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    Ex Ilva, Urso: “presto altri soggetti, nessuno spezzatino”

    (Teleborsa) – “Dopo anni di divisioni siamo riusciti a ritrovare unità di intenti, dando vita a un documento che definisce un percorso condiviso e vincolante per tutti. È un risultato senza precedenti. L’ intesa non riguarda soltanto la realizzazione dei forni elettrici, ma anche elementi innovativi che abbiamo introdotto nella gara: la salvaguardia dell’occupazione come principio prioritario e la produzione di preridotto per alimentare i nuovi impianti, affidata a DRI Italia”.Lo afferma in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, parlando dell’accordo sull’ex Ilva e sottolineando che “gli acquirenti saranno inoltre tenuti a presentare una nuova Aia che stabilisca tempi certi per la transizione ai forni elettrici, garantendo continuità produttiva e tutela dei lavoratori. Un ulteriore passo per fare dell’Italia il primo Paese in Europa con una siderurgia pienamente sostenibile”.Le trattative per la vendita “procedono – prosegue Urso – i tre grandi player internazionali che avevano partecipato alla gara precedente sono ancora in campo e auspichiamo possano presto aggiungersi anche altri soggetti. Tra le novità è prevista la possibilità di presentare offerte anche per l’area del Nord, qualora ciò garantisse un miglior equilibrio in termini occupazionali e produttivi. Inoltre, si valuta l’ipotesi di un quarto forno elettrico a servizio di Genova e degli stabilimenti piemontesi”.Sull’ipotesi di spezzatino dell’ex Ilva, Urso aggiunge: “Non è previsto alcuno spezzatino, ma si potrà valutare la possibilità di realizzare due diversi investimenti: uno per l’area Nord e l’altro per Taranto. Ipotesi che potrà essere presa in considerazione esclusivamente nel caso in cui garantisse risultati complessivi migliori in termini produttivi e occupazionali, pur rimanendo la nostra preferenza per un unico complesso. Si tratta di una decisione che dipenderà molto anche dalle scelte di Taranto riguardo alla collocazione del Polo DRI e quindi della nave rigassificatrice”. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,25 milioni di quote di emissione a 71,19 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto quasi 3,25 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 71,19 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO

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    Johnson & Johnson, investimento da 2 miliardi di dollari per impianto in North Carolina

    (Teleborsa) – Johnson & Johnson, colosso farmaceutico statunitense, ha annunciato che rafforzerà la sua presenza in North Carolina con un impianto di produzione dedicato di oltre 15.000 metri quadrati presso il nuovo sito di produzione biofarmaceutica di FUJIFILM a Holly Springs. L’impegno di 2 miliardi di dollari nei confronti di FUJIFILM nei prossimi 10 anni amplierà la capacità produttiva dell’azienda negli Stati Uniti e creerà circa 120 nuovi posti di lavoro nella Carolina del Nord.Nei prossimi mesi, l’azienda intende inoltre condividere i piani per ulteriori impianti di produzione avanzati negli Stati Uniti, nonché l’espansione degli attuali siti statunitensi. A marzo, l’azienda ha annunciato che investirà 55 miliardi di dollari per sostenere gli investimenti in produzione, ricerca e sviluppo e tecnologia negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.”Johnson & Johnson ha più stabilimenti produttivi negli Stati Uniti che in qualsiasi altro Paese e continuiamo a rafforzare la nostra presenza qui – ha dichiarato il CEO Joaquin Duato – Con la recente firma del One Big Beautiful Bill Act, continuiamo ad espandere i nostri investimenti negli Stati Uniti per guidare la prossima era dell’innovazione sanitaria”. LEGGI TUTTO

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    Italia, treno più costoso dell’aereo sull’88% delle tratte transfrontaliere. Bene solo Milano-Lubiana

    (Teleborsa) – Volare è ancora più economico del treno sulla maggior parte delle tratte transfrontaliere europee. Lo afferma un nuovo report di Greenpeace sul tema. Un’analisi di 142 tratte in 31 paesi europei ha rilevato che i voli sono decisamente più economici dei treni sul 54% delle 109 tratte transfrontaliere analizzate, con le compagnie aeree low-cost che dominano il mercato.Secondo Greenpeace, compagnie aeree low-cost come Ryanair, Wizz Air, Vueling ed easyJet dominano i cieli europei con tariffe spesso inferiori alle tasse aeroportuali e ai costi di biglietto. Questi prezzi “esistono solo grazie ai carburanti per aerei non tassati e ai biglietti aerei internazionali esenti da IVA”, viene sostenuto. Nel frattempo, gli operatori ferroviari pagano spesso l’IVA completa, i costi energetici in aumento e le elevate tariffe di accesso ai binari.Greenpeace ha rilevato che sul 54% delle rotte transfrontaliere, volare è risultato più economico in almeno 6 giorni su 9. Le tariffe sono state verificate per 9 giorni diversi per ogni tratta, in diversi periodi di prenotazione. I treni sono sempre stati, o quasi sempre, più economici solo su 29 (39%) tratte transfrontaliere, molte delle quali nell’Europa centrale e orientale, in particolare nei Paesi Baltici e in Polonia. In Francia, Spagna e Regno Unito, i treni sono risultati più costosi dei voli fino al 95% delle tratte transfrontaliere. I viaggi in treno possono costare fino a 26 volte di più dei voli, come dimostra l’esempio più estremo: da Barcellona a Londra costa solo 14,99 euro in aereo, rispetto ai 389 euro in treno.”Nonostante l’aggravarsi della crisi climatica, il sistema fiscale europeo continua a favorire il mezzo di trasporto più inquinante – ha detto Herwig Schuster, attivista per i trasporti di Greenpeace Europa Centrale e Orientale – È assurdo che un volo da Barcellona a Londra possa costare solo 15 euro, mentre il treno sulla stessa tratta costa fino a 26 volte di più. L’aviazione gode di privilegi fiscali ingiusti, mentre i passeggeri dei treni sono costretti a pagarne il prezzo. Questi prezzi non riflettono un mercato funzionante, bensì un sistema truccato”.Il report ricorda che i voli emettono in media cinque volte più CO2 per passeggero-chilometro rispetto ai treni e, rispetto alle ferrovie che utilizzano il 100% di elettricità rinnovabile, il loro impatto può essere oltre 80 volte peggiore.Guardando al capitolo sull’Italia, Greenpeace sostiene che grazie all’efficiente rete ferroviaria ad alta velocità italiana, ai treni notturni nazionali e ai frequenti collegamenti ferroviari con tutti i paesi limitrofi, ad eccezione della Slovenia, molte destinazioni sono ragionevolmente accessibili in treno, anche da e per la parte meridionale del paese.Tuttavia, viaggiare da e per l’Italia in treno è significativamente più costoso che in aereo. L’88% di tutte le tratte transfrontaliere è risultato prevalentemente più costoso in treno: il quarto peggior risultato tra tutti i paesi europei, con il risultato che è solo leggermente peggiore nel Regno Unito (90%), in Spagna (92%) e in Francia (95%).La differenza maggiore tra le tariffe ferroviarie e aeree è stata riscontrata sulla tratta Lussemburgo-Milano, con il treno che costava 11,6 volte di più del volo per un viaggio di medio termine (214 euro, contro i 18,49 euro di un volo easyJet).Solo la tratta Lubiana-Milano è risultata più economica in treno che in aereo. Tuttavia, per questa tratta non è possibile acquistare un biglietto cumulativo; è invece necessario acquistare biglietti separati dalle Ferrovie Slovene (SZ) per la tratta slovena e da Trenitalia per la tratta italiana.C’è anche una sola tratta transfrontaliera in cui il treno è risultato più economico in 5 dei 9 giorni analizzati: Roma-Vienna, dove Ryanair e il treno notturno diretto gestito dalla compagnia ferroviaria austriaca OBB hanno offerto le tariffe più basse. Sia i treni che i voli sono risultati più economici o più costosi in tutti e 3 gli intervalli di tempo analizzati. LEGGI TUTTO

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    Milano piatta con balzo Leonardo. Focus su banche dopo assemblea Mediobanca

    (Teleborsa) – Seduta debole per i mercati azionari europei, in una giornata con pochi spunti, in attesa delle indicazioni in arrivo dal Simposio annuale di politica economica della Fed di Kansas City a Jackson Hole, che inizia oggi. Il tema di quest’anno sarà “Mercati del lavoro in transizione: demografia, produttività e politica macroeconomica”. Tra i vari interventi spicca l’intervento in agenda per domani di Jerome Powell, il suo ultimo in qualità di presidente della Fed. L’attenzione degli investitori si concentrerà su eventuali accenni a un taglio dei tassi a settembre, con il mercato che sconta attualmente questo scenario.Sul fronte macroeconomico, l’indagine PMI di S&P Global ha mostrato che ad agosto le imprese della zona euro hanno visto aumentare i nuovi ordini per la prima volta da maggio 2024, aiutando l’attività complessiva a espandersi al ritmo più veloce degli ultimi 15 mesi nonostante la persistente debolezza delle esportazioni. I dati Eurostat hanno accertato che la produzione delle costruzioni è continuata a diminuire a giugno.Negli Stati Uniti, il membro del board Fed Lisa Cook ha annunciato che non si dimetterà in seguito alle accuse di frode sui mutui da parte di Bill Pulte, nominato da Trump a capo della Federal Housing Finance Agency lo scorso marzo. I verbali della riunione di luglio della Fed, pubblicati ieri sera, hanno rivelato che la maggior parte dei membri del FOMC rimane più preoccupata per l’inflazione che per le condizioni del mercato del lavoro, con molti che si aspettano che il pieno impatto dei dazi sui prezzi di beni e servizi si concretizzi nel tempo.Guardando al mercato italiano, l’attenzione è rivolta al settore bancario e assicurativo, dopo che l’assemblea degli azionisti di Mediobanca, riunitasi con la presenza del 78% del capitale, ha respinto la proposta del CdA di acquisire Banca Generali attraverso la propria partecipazione del 13% in Generali.Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro USA, che scambia sui valori della vigilia a 1,166. Lieve calo dell’oro, che scende a 3.340,1 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la sessione in rialzo e avanza a 63,18 dollari per barile.Lo Spread peggiora, toccando i +88 punti base, con un aumento di 4 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 3,54%.Tra le principali Borse europee Francoforte è stabile, riportando un moderato -0,09%, andamento cauto per Londra, che mostra una performance pari a -0,05%, e tentenna Parigi, che cede lo 0,47%.Sostanzialmente stabile Piazza Affari, che continua la sessione sui livelli della vigilia, con il FTSE MIB che si ferma a 42.945 punti; sulla stessa linea, giornata senza infamia e senza lode per il FTSE Italia All-Share, che rimane a 45.508 punti. Consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Mid Cap (+0,19%); sulla stessa tendenza, sulla parità il FTSE Italia Star (+0,1%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, sostenuta Leonardo, con un discreto guadagno del 3,59% (JPMorgan alza target price e conferma Overweight). Buoni spunti su Saipem, che mostra un ampio vantaggio dell’1,94%. Giornata moderatamente positiva per STMicroelectronics, che sale di un frazionale +1,49%. Seduta senza slancio per Prysmian, che riflette un moderato aumento dell’1,37%.I più forti ribassi, invece, si verificano su Campari, che continua la seduta con -1,04%. Sostanzialmente debole Banca MPS, che registra una flessione dello 0,85%. Si muove sotto la parità Moncler, evidenziando un decremento dello 0,75%. Contrazione moderata per Stellantis, che soffre un calo dello 0,74%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, D’Amico (+3,32%), Maire (+3,16%, Jefferies aumenta target price e conferma Buy), Fincantieri (+2,72%) e Avio (+2,02%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Banca Generali, che continua la seduta con -1,47%. Sottotono SOL che mostra una limatura dell’1,17%. Deludente CIR, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. Fiacca Alerion Clean Power, che mostra un piccolo decremento dello 0,93%. LEGGI TUTTO

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    Eurozona, produzione delle costruzioni continua a calare a giugno

    (Teleborsa) – A giugno 2025, rispetto a maggio 2025, la produzione destagionalizzata nel settore delle costruzioni è diminuita dello 0,8% nell’area euro e dello 0,5% nell’UE, secondo le prime stime di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. A maggio 2025, la produzione nel settore delle costruzioni è diminuita del 2,1% nell’area euro e dell’1,9% nell’UE.A giugno 2025, rispetto a giugno 2024, la produzione nel settore delle costruzioni è aumentata dell’1,7% nell’area euro e dell’1,9% nell’UE.Nell’area dell’euro, a giugno 2025, rispetto a maggio 2025, la produzione nel settore delle costruzioni: è diminuita dell’1,8% per la costruzione di edifici; è aumentata dello 0,5% per l’ingegneria civile; è diminuita dello 0,2% per le attività di costruzione specializzate.Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, i maggiori cali mensili della produzione nel settore delle costruzioni sono stati registrati in Spagna (-5,6%), Ungheria (-5,3%) e Slovenia (-3,7%). Gli aumenti più elevati sono stati osservati in Slovacchia (+5,3%), Romania (+4,5%) e Polonia (+3,2%). LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, i soci bocciano l’offerta per Banca Generali. Nagel: evidente conflitto di interesse

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Mediobanca, riunitasi con la presenza del 78% del capitale, ha respinto la proposta del CdA di acquisire Banca Generali attraverso la propria partecipazione del 13% in Generali.I favorevoli sono stati pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati; i contrari sono stati pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il Gruppo Caltagirone; gli astenuti sono stati pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit.Mediobanca ha quindi dichiarato decaduta l’offerta su Banca Generali.Mediobanca aveva lanciato la mossa su Banca Generali nel tentativo di contrastare l’offerta pubblica di acquisto (OPS) da parte del Banca Monte dei Paschi di Siena, che si inserisce nell’ondata di consolidamento che sta interessando il settore bancario italiano.Mediobanca aveva rinviato all’ultimo minuto a giugno il voto degli azionisti sull’offerta su Banca Generali, poiché la proposta non aveva ottenuto un sostegno sufficiente. Piazzetta Cuccia aveva inizialmente rinviato il voto al 25 settembre, prima di anticiparlo al 21 agosto, affermando che era necessaria una votazione anticipata affinché gli investitori potessero scegliere l’opzione migliore per la banca.”Desidero ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto il processo di forte crescita e trasformazione di Mediobanca e che hanno supportato l’operazione Banca Generali come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un Wealth Manager di respiro internazionale”, ha commentato l’AD Alberto Nagel. “Un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca – ha aggiunto – risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le raccomandazioni dei proxy advisors internazionali”. “Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano – ha sostenuto Nagel – Continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro Piano “One Brand – One Culture” convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di MPS”. LEGGI TUTTO

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    WH Smith crolla ai minimi in 12 anni dopo profit warning per errore contabile

    (Teleborsa) – WH Smith, azienda britannica leader a livello mondiale nel travel retail per giornali, libri e prodotti di largo consumo, ha cancellato un terzo della propria valutazione sulla Borsa di Londra nella seduta odierna, dopo che un errore contabile in Nord America l’ha costretta a un profit warning.In preparazione dei risultati di fine anno del Gruppo per l’esercizio finanziario che si concluderà il 31 agosto 2025, la società ha rilevato una sovrastima di circa 30 milioni di sterline dell’utile netto previsto per il Nord America, si legge in una nota. Questa sovrastima è dovuta in gran parte all’accelerato riconoscimento dei ricavi da fornitori nella divisione Nord America.WH Smith prevede ora che l’utile netto della divisione Nord America per l’esercizio finanziario che si concluderà il 31 agosto 2025 sarà di circa 25 milioni di sterline, in calo rispetto alle precedenti aspettative di mercato di circa 55 milioni di sterline. Di conseguenza, il Gruppo prevede un utile netto per l’intero anno, prima delle imposte e delle voci non sottostanti, di circa 110 milioni di sterline.Il board ha incaricato Deloitte di effettuare una revisione indipendente e completa.Le azioni di WH Smith sono scese al livello più basso da maggio 2013 e sono nettamente le peggiori dell’indice FTSE 250 nella seduta odierna. A meta mattina mostrano un ribasso del 35,27%, portandosi a 7,185 sterline. LEGGI TUTTO