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    Giappone, vendite dettaglio aprile sopra attese

    (Teleborsa) – Crescono più delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite ad aprile, su base mensile, sono salite dello 0,5% contro il -1,2% del mese precedente. Le vendite cresciute del 3,3% su base annuale, dopo il +3,1% di marzo e contro il +2,9% atteso dagli analisti.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +1,4% su anno e un -0,7% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 2% tendenziale ed un calo dello 0,1% su mese. LEGGI TUTTO

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    Caro-spesa, Unimpresa: “Da 2022 pane, latte e pasta aumentati fino a 70%”

    (Teleborsa) – Negli ultimi tre anni i prezzi dei beni alimentari essenziali per la dieta degli italiani – pane, latte e pasta – hanno registrato aumenti record, mettendo sotto pressione i bilanci delle famiglie. Dal 2022 al 2025 il pane è rincarato fino al 62%, il latte fino al 20% e la pasta ha toccato un +38% in un solo anno. Alla base della corsa dei prezzi ci sono la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la siccità nei Paesi esportatori di grano, l’impennata dei costi di produzione e la speculazione sui mercati delle materie prime. Nel 2024 e nel 2025 i prezzi si sono stabilizzati, ma senza tornare ai livelli pre-crisi: oggi un chilo di pane costa in media tra i 4,5 e i 5,5 euro. Nel 2024 e all’inizio del 2025, il latte crudo ha toccato i 65,3 euro per 100 chili, portando il prezzo al dettaglio a 2,10-2,30 euro al litro, circa il 15-20% in più rispetto al 2022. Il prezzo della pasta è arrivato a circa 1,7 euro al chilogrammo. È quanto segnala un report del Centro studi di Unimpresa.Nonostante una lieve stabilizzazione nel 2024-2025, – rileva Unimpresa – i livelli pre-crisi restano lontani. In calo i consumi e in crescita la spesa nei discount (+11,9%). Quasi 4,5 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a cure mediche per motivi economici. Un contesto che impone interventi urgenti: riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità, sostegno alla produzione locale, controlli sulla speculazione e fondi contro la povertà alimentare.”Il rincaro di beni essenziali come pane, latte e pasta non è solo una questione economica, ma un segnale preoccupante di disagio sociale che rischia di diventare strutturale. Milioni di italiani – soprattutto nei ceti medi e popolari – si trovano costretti a fare scelte drammatiche tra cibo, salute e istruzione. È una spirale pericolosa, che alimenta una nuova forma di povertà silenziosa, spesso invisibile nei numeri ufficiali ma ben presente nella vita quotidiana di tante famiglie. Di fronte a un pane che costa fino a oltre 5 euro al chilo, un litro di latte che sfiora i 2,30 euro e una pasta che ha superato abbondantemente l’euro e mezzo al chilo, parlare di stabilizzazione dei prezzi suona quasi offensivo per chi vive con stipendi bassi o pensioni minime. Questi aumenti colpiscono in modo sproporzionato chi ha meno, aggravando le disuguaglianze sociali. Per questo chiediamo al governo misure concrete: abbassare l’Iva sui beni alimentari, rafforzare i controlli contro le speculazioni e sostenere le fasce più fragili con fondi dedicati alla sicurezza alimentare – commenta il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi –. Il diritto al cibo non può essere subordinato alle dinamiche dei mercati finanziari. Se oggi anche un pacco di pasta diventa un lusso per troppe famiglie, vuol dire che qualcosa si è rotto nel nostro sistema economico e sociale. E a quel punto non possiamo più parlare solo di inflazione, ma di emergenza sociale”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, attesa in frenata la produzione industriale di aprile

    (Teleborsa) – Frena, ma meno delle attese la produzione industriale giapponese ad aprile. Secondo il Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), l’indice della produzione industriale destagionalizzato ha registrato un decremento dello 0,9% su base mensile, dopo il +0,3% registrato a marzo. Le stime degli analisti erano per una discesa dell’1,4%. L’indice grezzo ha segnato un incremento su base annuale dello 0,7%.Alla frenata della produzione contribuisce la caduta delle scorte (-0,5% su mese) mentre salgono le consegne (+0,2%). La ratio delle scorte è pari a +0,2%. LEGGI TUTTO

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    Da premierato a separazione carriere: Governo accelera, ira opposizioni

    (Teleborsa) – Blindare alcuni provvedimenti e accelerare sull’iter di altri: Governo e maggioranza fissano il timing prima della tradizionale pausa estiva. Tre in particolare i dossier: riforma costituzionale sul premierato ( particolarmente a cuore a FdI), riforma costituzionale sulla separazione delle carriere (sulla quale è in pressing FI) e il – contestatissimo da opposizioni e associazioni -decreto Sicurezza, sul quale spinge la Lega con le opposizioni che denunciano “la spartizione” . E proprio sul decreto Sicurezza, dopo la fiducia alla Camera, è altamente probabile che il Governo giochi la stessa carta anche al Senato; “C’è una mortificazione non solo del Parlamento ma anche dell’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini”, dice il capogruppo dem in Affari costituzionali, Andrea Giorgis.Opposizioni che non nascondono una certa preoccupazione data l’accelerazione che governo e maggioranza vogliono imprimere alle riforme, “si profila una nuova compressione del dibattito e dell’esame” di “provvedimenti importanti come le modifiche alla Costituzione”. LEGGI TUTTO

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    Appuntamenti macroeconomici del 30 maggio 2025

    (Teleborsa) – Venerdì 30/05/202501:30 Giappone: Tasso disoccupazione (atteso 2,5%; preced. 2,5%)01:50 Giappone: Produzione industriale, mensile (atteso -1,4%; preced. 0,2%)01:50 Giappone: Vendite dettaglio, annuale (atteso 2,9%; preced. 3,1%)08:00 Germania: Vendite dettaglio, annuale (atteso 1,8%; preced. 2,2%)08:00 Germania: Vendite dettaglio, mensile (atteso 0,3%; preced. -0,2%)09:00 Spagna: Prezzi consumo, mensile (atteso 0,1%; preced. 0,6%)09:00 Spagna: Prezzi consumo, annuale (atteso 2,1%; preced. 2,2%)10:00 Unione Europea: M3, annuale (atteso 3,7%; preced. 3,6%)10:00 Italia: PIL, trimestrale (atteso 0,3%; preced. 0,2%)10:00 Italia: PIL, annuale (atteso 0,6%; preced. 0,5%)11:00 Italia: Prezzi consumo, annuale (atteso 1,7%; preced. 1,9%)11:00 Italia: Prezzi consumo, mensile (atteso 0,1%; preced. 0,1%)12:00 Italia: Prezzi produzione, annuale (preced. 3,9%)12:00 Italia: Prezzi produzione, mensile (preced. -2,4%)14:00 Germania: Prezzi consumo, annuale (atteso 2%; preced. 2,1%)14:00 Germania: Prezzi consumo, mensile (atteso 0,1%; preced. 0,4%)14:30 USA: Redditi personali, mensile (atteso 0,3%; preced. 0,5%)14:30 USA: Spese personali, mensile (atteso 0,2%; preced. 0,7%)14:30 USA: Scorte ingrosso, mensile (atteso 0,4%; preced. 0,4%)15:45 USA: PMI Chicago (atteso 45,1 punti; preced. 44,6 punti)16:00 USA: Fiducia consumatori Università Michigan (atteso 50,8 punti; preced. 52,2 punti)(Foto: Silkstock – stock.adobe.com (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

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    Dazi: una Corte li blocca, un’altra annulla stop

    (Teleborsa) – Resta valida solo poche ore la decisione della Us Court of International Trade secondo la quale i dazi di Donald Trump sono “illegali” e vanno bloccati: la corte di appello ha infatti deciso di accogliere il ricorso dell’amministrazione che chiedeva una pausa della sentenza. In 24 ore di colpi di scena si consumano le prime battute di quella che si preannuncia una lunga battaglia giudiziaria sulle tariffe, che molto probabilmente arriverà alla Corte Suprema.La sentenza della US Court of International Trade è “temporaneamente sospesa fino a nuovo avviso mentre queste corte esamina i documenti delle istanze”, ha stabilito la Corte d’appello dopo il duro colpo impartito dal poco conosciuto tribunale di New York all’agenda del presidente, che aveva bloccato le tariffe reciproche a gran parte del mondo e quelle decise contro il Canada, il Messico e la Cina per l’immigrazione e il fentanyl. Stop che aveva scatenato la reazione immediata e dura dell’amministrazione: denunciando un “golpe” da parte di “giudici attivisti”, con la Casa Bianca che si è detta pronta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione in nome dell’America First e contro l'”abuso del potere” giudiziario. Ricorrendo anche, se necessario, alla Corte Suprema. LEGGI TUTTO

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    TradeLab debutta con successo. Borsa: da oggi niente ordini senza limite di prezzo

    (Teleborsa) – Borsa Italiana comunica che da oggi 30 maggio 2025 e fino a successiva comunicazione sulle azioni ordinarie TradeLab (TRAI – Isin IT0005651507) non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo.TradeLab ha debuttato ieri in Borsa su Euronext Growth Milan. Fondata nel 1999, TradeLab è una società di business analytics e consulting, che supporta i processi decisionali dei clienti in diversi settori, integrando competenze settoriali profonde con piattaforme digitali proprietarie.Nel primo giorno di negoziazione le azioni hanno chiuso a Euro 3,0 per azione (+50% rispetto al prezzo di offerta in IPO). Al termine della seduta, la capitalizzazione della Società è risultata quindi pari a Euro 14,1 milioni. Nel primo giorno di quotazione sono state scambiate in totale 10.000 azioni, per un controvalore pari a Euro 30.000.Massimo Viganò, Amministratore Delegato della Società, ha dichiarato: “Oggi inizia una nuova fase del nostro percorso: siamo pronti a dare un nuovo impulso ai nostri progetti di crescita, spinti dai macro-trend che stanno ridefinendo le nostre industry. La raccolta di 3,0 milioni di euro rappresenta un passo decisivo per potenziare lo sviluppo, scalare il nostro modello di business e accelerare gli investimenti in innovazione e tecnologia a supporto dei nostri clienti”.(Foto: © Federico Rostagno | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Dazi, Casa Bianca presenta appello, Trump: “È un golpe”

    (Teleborsa) – Immediata la reazione della Casa Bianca alla decisione della dalla Us Court of International Trade di bloccare i dazi. L’amministrazione americana denuncia un “golpe” da parte di “giudici attivisti” e annuncia la volontà di usare ogni strumento a disposizione, inclusa un’eventuale escalation fino alla Corte Suprema. La sentenza riguarda le tariffe globali e quelle specifiche contro Canada, Messico e Cina, motivate dall’immigrazione e dalla crisi del fentanyl. I tre giudici del tribunale di New York, provenienti da diverse nomine politiche (Jane Restani da Reagan, Gary Katzmann da Obama e Timothy Reif da Trump), hanno deliberato che il presidente non possiede l’autorità legale per imporre tali dazi secondo l’International Emergency Economic Powers Act del 1977, mai utilizzato per il commercio internazionale. Tali tariffe, annunciate in pompa magna il 2 aprile come “liberazione economica”, colpivano con aliquote del 25% Canada e Messico per l’immigrazione e del 20% la Cina per la questione fentanyl. La corte ha dato dieci giorni di tempo al governo per annullarle, mantenendo però in vigore i dazi su acciaio, alluminio e automobili, poiché giustificati dalla Section 232 del Trade Act, che consente restrizioni per proteggere la sicurezza nazionale. L’amministrazione Trump ha già fatto ricorso, chiedendo una sospensione immediata della sentenza. In caso di ritardi nella decisione della corte d’appello, la Casa Bianca minaccia di rivolgersi direttamente alla Corte Suprema. Nel commentare la sentenza, l’amministrazione ha definito “chiaramente errata” la decisione della corte, criticando ciò che viene percepito come un abuso di potere giudiziario. Nel frattempo, i consiglieri presidenziali Kevin Hasset e Peter Navarro, hanno tentato di minimizzare il contraccolpo mediatico e politico, assicurando che Trump dispone di diverse soluzioni per proseguire con la sua strategia commerciale. Tra queste emerge la possibilità di reimporre le tariffe tramite lo stesso Trade Act oppure continuare ad aggirare il Congresso, storicamente responsabile delle politiche commerciali. Sul fronte estero, i principali partner commerciali degli Stati Uniti osservano attentamente questo sviluppo. La Cina ha immediatamente richiesto l’eliminazione di tutti i “dazi unilaterali impropri”, mentre l’Unione Europea e altre economie stanno riconsiderando le loro posizioni con una maggiore cautela, consapevoli delle difficoltà in cui versa la Casa Bianca. Anche i mercati finanziari stanno seguendo con apprensione la situazione: pur interpretandola come un passo falso per Trump, non appaiono convinti che ciò sancisca la fine della guerra commerciale. Rimane alta l’incertezza legata alle potenziali reazioni dell’amministrazione e ai tempi della giustizia americana, alimentando un clima di attesa che coinvolge investitori e partner economici globali. LEGGI TUTTO