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    E.ON vende la rete di distribuzione del gas nella Repubblica Ceca

    (Teleborsa) – La società energetica tedesca E.ON ha firmato un accordo per la vendita della sua controllata ceca Gas Distribution a GasNet, società del Gruppo CEZ. Non sono stati svelati i dettagli finanziari dell’accordo. Gas Distribution gestisce la rete del gas nella Boemia meridionale e in alcune parti della regione di Vysocina.”Questo passo ci consente di guidare ulteriormente la transizione verso l’energia green in Europa come attori chiave e di continuare a perseguire i nostri ambiziosi obiettivi di crescita e investimento”, ha dichiarato Thomas Konig, COO Networks di E.ON.Gas Distribution gestisce una rete di 4.600 chilometri di gasdotti con un totale di 111.000 punti di utenza, impiega circa 120 persone e ha distribuito 2,8 TWh di gas nel 2024. GasNet gestisce una rete di 65.000 chilometri di gasdotti, ha oltre 2.200 dipendenti, serve circa 2,2 milioni di punti di utenza e ha distribuito oltre 59 TWh di gas lo scorso anno. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, Gruppo Pittini vende azioni per 30,9 milioni di euro

    (Teleborsa) – Fin. Fer. S.p.A., società del Gruppo Pittini, ha venduto 1.600.000 azioni Mediobanca il 4 settembre 2025, per un controvalore di circa 30,9 milioni di euro.Il Gruppo Pittini, secondo l’ultimo aggiornamento al 30 agosto, aderiva al patto di consultazione dei soci Mediobanca con complessive 3.518.728 azioni, pari al 6,26% del patto e allo 0,43% del capitale sociale della banca. LEGGI TUTTO

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    Roche, risultati promettenti dagli studi clinici di Vabysmo sulle malattie oculari

    (Teleborsa) – La multinazionale farmaceutica svizzera Roche ha annunciato nuovi dati dagli studi AVONELLE-X e SALWEEN su Vabysmo (faricimab), che “rafforzano l’efficacia, la sicurezza e la durata di Vabysmo nell’arco di quattro anni nella degenerazione maculare neovascolare o “umida” legata all’età (nAMD), una delle principali cause di perdita della vista.Nello studio AVONELLE-X, il più grande studio di estensione a lungo termine sulla nAMD, il controllo della malattia e la durata sono stati mantenuti per 4 anni, con quasi l’80% dei pazienti sottoposti a dosaggio prolungato entro la fine dello studio. Oltre il 60% delle persone con una forma di nAMD difficile da trattare non ha mostrato segni di lesioni dannose nello studio SALWEEN e sono stati osservati miglioramenti della vista clinicamente significativi. Vabysmo è stato ben tollerato con un profilo di sicurezza a lungo termine coerente nella nAMD in entrambi gli studi.I “solidi risultati” dello studio “evidenziano il potenziale di Vabysmo nel fornire miglioramenti clinicamente significativi e contribuire ad attenuare la perdita della vista – ha affermato Levi Garraway, Chief Medical Officer e Responsabile dello Sviluppo Prodotti Globali di Roche – Insieme ai risultati a lungo termine di AVONELLE-X nella nAMD, questi risultati supportano la nostra missione di sviluppare e fornire farmaci efficaci per le persone con patologie oculari difficili da trattare”. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, Valsabbia Investimenti vende l’intera quota per 23 milioni di euro

    (Teleborsa) – Valsabbia Investimenti ha venduto 1.200.000 azioniMediobanca il 4 settembre 2025. Il prezzo medio ponderato è stato pari a 19,24 euro, per un controvalore di circa 23 milioni di euro.Si tratta dell’intera quota con cui Valsabbia Investimenti aderiva al patto di consultazione dei soci Mediobanca, pari al 2,13% del patto e allo 0,15% del capitale sociale della banca. LEGGI TUTTO

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    PwC, JTI Italia e Arel: “L’evoluzione della sostenibilità tra cultura, percezione e pratiche”

    (Teleborsa) – La sostenibilità è ormai parte integrante del vocabolario quotidiano degli italiani, essendo diventata un principio guida per cittadini, imprese e istituzioni. Ma tra il dire e il fare resta ancora un divario significativo. A raccontarlo è il nuovo studio “L’evoluzione della sostenibilità tra cultura, percezione e pratiche”, realizzato da Fondazione PwC Italia in collaborazione con JTI Italia e Arel, presentato oggi a Milano. Lo studio analizza come la sostenibilità sia oggi compresa, percepita e vissuta dalla popolazione italiana, mettendo in luce l’evoluzione del concetto nel corso degli anni. Attraverso un’indagine condotta su un campione rappresentativo di oltre mille italiani, infatti, il report esplora le pratiche quotidiane, le opinioni e le aspettative dei cittadini, evidenziando un divario significativo tra consapevolezza e azione. All’evento di presentazione dello studio sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle imprese e della ricerca. Ad aprire i lavori sono stati Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia, Didier Ellena, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia. La ricerca è stata illustrata da Sara Zanellini, Senior Research Analyst dell’Ufficio Studi di PwC Italia, Andrea Lamberti, Policy Analyst di Arel e Luca Brigada Villa, Ricercatore dell’Università degli Studi di Pavia. A seguire, una tavola rotonda ha visto intervenire Adriana Valle, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia, Irene Tinagli, Membro del Parlamento europeo, Alice Lazioli, Head of European Affairs di Confartigianato, e Alessandro Colucci, Membro della Camera dei Deputati. Le conclusioni sono state affidate a Enrico Letta, Presidente di Arel. L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto sul ruolo della sostenibilità nella società italiana, tra cultura, pratiche e responsabilità condivise.”Per JTI Italia, la sostenibilità non è un obiettivo da raggiungere, ma un principio da vivere e condividere – ha dichiarato Ellena –. Crediamo che le imprese debbano interpretare un ruolo attivo nel cambiamento, contribuendo a costruire una cultura della sostenibilità accessibile, comprensibile e praticabile. Per questo siamo orgogliosi di aver collaborato alla realizzazione di questo studio, uno strumento prezioso che ci aiuta a leggere il presente e a guardare al futuro con più consapevolezza. La sostenibilità è un impegno che ci guida ogni giorno nel modo in cui operiamo e ci relazioniamo con la società”.”La sostenibilità – ha commentato Toselli – è certamente in prima battuta una responsabilità collettiva che coinvolge cittadini, imprese e istituzioni. È quindi fondamentale che la consapevolezza si traduca in comportamenti concreti, coerenti e misurabili. I risultati dello studio raccontano come solo attraverso azioni significative si può costruire un approccio collettivo che sia catalizzatore di inclusione sociale, crescita economica e rigenerazione ambientale. PwC vuole contribuire a creare le condizioni necessarie affinché le buone idee si trasformino ogni giorno in iniziative condivise e ad alto impatto”.”Il report – ha concluso Letta – mostra che la sostenibilità ha conquistato una posizione di rilievo nel discorso pubblico e una diffusa adesione valoriale, ma la sua efficacia trasformativa rimane fortemente condizionata dalla capacità di essere declinata in pratiche concrete, semplici da comprendere e percepite come di impatto. Per questo, la sfida che abbiamo di fronte non è più soltanto culturale, ma soprattutto progettuale. Occorre creare le condizioni affinché la sostenibilità possa essere vissuta, praticata e riconosciuta come parte integrante della quotidianità, ripensando spazi, processi e strumenti affinché la sostenibilità diventi un criterio reale di decisione, capace di incidere sulle scelte individuali, collettive e aziendali”.SOSTENIBILITÀ TRA PERCEZIONE E REALTÀ: GLI ITALIANI LA CONOSCONO, MA FATICANO A METTERLA IN PRATICAL’indagine demoscopica rivela che, sebbene l’82% degli italiani affermi di sapere cosa significhi il termine “sostenibilità”, solo il 36% di essi è in grado di fornirne una definizione corretta. Il 55% ne riduce il significato alla sola dimensione ambientale, mentre il 9% – nell’inquadrare la tematica – fornisce risposte del tutto non pertinenti. Il 51% degli italiani considera la sostenibilità molto importante nella propria vita quotidiana, ma solo una parte minoritaria di essi mette in pratica comportamenti sostenibili dal punto di vista ambientale (44%), economico (41%) e sociale (14%). Il 78% del campione, guardando al futuro, dichiara di voler ridurre l’uso della plastica monouso e il 75% di esso intende diminuire il consumo di beni non essenziali. Ma solo il 44% si dice disposto a partecipare ad attività di volontariato. Il 40% degli intervistati, infine, dichiara di non avere tempo sufficiente per compiere scelte sostenibili, il 41% lamenta la mancanza di opzioni accessibili nel proprio territorio, mentre il 39% esprime sfiducia nell’effettiva sostenibilità dei prodotti dichiarata sulle etichette. GENERAZIONI A CONFRONTO: QUATTRO SGUARDI DIVERSI SULLA SOSTENIBILITÀLo studio offre anche una lettura generazionale della sostenibilità, rivelando come esperienze formative e contesti culturali differenti possano influenzare comportamenti e priorità. La Generazione Z – 18–28 anni – si dichiara intenzionata a ridurre l’uso di plastica monouso (83%) e il consumo di beni non essenziali (79%), e si impegna nella raccolta differenziata e nella riduzione dello spreco alimentare. È inoltre la più disposta a pagare un premium price per prodotti sostenibili (86%) e mostra forte sensibilità verso le tematiche sociali: è la generazione che più si batte per l’inclusione e la lotta alle discriminazioni.I Millennials (29–44 anni) si mostrano propensi ad adottare pratiche come la riduzione dei consumi energetici (79%), l’acquisto da produttori locali (66%) e da filiere etiche (65%). Emerge anche l’intenzione di partecipare attivamente ad iniziative sociali ?quali attività di volontariato (39%) e programmi di formazione per persone vulnerabili (60%). Per loro, sostenibilità significa sobrietà ed equità.La Generazione X (45–60 anni) privilegia comportamenti razionali orientati alla parsimonia e legati alla sfera domestica: riduzione degli sprechi, acquisti stagionali e ricorso a prodotti riutilizzabili. Inoltre, 4 su 5 dichiarano di voler ridurre il consumo energetico, in linea con una cultura della responsabilità maturata negli anni ’80 e ’90.I Baby Boomers (oltre i 60 anni) praticano invece una sostenibilità silenziosa e radicata nel non-spreco. Pur essendo meno familiari con il concetto (solo il 32%conosce la definizione corretta di sostenibilità, vs. 44% della Generazione Z), sono tra i più coerenti nei comportamenti. Solo il 63% di essi, tuttavia, è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili, preferendo soluzioni durature e parsimoniose.IL RUOLO DELLE IMPRESE NELLA TRANSIZIONE SOSTENIBILE: IL CASO JTI ITALIAL’indagine si sofferma anche sulla percezione della responsabilità nel promuovere comportamenti sostenibili, evidenziando come gli italiani la attribuiscano principalmente alle istituzioni pubbliche (42%), seguite da singoli individui (28%) e solo in misura minore alle imprese (22%). I dati ISTAT, tuttavia, mostrano come le aziende italiane stiano già assumendo un ruolo centrale sulla tematica: a giugno 2023, il 69% delle imprese manifatturiere e il 62,4% di quelle nei servizi hanno adottato pratiche sostenibili. Tra le grandi imprese dei servizi con oltre mille addetti, la percentuale sale all’85,9%; segno di una crescente consapevolezza del valore strategico della sostenibilità.In questo scenario, il report analizza il percorso intrapreso da JTI Italia nello sviluppo di un approccio integrato alla sostenibilità, attraverso collaborazioni con enti del terzo settore e istituzioni per realizzare iniziative concrete sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. Sul piano della sensibilizzazione all’ambiente, ad esempio, l’azienda ha promosso insieme a Save the Planet la campagna anti-littering #IoLaButtoLì, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, e il programma Sustainable Cities, con interventi di riqualificazione sostenibile nelle città italiane. In ambito sociale, ha sostenuto progetti contro la povertà alimentare e per contrastare la povertà energetica. Mentre sul fronte economico, la società ha investito circa 300 milioni di euro negli ultimi dieci anni nella filiera tabacchicola italiana, siglando nel 2023 un accordo triennale con il Ministero dell’Agricoltura per l’acquisto annuale di 8.000 tonnellate di tabacco.TRADURRE I VALORI IN AZIONI: LA SOSTENIBILITÀ COME SFIDA PROGETTUALELo studio si chiude con una riflessione chiara: la sostenibilità ha conquistato una centralità valoriale nel discorso pubblico italiano, ma la sua efficacia trasformativa dipende dalla capacità di essere tradotta in pratiche concrete, comprensibili e dal beneficio percepito come reale. Il successo di azioni come la raccolta differenziata o la riduzione della plastica monouso dimostra che la sostenibilità attecchisce quando si intreccia con gesti quotidiani e riferimenti culturali preesistenti. Tuttavia, la dimensione ambientale ha finora dominato il campo. La sostenibilità sociale ed economica, pur riconosciuta, fatica a trovare ancoraggi pratici altrettanto forti. Per superare questo squilibrio, servono strumenti chiari, accessibili e adatti ai contesti di vita quotidiana. Trasparenza e concretezza sono requisiti fondamentali per costruire fiducia e credibilità. Comunicare in modo sobrio, verificabile e coerente con le azioni intraprese è la chiave per un impegno autentico e duraturo. La sfida, quindi, non è più solo culturale, ma progettuale: è necessario costruire le condizioni operative affinché la sostenibilità possa essere vissuta, praticata e riconosciuta come utile. Per le istituzioni, significa disegnare politiche pubbliche capaci di semplificare l’adozione di comportamenti sostenibili, riducendo gli ostacoli e aumentando la fiducia. Per le imprese, significa adottare strategie di prossimità, trasparenza e coerenza narrativa con i valori dei consumatori. Per il terzo settore, significa rafforzare i ponti tra idealità e concretezza, facilitando l’accesso a esperienze di cittadinanza attiva, economia solidale, educazione inclusiva e sviluppo locale. LEGGI TUTTO

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    OPAS MPS su Mediobanca, le adesioni salgono al 40,4%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 4 settembre 2025 sono state presentate 15.518.526 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 328.771.243, pari al 40,4254% delle azioni oggetto dell’offerta (o al 39,6369% sulle eventuali massime 829.458.551 azioni oggetto di offerta emesse a favore dei beneficiari dei Piani di Incentivazione).L’offerta è iniziata il 14 luglio 2025 e terminerà l’8 settembre 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 5 e 8 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, Fitch rivede rating watch a “negativo” da “evolving”

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha rivisto a “negativo” da “evolving” il rating watch di Mediobanca. La revisione, spiega l’agenzia in una nota, segue la bocciatura da parte dei soci di Mediobanca dell’offerta su Banca Generali. “Di conseguenza, i suoi rating non riflettono più i benefici che sarebbero derivati ??dall’acquisizione, tra cui l’espansione del business nel wealth management e private banking, una migliore redditività e una base di depositi più ampia”, scrive Fitch.Il rating watch negative, si legge, “riflette i rischi al ribasso per Mediobanca derivanti dall’offerta di scambio di Banca Monte dei Paschi di Siena, considerando i rispettivi livelli di rating, gli elevati rischi di esecuzione legati a un’operazione di tale portata e le potenziali ripercussioni negative sul franchise e sulla performance di Mediobanca”.Fitch precisa che completerà la procedura di rating watch alla conclusione dell’offerta di scambio di MPS. LEGGI TUTTO

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    Scuole paritarie, la CGUE conferma la normativa italiana: Anief chiede un intervento normativo

    (Teleborsa) – “Per la Corte di Giustizia europea la normativa italiana sul mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie non è discriminatoria: il sindacato Anief però non si arrende e chiede un intervento normativo, a tutela dei diritti di oltre 300mila insegnanti che convogliati negli istituti scolastici pubblici non si vedono conteggiati, ai fini della carriera, gli anni di lavoro svolti nelle scuole paritarie”. Lo rende noto l’Anief in una nota dopo che oggi, a Lussemburgo, la Corte di Giustizia dell’Unione europea, con la sentenza nella causa C-543/23 (Gnattai), ha ritenuto compatibile con il diritto dell’Unione la normativa italiana (art. 485 del d.lgs. 297/94) che esclude, salvo limitate eccezioni, la valutazione del servizio prestato dai docenti nelle scuole paritarie ai fini della ricostruzione della carriera nella scuola statale.La decisione, in linea con le conclusioni dell’avvocato generale J. Kokott, si pone in continuità con la pronuncia della Corte costituzionale n. 180/2021, che aveva già giudicato legittimo l’impianto normativo interno. “Resta così precluso a oltre 300mila insegnanti – sottolinea l’Anief – il riconoscimento di anni di servizio che hanno contribuito in maniera essenziale al sistema scolastico nazionale”.Il sindacato Anief, con il proprio ufficio legale, ha condotto fino a Lussemburgo una “battaglia giudiziaria fondata – si legge nella nota – sui principi di parità di trattamento e non discriminazione. Pur prendendo atto della decisione della Corte, il sindacato non intende fermarsi”.Anief annuncia che “la vertenza proseguirà in sede politica e parlamentare, chiedendo con forza la modifica della normativa interna, che continua a negare valore al servizio svolto nelle scuole paritarie: un cambiamento legislativo è oggi l’unica via per restituire dignità e giustizia ai tanti docenti che hanno contribuito per anni all’istruzione italiana senza vedersi riconosciuto il proprio lavoro”.Il giovane sindacato rappresentativo fa sapere che “continuerà dunque a sostenere gli insegnanti interessati conducendo azioni di pressione politica, campagne di sensibilizzazione e nuove iniziative legislative, affinché il Parlamento italiano ponga rimedio a una disparità che non ha più giustificazione”. LEGGI TUTTO