta dell’olio, dove vengono collocati insieme il composto da frazionare e le larve immature. Il metodo offre prospettive di guadagno in termini di recupero di un olio alto oleico la cui domanda di mercato è in crescita, valorizzando il 5% in media di scarti di prodotti da forno, che comprendono prodotti sia invenduti sia non commercializzabili perché poco cotti, bruciati, spezzati o in scadenza.”L’olio alto oleico può essere utilizzato per la produzione di biolubrificanti per uso agricolo, di monomeri per le bioplastiche e di bioerbicidi e può essere trasformato in polioli per la produzione di poliuretani. Tutti questi prodotti a base biologica – conclude Arnone– hanno un’impronta di carbonio più favorevole rispetto ai prodotti di origine fossile”. LEGGI TUTTO

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    IA, Big Tech lanciano allarme: “Può portare all’estinzione”

    (Teleborsa) – L’intelligenza artificiale potrebbe portare all’estinzione dell’umanità. L’allarme arriva dagli esperti del settore tra cui Sam Altman, ad del produttore di ChatGPT OpenAI, Demis Hassabis, amministratore delegato di Google DeepMind e Dario Amodei di Anthropic. “Mitigare il rischio di estinzione dell’Intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare” si legge in una dichiarazione pubblicata sulla pagina web del Center for AI Safety. Un appello sostenuto anche da Geoffrey Hinton, professore emerito di scienze dei computer nell’Università di Toronto, considerato un pioniere nel settore dell’intelligenza artificiale, e da Yoshua Bengio, professore presso l’Università di Montreal, anche lui considerato uno dei padrini dell’IA.Non è invece tra i firmatari al momento Yann LeCunn dell’Università di New York, che insieme a Hinton vinse il premio Turing nel 2019 per le loro ricerche che hanno aperto la strada all’IA. Le Cunn si è in realtà contrario a una visione catastrofista dell’IA. Anche il boss di Tesla e tra i primi finanziatori di OpenAI Elon Musk non risulta al momento tra i firmatari. Ma Musk recentemente ha fatto scalpore con la sua richiesta di moratoria delle ricerche sull’IA.È stata l’urgenza di regole in un settore pervasivo come l’Intelligenza Artificiale, a dettare l’allerta lanciata dal Center for AI Safety. “L’uso estensivo dell’intelligenza artificiale da un lato sta portando a una vera rivoluzione e dall’altro sta ponendo seri problemi – osserva uno dei firmatari della dichiarazione, l’esperto di tecnologie dell’informazione Luca Simoncini, ex docente di Ingegneria dell’informazione all’Università di Pisa ed ex direttore dell’Istituto di tecnologie dell’informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche –. L’intelligenza artificiale è così pervasiva da avere un forte impatto in molti settori della vita sociale (pensiamo solo al rischio di produzione di fake news o al controllo delle auto autonome), come su aspetti economici, finanziari, politici, educativi ed etici. È evidente – aggiunge – che nessuno può opporsi se una tecnologia emergente è usata per scopi benefici, per esempio in campo biomedico o farmacologico”. Di conseguenza, se parlare di rischio di estinzione dell’umanità può sembrare un’iperbole secondo Simoncini la dichiarazione del Cias ricorda il manifesto nel quale Bertrand Russell e Albert Einstein nel 1955 denunciavano i rischi delle armi nucleari. Il caso dell’Intelligenza artificiale è diverso, ma il punto è che servono regole chiare e una presa di coscienza. “Spesso ci si dimentica che questi sistemi sono fallibili – aggiunge Simoncini – e le grandi aziende attive nel settore basano le loro attività solo sulla prevalenza tecnologica, non si sono poste il problema di una regolamentazione”. Come dimostra quanto sta accadendo nel settore delle auto autonome, nei test “si segue un approccio empirico” e “non si considera la necessità di andare verso sistemi che non siano capaci di prendere decisioni autonome senza l’intervento umano, mentre bisognerebbe andare verso sistemi che siano di aiuto al guidatore, che ha comunque in ogni momento la possibilità di intervenire e riprendere il controllo”. Anche nel caso dei Chatbot come ChatGpt, per esempio, – spiega Simoncini – “utilizzarli dovrebbe essere inteso come un aiuto, non come la sostituzione delle capacità umane da parte di un sistema di intelligenza artificiale”. Si dovrebbe pensare fin da adesso “alla necessità di porre limiti e vincoli – conclude Simoncini – considerando gli usi sbagliati dell’intelligenza artificiale nel confezionamento di fake news sempre più difficili da riconoscere: la difficoltà di distinguere fra vero e falso potrebbe creare situazioni difficilmente governabili”.Secondo il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, tra i firmatari della dichiarazione, servono regole per gestire algoritmi potenti come quelli dell’intelligenza artificiale e per evitare effetti imprevisti. “Questo tipo di algoritmi di Intelligenza artificiale generativa si sono rivelati molto potenti nell’interfacciare le persone utilizzando i dati presenti sul Web e il linguaggio naturale, così potenti che potrebbero generare effetti secondari imprevisti – osserva Battiston –. Nessuno oggi sa realmente quali potrebbero essere questi effetti, positivi o negativi: servono tempo e sperimentazione – prosegue il fisico – per realizzare regole e norme che permettano di gestire l’efficacia di questa tecnologia proteggendoci dai relativi pericoli. Non si tratta della minaccia di una super intelligenza che possa sopraffare l’umanità, ma delle conseguenze del modo con cui gli esseri umani si abitueranno a utilizzare questi algoritmi nel loro lavoro e nella vita quotidiana della società. Pensiamo ad esempio – aggiunge – alla possibile interferenza sui processi elettorali, alla diffusione di notizie false, alla creazione di canali di notizie che rispondono a precisi interessi di disinformazione. Occorre prepararsi a gestire queste situazioni, le prime avvisaglie di problemi di questo genere le abbiamo già viste negli anni passati con la vicenda di Cambridge Analytica o con la tattiche di guerriglia dei troll russi sul web. Quando l’uomo non riesce a capire la realtà che lo circonda inventa miti, fantasmi, mostri, per cercare di proteggersi dai pericoli tramite un certo tipo di racconto mitologico. Il gioco è ancora saldamente nel campo dell’uomo, ma gli strumenti a disposizione sono molto più potenti che nel passato”. A proposto del confronto con le armi atomiche, recentemente portato in campo a proposito dei rischi dell’intelligenza artificiale, Battiston osserva che “quando abbiamo scoperto la forza dell’atomo, abbiamo dovuto trovare il modo di contenere la minaccia di uno scontro nucleare. Per il momento ci siamo riusciti, per circa 80 anni. Qualcuno – dice ancora – ha paragonato la potenza di queste tecnologie a quella nucleare, chiedendo vengano realizzate delle regole adatte ad affrontare questi rischi. C’è probabilmente un fondo di verità in questo. Io credo, però, che sia molto importante capire bene come funzionano questi algoritmi, in quanto solo in questo modo – conclude – potremo attivare una opportuna serie di regole di contenimento sociale, sfruttando allo stesso tempo l’enorme potenzialità positiva”. LEGGI TUTTO

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    OpenAI: “ChatGpt è di nuovo disponibile in Italia”

    (Teleborsa) – “Bentornata, Italia! Siamo lieti di riprendere ad offrire ChatGPT in Italia”. È questo il messaggio che da oggi appare accedendo sul sito dell’applicazione gestita dalla società statunitense OpenAI. “ChatGpt è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia. Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy. Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante” ha spiegato un portavoce dell’azienda in una comunicazione ufficiale a pochi giorni dal termine ultimo, del 30 aprile, fissato dal Garante della Privacy italiano. “Abbiamo affrontato o chiarito le questioni sollevate dal Garante – ha aggiunto il portavoce – tra cui le nuove informazioni sul Centro assistenza e su come raccogliamo e utilizziamo i dati; maggiore visibilità della nostra Informativa sulla privacy sulla homepage di OpenAI e sulla pagina di accesso di ChatGpt. Maggiore visibilità del nostro modulo di disattivazione dei contenuti degli utenti negli articoli del Centro assistenza e nell’Informativa sulla privacy”. L’Autorità aveva annunciato il 31 marzo scorso l’avvio di un’istruttoria, dopo aver rilevato, tra l’altro, la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati venivano raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica per giustificare la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali. Poi l’11 aprile aveva inviato una serie di prescrizioni all’azienda.”Continuiamo ad offrire il nostro processo di risposta alle email e alle richieste di privacy via e-mail – spiega la nota di OpenAI – nonché un nuovo modulo per gli utenti dell’Ue per esercitare il loro diritto di opporsi al nostro utilizzo dei dati personali per alimentare i nostri modelli. E uno strumento per verificare l’età degli utenti in Italia al momento della registrazione. Apprezziamo la collaborazione del Garante e attendiamo con impazienza di proseguire le discussioni in corso”.”OpenAI, la società che gestisce ChatGPT, ha fatto pervenire una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell’Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile, spiegando di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti” spiega il Garante della Privacy. È alla luce di questi miglioramenti che OpenAI ha potuto rendere nuovamente accessibile ChatGPT in Italia. L’elenco delle misure decise da OpenAI – OpenAI, ha reso noto il Garante, ha attuato diverse misure. Nel dettaglio: ha predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento; ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio; riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile; ha introdotto una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChtaGPT in Italia, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi; ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori; ha chiarito, nell’informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse; ha implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi; ha inserito nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani già registrati al servizio un pulsante attraverso il quale, per riaccedere al servizio, dovranno dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni e, in questo caso, di avere il consenso dei genitori; ha inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e prevedendo, nell’ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all’uso del servizio.L’Autorità ha espresso “soddisfazione per le misure intraprese” auspicando che OpenAI, nelle prossime settimane, ottemperi alle ulteriori richieste impartitele con lo stesso provvedimento dell’11 aprile “con particolare riferimento all’implementazione di un sistema di verifica dell’età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e della possibilità di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi”. L’Autorità “riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati”. Il Garante “proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea”. LEGGI TUTTO

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    ENEA: al Brasimone nasce laboratorio hi-tech per droni supertecnologici e scuola di volo

    (Teleborsa) – Droni high-tech, dotati di sistemi per internet of things (IoT), big data e sensori innovativi per la sicurezza e il monitoraggio ambientale; un laboratorio di automazione e controllo per progettare e testare velivoli a pilotaggio remoto, un’accademia di volo aperta al pubblico tra le più grandi in Italia per l’addestramento dei piloti in scenari critici, ma anche una nuova gamma di sensori tecnologicamente avanzati. Sono i risultati del progetto EXADRONE condotto da ENEA in collaborazione con METAPROJECTS nel Centro Ricerche ENEA di Brasimone (Comune di Camugnano, Bologna) e co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.In particolare, nel nuovo laboratorio di automazione e controllo – spiega ENEA in una nota – sono stati sviluppati e testati su droni sensori di nuova generazione di tipo LIDAR (Light Detection And Ranging) basati su tecnologie laser sviluppate da ENEA, utili per il monitoraggio ambientale ed analisi delle acque in tempo reale ma anche sensori per il monitoraggio di siti, installazioni nucleari e infrastrutture di rilevanza strategica quali ponti, viadotti e dighe.Tramite nuovi algoritmi di controllo e gestione dati, questa nuova gamma di sensori applicati alla tecnologia dei droni, consente di monitorare in tempo reale l’eventuale presenza di inquinanti nelle acque di superficie, ispezionare ponti, viadotti, dighe rilevando criticità o cambiamenti nel tempo, monitorare siti con possibile inquinamento radiologico, ricercare sorgenti radioattive disperse ed ispezionare siti nucleari.Grazie alla presenza di professionalità, esperti e specializzati, nell’innovativo laboratorio di automazione e controllo vengono condotte attività di progettazione meccatronica ed elettronica, ricerca e consulenza nello sviluppo dei prodotti, applicazioni firmware e software, supporto alla certificazione per la loro commercializzazione ed eseguiti test su sensori e tecnologie di automation, motion control ed elettronica di potenza, oltre a sistemi di localizzazione GPS miniaturizzati, radiofrequenza e IoT, rivolta in particolare ad applicazioni di supporto alla Pubblica Amministrazione.L’Accademia di Volo, riconosciuta da ENAC come Entità Riconosciuta (Recognised Entities-RE, ai sensi del Regolamento (UE) 2019/947) in categoria “SPECIFIC”, è dotata di campo scuola da 1.500 metri quadrati con aree didattiche, per l’addestramento teorico, pratico e l’abilitazione al pilotaggio di droni per operazioni critiche.”Il Centro ENEA di Brasimone con i suoi 400 ettari di superficie è un luogo ideale per operare in totale sicurezza fuori dai centri abitati e ospitare più piste autorizzate ENAC per l’esercizio dei voli – sottolinea Mariano Tarantino, responsabile Divisione Sicurezza e Sostenibilità per il Nucleare di ENEA –. Il campo volo, con un ampio spettro di scenari critici di addestramento in Italia, si completa con la possibilità di realizzare corsi abilitanti per i piloti di drone ma anche di specializzazione per professionisti su fotogrammetria, termografia e agricoltura di precisione e per missioni speciali autorizzate da ENAC”.Il progetto EXADRONE si inserisce nel contesto delle iniziative per il rilancio del Centro ENEA di Brasimone, un polo di eccellenza a livello nazionale e internazionale per lo sviluppo di tecnologie avanzate per l’energia, la salute, l’ambiente e il territorio, specializzato in particolare nei settori sicurezza nucleare, fusione a confinamento magnetico, tecnologia dei metalli liquidi per sistemi nucleari di nuova generazione, prototipazione di sistemi e componenti per applicazioni energetiche, tecnologie e materiali innovativi. Sono stati avviati, inoltre, progetti nel settore medicale e si provvede all’addestramento e al supporto logistico al Programma Nazionale di Ricerca in Antartide.Il Centro di Ricerca si trova sull’Appennino tosco-emiliano, in un’area di interesse delle regioni Emilia-Romagna e Toscana e collabora con le istituzioni di ricerca di Paesi leader in campo tecnologico (quali Cina, Regno Unito, Giappone, Canada, Stati Uniti), dispone di un parco di infrastrutture sperimentali avanzate ed è aperto a ricercatori, borsisti, studenti e dottorandi provenienti da enti di ricerca e università internazionali. LEGGI TUTTO

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    Microsoft effettua investimento multimiliardario in OpenAI

    (Teleborsa) – Microsoft ha esteso la partnership a lungo termine con OpenAI attraverso “un investimento pluriennale e multimiliardario per accelerare le scoperte dell’Artificial Intelligence (AI) e garantire che questi vantaggi siano ampiamente condivisi con il mondo”. OpenAI è la società dietro a ChatGPT, un chatbot basato su intelligenza artificiale e machine learning, specializzato nella conversazione con un utente umano.Microsoft non ha fornito i dettagli finanziari dell’accordo. Nelle scorso settimane Semafor aveva riferito di un investimenti da 10 miliardi di dollari sulla base di una valutazione complessiva di 29 miliardi di dollari.L’annuncio odierno segue i precedenti investimenti nel 2019 e nel 2021. Microsoft ha affermato che la rinnovata partnership accelererà i progressi nell’intelligenza artificiale e aiuterà entrambe le società a commercializzare tecnologie avanzate in futuro.”Abbiamo formato la nostra partnership con OpenAI attorno all’ambizione condivisa di far progredire responsabilmente la ricerca AI all’avanguardia e di democratizzare l’AI come nuova piattaforma tecnologica”, ha affermato Satya Nadella, CEO di Microsoft. “In questa fase successiva della nostra partnership, gli sviluppatori e le organizzazioni di tutti i settori avranno accesso alla migliore infrastruttura, modelli e toolchain di intelligenza artificiale con Azure per creare ed eseguire le loro applicazioni”. Azure è la piattaforma cloud di Microsoft. LEGGI TUTTO

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    Energia: da ENEA un “salvavita” innovativo per reattori a fusione

    (Teleborsa) – ENEA ha progettato un dispositivo salvavita unico al mondo per la protezione dal surriscaldamento (quench) dei magneti superconduttori nei futuri reattori a fusione nucleare. L’innovazione tecnologica – fa sapere l’agenzia in una nota – sarà testata per la prima volta sul tokamak DTT, l’infrastruttura per la ricerca sull’energia da fusione in costruzione presso il Centro Ricerche di Frascati (Roma).”Rispetto ai sistemi di protezione montati sui magneti di ITER e di JT-60SA, i nostri dispositivi presentano innovazioni tecniche che li rendono più sicuri, più rapidi e più efficienti. E, al momento, costituiscono un’innovazione unica nel panorama della ricerca mondiale”, spiega Pietro Zito del Laboratorio Diagnostiche del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare di ENEA.La principale novità presente nei nuovi dispositivi FDU (Fast Discharge Unit) – si legge nella nota – consiste nella sostituzione dei consueti banchi di resistori in acciaio con varistori, ossia dispositivi elettrici la cui resistenza, a differenza dei primi, dipende dalla tensione. In particolare, i varistori utilizzati sono in carburo di silicio, un materiale ceramico e semiconduttore che sta avendo un largo impiego soprattutto nel campo dell’elettronica di alta potenza, alta frequenza e alta temperatura. Questi particolari elementi sono in grado di scaricare l’enorme quantità di energia dei magneti in una decina di secondi con tempi ridotti fino al 70% rispetto alle resistenze tradizionali, riducendo gli stress elettrici e termici sui magneti e sugli altri componenti del sistema: tensioni e temperature sono ridotte di circa il 20%. La rapidità dei tempi di intervento (inferiori a un millesimo di secondo) è garantita da un interruttore totalmente elettronico senza parti in movimento. Vista la criticità dell’applicazione, la protezione è rinforzata da un ulteriore interruttore di “back-up”, totalmente elettronico, in grado di intervenire anche in caso di mancato funzionamento dell’interruttore principale, garantendo così alta affidabilità, manutenzione ridotta e dimensioni compatte in termini di area e di volume occupati.I superconduttori consentono di generare campi magnetici molto elevati che hanno il compito di intrappolare il plasma incandescente alla temperatura record di 150 milioni di gradi centigradi, tenendolo lontano dalle pareti del reattore. Tuttavia, sono soggetti al fenomeno del quench, una improvvisa perdita dello stato di superconduttività (che si manifesta alla temperatura di circa 270 °C sottozero). Questa inattesa transizione allo stato di bassa conduzione con il conseguente surriscaldamento si può propagare rapidamente a tutto il magnete e, viste le elevate energie in gioco, può causare danni irreparabili non solo al magnete stesso ma all’intero impianto. “L’unico sistema per evitare questo tipo di danni – spiega Alessandro Lampasi, ricercatore ENEA distaccato presso il Consorzio per la realizzazione di DTT – consiste nell’estrarre il più rapidamente possibile la considerevole energia magnetica immagazzinata nel sistema. Questo viene realizzato, appunto, tramite le FDU, che costringono la corrente del circuito a scorrere in elementi dissipativi, le resistenze elettriche o i varistori. Questo meccanismo apparentemente banale è reso tecnologicamente molto difficile dal fatto che occorre interrompere una corrente continua fino a 43 kA, scaricando un’energia magnetica dell’ordine di 2 GJ in pochi secondi (come scaricare simultaneamente 800 batterie di automobile). Quindi, possiamo dire che le FDU sono il principale sistema di protezione di un impianto a fusione e, usando un termine più familiare, costituiscono il suo dispositivo salvavita”.A costruire le tre FDU che serviranno a proteggere i diciotto magneti toroidali di DTT sarà la ditta italiana OCEM Energy Technology, specializzata in sistemi elettrici per impianti sperimentali (compresi diversi reattori a fusione sparsi per il mondo), che si è aggiudicata una commessa da circa 8 milioni di euro. La prima FDU è attesa a Frascati, dopo le prove in fabbrica, per la fine del 2023, mentre le altre due saranno pronte negli anni successivi per consentire al nuovo impianto DTT di iniziare le sue operazioni. DTT è un tokamak con magneti superconduttori secondo i più avanzati standard tecnologici a livello mondiale.Il sistema magnetico di DTT include 18 bobine di campo toroidale in Nb3Sn, 6 moduli per il solenoide centrale e 2 bobine di campo poloidale in Nb3Sn, 4 bobine di campo poloidale in NbTi. Il suo obiettivo è di fornire informazioni decisive per lo sfruttamento della fusione nucleare come fonte di energia. In particolare, in accordo con la Roadmap Europea sulla Fusione, DTT si focalizzerà sullo studio di sistemi per la gestione del calore prodotto dai processi che avvengono nel plasma. Poiché i carichi termici possono raggiungere livelli simili a quelli che si osserverebbero sulla superficie del Sole, l’asportazione del calore e il suo corretto smaltimento, senza deteriorare i materiali e i componenti, è una delle principali criticità e sfide nella costruzione di reattori commerciali a fusione nucleare. Un’ulteriore sfida di DTT consisterà nel verificare i magneti superconduttori alla temperatura di lavoro (circa -270 °C) e a piena corrente ( >30 kA) presso la “Frascati Coil Cold Test Facility”, in via di allestimento sempre nel Centro Ricerche ENEA di Frascati. I primi test sono previsti a partire dalla fine del 2023.La società consortile (Scarl) per la costruzione di DTT è costituita da diverse istituzioni scientifiche e imprese italiane, che, oltre al socio di maggioranza ENEA, includono Eni, Cnr, INFN, Consorzio CREATE, Consorzio RFX, Politecnico di Torino, Università di Milano Bicocca, Università di Roma Tor Vergata, Università della Tuscia. Inoltre, allo sviluppo di DTT contribuiscono la Regione Lazio (con uno stanziamento di 25 milioni di euro e la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie, quali la linea elettrica da 300 MW a 150 kV) e partner internazionali come il consorzio europeo EUROfusion; mentre il Comitato Tecnico Scientifico di DTT è composto dai rappresentanti delle principali istituzioni internazionali del settore (tra i quali ITER, F4E, KIT, CEA, PPPL, QST, ASIPP, MIT) per svolgere funzioni di guida, consulenza e monitoraggio del progetto. LEGGI TUTTO

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    Campagne cyber legate a guerra Ucraina: in Italia quasi 13mila attacchi

    (Teleborsa) – “Significativi riverberi” in materia di sicurezza cibernetica dalle tensioni geopolitiche connesse alla guerra in Ucraina , con “campagne massive” a livello internazionale contro infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende, dal phishing ai malware alla disinformazione.Nel 2022, il CNAIPIC, la struttura specializzata in cybersicurezza della Polizia postale e delle comunicazioni, ha, infatti, rilevato 12.947 attacchi (+138%, erano stati 5.435 nel 2021) e sono 332 le persone indagate (+78% rispetto all’anno scorso). Sono stati anche diramati 113.226 alert (in leggero aumento, del 2%, rispetto all’anno scorso).In particolare, il conflitto russo-ucraina ha comportato una recrudescenza nell’attività di attori ostili, con attacchi ransomware, volti a paralizzare servizi e sistemi critici mediante la cifratura dei dati contenuti, campagne DDoS, per sabotare la funzionalità di risorse online e, soprattutto, attacchi di tipo Atp (“Advanced Persistent Threat”), condotti da attori ostili in grado di bucare i sistemi strategici con tecniche di social engineering o sfruttamento delle vulnerabilità, a scopo di spionaggio o danneggiamento.Il Servizio polizia postale ha implementato l’attività informativa e di monitoraggio, anche nel dark web, attivando canali di diretta interlocuzione sullo scenario in atto con Europol, Interpol e Fbi. LEGGI TUTTO

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    Tecnologia, stampa 3D: da Enea innovativo processo al plasma

    (Teleborsa) – Un processo al plasma innovativo per produrre polveri da utilizzare per la stampa 3D di componenti complessi destinati ai settori aerospaziale, biomedicale e della robotica. È quanto hanno messo a punto i ricercatori Enea del Centro Ricerche di Portici (Napoli), dove è stato progettato e installato un impianto prototipo basato sulla tecnologia del plasma termico.La tecnologia utilizzata – spiega l’Enea in una nota – sfrutta l’energia del plasma per rendere le polveri di forma irregolare ad alta “sferoidicità”, ovvero dotate di buona scorrevolezza e capacità di compattazione, requisito principale per applicazioni nel campo della stampa 3D, ma anche del plasma spray.”L’impiego di una sorgente ad alta densità di energia come il plasma – spiega Sergio Galvagno, ricercatore del Laboratorio Enea di Nanomateriali e dispositivi – consente processi veloci e un’alta flessibilità di produzione. Questo permette di realizzare prodotti on demand con rapidi cambi di produzione, ma anche di condurre la lavorazione nei momenti di minor costo dell’energia, ridurre le scorte di magazzino e minimizzare la produzione di rifiuti”.La sperimentazione è stata condotta su polveri di Allumina e Acciaio SS316L in forma irregolare con lo scopo di esplorare e individuare i migliori parametri di trattamento per il processo di produzione.”La crescente diffusione delle tecniche di stampa 3D –prosegue Galvagno – ha portato un grande interesse verso lo sviluppo dei materiali di stampa. Le polveri, e in particolare quelle metalliche, costituiscono un mercato in grande ascesa la cui produzione segue processi diversi a seconda delle materie prime impiegate e delle proprietà che ad esse si devono conferire”.L’infrastruttura di ricerca è stata sviluppata da Enea nel corso degli anni e sarà impiegata in programmi di ricerca futuri per testare il processo su nuovi materiali e migliorare l’efficienza di produzione dell’impianto. LEGGI TUTTO