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    TUI rivede al rialzo la guidance sull’EBIT dopo primi 9 mesi in crescita

    (Teleborsa) – TUI, big tedesco del turismo, ha comunicato che i ricavi del Gruppo nel terzo trimestre sono aumentati del 7,1% a 6,2 miliardi di euro in tutti i segmenti, trainati dall’aumento dei volumi e dall’aumento dei prezzi e delle tariffe. Miglior EBIT sottostante del Gruppo nel terzo trimestre di sempre, in crescita significativa di +88,7 milioni di euro a 320,6 milioni di euro (terzo trimestre 2024: 231,9 milioni di euro).L’EBIT sottostante dei primi 9 mesi è cresciuto a 164,7 milioni di euro, con un aumento di +115,5 milioni di euro (199,3 milioni di euro, +150,1 milioni di euro) a cambi costanti, trainato da una performance record nei settori Hotel & Resort e Crociere. I risultati dimostrano il successo dei progressi strategici, i vantaggi del modello di business verticalmente integrato e la ridotta stagionalità del Gruppo, si legge nella nota sui conti.Sulla base della solida performance dei primi nove mesi, che ha generato un EBIT sottostante in miglioramento e delle prime indicazioni positive per luglio, TUI ha rivisto al rialzo la guidance sull’EBIT sottostante per l’anno fiscale 2025, con un aumento del +9-11% (precedente +7-10%) a tassi di cambio costanti.Un totale di 5,9 milioni di clienti ha scelto di viaggiare con il Gruppo nel terzo trimestre, con un incremento del +2%. Il load factor medio è rimasto elevato nei mercati, attestandosi al 94% complessivo, in linea con l’anno precedente.Mercati + Compagnie aeree Estate 2025 con prenotazioni a -2% e ASP in tenuta a +3% in un mercato competitivo con una tendenza a prenotare in ritardo, a causa dell’impatto delle ondate di calore di giugno e luglio nei mercati di origine e del conflitto in Medio Oriente. TUI ha registrato un avvio positivo delle prenotazioni per l’inverno 2025/26 nel complesso. LEGGI TUTTO

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    Bilancia pagamenti turismo, Bankitalia: a maggio surplus a 2,6 miliardi

    (Teleborsa) – Lo scorso maggio la bilancia dei pagamenti turistica dell’Italia ha registrato un surplus di 2,6 miliardi di euro, in lieve calo rispetto allo stesso mese del 2024; le entrate turistiche (5,2 miliardi) sono infatti marginalmente cresciute dello 0,5 per cento, mentre le uscite (2,6 miliardi) sono aumentate del 10,5 per cento. È quanto emerge dall’aggiornamento mensile della Banca d’Italia sul turismo internazionale.Nella media dei tre mesi terminanti in maggio 2025 l’incremento delle entrate rispetto allo stesso periodo del 2024 – rileva Bankitalia – è stato pari al 5,4 per cento, mentre le uscite sono aumentate del 7,3 per cento. La crescita della spesa in Italia dei viaggiatori provenienti dai paesi extra-UE è risultata ancora superiore a quella registrata dai turisti della UE (rispettivamente 6,8 e 4,2 per cento). L’incremento della spesa degli italiani all’estero si è invece distribuito in misura più omogenea tra le due differenti aree (il 7,5 per cento nelle destinazioni UE e il 7,0 nei paesi extra-UE). LEGGI TUTTO

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    Ferragosto, Confcoop: 17 miliardi di spesa con 16 milioni italiani in vacanza

    (Teleborsa) – Con 16 milioni di italiani in movimento durante i giorni di Ferragosto, sono 17 miliardi gli euro di spesa complessiva per le vacanze estive. La ristorazione e i servizi ricettivi beneficeranno di circa 10 miliardi di euro solo nel periodo centrale di agosto. È quanto rileva il centro studi di Confcooperative presentando i dati sui consumi previsti per Ferragosto 2025.Tra le destinazioni preferite il mare con il 60% delle preferenze; montagna, con il 25% delle scelte, in crescita per l’effetto “fuga dal caldo”; e agriturismo, 15% delle preferenze, settore in boom con +20% di prenotazioni. La spesa media per famiglia si attesta sui 1.950 euro (+16% vs 2024), mentre una famiglia di 4 persone al mare spenderà mediamente 6.539 euro per una settimana. Ma 8,4 milioni di italiani restano a a casa, 1 su 2 per motivi economici. “Il turismo conferma la sua centralità nell’economia italiana, ma i dati ci restituiscono anche l’immagine di un Paese diviso – dichiara Maurizio Gardini presidente di Confcooperative –. Accanto a una parte di popolazione che mantiene capacità di spesa, emerge una fascia di italiani esclusi dalle vacanze”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro nel Turismo: più occupati ma anche più figure introvabili

    (Teleborsa) – Il lavoro nel turismo cresce, ma la mancanza di personale rischia di arrestare bruscamente la corsa di un settore che traina l’economia italiana da anni. Nel 2024 questo comparto ha continuato a creare occupazione, superando 1,5 milioni di addetti (+2,1% rispetto al 2023 e+21,5% rispetto al 2014). Ma dietro i numeri da record si nasconde un paradosso: mai così tanti lavoratori introvabili. Rispetto al 2019, quando i profili mancanti erano 210 mila (24,6%) il numero delle assunzioni di difficile reperimento si è triplicato, toccando quota 604 mila (51,8%). E a farne le spese sono soprattutto le aziende del Centro Nord. È quanto emerge dall’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “L’occupazione nel turismo, tra opportunità e limiti di crescita”, elaborata su dati Istat.Le imprese faticano soprattutto a trovare cuochi, pasticcieri, gelatai e camerieri. “Un’emergenza silenziosa che – si legge nel report – rischia di inceppare il motore di uno dei comparti chiave dell’economia nazionale”. Se, da un lato, il settore si consolida e vede aumentare soprattutto il lavoro dipendente (9% in cinque anni) nelle aree del Centro Italia così come nel Mezzogiorno, dall’altro continua a scontare difficoltà crescenti nell’intercettare i profili richiesti. A mancare sono soprattutto cuochi (irreperibili nel 61,7% dei casi), pasticcieri e gelatai (59,8%), camerieri (54,7%), baristi (50,6%) e, ancor di più, i tecnici della produzione e preparazione alimentare (76,4%). La difficoltà riguarda in modo particolare le regioni che negli ultimi anni hanno assistito a una crescita del fabbisogno di figure per il comparto ricettivo-ristorativo: è il caso, ad esempio, della Sicilia, Calabria e Sardegna. Ma le regioni dove si registra più affanno sono nel Centro Nord: dopo il Molise (66,6% dei profili giudicati irreperibili dalle aziende), spiccano Umbria (61,1%), Trentino Alto Adige (58,4%), Lazio (58,1%), Piemonte e Val D’Aosta (55,7%). A pesare sul comparto sono fattori strutturali significativi: l’assenza sistemica di percorsi formativi idonei che producano personale qualificato in misura adeguata alle richieste, stagionalità e intensità del lavoro. In questa situazione, tuttavia, si intravedono dei segnali positivi: negli ultimi anni è cresciuta, infatti, la domanda di lavoratori con qualifica di formazione professionale, la cui incidenza sul totale delle assunzioni previste è passata dal 43,2% del 2019 al 51,7% del 2024. Piccolo segnale di un’evoluzione in corso anche se ancora molto lenta.”Il turismo rappresenta un volano per l’economia del nostro Paese, ma non possiamo ignorare l’altra faccia della medaglia: la difficoltà crescente nel trovare lavoratori qualificati rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale che mette a rischio lo sviluppo futuro del comparto e l’andamento positivo dell’occupazione – ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca –. Oggi più che mai è fondamentale vincere la sfida del reperimento delle competenze investendo nella formazione mirata, soprattutto aumentando gli Its”. LEGGI TUTTO

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    Xenia, ricavi primo semestre salgono a 33,4 milioni di euro

    (Teleborsa) – Xenia Hotellerie Solution, società quotata su Euronext Growth Milan che fornisce servizi di ospitalità attraverso tre linee di business nel settore turistico-alberghiero, ha chiuso il secondo trimestre 2025 con un incremento dei ricavi di oltre il 24% rispetto allo stesso periodo del 2024, consolidando 18,75 milioni di euro rispetto ai 15,10 milioni di euro del corrispondente periodo dello scorso anno e portando il primo semestre del 2025 a 33,35 milioni di euro di ricavi (+21,27% vs 1° semestre 2024).La società afferma che l’attuale andamento gestionale consente di ritenere realistici i target fissati per il 2028. Pur avendo adottato un approccio prudenziale, che tiene conto di possibili rallentamenti nei trend di settore nei prossimi periodi, la società ritiene di poter proseguire nel percorso di crescita sia in termini dimensionali sia di redditività.”Gli indicatori del secondo trimestre confortano la guidance dei ricavi del Piano Industriale 2025-2028 per tutte le nostre linee di business – afferma l’AD Ercolino Ranieri – La società nel primo e nel secondo trimestre ha realizzato tre acquisizioni e stipulato nuovi contratti inerenti alla linea di business Accommodation che hanno contribuito alla robusta crescita dei ricavi registrati nella prima metà di quest’anno. Possiamo guardare con fiducia a tutti i target espressi nel Piano anche per il 2028 e soprattutto vediamo riconfermata l’efficacia del nostro modello di business che ci caratterizza nel settore”. LEGGI TUTTO

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    Vacanze estive, Federalberghi: 36 milioni di italiani in viaggio, l’88% in Italia

    (Teleborsa) – Saranno 36,1 milioni gli italiani che trascorreranno un periodo di vacanza fuori casa tra giugno e settembre, di cui 25,4 milioni di adulti e 10,7 milioni di minori. Un terzo dei vacanzieri (33,6%) farà più di un periodo di vacanza oltre quello principale. I flussi vedono 15,7 milioni di vacanzieri a giugno, 16,1 milioni a luglio, 17,5 milioni ad agosto e 4,7 milioni a settembre. L’Italia resta la meta preferita: 9 italiani su 10 – l’88% – sceglieranno di restare nel Belpaese, il 12% sceglierà mete estere. È quanto emerge dall’indagine di Tecnè realizzata per la Federalberghi che prevede un volume di affari sarà di 41,3 miliardi. La vacanza principale durerà in media 10 giorni e costerà nel suo complesso (includendo viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) 888 a persona (circa 89 euro al giorno). Le ulteriori vacanze sono più contenute dal punto di vista della durata: in media 4,4 giorni per un costo complessivo di 518 euro (circa 117 euro al giorno). La spesa per le vacanze si spalma su tutte le componenti della filiera turistica. Il 28,7% del budget di chi va in vacanza è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 23,6,% al pernottamento, il 21,1% alle spese di viaggio, l’11,2% allo shopping e il 15,4% per tutte le altre spese (divertimenti, escursioni e gite). Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere le vacanze, dopo la casa di parenti e amici (28,8%) vi è a stretto giro la preferenza per l’albergo (26,3%). A seguire la casa di proprietà (11,9%), i B&B (7,7%), il campeggio (7,0%), gli affitti brevi (5,3%), i residence (4,9%) e i villaggi turistici (4%). Il 46,3% prenoterà il proprio soggiorno contattando direttamente la struttura o utilizzando il suo sito internet. 3 italiani su 4 (75,6%) hanno prenotato con un anticipo da uno a due mesi. I flussi vedono 15,7 milioni di vacanzieri a giugno, 16,1 milioni a luglio, 17,5 milioni ad agosto e 4,7 milioni a settembre. Agosto si conferma dunque, nella visione degli italiani, il mese leader per programmare una vacanza. Per la scelta della località di villeggiatura gli italiani si fanno guidare principalmente dalle bellezze naturali del luogo (66,8%); a volte dalla voglia di ritrovare per abitudine gli stessi contesti (33,2%) o per la facilità di raggiungimento (26,5%). Nel 21,6% dei casi è il divertimento che la località offre a condizionare la scelta. Durante le proprie vacanze gli italiani si dedicheranno principalmente a passeggiate (72,3%), a serate con gli amici (51,2%), a escursioni e gite per conoscere il territorio (47,8%) e a pasteggiare al ristorante (44%). Due vacanzieri su tre (il 66,6%) utilizzeranno la propria macchina per raggiungere la loro destinazione. Il 20,7% viaggerà in aereo e il 4,4% in treno. Il 49,2% della popolazione non farà vacanze tra giugno e settembre. Si resta a casa principalmente per mancanza di liquidità (54,8%), per motivi di salute (24,5%) e per motivi familiari (23,9%). Il 7,8% andrà in vacanza in un altro periodo. “I rincari del settore turistico pesano come un macigno sulle vacanze estive degli italiani, spingendo una fetta crescente di popolazione a rinunciare del tutto alle partenze e determinando un aumento della spesa complessiva per chi, invece, decide di regalarsi una villeggiatura tra giugno e settembre – afferma Assoutenti, commentando i dati sull’estate 2025 forniti oggi da Federalberghi –. Purtroppo i nostri allarmi trovano conferma nei dati diffusi oggi: la quota di cittadini che quest’anno deciderà di non partire nel periodo estivo sale al 49,2% rispetto al 44,8% del 2024 e al 41,1% del 2023 – denuncia Assoutenti – Alla base della rinuncia alle vacanze vi sono proprio i rincari di prezzi e servizi nel settore turistico, con i motivi economici che per più di un cittadino su due (il 54,8%) rappresentano la principale causa delle mancate partenze. E il peso dei rincari risulta evidente se si considera il giro d’affari stimato per le vacanze estive: la spesa passerà infatti dai 33,8 miliardi di euro del 2023 ai 41,3 miliardi del 2025, con un incremento di ben 7,5 miliardi di euro (+22%) a fronte di appena 1,4 milioni di vacanzieri in più tra giugno e settembre rispetto alle vacanze estive di due anni fa”.”La stangata che ha interessato prezzi e tariffe di tutto il comparto turistico, dai trasporti agli alloggi, da un lato porta un maggior numero di famiglie a rinunciare del tutto alle partenze, dall’altro modifica profondamente le abitudini degli italiani che, per far fronte ai rincari, abbandonano le vacanze lunghe concentrate ad agosto, preferendo pochi giorni fuori casa e scegliendo di spostarsi anche in mesi alternativi come giugno e settembre, quando le tariffe sono più basse” sottolinea il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso. “Un cittadino italiano su due non si concederà periodi di vacanza nel corso dell’estate 2025, e tra chi andrà in villeggiatura scende la quota di coloro che scelgono agosto come mese per partire – afferma il Codacons, commentando l’indagine di Federalberghi –. I numeri confermano ancora una volta le profonde modifiche che stanno interessando le abitudini turistiche degli italiani – spiega il Codacons – Basti pensare che il numero di cittadini che scelgono il mese di agosto per le proprie vacanze passa dai 19,9 milioni del 2019 ai 17,5 milioni del 2025, ben 2,4 milioni di persone in meno. Rispetto al passato le vacanze estive sono quindi più brevi e concentrate anche nei mesi di giugno e settembre, quando cioè le tariffe turistiche sono più competitive – spiega il Codacons – Un settore caratterizzato anche quest’anno da sensibili rincari di prezzi e tariffe: basti pensare che, nonostante un tasso generale di inflazione sotto controllo, tutte le voci legate al turismo stanno registrando una decisa crescita. In base agli ultimi dati Istat i prezzi dei voli nazionali rincarano del +38,7% su anno, le tariffe dei traghetti del +19,6%, quelle dei servizi ricreativi e sportivi (piscine, stabilimenti, palestre, parchi divertimento, ecc.) del +7,7%, i prezzi dei Pacchetti vacanza nazionali del +8,7%. Gli alberghi rincarano del +2,9% su anno, i villaggi vacanza del +3,6%, mentre i listini di case vacanza, b&b e altre strutture ricettive del +5,9%. Aumentano anche musei e monumenti storici: +4% su anno, ristoranti (+3%), bar (+3,8%), gelaterie (+3,8%). Rincari che purtroppo si accentueranno in queste settimane, con la maggiore domanda turistica da parte dei cittadini, determinando anche nel 2025 una stangata estiva che porta il 49% degli italiani a rinunciare del tutto alle partenze non potendo affrontare i costi proibitivi delle vacanze”. LEGGI TUTTO

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    CleanBnB, gross booking sale a 23,2 milioni di euro nel primo semestre

    (Teleborsa) – CleanBnB, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo del property management per il mercato degli affitti a breve e medio termine, ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un’ulteriore crescita (per oltre 160 unità) del proprio portafoglio immobili, che ha raggiunto le 3.111 unità, distribuite in oltre 100 località italiane e gestite in esclusiva, in massima parte con la formula del “pacchetto FULL” di gestione completa. L’apertura delle attività in ulteriori nuove zone non ancora coperte dal servizio CleanBnB si è accompagnata a un generale rinnovamento del portafoglio su tutte le località servite sul territorio italiano.I soggiorni gestiti da CleanBnB nel corso del primo semestre 2025 sono stati quindi complessivamente a 62.994 (+14% rispetto ai 55.329 del primo semestre 2024). Questo risultato operativo si è riflesso anche nel volume di gross booking, ovvero gli incassi dagli ospiti per i soggiorni gestiti, che hanno superato quota 23,19 milioni di euro, con una crescita dell’8% rispetto a 21,4 milioni di euro incassati nel primo semestre del 2024.”Il 2025 si è dimostrato da subito un anno particolarmente sfidante per il mondo del turismo in Italia, caratterizzato da volumi di viaggiatori in costante crescita e in cerca di elevati standard di ricettività – afferma il presidente Francesco Zorgno – In questo contesto il modello CleanBnB di gestione professionale ha dimostrato ancora una volta le sue caratteristiche di flessibilità ed efficienza, permettendo alla Società di continuare a crescere soprattutto aumentando i tassi di occupazione degli immobili gestiti e rinnovando il portafoglio con strutture sempre più in linea con l’elevato livello di aspettativa dei viaggiatori”. LEGGI TUTTO

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    UE, pernottamenti prenotati online in solida crescita nel primo trimestre

    (Teleborsa) – Nel primo trimestre del 2025, gli ospiti hanno trascorso 129,6 milioni di pernottamenti in alloggi in affitto a breve termine nell’Unione europea (UE), prenotati tramite Airbnb, Booking o Expedia. Lo comunica l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat). Il 2025 si presenta promettente, con un aumento del numero totale di pernottamenti del 4,8% rispetto al 2024 e addirittura del 34,5% rispetto al 2023.I pernottamenti in alloggi per soggiorni brevi sono aumentati del 16,3% a gennaio 2025 e dell’11,6% a febbraio rispetto agli stessi mesi del 2024. D’altra parte, i dati mostrano un calo dell’8,6% a marzo di quest’anno rispetto a marzo 2024, dovuto principalmente alle vacanze pasquali, che si sono svolte ad aprile di quest’anno e a marzo dell’anno scorso. Gli ottimi risultati nei primi due mesi hanno contribuito a compensare il calo stagionale osservato a marzo.Le regioni più gettonate per gli alloggi in affitto a breve termine prenotati tramite piattaforme online nell’ultimo trimestre del 2024 sono state l’Andalusia (8,7 milioni di notti) e le Canarie (7,6 milioni) in Spagna e l’Ile-de-France in Francia (7,2 milioni).Nello stesso trimestre, tra le prime 20 regioni, 5 si trovavano in Spagna e altre 5 in Italia, 4 in Francia, 2 in Portogallo e 1 regione ciascuna in Ungheria, Polonia, Grecia e Austria.(Foto: Photo by Kelcie Papp on Unsplash) LEGGI TUTTO