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    OPS di Unicredit su Banco BPM, adesioni oltre il 10,6% al 23 maggio

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da UniCredit sulle azioni ordinarie di Banco BPM, risulta che oggi 23 maggio 2025 sono state presentate 63.473 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 8.932.465, pari al 10,63% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 28 aprile 2025 e terminerà il 23 giugno 2025.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banco BPM acquistate sul mercato nei giorni 20 e 23 giugno 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Debole il mercato americano. Giù Apple dopo minaccia dazi Trump

    (Teleborsa) – Il listino USA continua la seduta poco sotto la parità, con il Dow Jones che lima lo 0,33%: l’indice americano prosegue in tal modo una serie negativa, iniziata martedì scorso, di quattro ribassi consecutivi; sulla stessa linea, si muove al ribasso l’S&P-500, che perde lo 0,37%, scambiando a 5.821 punti. In rosso il Nasdaq 100 (-0,84%); con analoga direzione, in lieve ribasso l’S&P 100 (-0,44%).A pesare sul mercato sono le nuove minacce del presidente USA, Donald Trump che ha affermato di voler imporre dazi al 50% sulle importazioni dalla Unione europea, lamentando mancanza di progressi nelle trattative, a partire dal primo giugno. Separatamente, Trump ha dichiarato che Apple dovrà pagare un dazio del 25% se i telefoni venduti nel Paese non saranno prodotti all’interno dei suoi confini. “Ho informato tempo fa Tim Cook di Apple che mi aspetto che i loro iPhone venduti negli Stati Uniti d’America saranno fabbricati e costruiti negli Stati Uniti, non in India o in qualsiasi altro luogo – ha scritto sempre su Truth In caso contrario, Apple dovrà pagare agli Stati Uniti un dazio di almeno il 25%”.In luce sul listino nordamericano S&P 500 il comparto utilities. Tra i peggiori della lista del paniere S&P 500, in maggior calo i comparti informatica (-0,84%) e beni di consumo secondari (-0,51%).Unica tra le Blue Chip del Dow Jones a riportare un sensibile aumento è Coca Cola (+0,91%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Apple, che continua la seduta con -2,44%.Soffre Nike, che evidenzia una perdita del 2,26%.Preda dei venditori Intel, con un decremento dell’1,95%.Si concentrano le vendite su Dow, che soffre un calo dell’1,73%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Intuit (+7,93%), Constellation Energy (+3,12%), CrowdStrike Holdings (+3,02%) e DoorDash (+2,63%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Workday, che prosegue le contrattazioni a -11,24%.In perdita Copart, che scende del 10,69%.Pesante Ross Stores, che segna una discesa di ben -9,59 punti percentuali. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Freni (Mef): governo convinto di come è stato strutturato il golden power

    (Teleborsa) – Il sottosegretario al Mef, FedericoFreni, ha dichiarato che per quel che riguarda il golden power sull’Ops di Unicredit lanciata su Banco BPM il governo è convinto di come è stato strutturato. “Se il golden power non è preordinato a tutelare gli interessi nazionali, non vedo a cosa possa servire”, ha commentato a margine del Festival dell’Economia di Trento rispondendo alle critiche di Unicredit sulle prescrizioni contenute nel provvedimento. “Noi abbiamo fatto un golden power, che quello è e quello resta, siamo convinti di come abbiamo strutturato quel provvedimento”, ha affermato il sottosegretario.L’istituto guidato da Andrea Orcel ha già annunciato che presenterà ricorso al Tar, possibilità prevista dalla delibera della Consob che ha sospeso l’Ops per 30 giorni. Freni ha risposto anche a chi chiede un tagliando alla normativa del golden power, a partire dalle proposte di Assonime. “Si può riflettere su tutto. Ovviamente il golden power è uno strumento che in tempi come questo serve, va usato come è stato sempre usato in casi specifici. Se vedete il ricorso al golden power non è assolutamente abusato, anzi se guardate la casistica è molto, molto ristretta”. “Ma di questi tempi – ha aggiunto – l’utilizzo da golden power a tutela dell’interesse nazionale per quanto mi riguarda è uno strumento essenziale”.Freni ha poi affermato che la Consob “è un’autorità indipendente, noi rispettiamo la sua autonomia e la valutazione. Ciascuno fa il suo mestiere”. In merito alle dichiarazioni del presidente Paolo Savona che ha fatto sapere di essere pronto a lasciare la guida dell’Authority se non fosse più gradito, il sottosegretario ha risposto: “anche questa cosa a me dispiace, però mi sembrerebbe particolare che il presidente della Consob possa sentirsi attaccato perché viene criticato da alcuni. Tra l’altro non mi sembra che il governo abbia espressamente criticato l’operato della Consob. La Consob fa il suo mestiere, ciascuno ha le sue opinioni, a me sembra ci sia molto un carico emotivo, forse anche sovradimensionato”. LEGGI TUTTO

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    Moody’s, attesa per verdetto sull’Italia: rating stabile dal 2018

    (Teleborsa) – È atteso per questa sera il verdetto di Moody’s sul rating del debito pubblico dell’Italia. Un momento cruciale che sta attirando l’attenzione degli investitori, specialmente nel mercato obbligazionario. Attualmente, i tassi sul BTP a 10 anni rimangono stabili al 3,6%, mentre lo spread si attesta poco sopra i 100 punti, dopo aver raggiunto i minimi dal 2021 e aver brevemente superato tale soglia al ribasso nei giorni scorsi. S&P si era espressa sul debito italiano l’11 aprile scorso, con un giudizio positivo che ha portato il rating da BBB a BBB+ con outlook stabile. Anche per Moody’s si nutrono speranze di una valutazione favorevole. Dal 2018, infatti, Moody’s colloca l’Italia a Baa3, il livello più basso tra le maggiori agenzie di rating. Bisogna tornare al 2002 per trovare un innalzamento del rating da parte dell’agenzia, che in quell’occasione aveva portato il giudizio da Aa3 ad Aa2. Per quanto riguarda Fitch e DBRS, attualmente il rating dell’Italia è fissato rispettivamente a Baa3 e BBB+, entrambi accompagnati da un outlook stabile. Attesa per oggi anche la review del rating sull’Italia da parte di Scope Ratings, l’agenzia di rating europea, che attualmente ha un rating sull’Italia a BBB+ con outlook Stabile. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Trump minaccia anche Apple: tariffa al 25% se non produrrà negli Usa

    (Teleborsa) – Il presidente Usa DonaldTrump ha minacciato dazi al 25% sui prodotti di Apple se il gruppo non sposterà la produzione negli Stati Uniti. “Ho informato da molto tempo Tim Cook della Apple che mi attendo che i loro iPhone, che verranno venduti negli Stati Uniti di America, vengano costruiti e assemblati negli Usa, non in India o in qualunque altro posto. Se questo non avverrà – afferma Trump suo social Truth – Apple pagherà un dazio di almeno il 25%”.Intanto, la Commissione europea ha deciso di non commentare con un “no comment” la decisione di Trump di imporre dazi al 50% sulle importazioni dalla Unione europea dal 1 giugno lamentando l’assenza di progressi nelle trattative su questa partita. “Le nostre discussioni con loro non porteranno a nulla!”, aveva scritto sul suo social Truth. Un portavoce della Commissione ha però fatto sapere che oggi si terrà una conversazione telefonica tra il commissario europeo responsabile del commercio, Maros Sefcovic, e il rappresentante Usa per il commercio, Jamieson Greer. Il portavoce ha precisato che questa conversazione era calendarizzata da tempo, prima degli ultimi annunci del presidente Usa.Secondo il Financial Times gli Stati Uniti e Unione europea “restano troppo lontani” nelle trattative sui dazi commerciali e negli scambi di comunicazioni scritte avute finora hanno compiuto “pochi progressi concreti”. “Scambiarsi lettere non è fare progressi – ha affermato una fonte al quotidiano britannico –. Non stanno andando da nessuna parte”. Il Financial Times ha riportato che i delegati Usa stanno premendo sull’Ue affinché “riduca in maniera unilaterale i suoi dazi sui beni importati dagli Usa”, in linea con quanto fatto dalla Gran Bretagna, ma sono insoddisfatti perché l’Ue si è limitata ad offrire una riduzione parallela dei dazi e non intende mettere su un tavolo negoziale anche la sua proposta di Digital tax. LEGGI TUTTO

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    S&P: tasso default imprese europee in calo al 3,6% entro marzo 2026

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings prevede che il tasso di default delle imprese europee con rating europeo di grado speculativo su 12 mesi raggiunga il 3,6% entro marzo 2026, in calo rispetto al 4,1% registrato a marzo 2025. “Il tasso di default ha iniziato a diminuire nel quarto trimestre, ma rimane storicamente elevato, soprattutto a causa dell’aumento dell’utilizzo di scambi distressed e di ristrutturazioni del debito” ha affermato Nick Kraemer, Credit Research & Insights di S&P Global Ratings.Le recenti sospensioni dei dazi per 90 giorni hanno portato a una nuova, seppur lenta, apertura dei mercati primari. Anche le entità con rating di grado speculativo in Europa stanno beneficiando di una modesta quantità di scadenze in sospeso, che facilita la necessità di un ampio accesso al mercato per il rifinanziamento del debito.Nel nostro scenario pessimistico – evidenzia S&P – prevediamo che il tasso di default potrebbe salire al 5,25% entro marzo 2026. Uno scenario che potrebbe verificarsi qualora, dopo la sospensione di 90 giorni dei dazi statunitensi, l’amministrazione Usa dovesse decidere di imporre ai paesi europei i livelli tariffari proposti il ??2 aprile. Anche in questo scenario, una ritorsione da parte dell’UE è ancora possibile, il che potrebbe comportare dazi transfrontalieri ancora più elevati di quelli già proposti. LEGGI TUTTO

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    Intuit in rally grazie a trimestrale e guidance sopra attese

    (Teleborsa) – Grande giornata per Intuit che sta mettendo a segno un rialzo dell’8,63%.L’azienda specializzata in software per fisco e contabilità viene premiata dal mercato per aver battuto il consensus con i conti del terzo trimestre. Il gruppo di Mountain View ha registrato un EPS rettificato di 11,65 dollari contro i 10,93 dollari stimati dagli analisti. I ricavi sono cresciuti da 6,73 a 7,75 miliardi e rispetto ai 7,57 miliardi attesi dal mercato. Per l’anno fiscale, la società prevede un utile per azione (EPS) nella forchetta 20,07-20,12 dollari, contro i 19,40 previsti dagli analisti.Comparando l’andamento del titolo con il Nasdaq 100, su base settimanale, si nota che la società produttrice di software finanziari mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +9,41%, rispetto a -1,93% dell’indice dei titoli tecnologici USA).L’analisi di medio periodo conferma la tendenza positiva di Intuit. Sebbene il breve periodo mette in risalto un allentamento della linea rialzista al test del top 733,8 USD. Primo supporto visto a 713,6. Tecnicamente si prevede uno sviluppo negativo in tempi brevi verso il supporto 703,7. LEGGI TUTTO

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    FS: nuove obbligazioni Eurofima da 400 milioni con scadenza 2040

    (Teleborsa) – Ferrovie dello Stato Italiane ha concluso con Eurofima un’emissione obbligazionaria in private placement da 400 milioni di euro, a tasso variabile e con una durata di quindici anni.I fondi raccolti saranno destinati agli investimenti in materiale rotabile per il servizio pubblico gestito da Trenitalia. I treni finanziati rispettano i criteri della Tassonomia Europea e favoriscono la sostenibilità ambientale e sociale, incentivando lo spostamento del trasporto passeggeri dalla strada alla ferrovia (modal shift to rail). LEGGI TUTTO