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    Fondi pubblici ai partiti: chi ha ricevuto di più (a sorpresa) dal 2 per mille

    20 Gennaio 2021

    Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblici i dati che riguardano il finanziamento ai partiti che proviene dal pagamento del 2 per mille da parte dei contribuenti. Dalle dichiarazioni dei redditi del 2020, emerge che gli italiani hanno destinato quasi 19 milioni di euro, per l’esattezza 18.913.260, alle forze politica. Si tratta di una crescita di quasi 900 mila euro rispetto all’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, 9 Paesi in cui andare a vivere per pagare meno tasse

    29 Settembre 2020

    Fisco più morbido, stile di vita più rilassato, meno burocrazia, clima decisamente più mite, con impatti notevoli sui costi della vita, e sistemi sanitari all’avanguardia. Sono tanti i motivi che spingono ogni anno i pensionati italiani a lasciare il Belpaese per altri lidi, vicini o lontani. Oggi, purtroppo, la tassazione italiana sulle pensioni è fra le più alte in Europa e oscilla, a seconda del reddito, tra il 23 e il 43%. Per i 5,5 milioni destinatari di un assegno pensionistico inferiore ai 1.000 euro al mese, emigrare potrebbe davvero rappresentare una svolta in termine di qualità della vita. LEGGI TUTTO

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    Fisco, UIL: “Sistema iniquo. Irpef per il 94,7% versato da dipendenti e pensionati”

    (Teleborsa) – L’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) risulta pagata per il 94,7% da lavoratori dipendenti (60,3%) e pensionati (34,4%), mentre solo il 5,3% del gettito netto è versato da altre tipologie di contribuente. È quanto rileva la Uil in uno studio, realizzato dal servizio politiche fiscali del sindacato sulla base dei dati forniti dal Mef, volto a evidenziare in che percentuale le diverse imposte contribuiscono a finanziare le spese dello Stato.

    Analizzando le entrate erariali del 2018 lo studio evidenzia come le imposte dirette di carattere nazionale – quindi senza le addizionali regionali e comunali dell’Irpef – e le imposte indirette come accise, Iva, le imposte sui tabacchi e sui giochi d’azzardo, abbiamo generato nel 2018 un gettito totale pari a 463 miliardi di euro. Di questi il 53% pari a 247.771 è composto da imposte nazionali dirette, mentre il 47% (216.004 euro) da imposte indirette.
    Riguardo al contributo delle singole imposte al gettito nazionale il rapporto rileva che dalla sola Irpef nazionale arrivi il 40% delle entrate dello Stato, mentre la seconda fonte di entrate con il 29%, è rappresentata dal gettito Iva, imposta sul valore aggiunto.

    “Dalle dichiarazioni dei redditi 2018 risulta che il 94,7% del gettito Irpef è versato dai soli lavoratori dipendenti e pensionati. Questo è un dato rilevantissimo perché l’Irpef – commenta Domenico Proietti, segretario confederale Uil – rappresenta il 40% delle entrate erariali del nostro paese. Questa situazione fotografa l’iniquità del sistema fiscale italiano e non è più sopportabile”. Da qui l’appello di Proietti per “varare una vera riforma del nostro sistema fiscale che tagli le tasse a chi le paga, vale a dire ai lavoratori dipendenti e pensionati, attraverso un significativo aumento delle detrazioni”. Per la Uil è urgente che “il Governo apra un confronto con i sindacati per arrivare a una complessiva riforma del fisco, che ridisegni le aliquote Irpef e gli scaglioni, rispettando il principio di progressività previsto dalla Costituzione e, contemporaneamente, attuando una svolta nella politica di lotta all’evasione fiscale per recuperare i 110 miliardi di euro che ogni anno sono sottratti alle casse dello Stato”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Ruffini: “Fisco è una giungla. Necessaria grande riforma”

    (Teleborsa) – Non un sistema fiscale, una giungla. Così il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, definisce il fisco italiano, aggiungendo che è “impossibile da comprendere per chiunque, del tutto incontrollabile” e caratterizzato da “frammentazioni assurde”.

    “Adesso c’è da rifare l’edificio”, afferma Ruffini in una intervista a La Repubblica, aggiungendo che la crisi innescata dal Covid è “un’occasione da non perdere” per fare la grande riforma fiscale, ma “è necessario prima di tutto fare ordine: soltanto così potremo decidere come agire”.
    “Bisogna partire dalle fondamenta”, dice il Direttore dell’Agenzia, lanciando la proposta di raccogliere in cinque testi unici – imposte dirette, indirette, accertamento, riscossione e contenzioso – “una materia immensa di cui nemmeno gli esperti conoscono i confini”. “Una volta fatto ordine – aggiunge – ecco che bisogna iniziare a sfrondare. E cambiare”.

    “È arrivato il momento di mettere non i tributaristi, ma ogni cittadino nelle condizioni di conoscere il sistema fiscale”, afferma il titolare dell’Agenzia, richiamando il “patto fiscale” ed il principio di democrazia.
    “Ridurre le imposte in un Paese come il nostro dove l’imposizione è così elevata sarebbe doveroso. Ma la semplificazione del rapporto fra fisco e cittadini è altrettanto importante“, conclude. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, la richiesta dei sindacati: meno tasse per chi lascia il lavoro

    Convocare a stretto giro di posta tre tavoli di confronto con i sindacati sulla riforma fiscale, sulla non autosufficienza e sulle pensioni in essere. I segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil hanno inviato una lettera all’indirizzo del premier Giuseppe Conte ma anche del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, del ministro della Salute Roberto Speranza e del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, chiedendo – tra le altre cose – subito un tavolo per discutere della riforma fiscale e previdenziale.

    Al Presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia i segretari generali dei pensionati hanno “evidenziato le criticità del sistema fiscale, tra le quali un’evasione e un’elusione tra le più alte d’Europa e un elevatissimo carico fiscale che grava su pensionati e lavoratori, chiedendo l’apertura di un Tavolo di confronto specifico per avviare una decisa riforma fiscale che tagli le tasse anche ai pensionati e prosegua nel taglio ai lavoratori dipendenti”.
    Pensioni: “In arrivo una Fornero bis”
    Non solo riforma previdenziale: al centro del dibattito politico c’è Quota 100, che è sperimentale, scade nel 2021 e non verrà prorogata come ha replicato Antonio Misiani, viceministro all’Economia, in risposta alla richiesta del premier olandese Mark Rutte di abolire l’anticipo pensionistico.Cosa succederà dopo il 2021? Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari previdenziali ha ribadito in un’intervista al quotidiano La Verità il rischio che nei prossimi anni possa esser fatta una riforma ancora più dura di quella che fu la Fornero.“Penso che dovremmo premiare chi resta a lavoro più a lungo. Con l’allora ministro Roberto Maroni facemmo il super bonus e sarebbe ora di riprovarci. Ma non si può pure penalizzare chi vuole andarsene. Invece mi pare sia in arrivo una Fornero bis ancora più dura”. Come se ne esce? “Dicendo la verità e smettendo di giocare con le pensioni e creando occupazione. Se continuiamo con l’assistenzialismo e a far circolare notizie che spaventano l’Europa rischiamo sul serio” conclude Brambilla.Dura la reazione di Salvini che avvisa il governo: “Se qualcuno pensa tra i banchi del Pd di tornare alla legge Fornero faremo le barricate dentro e fuori dal Parlamento, perché alla legge Fornero non si torna per quello che mi riguarda”.

    Tridico: “Il sistema per ora è sostenibile”
    “L’ultimo bilancio dell’Inps pre-Covid vede 16 milioni di pensionati, 23 milioni di lavoratori. Quindi il rapporto tra lavoratori e pensionati è 1,47. Non è un cattivo rapporto – ha detto il presidente dell’Inps Tridico. Ma il numero di lavoratori è esiguo rispetto ad altri Paesi”.Un altro problema è che in Italia ci sono “2-3 milioni di lavoratori in nero che non pagano i contributi e non partecipano alla sostenibilità del sistema pensionistico. Comunque la sostenibilità finanziaria è assicurata, meno la sostenibilità sociale”. Il sistema pensionistico, ha concluso, ”è rigido perché legato a coefficienti dell’aspettativa di vita che non sono individuali” ma sono il risultato di medie. LEGGI TUTTO

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    La Grecia sfida il Portogallo: tasse basse ai pensionati stranieri

    Economy news della settimana: assegni familiari, contagi Covid sul lavoro, scarpe Lidl e congedi Inps
    La Grecia sembra voler puntare sui pensionati stranieri per uscire dalla crisi economica. Il governo ellenico, infatti, ha inserito nella proposta di legge di bilancio presentata una settimana fa una norma che prevede la tassazione secca al 7% dei redditi dei pensionati. Durerà 10 anni e sarà concessa a coloro che trasferiranno nel Paese anche la residenza fiscale. Ci sono già alcuni dettagli su come funzionerà, una volta ratificata la proposta: il prelievo avverrà in un’unica soluzione durante l’anno. La scadenza per la richiesta dello spostamento della residenza, per quest’anno, è prevista il 30 settembre 2020. Difficilmente questa norma non si concretizzerà.

    Pensioni, la scelta avanguardistica del Portogallo
    Matteo Salvini ha recentemente citato qualche numero, dicendo che 400 mila pensionati italiani sono residenti all’estero per pagare meno tasse. Il leader della Lega ha citato il Portogallo, dove “per i primi 10 anni sulla pensione non paghi tasse”. Il segretario ha aggiunto di aver pronta una proposta per trasformare alcune Regioni del Sud, fiscalmente parlando, in un “Portogallo italiano”.
    In effetti il Portogallo ha attirato, secondo l’Inps, quasi 3 mila italiani grazie al programma che garantiva zero tasse per 10 anni sui redditi percepiti all’estero. Il governo socialista di Antonio Costa, però, ha scelto di ridurre lo sconto (non in maniera retroattiva) dopo la vittoria delle elezioni: un’imposta secca del 10% per i redditi dei ‘residenti non abituali’ stranieri.

    Flat tax, cosa prevede l’Italia per gli stranieri
    La proposta della Grecia riprende quella prevista in Italia con la legge di bilancio 2019, che garantisce una flat-tax al 7% agli stranieri che vanno a vivere in Paesi del Sud inferiori ai 20 mila abitanti. Il governo ellenico aveva già approvato alcuni anni fa un programma di Golden Visa, rivolto proprio ai cittadini provenienti dall’estero, determinati a investire almeno 250 mila euro in proprietà immobiliari.
    Questo programma era stato criticato dall’Unione europea, già contraria a piani simili portati avanti da Malta e Cipro. La scelta della Grecia, però, ha permesso di raccogliere circa 2 miliardi di euro. Nel solo 2019 le richieste arrivate da cittadini stranieri hanno sfiorato le 4 mila. Soprattutto cinesi, il 75%, spinti dalla possibilità di ottenere in questo modo anche un passaporto comunitario. LEGGI TUTTO

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    Tasse, le scadenze da giugno a settembre: il calendario fiscale post lockdown

    Prendendo consapevolezza delle tante difficoltà che i contribuenti hanno dovuto affrontare a causa del lockdown, il Governo ha pensato bene di rivedere il calendario fiscale durante l’emergenza Coronavirus. Le aziende erano chiuse, i lavoratori costretti a casa e molti hanno visto le proprie entrate dimezzarsi, se non addirittura azzerarsi in diversi casi. Bonus e sussidi […] LEGGI TUTTO