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    USA, EIA: scorte petrolio evidenziano forte aumento di 7,7 MBG

    (Teleborsa) – Sono aumentate a sorpresa le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 25 luglio 2025, sono cresciuti di circa 7,7 milioni di barili a 426,7 MBG, contro attese per un decremento pari a -2,3 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato un aumento di 3,6 MBG, arrivando a 113,5 MBG, contro attese per una decrescita di 0,9 MBG, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 2,7 milioni a quota 228,4 MBG (era atteso un decremento di 1,1 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 0,2 milioni a 402,7 MBG.Nonostante questi dati, il petrolio prosegue gli scambi in rialzo, con il Light Crude statunitense che scambia a 69,52 dollari al barile, in rialzo dello 0,45%, mentre il Brent registra un incremento dello 0,36% a 71,94 dollari. LEGGI TUTTO

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    Acea, calo a doppia cifra per i veicoli commerciali in UE

    (Teleborsa) – La prima metà del 2025 si è rivelata impegnativa per il mercato dei veicoli commerciali dell’UE, caratterizzato da un calo significativo delle immatricolazioni nei mercati chiave, in un contesto economico già difficile e nonostante la quota di veicoli a ricarica elettrica sia aumentata, spiega l’Acea, l’associazione dei costruttori europei.Le nuove immatricolazioni di furgoni nell’UE sono diminuite del 13,2%, con i tre mercati principali che hanno contribuito alla flessione. La Germania ha registrato il calo più significativo con una discesa del 14,7%, seguita da Francia (-12%) e Italia (-11,7%). Al contrario, la Spagna ha registrato un aumento delle vendite, con un +11,2%.Anche le nuove immatricolazioni di camion nell’UE sono diminuite del 15,4%, raggiungendo un totale di 155.367 unità. Questo calo è stato principalmente determinato dalla contrazione del 14,5% delle immatricolazioni di autocarri pesanti, insieme al calo del 20% delle immatricolazioni di autocarri medi. Tutti i principali mercati hanno registrato cali, con Germania (-27,5%), Francia (-18,8%), Spagna (-13,6%) e Italia (-13,3%) che hanno registrato flessioni a due cifre.Sebbene a un ritmo più lento, le nuove immatricolazioni di autobus nell’UE hanno visto la loro domanda diminuire rispetto al primo semestre del 2025, totalizzando 18.123 unità. Tra i principali mercati, l’Italia ha registrato un forte calo (-24,5%), seguita da Spagna (-10,7%), Francia (-8%) e Germania (-3,2%). D’altra parte, mercati come Svezia (+222,4%) e Belgio (+76,7%) hanno registrato una crescita notevole.(Foto: © Dmitry Kalinovsky/123RF) LEGGI TUTTO

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    Germania, vendite al dettaglio giugno meglio di attese

    (Teleborsa) – Cresce, più delle attese, il commercio al dettaglio in Germania. Le vendite in termini reali hanno registrato a giugno un incremento dell’1% su mese, contro il +0,5% atteso e dopo il -0,6% registrato il mese precedente. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (DESTATIS), la variazione annua si attesta a +4,9% in aumento dal +4,6% registrato a maggio.(Foto: Dimitris Vetsikas / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Appuntamenti macroeconomici del 30 luglio 2025

    (Teleborsa) – Mercoledì 30/07/202507:30 Francia: PIL, trimestrale (atteso 0,1%; preced. 0,1%)07:30 Francia: Consumi familiari, mensile (atteso -0,3%; preced. 0,2%)08:00 Germania: Vendite dettaglio, mensile (atteso 0,5%; preced. -1,6%)08:00 Germania: Vendite dettaglio, annuale (preced. 1,6%)09:00 Spagna: Prezzi consumo, annuale (atteso 2,3%; preced. 2,3%)09:00 Spagna: Prezzi consumo, mensile (preced. 0,7%)10:00 Germania: PIL, trimestrale (atteso -0,1%; preced. 0,4%)10:00 Italia: PIL, trimestrale (atteso 0,1%; preced. 0,3%)10:00 Italia: PIL, annuale (atteso 0,6%; preced. 0,7%)11:00 Unione Europea: PIL, annuale (atteso 1,2%; preced. 1,5%)11:00 Unione Europea: PIL, trimestrale (atteso 0%; preced. 0,6%)11:00 Unione Europea: Fiducia economia (atteso 94,5 punti; preced. 94 punti)11:00 Unione Europea: Fiducia imprese (atteso -11 punti; preced. -12 punti)11:00 Unione Europea: Fiducia consumatori (atteso -14,7 punti; preced. -15,3 punti)11:00 Italia: Fatturato industria, mensile (preced. 1,5%)13:00 USA: Richieste mutui, settimanale (preced. 0,8%)14:15 USA: Occupati ADP (atteso 77K unità; preced. -33K unità)14:30 USA: PIL, trimestrale (atteso 2,4%; preced. -0,5%)16:00 USA: Vendita case in corso, mensile (atteso 0,3%; preced. 1,8%)16:00 USA: Vendita case in corso (preced. 72,6 punti)16:30 USA: Scorte petrolio, settimanale (atteso -2,5 Mln barili; preced. -3,17 Mln barili)(Foto: Silkstock – stock.adobe.com (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

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    Francia, crescita PIL accelera più delle attese nel secondo trimestre

    (Teleborsa) – Cresce più delle previsioni l’economia francese nel 2° trimestre del 2025. Secondo la lettura preliminare diffusa dall’Istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE), il PIL, nei tre mesi a giugno, avrebbe registrato una crescita dello 0,3% oltre il +0,1% del consensus e registrato nel trimestre precedente. Su base annua, la crescita del prodotto interno lordo francese si attesta allo 0,7%, rafforzandosi rispetto al +0,6% indicato nei tre mesi precedenti.Le spese per consumi delle famiglie, hanno segnato una modesta crescita (+0,1% dopo il +0,3%), mentre gli investimenti fissi lordi hanno continuato a diminuire (-0,3% dopo il -0,1%).(Foto: © Markus Glombitza / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Francia, aumentano a sorpresa i consumi delle famiglie a giugno

    (Teleborsa) – Aumentano i consumi delle famiglie francesi a giugno. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di Statistica Nazionale francese (INSEE) si è registrata una variazione pari a +0,6% dopo il +0,1% segnato a maggio. Il dato è anche migliore delle attese gli analisti che avevano stimato un calo dello 0,3%.Questo incremento è stato trainato dalla crescita dei consumi di energia (+3,5%) ed in minima parte da quelli di beni manifatturieri (+0,5%). I consumi di beni alimentari invece hanno continuato a diminuire (-0,9%).(Foto: © Aleksandr Grechaniuk / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Terna: Di Foggia, risultati solidi ci consentono di confermare la guidance

    (Teleborsa) – Terna ha chiuso il primo semestre 2025 “con risultati forti, nonostante il contesto macroeconomico e geopolitico sempre più complesso e sfidante” che “ci consentono di confermare la guidance per l’intero 2025”. Lo ha detto Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e direttore generale di Terna, durante la presentazione dei risultati del primo semestre dell’anno che hanno mostrato investimenti record.Terna, ha aggiunto Di Foggia, è impegnata nell’esecuzione degli obiettivi del suo piano. Questo consentirà l’integrazione delle fonti rinnovabili, lo sviluppo della rete e il rafforzamento delle interconnessioni con i paesi esteri. “Questi sforzi miglioreranno la sicurezza e la resilienza del sistema elettrico, permettendo il raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei e garantendo la stabilità del sistema”. “Il sistema elettrico europeo è complesso, ha detto ancora la top manager rispondendo a una domanda sul rischio blackout come accaduto in Spagna, e l’Italia ne rappresenta una componente fondamentale. Sebbene non sia possibile eliminare completamente ogni rischio, la rete italiana è oggi decisamente più resiliente, grazie agli investimenti realizzati da Terna negli ultimi anni per rafforzarne la sicurezza”. LEGGI TUTTO

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    Accordo commerciale Ue-Usa, Scope Ratings: “Impatti sul settore bancario italiano saranno gestibili”

    (Teleborsa) – “Le banche italiane affrontano rischi relativamente bassi per la qualità degli attivi derivanti dai nuovi dazi statunitensi, sebbene gli effetti di secondo livello potrebbero influire sulla redditività. Prevediamo che l’accordo commerciale UE-USA avrà un impatto limitato sui profili creditizi delle banche italiane, sebbene possa potenzialmente avere ripercussioni significative su alcuni settori dell’economia italiana”. È quanto afferma Alessandro Boratti, lead analyst di Scope Ratings.Secondo il ministero degli Affari Esteri italiano, – si legge nell’analisi di Scope Ratings, elaborata dagli analisti del Financial Institutions Team – le esportazioni verso gli Stati Uniti ammontavano a 64,7 miliardi di euro nel 2024, pari a circa il 3% del PIL italiano. Oltre due terzi erano rappresentati da macchinari (20%), prodotti farmaceutici (16%), alimenti e bevande (12%), trasporti (incluso il settore automobilistico, 12%), prodotti chimici ed elettronici (4% ciascuno). I prodotti farmaceutici sono stati momentaneamente esclusi dall’accordo commerciale, il che implica che potrebbe essere applicata un’imposta più elevata, come lasciato intendere dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.L’esposizione delle grandi banche italiane ai settori più vulnerabili alle imposte statunitensi è limitata. Ciò – evidenzia Scope Ratings – riflette il grado di diversificazione settoriale dei loro portafogli di prestiti alle imprese. Infatti, i prestiti a questi settori rappresentano solo tra il 6% e il 10% dei prestiti lordi alla clientela per le sette banche del campione analizzato da Scope Ratings (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, BPER Banca, Credito Emiliano). “È irrealistico – evidenzia la ricerca – supporre che questi prestiti siano interamente concessi agli esportatori direttamente interessati dai nuovi dazi statunitensi, quindi i rischi sono contenuti”.Tuttavia, – prosegue l’analisi – i dazi potrebbero indurre un rallentamento economico, e questo potrebbe portare a un più ampio deterioramento della qualità del credito in vari segmenti dell’economia. Scope stima che l’Italia potrebbe affrontare una perdita di produzione a breve termine di 0,4 punti percentuali, aggiungendo pressione a una crescita già modesta. Oltre alle preoccupazioni sulla qualità degli attivi, il principale svantaggio per le banche italiane risiede nel potenziale impatto sulla generazione di ricavi. Le sfide alla crescita economica italiana potrebbero ridurre la già debole domanda di prestiti, che avrebbero un impatto negativo sul margine di interesse netto delle banche. La crescita dei prestiti in Italia è una delle più basse dell’area dell’euro, secondo i dati della BCE. A maggio 2025, la crescita annua dei prestiti a famiglie e imprese in Italia era quasi nulla, rispetto a una media di circa il 2% nell’area dell’euro.Una prospettiva economica più debole in Italia e in Europa, unita a un’inflazione più bassa, poiché paesi come la Cina si rivolgono all’UE per compensare le perdite commerciali con gli Stati Uniti, potrebbe indurre la BCE a tagliare i tassi più del previsto. Attualmente Scope prevede che il tasso sui depositi della BCE raggiungerà l’1,75% entro la fine del 2026, dall’attuale 2%. Uno scenario in cui la BCE taglia i tassi più o più rapidamente di quanto ipotizzato potrebbe erodere i margini delle banche e annullare parte dei recenti guadagni di redditività di cui le banche italiane hanno beneficiato grazie all’ampliamento dei margini di interesse.”Riteniamo – sottolinea Scope – che il nuovo accordo commerciale ridurrà l’incertezza, ma la mancanza di visibilità sulla politica commerciale statunitense potrebbe innescare volatilità del mercato. Ciò avrebbe effetti contrastanti sul settore bancario italiano. Fornirebbe un incremento dei ricavi agli istituti che operano su larga scala sui mercati dei capitali (ad esempio UniCredit), ma avrebbeun impatto negativo sulla vendita di prodotti di asset management e wealth management, riducendo così le commissioni legate alla performance”. A titolo di esempio, – spiega Scope – a maggio 2025 si è registrato un deflusso netto di asset in gestione pari a 2,4 miliardi di euro, secondo Assogestioni, che all’epoca ha posto fine a nove mesi di crescita.Le banche italiane sono ben posizionate per affrontare le sfide”Le banche italiane – rileva Scope – sono, tuttavia, ben posizionate per affrontare queste sfide. Dal punto di vista del rischio di credito, i loro bilanci sono i più solidi dalla crisi finanziaria globale, supportati da anni di de-risking e da una migliore gestione del rischio di credito”. A marzo 2025, il rapporto tra crediti deteriorati lordi e impieghi a breve termine (NPL) del settore si attestava al 2,8%, in calo rispetto al 17,1%. Dall’inizio della pandemia, le banche hanno accumulato ingenti accantonamenti per perdite su crediti non assegnati, la maggior parte dei quali sono ancora intatti e forniscono un cuscinetto contro un deterioramento imprevisto della qualità dei prestiti. UniCredit (A/Stabile), Intesa (A/Stabile) e Banco BPM detengono sovrapposizioni pari a rispettivamente circa 40 pb, 20 pb e 15 pb di prestiti alla clientela. Forse ancora più importante, la redditività delle banche italiane è più che raddoppiata negli ultimi tre anni.I rendimenti delle attività ponderate per il rischio per le sette banche del campione analizzato nella ricerca sono stati in media del 3,1% nel 2024, in aumento rispetto all’1,2% del 2021, quindi, – evidenzia Scope – “sebbene i rischi siano orientati al ribasso, la solida base di partenza significa che le banche italiane possono sopportare una certa pressione sui ricavi prima di compromettere materialmente la loro capacità di assorbire le perdite su crediti attraverso la redditività operativa ordinaria”. Nel 2024, gli utili medi prima degli accantonamenti nel campione di banche esaminato erano 13 volte superiori agli accantonamenti per perdite su crediti, che – conclude Scope – è un fattore chiave per i nostri rating creditizi. LEGGI TUTTO