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    USA, sussidi disoccupazione crescono di 223 mila unità più delle attese

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 18 gennaio 2025, i “claims” sono risultati pari a 223 mila unità, in aumento di 6 mila unità rispetto ai 217 mila della settimana precedente (dato che conferma il preliminare). Le attese degli analisti erano per una crescita fino a 221 mila unità.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 213.500 unità, in aumento di 750 unità rispetto al dato della settimana precedente di 212.750. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente.Infine, nella settimana all’11 gennaio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.899.000, in aumento di 46.000 unità rispetto alle 1.853.000 unità della settimana precedente (rivisto da un iniziale 1.867.000) e alle 1.860.000 attese. LEGGI TUTTO

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    MutuiOnline.it: Bce verso il primo taglio del 2025, tassi dei mutui ancora in discesa

    (Teleborsa) – Il TAN medio per i mutui a 20 e 30 anni a tasso variabile è sceso a dicembre sotto il 4%, attestandosi al 3,93%, mentre le migliori offerte si fermano al 3,49%. Un taglio di un quarto di punto percentuale deciso nella riunione di giovedì prossimo porterebbe il TAN medio al 3,68%, con il migliore che si abbasserebbe al 3,24%. Considerando un mutuo da 150mila euro della durata di 20 anni, la rata media potrebbe quindi scendere dai 903 euro attuali a 884 euro , per un risparmio fino a 19 euro al mese e 4.700 euro sugli interessi del finanziamento, mentre per le migliori offerte la rata passerebbe da 869 euro a 850 euro, per una spesa totale fino a 4.600 euro inferiore sull’intera durata del mutuo. Questi i dati che emergono dall’Osservatorio di MutuiOnline.it.Ipotizzando altri due tagli da 25 punti base decisi nelle prossime tre riunioni – in programma a marzo, aprile e giugno – il TAN medio dei mutui a tasso variabile – rileva l’Osservatorio – potrebbe scendere al 3,18%, per rate mensili fino a 58 euro più leggere rispetto a oggi (845 euro ) e un risparmio di 13.900 euro sugli interessi del mutuo. Fino ad allora, tuttavia, il tasso fisso continuerà a essere più conveniente, alla luce di tassi di interesse decisamente più bassi. Al momento su MutuiOnline.it la migliore offerta per un mutuo a tasso fisso con gli stessi parametri di quello preso in esame sopra ha infatti un TAN del 2,46% e una rata mensile di 792 euro. Se oggi il fisso rappresenta una scelta obbligata (il 99,5% dei clienti di MutuiOnline.it si è orientata proprio verso questo tipo di finanziamento nell’ultimo trimestre del 2024), la situazione potrebbe cambiare nel corso dei prossimi mesi. Entro la fine del 2025, qualora le previsioni di ulteriori tagli da parte degli analisti dovessero essere confermate, le due tipologie di finanziamento potrebbero avere tassi di interesse equivalenti, il tutto a vantaggio dei consumatori che avrebbero a disposizione una gamma ancora più ampia di soluzioni tra cui scegliere.”L’allentamento della politica monetaria della Banca Centrale Europea – commenta Nicoletta Papucci, portavoce di MutuiOnline.it – sta rendendo i tassi dei mutui sempre più vantaggiosi e il mercato ne sta giovando. Nel prossimo futuro sarà importante capire come si evolverà l’inflazione nell’Eurozona e quali saranno le decisioni di Bank of England e Federal Reserve, dal momento che divergenze in tema di politica monetaria potrebbero indebolire l’euro rispetto a dollaro e sterlina. In attesa dell’ufficialità di ulteriori tagli, le previsioni indicano che già a metà 2025 le migliori offerte dei mutui a tasso variabile potrebbero avere un TAN simile a quello attuale medio dei mutui a tasso fisso. In questa prospettiva, per i consumatori sarà fondamentale avere a disposizione strumenti di comparazione come MutuiOnline.it, in modo da poter individuare le offerte più convenienti e risparmiare”.Dopo le quattro riduzioni dei tassi di interesse operate nel 2024, la Banca Centrale Europea è avviata a proseguire l’allentamento in tema di politica monetaria anche nel corso del nuovo anno. Nella riunione in programma il 30 gennaio, la prima del 2025, si attende infatti la decisione di un ulteriore taglio del costo del denaro, che con ogni probabilità sarà di un quarto di punto, e gli analisti che prevedono un secondo ribasso anche nella riunione di marzo. Il periodo difficile che sta attraversando l’industria tedesca rappresenta un campanello d’allarme per l’istituto guidato da Christine Lagarde, che si prepara a intervenire per ridare vigore a una crescita economica che viaggia a rilento in tutta l’Eurozona. Per quanto riguarda l’inflazione, in risalita al 2,4% a dicembre spinta dai prezzi energetici, gli economisti rimangono fiduciosi per il raggiungimento del target di medio periodo del 2% tra il 2025 e il 2026. Per scoprire la decisione della Bank of England bisognerà aspettare la prima settimana di febbraio. Secondo gli analisti il calo dell’inflazione (dal 2,6% di novembre al 2,5% di dicembre) e la crescita economica anemica nel Regno Unito spingeranno con buona probabilità Andrew Bailey e colleghi verso la strada dell’allentamento, con un taglio previsto di 25 punti base. Oltreoceano, nella riunione del 29 gennaio, la Federal Reserve è avviata verso la decisione di lasciare inalterati i tassi di interesse, dopo che i tre tagli consecutivi operati nella seconda metà del 2024 hanno portato il tasso ufficiale nel range 4,25-4,50%. Alla luce dei dati riguardo l’occupazione (vicina ai massimi storici) e l’inflazione (che rimane alta, attestandosi al 2,7%), per il momento non sembra esserci margine per ulteriori tagli, che sono rimandati alle prossime riunioni. In ogni caso il clima di incertezza legato alle possibili decisioni dell’amministrazione Trump, una su tutte l’introduzione dei dazi sulle importazioni dei beni di consumo, spingono la maggior parte degli analisti a prevedere tagli non oltre il mezzo punto percentuale nel corso di tutto il 2025.(Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Union Pacific, utile in crescita a 6,7 miliardi di dollari nel 2024

    (Teleborsa) – Union Pacific, una delle più grandi compagnie ferroviarie statunitensi, ha registrato un utile netto del quarto trimestre del 2024 di 1,8 miliardi di dollari, ovvero 2,91 dollari per azione. Questi risultati includono 40 milioni di dollari di spese di manodopera relative alla ratifica di un accordo di personale. Ciò si confronta con un utile netto del quarto trimestre del 2023 di 1,7 miliardi di dollari, ovvero 2,71 dollari per azione.L’utile netto registrato per l’intero anno 2024 è stato di 6,7 miliardi di dollari, ovvero 11,09 dollari per azione, rispetto a un utile netto dell’intero anno 2023 di 6,4 miliardi di dollari, ovvero 10,45 dollari per azione.”I nostri solidi risultati del quarto trimestre rappresentano un’ottima pietra miliare per un anno di grande successo per Union Pacific – ha affermato il CEO Jim Vena – Il team ha pienamente abbracciato la nostra strategia per guidare il settore in termini di sicurezza, servizio ed eccellenza operativa. Tale impegno ha prodotto risultati finanziari leader del settore nel 2024, punteggiati dal nostro solido finale d’anno. Continueremo a portare avanti questo slancio fino al 2025, cercando di sfruttare appieno il potenziale del franchising UP”.(Foto: Eddie Blair su Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    American Airlines prevede utile 2025 sotto le attese dopo 2024 con ricavi record

    (Teleborsa) – American Airlines ha prodotto un fatturato record nel quarto trimestre del 2024 e nell’intero anno, rispettivamente di 13,7 miliardi di dollari e 54,2 miliardi di dollari. Questa performance di fatturato è stata guidata dalle azioni intraprese dalla compagnia aerea per adeguare la capacità, combinate con la continua forza della domanda. Il fatturato unitario totale è stato positivo nel trimestre, in aumento del 2,0% rispetto al 2023.American ha consegnato risultati di utili nel quarto trimestre e nell’intero anno superiori rispetto alle sue precedenti indicazioni. Su base rettificata, la società ha prodotto un margine operativo dell’8,3% nel trimestre e del 4,8% per l’intero anno. Escludendo l’impatto delle voci straordinarie nette, la società ha prodotto un margine operativo rettificato dell’8,4% nel trimestre e del 6,0% per l’intero anno. L’utile netto del quarto trimestre e dell’intero anno sono stati, rispettivamente, 590 milioni e 846 milioni. Escluse le voci straordinarie nette, utile netto del quarto trimestre e dell’intero anno sono stati di 609 milioni e 1,4 miliardi.”Il team di American Airlines ha raggiunto una serie di obiettivi importanti nel 2024 – ha affermato il CEO Robert Isom – Continuiamo a gestire un’attività affidabile e stiamo riprogettando l’attività per costruire una compagnia aerea ancora più efficiente. Ciò, unito alle nostre azioni commerciali, ha prodotto una solida performance finanziaria nel quarto trimestre. Mentre guardiamo avanti a quest’anno, American rimane ben posizionata grazie alla forza della nostra rete, ai programmi di fidelizzazione e carte di credito in co-branding, all’affidabilità della flotta e operativa e all’enorme lavoro del nostro team”.In base alle tendenze attuali della domanda, alle attuali previsioni sui prezzi del carburante ed escludendo l’impatto delle voci straordinarie, la società prevede che la sua perdita rettificata per azione del primo trimestre 2025 sarà compresa tra -0,20 e -0,40 dollari. La società prevede che l’utile rettificato per azione per l’intero anno 2025 sarà compreso tra 1,70 e 2,70 dollari (rispetto alle stime medie degli analisti di 2,42 dollari, secondo dati LSEG). LEGGI TUTTO

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    GE Aerospace, quarto trimestre e guidance sopra le attese

    (Teleborsa) – GE Aerospace, colosso statunitense della propulsione, servizi e sistemi aerospaziali, ha chiuso il quarto trimestre 2024 con ordini totali di 15,5 miliardi di dollari (+46% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), ricavi totali di 10,8 miliardi di dollari (+14%), utile di 2,3 miliardi di dollari (+37%) ed EPS rettificato di 1,32 dollari (+103%). Gli analisti, secondo dati LSEG, si aspettavano in media un EPS rettificato di 1,04 dollari per azione su ricavi per 9,51 miliardi di dollari.”GE Aerospace ha chiuso il 2024 in modo positivo, data la forte domanda per i nostri servizi e prodotti, con ordini nel quarto trimestre in aumento del 46%, EPS più che raddoppiato e free cash flow in aumento di oltre il 20% – ha commentato il CEO H. Lawrence Culp, Jr. – La nostra performance ha coronato un monumentale primo anno come azienda autonoma con 1,7 miliardi di dollari di crescita degli utili e 1,3 miliardi di dollari di crescita del free cash flow”.Nell’intero 2024 gli ordini totali sono stati pari a 50,3 miliardi di dollari (+32%), ricavi totali di 38,7 miliardi di dollari (+9%), utile di 7,6 miliardi di dollari (-27%), EPS rettificato di 4,60 dollari (+56%).L’azienda prevede per il 2025 un utile compreso tra 5,10 e 5,45 dollari per azione, rispetto alle stime medie degli analisti di 5,23 dollari per azione. LEGGI TUTTO

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    Automotive: in Italia metà delle aziende non prevede investimenti in nuovi prodotti e processi

    (Teleborsa) – In Italia quasi la metà delle aziende automotive non prevede investimenti significativi in nuovi prodotti, e, tra chi investe, la maggioranza intende farlo nella mobilità elettrica, che si pone anche come l’unico comparto dell’industria con prospettive di crescita occupazionale. È quanto emerge dall’analisi presentata oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy dall’Osservatorio TEA, l’osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano, guidato dal Center for Automotive & Mobility Innovation dell’Università Ca’ Foscari Venezia (CAMI) e dal CNR-IRCrES, nell’ambito dell’evento “Mobilità elettrica e industria italiana: i risultati della survey 2024″.La ricerca si basa sulle risposte a una survey condotta nel 2024 a cui hanno partecipato 397 delle oltre 2.100 imprese mappate dall’Osservatorio, rappresentative dell’ecosistema industriale automotive italiano. Dalle risposte emerge che il 48,1% delle aziende rimarrà sostanzialmente fermo a livello di investimenti nel triennio 2024-2027, rinunciando a sviluppare nuovi prodotti in scia al clima di incertezza che si è generato in Italia sulla transizione tecnologica dei trasporti. A livello numerico, le aziende che continueranno a investire lo faranno guardando più alla mobilità elettrica (31% dei rispondenti) che alle motorizzazioni endotermiche (20,9%). In termini di volumi di risorse, il 61,6% degli investimenti sarà rivolto a componenti che non sono collegati al tipo di alimentazione del veicolo, rispecchiando la natura fortemente invariante del portafoglio prodotti e delle competenze della filiera. Il 17,9% degli investimenti si concentrerà sullo sviluppo di componenti esclusivi per i veicoli elettrici, il 10,1% sui componenti peculiari per i veicoli endotermici, il 6,7% su ingegneria e design e solo il 3,8% sul software, che rappresenterà invece uno dei principali terreni di sfida dei prossimi anni.Le aziende di maggiori dimensioni e con una più spiccata visione internazionale sono quelle che dimostrano la maggiore propensione all’innovazione, mentre le realtà medio-piccole, situate in molti casi nel Mezzogiorno e fortemente dipendenti da pochi grandi committenti, faticano a mantenere il passo. Guardando alla transizione tecnologica in atto, il 66% delle imprese prevede che nel periodo considerato l’elettrificazione non avrà impatti sul portafoglio prodotti o non richiederà in ogni caso particolari adeguamenti, il 26,6% si appresta ad adottare un percorso specifico di adattamento e il 7,4% ipotizza di agire radicalmente sul proprio portafoglio prodotti o di concentrarsi su altre attività non collegate al settore automotive. Accanto al tema dello sviluppo di prodotto, preoccupa la generalizzata carenza di investimenti anche sul versante dell’innovazione di processo: nonostante le politiche incentivanti esistenti, infatti, il 55,2% delle aziende non ha in programma investimenti di questo tipo.Sotto il profilo occupazionale, l’analisi rileva che le imprese che investiranno nelle produzioni rivolte alla mobilità elettrica sono le uniche con outlook positivo, soprattutto per quanto riguarda le assunzioni nelle aree a maggior valore aggiunto, come ricerca e sviluppo (+5,6%) e sistemi informatici (+8%).Cosa chiedono quindi le aziende per affrontare nel migliore dei modi la transizione e per preservare (o rilanciare) la propria competitività? In cima alle preoccupazioni della filiera c’è il nodo dei costi dell’energia, seguito dall’esigenza di un’accelerazione sull’adozione delle fonti rinnovabili, percepita come un elemento di competitività rilevante per via delle certificazioni sull’impronta carbonica richieste ai fornitori di componenti. Inoltre, si invocano politiche per la diffusione dell’infrastruttura di ricarica, per facilitare assunzioni e formazione del personale e per stimolare la domanda di veicoli elettrici, agendo così indirettamente anche sulle economie di scala. Si segnalano infine tra le priorità indicate dalla filiera le azioni orientate a favorire la realizzazione di nuovi impianti, il rientro in Italia di attività produttive, la collaborazione tra soggetti diversi, gli accordi di innovazione per l’automotive e l’attrazione di nuovi investitori.”La ricerca rende il quadro di una filiera estesa che non è esposta in modo particolare all’elettrificazione del drivetrain – spiega il direttore dell’Osservatorio TEA, Francesco Zirpoli – le crisi in atto sono da attribuire prevalentemente ad una diminuzione significativa e generalizzata delle commesse che riguarda prevalentemente i fornitori che hanno un alto volume d’affari con Stellantis. L’analisi identifica un numero molto significativo di imprese che presenta alte potenzialità di crescita nel prossimo triennio. Sono quelle che investono più della media in innovazione e che dall’Italia sono cresciute verso l’estero”. “Le risposte delle imprese alla survey hanno confermato i risultati dell’anno scorso, le imprese della filiera automotive estesa italiana investono maggiormente nei nuovi prodotti per l’elettrificazione del veicolo rispetto ai componenti per le motorizzazioni tradizionali e ciò si traduce per queste imprese anche i migliori performance occupazionali – sottolinea il responsabile della survey e dell’analisi dati, Giuseppe Calabrese – perdurano tuttavia le difficoltà a trovare personale adeguato soprattutto per le posizioni più qualificate come è evidenziato dalla richiesta di politiche industriali. Inoltre, si segnala una carente relazione con le istituzioni finanziarie per favorire l’innovazione”. LEGGI TUTTO

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    GPI, gara in RTI da 16 milioni per sistema informativo sanitario in Alto Adige

    (Teleborsa) – Il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) guidato da GPI, società quotata su Euronext Milan e attiva nel campo dei sistemi informativi e servizi per la sanità, si è aggiudicato la gara per la conduzione, manutenzione, assistenza e sviluppo del Sistema Informativo Sanitario dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige (ASDAA). Il contratto, del valore complessivo di circa 16 milioni di euro, con una durata di 48 mesi, prevede una quota di circa 13 milioni di euro riservata a GPI.Si tratta di un Accordo Specifico all’interno dell’Accordo Quadro Consip “Sanità Digitale 4”, dove l’obiettivo è lo sviluppo della Cartella Clinica Elettronica (CCE), vale a dire la messa a punto di un sistema informativo complesso che, grazie alla digitalizzazione dei dati clinici dei pazienti, garantisce il supporto alle attività cliniche e assistenziali durante ogni fase della cura e assicura la continuità del trattamento all’interno della stessa struttura ospedaliera. Il sistema coinvolgerà tutti e quattro i comprensori sanitari dell’Alto Adige (Bolzano, Bressanone, Brunico e Merano) che servono una popolazione residente di oltre mezzo milione di persone. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,25 milioni di quote di emissione a 79,06 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto quasi 3,25 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 79,06 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO