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    Sostenibilità, UN Global Compact Italia: “Per il settore privato è condizione essenziale di crescita economica”

    (Teleborsa) – Il settore privato gioca un ruolo decisivo nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Cresce tra le imprese la consapevolezza che la sostenibilità non sia più una questione etica o reputazionale, ma una leva strategica per la competitività, l’innovazione e la resilienza del sistema economico. In questa prospettiva, UN Global Compact sta finalizzando una nuova strategia globale al 2030, pensata per rafforzare il contributo del settore privato attraverso strumenti personalizzati, iniziative collettive su temi prioritari e una rinnovata valorizzazione del business case della sostenibilità. Sono questi i temi su cui istituzioni, imprese italiane e stakeholder si confrontano da oggi a Napoli, durante l’Italian Business & SDGs Annual Forum, organizzato dal network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite, la più ampia iniziativa di cittadinanza d’impresa a livello globale.L’Italian Business & SDGs Annual Forum è l’appuntamento annuale e itinerante promosso da UN Global Compact Network Italia per promuovere il dialogo tra imprese, istituzioni, mondo accademico e società civile sulle principali sfide dello sviluppo sostenibile. Nel 2025, l’iniziativa ha celebrato la sua decima edizione a Napoli, in concomitanza con il 25esimo anniversario del Global Compact delle Nazioni Unite, per un momento di bilancio e rilancio sul percorso verso gli Obiettivi dell’Agenda 2030. L’edizione è stata realizzata con il sostegno di Tecno, main sponsor dell’evento, e di Caffè Borbone, in qualità di sponsor.Nel corso del Forum, UN Global Compact Network Italia ha presentato una nuova strategia al 2030, sviluppata con l’obiettivo di rafforzare il proprio ruolo guida nella definizione dell’agenda aziendale per lo sviluppo sostenibile. Il nuovo piano d’azione si articola attorno a tre direttrici fondamentali: offrire alle imprese strumenti sempre più personalizzati per accompagnarle nell’integrazione della sostenibilità nei modelli di business; promuovere azioni collettive su aree tematiche prioritarie come il cambiamento climatico, la tutela della natura, il lavoro dignitoso, l’uguaglianza di genere e la finanza sostenibile; consolidare infine il business case della sostenibilità, valorizzando il contributo delle aziende come motore di trasformazione. Questa visione sottolinea il ruolo fondamentale delle imprese nel promuovere sei transizioni identificate dalle Nazioni Unite come fondamentali per il raggiungimento degli SDGs, che vanno dalla trasformazione dei sistemi alimentari a alla diffusione di soluzioni energetiche rinnovabili e accessibili, dall’impegno per colmare il divario digitale al sostegno all’istruzione, fino alla creazione di opportunità di lavoro dignitose e nella promozione di misure di protezione sociale e l’attuazione di pratiche sostenibili per ridurre al minimo l’impatto ambientale, proteggere la biodiversità e ridurre l’inquinamento.Nel corso dei lavori del Forum, è emerso con chiarezza che la sostenibilità non rappresenta più un vincolo, ma una condizione essenziale per la competitività e la crescita economica. Le imprese partecipanti hanno evidenziato come, in un contesto geopolitico incerto e segnato da una crescente pressione normativa, il settore privato stia rafforzando la propria capacità di adattamento, integrando la sostenibilità a livello di governance e nei processi decisionali, trasformando le nuove regole europee, come il Pacchetto Omnibus e l’EUDR, in strumenti di trasparenza e di vantaggio competitivo. In questo processo diventa centrale ripensare alle catene di fornitura in chiave responsabile, così come l’evoluzione della rendicontazione ESG verso modelli armonizzati, digitali e orientati agli impatti reali, per sostenere le imprese senza rallentarle. Particolare attenzione è stata dedicata alle PMI, colonna portante del sistema produttivo italiano, che stanno mostrando un crescente interesse verso percorsi di formazione, innovazione e collaborazione, nonostante un accesso ancora limitato a strumenti finanziari e competenze dedicate. Anche la finanza è stata riconosciuta come leva strategica di competitività sostenibile, in un’ottica di transizione giusta che coniuga dimensioni ambientali e sociali in chiave sistemica. In questo scenario, il dialogo tra grandi imprese, PMI, istituzioni e attori finanziari si conferma fondamentale per rafforzare la cultura ESG e favorire l’accesso al capitale sostenibile.”Il settore privato ha oggi una responsabilità e un potenziale straordinari nel contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – ha dichiarato Filippo Bettini, Presidente UNGCN Italia –. Con la nuova strategia al 2030, il Global Compact rafforza il proprio ruolo nel supportare le imprese lungo questo percorso, offrendo strumenti concreti e promuovendo alleanze tra attori pubblici e privati, ricerca, finanza e territori. La decima edizione dell’Italian Business & SDGs Annual Forum, che si svolge nel 25esimo anniversario della nostra iniziativa globale, rappresenta un momento di rilancio collettivo verso un modello di sviluppo più equo e competitivo. Napoli, in questo senso, è il simbolo di una transizione sostenibile dal basso, un laboratorio di innovazione che valorizza le imprese e il tessuto produttivo del Mezzogiorno”.”È sempre più urgente che le imprese, a prescindere da dimensione e settore, integrino la sostenibilità in modo strutturale all’interno delle proprie strategie aziendali e dei piani industriali” ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UN Global Compact Network Italia. “Non si tratta più di una scelta accessoria o di un esercizio di compliance, ma di una condizione imprescindibile per affrontare le sfide del presente e costruire modelli di crescita inclusiva, resiliente e competitiva. In questo percorso, il punto di partenza è il purpose, che deve essere identitario e avere l’obiettivo creare ‘valore condiviso’ per tutti gli stakeholders aziendali i clienti, i dipendenti, le istituzioni e la comunità di appartenenza. Solo così sarà possibile contribuire concretamente allo sforzo collettivo richiesto dall’Agenda 2030, affinché nessuno venga lasciato indietro”. “La sostenibilità, oggi, non può più essere considerata una scelta opzionale: rappresenta una responsabilità collettiva che chiama in causa tutti, anche – e soprattutto – il settore privato – ha dichiarato Chiara Marciani, Assessora alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli –. Come Comune di Napoli, riteniamo fondamentale promuovere un modello di sviluppo sostenibile che coinvolga attivamente il mondo delle imprese in un’ottica di corresponsabilità e innovazione sociale. Le politiche giovanili e del lavoro si intrecciano con queste sfide: costruire opportunità occupazionali stabili e dignitose significa anche orientare i percorsi formativi e professionali verso modelli produttivi ecocompatibili, etici e resilienti. Per questo stiamo lavorando per rafforzare il dialogo con il tessuto imprenditoriale, incoraggiando iniziative di partenariato, co-progettazione e valorizzazione delle buone pratiche che pongano al centro l’ambiente, la legalità e il lavoro di qualità. Solo così potremo costruire, insieme, una città più equa, inclusiva e sostenibile”.”Siamo orgogliosi di aver supportato l’edizione 2025 dell’Italian Business & SDGs Annual Forum qui a Napoli, un appuntamento che conferma il ruolo centrale che la nostra città può assumere nel dialogo nazionale sui temi della sostenibilità – ha dichiarato Giovanni Lombardi, Presidente Tecno Group –. Per Tecno, la sostenibilità è una priorità strategica: rappresenta il motore che guida la transizione digitale, la competitività e la crescita responsabile delle organizzazioni. Sostenere il Forum significa per noi investire concretamente in una piattaforma di confronto che promuove azioni reali e misurabili verso un futuro più sostenibile. Come main sponsor, crediamo fermamente nella forza della collaborazione tra istituzioni, imprese e territori per accelerare il cambiamento. Il nostro impegno quotidiano è orientato a promuovere modelli di sviluppo sostenibili e innovativi, capaci di generare valore nel lungo periodo. L’evento rappresenta un’importante occasione di confronto e networking, capace di connettere esperienze e visioni, valorizzando le energie dei territori e proiettandole in una prospettiva internazionale”.”Oggi la vera sfida per le imprese è integrare la sostenibilità nel proprio modello di business, trasformandola in un elemento capace di orientare ogni scelta strategica e operativa. Le normative, pur complesse, devono spingerci a innovare lungo tutta la filiera, investendo in ricerca, tecnologie e processi sempre più trasparenti. In Caffè Borbone crediamo che la sostenibilità rappresenti un modo di fare impresa che coniuga responsabilità ambientale, efficienza produttiva e valore condiviso. Per questo motivo, lavoriamo sul coinvolgimento di tutta la nostra comunità – dalle persone in azienda ai partner esterni e fornitori – affinché ciascuno diventi parte attiva del cambiamento. Solo così la sostenibilità diventa un motore di crescita autentica e duratura, un impegno continuativo e consapevole” ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone.Nel secondo giorno del Forum, i panel tematici offriranno spazio a esperienze e riflessioni su alcune delle tendenze più rilevanti della sostenibilità d’impresa, che saranno spunto per i programmi 2026 di UN Global Compact Network Italia. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Flor: “Per transizione sostenibile importanti trasparenza e affidabilità”

    (Teleborsa) – “Per favorire la transizione sostenibile sono importanti trasparenza e dati affidabili. Intesa Sanpaolo ha una lunga tradizione nel reporting di sostenibilità e da sempre rendiconta in modo trasparente ai suoi stakeholder”. E’ quanto ha spiegato Elena Flor, Responsabile ESG Steering di Intesa Sanpaolo, intervenendo alla “VENICE Conference on the Global Governance of Climate Change and Sustainability” in corso a Venezia.”Intesa Sanpaolo ritiene che una rendicontazione di sostenibilità completa e di qualità sia un fattore strategico chiave anche per le imprese clienti. – ha proseguito la manager – Il Gruppo sostiene la transizione sostenibile dei clienti con un approccio che comprende oltre ai finanziamenti, servizi di advisory e formazione, per indirizzare gli investimenti per la transizione ESG e diffondere una maggiore consapevolezza”. “La Banca dal 2021 al primo semestre 2025 ha erogato 78,6 miliardi di nuovi prestiti a supporto della green economy, circular economy e transizione ecologica, su un obiettivo di 76 miliardi riferito al periodo 2021-2026 e erogato 11,9 miliardi di nuovi crediti green alle persone (dal 2022 al primo semestre 2025)”. “Sul fronte del proprio impegno ambientale, – ha concluso Flor – prosegue nel percorso net zero, che ha portato a fissare obiettivi al 2030 sui 10 settori più emissivi del portafoglio crediti del Gruppo e ad una riduzione delle emissioni finanziate assolute del 33% nel 2024 rispetto al 2022 nei settori oggetto di target”. LEGGI TUTTO

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    NewPrinces, Standard Ethics conferma rating ESG: attesi miglioramenti nella governance

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “E+” a NewPrinces Group (ex Newlat Food), gruppo italiano multi-brand del settore agro-alimentare e quotato su Euronext STAR Milan. Si tratta del quarto notch su nove (nella fascia “Low”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Nel corso degli anni, il Gruppo ha implementato la propria documentazione pubblica allineando strumenti come policy ESG e Codice Etico alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità di Onu, Ocse e Ue. La rendicontazione extra-finanziaria segue le migliori pratiche del settore. Il sistema di gestione dei rischi ESG appare adeguato.Gli analisti si attendono futuri miglioramenti anche nell’area governance (“G” dell’acronimo ESG), tenuto conto della presenza di un diritto di voto maggiorato; un Consiglio di Amministrazione composto in maggioranza da amministratori indipendenti appare offrire maggiori garanzie verso gli interessi degli azionisti di minoranza e del mercato.(Foto: Newlat) LEGGI TUTTO

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    Deutsche Bank, Standard Ethics alza rating ESG con outlook positivo

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha elevato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) di Deutsche Bank, colosso bancario tedesco, a “E” con Outlook “Positivo” dal precedente “E-“. Si tratta del terzo notch su nove (nella fascia “Very Low”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Secondo la metodologia di Standard Ethics, la banca ha progredito nel suo percorso di allineamento alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità (Ue, Ocse, Onu). Si registra l’adeguatezza della reportistica extra-finanziaria standard; la pubblicazione di target e policy ESG; l’utilizzo di richiami formali alle principali indicazioni internazionali negli strumenti di governance, incluso il Codice di Condotta; infine, migliorie allo ESG risk management. A livello formale appare consigliabile – circa la nomenclatura utilizzata dalla banca – una adeguata distinzione tra i temi della Responsabilità Sociale di Impresa (CSR) e quelli inerenti la Sostenibilità.Si apprezza l’avvicinamento alla parità di genere all’interno del Supervisory Board, seppure rimane auspicabile il suo raggiungimento.La visione nel medio termine passa quindi ad essere positiva. Gli sforzi per rafforzare il sistema di prevenzione e gestione dei rischi ESG – nonché quelli per collaborare con le autorità – appaiono quelli più proficui, perché taluni eventi negativi – correttamente rendicontati dalla banca stessa – hanno condizionato le valutazioni di Standard Ethics. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM: prima banca italiana a pubblicare un European Green Bond Factsheet

    (Teleborsa) – Banco BPM è la prima banca italiana a pubblicare un European Green Bond Factsheet. Questo documento illustra in modo trasparente ed esaustivo l’utilizzo dei proventi derivanti dall’emissione di strumenti finanziari green, in pieno allineamento con l’EU GBS (European Green Bond Standard).La pubblicazione del Factsheet sottolinea il ruolo cruciale della Finanza Green come strumento chiave a supporto dell’attuazione del Piano Strategico e dei Piani di Transizione di Banco BPM, con un focus sull’aumento dei finanziamenti a medio termine per: acquisizione, costruzione e ristrutturazione di edifici green per famiglie e imprese; progetti di energia rinnovabile, finalizzati alla riduzione delle emissioni nel settore della Produzione di Energia.Il Factsheet è stato revisionato e valutato positivamente con una verifica indipendente da ISS-Corporate, che ha confermato il suo allineamento con la Regulation 2023/2631/EU sul EuGB (European Green Bond).Banco BPM, a seguito della pubblicazione del “Green, Social and Sustainability Bonds Framework” nel 2023, conferma così il proprio impegno nell’European Sustainable Market e l’importanza della Finanza Green nella propria strategia di business.Il capitale raccolto attraverso questo nuovo strumento di debito green, interamente allineato con la Tassonomia Europea, sarà oggetto di un’attività di reporting effettuata con la massima trasparenza nei confronti del mercato e degli stakeholder. I proventi delle future emissioni di questo strumento saranno destinati a iniziative in grado di generare benefici climatici concreti e misurabili, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal per il 2050. LEGGI TUTTO

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    Reporting di sostenibilità, Parlamento UE vuole regole più semplici per meno aziende

    (Teleborsa) – Con 17 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni, la Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo ha approvato la sua posizione su una serie di modifiche ai requisiti di reporting sulla sostenibilità e di due diligence per le aziende, con l’obiettivo di avere regole più semplici per un minor numero di aziende.Riduzione del reporting sociale e ambientaleLa Commissione aveva originariamente proposto di ridurre dell’80% il numero di aziende tenute a redigere il reporting sociale e ambientale, mentre i deputati vogliono ridurre ulteriormente l’ambito di applicazione per includere solo le aziende con una media di oltre 1.000 dipendenti e un fatturato netto annuo superiore a 450 milioni di euro. Ciò si applicherebbe anche al reporting sulla sostenibilità ai sensi delle norme sulla tassonomia (ovvero una classificazione degli investimenti sostenibili).Per le aziende non più soggette alle norme, il reporting sarebbe volontario, in linea con le linee guida della Commissione. Per evitare che le grandi aziende trasferiscano i propri obblighi di reporting ai partner commerciali più piccoli, questi ultimi non sarebbero autorizzati a richiedere informazioni che vadano oltre gli standard volontari.La Commissione istituirebbe inoltre un portale digitale per le aziende, con accesso gratuito a modelli, linee guida e informazioni su tutti gli obblighi di rendicontazione dell’UE, a integrazione dello Sportello Unico Europeo.Due diligence solo per le grandi aziendeSecondo i deputati, le norme sulla due diligence che impongono alle aziende di prevenire e limitare il loro impatto negativo sui diritti umani e sull’ambiente dovrebbero applicarsi solo alle grandi imprese dell’UE con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato netto annuo superiore a 1,5 miliardi di euro, e alle imprese straniere con un fatturato netto nell’UE superiore alla stessa soglia.Invece di chiedere sistematicamente ai propri partner commerciali le informazioni necessarie per le loro valutazioni di due diligence, i deputati chiedono che queste grandi aziende adottino un approccio basato sul rischio, richiedendo le informazioni necessarie solo quando vi è la plausibile prospettiva di un impatto negativo sulle attività dei loro partner commerciali. Le aziende sarebbero comunque tenute a preparare un piano di transizione che allinei la propria strategia a un’economia sostenibile e all’accordo di Parigi.Le imprese dovrebbero essere responsabili dei danni causati da violazioni degli obblighi di due diligence ai sensi del diritto nazionale, piuttosto che a livello UE. Il livello massimo della sanzione per le aziende inadempienti rimarrebbe al 5% del loro fatturato globale e la Commissione e gli Stati membri dell’UE dovrebbero fornire orientamenti alle autorità nazionali in merito a tali sanzioni.Prossimi passiSe il Parlamento approvasse il mandato della commissione nella prossima sessione plenaria, i deputati e i governi dell’UE dovrebbero avviare i negoziati sul testo definitivo della legislazione il 24 ottobre. LEGGI TUTTO

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    Reply bocciata da Standard Ethics sulla corporate governance

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “E” a Reply, società quotata su Euronext STAR Milan e specializzata nella realizzazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali. Si tratta del terzo notch su nove (nella fascia “Very Low”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Nel corso degli ultimi anni, la Società ha compiuto alcuni passi avanti nel percorso di allineamento alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità (Onu, Ocse e Ue); ad esempio, Standard Ethics apprezza l’utilizzo di riferimenti formali alle indicazioni internazionali, l’individuazione e la corretta comunicazione di obbiettivi socio-ambientali di medio-lungo termine e la presenza di policy su tematiche come anticorruzione, ambiente e intelligenza artificiale. Alcune di queste, tuttavia, possono essere rese maggiormente reperibili e fruibili in versione integrale e non sotto forma di estratto.In ambito di corporate governance (G), la presenza di un accordo parasociale e del voto maggiorato consiglierebbero ulteriori presidi in favore degli azionisti di minoranza e del mercato. Tra le implementazioni possibili – in linea con I Principi di Corporate Governance dell’Ocse – è inclusa una maggiore indipendenza del Consiglio di Amministrazione. LEGGI TUTTO

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    Filangieri (ISP Assicurazioni): raggiunto obiettivi di sostenibilità particolarmente sfidanti

    (Teleborsa) – “Nel periodo 2022-25, in ambito di sostenibilità, il Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni ha raggiunto e superato obiettivi che nel 2021 sembravano particolarmente sfidanti: in particolare abbiamo rivisto la gamma prodotti, incrementando le opzioni di investimento ESG dal 48% all’82%, e abbiamo visto crescere i premi su prodotti che favoriscono la sostenibilità in senso ampio, come le polizze per i senior e i caregiver, le polizze collettive salute e le coperture contro alluvione e terremoto, passate da 27 a 45 miliardi di capitali assicurati, solo per il retail”. Lo ha detto Lauretta Filangieri, Responsabile Sostenibilità del Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni, intervenendo nell’ambito del panel dal titolo “Comunicare la sostenibilità per valorizzare l’impegno dell’organizzazione”.”La responsabilità sociale è un tema centrale nel nostro Gruppo: per questo motivo investiamo molto sia nello sviluppo di soluzioni che rispondano alle esigenze reali di persone e imprese, sia nella diffusione della cultura assicurativa e della sostenibilità, attraverso iniziative concrete, di cui misuriamo l’impatto – ha aggiunto – Ne sono un esempio sia “In Action ESG CLIMATE”, programma che sostiene con contributi in denaro le start up portatici di idee innovative a favore della transizione ecologica, sia Area X, il nostro spazio torinese dedicato alla cultura della Protezione”. LEGGI TUTTO