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    EGM, Stifel cancellata da elenco EGA dopo chiusura sede di Milano

    (Teleborsa) – Borsa Italiana ha reso noto che Stifel Europe, a seguito di una riorganizzazione delle proprie attività commerciali, ha provveduto a chiudere la sede secondaria a Milano. Borsa Italiana provvederà quindi a cancellare Stifel dall’elenco degli Euronext Growth Advisor (EGA) per il mercato Euronext Growth Milan a decorrere dal 4 settembre 2025.La figura dell’EGA riveste un ruolo centrale per il funzionamento del mercato Euronext Growth Milan, e ha la funzione di assistere e supportare la società sia in fase di ammissione che successivamente, durante la permanenza sul mercato, in particolare rispetto all’assolvimento dei compiti e delle responsabilità derivanti dal Regolamento.Stifel è un operatore finanziario americano con forte presenza in Europa. Offre una gamma completa di servizi, tra cui Investment Banking, Fixed Income Capital Markets, Ricerca e Sales & Trading. LEGGI TUTTO

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    Industria calzaturiera italiana: “Prima metà 2025 ancora in contrazione”

    (Teleborsa) – Situazione ancora complessa per il settore calzaturiero italiano nella prima metà dell’anno, ma nel secondo trimestre si osserva nei principali indicatori congiunturali un attenuarsi della flessione. Questa la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, alla vigilia del Micam, il Salone Internazionale della Calzatura che aprirà domenica prossima 7 settembre 2025 a Fiera Milano Rho.”L’analisi dei dati – spiega Giovanna Ceolini, presidente Assocalzaturifici – evidenzia nel cumulato gennaio-giugno un calo sia del fatturato (-5,6% tra gli associati partecipanti alla rilevazione trimestrale) sia della produzione industriale (-9,5% l’indice Istat, con una riduzione tendenziale del -7,5% nel periodo aprile-giugno). L’export resta positivo nelle paia (+3,2% nei primi cinque mesi) ma appare in calo in valore (-2,7%), risultando frenato dalle performance nel Far East e nell’area CSI. Tengono i mercati comunitari (+1% in valore), mentre prosegue il trend decisamente favorevole di Emirati Arabi (+26,6%) e Turchia (+13,5%). L’attività di pura commercializzazione ha favorito l’incremento dell’import (+18,2% in quantità), con una decisa crescita dei flussi dall’Estremo Oriente (+45%); oltre alla Cina, Vietnam, Indonesia, Cambogia e Birmania presentano aumenti sostenuti. Il saldo commerciale è sceso a 2 miliardi di euro di attivo (-15,8% su gennaio-maggio 2024). Sul fronte interno, i consumi delle famiglie mostrano difficoltà di ripresa (-1,9% in volume, -0,7% in spesa); le calzature sportive e le sneakers si confermano l’unico segmento con leggero dinamismo (+1,2% in spesa)”.Ritornando all’export – che storicamente “traina” l’industria calzaturiera italiana, dal momento che l’85% delle calzature prodotte nel nostro Paese è destinato ai mercati esteri – nei primi cinque mesi del 2025 – rileva il Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici – si è attestato a 4,89 miliardi di euro (-2,7%), per 84,5 milioni di paia (2,6 milioni in più dello stesso periodo 2024, pari al +3,2%), con un prezzo medio per paio sceso a 57,82 euro (-5,7%). A soffrire della congiuntura negativa innescatasi nella seconda metà del 2023, al termine del rimbalzo post-Covid, sono tutte le fasce di prodotto, inclusi il lusso e le griffe. I mercati UE (+1% in valore e +6,1% in volume nell’insieme) si son comportati meglio delle destinazioni extra-UE. Tra i partner comunitari, spicca il recupero della Germania (+12,4% in valore e +15,8% in quantità) e tiene, almeno in termini di paia (+1,3%), l’export verso la Francia, che però segna un -5,5% in valore restando comunque saldamente al primo posto tra le destinazioni. Consolidamenti di varia intensità si sono registrati, sia nelle quantità che nei valori, per diversi altri importanti mercati: Spagna, Polonia, Belgio e Austria. Con riferimento all’export extra-UE (che globalmente mostra un -6,5% in valore e un -3,2% in volume), flessioni generalizzate hanno interessato tutti i principali mercati del Far East (-23%) e diversi paesi dell’ex blocco sovietico, tra cui i due in guerra (Russia -14,4% in valore, Ucraina -3,8%) e il Kazakistan (-2,5%), che rallenta dopo l’espansione considerevole degli anni recenti. Tra le tipologie, le scarpe con tomaio in pelle presentano un trend non favorevole sia in volume (-2,7%) che in valore (-7%).”Riguardo le prospettive, – spiega Ceolini – grava l’incognita dell’impatto dei dazi americani, le cui reali conseguenze sulle vendite si potranno quantificare solo coi dati dei mesi autunnali. La tenuta evidenziata dall’export verso gli USA in aprile (+1,9% in valore) e maggio (+1,8%) va letta con cautela, perché l’incertezza e l’eventualità che potessero essere fissate tariffe ancora più gravose possono aver spinto gli operatori ad accelerare le transazioni col dazio aggiuntivo del 10%. Troppo presto, dunque, per trarre conclusioni in merito. Un provvedimento – l’istituzione dei dazi che l’accordo con la UE ha fissato al 15% baseline a partire dal 7 agosto – peraltro dichiarato illegittimo pochi giorni fa da una Corte d’appello federale americana e su cui ad ottobre sarà chiamata a giudicare la Corte Suprema, dopo il ricorso della Casa Bianca. I dazi potrebbero ripercuotersi sulle decisioni di acquisto della clientela americana e direttamente sulla marginalità delle imprese esportatrici nel caso decidessero di “assorbire” in tutto o in parte la nuova tariffa. L’importanza degli USA per le esportazioni del calzaturiero – erano il secondo mercato in valore, con quasi 1,4 miliardi di euro, a consuntivo 2024 – ha reso il tema di grande attualità negli ultimi mesi, per il rischio che potrebbe rappresentare per la tenuta delle aziende esposte su quel mercato, giustamente allarmate”.Anche le dinamiche occupazionali e demografiche delle imprese risentono dello scenario non favorevole: nel primo semestre 2025 il Centro Studi stima saldi negativi sia nel numero delle aziende (-81 calzaturifici tra industria e artigianato, pari al -2,4% su dicembre scorso) che in quello degli addetti (-1.392 occupati, -2%), scesi rispettivamente a 3.288 e 69.449. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali resta elevato: benché nel secondo trimestre il numero di ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS per le aziende della filiera pelle sia sceso del -28,1% su aprile-giugno 2024, il cumulato del primo semestre 2025 risulta in aumento del +12,8% tendenziale. A livello territoriale, tre sono le regioni – tra quelle in cui la filiera pelle è più radicata – a presentare un aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate: Toscana (+97%), Marche (+27%) ed Emilia-Romagna (+32%).Le attese per la seconda metà del 2025 restano improntate alla cautela: “l’assenza di novità di rilievo nel panorama economico internazionale e in quello geopolitico e le tensioni commerciali internazionali innescate dai dazi USA – conclude l’indagine – non permettono facili ottimismi. Oltre la metà degli imprenditori intervistati (58%) prevede di chiudere l’anno con risultati inferiori rispetto al 2024”. LEGGI TUTTO

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    UE, surplus agroalimentare tiene nonostante prezzi elevati gonfino importazioni chiave

    (Teleborsa) – Il commercio agroalimentare dell’Unione europea è rimasto stabile a maggio 2025, confermando la solidità del settore in un contesto commerciale difficile. Il surplus commerciale totale dell’UE è rimasto ampiamente positivo, nonostante i prezzi elevati abbiano gonfiato il valore di diverse importazioni chiave dell’UE, dice la Commissione europea nel suo report sul tema.EsportazioniLe esportazioni agroalimentari dell’UE hanno raggiunto i 19,9 miliardi di euro a maggio, in leggero calo (-1%) rispetto ad aprile, ma comunque dell’1% in più rispetto a maggio 2024. Tra gennaio e maggio, le esportazioni cumulative hanno raggiunto i 99,6 miliardi di euro, con un aumento di 2,3 miliardi di euro (+2%) rispetto allo scorso anno.Il Regno Unito si è confermato il mercato principale tra gennaio e maggio, rappresentando il 23% delle esportazioni (23 miliardi di euro), con un aumento di 964 milioni di euro (+4%), dovuto principalmente all’aumento dei prezzi dei prodotti a base di cacao. Anche le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cresciute, raggiungendo i 12,7 miliardi di euro (+700 milioni di euro, +6%), sostenute da prodotti a base di cacao, liquori, prodotti lattiero-caseari e vino. La Svizzera segue con 5,7 miliardi di euro, in crescita di 555 milioni di euro (+11%), ancora una volta trainata dai prezzi del cacao. Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono diminuite di 619 milioni di euro (-11%), in gran parte a causa di un forte calo dei volumi di cereali.I prodotti a base di cacao e caffè hanno continuato a trainare il valore delle esportazioni. Le esportazioni di caffè, tè, cacao e spezie sono cresciute di 1,6 miliardi di euro (+39%), riflettendo un raddoppio dei prezzi di pasta, burro e polvere di cacao, nonché un aumento del 30% dei prezzi del caffè. Anche le esportazioni di cioccolato e dolciumi sono aumentate notevolmente (+831 milioni di euro, +20%), mentre i prodotti lattiero-caseari sono aumentati di 574 milioni di euro (+7%) nonostante i volumi inferiori.Nel frattempo, le esportazioni di cereali sono diminuite di 1,3 miliardi di euro (-22%), a causa di un calo del 28% dei volumi, mentre le esportazioni di olive e olio d’oliva sono diminuite di 459 milioni di euro (-14%), poiché il calo dei prezzi ha compensato un aumento del 17% dei volumi.ImportazioniLe importazioni agroalimentari dell’UE hanno raggiunto i 17 miliardi di euro a maggio, in aumento del 4% rispetto al mese precedente e del 15% su base annua. Tra gennaio e maggio, le importazioni totali si sono attestate a 81,5 miliardi di euro, con un aumento di 11,5 miliardi di euro (+16%) rispetto al 2024.Il Brasile si è confermato il principale fornitore, con 7,5 miliardi di euro tra gennaio e maggio (+591 milioni di euro, +9%), principalmente a causa dell’aumento dei prezzi del caffè. Le importazioni dal Regno Unito hanno raggiunto i 6,5 miliardi di euro (+336 milioni di euro, +5%), mentre quelle dagli Stati Uniti sono salite a 5,9 miliardi di euro (+878 milioni di euro, +17%), trainate dalle maggiori importazioni di mais, frutta a guscio e alcolici.I maggiori incrementi su base annua sono stati registrati dalla Costa d’Avorio (+1,8 miliardi di euro, +68%, principalmente nel cacao), dal Canada (+933 milioni di euro, +93%, principalmente in cereali e colza), dalla Cina (+868 milioni di euro, +24%, principalmente in beni non commestibili) e dall’Australia (+790 milioni di euro, +111%, principalmente in colza, sebbene ancora al di sotto dei livelli del 2023). Al contrario, le importazioni dall’Ucraina sono diminuite di 687 milioni di euro (-12%) e quelle dalla Russia sono crollate di 480 milioni di euro (-74%).I prezzi elevati delle principali materie prime hanno continuato a spingere al rialzo i valori delle importazioni. Caffè, tè, cacao e spezie sono aumentati di 6,9 miliardi di euro (+62%), mentre frutta e noci hanno aggiunto 1,8 miliardi di euro (+18%). Le importazioni di prodotti non commestibili sono aumentate di 588 milioni di euro (+15%). Al contrario, le olive e l’olio d’oliva sono diminuiti di 378 milioni di euro (-41%), mentre lo zucchero e l’isoglucosio di 347 milioni di euro (-39%). LEGGI TUTTO

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    USA, deficit commerciale luglio cresce più del previsto

    (Teleborsa) – In aumento il deficit commerciale americano. Nel mese di luglio, la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 78,3 miliardi di dollari, in salita rispetto al passivo di 59,1 miliardi di dollari di giugno (dato rivisto da -60,2 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, si confronta con i -77,7 miliardi stimati dagli analisti. Le esportazioni sono cresciute a 280,5 miliardi da 277,3 miliardi, mentre le importazioni sono risultate in salita a 358,8 miliardi di dollari dai 337,5 miliardi precedenti. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Orcel: puntare al 30% di Commerzbank e dialogo costruttivo

    (Teleborsa) – Unicredit si dice pronta ad avere un dialogo costruttivo con chiunque voglia averlo. Lo ha detto giovedì il Ceo di UnicreditAndrea Orcel, rispondendo a una domanda su Commerzbank al forum delle banche di Handelsblatt a Francoforte.Il Ceo ha definito l’opposizione del governo tedesco all’avanzata di Unicredit “un fattore critico”. Infatti, anche il governo Merz, così come quello precedente di Scholz, definisce ostili le mosse del gruppo italiano, che recentemente ha raggiunto il 26% in Commerzbank.Una quota che Unicredit vuole incrementare rapidamente, ha fatto capire Orcel, che ha affermato “verso la fine dell’anno saremo a circa il 30%”. Resta tuttavia aperta la questione se vi sarà un’OPA da parte del gruppo italiano, decisione questa – ha precisato – “che spetta agli azionisti, al Cda e ai team”.E alla domanda su come intenda convincere i tedeschi dell’operazione in corso, ha replicato: “Non stiamo cercando di convincere nessuno, perché non abbiamo un dialogo con nessuno e nessuno vuole sedersi a un tavolo”. E ha aggiunto che “Unicredit si trova esattamente dove vuole essere. Abbiamo ottenuto delle autorizzazioni. Ci sentiamo a nostro agio”. Più in generale, il top manager ha sottolineato quanto l’intromissione della politica sia un elemento sempre più rilevante, di cui bisogna tener conto nelle fusioni.Inoltre, rispondendo a una domanda su quanti posti andrebbero tagliati alla Commerzbank, Orcel ha segnalato che “tra cinque o sei anni probabilmente eliminerebbero più posti di lavoro rispetto a un consolidamento con noi, perché sono costretti a farlo”. E in merito alla questione aperta sull’OPA, il Ceo di Unicredit ha ribattuto alla numero uno di Commerzbank, Bettina Orlopp, che aveva affermato ieri di ritenere che alla fine non ci sarà un’acquisizione da parte della banca italiana: “Al suo posto mi siederei al tavolo e guarderei cosa c’è”. Orcel ha poi espresso il proprio disaccordo sul fatto che un ingresso di Unicredit nel Consiglio di sorveglianza porterebbe un “concorrente” nel board, sollevato dalla stessa Orlopp: esistono regole sufficienti per garantire che un membro del consiglio non agisca contro gli interessi dell’azienda, ha spiegato.E infine sul titolo Commerzbank Orcel ha affermato: “voglio che il prezzo delle azioni continui a salire”, sottolineando che “se loro guadagneranno, guadagniamo anche noi”. LEGGI TUTTO

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    Sanlorenzo, Perotti: primo semestre riflette resilienza, bene nella fascia sopra i 30 metri

    (Teleborsa) – “Il primo semestre del 2025 riflette la resilienza di Sanlorenzo, la forza del nostro brand e la desiderabilità timeless dei nostri yacht. Anche in un contesto globale segnato dall’incertezza sugli effetti dei dazi e dalle più ampie pressioni macroeconomiche, abbiamo conseguito una crescita misurata che si sostanzia in ricavi sostenibili e margini sani”. Lo ha detto Massimo Perotti, Presidente e CEO di Sanlorenzo, operatore della nautica di lusso quotato su Euronext STAR Milan, commentando i risultati appena pubblicati.”Tutti i principali indicatori continuano la traiettoria di crescita positiva proprio per effetto del nostro modello di business distintivo e resiliente – ha aggiunto – La filosofia Sanlorenzo permea le fondamenta di tutto il Gruppo, inclusa Nautor Swan, acquisita nel 2024″.”Il nostro Order Intake, particolarmente robusto nella fascia superiore ai 30 metri di lunghezza, conferma la vitalità della nostra filosofia made-to-measure, del nostro modello di business imperniato sulla scarsità e dell’ingresso strategico di successo nel segmento degli yacht a vela con Nautor Swan – ha spiegato Perotti – Questi elementi fondanti, abbinati con l’evidenza di una continua creazione di ricchezza nei grandi patrimoni mondiali, ci rendono fermamente confidenti nelle prospettive future e nel confermare la guidance 2025.”L’innovazione è l’essenza della nostra Maison – ha sottolineato il CEO – In occasione del Cannes Yachting Festival, debutteranno tre nuovi modelli Sanlorenzo, oltre a nuove introduzioni da parte di Nautor Swan e Bluegame, mettendo in mostra i portafogli prodotti più completi ed ambiti di ciascun monobrand nel proprio mercato di riferimento. Ulteriori premières seguiranno nell’ultimo trimestre dell’anno – incluso un nuovo concept di Sanlorenzo che incarna il nostro continuo perseguimento di bellezza timeless ed innovazione, oltre alla consegna del primo 74Steel – una milestone che afferma la posizione di Sanlorenzo al vertice della categoria, mantenendo al contempo il focus entro le 2.000 GT, il nostro sweet spot di mercato, dove il profilo rischio-rendimento è più vantaggioso” LEGGI TUTTO

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    Sanlorenzo conferma la guidance con order intake in crescita del 30%

    (Teleborsa) – Sanlorenzo, operatore della nautica di lusso quotato su Euronext STAR Milan, ha chiuso il primo semestre del 2025 con ricavi netti dalla vendita di nuovi yacht pari a 454,1 milioni di euro, +9,4% rispetto a 415,1 milioni di euro nel primo semestre 2024, trainati dall’ottima performance delle Divisioni Superyacht e Nautor Swan, oltre che alla resilienza nel segmento sopra ai 30 metri della Divisione Yacht. A livello geografico, forte crescita delle Americhe (+38,6%), che riflette la robusta raccolta ordini nei trimestri precedenti, e solida performance dell’Europa (+15,4%) grazie all’ampia base clienti fedele e resiliente. L’APAC (+5,8%) mostra un momentum positivo, mentre l’area MEA (-41,3%) riflette una forte concentrazione delle consegne in Q4 2024, oltre che ad una base di comparazione sfidante.L’EBITDA è di 80,5 milioni di euro, +8,5%, con un margine sui ricavi netti al 17,7%, in leggero decremento di 20 basis point su base annua interamente attribuibile al consolidamento di Nautor Swan. Pricing power ed una struttura dei costi principalmente variabile continuano ad assicurare la stabilità dei margini. Il risultato netto è di 46,6 milioni di euro, +7%, con un margine percentuale a doppia cifra (10,3%) sui ricavi netti.La posizione finanziaria netta è negativa per 8,3 milioni di euro al 30 giugno 2025, rispetto a una cassa netta di 29,1 milioni di euro a fine 2024 e ad un debito netto di 28,1 milioni di euro al 31 marzo 2025. La società parla di una significativa generazione di cassa operativa in Q2 2025 considerando l’esborso nel secondo trimestre di 42,1 milioni di euro tra il pagamento di dividendi (34,7 milioni di euro) e lo share buyback effettuato (7,4 milioni di euro).L’Order Backlog è robusto pari a 1.439,3 milioni di euro al 30 giugno 2025, in crescita del 5,5% su base annua (771,1 milioni fanno riferimento all’esercizio in corso, con un livello di copertura del mid-point della guidance pari al 78% al 30 giugno 2025, e 668,2 milioni agli esercizi successivi). Il livello di visibilità sui ricavi futuri è rafforzato dall’elevata qualità dell’Order Backlog – per il 93% già venduto a clienti finali. L’Order Intake del primo semestre 2025 è pari a 419,5 milioni di euro, in crescita del 29,9% rispetto, grazie alla desiderabilità degli yacht oltre i 30 metri. La guidance 2025 è confermata, in attesa del lancio di nuovi modelli nei principali eventi mondiali dello yachting programmati nel secondo semestre 2025. LEGGI TUTTO

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    Buzzi, Goldman: attenzione a ritorni per azionisti e capex per re-rating

    (Teleborsa) – Sebbene Buzzi appaia valutata in modo interessante rispetto al settore e si distingua per la maggiore esposizione alla Germania, le incertezze statunitensi a breve termine e pressioni sui costi europei a medio termine (costo della CO2) potrebbero frenare la crescita degli utili, con un ulteriore rischio di ribasso per la generazione di cassa in caso di progetti di investimento più ampi. Lo affermano gli analisti di Goldman Sachs nella ricerca con cui hanno avviato la copertura sulla società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di cemento, con una raccomandazione “Neutral” e un target price di 47 euro per azione.Per un significativo re-rating da qui in poi, Goldman Sachs ritiene che i seguenti fattori siano fondamentali: (1) un maggiore orientamento ai ritorni per gli azionisti; (2) un maggiore decarb capex in Europa per garantire un vantaggio a lungo termine; o (3) un ciclo più forte (USA o Europa).Con 800 milioni di euro di liquidità netta, gli analisti ritengono che un aumento dei ritorni per gli azionisti potrebbe rappresentare un catalizzatore significativo per il titolo (considerando i riacquisti autorizzati per circa 400 milioni di euro); tuttavia, notano che la società si è recentemente concentrata sulla crescita inorganica (Brasile, Emirati Arabi Uniti) e ha potenziali investimenti capex a lungo termine nella capacità produttiva statunitense e nella cattura del carbonio. In particolare, notano che se Buzzi dovesse procedere con l’espansione della sua capacità negli Stati Uniti, ciò potrebbe ridurre significativamente il suo FCF yield. LEGGI TUTTO