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    Avolta, ingresso in Giappone con contratto per aeroporto internazionale del Kansai

    (Teleborsa) – Avolta (precedentemente Dufry, nata dall’integrazione di Autogrill) accelera la sua espansione nell’area Asia-Pacifico con l’ingresso in Giappone, confermando un contratto F&B su 500 m2 presso l’aeroporto internazionale del Kansai (KIX), uno degli aeroporti più trafficati del paese e un punto di accesso chiave per i viaggiatori globali, che copre Osaka, Kyoto e Kobe.”Questo segna una pietra miliare significativa nell’espansione strategica dell’azienda nella regione Asia-Pacifico – ha dichiarato Freda Cheung, CEO di Avolta per la regione Asia-Pacifico – Siamo orgogliosi di essere presenti all’Aeroporto Internazionale del Kansai, uno dei principali punti di accesso per l’aviazione in Giappone. Il nostro portfolio di concept di ristorazione e bevande globali e proprietari è stato attentamente studiato per integrare l’offerta esistente di KIX. In questo modo, puntiamo a offrire un’esperienza di viaggio straordinaria e a rafforzare la nostra posizione di partner affidabile nella regione”.Il contratto introdurrà quattro distinti concept di ristorazione, tra cui Wolfgang Puck, Crystal Jade e FRESH by Avolta, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Trasporti, disagi per treni, bus e navi: il calendario degli scioperi

    (Teleborsa) – E’ lungo l’elenco degli scioperi in programma da oggi e fino a metà novembre, sia nazionali sia locali, di cui due generali, la maggior parte nel settore aereo e ferroviario. E’ quanto emerge dal sito del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.Si parte oggi, lunedì 22 settembre, con lo sciopero generale nel settore pubblico e privato, proclamato dal sindacato Usb per l’intera giornata a sostegno della missione umanitaria per il popolo palestinese. Nel settore ferroviario sarà dalla mezzanotte alle 23; nel trasporto pubblico locale, marittimo, merci e logistica sarà sempre di 24 ore ma con varie modalità. Incrociano le braccia anche i taxi dalla mezzanotte. Astensione dal lavoro proclamata anche da Cub, Sgb,Adl Varese, Usi-Cit per il trasporto merci su rotaia dalle 21 del 21 alla stessa ora del 22 settembre; per le autostrade 24 ore di stop dalle 22 del 21 settembre e anche per i porti per l’intera giornata.Altro sciopero generale di 24 ore proclamato per il 3 ottobre dal sindacato intercategoriale Cobas nel settore ferroviario: lo stop comincerà dalle 21 del 2 ottobre.Il 26 settembre attesa una giornata di passione nel settore aereo. Cub Trasporti ha indetto uno sciopero di 24 ore dei lavoratori del comparto aereo, aeroportuale e indotto aeroporti.Si fermano per 24 ore anche hostess e steward della Wizz air Malta limited aderenti alla Filt Cgil, e il personale della compagnia Volotea per lo stop deciso dalla Uilt. Per 24 ore si fermano anche i lavoratori della Sogaersecurity dell’ aeroporto di Cagliari.Proteste nazionali nello stesso giorno per quattro ore a livello aeroportuale indette da sindacati confederali e di base. Fra i più colpiti gli scali milanesi di Linate e Malpensa.Ottobre si apre con il fermo il giorno 3 per 24 ore (a partire dalle 21 del 2 ottobre) dei Cobas del settore ferroviario pubblico e privato. Sciopero di 24 ore anche il 21 per un’assemblea nazionale dei lavoratori della manutenzione della infrastruttura Rfi e per uno stop indetto da Cobas lavoro privato/coordinamento ferrovieri.Calendario alla mano, dal 22 settembre al 10 ottobre sono già in calendario alcuni scioperi del trasporto pubblico locale in varie regioni.Per novembre già previsto nella giornata dell’11 lo stop nazionale degli uomini radar dell’Enav proclamato dall’Astra per quattro ore a partire dalle 13. LEGGI TUTTO

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    Adventure, da oggi niente ordini senza limite di prezzo

    (Teleborsa) – Borsa Italiana ha comunicato che da oggi, lunedì 22 settembre 2025, e fino a successiva comunicazione sulle azioni ordinarie Adventure, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore della comparazione di tariffe per gas e luce, telefonia, assicurazioni, non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo.Nella seduta di venerdì il titolo ha perso l’8,8%, non riuscendo a fare prezzo per la maggior parte della seduta. Il calo su base settimanale è del 18%, mentre da inizio anno le azioni hanno perso il 38%.Adventure è stata protagonista di un poderoso rally dall’IPO nell’agosto 2024, quando era stata collocata a 2 euro e aveva raccolto raccolto 4 milioni di euro. A ottobre 2024 si è spinta fino ad un massimo di 24,20 euro per azione, prima di rintracciare ma non scendere mai sotto i 14 euro prima della scorsa settimana. Il rally in Borsa non è stato supportato dai fondamentali – la società ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 11,2 milioni di euro, EBITDA rettificato a 2,1 milioni di euro e utile netto a 0,1 milioni di euro – ma dalla speculazione e dalle aspettative di crescita sulla società. LEGGI TUTTO

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    Euronext lancia mini future su titoli di Stato. Alliot: momento critico, continueremo a innovare

    (Teleborsa) – Euronext, la principale infrastruttura europea del mercato dei capitali, ha lanciato oggi i primi futures mini-size con regolamento in contanti sui principali titoli di Stato europei, in quello che il gruppo francese considera solo il primo passo nell’innovazione della sua offerta nel campo dei derivati ??e del reddito fisso, destinata ad arricchirsi già il prossimo anno. I nuovi mini-futures si concentrano sui principali titoli di Stato europei: OAT, Bund, Bono e BTP a 10 anni, nonché il primo BTP a 30 anni. Quotati sul mercato Euronext Derivatives di Milano, i mini-futures presentano un nozionale di 25.000 euro e regolamento in contanti. I futures su obbligazioni sono contratti derivati mediante i quali le parti si impegnano a scambiare alla scadenza pattuita un certo quantitativo di obbligazioni a un prezzo predefinito. Questi contratti sono generalmente utilizzati per coprirsi o speculare sui tassi di interesse futuri. I mini futures introdotti da Euronext saranno regolati in contanti (cash-settled): questo significa che non ci sarà consegna fisica del titolo obbligazionario, ma il regolamento avverrà in base alla differenza di prezzo maturata sul contratto. Sugli strumenti è prevista la negoziazione continua dalle 08:00 alle 22:00 (dalle 08:00 alle 12:30 nell’ultimo giorno di negoziazione) e sono disponibili le tre scadenze trimestrali più vicine del ciclo di marzo, giugno, settembre e dicembre. “È un prodotto che pensiamo possa essere molto interessante per il retail, ma allo stesso tempo abbiamo visto molto interesse anche da parte di importanti asset manager con cui abbiamo parlato – dice a Teleborsa Charlotte Alliot, Head of Financial Derivatives – Derivatives and Post-Trade di Euronext – Perché magari gestiscono fondi più piccoli e hanno bisogno di prendere posizione sui tassi, e questo strumento consente loro di farlo immediatamente e agilmente”. Questa iniziativa sfrutta la posizione di leadership di Euronext nell’ecosistema di trading secondario del reddito fisso attraverso MTS, la piattaforma per la trattazione all’ingrosso di titoli obbligazionari europei, e MOT, mercato obbligazionario focalizzato sul retail. “Questo progetto è stato possibile grazie all’acquisizione di Borsa Italiana, perché al suo interno ci sono MTS e MOT che sono due mercati molto vivaci, oltre al fatto che ora abbiamo la nostra clearing house che ci permette di esplorare nuove asset class”, sottolinea la manager francese. Il lancio odierno segna il primo passo nell’ambizione di Euronext di espandersi ulteriormente nel settore dei derivati ??a reddito fisso, con l’obiettivo di apportare valore aggiunto agli investitori a livello internazionale. “Volevamo entrare in questo spazio, ma non volevamo solamente copiare quello che i competitor fanno e fare leva sui costi, perché sappiamo che non funziona, quindi abbiamo scelto la via dell’innovazione – racconta Alliot – Abbiamo lavorato insieme alla comunità finanziaria, dai retail broker ai market maker e agli asset manager, per arrivare a questa idea dei mini future sui titoli di Stato europei”. Progettati principalmente per soddisfare le esigenze degli investitori al dettaglio, questi strumenti forniscono anche ai gestori patrimoniali e agli investitori istituzionali la granularità necessaria per la copertura o l’esposizione ai titoli di Stato, in un momento in cui si registra una rinnovata attenzione per i titoli di Stato europei, a causa della turbolenza politica in Francia con il declassamento del rating da parte di Fitch e alla migliore considerazione dell’Italia da parte dei mercati, situazione che ha portato sotto lo zero lo spread Italia-Francia. “Pensiamo di aver lanciato questo prodotto in un momento critico per il mercato, offrendo un’opportunità unica per il retail di accedere al mercato dei derivati – sottolinea Alliot – L’utilizzo di questi strumenti sarà interessante visto il contesto europeo ma non solo, penso alle pressioni di Donald Trump sulla Fed e a cosa ciò comporta per i tassi, ma anche al futuro dei programmi di spesa europei. Quindi i temi della volatilità e del rischio di tasso resteranno cruciali”. Il lancio sfrutta la tecnologia di trading integrata Optiq di Euronext e il modello di rischio offerto da Euronext Clearing. Pertanto, i nuovi futures sul reddito fisso sono accessibili a un gran numero di operatori di mercato, inclusi gli investitori individuali, poiché un numero significativo di broker al dettaglio è connesso all’ecosistema Euronext. I market maker confidano nel significativo valore aggiunto di questa soluzione innovativa e si sono impegnati a fornire liquidità su tutti i nuovi contratti a partire dalla data di lancio.”Abbiamo già domanda per altri contratti, ma vogliamo prima avere successo con questi, poi certamente l’idea è di espanderli in futuro – evidenzia la manager – Questo progetto è un primo passo per Euronext, ma vogliamo fare molto di più nel settore obbligazionario e dei derivati, e annunceremo più cose nel 2026 perché siamo molto ambiziosi. Vogliamo costruire un franchise completo, non solo un’iniziativa”. LEGGI TUTTO

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    Generali, crescono i dubbi sull’operazione con Natixis

    (Teleborsa) – Otto mesi dopo l’annuncio di Assicurazioni Generali e BPCE dell’intenzione di creare il secondo gestore patrimoniale europeo, il loro piano appare più fragile.Nessuna delle due società ha ancora presentato il contratto per la firma ai rispettivi consigli di amministrazione, sebbene la firma fosse originariamente prevista per giugno, secondo fonti vicine alla vicenda. Ora, l’acquisizione del maggiore azionista di Generali, Mediobanca, da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena e le successive dimissioni di Alberto Nagel da amministratore delegato di Mediobanca stanno aumentando i dubbi.Questo perché l’uscita di scena di Nagel elimina un importante sostenitore del CEO di Generali Philippe Donnet, rafforzando al contempo la posizione di diversi stakeholder critici nei confronti dell’accordo. L’investitore miliardario Francesco Gaetano Caltagirone e la famiglia Del Vecchio sono da tempo critici nei confronti di Nagel, e Caltagirone si oppone apertamente all’accordo di gestione patrimoniale.Il governo italiano ha svolto un ruolo attivo nei recenti sviluppi del settore finanziario italiano. La principale preoccupazione della premier Meloni è che i risparmi degli italiani possano essere , ceduti a un controllo straniero. Caltagirone che detiene una partecipazione del 6,3% in Generali, ha sostenuto che un accordo ostacolerebbe la capacità dell’assicuratore di prendere decisioni di investimento.Generali, dal canto suo, ha respinto le critiche, affermando che la governance della joint venture sarebbe equilibrata e che l’assicuratore manterrebbe la proprietà degli asset che investirà nella joint venture. Ha affermato che l’accordo è necessario in un settore in cui le dimensioni contano.L’accordo preliminare presentato da Generali e BPCE a gennaio prevedeva una joint venture paritaria tra le rispettive unità di gestione patrimoniale, Generali Investments Holding e Natixis Investment Managers. L’entità sarebbe valutata circa 9,5 miliardi di euro e, con 1,9 trilioni di euro di asset in gestione, sarebbe il secondo gestore patrimoniale in Europa dopo Amundi.(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, oggi termina la riapertura dell’OPAS MPS. Anche i vertici aderiscono

    (Teleborsa) – Dopo le vendite sul mercato dei giorni scorsi, i vertici di Mediobancaaderiscono in parte dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) di Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS).Il CEO Alberto Nagel ha accettato l’offerta di MPS per la banca d’affari milanese, cedendo 364.000 delle sue azioni. Il direttore generale Francesco Saverio Vinci ha ceduto 263.000 azioni, mentre il presidente Renato Pagliaro ha venduto 1 milione delle sue azioni.Le operazioni sono avvenute durante la seduta del 19 settembre, secondo quanto emerso da una serie di internal dealing.Separatamente, il presidente Pagliaro ha venduto sul mercato altre 100 mila azioni, per un un incasso di circa 2,1 milioni di euro.Intanto, venerdì le adesioni degli azionisti di Mediobanca all’offerta di MPS hanno raggiunto il 70,48% del capitale, superando la soglia dei due terzi che consente all’istituto senese un pieno controllo dell’assemblea straordinaria necessaria per realizzare una fusione tra i due istituti.Il periodo di riapertura dell’OPAS si conclude oggi, 22 settembre. Le azioni Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 19 e 22 settembre non possono essere apportate in adesione. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Ragioneria ad amministrazioni: “Sprint per rata finale”

    (Teleborsa) – La Ragioneria centrale dello Stato invita tutte le amministrazioni a uno sprint per la rata finale del Pnrr, caricando tempestivamente sul sistema Regis la documentazione di corredo alla rendicontazione degli obiettivi finali. “Per rispettare le tempistiche stringenti fissate dalla Commissione europea per la presentazione della richiesta di pagamento relativa all’ultima rata del Pnrr, – chiede il ministero dell’Economia alle amministrazioni in vista delle ultime scadenze del Piano – si invitano le amministrazioni titolari delle misure a caricare tempestivamente sul sistema Regis la documentazione di corredo alla rendicontazione degli obiettivi finali, in modo da poter avviare quanto prima le interlocuzioni con Bruxelles”. La sollecitazione è contenuta in una circolare della Ragioneria in cui si ricorda che sul completamento degli obiettivi entro il 31 agosto 2026 “la Commissione ha chiarito che è fondamentale assicurare entro tale data il conseguimento dei risultati (performance)”, mentre “non è strettamente necessario che tutte le spese siano state sostenute entro tale data, tranne il caso in cui l’indicatore di spesa rappresenti un obiettivo specifico da perseguire”. Nella circolare si ricorda inoltre che le amministrazioni titolari delle misure del Pnrr possono chiedere al Mef l’anticipo delle risorse occorrenti per i successivi trasferimenti (che il Tesoro provvede ad anticipare entro 15 giorni) anche senza aver già ricevuto le corrispondenti richieste di pagamento da parte dei soggetti attuatori. Per quanto riguarda l’ultima rata del Pnrr, la scadenza per presentare la richiesta di pagamento è fissata al 30 settembre 2026 e – ricorda la circolare – la Commissione “ha indicato nel 30 novembre 2026 la data di completamento della sua valutazione relativa all’ultima domanda di pagamento, in modo da consentire il rispetto della successiva scadenza del 31 dicembre 2026 prevista per il versamento delle risorse dell’ultima rata”. Sul fronte degli adempimenti del monitoraggio, la Ragioneria ricorda che, “contestualmente all’aggiornamento dei dati di avanzamento del Pnrr, le amministrazioni titolari delle misure dovranno provvedere ad aggiornare i dati relativi alle previsioni di spesa per il 2025 e 2026 e oltre per le misure che, per loro natura, hanno un profilo di spesa successivo al 2026”. Intanto la produzione delle costruzioni cresce spinta dalle opere legate al Pnrr, ma anche degli effetti del sostegno fiscale alle ristrutturazioni e all’onda lunga del superbonus. A luglio l’Istat segnala il settimo incremento consecutivo dell’indice corretto dagli effetti di calendario, segnando il livello più alto dal 2008. “Il ritorno del segno positivo nei dati Istat sull’attività edilizia è confortante, ma crediamo sia determinato più dall’impatto dei lavori pubblici legati al Pnrr che da quello degli interventi sul settore residenziale – afferma il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa –. Occorre che il Governo rimetta mano al sistema degli incentivi, a partire dalla già preannunciata proroga della detrazione del 50% per i lavori sulle prime case”. Sulla stessa linea l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) che apprezzando il volano creato dal Pnrr ricorda però che “il comparto della riqualificazione vive un calo di circa il 20% del giro d’affari legato ai bonus ordinari nel secondo trimestre dell’anno”. È favorevole alla proroga del bonus per le ristrutturazioni del 50% sulle prime case e del 36% sulle seconde case con l’ulteriore vantaggio di una rateizzazione in 5 anni e non più in dieci, anche il sindacato di categoria Filc-Cisl. I dati diffusi dall’Istat – afferma il segretario generale aggiunto della Filca-Cisl nazionale, Ottavio De Luca – “confermano il buono stato di salute del settore. La crescita però sta rallentando sempre di più, come dimostrano i dati delle Casse edili. Gli effetti del Pnrr non dureranno ancora a lungo, e per questo motivo è opportuno mettere in campo misure strutturali ed efficaci, a partire dal potenziamento della rete infrastrutturale del Paese e dagli incentivi per il rilancio dell’edilizia privata”. LEGGI TUTTO

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    USA, Nyt: “Il ritiro di Trump dall’Onu apre spazio agli autocrati”

    (Teleborsa) – “Il ritiro del presidente degli Stati Uniti Donald Trump da alcune agenzie delle Nazioni Unite ha aperto spazi a governi e regimi autoritari intenzionati a influenzare i lavori dell’Onu”. È quanto scrive il New York Times sulla base di interviste con una ventina di diplomatici e funzionari e sull’esame di documenti interni al Palazzo di Vetro, a pochi giorni dall’avvio dei lavori ad alto livello dell’Assemblea Generale davanti alla quale Trump, come leader del paese ospite, parlerà in apertura martedì prossimo.Tra le nazioni che più di recente si sono mosse per occupare il vuoto lasciato dagli americani – scrive il Nyt – figurano Cina, Russia e Qatar. “Chi difende le Nazioni Unite come una delle poche organizzazioni in grado di puntare i riflettori sulle ingiustizie nel mondo afferma che il ritiro degli Usa sta incoraggiando nazioni autoritarie a rimodellare l’Onu a proprio vantaggio” evidenzia il Nyt.I tagli al bilancio Onu del governo Trump (un miliardo di dollari più un altro miliardo all’esame del Congresso, più altre sforbiciate ai fondi concessi a varie agenzie e al peacekeeping) hanno aggravato gli ammanchi, inducendo il Palazzo di Vetro a ipotizzare trasferimenti di personale e interi uffici in località meno care di New York o Ginevra. Alcune agenzie Onu con sede nella città svizzera rischiano di perdere il 40% dei loro fondi. In tale scenario il Qatar, con un passato di abusi nei confronti dei lavoratori migranti, si offre di ospitare uffici dell’Ilo, l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dei lavoratori, mentre la Russia propone di ridurre i tempi di intervento dei gruppi di advocacy per risparmiare sui costi delle riunioni e il Ruanda, il cui governo è stato criticato per l’appoggio dato ai ribelli nella Repubblica Democratica del Congo, ha mostrato interesse a ospitare “un campus Onu a lungo termine”, secondo una lettera del primo ministro Justin Nsengiyumva ottenuta dal Times. La Cina, che da tempo aspira a potenziare il suo ruolo all’Onu, ha mandato in maggio un vicepremier all’Assemblea dell’Oms con la promessa di mezzo miliardo di dollari in finanziamenti quinquennali. “I Paesi stanno sfruttando ogni opportunità, compresa quella offerta dalla crisi di liquidità e dagli incontri di alto livello, per cercare di far avanzare la propria agenda – ha dichiarato Phil Lynch, direttore esecutivo dell’International Service for Human Rights, un’ong con sede a Ginevra –. I tagli sono sul tavolo e questo apre una finestra di opportunità”. LEGGI TUTTO