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    Borse europee sui livelli precedenti. A Milano bene Mediolanum

    (Teleborsa) – Seduta prudente per le principali borse del Vecchio Continente. La cautela regna anche sulla piazza di Milano che si posiziona sulla linea di parità. Gli investitori guardano all’avvio dei dazi annunciati dal presidente Trump per il 2 di aprile e alla tornata di dati macroeconomici in attesa della nuova reportistica societaria. In particolare, l’indagine PMI di S&P Global e Hamburg Commercial Bank ha mostrato che a marzo l’attività delle imprese della zona euro ha registrato la crescita più rapida degli ultimi sette mesi, sostenuta da un allentamento della contrazione del settore manifatturiero nonostante una crescita dei servizi più lenta.Sul fronte geopolitico, funzionari ucraini e statunitensi hanno avviato domenica in Arabia Saudita discussioni volte a mettere in sicurezza le strutture energetiche e le infrastrutture critiche. Nonostante l’ottimismo degli Stati Uniti, sia l’Ucraina che la Russia hanno segnalato attacchi notturni, evidenziando la natura fragile del cessate il fuoco proposto di 30 giorni.Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro USA, che scambia sui valori della vigilia a 1,083. Nessuna variazione significativa per l’oro, che scambia sui valori della vigilia a 3.027,3 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un guadagno frazionale dello 0,63%.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +106 punti base, mostrando un piccolo calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,83%.Tra i mercati del Vecchio Continente andamento cauto per Francoforte, che mostra una performance pari a -0,1%, deludente Londra, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia, e poco mosso Parigi, che mostra un -0,15%.Sosta sulla parità la Borsa di Milano, con il FTSE MIB che si attesta a 38.975 punti; sulla stessa linea, rimane ai nastri di partenza il FTSE Italia All-Share (Piazza Affari), che si posiziona a 41.237 punti, in prossimità dei livelli precedenti. Pressoché invariato il FTSE Italia Mid Cap (-0,15%); sulla stessa tendenza, sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (+0,1%).Tra i best performers di Milano, in evidenza Banca Mediolanum (+2,39%), Banca MPS (+1,13%), Banca Popolare di Sondrio (+1,13%) e Unipol (+1,05%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Moncler, che ottiene -1,82%. Fiacca ERG, che mostra un piccolo decremento dell’1,40%. Discesa modesta per Campari, che cede un piccolo -1,24%. Pensosa Prysmian, con un calo frazionale dell’1,21%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Moltiply Group (+2,45%), Philogen (+2,41%), Banca Generali (+1,93%) e Cementir (+1,73%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Carel Industries, che continua la seduta con -3,24%. Preda dei venditori Ferragamo, con un decremento del 2,94%. Si concentrano le vendite su El.En, che soffre un calo del 2,85%. Vendite su Ariston Holding, che registra un ribasso del 2,36%. LEGGI TUTTO

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    Iren, Dal Fabbro: anticipiamo consolidamento Egea con capacità di estrarre valore da acquisizioni

    (Teleborsa) – “Chiudiamo il 2024 approvando risultati positivi supportati sia dalla crescita organica dei diversi business sia da quella inorganica con l’integrazione di Acquaenna e Sienambiente. Il consolidamento societario non solo accelera la crescita e rafforza la presenza territoriale del Gruppo, ma abilita anche nuovi progetti di sviluppo”. Lo ha affermato Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, commentando i risultati 2024.”Questa capacità di estrarre valore dalle società acquisite ci ha portati ad anticipare già nel 2025 il consolidamento di Egea, favorendo nuovi investimenti sui territori come lo sviluppo della rete di teleriscaldamento di Alessandria – ha aggiunto – Dal punto di vista finanziario nel corso dell’anno è cresciuto il peso della finanza sostenibile attraverso l’emissione di due nuovi Green Bond per un valore complessivo di 1 miliardo di euro. Inoltre, a gennaio 2025 abbiamo emesso il primo Bond Ibrido di Iren per un valore di 500 milioni di euro a supporto dello sviluppo inorganico”. “I buoni risultati raggiunti, tra cui un’utile netto in crescita del 5%, ci consentono di proporre, in linea con le previsioni di Piano Industriale, un incremento del dividendo dell’8%, portandolo a 12,83 centesimi di euro per azione”, ha detto Dal Fabbro. LEGGI TUTTO

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    USA, indice CFNAI febbraio migliora a +0,18 punti

    (Teleborsa) – Segnali positivi per la crescita dell’attività economica americana. L’indice FED Chicago sull’attività nazionale (CFNAI) è pari a +0,18 punti a febbraio 2025 rispetto ai -0,08 punti di gennaio (rivisto da un preliminare di -0,03). La media mobile a tre mesi, sempre a febbraio, si è portata a +0,15 punti rispetto ai +0,07 precedenti.L’indice CFNAI è una media pesata di ben 85 indicatori che riflettono lo stato di salute dell’attività economica nazionale.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Iren, Bufo: nel 2025 atteso EBITDA in ulteriore crescita a 1,34-1,36 miliardi di euro

    (Teleborsa) – “Approviamo oggi un EBITDA pari a oltre 1,27 miliardi, superiore alla Guidance, e in crescita del 6,5% rispetto allo scorso anno. Questo conferma la traiettoria di sviluppo tracciata dal piano industriale e la capacità di Iren di adattarsi ai differenti contesti di mercato grazie soprattutto al proprio modello multibusiness”. Lo ha affermato Gianluca Bufo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren, commentando i risultati 2024.”L’incremento di redditività, supportato dal recupero di marginalità della business unit Reti e dall’attività di vendita di commodity e servizi, ha consentito di ridurre il livello di indebitamento al 3,2x – ha aggiunto – Supportati dai risultati conseguiti, guardiamo al futuro per rendere Iren ancora più solida, attraverso una maggiore disciplina e selettività degli investimenti, che ci consentiranno di continuare a crescere prevalentemente nelle attività regolate e nell’incremento della qualità del servizio ai territori”. “Un futuro concreto già nel 2025 dove ci attendiamo un’EBITDA in ulteriore crescita compreso tra gli 1.340-1.360 milioni di euro – ha sottolineato – Infine, nei prossimi mesi lavoreremo con tutte le oltre 11 mila persone del gruppo e con il nuovo consiglio di amministrazione per definire un nuovo piano strategico per Iren che consolidi il ruolo della società come player di riferimento”. LEGGI TUTTO

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    Federmoda: l’Italia perde ogni giorno 18 negozi e i saldi chiudono con un -5,5%

    (Teleborsa) – Le sfide che dovrà affrontare il retail della moda – dopo un 2024 chiuso con un calo medio del 4,2% rispetto al 2023, registrando un saldo nati-mortalità negativo di -6.459 punti vendita, pur rimanendo un fondamentale pilastro dell’economia e del PIL nazionale contando 164.369 punti vendita che occupano 299.793 addetti – sono state al centro della riunione del Consiglio nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio svoltasi a Courmayeur, in Val d’Aosta.I saldi invernali 2025 – fa sapere Federmoda – hanno confermato un trend negativo dei consumi, segnando un -5,5%, con 6 imprese su 10 che hanno risposto al questionario che hanno indicato una diminuzione delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2024.”La sfida per il retail della moda parte da qui, con un incontro ad alta quota sulla Skyway Monte Bianco a significare – commenta il presidente di Federazione Moda Italia, Giulio Felloni – l’aspirazione del retail della moda di raggiungere la vetta della ripresa attraverso uno spirito imprenditoriale che si affida all’innovazione, alla resilienza e allo shopping tourism che, grazie all’abbassamento della soglia del tax free shopping da 154,96 euro a 70 euro operata dal Ministero del Turismo a anche a seguito delle richieste di Federazione Moda Italia con Confcommercio che, in questo primo anno dall’entrata in vigore del 1 febbraio 2024, ha rappresentato un volano per il retail locale registrando – secondo i dati di Global Blue – un incremento del 54% delle transazioni e del 12% della spesa, con 500mila nuovi shopper per acquisti esclusivi nella fascia di spesa 70-155 euro che hanno fatto crescere le vendite oltre alle quattro città di Milano, Roma, Firenze e Venezia, anche a Catania (+ 73%); Como (+ 69%); Amalfi (+ 65%); Napoli (+ 63%); San Gimignano (+ 63%); Verona (+ 61%); Bellagio (+ 58%); Assisi (+ 54%) e Bologna (+ 50%). Uno spirito sempre positivo messo a dura prova, però, dal ridimensionamento di oltre il 10% dei consumi di moda delle famiglie italiane negli ultimi 5 anni ed anche da disinvolte politiche commerciali dei nostri stessi fornitori, attraverso e-commerce, outlet, sample sale e family & friends che non seguono il principio dello “stesso mercato, stesse regole. È evidente il rischio di desertificazione commerciale che corre il nostro Paese se si pensa che solo nell’ultimo anno, il commercio al dettaglio del settore moda ha perso ogni giorno in Italia 18 negozi, un dato che desta ulteriori preoccupazioni vista la perdita media degli ultimi 5 anni di 13 negozi al giorno con 23.322 negozi in meno e oltre 35mila posti di lavoro persi. Se i consumi interni languono e i negozi chiudono, ci si deve chiedere quali imprenditori potranno effettuare nuovi ordinativi per la produzione Made in Italy e quali saranno le ricadute sull’intera filiera”.”Per affrontare questa crisi – conclude Felloni – chiede un Patto etico di filiera con i fornitori e ha proposto misure concrete al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, come una detrazione d’imposta per l’acquisto di prodotti sostenibili e un’aliquota IVA agevolata, per il rilancio dei consumi di moda e una cedolare secca sugli affitti commerciali con riduzione concordata dei canoni, un contributo per lo smaltimento dei magazzini e detrazioni per l’innovazione e l’ammodernamento del retail, oltre a detrazioni per chi si insedia in negozi sfitti”. LEGGI TUTTO

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    Iren, l’utile 2024 sale a 268,5 milioni di euro. Dividendo di 12,83 centesimi

    (Teleborsa) – Iren, multiservizi quotata su Euronext Milan, ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati pari a 6.043,1 milioni di euro, in diminuzione del 6,9% rispetto ai 6.490,4 milioni di euro dell’esercizio 2023. I principali fattori di contrazione del fatturato sono riferibili ai ricavi energetici, influenzati per oltre 300 milioni di euro dalla riduzione dei prezzi delle commodities e per circa 338 milioni dalla riduzione delle attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche degli edifici.Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) ammonta a 1.274,1 milioni di euro, in aumento del 6,5% rispetto ai 1.196,9 milioni di euro dell’esercizio 2023. L’incremento è supportato dalla crescita dei business regolati ed in particolare delle Reti, dal contributo positivo dell’attività di vendita (Mercato) e dall’ampliamento del perimetro di consolidamento alle società Acquaenna e Sienambiente. L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti è pari a 268,5 milioni di euro, in aumento (+5,4%) rispetto al risultato dell’esercizio 2023.L’Indebitamento Finanziario Netto si attesta a 4.083 milioni al 31 dicembre 2024, in incremento (+4%) rispetto al dato del 31 dicembre 2023. Gli investimenti lordi realizzati nel periodo ammontano a 942 milioni di euro, in crescita (+0,9%) rispetto al 2023, di cui 830 milioni di euro di investimenti tecnici e 112 milioni di euro di investimenti finanziari riconducibili all’acquisizione della quota di minoranza di Egea (87 milioni di euro), al consolidamento di Sienambiente (19 milioni di euro) e all’acquisto delle autorizzazioni per la costruzione del nuovo impianto agrivoltaico di Rovigo (5 milioni di euro).Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, che si terrà il 24 aprile 2024, il pagamento di un dividendo pari a 12,83 centesimi di euro per azione, in crescita del 8% rispetto allo scorso anno (pay-out del 61%, in linea con le previsioni di Piano Industriale). Data stacco della cedola il 23 giugno 2025, record date il 24 giugno 2025 e data di pagamento il 25 giugno 2025. LEGGI TUTTO

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    Europa, fino a 119 miliardi di dollari in fondi ESG con cambio norme su investimenti in armi

    (Teleborsa) – Un allentamento completo di tutte le restrizioni agli investimenti in armamenti per i fondi SFDR articolo 9 e 8 (le due principali categorie di fondi ESG dell’Unione Europea) avrebbe il potenziale di guidare 53-119 miliardi di dollari di flussi verso il settore aerospaziale e della difesa A&D in Europa, che rappresenterebbe una crescita di 6-12 volte rispetto all’esposizione attuale. Lo si legge in una ricerca di Morgan Stanley sul tema.Gli ultimi dati disponibili mostrano che in media questi fondi hanno attualmente 10 miliardi di dollari di esposizione in dollari al settore A&D europeo, pari al 2% dell’esposizione della capitalizzazione di mercato A&D.”Qualsiasi potenziale allentamento delle esclusioni sembrerebbe probabilmente concentrarsi sulle armi convenzionali e nucleari – viene sottolineato – Un allentamento su vasta scala delle esclusioni potrebbe generare un flusso significativo, ma cambiare le esclusioni richiederebbe tempo. Un allentamento su vasta scala è improbabile poiché la ratifica nazionale dei trattati internazionali limita le “armi controverse”. LEGGI TUTTO

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    Clearlake Capital acquista Dun & Bradstreet in accordo da 7,7 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Clearlake Capital Group ha stipulato un accordo definitivo per l’acquisizione di Dun & Bradstreet Holdings, fornitore statunitense di dati e analisi decisionali aziendali, in una transazione valutata 7,7 miliardi di dollari, incluso il debito in essere, con un equity value di 4,1 miliardi di dollari.In base ai termini dell’accordo, che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione di Dun & Bradstreet, gli azionisti di Dun & Bradstreet riceveranno 9,15 dollari in contanti per ogni azione ordinaria posseduta.”Abbiamo intrapreso un percorso strategico negli ultimi sei anni, eseguendo una trasformazione importante che ha rafforzato i nostri risultati aziendali e finanziari – ha affermato Anthony Jabbour, CEO di Dun & Bradstreet – Abbiamo aumentato i ricavi di circa il 40%, l’EBITDA del 60%, ampliato i margini di quasi 600 punti base e la leva finanziaria è scesa da 9 a 3,6 volte, il tutto ampliando il nostro vantaggio in termini di ampiezza, profondità e qualità dei dati. Siamo lieti di collaborare con Clearlake in questa nuova tappa di questo percorso. Con il loro supporto, il nostro team non vede l’ora di evolvere e far crescere l’azienda con nuovi modi per mettere a frutto i nostri asset di dati affidabili, proprietari e mission-critical per i nostri clienti”.La transazione dovrebbe concludersi nel terzo trimestre del 2025, subordinatamente all’approvazione degli azionisti di Dun & Bradstreet, alle autorizzazioni normative e ad altre consuete condizioni di chiusura. Il consiglio di amministrazione di Dun & Bradstreet raccomanda all’unanimità che gli azionisti votino per approvare la fusione in una prossima assemblea speciale degli azionisti. Una volta completata la transazione, Dun & Bradstreet diventerà una società privata e le azioni ordinarie di Dun & Bradstreet non saranno più quotate su alcun mercato pubblico. LEGGI TUTTO