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    WEF, Oxfam: “Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2mila miliardi di dollari”

    (Teleborsa) – Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2mila miliardi di dollari, pari a circa 5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Ogni settimana, in media, si sono configurati 4 nuovi miliardari. Allo stesso tempo il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone e, alle tendenze attuali, ci vorrebbe più di un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra tale soglia. Anche il rallentamento del tasso di riduzione della povertà estrema (condizione in cui versa chi non dispone di risorse superiori a 2,15 dollari al giorno) tende a consolidarsi, allontanando l’obiettivo di eliminare la povertà globale entro il 2030. È quanto emerge da “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, il nuovo rapporto pubblicato oggi da Oxfam, organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos e in concomitanza con l’insediamento alla Casa Bianca del miliardario Donald Trump, sostenuto dall’uomo più ricco del mondo Elon Musk.Il sogno possibile di diventare trilionarioNel 2024 il numero di miliardari è salito a 2.769 rispetto ai 2.565 del 2023. Il valore dei loro patrimoni è aumentato da 13mila a 15mila miliardi di dollari in soli 12 mesi. Si tratta del secondo più grande incremento annuo di ricchezza riscontrato da quando i patrimoni miliardari sono monitorati. L’anno scorso la ricchezza dei 10 uomini più facoltosi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Qualora il 99% dei loro patrimoni “evaporasse” da un giorno all’altro, rimarrebbero miliardari. L’anno scorso Oxfam prevedeva la comparsa del primo trilionario entro un decennio, ma al tasso attuale di crescita della ricchezza estrema di trilionari ne avremmo cinque. “L’incapacità di contenere la concentrazione di ricchezza tende a consolidare il potere nelle mani di pochi e generare paperoni trilionari – ha dichiarato Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia –. Un’inversione di tendenza è necessaria, ma il contesto politico la complica. La precarizzazione economica e la marginalizzazione culturale di ampie fasce della popolazione favoriscono proposte politiche identitarie – come quelle che si vanno radicando negli Stati Uniti, con la rielezione di Donald Trump, e nel vecchio continente – che mirano a creare artificiose contrapposizioni tra gli emarginati. Una strategia che permette di tenere in secondo piano il mancato raggiungimento di risultati economico-sociali a beneficio dei più vulnerabili, mentre persegue politiche che avvantaggiano chi è già in posizione di privilegio. Così, l’obiettivo di un’economia più inclusiva e una società più dinamica ed equa si allontana”. Ricchezza meritata o rendita di posizione?La ricchezza globale non solo è fortemente concentrata al vertice, ma in gran parte deriva anche da rendite di posizione. Basti pensare che oltre 1/3 (il 36%) delle fortune dei miliardari deriva da eredità. Tutti i miliardari del mondo sotto i 30 anni hanno ereditato i propri patrimoni, una prima ondata di quello che è stato soprannominato “il grande trasferimento di ricchezza”, per cui si prevede che nei prossimi due o tre decenni più di mille miliardari lasceranno oltre 5.200 miliardi di dollari ai propri eredi. La crescita della ricchezza dei miliardari è in parte riconducibile a sistemi di relazioni clientelari e, soprattutto, intrecciata con l’immenso potere di mercato esercitato dalle imprese che controllano o dirigono. I ricavi combinati delle 5 più grandi aziende al mondo sono superiori al PIL di decine di nazioni e al reddito aggregato dei 2 miliardi di persone più povere del pianeta (1/4 della popolazione mondiale). Si tratta di una plastica rappresentazione del potere monopolistico in azione, che garantisce rendite immeritate e contribuisce alla crescita delle disuguaglianze.”Ai super-ricchi piace dire che per accumulare enormi patrimoni ci vogliono abilità, determinazione e duro lavoro. Ma la verità è che gran parte della ricchezza estrema non è ascrivibile al merito – ha aggiunto Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International –. Molti dei cosiddetti ‘self-made men’ sono in realtà eredi di grandi fortune, tramandate per generazioni. È per questo, ad esempio, che la tassazione irrisoria o nulla delle grandi eredità è contraria a qualsiasi criterio di equità e non fa che perpetuare un sistema in cui ricchezza e potere restano nelle mani di pochi. Nel frattempo risorse pubbliche essenziali per migliorare l’istruzione, la sanità e creare posti lavoro, soprattutto nei Paesi più poveri e sfruttati, continuano a fluire verso i conti bancari più ricchi del pianeta. Questo non è solo un male per l’economia, è un male per l’umanità”.Gli squilibri Nord-SudIl sistema economico profondamente iniquo e squilibrato va caratterizzandosi per forme di moderno colonialismo che condizionano i rapporti economici tra il Nord ed il Sud Globale, con i Paesi ad alto reddito che controllano il 69% della ricchezza globale, nonostante rappresentino appena il 21% della popolazione del pianeta. Molteplici i meccanismi di estrazione di ricchezza dal Sud perpetrati dal Nord. Il predominio delle valute del Nord nel sistema dei pagamenti internazionali e i costi di finanziamento più bassi nei Paesi ricchi sono alla base di forti squilibri nei flussi di redditi da capitale tra le economie avanzate e il Sud: ogni anno il Nord “estrae” quasi 1mille miliardi di dollari dal Sud. Un’ “estrazione” di cui beneficia l’1% più ricco nel Nord, per 30 milioni di dollari ogni ora. Il Sud del mondo contribuisce per il 90% alla forza lavoro globale, ma riceve solo il 21% del reddito da lavoro aggregato. I gap salariali sono marcati: si stima che i salari dei lavoratori del Sud siano inferiori dell’87-95%, a parità di competenze, rispetto a quelli del Nord. I Paesi a basso e medio reddito spendono oggi in media quasi la metà del loro bilancio per rimborsare il debito estero contratto spesso con ricchi creditori di New York e Londra. A metà del 2023, il debito globale ha raggiunto il livello record di 307.000 miliardi di dollari e sono 3,3 miliardi le persone che vivono in Paesi che spendono più per ripagare il debito che per istruzione e sanità.Italia: il Paese delle “fortune invertite”In Italia, a metà del 2024, il 10% più ricco dei nuclei familiari (titolare di quasi 3/5 della ricchezza netta del Paese) possedeva oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie. Il rapporto era pari a 6,3 appena 14 anni fa. Il fenomeno dell’inversione delle fortune è di lungo corso: tra dicembre 2010 e giugno 2024 la quota di ricchezza del top 10% delle famiglie è aumentata di oltre 7 punti percentuali (p.p.) – passando dal 52,5% al 59,7% –, mentre quella detenuta dal bottom 50% si è contratta di quasi 1 p.p. (dall’8,3% al 7,4%). La ricchezza è fortemente concentrata al vertice: il 5% più ricco delle famiglie italiane, detentore del 47,7% della ricchezza nazionale, possiede oggi quasi il 20% in più dell’ammontare di ricchezza complessivamente detenuta dal 90% più povero. I gruppi sociali più abbienti hanno visto crescere significativamente la propria quota di ricchezza negli ultimi decenni. Lo 0,1% più ricco degli italiani ha registrato un incremento di oltre il 70% tra il 1995 e il 2016 (dal 5,5% al 9,4%); beneficiando inoltre di un rendimento medio annuo sui patrimoni (5%) quasi doppio rispetto a quello (2-3%) del 90% più povero degli italiani. Con uno sguardo ancor più granulare, nel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro – al ritmo di 166 milioni di euro al giorno – raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. L’ammontare permetterebbe di coprire l’intera superficie della città di Milano con banconote da 10 euro. Quasi 2/3 della ricchezza miliardaria (il 63%) in Italia è frutto di eredità.La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi netti equivalenti in Italia ha registrato un lieve miglioramento nel 2022 (ultimo anno per cui le stime sono accertate) rispetto al 2021. Insufficiente, tuttavia, per migliorare la 20esima posizione dell’Italia (condivisa con la Spagna) tra i 27 Paesi UE per il profilo meno egalitario della distribuzione dei redditi. Nel 2023 il fenomeno della povertà assoluta mostrava in Italia un quadro stabile rispetto all’anno precedente, ma di grande preoccupazione. Poco più di 2,2 milioni di famiglie per un totale di 5,7 milioni di individui versavano nel 2023 in condizioni di povertà assoluta, non disponendo di risorse mensili sufficienti ad acquistare un paniere di beni e servizi essenziali per vivere in condizioni dignitose. L’incidenza della povertà a livello familiare è lievemente aumentata in un anno passando dall’8,3% all’8,4%, mentre quella individuale è rimasta invariata al 9,7%.”L’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 non ha comportato la riduzione dell’incidenza della povertà assoluta, ostacolata dall’impatto dell’inflazione ancora elevata e con effetti più marcati sulle famiglie meno abbienti – ha commentato Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia –. La dinamica del 2024 risentirà verosimilmente del rallentamento dell’economia nazionale, ma peserà anche la portata delle misure di contrasto alla povertà che hanno sostituito il reddito di cittadinanza. Rispetto al RDC, l’Assegno di Inclusione ha comportato una contrazione del 37,6% del numero dei nuclei beneficiari e uno scostamento maggiore – eccezion fatta per i nuclei con i minori – tra le famiglie che beneficiano del sussidio e quelle in povertà assoluta nel nostro Paese. Fallimentare fin qui è anche l’esperienza del Supporto per la Formazione ed il Lavoro che va prefigurando, per i suoi percettori, una lenta transizione dall’occupabilità alla disperazione”. La ripresa occupazionale post-pandemica con il tasso di occupazione al 62,4% – trainato dall’occupazione over 50 – o quello, ai minimi storici, della disoccupazione al 5,7%, spiegato in parte dall’aumento degli inattivi la cui incidenza colloca l’Italia in cima all’UE, non devono distogliere l’attenzione dai problemi strutturali del mercato del lavoro nazionale. Persistono forti squilibri territoriali tra aree ad alta e bassa occupazione, forti ritardi occupazionali nei confronti dell’UE. I giovani e le donne continuano a subire una marcata sotto-occupazione e una qualità lavorativa più bassa. A fare da contraltare alla dinamica occupazionale positiva è la questione salariale. Il mercato del lavoro italiano è infatti contraddistinto da una moderazione salariale di lungo corso: il salario medio annuale reale è rimasto pressoché invariato negli ultimi trent’anni. Nel periodo più recente, tra il 2019 e il 2023, le retribuzioni lorde effettive sono cresciute in media del 6-7%. Quelle nette sono cresciute di ulteriori 3 p.p. circa per effetto del taglio del cuneo contributivo e, in misura marginale, per quello derivante dai diversi interventi di riforma dell’IRPEF. Comunque misurata, nello stesso periodo, l’inflazione cumulata si è attestata intorno al 17-18%, causando una contrazione del salario lordo reale di oltre 10 p.p. “Piuttosto che adottare toni acriticamente trionfalistici sulla crescita dell’occupazione, il Governo dovrebbe affrontare con maggior vigore le datate debolezze strutturali del mercato del lavoro italiano, favorendo la riduzione dei divari retributivi e delle sacche di lavoro povero – ha aggiunto Maslennikov –. Non sembra tuttavia questa l’intenzione dell’esecutivo. Una chiara politica industriale, orientata alla creazione di buona occupazione, resta del tutto assente, accompagnata da un immobilismo sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari, nonché dall’affossamento del salario minimo legale come tutela dei lavoratori più fragili e meno protetti. Insistere sulla liberalizzazione dei contratti a termine, di somministrazione e stagionali e ridurre le tutele del lavoro negli appalti rischia di esasperare ulteriormente saltuarietà, discontinuità e precarietà lavorativa”.Il Governo italiano – rileva il rapporto – appare poco preoccupato dal fatto che i contribuenti italiani più ricchi versino al fisco, in proporzione al proprio reddito, meno imposte dirette, indirette e contributi, rispetto ai cittadini con redditi più bassi e che l’85% degli italiani, trasversalmente a tutti i partiti, ritenga il nostro sistema fiscale profondamente iniquo. Le misure del Governo in materia fiscale nel 2024 – dalla revisione dell’IRPEF all’ampliamento del regime forfettario, dalla tassazione dei fringe benefit al concordato biennale preventivo – prefigurano una disattenzione all’equità distributiva e un tradimento della democrazia fiscale. Preservare la frantumazione del sistema fiscale italiano in molteplici regimi preferenziali e scendere, in nome della lotta all’evasione, a patti iniqui con i contribuenti ritenuti meno fedeli al fisco è indicativo della poca attenzione dell’esecutivo per la tenuta del contratto sociale. L’Italia resta un Paese in cui sempre gli stessi pagano le imposte per sostenere quel che rimane dei beni e servizi pubblici di carattere universalistico. Beni e servizi cui corrispondono diritti sociali come la sanità e l’istruzione, oggi ampiamente sottofinanziati e permanentemente a rischio di tagli. La legge sull’autonomia differenziata ha rappresentano nel 2024 un ulteriore elemento di forte preoccupazione e sconcerto, ponendosi in netta antitesi ad un’azione di contrasto alle disuguaglianze. Il regionalismo competitivo cui è improntata la legge Calderoli, invalidato alla radice dalla Corte Costituzionale, ha messo ulteriormente a repentaglio l’uguaglianza dei cittadini che già oggi scontano gravi divari nella disponibilità e nella fruizione di servizi pubblici, marcatamente differenziati a seconda del territorio di residenza. In contrasto con l’idea di un regionalismo solidale, le scelte del Governo rischiano di trasferire, senza valide motivazioni, alle Regioni a statuto ordinario molteplici competenze esclusive su temi fondamentali delle politiche pubbliche e prefigurano un passaggio dal bilancio dello Stato a quello delle Regioni di una porzione consistente della spesa pubblica con un incentivo all’utilizzo poco efficiente e trasparente delle risorse. Le raccomandazioni di Oxfam Coerentemente e limitatamente ai focus del rapporto, Oxfam ha rivolto al Governo italiano alcune raccomandazioni: Ripensare profondamente le misure di contrasto a povertà ed esclusione lavorativa garantendo la possibilità di accedere a uno schema di reddito minimo a chiunque si trovi in difficoltà; Disincentivare l’utilizzo dei contratti non standard; Definire i contratti collettivi principali; Introdurre un salario minimo legale; Perseguire politiche industriali che favoriscano la buona occupazione; Introdurre condizionalità alle imprese per l’accesso agli incentivi pubblici; Favorire una generale ricomposizione del prelievo e rafforzare l’equità orizzontale del sistema impositivo; Introdurre un’imposta progressiva sui grandi patrimoni; Aumentare il prelievo sulle grandi successioni; Promuovere una revisione del prelievo immobiliare; Non perseguire interventi condonistici; Dare impulso a una serrata lotta all’evasione fiscale; Abrogare il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata. Raccomandazioni in ambito internazionale: Supportare interventi di riduzione/ristrutturazione e cancellazione del debito dei Paesi a basso e medio reddito; Definire un percorso programmato di progressivo aumento dei fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo; Sostenere l’emissione regolare di Diritti Speciali di Prelievo e favorirne una maggiore allocazione a beneficio dei Paesi del Sud del mondo; Supportare l’istituzione di uno standard globale di tassazione dell’estrema ricchezza che renda più equo (ed effettivo) il prelievo a carico degli ultra ricchi; Favorire un processo di riforma delle Nazioni Unite e delle istituzioni finanziarie internazionali che assicuri una governance più trasparente, democratica ed equilibrata; Trasporre e, laddove possibile, rafforzare la direttiva europea per la due diligence delle grandi imprese su ambiente e diritti umani. LEGGI TUTTO

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    Rosetti Marino, contratto da 50 milioni di euro per adeguamento centrale gas di San Potito

    (Teleborsa) – Rosetti Marino, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella cantieristica navale e negli impianti per l’energia, ha stipulato il contratto d’appalto con la committente Società Padana Energia, facente capo al suo socio unico Gas Plus, per l’adeguamento della centrale di trattamento gas di San Potito del campo “Longanesi”, ubicata tra i comuni di Bagnacavallo e Lugo. Il contratto ha un valore iniziale di oltre 50 milioni di euro (da ripartire principalmente tra le annualità 2025 e 2026).I lavori di adeguamento prevedono l’esecuzione e la fornitura di opere civili, meccaniche ed impiantistiche afferenti la centrale già esistente, richiesti per aumentare sia la qualità che la potenzialità del trattamento del gas naturale prodotto dal giacimento “Longanesi”, prima di essere immesso nella rete di trasporto di Snam.La durata prevista del contratto è di 670 giorni solari dalla consegna delle aree a Rosetti Marino, prevista entro le prossime settimane da parte di Società Padana Energia, nella sua qualità di operatore della Joint Venture Società Padana Energia/Aleanna Italia titolare della concessione di coltivazione.”Siamo molto soddisfatti e particolarmente orgogliosi per l’assegnazione di un progetto così importante per la Romagna alla nostra società – ha detto l’AD Oscar Guerra – al termine dei lavori, infatti, grazie a questo impianto la produzione giornaliera di gas naturale emiliano-romagnolo, a kilometro zero per le abitazioni e i luoghi di lavoro dei residenti, si sarà incrementata per una capacità produttiva dell’ordine di 1 milione di metri cubi”. LEGGI TUTTO

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    Trimestrali Stoxx 600, BofA: crescita EPS rimarrà marginalmente positiva

    (Teleborsa) – La stagione degli utili del quarto trimestre in Europa sta per iniziare, con il 10% delle aziende che dovrebbero presentare i risultati entro la fine del mese, con questo numero che salirà al 40% entro metà febbraio. Gli analisti sell-side prevedono una crescita annuale dell’EPS dello Stoxx 600 dell’1% nel Q4, dopo una crescita del 2% nel Q3 e seguita da una crescita prevista del 3% nel Q1 di quest’anno. Lo affermano gli analisti di Bank of America (BofA) in una ricerca sul tema.Si prevede che l’energia sarà il principale freno agli utili dell’indice nel Q4 (con il recente rimbalzo del prezzo del petrolio troppo tardi per avere un impatto), seguito dai beni di consumo discrezionali (tra le preoccupazioni sulla debole domanda di auto e lusso), mentre si prevede che le telecomunicazioni e i materiali di base saranno i principali contributori positivi. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, Fitch mantiene rating in Rating Watch Positive per offerta UniCredit

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha mantenuto il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) “BBB-” di Banco BPM e l’IDR a breve termine “F3” in Rating Watch Positive (RWP).Il RWP sul’IDR di Banco BPM riflette l’offerta di scambio di UniCredit su tutte le azioni ordinarie di Banco BPM, si legge in una nota. La transazione è soggetta all’approvazione normativa e il successo dell’offerta è subordinato all’acquisizione da parte di Unicredit di almeno due terzi delle azioni di Banco BPM, ma Unicredit potrebbe anche accettare l’acquisizione di almeno il 50% +1 azione. L’agenzia di rating evidenzia che c’è una notevole incertezza sui tempi di qualsiasi completamento dell’offerta di scambio, in particolare perché il consiglio di amministrazione di Banco BPM ritiene che i termini dell’offerta non riconoscano i punti di forza sottostanti della banca e la redditività prevista.Fitch si aspetta di risolvere l’RWP una volta completata l’offerta di scambio e il risultato è chiaro, il che potrebbe richiedere più di sei mesi, ad esempio se la transazione viene ritardata a causa del processo di autorizzazione normativa o di trattative prolungate.Fitch ha ritirato il Derivative Counterparty Rating (DCR) di Banca Akros di “BBB(dcr)” su RWP poiché l’agenzia non lo ritiene più rilevante per la sua copertura perché Banco BPM ha riorganizzato le sue attività di trading. Allo stesso tempo, ha assegnato a BBPM un DCR di “BBB(dcr)” su RWP. LEGGI TUTTO

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    BPER, Fitch migliora outlook a Positivo. Confermato rating BBB

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha rivisto l’outlook di BPER Banca da “Stabile” a “Positivo”, confermando il suo Long-Term Issuer Default Rating (IDR) a “BBB-” e il Viability Rating (VR) a “bbb-“.L’outlook positivo riflette l’aspettativa di Fitch che il profilo di credito di BPER trarrà vantaggio dalla continua realizzazione di sinergie dal suo franchising ampliato e stabilizzato dopo le acquisizioni passate. Ciò dovrebbe migliorare in modo sostenibile la generazione di utili e la resilienza della banca attraverso volumi di business maggiori e un contributo più forte da attività di gestione patrimoniale e assicurative basate su commissioni. “Ci aspettiamo che BPER trarrà vantaggio anche da maggiori opportunità di business e prospettive di crescita più solide offerte dal miglioramento dell’ambiente operativo in Italia”, si legge in una nota.I rating di BPER riflettono il suo franchising second-tier e ampliato in Italia dopo le acquisizioni, con ampi depositi dei clienti che forniscono una fonte di finanziamento stabile ed economica. I rating riflettono anche il modello di business adeguatamente diversificato di BPER con un crescente contributo di entrate da commissioni, che è destinato a supportare strutturalmente la redditività operativa in un contesto di tassi di interesse in calo e dovrebbe sostenere la buona capacità di assorbimento delle perdite di BPER. I rating beneficiano anche di una solida qualità degli asset e di un’adeguata capitalizzazione.La portata nazionale di BPER si è ampliata fino a diventare la quinta banca nazionale più grande dopo le acquisizioni degli ultimi tre anni, sottolinea Fitch. Le attività acquisite sono state integrate, ma le potenziali sinergie devono ancora essere pienamente realizzate. La strategia di BPER è focalizzata sull’aumento della quota di attività che producono entrate da commissioni, supportata dalle proprie controllate specializzate e da accordi con terze parti.L’utile operativo di BPER ha continuato a migliorare nel 2024, ampiamente supportato da una forte crescita del reddito netto da interessi (NII), ma anche da continui miglioramenti nell’efficienza operativa e da minori oneri per svalutazione dei prestiti. Fitch si attende che questi fattori continuino a sostenere strutturalmente la redditività operativa di BPER che, insieme alla crescita dei volumi, soprattutto nella gestione patrimoniale, dovrebbe portare la redditività operativa a un livello ben al di sopra delle medie storiche, superiore al 3% delle attività ponderate per il rischio (RWA) nel 2025-2026. LEGGI TUTTO

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    UE chiede consultazioni al WTO su pratiche sleali della Cina su settore high-tech

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha richiesto consultazioni presso l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) con l’obiettivo di rimuovere le pratiche commerciali definite “sleali e illegali” della Cina nell’ambito della proprietà intellettuale.L’esecutivo UE afferma che la Cina ha autorizzato i suoi tribunali a stabilire tassi di royalty vincolanti a livello mondiale per i brevetti essenziali standard dell’UE, senza il consenso del proprietario del brevetto. Ciò spinge le aziende high-tech europee innovative ad abbassare i loro tassi a livello mondiale, dando così ai produttori cinesi un accesso più economico a quelle tecnologie europee in modo ingiusto.Inoltre, interferisce indebitamente con la competenza dei tribunali dell’UE per le questioni relative ai brevetti europei. È ferma opinione della Commissione europea che tali pratiche siano incoerenti con l’accordo WTO sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS).Poiché non è stata raggiunta alcuna soluzione negoziata soddisfacente dalla Cina, l’UE dice di essere costretta a richiedere consultazioni come primo passo in questa procedura di risoluzione delle controversie presso il WTO, con l’obiettivo di garantire che le sue industrie high-tech, in particolare nel settore delle telecomunicazioni, possano esercitare efficacemente i propri diritti di brevetto e proteggere i propri investimenti nell’innovazione.”Le vivaci industrie high-tech dell’UE devono essere autorizzate a competere lealmente e ad armi pari – ha detto Maros Sefcovic, Commissario per il commercio e la sicurezza economica – Quando ciò non avviene, la Commissione adotta misure decisive per proteggere i loro diritti. La R&S è un motore per l’innovazione che garantisce la leadership dell’UE nello sviluppo di tecnologie future e deve essere adeguatamente ricompensata. Contestiamo queste pratiche commerciali sleali presso l’Organizzazione mondiale del commercio”.Come risposta, la Cina ha dichiarato di “deplorare” l’avvio della procedura presso il WTO da parte dell’UE e sottolineato che “affronterà le conseguenze di questo caso in conformità con le regole del WTO e salvaguarderà con determinazione i propri diritti e interessi legittimi”. LEGGI TUTTO

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    Haier cessa attività produttive a Brugherio ed estende riduzione del personale in Italia

    (Teleborsa) – Haier, colosso cinese attivo nel mercato dei grandi elettrodomestici, ha presentato ai sindacati il piano di trasformazione del business che include la razionalizzazione della propria presenza produttiva in Europa. Il piano – si legge in una nota del gruppo che controlla i marchi Candy, Hoover e Haier – ha come obiettivo il consolidamento delle capacità produttive in pochi siti strategici di grandi dimensioni e una revisione approfondita dei costi e dei processi.Tale piano prevede la chiusura dello stabilimento di Aricestii Rahtivani in Romania entro la fine di marzo 2025 e la cessazione delle attività produttive del sito di Brugherio in Italia entro giugno 2025, a cui farà seguito un progetto di riconversione, finalizzato a minimizzare l’impatto sociale e preservarne il ruolo strategico.L’azienda ha firmato con i sindacati un accordo che prevede l’estensione della procedura di riduzione del personale su base volontaria rivolta ai dipendenti delle sedi italiane di Vimercate e Brugherio, già avviata a luglio 2024. Tale procedura riguarderà 100 dipendenti, di cui 64 relativi ad HQ.Relativamente alla cessazione delle attività produttive del sito di Brugherio, l’azienda ha informato i sindacati del proprio impegno verso un progetto di riconversione dello stabilimento – i cui dettagli saranno presentati successivamente – con l’obiettivo di garantire una continuità occupazionale e preservare il ruolo strategico di Brugherio e dell’Italia per Haier Europe: qui l’azienda mantiene il centro direzionale europeo, insieme all’hub europeo per l’aftersales e i ricambi, il centro europeo di design (Milan Experience Design Center) e i laboratori ricerca e sviluppo per le linee di prodotto.Il percorso di razionalizzazione segue un momento difficile per l’industria degli elettrodomestici a livello europeo, con l’ultimo triennio che ha registrato una significativa contrazione della domanda accompagnata da una progressiva erosione dei margini. LEGGI TUTTO

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    ACER crea gruppo di esperti per valutare esigenze di flessibilità in sistema elettrico

    (Teleborsa) – L’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) sta istituendo un gruppo di esperti per valutare le esigenze di flessibilità nel sistema elettrico dell’UE. In particolare, sta cercando professionisti con esperienza in modellizzazione del mercato energetico, mercati energetici, sistemi energetici, economia energetica, politica energetica e normative energetiche.A causa dell’enorme incremento delle energie rinnovabili, si prevede che le esigenze di flessibilità del sistema elettrico dell’UE raddoppieranno entro il 2030. Il regolamento Electricity Market Design (EMD) recentemente adottato (2024) impone ad ACER di condurre una valutazione delle esigenze di flessibilità paneuropea. La valutazione, la cui pubblicazione è prevista per luglio 2027, si baserà sulla metodologia attualmente in fase di sviluppo da parte della European Network of Transmission System Operators for Electricity (ENTSO-E) e dell’Entità DSO.Il gruppo di esperti supporterà ACER nello sviluppo di un solido strumento analitico per completare questa valutazione.Il gruppo opererà per due anni, ovvero fino ad aprile 2027, con possibilità di estensione se sarà necessario un ulteriore impegno. La scadenza per le candidature è il 10 febbraio 2025. LEGGI TUTTO