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    PNRR, Enel si aggiudica fondi per quasi 4 miliardi

    (Teleborsa) – Giocando d’anticipo l’Enel ha vinto gare del Piano nazionale di ripresa e resilienza per quasi 4 miliardi di euro presentando vari progetti, principalmente nella missione relativa alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (M2). La fetta più grande della torta, quasi 3,5 miliardi, è andata alle reti di distribuzione in ottica smart grids. È quanto ha spiegato il direttore Italia di Enel, Nicola Lanzetta in un’intervista all’Ansa, assicurando assicurando che “le scadenze saranno rispettate”.Fra i progetti figurano, in particolare, investimenti sulle reti di distribuzione in ottica smart grids, l’ampliamento della fabbrica di pannelli fotovoltaici 3Sun di Catania, lo sviluppo di impianti per la produzione di idrogeno verde e il miglioramento dell’infrastruttura idrica della diga di Pozzillo (Enna) che ha un contributo pari a circa 33 milioni di euro.Aggiudicati nelle ultime 48 ore gli ultimi tre bandi, per 38 milioni di euro in totale, – ha annunciato Lanzetta – riguardano “la produzione di idrogeno verde da energia rinnovabile in aree industriali dismesse in Puglia, Calabria e Liguria”. Secondo quanto reso pubblico dalle tre regioni fra il 30 e 31 marzo, tali progetti sono volti alla creazione di impianti di generazione di elettricità da fonte rinnovabile al posto delle vecchie centrali fossili.”A noi il Pnrr convince, sta andando più che bene. Ci eravamo preparati con anticipo, studiando gli aspetti tecnici, formando il personale e potendo anche procedere rapidamente con le forniture – ha detto Lanzetta –. Questo meccanismo – ha proseguito – “ci convince al di là di una eventuale rivisitazione. Sul piano Repower Eu abbiamo presentato già una serie di proposte anche se non è ancora attivo. E qualora ci fossero fondi ulteriori o non utilizzati del Pnrr ci piacerebbe giocarcela”.Potenziare le reti di generazione dell’energia che arriva direttamente nelle case e la loro resilienza agli eventi climatici estremi – sottolinea direttore Italia di Enel – “serve sempre di più visto l’aumento del 20% anno su anno” di fenomeni meteo gravi in Italia. “La rete deve essere sempre pronta” ad affrontare pressioni impreviste. “Su questa rete – afferma Lanzetta – si stanno connettendo piccoli e medi impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia. Tra gennaio e febbraio 2022 sono stati circa 20mila e nello stesso periodo del 2023 sono triplicati a 60mila. Abbiamo bisogno che la rete, che sta reggendo benissimo, sia sempre più brava”.Sul fronte dello sviluppo della tecnologia fotovoltaica, il direttore Italia di Enel ricorda l’ampliamento della fabbrica di pannelli fotovoltaici di Catania, che produrrà fino a 3 Gw all’anno al 2024, con l’uso di una tecnologia innovativa, che può contare tra fondi Pnrr e Innovation Fund su circa 190 milioni di euro. C’è poi un progetto pilota innovativo che prevede la produzione di pannelli in plastica con un contributo di circa 20 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Eni protagonista in UK per lo sviluppo di progetti CCS

    (Teleborsa) – Eni, in qualità di operatore del trasporto e stoccaggio di anidride carbonica di HyNet North West, si posizione come operatore di primo piano per progetti Carbon Capture and Storage (CCS) in UK. Il Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero (DESNZ) del Regno Unito – annuncia l’azienda in una nota – ha comunicato l’elenco dei progetti di cattura delle emissioni di CO2 che accederanno ai fondi, pari a 20 miliardi di sterline, stanziati per le iniziative in Track 1, previsti dal Governo per accelerare la decarbonizzazione del Paese: degli 8 progetti selezionati ben 5 appartengono al Consorzio HyNet North West (su 7 presentati), in cui Eni è operatore per le attività di Trasporto e Stoccaggio della CO2.Gli altri 3 progetti selezionati sono afferenti all’altro Hub CCS East Coast Cluster (su 14 presentati) in corrispondenza della costa orientale dell’Inghilterra.Con questa decisione il Regno Unito si conferma come uno dei Paesi leader per lo sviluppo della Carbon Capture and Storage (CCS). La CCS è un processo tecnologico che consente di evitare l’immissione in atmosfera di anidride carbonica proveniente da attività industriali edha un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione dei settori “hard to abate”, per i quali non esistono ad oggi altre soluzioni altrettanto efficaci. Proprio per questo l’IPCC (gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) nel recente rapporto del 2023ha definito la CCS come tecnologia imprescindibile per centrare gli obiettivi climatici globali. La IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) stima che la CCS contribuirà ad abbattere il 10% del totale delle emissioni da ridurre nei prossimi 30 anni, arrivando ad un valore di 6,2 miliardi di tonnellate catturate nel 2050.La realizzazione dei 5 progetti selezionati nell’ambito del consorzio di HyNet, contribuirà alla decarbonizzazione delle attività di grandi aziende emettitrici del polo industriale dell’area nord ovest dell’Inghilterra, nei settori del cemento, “Waste to Energy” e produzione di idrogeno a bassa impronta carbonica. Il volume di CO2 che sarà catturato nell’ambito dei primi 5 progetti selezionati, pari a circa 3 milioni di tonnellate per anno, sarà poi raccolto, trasportato e stoccato in maniera permanente da Eni nei propri giacimenti di gas esauriti al largo della costa della baia di Liverpool, giacimenti che hanno una capacità di stoccaggio complessiva di circa 200 milioni di tonnellate.Il progetto HyNet trasformerà uno dei distretti industriali più energivori del Regno Unito nel primo cluster industriale a basse emissioni di anidride carbonica al mondo. L’avvio di HyNet è previsto per la metà del decennio in corso con una portata di iniezione di circa 4.5 milioni per anno nella prima fase per poi raggiungere circa 10 milioni di tonnellate per anno di CO2 a partire dal 2030. Il volume di CO2 evitata in atmosfera rappresenta una quota significativa rispetto all’obiettivo di riduzione delle emissioni industriali di 20-30 milioni associato alla CCS dal governo inglese ed inoltre il progetto contribuirà per il 40% all’obiettivo nazionale di produzione di 10GW di idrogeno a bassa impronta carbonica. Oltre ai benefici dal punto di vista ambientale, HyNet CCS promuoverà un nuovo impulso allo sviluppo della regione grazie agli investimenti per lo sviluppo dei progetti e alla creazione di nuovi posti di lavoro legati alla promozione di nuove filiere produttive. Dal punto di vista occupazionale il progetto consentirà la salvaguardia dei livelli attuali e allo stesso tempo favorirà la creazione di circa 56mila nuovi posti di lavoro nel periodo 2022-2030 nell’area di Liverpool Bay.Inoltre, Eni ha recentemente sottoposto alla North Sea Transition Authority (NSTA) la candidatura per una licenza di stoccaggio di anidride carbonica nel giacimento di gas depletato di Hewett, che interessa un’area situata nel Mare del Nord meridionale britannico ein cui la società prevede di sviluppare un ulteriore progetto CCS che contribuirà alla decarbonizzazione dell’area di Bacton e Thames Estuary nel Paese. Il giacimento a gas depletato e non più produttivo di Hewett è un sito ideale per immagazzinare in modopermanente la CO2 grazie ad una capacità di stoccaggio di oltre 300 milioni di tonnellate di CO2.”Eni – commenta l’azienda nella nota – è orgogliosa di supportare la strategia del Governo UK per contribuire alla decarbonizzazione dell’industria attraverso una tecnologia sicura e matura come la CCS che va ad aggiungersi ad altre iniziative importanti per la transizione energetica come, ad esempio, il progetto per la produzione di energia rinnovabile dal campo eolico offshore di Dogger Bank”. LEGGI TUTTO

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    Comal chiude 2022 in netta crescita, risultato netto a 3,4 milioni

    (Teleborsa) – Comal, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore dell’impiantistica per la produzione di energia da fonte solare, ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 61,1 milioni di euro, in crescita del 64% rispetto all’anno prima. I ricavi sono per il 100% realizzati in Italia; per il 97% sono generati dal settore fotovoltaico e per il 3% dal settore convenzionale. L’EBITDA è stato pari a 6,9 milioni di euro, in crescita del 104%, con un EBITDA margin del 8,9% (8% nel 2021). Il risultato netto si attesta a 3,4 milioni di euro (1,2 milioni nel precedente esercizio).”Il 2022 è stato un anno strategico per Comal, durante il quale abbiamo strutturato la nostra organizzazione per poter affrontare la crescita verticale del mercato fotovoltaico di cui siamo tra i principali protagonisti in Italia – ha commentato l’AD Alfredo Balletti – I risultati ottenuti, con volumi e marginalità in crescita, testimoniano da un lato la nostra capacità di aver saputo cogliere le opportunità che il mercato ha offerto e dall’altro la nostra credibilità sul mercato che ci consente di essere partner strategici dei più importanti operatori italiani ed internazionali nel settore delle energie rinnovabili”.”Per il futuro siamo ottimisti nel continuare in questa direzione considerata la crescita dei mercati in cui operiamo e anche analizzando il nostro portafoglio ordini attuale”, ha aggiunto.L’Indebitamento Finanziario Netto è negativo e pari a 19,2 milioni di euro, rispetto a 4,6 milioni al 31 dicembre 2021, mentre l’Indebitamento Finanziario Netto Adjusted risulta negativo per 20,4 milioni, rispetto a 6,3 milioni al 31 dicembre 2021.Il portafoglio ordini si attesta al 31 dicembre 2022 a 247 milioni di euro. Grazie a nuove acquisizioni per la realizzazione di impianti fotovoltaici, il portafoglio ordini si porta a circa 315 milioni di euro alla data odierna.(Foto: Photo by Zbynek Burival on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Transizione energetica, K.EY.: 5 falsi miti che ostacolano il progresso

    (Teleborsa) – “Le rinnovabili sono e rimarranno marginali”. “Le rinnovabili costano troppo”. “Le rinnovabili fanno male a economia e occupazione”. “Le rinnovabili rovinano il paesaggio”. “Le rinnovabili ci fanno restare al buio”. Sono i 5 falsi miti che Italy for Climate, il think tank della Fondazione per lo sviluppo sostenibile nato con lo scopo di informare sulla questione climatica in modo corretto, ha sfatato a K.EY di Italian Exhibition Group . Per ognuno di questi falsi miti Italy for Climate ha svolto un’attività di ricerca pubblicando sulla piattaforma dati, fonti e offrendo una chiave di lettura per l’analisi delle informazioni semplice e immediata, con vari livelli di approfondimento. Le rinnovabili non sono né rimarranno marginali, infatti 8 kW su 10 di impianti di generazione elettrica installati ogni anno sono rinnovabili: in pochi anni le fonti rinnovabili hanno già cambiato il panorama energetico mondiale. Falso che costino troppo: 1 kWh prodotto da eolico o fotovoltaico costa 5 centesimi di euro, meno della metà rispetto a fossili e nucleare in Europa. Le rinnovabili erano le fonti più economiche già prima della crisi energetica. Inoltre, già oggi ci sono Paesi che producono elettricità per oltre il 90% da fonti rinnovabili, anche in Europa, e cresce il numero di Governi che puntano a fare lo stesso entro il prossimo decennio. Le rinnovabili non rovinano il paesaggio. Servirebbe solo lo 0,7% del territorio nazionale per sostituire tutti gli impianti fossili con pannelli fotovoltaici. Meno di 200 mila ettari, un decimo della superficie oggi edificata in Italia. Infine, al 2030 saranno 14 milioni i nuovi posti di lavoro nel mondo, contro i 5 milioni persi nell’oil&gas. Grazie alle rinnovabili crescono investimenti e occupazione e si valorizzano le filiere locali. LEGGI TUTTO

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    Energia: ENEA e Fratello Sole rafforzano collaborazione per contrastare la povertà energetica

    (Teleborsa) – Sviluppare azioni per il contrasto alla povertà energetica, in particolar modo a sostegno del Terzo Settore e degli enti religiosi. Con questo obiettivo ENEA e Fratello Sole, società consortile senza scopo di lucro attiva negli interventi e nei servizi di efficienza energetica e lo sviluppo di comunità energetiche per Enti no profit, hanno rinnovato, con un protocollo d’intesa, la loro partnership. Per i prossimi cinque anni la collaborazione – fa sapere ENEA in una nota – punterà a realizzare nuovi progetti dedicati alla formazione delle imprese sociali nel settore dei green job. Tra gli obiettivi figurano anche la revisione delle Linee Guida per la sostenibilità degli Enti del Terzo Settore – Energia e Acqua sulla base degli aggiornamenti normativi e per introdurre il tema della Comunità Energetiche, ma anche nuovi progetti europei per l’innovazione e il contrasto alla povertà energetica. Inoltre, ENEA e Fratello Sole metteranno in campo azioni concrete volte a creare le condizioni per una transizione energetica degli enti religiosi e del Terzo settore che producono valore sociale, partecipazione e inclusione delle persone maggiormente vulnerabili, soprattutto nei territori italiani più svantaggiati. “ENEA è impegnata su molti fronti affinché nel percorso di transizione energetica vengano applicati i principi della sostenibilità e della Just Transition. In questo contesto, la partnership con Fratello Sole – sottolinea il presidente dell’ENEA Gilberto Dialuce – è di particolare rilievo in questa direzione. Rinnovando la nostra collaborazione, cercheremo quindi di rafforzare le iniziative per contrastare la povertà energetica che desta preoccupazione per gli elevati numeri e i significativi divari tra diverse categorie di cittadini. Dalle nostre elaborazioni emerge infatti che sono le famiglie con elevato numero di componenti, abitazione in affitto e presenza di inattivi, disoccupati o di persone fragili e di altre nazionalità, a far registrare percentuali di povertà energetica più alte rispetto alla media”.”I servizi e le attività sociali sono messi a rischio dai costi energetici alti – commenta Fabio Gerosa, presidente di Fratello Sole –. La povertà energetica oltre che le famiglie affligge anche le organizzazioni non profit. L’accordo con ENEA ci consente di rinnovare il nostro impegno comune per aiutare il Terzo Settore, che, dopo la pandemia e con la crisi energetica, ha ancora di più necessità di essere aiutato nel cammino verso la sostenibilità e l’uso efficiente delle risorse, a partire da quelle energetiche. Oggi parlare di energia significa parlare di pace e di sostenibilità non solo ambientale, significa produrre un impatto sociale che i nostri enti realizzano sui territori accogliendo le persone fragili. Per questo la relazione e i progetti con ENEA hanno avuto un impatto reale in questi anni e ugualmente ci auguriamo anche nel prossimo quinquennio”.Il primo accordo tra ENEA e Fratello Sole, firmato nel 2018, ha permesso di realizzare diverse azioni per aiutare le organizzazioni senza scopo di lucro (associazioni, fondazioni, cooperative, enti religiosi, mutue e imprese sociali) ad efficientare gli edifici in cui quotidianamente vengono erogati servizi educativi, sociosanitari, di istruzione, ricerca, formazione, in cui vivono persone vulnerabili o dove si realizza la produzione con l’apporto di lavoratori appartenenti alle fasce deboli. Nello specifico, tra le principali iniziative realizzate nei primi cinque anni di collaborazione ci sono: azioni di sensibilizzazione verso le istituzioni nazionali, che hanno condotto con successo alla realizzazione della prima misura nazionale che coniuga il Terzo Settore con la transizione energetica, con la modifica del Titolo VI, Misure fiscali – Art.119 – “Incentivi per efficientamento energetico, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”; linee guida per la sostenibilità degli enti del Terzo Settore – Energia e Acqua, progettate e realizzate anche con il supporto di Fondazione AMGA, lanciate a novembre 2021 e presentate nel contesto di un tour nazionale con Banca Etica. Il documento è stato scaricato 200 volte dal sito di Fratello Sole e sono state distribuite oltre 300 copie cartacee; progetto europeo Erasmus+ “Greenability”, che ha messo a confronto le diverse modalità di affrontare la povertà energetica in Europa e ha permesso di realizzare due toolkit pratici ad uso degli operatori sociali per supportare gli enti e le famiglie e si è concluso con un evento finale a Milano insieme all’Ordine degli Ingegneri, per sensibilizzare anche il mondo dei professionisti di settore;progetto europeo Horizon 2020 “SER_Social Energy Renovations”, che ha consentito di creare, ad esempio, il tool SERvice4Impact, ad uso dei progettisti, per la valutazione preliminare dello stato degli immobili del Terzo Settore. Ad oggi sono stati effettuati oltre 700 download di questo strumento che consentirà di raccogliere molti dati sull’efficienza energetica nel Terzo Settore, consentendone lo studio delle peculiarità e dei bisogni; seminari e convegni sul territorio nazionale dedicati alla transizione energetica del Terzo Settore, tra cui l’evento ‘Good&Green’ con Caritas Roma nel 2019. LEGGI TUTTO

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    Torna l'ora legale: ecco quando e quanto risparmieremo

    (Teleborsa) – Domenica torna l’ora legale: alle due di notte del 26 marzo bisognerà dunque spostare le lancette in avanti di sessanti minuti che resteranno così fino al 29 ottobre quando tornerà l’ora solare.Consistente il risparmio in termini di energia: nei sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale l’Italia risparmierà circa 220 milioni di euro milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.E’ quanto stima Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale spiegando che dal 2004 al 2022 il nostro Paese ha risparmiato circa 2 miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità.Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2023 – spiega la nota – è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati ARERA) è, attualmente, pari a circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 410 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie. Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh.I dati in tempo reale sull’esercizio del sistema elettrico nazionale sono, inoltre, consultabili sull’app di Terna disponibile sui principali store.(Foto: Markus Gann / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Iren, Armani: vediamo valore nel creare partnership con investitori professionali

    (Teleborsa) – “Vediamo un valore nel creare partnership con investitori professionali, soprattutto per due motivazioni. La prima è per il contributo al capitale, che ci permette di avere rating più alti, e in particolare per accelerare sulle rinnovabili stiamo cercando un partner. Inoltre, vogliamo garantire ai nostri shareholder che abbiamo un approccio assolutamente solido e investiamo in modo oculato”. Lo ha detto Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato di Iren, rispondendo alle domande degli analisti durante la presentazione dell’aggiornamento del piando industriale. “Abbiamo identificato specifici business dove generiamo opportunità per investire”, ha spiegato l’AD, aggiungendo che “l’abilità di Iren di generare opportunità di investimenti potrebbe anche generare cash flow che non è ancora incorporato nel piano”. LEGGI TUTTO

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    Iren, Tanganelli: profilo finanziario solido e a basso rischio

    (Teleborsa) – “Sia l’EBITDA che l’utile netto sono attesi in significativa crescita nei prossimi anni, in linea con il piano precedente. In particolare, l’EBITDA passerà dai 1.055 milioni di euro al 2022 ai 1.870 milioni di euro al 2030, con un CAGR del 7%”. Lo ha affermato Anna Tanganelli, Chief Financial Officer di Iren, durante la presentazione dell’aggiornamento del piano industriale della multiservizi.Tanganelli ha spiegato che 580 milioni di euro deriveranno dalla crescita organica, 170 milioni di euro dalla crescita inorganica, -60 milioni di euro dall’asset roration, 100 milioni di euro da sinergie ed efficientamenti e 30 milioni di euro dal mutato scenario e regolamentazione. “Resta un profilo di business resiliente – ha specificato la CFO – con il 70% dell’EBITDA da attività regolate e semiregolate”.Il debito è atteso in incremento di 1,8 miliardi di euro rispetto al 2022, per effetto dei maggiori investimenti rispetto al piano precedente (+200 milioni di euro) e per i maggiori oneri finanziari, passando da 3,3 miliardi di euro del 2022 ai 5,1 miliardi di euro del 2030. “Il PFN/EBITDA ratio rimarrà pressoché piatto ed è atteso ben al di sotto della soglia di 3,4x nell’orizzonte di piano, e questo ci dà fiducia nel riuscire a mantenere i rating attuali”, ha spiegato.”Per il costo del debito, partiamo da una solida posizione (1,60% nel 2022), ed è previsto inferiore al 2% fino al 2024, mentre per i restanti anni di piano le attese sono di un costo medio del debito del 2,4% – ha spiegato – E considerando che lo scenario dei tassi è completamente cambiato, sentiamo che è un buon risultato”. Inoltre, Iren continuerà con il focus sulle fonti di finanziamento sostenibili.Inoltre, Iren vede “un minore profilo di rischio rispetto al piano precedente”, ha affermato Tanganelli, elencando una serie di motivi: la strategia di Iren si sposa perfettamente con i macrotrend UE e di settore; diversi progetti strategici sono finanziati con risorse Repower EU; le attività regolamentate sono una protezione contro l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse; ci sono minori rischi di esecuzione per una ridotta crescita esterna; c’è una maggiore quota di nuovi impianti autorizzati o in iter autorizzativo; esiste una minore esposizione alla volatilità dei prezzi dell’energia. LEGGI TUTTO