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    UE, nuovo programma Horizon: 13,5 miliardi per ricerca e innovazione in 2023-2024

    (Teleborsa) – La Commissione europea adottato il principale programma di lavoro di Horizon Europe (in italiano Orizzonte Europa) per il biennio 2023-24, dotato di circa 13,5 miliardi di euro per sostenere i ricercatori e gli innovatori in Europa nella ricerca di soluzioni innovative per le sfide ambientali, energetiche, digitali e geopolitiche. Questo finanziamento si inserisce nell’ambito del più ampio programma di ricerca e innovazione Horizon Europe al 2027, da 95,5 miliardi di euro.”Questi 13,5 miliardi di euro di finanziamenti per la ricerca e l’innovazione sono un investimento nel futuro dell’Europa che ci aiuterà a realizzare il Green Deal, a far progredire la trasformazione digitale dell’Europa e a rendere l’Europa più resiliente e competitiva”, ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione UE.Clima e trasformazione digitale5,67 miliardi di euro (oltre il 42 % del bilancio del programma di lavoro) sono destinati ai principali obiettivi dell’azione per il clima, alla ricerca di soluzioni innovative per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e all’adattamento ai cambiamenti climatici. L’importo stanziato per sostenere la biodiversità è pari a 1,67 miliardi di euro. Oltre 4,5 miliardi di euro andranno alla transizione digitale dell’UE, anche per lo sviluppo di tecnologie digitali fondamentali e per incoraggiarne l’integrazione nella vita quotidiana dei cittadini.Sicurezza energeticaQuasi 970 milioni di euro saranno investiti per contribuire ad accelerare la transizione verso l’energia pulita, in linea con il piano REPowerEU, e aumentare l’indipendenza energetica dell’Europa da fornitori inaffidabili e dalla volatilità di mercato dei combustibili fossili. Nel 2023 il programma di lavoro indirizzerà investimenti di oltre 1 miliardo di euro da NextGenerationEU verso la ripresa dell’Europa dai danni economici e sociali causati dalla pandemia. Sosterrà inoltre la ricerca e l’innovazione con 336 milioni di euro destinati a migliorare la preparazione alle pandemie e a rispondere alle emergenze sanitarie.Sostegno all’Ucraina Ai 70 milioni di euro di misure specifiche già avviate nel 2022 si aggiunge un sostegno mirato all’Ucraina. Tra le nuove azioni figurano il rafforzamento dell’accesso dei ricercatori ucraini alle infrastrutture di ricerca europee e il proseguimento del sostegno agli scienziati ucraini nel settore della sanità. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, sostegno a UCMB per alta formazione e ricerca in bioingegneria elettronica e informatica

    (Teleborsa) – L’Universita` Campus Bio-Medico di Roma con il sostegno di Intesa Sanpaolo riporta in Italia uno degli ingegneri biomedici piu` influenti a livello globale: il prof. Leandro Pecchia, presidente della Societa` europea di ingegneria biomedica (EAMBES), segretario generale dell’associazione mondiale (IFMBE), consulente OMS per le tecnologie per il Covid-19 e membro del CTS del ministero della Salute per i dispositivi medici. Dopo una lunga esperienza nel Regno Unito presso le universita` di Sheffield, Nottingham e Warwick, Pecchia sara` docente in Bioingegneria elettronica e informatica nella facolta` di Ingegneria dell’Universita` Campus Bio-Medico di Roma e dirigera` la nuova unita` di ricerca in “Intelligent Health Technology”, grazie alla collaborazione tra la Biomedical University Foundation e Intesa Sanpaolo.”La pandemia ha dimostrato che lavorare in contesti a basso reddito ci prepara ad affrontare sfide ed emergenze anche in quelli ad alto reddito al pari di imprese come l’allunaggio, che hanno spinto l’ingegneria a livelli nemmeno immaginabili, se non si esce dalla propria comfort zone” ha sottolineato Pecchia nel corso del keynote speech che il professore ha tenuto oggi presso l’Universita` Campus Bio-Medico di Roma in occasione della cerimonia per il nuovo ruolo. “Nel mio ruolo di innovation manager per il Covid-19 nel dipartimento delle emergenze dell’OMS, – ha proseguito Pecchia – ho spesso beneficiato dell’esperienza maturata in Africa, dove le risorse sono sempre limitate ed e` necessario trovare soluzioni sicure ed efficaci anche se la supply chain fallisce. La cooperazione tra la comunita` mondiale di ingegneri biomedici e l’OMS ha realizzato in tempi rapidissimi procedure, guide tecniche, linee guida per la produzione e selezione di prodotti essenziali come respiratori, mascherine chirurgiche e dispositivi medici, nonche´ protocolli frugali per la misurazione della salubrita` degli ambienti in assenza di strumentazioni costose. Ora che la pandemia sta rallentando, dobbiamo consolidare queste esperienze per essere pronti alle sfide future che supereranno la sola dimensione clinica. Basti pensare a quelle del cambiamento climatico che ci impongono ora di lavorare sull’impatto ambientale di dispositivi medici ed ospedali”.Durante il keynote speech Pecchia ha spiegato come l’ingegneria biomedica lavora da anni con le Nazioni Unite per migliorare l’accesso alle cure anche in paesi a basso reddito e come questa esperienza sia stata cruciale durante la pandemia che ha creato uno scenario di risorse limitate in Europa per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. “Oltre il 75% della popolazione mondiale vive in paesi a basso e medio reddito, nei quali la popolazione e` raddoppiata negli ultimi 10 anni. Secondo l’OMS, almeno la meta` della popolazione mondiale non ha accesso ai servizi sanitari essenziali. Il divario – ha evidenziato Pecchia – aumenta per quei servizi sanitari basati sulle tecnologie piu` avanzate. Per esempio tre regioni ad alto reddito, USA, Europa e Giappone, assorbono oltre l’80% del mercato mondiale dei dispositivi medici, creando standard di fatto e barriere che ne limitano la fruizione nei paesi a basso reddito. In tale scenario la comunita` mondiale degli ingegneri biomedici, coordinata dal professor Pecchia, lavora a stretto contatto con ONG e Nazioni Unite per ridurre questo divario, al fine di agevolare il raggiungimento degli Obiettivi 2030 di sviluppo sostenibile, con particolare riferimento all’obiettivo numero 3: “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le eta`”. In questa lezione, concentrandosi sull’Africa sub-sahariana, Pecchia ha raccontato, attraverso esempi di esperienze concrete, alcune di queste iniziative finalizzate ad aumentare in questi paesi l’accesso ai dispositivi medici essenziali, adottando principi di progettazione frugale ed economia circolare, mirati a favorire la produzione in loco di componenti indispensabili, ma non disponibili a causa della inadeguata supply chain. Al contempo, Pecchia ha illustrato come queste esperienze siano state estremamente utili per affrontare la pandemia, anche in regioni ad alto reddito come l’Europa e gli Stati Uniti che per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale si sono trovate in uno scenario di risorse limitate.Nel corso dell’incontro dal titolo “Ingegneria biomedica per la salute globale e per lo sviluppo sostenibile” sono intervenuti anche Carlo Tosti, presidente UCBM; Federica Marchini, consigliere Biomedical University Foundation, Elisa Zambito Marsala, responsabile Valorizzazioni del Sociale e Rapporti con le Universita` Intesa Sanpaolo; Eugenio Guglielmelli, rettore UCBM; Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale UCBM e Claudia Peverini, Program director Department of Engineering University of Cambridge. Subito dopo l’incontro si e` svolta la tavola rotonda “Formazione, ricerca e innovazione multidisciplinare per lo sviluppo sostenibile” con interventi di Alessandra Lanzara, director Center for Sustainable Materials and Innovation, UC Berkeley; Barbara Mazzolai, associate director for Robotics dell’Istituto Italiano di Tecnologia; Marcella Trombetta, preside della Facolta` Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per l’Uomo e l’Ambiente UCBM; Loredana Zollo, preside della Facolta` Dipartimentale di Ingegneria UCBM; Marco Baccanti, direttore generale Fondazione Enea Tech e Biomedical e Paolo Netti, presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria. La sinergia piu` ampia con Universita` Campus Bio-Medico di Roma rientra nell’impegno ESG di Intesa Sanpaolo che, attraverso la struttura Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Universita` guidata da Elisa Zambito Marsala, promuove – in linea con l’agenda strategica per la Ricerca della UE e la quarta Missione del PNRR – le collaborazioni con universita` e scuole attraverso il sostegno alla ricerca, borse di studio, docenze per favorire l’inclusione educativa, la valorizzazione del merito, l’attrattivita` degli atenei e contribuire alla crescita economica e sociale dei territori e del Paese. “La ricerca è motore di progresso sostenibile e quindi pilastro fondamentale per lo sviluppo della società. In un Paese avanzato l’Università – ha affermato Zambito Marsala nel suo intervento – è una delle istituzioni cardine, e sostenere progetti di inclusione, ricerca e innovazione incide sulla sua qualità a livello internazionale e questo è importante per comprendere come il Paese viene visto dal resto del mondo. Per questo, nel perseguimento dei propri fini istituzionali Intesa Sanpaolo presta particolare attenzione sia alla promozione delle attività di innovazione e ricerca scientifica sia allo sviluppo delle competenze e della formazione delle persone. Questi aspetti sono entrati a pieno titolo nel nostro Piano d’Impresa 2022-2025 che ci vede tutti impegnati nel realizzare importanti obiettivi: siamo infatti consapevoli che, come grande Gruppo Bancario, esercitiamo un notevole impatto sul contesto sociale. Per questo vogliamo agire non solo in funzione del profitto, ma anche con l’obiettivo di creare valore di lungo periodo per la Banca, le sue persone, i suoi clienti, la comunità e l’ambiente. In questo contesto, l’istituzione della cattedra accademica di Bioingegneria presso l’Università Campus Biomedico per un docente di alto profilo internazionale su tematiche di avanguardia nel settore biomedico contribuisce in modo concreto di perseguire gli obiettivi delineati sopra. Questa iniziativa è solo l’ultima di una serie di attività di collaborazione tra Campus Biomedico e la Banca”. LEGGI TUTTO

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    ENEA inaugura Laboratorio Tecnologie per la sostenibilità in collaborazione con Università di Brescia

    (Teleborsa) – Valorizzare l’economia circolare del e sul territorio. Con questo obiettivo Enea ha inaugurato il Laboratorio Tecnologie per la sostenibilità ospitato presso l’Università degli Studi di Brescia all’interno del CSMT Innovative Contamination Hub, dando seguito all’Accordo di collaborazione siglato con la Regione Lombardia per contribuire al rafforzamento competitivo del sistema produttivo e scientifico regionale.Il Laboratorio, tramite il personale della Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli di Enea, in particolare del Laboratorio Valorizzazione delle Risorse nei sistemi produttivi e territoriali, opera in stretta sinergia con l’Università di Brescia e svolge attività di ricerca, servizio e trasferimento tecnologico sui temi relativi alla eco-innovazione di processi e prodotti, alla sostenibilità di aree industriali, alla bonifica e riqualificazione di siti industriali, servendosi di tecnologie informatiche e strumenti digitali, quali la Piattaforma Simbiosi Industriale sviluppata e implementata da Enea (Symbiosis).Le attività, realizzate in connessione con il territorio della Regione Lombardia (quindi bresciano), – spiega Enea in una nota – riguardano, in particolare, lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni innovative e approcci integrati per l’uso efficiente e la gestione sostenibile delle risorse e del territorio a supporto della pubblica amministrazione e delle imprese nella transizione verso un modello economico e gestionale sostenibile e circolare.”Con l’apertura di questo Laboratorio, – ha affermato il presidente dell’Enea Gilberto Dialuce – Enea intende mettere a disposizione del territorio lombardo le proprie competenze sulla transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili e circolari con particolare riferimento a: diagnosi delle risorse, ecologia e simbiosi industriale, gestione del fine vita delle risorse e relativi scenari di valorizzazione, misurazione e standard per l’economia circolare, analisi del ciclo di vita. Oltre alla condivisione di tecnologie informatiche e strumenti digitali per l’economia circolare, quali ad esempio la Piattaforma Symbiosis, il Laboratorio agirà anche da interfaccia con i laboratori e le infrastrutture tecnologiche nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare dei Centri di Ricerca Enea presenti sull’intero territorio nazionale”. LEGGI TUTTO

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    ENEA alla Notte dei Ricercatori tra “magia della chimica” e “segreti della luce”

    (Teleborsa) – Il 30 settembre torna la Notte Europea dei Ricercatori, che dal 2005 si tiene l’ultimo venerdì di settembre in tutta l’Unione Europea con oltre un milione di visitatori ogni anno. Nell’ambito del progetto NET scieNcETogether che riunisce 11 tra i maggiori enti di ricerca e università in Italia, ENEA – fa sapere l’Agenzia in una nota – propone un vasto programma di attività a Roma e nei giardini del Centro Ricerche di Portici (Napoli).A Roma l’appuntamento è venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre presso il NET Village alla Città dell’Altra Economia a Testaccio (largo Frisullo), dove oltre 40 tra stand e palchi ospiteranno incontri, esperimenti, giochi e spettacoli di vario genere, adatti a bambini, ragazzi e adulti. Ad esempio, la “Magia della chimica” per scoprire tra l’altro la trasformazione dell’energia chimica in elettricità ma anche la cucina molecolare, passando poi ai “Segreti della luce” per capire come si genera, si propaga e viene utilizzata da lenti di ingrandimento, obiettivi fotografici, telescopi ma anche dalle fibre ottiche. Inoltre, si potrà chiedere ai ricercatori ENEA di calcolare la propria impronta ecologica per scoprire quanta CO2 produciamo in un giorno e come ogni nostro comportamento possa avere un impatto sull’ambiente e possa contribuire al cambiamento climatico. Inoltre, con la “Genomica del clima”, si approfondirà anche il tema del cambiamento climatico e del modo come possa influire anche sui nostri geni. Nell’incontro “Microrganismi amici per un cibo buono e sostenibile” si scopriranno soluzioni e prodotti eco-sostenibili, mentre “Un eco-cuscino per Poseidone” illustrerà i vari utilizzi ecosostenibili della posidonia spiaggiata.Allo studio dei ghiacci e del paleoclima è dedicata invece un’ampia sala espositiva realizzata da ENEA in collaborazione con PNRA (Programma Nazionale di Ricerca in Antartide) e Cnr, mentre venerdì 30 settembre alle ore 20 ci sarà un collegamento in diretta con la stazione italo-francese Concordia in Antartide, dove da febbraio un gruppo di ricercatori e tecnici vive in completo isolamento.A Roma tornano anche gli “aperiscienza”, un’iniziativa per parlare di ricerca in modo informale al bar della Città dell’Altra Economia. Tra gli argomenti, idrogeno, fusione nucleare, uso del suolo, economia circolare, acquisti consapevoli, protezione degli ambienti marini e costieri.Numerose iniziative anche presso il Centro ENEA di Portici che dopo due anni apre di nuovo le porte a visitatori e scolaresche venerdì 30 settembre dalle 15 alle 22: stand tematici allestiti per l’occasione nei giardini del centro ricerche ospiteranno esperimenti interattivi, percorsi espositivo-dimostrativi, un grande gioco dell’oca in scala umana, una breve rappresentazione teatrale e tanto altro per approfondire le diverse sfaccettature dell’energia e dell’ambiente. Si parlerà di tetti fotovoltaici, qualità dell’aria in città, sostenibilità ambientale, applicazioni di automazione e robotica, mentre sarà spiegato a bambini e ragazzi come funziona la stampa 3D e come la luce può muovere gli oggetti. LEGGI TUTTO

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    Apple, quando il lancio del nuovo iPhone? La data

    (Teleborsa) – Apple sarebbe pronta a presentare il suo nuovo iPhone il 7 settembre, lo sbarco sugli scaffali è invece atteso il 16 del prossimo mese.Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali il lancio dell’iPhone è il calcio di inizio di una stagione intesa per Cupertino che è attesa introdurre anche i nuovi Mac, iPad e Apple Watch.L’indiscrezione arriva mentre il quotidiano vietnamita Toui Tre News riporta che Apple ha avviato trattative con alcuni dei suoi fornitori per produrre l’Apple Watch e il MacBook in Vietnam con l’obiettivo di ridurre la sua dipendenza dalla Cina.Un rumor che sembrerebbe confermare le indiscrezioni che circolano da mesi sulla volontà di Apple di guardare al di là della Cina. Il Vietnam è una delle alternative più appetibili per Cupertino. Il paese, insieme all’India, è da tempo in pole position per Apple. La partita però è difficile. Da una parte Cupertino vorrebbe limitare la sua esposizione alla Cina per i lockdown ma anche per le tese relazioni fra Washington e Pechino e per la mancata condanna cinese della guerra della Russia in Ucraina.La Cina però offre a Cupertino dipendenti altamente qualificati a basso costo e soprattutto rappresenta un quinto delle sue vendite globali. Sulla carta l’India sarebbe il paese meglio posizionato per ‘sostituire’ almeno in parte la produzione cinese. Alcuni dei fornitori di Cupertino sono infatti già presenti nel paese dove producono iPhone per il mercato locale in forte crescita. Uno dei maggiori problemi che l’India presenta è però quello di rapporti tesi con la Cina, il che rende le relazioni commerciali fra i due paesi difficili. Proprio per questo alcuni contractor di Apple starebbero valutando un’eventu LEGGI TUTTO

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    USA, Biden firma il Chips Act. Micron investe per il reshoring

    (Teleborsa) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden firmerà oggi un disegno di legge bipartisan (chiamato CHIPS and Science Act of 2022) per fornire 52,7 miliardi di dollari di sussidi per la produzione e la ricerca di semiconduttori statunitensi. L’obiettivo è favorire il reshoring delle aziende statunitensi e aumentare la competitività dell’intero settore, anche per fronteggiare gli sforzi scientifici e tecnologici della Cina. Il colosso asiatico ha infatti esercitato pressioni contro il disegno di legge, con l’ambasciata cinese a Washington che ha affermato che la Cina “si oppone fermamente” alla legge, che secondo lei ricorda una “mentalità da guerra fredda”.Anche grazie agli incentivi messi in campo dall’amministrazione Biden, Micron ha annunciato un investimento da 40 miliardi di dollari nella produzione di memory chip, fondamentali per computer e dispositivi elettronici, che creerà fino a 40.000 nuovi posti di lavoro nel settore edile e manifatturiero negli Stati Uniti. Questo investimento da solo porterà la quota di mercato statunitense della produzione di memory chip da meno del 2% a un massimo del 10% nel prossimo decennio.La leadership persaIl CHIPS and Science Act aumenterà la ricerca, lo sviluppo e la produzione americani di semiconduttori, garantendo la leadership degli Stati Uniti nella tecnologia che costituisce la base di tutto, dalle automobili agli elettrodomestici ai sistemi di difesa.L’America ha inventato i semiconduttori, ma oggi produce circa il 10% della fornitura mondiale e nessuno dei chip più avanzati. Invece, dipende dall’Asia orientale per il 75% della produzione globale. Il CHIPS and Science Act sbloccherà centinaia di miliardi di investimenti in semiconduttori nel settore privato in tutto il paese, inclusa la produzione essenziale per la difesa nazionale e i settori critici.I dettagli del provvedimentoIl CHIPS and Science Act fornisce 52,7 miliardi di dollari per la ricerca, lo sviluppo, la produzione e lo sviluppo della forza lavoro americani. Ciò include 39 miliardi di dollari in incentivi alla produzione, inclusi 2 miliardi di dollari per i chip legacy utilizzati nelle automobili e nei sistemi di difesa, 13,2 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo e sviluppo della forza lavoro e 500 milioni di dollari per fornire attività internazionali di sicurezza della tecnologia delle comunicazioni dell’informazione e della catena di approvvigionamento dei semiconduttori. Fornisce inoltre un credito d’imposta sugli investimenti del 25% per le spese in conto capitale per la produzione di semiconduttori e relative apparecchiature.”Questi fondi sono inoltre dotati di forti barriere, assicurando che i destinatari non costruiscano determinate strutture in Cina e in altri paesi a rischio e impedendo alle società di utilizzare i fondi dei contribuenti per riacquisti di azioni e dividendi degli azionisti”, sottolinea la Casa Bianca.Tra le altre misure previste, c’è la promozione dell’innovazione nelle catene di approvvigionamento wireless. Il CHIPS and Science Act prevede 1,5 miliardi di dollari per la promozione e l’implementazione di tecnologie wireless che utilizzano reti di accesso radio aperte e interoperabili. LEGGI TUTTO

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    Spazio, ENEA: lanciato in orbita il primo micro-orto made in Italy

    (Teleborsa) – Si chiama GREENCube ed è il primo esperimento di orto spaziale lanciato in orbita con il volo inaugurale del nuovo vettore VEGA-C dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dalla base di Kourou (Guyana francese), insieme al satellite scientifico “LARES2″ e ad altri cinque nano-satelliti. Il micro-orto che misura 30 x 10 x 10 centimetri – spiega Enea in una nota – è stato progettato da un team scientifico tutto italiano composto da Enea, Università Federico II di Napoli e Sapienza Università di Roma, nel ruolo di coordinatore e titolare di un accordo con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).Basato su coltura idroponica a ciclo chiuso e dotato di sistemi di illuminazione specifica, controllo di temperatura e umidità per rispondere ai requisiti restrittivi degli ambienti spaziali, GREENCube è in grado di garantire un ciclo completo di crescita di microverdure selezionate fra le più adatte a sopportare condizioni estreme – in questo caso crescione – ad elevata produttività, per 20 giorni di sperimentazione.Alloggiato in un ambiente pressurizzato e confinato, GREENCube è dotato inoltre di un sistema integrato di sensori hi-tech per il monitoraggio e controllo da remoto dei parametri ambientali, della crescita e dello stato di salute delle piante e trasmetterà a terra, in totale autonomia, tutti i dati acquisiti. Il satellite si compone di due unità: la prima contiene le microverdure, il sistema di coltivazione e controllo ambientale, la soluzione nutritiva, l’atmosfera necessaria e i sensori; la seconda unità ospita la piattaforma di gestione e controllo del veicolo spaziale.”La ricerca spaziale si sta concentrando sullo sviluppo di sistemi biorigenerativi per il supporto alla vita nello spazio; le piante hanno un ruolo chiave come fonte di cibo fresco per integrare le razioni alimentari preconfezionate e garantire un apporto nutrizionale equilibrato, fondamentale per la sopravvivenza umana in condizioni ambientali difficili – sottolinea Luca Nardi del Laboratorio Biotecnologie Enea –. I piccoli impianti di coltivazione in assenza di suolo come GREENCube possono svolgere un ruolo chiave per soddisfare le esigenze alimentari dell’equipaggio, minimizzare i tempi operativi ed evitare contaminazioni, grazie al controllo automatizzato delle condizioni ambientali. Per questo dopo il successo del lancio del razzo e del rilascio in orbita del suo carico, stiamo aspettando con ansia le temperature ottimali interne per dare il via libera alla sperimentazione”. Il sistema di coltivazione in orbita consentirà di massimizzare l’efficienza sia in termini di volume che di consumo di energia, aria, acqua e nutrienti e, nel corso della missione, sono previsti parallelamente anche esperimenti di coltivazione a terra all’interno di una copia esatta del satellite per verificare gli effetti delle radiazioni, della bassa pressione e della microgravità sulle piante. Il confronto tra i risultati degli esperimenti ottenuti nello spazio e a terra – evidenzia l’Enea – sarà cruciale per valutare la risposta delle piante alle condizioni di stress estremo e la crescita delle microverdure in orbita al fine di utilizzarle come alimento fresco ed altamente nutriente nelle future missioni.”Oltre alla capacità di convertire anidride carbonica in biomassa edibile, gli organismi vegetali sono in grado di rigenerare risorse preziose come aria, acqua e nutrienti minerali – sottolinea Nardi – ma da non sottovalutare è anche il beneficio psicologico per l’equipaggio, derivante dalla coltivazione e dal consumo di verdura fresca che richiamano la familiarità di abitudini e ambienti terrestri per far fronte allo stress psicologico cui gli astronauti sono soggetti, dovuto alle condizioni di isolamento in un ambiente totalmente artificiale”.Oltre a GREENCube a bordo del razzo, sono stati lanciati nell’orbita spaziale anche altri 5 mini-satelliti, della classe CubeSat, che costituiscono il carico secondario del lanciatore e sono: gli italiani AstroBio e ALPHA, lo sloveno Trisat-R e i due francesi MTCube-2 e Celesta mentre il carico principale è rappresentato dal satellite LARES-2 dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che condurrà studi nel campo della relatività generale e di altre teorie di fisica fondamentale.Sviluppato dall’azienda italiana Avio, il nuovo razzo Vega-C rappresenta l’ultima evoluzione del lanciatore europeo Vega inaugurato nel 2012, ma più grande, potente, versatile e con una maggiore capacità di carico a fronte di minori costi. LEGGI TUTTO

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    Innovazione, ENEA: droni di ultima generazione per il ritrovamento di persone disperse

    (Teleborsa) – Droni di ultima generazione per il ritrovamento di persone disperse in mezzo alla neve e per il raggiungimento di luoghi poco accessibili nel minor tempo possibile. È quanto ha sperimentato Enea insieme a Protezione Civile, Sapienza Università di Roma e la società Red-Tech nell’ambito di una serie di esercitazioni nel comprensorio sciistico di Roccaraso (L’Aquila).Le missioni, ideate e coordinate da Valentino Arillo della Protezione Civile di Civitavecchia, – spiega Enea in una nota – sono state portate a compimento grazie all’impiego di diversi droni equipaggiati anche con termocamere e camere a 360 gradi apportando correzioni e modifiche ad ogni fine sessione.”Da circa un anno il nostro laboratorio ha iniziato ad orientare la propria esperienza su tecnologie basate sui droni, per estenderne le applicazioni in ambito di safety e security, radiologico e chimico, monitoraggio di impianti nucleari e di piattaforme petrolifere e rilevamento tridimensionale di opere d’arte di medie e grandi dimensioni”, spiega Massimiliano Guarneri ricercatore ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia, referente del progetto. L’attività emergente – si legge nella nota – affianca tecnologie più consolidate sviluppate all’interno del laboratorio con lo scopo di valutare attraverso l’addestramento su campo i limiti e le potenzialità offerte dalle tecnologie esistenti al fine di estenderle o migliorarle con lo sviluppo di strumentazione specifica e di algoritmi per il processamento dati, basato anche sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale.”Alla fine dei due giorni di esercitazioni, – prosegue Guarneri – si è presentato un caso, non preventivato, di una donna che si è sentita male sulle piste e di cui non si conosceva l’ubicazione precisa. Su richiesta delle autorità locali è stata fatta una ricognizione con un drone e in pochissimi minuti è stato possibile dare le coordinate per consentire ai soccorsi di raggiungere il luogo preciso”.Attraverso l’uso di un drone FPV (First Person View) per la ricostruzione tridimensionale di una zona innevata su cui era stata fatta un’esercitazione per il ritrovamento di persone disperse, sono stati acquisiti dati ad una quota di oltre 30 m ed è stato possibile rilevare alcune tracce lasciate dai gatti delle nevi passate poco prima.Inoltre Enea sta ultimando l’adattamento di una Rete Neurale per l’individuazione di persone su filmati ottenuti da camere a 360 gradi. Le stesse tecnologie e metodologie sono state utilizzate anche nel progetto INCLUDING coordinato da Luigi De Dominicis, responsabile della Divisione Enea di Tecnologie Fisiche per la Sicurezza e la Salute. In questo caso – fa sapere l’Enea – si è trattato di una demo in campo forense su tematiche CBRN (chimico-biologico-radiologico-nucleare) per il rilievo mediante drone e reti neurali sia di oggetti e persone sul campo che per la ricostruzione quasi in tempo reale della scena 3D attraverso l’uso di algoritmi “Instant Neural Graphics Primitives”, introdotti recentemente dall’azienda statunitense NVIDIA Corporation. Pur non essendo ancora maturi per un uso intensivo in campo professionale, questi algoritmi – conclude l’Enea – hanno delle caratteristiche che consentono di avere immagini ricche di informazioni ottico-fisiche nettamente superiori rispetto agli standard di programmi professionali per la ricostruzione di modelli 3D. LEGGI TUTTO