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    Iveco inclusa in indici Dow Jones Sustainability World ed Europe

    (Teleborsa) – Iveco Group è stato incluso negli indici di sostenibilità Dow Jones Sustainability (DJSI) World e Europe. Questo risultato si basa sulle prestazioni di Iveco Group rispetto ai rischi, alle opportunità e agli impatti Ambientali, Sociali e di Governance (ESG), e alla relativa gestione di ciascuno di essi.Classificato tra i leader globali della sostenibilità, Iveco Group è una delle sole 13 aziende su 89 valutate del settore Machinery and Electrical Equipment a essere stata inclusa nel nuovo DJSI World Index. Inoltre, nell’indice annuale DJSI Europe, Iveco Group è una delle 6 aziende ammesse su 33 valutate.”È motivo di orgoglio che Iveco Group sia stata selezionata per essere inclusa nei prestigiosi Dow Jones Sustainability Indices dopo il nostro primo anno come azienda indipendente – ha commentato il CEO Gerrit Marx – Questo riconoscimento riflette il nostro chiaro impegno verso pratiche commerciali etiche e la nostra determinazione a essere leader nel settore integrando le pratiche ESG in ogni aspetto della nostra attività. La sostenibilità è parte integrante della nostra strategia aziendale e del nostro successo a lungo termine e continueremo a dare il massimo per raggiungere l’eccellenza in questo campo mentre promuoviamo una società più sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Osservatorio ESG: ENAV tra le 7 aziende classificate con “ottimo”

    (Teleborsa) – Secondo l’Osservatorio ESG sulle imprese quotate in Piazza Affari, condotto da Plus24-Sole 24 Ore e dall’università Bicocca, sulla base di tre indicatori di prestazione, è stato riconosciuto un livello di performance “ottimo” a 7 aziende italiane. Tra queste figura ENAV che si posiziona al vertice della classifica relativa per il segmento MidCap di Borsa Italiana. “Questo risultato – commenta ENAV in una nota – riflette l’impegno del Gruppo ENAV in materia di sostenibilità e certifica la piena integrazione dei fattori ESG all’interno della governance e delle strategie aziendali. Un percorso avviato già da diversi anni e che, oltre i risultati già raggiunti, come la carbon neutrality con un abbattimento delle emissioni di CO2 di oltre l’80%, vede il Gruppo ENAV supportare tutti gli attori del trasporto aereo verso una mobilità aerea sempre più sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Open innovation, CA Auto Bank e I3P presentano Digital Factory

    (Teleborsa) – CA Auto Bank, la banca della mobilità attiva in 19 Paesi, e I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino, lanciano Digital Factory, la nuova piattaforma di open innovation rivolta a startup e PMI italiane e internazionali. L’iniziativa ha l’obiettivo di ricercare le migliori soluzioni e tecnologie innovative per la trasformazione digitale della Banca. I progetti da presentare dovranno rientrare in uno o più dei seguenti ambiti: banking, digitalizzazione e intelligenza artificiale, mobilità e sostenibilità. Le società migliori saranno coinvolte in un percorso di sperimentazione sul campo, tramite lo sviluppo di un Proof-of-Concept (PoC) finalizzato a perfezionare i processi di innovazione già in corso in CA Auto Bank. LEGGI TUTTO

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    UE, investimenti di NextGenerationEU Green Bond riducono emissioni gas serra

    (Teleborsa) – La piena attuazione delle misure NextGenerationEU (NGEU) finanziate dai Green Bond NGEU può ridurre le emissioni di gas serra di 44 milioni di tonnellate all’anno, pari all’1,2% delle emissioni aggregate di gas serra dell’UE. Sono i risultati della prima quantificazione complessiva degli impatti climatici attesi dall’allocazione dei Green Bond NextGenerationEU, secondo un report diffuso oggi dalla Commissione UE.A più di due anni dall’emissione inaugurale dei Green Bond NGEU, il programma Green Bond ha immesso sul mercato quasi 50 miliardi di euro di Green Bond con rating elevato, con il potenziale per diventare il più grande programma di green bond al mondo. LEGGI TUTTO

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    Parità di genere, ESG Culture LAB: “L’effetto Meloni migliora la percezione delle istituzioni”

    (Teleborsa) – Il 97% degli italiani e delle italiane che ha sentito parlare di sostenibilità si riferisce spontaneamente all’ambiente, mentre la sostenibilità sociale emerge solo se sollecitata. Eppure, la presenza di una leader donna è il punto di forza riconosciuto alle istituzioni ed è considerata un passo importante verso la parità di genere. Un “effetto Meloni” che fa crescere di un +5% la valutazione sulla sostenibilità sociale delle istituzioni ma che non combacia con il coinvolgimento di chi lavora: il 33% non trova tempo per impegnarsi in prima persona mentre il 18% si dichiara indifferente. È quanto emerge dall’indagine annuale dell’ESG Culture LAB di Eikon Italia, che ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo di 1600 persone, tra i 18 e i 65 anni, e che ha rilevato la conoscenza e la percezione della sostenibilità e il coinvolgimento in 7 su 17 Obiettivi SDGs 2030. La ricerca ha esplorato il coinvolgimento nella sfera personale, il giudizio sulle Istituzioni, ma ha anche analizzato il sotto-campione delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti e il loro coinvolgimento nella sfera professionale e il giudizio sull’organizzazione di appartenenza. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi a Palazzo dell’Informazione, durante l’evento “Le nuove sfide della sostenibilità”, a cura di Eikon Italia Società Benefit in collaborazione con il Gruppo Adnkronos. L’evento ha visto anche la partecipazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, della Presidente Popolari Europeisti Riformatori ed ex Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti, del Vice Presidente per il Capitale umano Confindustria Gianni Brugnoli, del Direttore Scientifico ASviS Enrico Giovannini, della Rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni e della Presidente di Valore D Cristiana Scelza. All’evento sono intervenuti Banca Ifis, Eni, Gruppo Fs, Philip Morris Italia, Poste Italiane e Simest. Partner dell’iniziativa anche Edison.Per la maggior parte degli intervistati la sostenibilità è solo quella ambientale e, sebbene l’indagine mostri un orientamento individuale proattivo verso gli obiettivi della sostenibilità, è evidente come cittadini e cittadine ne abbiano una visione solo parziale. La word cloud associata alla sostenibilità ambientale, infatti, ricalca di fatto quella della sostenibilità in generale, tant’è che le parole associate spontaneamente a quest’ultima si riferiscono solo all’ambiente e ruotano intorno a quelle di riciclo ed energia. Più del 50% sa cos’è l’Agenda 2030, ma il 76% non conosce la sigla ESG. Se è vero che tutti sanno cosa sia la sostenibilità, poco più della metà (59%) ha sentito parlare di Agenda 2030 – prevalentemente in tv o radio (59%), social media (32%) e giornali (30%) e il 76% (3 su 4) non conosce la sigla ESG. Nell’identikit di chi ha sentito parlare di Agenda 2030 e ESG, emerge che gli uomini hanno sentito parlare dell’Agenda 2030 più delle donne (62% vs 56%) così come la classe 18-29 (68%), che però conosce meno gli obiettivi ESG (18% vs 25%). Per entrambi la conoscenza di questi temi è maggiore nei centri urbani, con oltre 240mila abitanti (65% vs il 57% nei centri più piccoli per Agenda 2030 e 33% vs 21% per gli ESG). Anche lo status lavorativo incide sulla conoscenza: chi è occupato, infatti, ha sentito di più parlare di ESG (28% vs il 16% di chi non è occupato) così come chi lavora nel pubblico ha una conoscenza maggiore dell’Agenda 2030 rispetto ai privati (66% vs 57%). Infine, chi lavora in organizzazioni più grandi (oltre 249 dipendenti) è più informato sia sull’Agenda 2030 (66% vs 41%) che sugli ESG (31% vs 14%) rispetto a chi lavora nelle micro aziende.L’obiettivo che riguarda il consumo responsabile e smaltimento dei rifiuti è quello che ottiene il coinvolgimento più alto in tre delle quattro sfere trattate, vale a dire in quella personale, in quella professionale e nel giudizio sulle organizzazioni. Il livello di coinvolgimento maggiore in questo ambito è senza dubbio nella sfera personale, per cui l’80% dichiara di impegnarsi e di essere focalizzato sul consumo responsabile e sullo smaltimento dei rifiuti. Il campione si percepisce molto coinvolto nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 che investono la vita quotidiana, considerando il proprio contributo importante e cercando di agire al meglio delle loro possibilità. Le persone sembrano dare priorità al consumo responsabile e allo smaltimento dei rifiuti, provando a riorganizzare in questa ottica la propria vita (soprattutto donne e over 50).È considerata importante anche la lotta al cambiamento climatico, connessa alla scelta del mezzo di trasporto, con l’uso di mezzi alternativi, quando possibile. Abbastanza positivo e stabile il giudizio sul coinvolgimento delle Istituzioni, che però presenta anche alcune criticità: metà del campione esprime giudizi positivi sulle iniziative per rendere più accessibili le fonti di energia rinnovabile, che, però, allo stesso tempo, vengono considerate ancora troppo delegate ai singoli. Anche sul tema dell’efficienza energetica la metà del campione ritiene che le Istituzioni riconoscano l’urgenza e stiano ricercando le soluzioni. Nel giudizio sul coinvolgimento delle organizzazioni in cui si lavora vi è, invece, una situazione polarizzata sul discorso delle energie rinnovabili: il 30% degli intervistati le considera focalizzate ma un altro 28% le ritiene indifferenti. Decisamente più positivo il giudizio sulla gestione dei rifiuti, che migliora con l’aumentare dell’età. La capacità di gestire i rifiuti è infatti un obiettivo perseguito, secondo il 66%, anche dalle organizzazioni per cui si lavora. Il campione esprime un giudizio più positivo, infine, rispetto al proprio coinvolgimento nella vita lavorativa, che registra valori nettamente più alti nella fascia over 50. Si raccontano molto coinvolti nel consumo responsabile: in prima linea nella riduzione degli sprechi e nella sperimentazione di nuove modalità di lavoro, il punto di forza (76%) è relativo al tema del consumo e produzione responsabili. Tra le priorità anche l’emergenza climatica.La sostenibilità non è solo quella ambientale, eppure per la maggior parte degli intervistati la parola sociale non viene legata alla sostenibilità in modo automatico. Le parole della sostenibilità sociale, infatti, emergono dal sondaggio solo se stimolate. La sostenibilità sociale, per gli intervistati, è associata prevalentemente ai temi dell’inclusione, dell’equità, dell’uguaglianza e della parità. Emerge poi il polo comunitario della collaborazione, della solidarietà e del sostegno e quello più personale del benessere e della salute. Significativi anche i valori collettivi di pace e sicurezza. La presenza del lemma “non so”, tuttavia, mostra la difficoltà ad identificare la sostenibilità con la dimensione sociale. In generale, le persone si percepiscono meno coinvolte rispetto agli obiettivi sociali sia nella vita quotidiana che in quella professionale e attribuiscono a organizzazioni e istituzioni i giudizi meno positivi su questi aspetti. La sostenibilità sociale genera anche posizioni e giudizi più polarizzati, con livelli più alti sia di focalizzazione che di indifferenza.Un giudizio negativo sulle istituzioni per quanto riguarda l’interesse per l’occupazione giovanile e un giudizio invece positivo sul tema della parità di genere. È l’effetto Meloni, cioè, il fatto di avere una leader donna, che però si scontra con il giudizio più negativo sulle opportunità di carriera nelle organizzazioni e con una difficoltà a mobilitarsi in chi lavora. C’è poi il nodo del work-life balance, punto critico nel giudizio sulle organizzazioni in cui si lavora, che fa il paio con una non troppo alta capacità di prendersi cura di sé a livello personale. Nel dettaglio, a livello personale, tra gli aspetti sociali è molto alto il coinvolgimento rispetto all’equa divisione dei compiti in famiglia, in relazione alla cura dei figli, anche se, soprattutto le donne, evidenziano uno sbilanciamento a loro sfavore, collegato alla disparità retributiva. Gli uomini più che le donne si raccontano più coinvolti nel curare la propria salute e il proprio benessere. Per quanto riguarda il giudizio sul coinvolgimento delle Istituzioni, troviamo due aspetti legati alla sostenibilità sociale: il primo, giudicato positivamente, è la presenza di una leader donna, considerata un passo importante verso la parità di genere. Uno dei giudizi più critici viene invece attribuito al tema dell’occupazione giovanile, dove si evidenzia l’atteggiamento di un Governo che delega il problema ai singoli o è del tutto indifferente per il 60% del campione. Più positivo (soprattutto per gli over 50), anche se in leggero peggioramento, il giudizio sulle organizzazioni in cui si lavora per cui emergono due tendenze principali: il 30% del campione le considera focalizzate mentre il 24% le percepisce indifferenti. Tra i dati più negativi spicca il work-life balance con una netta polarizzazione. La fascia 30-41 è la più critica, trovandosi, probabilmente ad affrontare una vita familiare più complicata. Mediamente positivo il giudizio sulle pari opportunità, con la conferma dei punti debolezza associati alla carriera e alla retribuzione. Il 36% delle donne giudica l’organizzazione indifferente, uno dei dati più negativi dell’intera indagine. Infine, nella sfera professionale, emerge una dicotomia di giudizio: il campione si dichiara più coinvolto nella valorizzazione dei giovani (uno dei dati più positivi della rilevazione) rispetto alle pari opportunità: il 33% non riesce ad impegnarsi in prima persona e il 18% si dichiara addirittura indifferente su quest’ultimo punto.2023 e 2022: un confronto – Come per il 2022, i valori più positivi si registrano nella sfera personale che si conferma stabile rispetto all’anno precedente. Anche la percezione delle istituzioni si presenta stabile rispetto allo scorso anno, ma resta comunque l’area più critica del sondaggio: il mancato peggioramento dell’area è infatti dovuto all’Effetto Meloni, ma i valori più negativi si concentrano in quest’area. Registra invece un lieve peggioramento sull’anno scorso (58% vs 62%) l’Organizational Engagement per il nodo legato al work life balance, ma il risultato è mitigato dal leggero miglioramento nelle pari opportunità di carriera. Infine, migliora l’area legata al mondo professionale: il coinvolgimento relativo all’impatto ambientale e alla valorizzazione dei giovani incide positivamente sul giudizio complessivo (65% vs 58%). LEGGI TUTTO

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    Lettera di Papa Francesco a Carlo Messina per l’iniziativa sull’inclusione

    (Teleborsa) – “Mi congratulo per l’iniziativa ‘NESSUNO ESCLUSO Crescere insieme in un Paese più equo’, nella quale proporrete esempi concreti di come una banca può lavorare per l’inclusione”. Questo il messaggio di Papa Francesco a Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, letto da Suor Alessandra Smerilli, FMA, Segretario Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, nel corso dell’evento che si è tenuto oggi a Brescia. “Auspico che le vostre discussioni – prosegue il Pontefice – contribuiscano concretamente a disegnare un modello di sviluppo in grado di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili a sostegno dell’economia reale, aiutando gli individui e le comunità a realizzare le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale. Vi conosco e so che il mio desiderio non cadrà nel vuoto”.”Comprendo il presente evento anche come la vostra risposta alla esortazione che ebbi a rivolgervi e che invocava l’esigenza di elaborare nuove forme di economia e finanza realmente orientate al bene comune e rispettose della dignità umana, per cui vi esorto a proseguire nei vostri obiettivi per rafforzare il processo di inclusione economico-sociale rivolto con particolare attenzione ai più fragili ed in primis ai migranti, a realizzare progetti di ‘demografia per la sostenibilità’ che devono trovare protagonisti giovani ed anziani, e porsi come antidoto alla cultura dello scarto”.”Vi invito a rimanere saldi nelle ragioni e motivazioni originarie dell’arte del credito e della finanza – sottolinea Papa Francesco rivolto al management della Banca – che hanno come fondamento la fiducia e l’uso del denaro come linfa vitale del sistema economico, perché tutti possano avere possibilità di riuscita. Come esperti di finanza ed economia, sapete bene che la fiducia, nata dall’interconnessione tra le persone, è la pietra angolare di tutte le relazioni, comprese le relazioni finanziarie. Tali relazioni possono essere costruite solo attraverso lo sviluppo di una ‘cultura dell’incontro l in cui ogni voce possa essere ascoltata e tutti possano prosperare, trovando punti di contatto, costruendo ponti e immaginando progetti inclusivi a lungo termine”.Il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca ed accompagni il vostro impegno di costruzione di una società inclusiva dal destino condiviso, nella costruzione della pace e nella linea dell’ecologia integrale Prego per voi; per favore fatelo per me.”Francisco LEGGI TUTTO

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    Rapporto Unirima 2023: raddoppio esportazioni limita calo fatturati per effetto volatilità prezzi

    (Teleborsa) – Grazie alla capillarità degli impianti sul territorio (716 distribuiti tra Nord e Sud) e a un forte incremento delle esportazioni (+10% rispetto al 2021 e + 99,9% rispetto al 2022), il tasso di riciclo in Italia si conferma al di sopra della media europea e del target Ue al 2025. Il nostro Paese continua a collocarsi tra i Paesi più virtuosi in Europa nonostante le difficoltà derivanti dal quadro congiunturale internazionale che si è riflesso anche sull’economia italiana, causando una volatilità dei prezzi di mercato della carta da macero e determinando nel 2023 un calo dei fatturati delle imprese di oltre il 13% rispetto al 2022. È il quadro che emerge dal Rapporto annuale Unirima, l’Unione nazionale delle imprese di recupero, riciclo e commercio dei maceri e altri materiali, presentato questa mattina a Roma a Palazzo Rospigliosi, che fotografa lo stato di salute dell’industria del riciclo meccanico e del commercio della carta da macero nel 2023.Nel 2022 la produzione di carta da macero – pari a 6,6 milioni di tonnellate – ha registrato un calo del 6% rispetto al 2021. Come detto, i fattori di questa diminuzione sono riconducibili alle criticità del quadro internazionale con gli aumenti dei prezzi dell’energia che hanno ridotto i consumi e determinato fermi delle aziende interne produttrici di carta e destinatarie del macero. L’acuirsi nell’ultimo anno di tutte queste problematiche ha portato a una forte riduzione dei prezzi della carta da macero. Da settembre 2022 a settembre 2023, il prezzo medio della qualità di carta da macero 1.04 è stato pari a 35 €/t, un valore decisamente più basso rispetto a quello raggiunto nei primi sette mesi del 2022 pari a circa 124 €/t. Un crollo dei prezzi (-72%) che, fortunatamente, non hanno toccato i valori pre-pandemia grazie all’incremento delle esportazioni.Inoltre, l’industria delle materie prime seconde soffre anche dei costi derivanti da barriere non tecnologiche che continuano a gravare sul settore, malgrado le reiterate richieste di semplificazione che il comparto avanza da anni, che si aggiungono alle preoccupazioni derivanti dalle nuove proposte di regolamenti di settore da parte dell’Ue.Che i cambiamenti a livello geopolitico ed economico ed il crescere delle barriere non tecnologiche abbiano impattato sui bilanci delle imprese italiane del recupero di materia dai rifiuti, è confermato anche dall’analisi sui fatturati nel periodo dal 2020 al 2023 condotta da Unirima su un campione rappresentativo di aziende associate che si occupano anche di altri materiali recuperabili. Dopo un incremento di circa il 18% dei fatturati 2021 rispetto a quelli del 2020 e un modesto aumento di circa il 4% del 2022 sul 2021, il 2023 segna una inversione di tendenza in negativo con un calo dei fatturati complessivi superiore al 13% rispetto al 2022.Le esportazioni, che nel primo semestre 2023 sono aumentate ulteriormente superando un milione di tonnellate, cioè il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022, continuano, dunque, a garantire uno sbocco per il surplus, strutturale, di carta da macero rispetto al fabbisogno interno del mercato italiano. La capacità degli operatori di trovare destinazione per tali quantitativi ha evitato un corto circuito nella filiera, permettendo al contempo l’incremento delle raccolte differenziate e contribuendo in modo sostanziale agli obiettivi di riciclo complessivi del nostro Paese. Il tasso di riciclo complessivo della carta sale dal 72,8% al 75,7% nel 2022 (+2,9%) e quello degli imballaggi, pari all’81,20%, si mantiene ancora ben al di sopra della media europea. In questo contesto, Unirima, la principale associazione di imprese del settore, con 20mila addetti, un fatturato annuo di circa 4 miliardi di euro e oltre 700 impianti di trattamento rifiuti recuperabili, ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che da attività commerciali, artigianali, industriali, è interlocutore indispensabile delle istituzioni nelle sfide che il Paese deve affrontare.”Le imprese – ha commentato Giuliano Tarallo, presidente di Unirima – sono costrette a districarsi tra una burocrazia crescente, norme spesso contraddittorie o non chiare, il mancato rispetto dei principi di concorrenza e la necessità di innovarsi per essere più competitive e far fronte alle sfide sempre più complesse dei mercati. Grazie al coraggio di molti imprenditori, anche quest’anno il settore ha saputo reagire alle crisi di sistema. Adesso però ci aspettiamo delle risposte dalla politica e dal governo. Abbiamo fiducia che su questi temi, e sulle grandi sfide del Paese come l’economia circolare, sarà fatto di tutto per mantenere un livello alto di competitività del comparto industriale italiano della carta da macero”.(Foto: ©yarruta/123RF) LEGGI TUTTO