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    Polo logistica FS: inaugurata Sonlog la nuova sala operativa per la logistica del paese

    (Teleborsa) – Inaugurata oggi la nuova Sala Operativa Nazionale Logistica – SONLOG di Mercitalia Rail, società del Polo Logistica del Gruppo FS. Una vera e propria cabina di regia che monitora 24 ore su 24 la circolazione di oltre 80mila treni l’anno, che trasportano circa 37 milioni di tonnellate di merce in Italia e in Europa. La sala è stata inaugurata da Sabrina De Filippis, Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics, e Silvio Damagini, Amministratore Delegato di Mercitalia Rail.Le tecnologie di ultima generazione consentono ai 90 operatori, con un’età media sotto i 40 anni e distribuiti su tre turni nell’arco della giornata, di monitorare costantemente tutto il traffico merci nazionale e internazionale gestito dalle società del Polo Logistica del Gruppo Fs Italiane. “L’inaugurazione di oggi apre un’altra nuova pagina del Polo Logistica, una pagina che abbiamo dedicato al cuore pulsante dell’operation aziendale: la nostra sala operativa – ha dichiarato Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics -. È in questo luogo che ogni giorno lavoriamo per i nostri clienti, grazie ad un’attività sempre più coordinata tra le diverse anime del Polo e finalizzata a mettere al centro del nostro agire quotidiano la qualità del servizio”.Per garantire la massima sinergia con il gestore dell’infrastruttura, da oggi è attivo il presidio nella Sala Operativa Nazionale di Rete Ferroviaria Italiana, in collegamento diretto con la SONLOG di Milano. All’interno della Sala è inoltre presente una struttura Post Vendita e Assistenza Clienti che lavora in stretta collaborazione e sinergia con la Sala Operativa, con l’obiettivo di assicurare a tutti i clienti la massima efficienza nella gestione delle loro merci e di rispondere prontamente alle loro esigenze, sia in Italia sia in Europa.”Siamo costantemente impegnati nell’adozione di soluzioni e tecnologie all’avanguardia per rispondere alle esigenze dei nostri clienti, velocizzando lo scambio di informazioni e consentendo una gestione sempre più efficace delle merci trasportate” ha aggiunto Silvio Damagini, AD di Mercitalia Rail.La sala si trova all’interno dello Scalo milanese di Segrate, realizzato nei primi anni del ‘900, e nelle ultime settimane è stata oggetto di un importante restyling, per renderla più moderna, confortevole, funzionale e dotarla delle migliori tecnologie per monitorare in tempo reale tutti gli eventi di circolazione ferroviaria. Inoltre, la SONLOG è stata allestita con un percorso grafico e comunicativo che caratterizza gli ambienti: le foto della storia del trasporto merci dal Novecento fino ai giorni nostri sono collegate da binari in un percorso immaginario che unisce passato, presente e futuro. LEGGI TUTTO

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    Nikola presenta istanza di fallimento: si pianifica vendita degli asset

    (Teleborsa) – Nikola, la start up americana di mezzi pesanti elettrici e a idrogeno quotata al Nasdaq di New York, ha presentato istanza di protezione fallimentare alla Corte fallimentare degli Stati Uniti per il distretto del Delaware. Il titolo era già crollato nelle scorse settimane quando erano iniziate a circolare le prime voci riguardo alla possibilità che l’azienda si stesse preparando a dichiarare bancarotta.Fondata nel 2015 con la promessa di diventare la Tesla dei camion, l’azienda aveva stretto in passato anche un’alleanza con Iveco per una joint venture specializzata in veicoli commerciali pesanti a zero emissioni in Europa e Nord America. La partnership è stata sciolta consensualmente dopo quattro anni nel 2023.Nikola in una nota ha fatto sapere di avere in cassa circa 47 milioni di dollari e di voler continuare a fornire un servizio e un supporto “limitati” per i camion in circolazione. La dichiarazione di fallimento ha elencato passività comprese tra 1 e 10 miliardi di dollari e ha fissato il numero di creditori a un numero compreso tra 1.000 e 5.000.L’azienda ha spiegato di aver condotto negli ultimi mesi “un’analisi approfondita di tutte le alternative disponibili e credibili per identificare una soluzione che avrebbe consentito all’azienda di sostenere le operazioni” ma di aver concluso “che un processo di vendita strutturato rappresenta la migliore soluzione possibile per massimizzare il valore dei suoi asset. Nikola intende commercializzare e vendere tutti, sostanzialmente tutti, o una parte dei suoi asset e attuare una liquidazione ordinata delle sue attività”.”Come altre aziende nel settore dei veicoli elettrici, abbiamo dovuto affrontare vari fattori di mercato e macroeconomici che hanno avuto un impatto sulla nostra capacità di operare. Negli ultimi mesi, abbiamo intrapreso numerose azioni per raccogliere capitale, ridurre le nostre passività, ripulire il nostro bilancio e preservare la liquidità per sostenere le nostre operazioni. Sfortunatamente, i nostri sforzi non sono stati sufficienti per superare queste sfide significative e il Consiglio ha stabilito che il Capitolo 11 rappresenta il miglior percorso possibile in base alle circostanze per la Società e i suoi azionisti”, ha dichiarato il Ceo e presidente, Steve Girsky. LEGGI TUTTO

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    Continua l’espansione di Pepco in Italia: 16 nuove aperture e oltre 100 assunzioni entro il 2025

    (Teleborsa) – Pepco – retailer europeo specializzato nella vendita di abbigliamento, prodotti per la casa, articoli per bambini e accessori a prezzi accessibili – annuncia l’apertura di 16 nuovi punti vendita in Italia entro settembre 2025. Le nuove aperture previste su tutto il territorio nazionale includeranno centri e parchi commerciali – destinazioni predilette per lo shopping delle famiglie – segnando il debutto anche in Sicilia. Questa espansione prevede l’assunzione di oltre 100 nuovi professionisti, contribuendo a rafforzare la presenza del Gruppo nel mercato italiano. Con una presenza consolidata in 18 Paesi europei e oltre 3.800 negozi, Pepco ha registrato una crescita continua negli ultimi 20 anni. Oggi, l’azienda serve milioni di clienti con oltre 30 milioni di transazioni mensili, impiegando circa 31mila persone in tutta Europa. L’espansione prevista per il 2025 sottolinea l’impegno di Pepco nel fornire un’esperienza di shopping di qualità e nel creare valore per le comunità locali attraverso nuove opportunità di lavoro.”In Italia abbiamo realizzato una crescita significativa negli ultimi quattro anni. Dall’apertura nel 2020 ad oggi, abbiamo inaugurato oltre 190 negozi, posizionandoci strategicamente in centri commerciali, retail park e aree urbane. Questa espansione rapida e capillare dimostra il nostro impegno nel rispondere alle esigenze delle famiglie italiane, offrendo prodotti di qualità a prezzi accessibili. Vogliamo essere sempre più vicini ai nostri clienti e, al contempo, contribuire allo sviluppo economico delle aree in cui siamo presenti” dichiara Dario Poretti, head of Expansion di Pepco Italia. Crescita e prospettive del GruppoL’espansione è uno dei punti chiave della strategia di Pepco: sono oltre 40 i nuovi negozi inaugurati nel corso dell’ultimo anno fiscale. Nel 2024, il Gruppo Pepco, composto da retailer indipendenti Pepco, Poundland e Dealz, supportati dalla divisione globale di sourcing PGS, ha raggiunto un fatturato di 6,2 miliardi di euro, registrando una crescita del 10,2% rispetto all’anno precedente. Per il 2025, il Gruppo prevede significativi investimenti mirati all’espansione della rete commerciale e all’ottimizzazione delle operazioni, in linea con la strategia di crescita sostenibile. Durante il 2025, la strategia di espansione di Pepco si concentrerà principalmente nella regione dell’Europa Centrale e Orientale (CEE), grazie alla familiarità con questi mercati e alla fiducia nella capacità di generare rendimenti. L’Italia rimane un mercato chiave per la crescita futura del Gruppo in Europa occidentale, insieme alla Penisola Iberica (Spagna e Portogallo), che rappresenta l’82% dei negozi e l’87% delle vendite nella regione. Pepco continuerà a sviluppare un modello di performance sostenibile per guidare una crescita redditizia in Italia. Impegno per la Sostenibilità e attività CSRLa sostenibilità è un elemento centrale nella strategia aziendale, che si impegna in diverse iniziative di responsabilità sociale, con un focus particolare sul benessere e l’educazione dei bambini. L’azienda collabora con oltre 55 organizzazioni non governative in 18 Paesi europei, offrendo supporto a circa 90mila bambini ogni anno attraverso programmi educativi e di sviluppo. Tra le iniziative più importanti figura “Pepcolandia”, nato nel 2018. È un programma di donazioni che consente ai dipendenti di sostenere organizzazioni locali. Dalla sua creazione, ha finanziato oltre 800 iniziative in diversi paesi Europei, per un totale di più di 1 milione di euro, offrendo supporto a più di 40mila bambini. Grazie a questo progetto, lo scorso anno sono stati donati complessivamente 10mila euro a sei organizzazioni locali italiane che promuovono iniziative speciali per bambini e giovani in difficoltà. In Italia, Pepco continua a collaborare con SOS Villaggi dei Bambini, un’associazione che si occupa di minori in difficoltà. Nel 2024, l’azienda ha donato 50mila euro per sostenere quattro progetti nei Villaggi SOS di Vicenza, Ostuni e Mantova, oltre al Summer Camp di Caldonazzo. Grazie a questa donazione, oltre 200 bambini potranno beneficiare di nuove opportunità di assistenza ed educazione. Pepco rimane impegnata a perseguire una crescita responsabile e sostenibile, attraverso l’espansione strategica e l’implementazione di pratiche che offrono valore aggiunto ai clienti e alle comunità in cui opera LEGGI TUTTO

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    USA, avvio cantieri delude attese a 1,36 milioni unità

    (Teleborsa) – Giungono dati negativi a gennaio 2025 dal mercato edilizio americano. Secondo il Dipartimento del Commercio statunitense i nuovi cantieri avviati hanno registrato un calo del 9,8%, attestandosi a 1,366 milioni di unità, dopo l’aumento del 16,1% registrato a dicembre 2024 (dato rivisto da -15,8%) e rispetto ali 1,390 milioni attesi dagli analisti.I permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti hanno registrato, nello stesso periodo, un modesto incremento dello 0,1% a 1,483 milioni di unità, dopo il -0,7% registrato il mese precedente e contro attese per 1,460 milioni. LEGGI TUTTO

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    Credito alle imprese: in lieve crescita gli importi erogati nei primi 9 mesi del 2024 (+2,4%)

    (Teleborsa) – Nei primi 9 mesi del 2024 l’andamento del credito erogato alle imprese resta sostanzialmente stabile rispetto al pari periodo dell’anno precedente in termini di numero di finanziamenti (+0,9%), mostrando invece una lieve crescita in termini di importi (+2,4%), in un contesto di mercato caratterizzato da una progressiva riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE. Con riferimento al tasso di default delle società di capitali, si stima un leggero incremento a fine 2024, con il valore che si dovrebbe assestare attorno al 2,9% (in aumento rispetto al 2,46% fatto registrare a giugno 2024). Queste sono alcune evidenze emerse dall’ultima analisi dell’Osservatorio sulle Imprese realizzato da CRIF. L’Osservatorio fornisce periodicamente una fotografia puntuale dei principali indicatori relativi all’andamento del credito di un campione di oltre 2,5 milioni di imprese monitorate, costituito da ditte individuali, società di persone e società di capitali italiane, elaborati sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie EURISC.”La progressiva riduzione dei tassi di interesse e un livello accettabile di inflazione rappresentano segnali positivi per le imprese italiane. Questi dovrebbero favorire una progressiva crescita della domanda di credito anche nel corso del 2025. Tuttavia, il fragile contesto economico e geopolitico ha influenzato e continuerà a influenzare la rischiosità delle aziende italiane. Per il tasso di default medio delle società di capitali si prevede una crescita maggiore nel corso di quest’anno, con la stima che si attesti al 3,5% per la fine del 2025″, afferma Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings.Analizzando le forme di finanziamento rateali, si evidenzia una crescita degli importi erogati alle imprese più marcata (+4,6% vs +2,4% complessivo), sostenuta in particolar modo dall’andamento dei mutui chirografari e prestiti (+9,1%).Dando uno sguardo complessivo alla rischiosità delle imprese italiane, si nota che nella prima parte del 2024 questa ha continuato ad attestarsi su livelli coerenti a quelli di fine 2023. In particolare, il tasso di default medio a giugno 2024 è stato pari al 2,3%, con le ditte individuali al 2,4%, le società di persone al 1,6% e le società di capitali al 2,5%.Ciò nonostante, come detto sopra, per le società di capitali si stima un incremento leggero a fine 2024, che dovrebbe essere più marcato nel 2025. In previsione, tale crescita della rischiosità creditizia sarà influenzata dal permanere di un contesto di instabilità a livello globale, che continuerà a risentire degli effetti delle tensioni geopolitiche che stanno interessando diverse aree del mondo (Medio Oriente, Ucraina, ecc.) e dalle scelte politiche ed economiche da parte di USA, Cina ed Europa. A ciò si aggiunge uno scenario economico domestico fragile, con settori rilevanti che stanno mostrando segni di vulnerabilità, quali ad esempio il settore Tessile e l’Automotive.L’analisi per settori: focus sulle società di capitaliNei primi 9 mesi del 2024 si conferma il trend positivo del Leisure (Turismo e Tempo Libero), con un aumento degli importi erogati alle società di capitali del settore di circa il 4% rispetto al pari periodo del 2023. Tale trend potrebbe essere positivamente influenzato dalla progressiva crescita del fatturato di settore nel periodo post pandemico. In termini di profilo di rischio, sebbene in miglioramento, il settore si colloca su livelli elevati sia in termini di tasso di default (3,5% a giugno 2024, -0,4 p.p. rispetto a dicembre 2023) che di performance economico-finanziarie. Analizzando i bilanci 2023, le società appartenenti a questo settore mostrano una leva finanziaria, espressa dal rapporto tra debito finanziario lordo ed EBITDA, pari a circa 4,6x su base mediana, collocandosi su un livello significativamente più elevato della mediana nazionale (3x). Adeguato invece sia il profilo della liquidità (Cassa/Debito finanziario a breve termine pari a circa il 170%) che la copertura degli interessi (EBITDA/Oneri finanziari pari a circa 10x). Si sottolinea come il profilo della liquidità del settore sia fortemente influenzato da tematiche di stagionalità che possono determinare variazioni del livello, anche forti, in corso di anno.Il settore dell’Agricoltura continua a posizionarsi fra i settori a maggior rischio, nonostante un tasso di default di poco superiore alla media nazionale (2,7% vs 2,5% medio a giugno 2024). Con riferimento alle metriche creditizie dei bilanci 2023, il settore si colloca su livelli significativamente peggiori rispetto alle evidenze nazionali, con una leva finanziaria stabile e pari a circa 5,7x (vs 3x mediana nazionale), un profilo della liquidità di circa il 50% (vs 130% mediana nazionale) e una copertura di circa 5x (vs 12x mediana nazionale). A conferma delle fragilità del comparto, il trend degli importi erogati mostra una lieve contrazione pari a circa il -1,2% nei primi 9 mesi del 2024. Il settore risente fortemente dei cambiamenti climatici che possono determinare forti effetti negativi sulle rese produttive e sulla qualità dei prodotti agricoli con potenziali impatti sia in termini di performance economiche (fatturato e margini) che di esigenze finanziarie.Per quanto riguarda il settore delle Costruzioni, nei primi 9 mesi dell’anno si registra un calo di circa il -6% nelle erogazioni di credito alle società di capitali, che potrebbe risentire della fine degli ecobonus che avevano fortemente influenzato le performance degli operatori del settore nel periodo 2020-2023. Simile il trend delle erogazioni al comparto dell’Impiantistica, che segna un -9,7% negli importi erogati. Nonostante un andamento similare del credito erogato, i due settori mostrano un profilo di rischiosità diverso, sia in termini di tasso di default che di metriche creditizie. In particolare, il tasso di default delle Costruzioni si attesta su livelli più alti rispetto al dato nazionale (3,1% vs 2,5% medio a giugno 2024), mentre quello dell’Impiantistica è inferiore di circa -0,7 p.p. rispetto alla media nazionale (1,8% vs 2,5% medio a giugno 2024). La differenza di rischiosità è confermata anche dalle evidenze di bilancio che mostrano un settore delle Costruzioni con una leva finanziaria di circa 4,7x (Impiantistica circa 1x), un profilo della liquidità circa del 115% (Impiantistica circa 300%) e una copertura degli interessi di circa 9,5x (Impiantistica circa 20x). Il profilo della liquidità di entrambi i settori, sebbene sia adeguato per le Costruzioni e solido per l’Impiantistica, risulta essere fortemente influenzato dalla potenziale presenza di acconti da clienti che rappresentano una diretta fonte di finanziamento per l’operatività svolta, determinando un vincolo sostanziale ma non formale all’utilizzo di tali somme a copertura degli impegni finanziari in scadenza. Ciò potrebbe determinare una sovrastima dell’effettiva capacità di copertura degli impegni finanziari a scadenza nei successivi 12 mesi delle imprese del comparto. LEGGI TUTTO

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    Nuova rottamazione, Lega insiste: cosa ha detto Durigon

    (Teleborsa) – Sulla rottamazione quinquies “ci stanno lavorando al Mef, il ministro Giorgetti ha preso a cuore la questione in prima persona per trovare le coperture che poi, come detto, nei prossimi anni diventeranno maggiori entrate per lo Stato. Diciamo che si tratta di settimane, non certo di mesi, e avremo pronto il provvedimento sulla rottamazione”. Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, e vice-segretario della Lega, Claudio Durigon, intervistato da Affaritaliani.it.Sicuramente tutto ciò che taglia le tasse e lascia più risorse nelle tasche dei cittadini – ha spiegato Durigon – è prioritario. Noi crediamo che sia più utile e importante la rottamazione delle cartelle rispetto al taglio dell’Irpef per il ceto medio. Ma non vedo perché non si possano fare entrambe le cose. Anzi, facciamole tutte due”. “Il taglio di due punti dell’Irpef non dà grandi risposte ai cittadini. Anzi, poco. La rottamazione invece toglie dal rischio di default milioni di cittadini, lavoratori, pensionati, imprese e permette di far ripartire l’economia con un beneficio per tutto il Paese. La rottamazione incide certamente di più rispetto ad altre misure sulla crescita e sui cittadini”, afferma Durigon. LEGGI TUTTO

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    Giappone, bilancia commerciale passa in disavanzo a gennaio

    (Teleborsa) – Passa, come atteso, in deficit la bilancia commerciale del Giappone nel mese di gennaio 2025. Secondo il Ministero delle Finanze del Giappone (MOF), il saldo commerciale destagionalizzato ha registrato un disavanzo di 2.758,8 miliardi di yen. Il dato si confronta con il l’avanzo di 132,5 miliardi di dicembre 2024 e con il disavanzo di 1.766,5 miliardi di yen di gennaio 2025. Le attese degli analisti indicavano un deficit di 2.100 miliardi. In termini di volumi, l’export segnala un aumento annuale del 7,2% a 7.863,7 miliardi di yen (attese per +7,9%), mentre le importazioni hanno registrato una crescita del 16,7% a 10.622,5 miliardi di yen (attese per +9,7%). LEGGI TUTTO

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    Nuova Zelanda, banca centrale abbassa i tassi di 50 punti base al 3,75%

    (Teleborsa) – Il Monetary Policy Committee della Reserve Bank of New Zealand ha abbassato il tasso ufficiale di 50 punti base al 3,75 percento, centrando le attese degli analisti. Se le condizioni economiche continueranno a evolversi come previsto, il Comitato avrà la possibilità di abbassare ulteriormente i tassi durante il 2025, si legge nello statement diffuso al termine della riunione.L’inflazione annuale dei prezzi al consumo rimane vicina al punto medio della fascia target dell’1-3 percento del Monetary Policy Committee. Le aspettative di inflazione delle aziende sono in linea con l’obiettivo e l’inflazione di fondo continua a scendere verso il punto medio dell’obiettivo. Le prospettive economiche rimangono coerenti con l’inflazione che rimane nella fascia nel medio termine, dando al Comitato la fiducia per continuare ad abbassare i tassi.L’attività economica in Nuova Zelanda rimane debole. Con una capacità produttiva inutilizzata, le pressioni inflazionistiche interne continuano ad allentarsi. I comportamenti di determinazione di prezzi e salari si stanno adattando a un contesto di bassa inflazione. Il prezzo delle importazioni è sceso, contribuendo anche a ridurre l’inflazione complessiva.Si prevede che la crescita economica si riprenderà nel 2025. I tassi di interesse più bassi incoraggeranno la spesa, sebbene si preveda che l’elevata incertezza economica globale peserà sulle decisioni di investimento delle aziende. Prezzi più alti per alcune delle materie prime chiave e un tasso di cambio più basso aumenteranno i ricavi delle esportazioni. Si prevede che la crescita dell’occupazione riprenderà nella seconda metà dell’anno con la ripresa dell’economia nazionale.Si prevede che l’inflazione sarà volatile nel breve termine, a causa di un tasso di cambio più basso e di prezzi della benzina più alti. L’effetto netto dei futuri cambiamenti nella politica commerciale sull’inflazione in Nuova Zelanda non è attualmente chiaro. Tuttavia, il Comitato è ben posizionato per mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine. Avere un’inflazione dei prezzi al consumo vicina alla metà della sua fascia target mette il Comitato nella posizione migliore per rispondere a futuri shock inflazionistici.(Foto: Kerin Gedge su Unsplash) LEGGI TUTTO