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    Marzocchi Pompe, Integrae SIM taglia target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Integrae SIM ha abbassato a 5,00 euro per azione (da 7,50 euro) il prezzo obiettivo su Marzocchi Pompe, azienda quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo delle pompe e motori ad ingranaggi ad elevate prestazioni, confermando il giudizio sul titolo a “Buy” visto l’upside potenziale del 79%.Alla luce dei risultati pubblicati nella relazione annuale per il FY24A, gli analisti hanno modificato le stime sia per l’anno in corso che per i prossimi anni. In particolare, stimano ricavi FY25 pari a 35 milioni di euro e un EBITDA pari a 2,50 milioni di euro, corrispondente a una marginalità del 7,1%. Per gli anni successivi, si aspettano che i ricavi possano aumentare fino a 42 milioni di euro (CAGR 24-27: 1,6%) nel FY27, con EBITDA pari a 5,60 milioni di euro (corrispondente ad una marginalità del 13,3%), in crescita rispetto a 3,64 milioni di euro del FY24 (corrispondente ad un EBITDA margin del 9,1%). A livello patrimoniale, stimano per il FY27 una NFP pari a 4,82 milioni di euro di debito.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Verbali BCE: taglio e pausa sono sul tavolo ad aprile, a seconda dei dati in arrivo

    (Teleborsa) – Nella riunione della Banca centrale europea (BCE) del 5-6 marzo 2025, i membri del consiglio direttivo si sono trovati d’accordo sulla proposta del capo economista Philip Lane di modificare la formulazione della dichiarazione di politica monetaria sostituendo “la politica monetaria rimane restrittiva” con “la politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva”. Questo cambiamento è stato visto come “un ragionevole compromesso”. È quanto emerge dai verbali del meeting pubblicati oggi.Da un lato, è stato riconosciuto che, dopo una sequenza sostenuta di riduzioni dei tassi, il tasso di riferimento era senza dubbio meno restrittivo rispetto alle fasi precedenti dell’attuale fase di allentamento, ma era entrato in un intervallo in cui era più difficile determinare il livello preciso di restrizione. A questo proposito, “significativamente” è stato visto come un qualificatore importante, poiché la politica monetaria era già diventata meno restrittiva con il primo taglio dei tassi nel giugno 2024. D’altro canto, mentre i tassi di interesse erano già stati tagliati in modo sostanziale, la formulazione non escludeva ulteriori tagli, anche se l’entità e la tempistica di tali tagli erano difficili da determinare ex ante.Nel complesso, si è ritenuto “importante che il linguaggio modificato non venisse interpretato come un segnale in entrambe le direzioni per la riunione di aprile, con un taglio e una pausa sul tavolo, a seconda dei dati in arrivo”, viene sottolineato. La modifica proposta nella comunicazione è stata anche vista come una naturale progressione rispetto alla modifica precedente, implementata a dicembre. Ciò aveva rimosso l’intenzione di rimanere “sufficientemente restrittiva per tutto il tempo necessario” e si era spostata sulla determinazione della posizione di politica monetaria appropriata, riunione per riunione, a seconda dei dati in arrivo. Da questa prospettiva “non c’era bisogno di identificare il tasso di interesse neutrale, in particolare dato che la politica futura potrebbe dover essere superiore, uguale o inferiore al neutro, a seconda delle prospettive di inflazione e crescita”.Sul fronte dei dazi statunitensi, il consiglio direttivo considerava il loro impatto sui partner commerciali come “chiaramente negativo per l’attività”, mentre “più ambiguo per l’inflazione”. “Per quest’ultima, un effetto positivo nel breve termine, in parte guidato dal tasso di cambio, potrebbe essere ampiamente controbilanciato da pressioni al ribasso sui prezzi derivanti da una domanda inferiore, soprattutto nel medio termine – si legge nei verbali – È stato sottolineato che era difficile determinare, ex ante, l’impatto delle misure protezionistiche, poiché ciò dipenderebbe in modo cruciale da come le misure venivano implementate ed era probabile che dipendesse dallo Stato e dalla scala, in particolare variando con la durata delle misure protezionistiche e l’entità di eventuali misure di ritorsione”.Per quanto riguarda la trasmissione della politica monetaria, le recenti dinamiche del credito hanno mostrato che la trasmissione della politica monetaria stava funzionando, con sia il restringimento passato che i recenti tagli dei tassi di interesse che si sono trasmessi senza problemi ai tassi di interesse di mercato, alle condizioni di finanziamento, compresi i tassi di prestito bancario, e ai flussi di credito. I tagli graduali e cauti dei tassi hanno contribuito in modo sostanziale ai progressi compiuti verso un ritorno sostenibile dell’inflazione all’obiettivo e hanno garantito che le aspettative di inflazione rimanessero ancorate al 2%, assicurando al contempo un atterraggio morbido dell’economia.Guardando al futuro, è stato sottolineato che i probabili shock all’orizzonte, compresi quelli derivanti dall’escalation delle tensioni commerciali e dall’incertezza più in generale, rischiavano di pesare in modo significativo sulla crescita. Si è sostenuto che “questi fattori potrebbero aumentare il rischio di sottostima dell’obiettivo di inflazione nel medio termine – viene osservato – Inoltre, è stato sostenuto che il recente apprezzamento dell’euro e il calo dei prezzi dell’energia dalla data di scadenza per le proiezioni del personale, insieme al raffreddamento del mercato del lavoro e alle aspettative di inflazione ben ancorate, hanno attenuato le preoccupazioni sulla revisione al rialzo del profilo di inflazione a breve termine e sui rischi al rialzo per l’inflazione in generale. Da questa prospettiva, è stato sostenuto che essere prudenti di fronte all’incertezza non equivaleva necessariamente a essere graduali nell’adeguare il tasso di interesse. Al contrario, è stato sostenuto che alti livelli di incertezza, anche in relazione alle politiche commerciali, agli sviluppi della politica fiscale e ai servizi rigidi e all’inflazione interna, richiedevano cautela nell’impostazione delle politiche e soprattutto nella comunicazione”. LEGGI TUTTO

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    USA, balzo dei licenziamenti a marzo con taglio dipendenti federali di DOGE

    (Teleborsa) – In aumento i licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di marzo 2025. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di 275.240 posti di lavoro. Il dato rivela una crescita del 60% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 172.017 licenziamenti, e un aumento del 205% rispetto allo stesso periodo del 2024 (90.309).Da inizio anno si sono registrati 497.052 licenziamenti (+93% rispetto al pari periodo del 2023), il valore year-to-date e trimestrale più alto dal primo trimestre del 2009, quando erano stati annunciati 578.510 tagli di posti di lavoro.”Gli annunci di tagli di posti di lavoro sono stati dominati il ??mese scorso dai piani del Department of Government Efficiency (DOGE) per eliminare posizioni nel governo federale. Altrimenti sarebbe stato un mese abbastanza tranquillo per i licenziamenti”, ha detto Andrew Challenger, Senior Vice President ed esperto di posti di lavoro per Challenger, Gray & Christmas.Negli ultimi due mesi, le azioni di DOGE sono state attribuite a 280.253 piani di licenziamento di dipendenti federali e appaltatori che hanno avuto un impatto su 27 agenzie, secondo il monitoraggio di Challenger. Altri 4.429 tagli di posti di lavoro sono derivati ??dall’effetto a valle del taglio degli aiuti federali o della fine dei contratti, che hanno avuto un impatto principalmente su organizzazioni non profit e sanitarie.Il totale di marzo è il terzo totale mensile più alto mai registrato. Il totale mensile più alto si è verificato ad aprile 2020, quando sono stati registrati 671.129 tagli, seguito da maggio 2020 con 397.016. Si tratta del totale più alto mai registrato per il mese di marzo, da quando Challenger ha iniziato a riferire sui piani di tagli di posti di lavoro nel 1989.(Foto: elleaon | 123RF) LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di HPS da parte di BlackRock

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo esclusivo di HPS Group Adviser Holdings e HPS Partners Investment Holdings da parte di BlackRock, tutte negli Stati Uniti. La transazione riguarda principalmente i servizi di gestione patrimoniale.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, date le limitate posizioni di mercato delle società derivanti dalla transazione proposta. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Guardia di finanza, rinnovato il protocollo d’intesa con SACE

    (Teleborsa) – È stato rinnovato il protocollo d’intesa che disciplina i rapporti di collaborazione tra la Guardia di finanza e SACE. A sottoscriverne i contenuti, il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore, e l’Amministratore Delegato della società, Alessandra Ricci.Si consolida così una sinergia già da tempo in essere tra il Corpo e SACE: l’attuale protocollo allarga e rafforza infatti lo spettro d’azione con l’obiettivo di garantire il corretto utilizzo di tutte le soluzioni gestite dalla società a supporto della crescita delle imprese italiane in Italia e nel mondo.Secondo uno schema ormai collaudato, l’intesa troverà concreta attuazione in costanti scambi informativi che permetteranno alla Componente Speciale della Guardia di finanza di approfondire dati, notizie e altre informazioni qualificate, sviluppare progetti operativi e attivare i Reparti territoriali del Corpo per l’esecuzione di riscontri investigativi “sul campo”.L’accordo, ora rinnovato, contempla anche iniziative volte alla crescita professionale del personale di entrambe le Istituzioni, prevedendo la possibilità di organizzare momenti di confronto per lo scambio di best practice e specifici corsi di formazione e aggiornamento reciproco. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,25 milioni di quote di emissione a 65,75 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto quasi 3,25 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 65,75 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO

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    Amplifon sale con titoli difensivi, spunti da passaggio generazionale in CdA

    (Teleborsa) – Il profilo difensivo di Amplifon, società leader nelle soluzioni uditive che fa parte del FTSE MIB, attira gli acquisti degli investitori in una giornata di forti perdite per i mercati europei, dopo l’annuncio di dazi più alti del previsto da parte dell’amministrazione Trump ieri sera.Spunti sul titolo arrivano anche dal deposito delle liste per il rinnovo del CdA in vista dell’assemblea del 23 aprile 2025. La prima lista, proposta da Ampliter (azionista di riferimento con il 42,01% delle azioni), include consiglieri esistenti e i nuovi candidati Nina Cortese, Nicola Bedin e Francesca Fiore. La seconda lista, presentata da investitori istituzionali con l’1,9% delle azioni, propone due candidati indipendenti: Lorenza Morandini e Marco Francesco Mazzù.”La conferma di Enrico Vita per un quarto mandato come AD di Amplifon garantisce continuità manageriale e strategica – scrivono gli analisti di Intermonte – L’ingresso di Nina Cortese (36), figlia della presidente Susan Carol Holland (68) e attiva nella ricerca scientifica, conferma l’impegno della famiglia fondatrice nei confronti dell’azienda e potrebbe rappresentare il primo passo di un passaggio generazionale nella governance aziendale”.Il CdA uscente, composto da 9 membri, nominato nel 2022, era composto da 8 consiglieri tratti dalla lista Ampliter e 1 dalla lista presentata dai fondi, in base ai risultati della votazione (71,96% per Ampliter, 27,25% per i fondi).A meta seduta migliora l’andamento di Amplifon, che si attesta a 18,69 euro, con un aumento dell’1,08%. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista a quota 18,9 e successiva a 19,46. Supporto a 18,34. LEGGI TUTTO

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    Equita, De Bellis: dazi più aggressivi del previsto, focus si sposta sulle negoziazioni

    (Teleborsa) – Le nuove tariffe annunciate dagli USA sono “più aggressive ed estese rispetto al previsto”. Lo ha scritto Luigi De Bellis, Head Research Team di EQUITA, dopo che ieri sera il presidente Donald Trump ha introdotto: dazi base del 10% su tutte le importazioni negli USA; dazi aggiuntivi per regione come misura di reciprocità (incrementali rispetto alle esistenti): Cina 34%, Taiwan 32%, India 26%, Giappone 24%, Corea 25%, Europa 20%, Svizzera 31%, UK 10%; Canada e Messico manterranno una tariffa del 25% (e 0% per prodotti USMCA compliant); previste ulteriori tariffe settoriali, oltre a un’imposta del 25% sulle auto, che entrerà in vigore il 3 aprile.L’import complessivo degli Stati Uniti è pari a circa 3,300 miliardi di dollari, e le entrate fiscali massime derivanti da queste misure potrebbero raggiungere i 600-800 miliardi di dollari o circa 2,5% del PIL USA. La riduzione dell’import e la potenziale rilocalizzazione della produzione in USA ridurranno il gettito effettivo. Per quanto riguarda l’economia USA, l’aspettativa è che questi dazi, se mantenuti, contribuiscano a un’inflazione più elevata nel breve e almeno fino al prossimo anno (spingendo l’indice CPI vicino al 3,5% vs. inflazione attesa a 2Y ora al 3,37%). Il rischio principale è che uno shock tariffario di questa portata comporti un rallentamento economico più forte del previsto, in particolare sui consumi. “L’annuncio incrementa le probabilità di recessione, riteniamo che da qui in avanti possa aprirsi una fase di negoziazione volta a migliorare lo scenario attuale e non si tratta di un vero e proprio shock – scrive De Bellis – Nel nostro scenario di base, questa dovrebbe essere la stima massima dei dazi, che dovrebbe essere negoziata verso il basso. Sarà importante monitorare anche le dinamiche politiche interne alla maggioranza di governo, che potrebbero favorire un’evoluzione più positiva della situazione. Ci sarà volatilità, ma vediamo opportunità di investimento selettive su alcuni settori e titoli specifici”.”Lo scenario più favorevole, e quello che riteniamo più probabile, è che le aree più colpite eviteranno di adottare contromisure drastiche nel breve termine – viene aggiunto – L’Unione Europea, a nostro avviso, punterà a una riduzione delle tariffe attraverso il dialogo, mentre la Cina potrebbe intensificare le misure di stimolo interno per contrastare gli effetti economici negativi”.Secondo l’Head Research Team di EQUITA, dopo una fase di debolezza dei mercati, che potrebbe protrarsi per qualche giorno, è probabile che si inizino a vedere margini di ripresa, sostenuti dalle prospettive di negoziazione e dalle risposte delle banche centrali. La maggior parte delle banche centrali, infatti, potrebbe vedere questa situazione come un ulteriore incentivo a tagliare i tassi d’interesse (ma non in maniera rilevante considerando i piani di stimoli in EU/Germania). A livello settoriale, i consumi sono chiaramente il segmento più impattato, a causa dei dazi elevati sui paesi asiatici e dell’introduzione del 20% sulle importazioni dall’Europa. Per Campari, tariffe al 20% da EU sono leggermente migliorative rispetto alle simulazioni iniziali. I semiconduttori sono stati esplicitamente esentati dai dazi reciproci più alti e dunque, a nostro avviso, saranno soggetti solo al dazio base del 10%. Al margine si tratta di uno scenario meno negativo delle attese, che riflette la valenza strategica del settore e gli impegni di investimento di lungo termine presi da alcuni player di rilievo come TSMC. Per il settore, resta comunque un impatto negativo indiretto sulla domanda finale, in particolare nei settori dell’elettronica di consumo (supply chain largamente integrata con forniture cinesi) e nei settori più esposti al ciclo economico (auto/industrial). Sulle auto, confermata da oggi l’applicazione di dazi del 25% su tutte le auto importate in USA, ma resta da chiarire esenzioni USMCA per Messico e Canada. L’esenzione per componenti e auto prodotte in Messico e Canada che rispettino i criteri USMCA renderebbe l’impatto meno negativo per le società più esposte (Stellantis, Eurogroup, Brembo e Pirelli). Per il settore energy, l’impatto risulta marginalmente negativo per la combinazione di due effetti: 1.) l’esclusione dei prodotti energetici dal nuovo round di dazi e 2.) l’impatto negativo sul GDP globale dalle nuove misure che ridurrebbe la domanda di prodotti energetici. Tenaris è al margine quella meno impattata, grazie alla sua significativa produzione negli USA. Il settore farmaceutico è stato per il momento escluso dalle tariffe e sarà oggetto di una negoziazione a parte. Tenuto conto dell’esperienza passata, viene ritenuto che il segmento della strumentalizzazione medica, sia stata inclusa nei settori oggetto di una negoziazione separata. LEGGI TUTTO