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    Ricerca tecnologica, Eni mette a disposizione la potenza di calcolo di HPC6

    (Teleborsa) – Eni lancia l’iniziativa “HPC Call4Innovators”, in collaborazione con Advanced Micro Devices (AMD), Hewlett Packard Enterprise (HPE) e Consorzio CINECA, con il supporto di Plug and Play, in cui startup, PMI, istituzioni accademiche e centri di ricerca avranno accesso diretto alle risorse di supercalcolo di HPC6 per testare i propri modelli di calcolo e collaborare con gli esperti della società, con l’obiettivo di accelerare in modo significativo lo sviluppo di tecnologie per la decarbonizzazione e promuovere metodologie computazionali innovative applicate alla transizione energetica.La Call, si rivolge a startup, scaleup, università, centri di ricerca, PMI innovative, laboratori misti privato/pubblico e liberi professionisti, che sono invitati a proporre un progetto innovativo di simulazione e modellazione in ambiente HPC all’interno di cinque aree tematiche strategiche: scienza computazionale dei materiali, meteorologia e scienze della terra, gestione del portafoglio energetico, sistemi ingegneristici, mobilità intelligente.Plug and Play faciliterà, tramite la propria piattaforma di Open Innovation, la connessione tra Eni e le eccellenze nel calcolo ad alte prestazioni applicate al settore energetico. Le candidature raccolte saranno poi valutate da Eni, insieme ai partner tecnologici CINECA, HPE e AMD, secondo criteri di solidità della proposta, novità della soluzione, compatibilità con l’infrastruttura HPC6, allineamento con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e con il piano strategico di Eni. Le iniziative selezionate potranno beneficiare dell’accesso a un’infrastruttura tecnologica di livello internazionale come quella di HPC6 e alla rete di competenze specialistiche di Eni. Questa opportunità – spiega Eni in una nota – consentirà anche di ottimizzare tempi e costi di sviluppo, sperimentare soluzioni in un ambiente di calcolo industriale avanzato e accelerare il percorso di ingresso e crescita sul mercato.”L’innovazione e il costante miglioramento delle tecnologie – ha commentato Lorenzo Fiorillo, Direttore Technology, R&D & Digital di Eni – sono fondamentali per mantenere e rafforzare non solo la leadership di Eni nella transizione energetica ma anche per favorire lo sviluppo di metodologie computazionali per la decarbonizzazione. Attraverso questa iniziativa Eni, facendo leva sulla grande potenza di calcolo disponibile, condivide le proprie competenze tecnologiche e di programmazione al fine di promuovere con un approccio innovativo progetti che generino un impatto sulla transizione energetica e sulla competitività tecnologica”.”Da molti anni CINECA – ha dichiarato Alessandra Poggiani, Direttore Generale, CINECA – collabora con Eni nella gestione di uno dei sistemi di supercalcolo più potenti al mondo. Sotto l’indirizzo e con il fondamentale sostegno del Ministero dell’Università e Ricerca CINECA ha maturato un expertise unico nella gestione di infrastrutture HPC a alto impatto. Per questo siamo lieti di partecipare al progetto Call4Innovators che valorizza la collaborazione e rafforza il legame tra ricerca scientifica e industria, in un contesto evolutivo che deve saper coniugare accelerazione dello sviluppo tecnologico e sostenibilità”.”HPE è orgogliosa di collaborare con Eni come partner tecnologico di Call4Innovators,un’importante iniziativa – ha dichiarato Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise (HPE) Italia – che apre nuove strade di collaborazione e mette la potenza computazionale di HPC6 al servizio di chi sta costruendo il futuro. In particolare, sistemi come HPC6 rappresentano una componente fondamentale per la ricerca e l’innovazione nell’ambito del calcolo ad alte prestazioni. HPC6 non è solo un traguardo tecnologico ma anche un catalizzatore ed acceleratore per l’innovazione scientifica, industriale e sociale. Siamo entusiasti di accogliere una nuova generazione di innovatori che, grazie a queste tecnologie, potranno prendere parte alle grandi sfide del nostro tempo”.”Siamo entusiasti di rafforzare – ha detto Travis Karr, Vicepresidente Advanced Micro Devices (AMD) – la nostra collaborazione strategica con Eni, estendendo i nostri sforzi congiunti di sviluppo tecnologico a sostegno dell’innovazione globale. Con Call4Innovators, miriamo a promuovere startup e ricercatori rendendo più accessibili le capacità avanzate di HPC e intelligenza artificiale, accelerando la creazione di soluzioni ad alto impatto per un futuro più sostenibile”.”Siamo orgogliosi – ha commentato Tommaso Maschera, Direttore Plug and Play Italy – di supportare Eni nell’individuare i migliori progetti in grado di innovare il settore energetico a servizio della sostenibilità e della crescita del nostro Paese. Le startup selezionate potranno testare, validare ed ottimizzare i propri modelli computazionali in un ambiente ad altissime prestazioni grazie ad uno dei supercomputer più potenti al mondo, riducendo i tempi di sviluppo e massimizzando l’impatto delle loro soluzioni. Questa iniziativa rappresenta un ponte concreto tra talento e tecnologia ed un’opportunità unica per gli innovatori, e favorisce l’adozione di tecnologie strategiche per la transizione energetica”. LEGGI TUTTO

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    A2A: presentato il settimo Bilancio di Sostenibilità Territoriale del Piemonte

    (Teleborsa) – È stata presentata oggi da Fulvio Roncari, presidente e amministratore delegato di A2A Ambiente, la settima edizione del Bilancio di Sostenibilità Territoriale del Piemonte, che rendiconta le prestazioni ambientali, economiche e sociali del Gruppo sul territorio nel 2024 e i piani di attività previsti per i prossimi anni. “Accelerare la transizione ecologica significa investire nei territori, dotandoli di infrastrutture sempre più innovative e sostenibili e rafforzando le filiere strategiche. Nel 2024, il Gruppo A2A in Piemonte ha quasi raddoppiato gli investimenti rispetto al 2023, portandoli a 32 milioni di euro, e generato un valore economico complessivo di 187 milioni, in crescita del 17%. – ha dichiarato Roncari –. Un impegno concreto che si riflette nel potenziamento dei nostri asset presenti nella Regione, a partire dal polo di Cavaglià, dove stiamo consolidando un hub avanzato per l’economia circolare: al revamping delle linee per il trattamento della plastica si affiancano ora il progetto Rebag, dedicato alla trasformazione degli scarti in sacchetti e contenitori, e lo sviluppo del primo impianto pilota per il recupero dei rifiuti tessili”.La presentazione è stata preceduta da una discussione sulle prospettive della transizione sostenibile, a cui hanno partecipato anche Steven Palmieri, vicepresidente di ANCI Piemonte, Lara Ponti, vicepresidente per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG di Confindustria, e Marco Bardelle, amministratore di Tintoria e Finissaggio 2000.Il Piemonte si conferma un territorio strategico per A2A, con un valore economico complessivo generato pari a 187 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Gli investimenti del 2024 raggiungono i 32 milioni di euro – erano 16,7 milioni nel 2023 – destinati a impianti, servizi, innovazione e progetti a beneficio dell’ambiente e delle comunità locali. Nel polo per l’economia circolare di Cavaglià, il Gruppo ha investito in nuove tecnologie per il recupero della plastica e dei rifiuti tessili.A marzo 2025 è stato completato il revamping dell’impianto di selezione della plastica per aumentare la resa di selezione dei metalli e dei diversi polimeri e il numero di prodotti selezionabili. Nel 2024 sono state selezionate e valorizzate 48mila tonnellate di plastica. È statoinoltre avviato il progetto Rebag, che mira a trasformare scarti e imballaggi in nuovi prodotti e materie per la produzione di sacchetti e contenitori, grazie a processi di recupero sempre più avanzati.Alla plastica si affianca ora anche la filiera dei tessuti, con la progettazione di un primo impianto pilota dedicato al riciclo dei rifiuti tessili per la produzione di materiale End of Waste, da reimpiegare nelle aziende del territorio.Anche il centro di trattamento del vetro di Asti ha visto nel 2024 il revamping della linea di trattamento, volto a migliorare l’efficienza nella produzione di vetro “pronto al forno”. Nel corso dell’anno ne sono state prodotte 75mila tonnellate e il fotovoltaico installato nella struttura ha permesso di produrre 384 MWh di energia green, evitando l’emissione di 172 tonnellate di CO2. Il piano di rinnovamento proseguirà nel prossimo biennio con nuove dotazioni impiantistiche e aggiornamenti tecnologici destinati a incrementare ulteriormente la qualità del recupero.A2A ha prodotto ulteriori 30 GWh di energia rinnovabile da matrici agricole e zootecniche nei siti di trattamento gestiti in Piemonte. La Società ha inoltre ottenuto le autorizzazioni per la conversione da biogas a biometano di tre impianti, con l’obiettivo di immettere annualmente nella rete di distribuzione circa 9,5 milioni di metri cubi di biometano, con un investimento complessivoprevisto che supera i 25 milioni di euro.Il valore economico generato sul territorio si riflette sulla rete di imprese locali: sono 185 i fornitori attivati, di cui oltre la metà (58%) micro o piccole imprese, per un totale di 162 milioni di euro di ordini in forniture, in crescita del 18% rispetto all’anno precedente.A conferma dell’attenzione verso le proprie persone, A2A ha ottenuto la certificazione Top Employeers per tutte le Società del Gruppo. Il 100% delle assunzioni nel corso dell’anno è stato a tempo indeterminato e sono state erogate in media 43 ore di formazione pro capite. Nel 2024 è stato anche lanciato A2A Life Caring, il piano a sostegno della genitorialità che prevede investimenti per 120 milioni di euro entro il 2035, e recentemente è stato approvato A2A Life Sharing, il piano di azionariato diffuso che mira a rafforzare il senso di appartenenza e la partecipazione attiva dei dipendenti alla crescita dell’azienda.Infine, il Gruppo ha rinnovato il proprio impegno formativo verso le nuove generazioni con più di 7.500 tra studenti e docenti coinvolti nella Regione, attraverso visite agli impianti e approfondimenti sui temi della transizione ecologica. Nell’ambito della seconda edizione del progetto nazionale “Futuro in Circolo”, si è anche svolto un laboratorio didattico a Chivasso. Il progetto è statopromosso anche dal divulgatore Vincenzo Schettini, conosciuto per il format La Fisica Che Ci Piace, con cui A2A collabora per sensibilizzare giovani e cittadini sui temi della transizione energetica e dell’economia circolare attraverso un linguaggio multimediale e partecipativo. LEGGI TUTTO

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    Saipem, Standard Ethics conferma rating di sostenibilità

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) di Saipem, società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture, a “EE-“. Si tratta del quinto notch su nove (nella fascia “Adequate”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Secondo la metodologia di Standard Ethics, il livello di compliance di Saipem alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità rimane adeguato. Si osserva: una rendicontazione ESG in linea con le migliori pratiche del settore; l’utilizzo di ampi riferimenti sovranazionali (Onu, Ocse e Ue) nella documentazione pubblica e negli strumenti di governo; un sistema di policy socio-ambientali; obbiettivi di medio-lungo periodo; una composizione quali-quantitativa dell’organo apicale conforme ai principi di indipendenza e parità di genere.Il mantenimento del principio “one share one vote” e di indipendenza all’interno degli organi decisionali appare coerente agli interessi degli azionisti di minoranza in presenza di un patto di sindacato tra primi azionisti del Gruppo (CDP ed Eni). LEGGI TUTTO

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    INWIT Sustainability Day 2025: 1,3 miliardi sul PIL e 3.200 posti di lavoro

    (Teleborsa) – Sono 15,8 miliardi di euro i costi evitati agli operatori di telecomunicazioni mobili in Italia, tra il 2015 e il 2024, grazie al modello di condivisione, a seguito della separazione tra infrastrutture e servizi: un approccio che consente di ottimizzare le risorse, ridurre la duplicazione degli asset, abilitare l’innovazione tecnologica e contribuire in modo concreto allo sviluppo sostenibile e competitivo del Paese.Condividere infrastrutture consente di massimizzare l’utilizzo della capacità dell’infrastruttura esistente, evitandone la duplicazione, con importanti effetti economici, ma significa anche ridurre l’impatto ambientale e le esternalità negative, migliorando l’accessibilità e la capillarità dei servizi. Tra il 2015 e il 2024, la condivisione di torri di telecomunicazione mobili ha, infatti, consentito di risparmiare suolo e risorse materiali ed energetiche, limitando la costruzione di infrastrutture digitali aggiuntive e, con esse, di evitare l’emissione di oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti a quelle di 1,7 milioni di voli intercontinentali Roma – New York.La conferma di questi importanti benefici economici per il settore telco, ai quali INWIT ha contribuito per circa il 50%, arriva dallo Studio “Il valore di INWIT per l’Italia”, condotto per INWIT da The European House Ambrosetti (TEHA Group), che misura gli impatti sui territori del primo tower operator e tra le principali digital infrastructure company in Italia. Lo studio è stato presentato oggi nel corso del Sustainability Day 2025, l’evento organizzato annualmente da INWIT per confrontarsi con i propri stakeholder sul ruolo delle infrastrutture digitali e condivise e del valore che queste generano per l’Italia.Secondo lo Studio, il modello di business di INWIT, basato su infrastrutture digitali mobili e multi-operatore, genera un impatto positivo sulla filiera e nel Paese. Tenendo conto dell’attivazione economica lungo l’intera filiera, l’azienda ha generato un impatto complessivo sul PIL italiano di circa 1,3 miliardi di euro nel solo 2024 ed un impatto cumulato nel periodo 2020-2024 pari a 5,3 miliardi di euro. Questa traiettoria di crescita è stata sostenuta da un impegno crescente in termini di investimenti, con un focus mirato sullo sviluppo della rete infrastrutturale, sulla digitalizzazione e sull’innovazione tecnologica. Tra il 2015 e il 2024, gli investimenti cumulati di INWIT in Italia hanno raggiunto 1,4 miliardi di euro, con ulteriori 1,5 miliardi di euro previsti nel periodo 2025–2030, per un totale complessivo di circa 2,9 miliardi di euro nel periodo 2015-2030.Per quanto riguarda il contributo all’occupazione, nel 2024 INWIT ha sostenuto un totale di circa 3.200 posti di lavoro in Italia, con un moltiplicatore occupazionale pari a 9,7x: per ogni dipendente diretto, vengono attivati ulteriori 8,7 posti di lavoro lungo le filiere economiche collegate.L’incontro ha visto la partecipazione di Simona Branchetti, giornalista TG5, Laura Cavatorta, Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità SNAM, Oscar Cicchetti, Presidente INWIT, On. Tullio Ferrante, Sottosegretario di Stato-Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Diego Galli, Direttore Generale INWIT, Federico Gori, Presidente ANCI Umbria e Sindaco Montecchio (TR), Gianni Letta, Presidente Associazione Civita, Monica Lucarelli, Assessora sviluppo economico e pari opportunità Roma Capitale, On. Federico Mollicone, Presidente VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei Deputati, Antonella Sberna, Vicepresidente Parlamento Europeo, Giulia Staderini, Presidente Comitato Sostenibilità INWIT, ed è stato moderato da Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di INWIT.”Lo studio TEHA evidenzia come il modello di business delle infrastrutture digitali e condivise impatti positivamente su PIL, occupazione e indotto, creando valore per la filiera telco e i territori. INWIT continua ad investire nella rete di infrastrutture multi-operatore che abilita la connettività e la trasformazione digitale del Paese”, ha detto Diego Galli, Direttore Generale INWIT.”Dall’applicazione del nostro approccio di misurazione dell’impatto multidimensionale ad INWIT, e al suo modello distintivo di separazione tra infrastrutture e servizi e condivisione delle torri, emerge un importante contributo all’economia del Paese e dei territori, agli investimenti, alla creazione di valore sociale e ambientale e alla capillarità dei servizi digitali, che abilita, tra gli altri, lo sviluppo, l’innovazione e la riduzione di diseguaglianze nel Paese”, ha dichiarato Emiliano Briante, Partner di TEHA Group.”Sono onorata di partecipare, come Presidente del Comitato Sostenibilità di INWIT, a questo evento; incontri come questo sono fondamentali per sottolineare l’importanza dell’integrazione della sostenibilità nel modello di business delle infrastrutture, tenendo conto degli interessi di tutti gli stakeholder rilevanti. In INWIT ho riscontrato particolare attenzione nel considerare, nello svolgimento dell’attività aziendale, gli impatti sociali e ambientali al pari di quelli economici”, ha commentato Giulia Staderini, Presidente Comitato Sostenibilità INWIT.”Questo studio e il percorso stesso di Inwit confermano come la sostenibilità sia un concetto multidimensionale, che trova realizzazione solo quando tutte le dimensioni dell’impresa – economiche, ambientali e sociali – risultano sostenibili. Se da un lato è dunque essenziale integrare pienamente la governance della sostenibilità nel modello e nelle strategie di business, dall’altro è sempre più evidente il ruolo dell’innovazione, tecnologica e digitale, come strumento indispensabile per una transizione efficace ma anche equa”, ha aggiunto Laura Cavatorta, Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità SNAM.”Le infrastrutture digitali rappresentano oggi una leva strategica per la crescita e la resilienza dei territori, soprattutto quelli più fragili o marginali. L’iniziativa promossa da INWIT restituisce con chiarezza l’importanza di una transizione tecnologica che sia anche sociale, inclusiva e sostenibile. Come Sindaco di un piccolo Comune e come Presidente di ANCI Umbria, accolgo con grande favore ogni momento di confronto che mette al centro i bisogni reali dei territori e le potenzialità del digitale per migliorarne la qualità della vita. La digitalizzazione non è un’opzione, ma una responsabilità collettiva: se ben governata, può garantire accesso ai servizi, attrattività e nuove opportunità per le comunità locali”, ha concluso Federico Gori, Presidente ANCI Umbria e Sindaco Montecchio (TR).(Foto: stockwerkfotodesign | 123RF) LEGGI TUTTO

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    GBCI Europe Circle: l’Italia sarà la nuova capitale europea del Green Building nel 2026

    (Teleborsa) – È stato annunciato a Praga, in occasione di Circle 2025, che l’edizione 2026 del GBCI Europe Circle, il più importante appuntamento europeo dedicato alla comunità degli attori della transizione sostenibile dell’ambiente costruito, si terrà in Italia. Un riconoscimento al ruolo crescente che il nostro Paese e Green Building Council Italia stanno assumendo per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel settore dell’edilizia in Europa e nel mondo. L’Italia si è anche confermata tra i leader mondiali nella sostenibilità in edilizia: è l’unico Paese europeo nella Top 10 globale della classifica LEED 2024 del USGBC, con oltre 2,1 milioni di metri quadrati certificati.”Circle non è solo un evento: è uno spazio vivo e autentico, dove le idee diventano relazioni e le relazioni si trasformano in impatto. Nel 2026, sarà l’Italia ad accogliere questa energia. Siamo pronti a fare in modo che l’edizione italiana sia un’esperienza memorabile per tutti – dichiara Fabrizio Capaccioli, presidente di GBC Italia –. In Italia, storia, innovazione, bellezza e sostenibilità si incontrano,per questo siamo convinti che vivremo un nuovo, emozionante capitolo della storia di Circle che sarà di grande utilità per il Paese e per tutta la filiera edile ed immobiliare”.”L’annuncio dell’Italia come Paese ospitante di Circle 2026 segna un momento importante per la nostra comunità. L’energia, la visione el’impegno di Green Building Council Italia – ha commentato Kay Killmann, managing director GBCI Europe – incarnano perfettamente lo spirito di Circle: un luogo dove l’innovazione incontra la cultura e la sostenibilità prende vita grazie alle persone. Siamo entusiasti di portare questo appuntamento in un Paese che sta dimostrando con forza come il green building possa generare un cambiamento reale in Europa e oltre”.Il GBCI Europe Circle è un evento annuale che unisce il meglio dell’edilizia sostenibile, in un ambiente dinamico dove confrontarsi, apprendere, stringere relazioni e generare nuove visioni. Lanciato nel 2022, ha già fatto tappa a Monaco, Madrid e Atene, diventando un punto di riferimento per tutti coloro che lavorano per edifici e città più verdi e salubri in Europa. A riunirsi a Circle sono proprietari e sviluppatori immobiliari, investitori, architetti, ingegneri, consulenti, imprenditori, ma anche giovani professionisti e innovatori. Uno spazio aperto in cui si affrontano i temi più rilevanti per chi sta trasformando l’ambiente costruito europeo nel segno della sostenibilità. L’edizione 2025, in corso dal 14 al 16 maggio a Praga, è dedicata al tema From Innovation to Impact e rappresenta una tappa fondamentale verso l’edizione italiana del 2026, che si preannuncia ancora più coinvolgente, ambiziosa e partecipata. LEGGI TUTTO

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    Salone del Libro di Torino, ASviS presenta “Mille schegge di Intelligenza Artificiale”

    (Teleborsa) – Nel momento in cui cresce il bisogno di una governance condivisa dell’innovazione, come sottolineato anche dal “Patto sul Futuro” siglato alle Nazioni Unite nel settembre 2024, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha presentato oggi, al Salone del Libro di Torino, il volume “Mille schegge di Intelligenza Artificiale” nel corso dell’incontro intitolato “Oltre l’algoritmo: intelligenza artificiale e futuro della società” organizzato nel quadro del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025.Realizzato a cura della redazione del sito FUTURAnetwork, il volume raccoglie un anno di articoli sull’intelligenza artificiale e analizza il dibattito internazionale sull’intelligenza artificiale, caratterizzato da un accelerato confronto geopolitico tra Stati Uniti e Cina, potenze mondiali che stanno plasmando il futuro della tecnologia con approcci differenti. Interessanti, anche da questo punto di vista, sono i dialoghi tra diversi algoritmi di intelligenza artificiale contenuti nel libro, tra cui quelli americani e cinesi, che esplorano temi cruciali per il futuro, come la crisi climatica e le evoluzioni demografiche. Il confronto tra un’intelligenza artificiale cinese e una americana, in particolare, solleva interrogativi sulla competizione tra visioni tecnologiche contrastanti e sull’impatto che queste divergenze potrebbero avere sul futuro della cooperazione internazionale.I dialoghi tra ChatGPT, Claude, DeepSeek, Gemini, Grok mostrano le potenzialità, ma anche i limiti, delle IA nel fornire risposte concrete alle grandi questioni globali, invitando a una riflessione più ampia sulle implicazioni che l’intelligenza artificiale avrà sulle politiche globali, sull’equità sociale e sulla sostenibilità del pianeta. Temi sui quali le recenti dichiarazioni di leader globali e le iniziative politiche internazionali, come il Comitato per l’IA istituito dalla Commissione europea lo scorso anno, rivelano la crescente necessità di stabilire un quadro normativo globale condiviso, che possa garantire l’uso sicuro e vantaggioso delle intelligenze artificiali. In questo contesto, il libro offre un’opportunità di riflessione su come le diverse tecnologie emergenti possano influenzare non solo i singoli Paesi, ma anche la governance globale, proponendo soluzioni per affrontare le sfide che si pongono a livello politico, economico e sociale.La pubblicazione segue quella del 2024 “Mille schegge di futuro”, proseguendo l’esperienza editoriale di FUTURAnetwork, la piattaforma creata dall’ASviS nel 2020 con l’obiettivo di stimolare la riflessione pubblica sui futuri possibili attraverso articoli, studi, interviste e approfondimenti multidisciplinari. Un progetto editoriale che si inserisce nell’ambito di “Ecosistema Futuro”, iniziativa appena lanciata dall’ASviS per promuovere in Italia una cultura del pensiero di lungo periodo e potenziare le capacità istituzionali di analisi e previsione strategica. LEGGI TUTTO

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    Standard Ethics, nuovo studio ESG su compagnie assicurative italiane non quotate

    (Teleborsa) – Dopo la pubblicazione del primo studio dedicato alle banche italiane non quotate, Standard Ethics ha annunciato il secondo approfondimento focalizzato sul settore assicurativo. L’obiettivo è valutare l’allineamento ai temi di Sostenibilità, così come volontariamente indicati dalle organizzazioni internazionali (Onu, Ocse e Ue), da parte delle maggiori compagnie non quotate italiane.La selezione è avvenuta considerando le compagnie nazionali con ricavi oltre i 50 milioni di euro, escludendo società appartenenti a gruppi assicurativi esteri o quotati, nel caso di compagnie del settore bancario, privilegiando le subholding.La ricognizione di Standard Ethics osserverà la capacità delle società considerate di interpretare e semplificare i temi di Sostenibilità. Nello specifico: la qualità delle comunicazioni pubbliche in ambito ESG Risk Management, governance, politiche ESG per il credito e gli investimenti; reperibilità di policy e Codici Etici, nonché il loro allineamento alle indicazioni internazionali; presenza di rating indipendenti forniti alla società in conformità al costituendo albo Ue delle agenzie di rating ESG. La pubblicazione dello Studio è attesa entro il prossimo giugno. Le compagnie quotate Assicurazioni Generali, REVO Insurance e Unipol Assicurazioni verranno prese come riferimenti per comparazioni.Le società assicurative sotto analisi sono: Assicuratrice Milanese, Assimoco, Banco BPM Vita, BCC Vita, Bene Assicurazioni Società Benefit, Credem Assicurazioni, Credemvita, Cronos Vita Assicurazioni, Intesa SanPaolo Assicurazioni, ITAS Mutua, Le Assicurazioni di Roma – Mutua Assicuratrice Romana, Mediolanum Vita, Poste Vita, Prima Assicurazioni, Reale Mutua, SACE, Sara Assicurazioni, Vittoria Assicurazioni.(Foto: toppercussion | 123RF) LEGGI TUTTO

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    ESMA avvia consultazione su nuove regole per fornitori di rating ESG

    (Teleborsa) – L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha pubblicato un documento di consultazione sulla bozza di Norme Tecniche di Regolamentazione (RTS) ai sensi del Regolamento sui rating ESG.La bozza di RTS riguarda i seguenti aspetti che si applicano ai fornitori di rating ESG: le informazioni che devono essere fornite nelle domande di autorizzazione e riconoscimento; le misure e le garanzie che devono essere attuate per mitigare i rischi di conflitti di interesse all’interno dei fornitori di rating ESG che svolgono attività diverse dalla fornitura di rating ESG; le informazioni che devono essere divulgate al pubblico, agli elementi valutati e agli emittenti di elementi valutati, nonché agli utilizzatori dei rating ESG.L’ESMA prenderà in considerazione i riscontri ricevuti in seguito alla consultazione entro il 20 giugno 2025 e prevede di pubblicare una relazione finale e di presentare la bozza di RTS alla Commissione Europea per l’adozione nell’ottobre 2025. LEGGI TUTTO