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    TISG ottiene da Cerved un rating ESG pari ad A

    (Teleborsa) – The Italian Sea Group (TISG), operatore globale della nautica di lusso quotato su Euronext Milan, ha ottenuto da Cerved Rating Agency un rating ESG pari ad A, in aumento rispetto alla precedente valutazione BBB, collocandosi sopra la mediana del settore di riferimento.L’analisi svolta da Cerved ha evidenziato un’elevata capacità di gestione dei fattori di rischio e delle opportunità ESG, un alto grado di consapevolezza delle tematiche ESG e un elevato livello di organizzazione e pianificazione degli obiettivi, nonché l’integrazione delle tematiche ESG nella governance aziendale.”Siamo estremamente orgogliosi di aver raggiunto questo importante obiettivo, che conferma il nostro approccio rigoroso alla sostenibilità e l’impegno a migliorarci costantemente – ha commentato l’AD Giovanni Costantino – L’attenzione allo sviluppo sostenibile ha sempre fatto parte del DNA della nostra azienda e riflette l’impegno e la dedizione che poniamo in ogni attività, consapevoli che il raggiungimento dei risultati aziendali è strettamente legato alla creazione e al mantenimento di un sistema che dia priorità al benessere dei nostri dipendenti e alla solidità della catena di fornitura, portando benefici all’ambiente e all’intera comunità”. LEGGI TUTTO

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    Zignago Vetro, Standard Ethics conferma rating ESG a livello “E”

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “E” a Zignago Vetro, produttore di contenitori in vetro cavo quotato su Euronext STAR Milan. Si tratta del terzo notch su nove (nella fascia “Very Low”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Sulla base della qualità del Codice Etico, delle policy e dei target di medio e lungo periodo, la società mostra un allineamento alle indicazioni internazionali di Onu, Ocse e Ue sulle tematiche ambientali e sociali (E e S dell’acronimo ESG). La rendicontazione extra-finanziaria segue le buone pratiche di settore; la trasparenza nella comunicazione, la completezza delle informazioni pubbliche e la loro reperibilità sono valutate positivamente dagli analisti. Margini di miglioramento permangono nell’area della corporate governance e della governance della Sostenibilità (G), al fine di rafforzare ulteriormente le tutele verso gli azionisti di minoranza ed il mercato.In aggiunta alla figura del Lead Independent Director, appare possibile – ad esempio – innalzare l’indipendenza nel Consiglio di Amministrazione, tenendo conto della presenza di un forte azionista di controllo e di un sistema di voto che favorisce gli azionisti di lungo periodo. Nella catena di controllo della società, inoltre, interviene un patto parasociale.Infine, gli analisti prendono nota delle segnalazioni pervenute all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e ne monitorano il corso. LEGGI TUTTO

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    Net Zero, UniCredit fissa gli obiettivi intermedi  per i settori navale e immobiliare commerciale

    (Teleborsa) – In linea con l’impegno che la banca ha firmato nell’ottobre 2021 con la “Net Zero Banking Alliance” – la rete di banche riunita dalle Nazioni Unite – UniCredit ha annunciato oggi i suoi obiettivi per il 2030 relativi ai finanziamenti nei settori navale e immobiliare commerciale, che contribuiscono all’ambizione della banca di raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050 del portafoglio di prestiti e investimenti.”L’annuncio di oggi – ha dichiarato Fiona Melrose, head of Group Strategy & ESG, UniCredit – segna un altro passo importante del nostro percorso verso Net Zero e continuiamo a fare la nostra parte nel contribuire a una transizione giusta ed equa per tutti i nostri stakeholder. Il nostro nuovo obiettivo per i finanziamenti del settore immobiliare commerciale, un segmento chiave che presenta grandi sfide, ci vedrà incrementare i nostri sforzi per supportare i clienti nel migliorare il profilo energetico dei loro edifici, sia esistenti che nuovi. Allo stesso tempo, il nostro nuovo obiettivo per il settore navale mira a contribuire alla decarbonizzazione del commercio marittimo internazionale e del trasporto passeggeri. Con la comunicazione di oggi, abbiamo definito le nostre ambizioni per sette dei settori a più alte emissioni, inclusa una policy di uscita graduale dal settore del carbone, un chiaro segno di come stiamo integrando l’ESG nelle nostre attività di finanziamento.”Si stima che il settore immobiliare rappresenti il 30% del consumo energetico globale e il 26% delle emissioni correlate all’energia, dati che ne sottolineano l’importanza per il percorso Net Zero. Per supportare la decarbonizzazione del settore, UniCredit si focalizzerà sul segmento immobiliare commerciale nelle sue tre geografie più grandi e rilevanti: Italia, Germania e Austria, che presentanoun’esposizione complessiva di 31,1 miliardi di euro.La banca perseguirà una riduzione dell’intensità delle emissioni operative di questi edifici tra il 44% e il 55% rispetto a una baseline iniziale di emissioni di 44,2kgCO2e/m23 nel 2022. Questo intervallo, con il -55% in linea con la riduzione prevista dallo scenario di decarbonizzazione CRREM4, – sottolinea Unicredit in una nota – è ambizioso e considera l’incertezza del mercato e degli sviluppi normativi richiesti. Per raggiungere questo obiettivo, UniCredit continuerà a supportare le sue imprese clienti attraverso il finanziamento di nuovi edifici energeticamente efficienti e alla ristrutturazione degli immobili meno efficienti.In parallelo, la banca ha anche analizzato il suo portafoglio immobiliare residenziale di 72,8 miliardi di euro nelle stesse tre geografie, con una baseline del 2022 sulle emissioni operative pari a 36,3kgCO2e/m26. UniCredit continuerà a monitorare i miglioramenti di questa baseline, a seguire l’evoluzione in corso del panorama normativo e a supportare i suoi clienti nella riduzione delle emissioni dei loro immobili. La banca sottolinea che l’intervento governativo e schemi di incentivi adeguati saranno abilitatori essenziali per il percorso di decarbonizzazione complessivo sia del segmento immobiliare commerciale che di quello residenziale.Per il settore navale, la banca perseguirà una riduzione del 30% dell’intensità delle emissioni di Scope 1 e 38 del suo portafoglio di finaziamenti agli operatori navali di 3,1 miliardi di euro9, da una baseline di 14,1 gCO2e/GT-nm per le navi passeggeri e di 9,5 gCO2e/DWT-nm10 per le navi mercantili nel 2022.L’ambito delle emissioni di UniCredit (Well to Wake) è in linea con le ultime linee guida dell’Organizzazione Marittima Internazionale, mentre l’obiettivo di riduzione segue la traiettoria IEA 1,5°C di decarbonizzazione.Per raggiungere il suo obiettivo, UniCredit continuerà a impegnarsi proattivamente con i suoi clienti, fornendo finanziamenti per navi di nuova generazione e la ristrutturazione di navi esistenti. LEGGI TUTTO

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    Endesa, Standard Ethics conferma rating “E+”

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “E+” di Endesa, la più grande società di energia elettrica in Spagna e controllata di Enel. Si tratta del quarto notch su nove (nella fascia “Low”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Secondo la metodologia di Standard Ethics, la società prosegue il suo percorso di allineamento alle indicazioni sovranazionali in materia di Sostenibilità; rendiconta le attività extra-finanziarie secondo gli schemi condivisi a livello globale e tratta i principali temi ESG con policy appropriate. La parte ambientale (E) appare particolarmente curata con policy e obbiettivi dedicati ed in linea con le richieste di Onu, Ocse e Ue.Sussistono margini di miglioramento nell’impianto di governance della Sostenibilità (G): a titolo di esempio appare possibile un maggior allineamento del Codice Etico con l’introduzione di richiami formali alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità così come un rafforzamento dell’indipendenza all’interno del Consiglio di Amministrazione.Tenuto conto della presenza di un forte azionista di controllo e osservando il principio di tutela degli interessi degli azionisti di minoranza, qualsiasi implementazione orientata ad una limitazione o contenimento dei casi di interlocking è benvenuta.(Foto: toppercussion | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Case green, ABI: Necessari incentivi per centrare obiettivi europei

    (Teleborsa) – Il mondo bancario è fortemente impegnato nello sviluppo di un mercato dei “mutui verdi”; vale a dire finanziamenti per l’acquisto di immobili ad alta performance energetica o finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici. Lo si legge in una nota diffusa dall’Abi al termine del primo incontro dell’High Level Forum, oggi a Roma, in cui sono confluiti i lavori del Tavolo tecnico per favorire la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli immobili (promosso dall’Abi) e del progetto GreenRoad (finanziato dalla Commissione Europea). I dati dicono che nel corso del 2023 questo tipo di mutui hanno inciso: per il 10% sul totale dei mutui con finalità di acquisto dell’abitazione; per il 16% su quelli destinati alla ristrutturazione e/o costruzione di un immobile residenziale ad alta efficienza energetica (era il 13% nel 2021).È necessario “che il recepimento nel nostro ordinamento della Direttiva europea sulla riqualificazione energetica degli immobili sia accompagnato da adeguate misure di incentivazione che consentano a imprese e famiglie di realizzare gli investimenti necessari a migliorare la performance energetica dei propri immobili. Fondamentale è anche la creazione di un database nazionale degli attestati di prestazione energetica degli immobili (APE), direttamente accessibile dalle banche. Tali informazioni sono infatti essenziali per valutare il grado di prestazione energetica degli edifici di cui le banche finanziano l’acquisto o la ristrutturazione”. Un vantaggio “anche per i proprietari immobiliari giacché ciò consentirebbe alle banche di utilizzare più agevolmente le informazioni sugli APE all’interno del processo di valutazione della rischiosità/fattibilità dell’affidamento/investimento. All’incontro hanno partecipato, oltre ad Abi, tra gli altri, i rappresentanti della Commissione Europea, dei Ministeri dell’Economia e dell’Ambiente, della Banca d’Italia, dell’Unece, Ance, Abi Lab, Enea, Fiaip e delle Associazioni dei consumatori”, conclude la nota. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, nel 2023 cresce quota obbligazioni sostenibili

    (Teleborsa) – “Per facilitare la transizione ecologica, nel corso del 2023 è stato ampliato il portafoglio tematico costituito nel 2022 – incentrato su imprese dell’area dell’euro impegnate in attività strumentali per la transizione verso un’economia a basse emissioni – ed è continuato il dialogo con le aziende responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra riferibili al portafoglio azionario”. È quanto rileva la Banca d’Italia nel “Rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici”.Sul fronte dei titoli emessi da Stati, organismi sovranazionali e agenzie di emanazione pubblica, la Banca d’Italia evidenzia che “sono proseguiti gli acquisti di obbligazioni verdi (green bonds)”. Alla fine del 2023, precisa il rapporto, il valore di mercato degli investimenti di Bankitalia relativi al portafoglio finanziario in euro, alle riserve valutarie e al Fondo pensione complementare era pari a 189,1 miliardi di euro, “prevalentemente impiegati in titoli di Stato dell’area dell’euro e dei paesi che emettono le principali valute, in considerazione delle caratteristiche di sicurezza e liquidità di questi strumenti”. E, in particolare, per quello che riguarda il portafoglio finanziario, “la quota delle obbligazioni sostenibili, il cui acquisto è iniziato nel 2020, è cresciuta nel periodo in esame fino a raggiungere il 4% per i titoli di Stato, il 24% per i titoli sovranazionali e delle agenzie e il 5% per le obbligazioni societarie”.Bankitalia ricorda che nella politica di investimento integra obiettivi finanziari e di sostenibilità. “I primi sono di tipo tradizionale, ossia riguardano il contenimento dei rischi finanziari e la prudente ricerca del rendimento» mentre i secondi «consistono nell’inserire nell’analisi informazioni di sostenibilità” con il duplice scopo di migliorare il profilo di rischio e di rendimento degli investimenti, e di contribuire alla tutela dell’ambiente e alla sostenibilità. Anche nella gestione dei rischi la banca centrale mira a contemperare gli obiettivi di sostenibilità con quelli tradizionali (rendimento, basso rischio e liquidità) e per i portafogli di azioni e obbligazioni societarie “favorisce le imprese con le migliori prassi Esg e quelle più impegnate nella transizione climatica”. Per quello che riguarda i titoli di Stato, via Nazionale assicura che “il graduale ampliamento della quota di green bonds nel portafoglio finanziario e nelle riserve valutarie consente di migliorare il profilo di sostenibilità degli investimenti senza significativi effetti negativi in termini di rischio e rendimento”. Bankitalia ricorda comunque che è impegnata a “rivedere periodicamente la strategia di investimento per assicurare che contribuisca, nel rispetto del mandato istituzionale, al perseguimento sia degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sia di quelli di neutralità climatica entro il 2050 stabiliti dall’Unione europea”. L’effettivo conseguimento di questi obiettivi è tuttavia condizionato da numerosi fattori, per cui la Banca “ritiene preferibile non esplicitare obiettivi climatici di breve e medio periodo per i propri portafogli, pur rimanendo convintamente impegnata” verso clima e ambiente. LEGGI TUTTO

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    Transizione ecologica, ASviS: “Profonda sfiducia degli italiani nella politica”

    (Teleborsa) – Si conferma una forte domanda di interventi politici a favore di una trasformazione del sistema economico e sociale nella direzione della sostenibilità. In Italia, il 62% degli intervistati indica che si debba agire tempestivamente per combattere il cambiamento climatico e proteggere l’ambiente, riducendo le emissioni climalteranti, anche attraverso investimenti adeguati nei settori della produzione di energia elettrica, dei trasporti, dell’agricoltura, dell’industria e delle costruzioni. Il 71% degli italiani sostiene misure fiscali che tassino l’inquinamento per i gas climalteranti, il 61% pensa ci siano troppe diseguaglianze nella società e il 64% è favorevole ad una maggiore progressività della tassazione sui redditi. È quanto emerge dall’indagine realizzata nei Paesi del G20 da IPSOS per Earth4All e Global Commons Alliance su argomenti inerenti la fiducia nelle istituzioni, il funzionamento della democrazia, la capacità del sistema economico di generare benessere, affrontare la crisi climatica e ridurre le disuguaglianze.”Questi dati confermano le analisi condotte dall’Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) e il supporto della popolazione italiana per una politica più coraggiosa a favore dello sviluppo sostenibile, come previsto dall’Agenda 2030 dell’Onu – afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. – È interessante notare che per il 78% della popolazione italiana il sistema democratico è un buon modo di amministrare il Paese, ma un terzo degli intervistati crede nella necessità di avere un/una leader ‘forte’. Solo il 25% confida nella capacità dei governi di prendere decisioni nell’interesse generale e una percentuale ancora inferiore (21%) ritiene che il governo sia in grado di prendere decisioni in un’ottica di lungo termine. Va inoltre evidenziato che solo il 31% degli intervistati è ottimista sul proprio futuro personale, un valore pari alla metà di quello registrato in media nei Paesi del G20, che solo il 25% è ottimista circa il futuro del Paese (a fronte di un valore medio del 44%) e che uno striminzito 20% è ottimista circa il futuro del mondo (38% la media dei Paesi G20). Sono indicazioni importanti e preoccupanti, che confermano le analisi e le proposte formulate dall’ASviS, in particolare quelle rivolte al Governo per accelerare la transizione energetica e definire un Piano integrato energia-clima (Pniec) ambizioso, attuare la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, favorire l’approvazione di una Legge sul Clima, ridurre le disuguaglianze, agevolare la partecipazione dei giovani alla vita politica e tutelare l’interesse delle generazioni future, coerentemente con i principi di recente inseriti nella Costituzione”. LEGGI TUTTO

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    Sycomore (Generali Investments) punta a raddoppiare masse in gestione in piano al 2028

    (Teleborsa) – Sycomore AM, società parte dell’ecosistema di Generali Investments e focalizzata sugli investimenti sostenibili, ha presentato il nuovo piano di crescita Shaping 2028 per crescere ulteriormente sui mercati internazionali.L’offerta di Sycomore, che ha un approccio all’investimento fondato sulla metodologia di ricerca ESG proprietaria, comprende un’ampia gamma di fondi socialmente responsabili (16 fondi Articolo 9 secondo la normativa SFDR e 5 fondi Articolo 8) e nel 2020 è diventata una società mission-led, dimostrando la sua ambizione di contribuire positivamente alla società come “forza del bene”. La società gestisce 7,3 miliardi di euro in asset (dati fine quarto trimestre 2023).”La mia ambizione è quella di capitalizzare il nostro DNA, ciò che ci definisce, per dare forma agli investimenti sostenbili di domani e aumentare il nostro impatto, creando al contempo un valore finanziario sostenibile per i nostri clienti – ha confermato il CEO Denis Panel – La nostra missione è investire in un’economia più sostenibile e inclusiva e generare un impatto positivo per tutti i nostri stakeholder avendo il capitale umano al centro. La nostra tabella di marcia è ambiziosa e ci permetterà di cambiare dimensione e di fare un salto di qualità”. “Il piano mira ad accelerare lo sviluppo diversificando le soluzioni d’investimento, migliorando la gamma di reddito fisso, che ora ammonta a più di 1,7 miliardi di euro, e continuando a fare leva su Generali Investments per rafforzare la posizione”, ha aggiunto.Il CEO di Sycomore AM parla della necessità di “essere consapevoli delle principali sfide che ci attendono come investitori e aziende impegnate”, perché negli ultimi anni il panorama degli investimenti ESG ha subito “notevoli pressioni in termini di capacità di generare valore finanziario sostenibile”. A ciò si aggiungono un forte contraccolpo negli Stati Uniti, una regolamentazione più severa in Europa che spinge a una maggiore trasparenza e la diffidenza degli investitori nei confronti dell’impatto reale degli investimenti. Per questo motivo la società ritiene prioritario migliorare la performance dei fondi e dei processi di investimento. In questo senso, ha rafforzato il team di investimento con l’arrivo di un capo economista e di un ingegnere quantistico, nonché il team di ricerca ESG con un esperto ambientale. Di recente è entrato nel team anche un nuovo CIO, Pierre-Alexis Dumont. Questi cambiamenti iniziali hanno già portato a un’inversione di tendenza nella performance e nella raccolta dei fondi nel 1° semestre 2024 sulle strategie di punta (Sycomore Selection Responsable, Sycomore Sustainable Tech e Sycomore Europe H@W). Anche la gamma di fondi a reddito fisso ha avuto successo, grazie anche ai fondi a scadenza target, in particolare Sycoyield 2026. L’ambizione a diversificare ha portato la società a lanciare due nuove strategie, un fondo ambientale IG e un fondo short duration IG.”Il nostro obiettivo è di raddoppiare le masse in gestione nei prossimi 5 anni, di cui 2/3 proverranno dai mercati internazionali e 1/3 dalla Francia, il nostro mercato storico”, ha detto Panel.(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO