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    UE vende in asta 2,07 milioni di quote di emissione a 76,71 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto poco più di 2,07 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 76,71 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange. La domanda ha sfiorato i 3,7 milioni di toènnellate per un totale di 109 proposte di acquisto, di cui 42 andate a buon fine.L’European Union Allowance (EUA) è la denominazione ufficiale delle quote di emissione europee (ETS); ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente e viene acquistata da vari operatori di mercato autorizzati (industria, società di investimento, istituzioni creditizie). LEGGI TUTTO

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    Partenza positiva per Wall Street, Netflix ancora in rally

    (Teleborsa) – Nessuna variazione significativa per il listino USA, con il Dow Jones che si attesta sui valori della vigilia a 44.092 punti, mentre, al contrario, l’S&P-500 procede a piccoli passi, avanzando a 6.078 punti.Sale il Nasdaq 100 (+1,1%); sulla stessa tendenza, in moderato rialzo l’S&P 100 (+0,67%).Apprezzabile rialzo nell’S&P 500 per i comparti informatica (+1,78%) e telecomunicazioni (+1,46%). Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori utilities (-0,76%), sanitario (-0,59%) e energia (-0,57%). LEGGI TUTTO

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    “Transizione energetica tra geopolitica e regole”: il 23 gennaio il convegno alla Luiss

    (Teleborsa) – Le sfide e le opportunità della transizione energetica per l’Italia saranno i temi al centro dell’incontro organizzato dall’Università Luiss Guido Carli, con il contributo scientifico di Enel Foundation, che si terrà giovedì 23 gennaio, a partire dalle ore 9.00, nella sede di Villa Blanc. Aprirà i lavori il presidente Luiss, Luigi Gubitosi e interverrà il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in qualità di keynote speaker. Tra i relatori, interverranno anche Giulia Genuardi, direttrice Enel Foundation, e Michela Mossini, head of CEO Office and Strategy di Enel.La giornata – fa sapere la Luiss in una nota – proseguirà con le analisi dello scenario geopolitico e normativo sul futuro del settore e dell’approvvigionamento energetico, a livello europeo e nazionale, grazie alla ricerca dei docenti Luiss e di Enel Foundation. Tra i temi che saranno affrontati: l’impatto dei costi dell’energia sulle imprese e sull’innovazione digitale. Come evidenziato dal Rapporto Draghi, quasi la metà delle imprese europee infatti considera infatti i costi dell’energia un ostacolo importante per gli investimenti. Già a partire dal 2021, la volatilità dei prezzi ha causato la diminuzione del 15% della produzione ad alta intensità energetica. Inoltre, il PNRR dedica un intero capitolo alla transizione energetica, dal cui esito dipende la trasformazione digitale. L’esecuzione dei modelli di intelligenza artificiale richiede enormi quantità di energia e si prevede che il consumo di elettricità dei data center aumenterà del 28% entro il 2030. L’Italia avrà un ruolo da protagonista in Europa, poiché ospiterà una delle prime AI Factory del Vecchio Continente. LEGGI TUTTO

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    Istat, nel 2024 torna a crescere l’agricoltura. Italia prima nell’Ue27 per valore aggiunto

    (Teleborsa) – Nel 2024 aumentano la produzione e il valore aggiunto dell’agricoltura (in volume, rispettivamente, +1,4% e +3,5%). I volumi prodotti aumentano soprattutto nelle coltivazioni (+1,5%) e nel comparto zootecnico (+0,6%), in calo invece le attività dei servizi agricoli (-1,5%).Prosegue il trend positivo delle attività secondarie (+5,2%). Annata favorevole per frutta (+5,4%), ortaggi freschi (+3,8%) e vino (+3,5%); in flessione cereali (-7,1%), olio d’oliva (-5%) e foraggi (-2,5%). In aumento i prezzi dei prodotti delle coltivazioni (+2,9%), mentre sono calati quelli del comparto zootecnico (-2,2%). Significativa anche la diminuzione dei prezzi dei beni e servizi impiegati nel settore (-4,5%). Il calo dell’input di lavoro impiegato nel settore agricolo (-2,6%) è risultato più significativo rispetto alla media (-0,9%) degli altri Paesi Ue27. Nella Ue27 lieve aumento del volume della produzione (+0,5%) e del valore aggiunto (+0,2%): l’Italia è il Paese con il più alto valore aggiunto agricolo. È quanto rileva l’Istat nella stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per il 2024.Cresce la produzione in valore e in volume, costi intermedi in caloLe stime per il 2024 hanno evidenziato un incremento dell’1,4% dei volumi dei beni prodotti dal settore agricolo e una crescita dello 0,8% dei relativi prezzi di vendita. Pertanto, il valore a prezzi correnti della produzione complessiva del settore è aumentato del 2,2%, raggiungendo 74,6 miliardi di euro (era 73,0 miliardi di euro nel 2023). Il ridimensionamento dei costi intermedi (-1,0% in volume), associato ad una significativa contrazione dei prezzi dei beni e servizi impiegati (-4,5%), ha rafforzato l’andamento positivo del valore aggiunto aiprezzi base del settore, che è aumentato del 3,5% in volume e del 9,0% in valore, portandosi nel 2024 a42,4 miliardi di euro, dai 38,9 miliardi dell’anno precedente. Le unità di lavoro occupate in agricoltura si sono ridotte del 2,6% a causa di una marcata flessione (-4,4%) dei lavoratori indipendenti non compensata dal lieve aumento di quelli dipendenti (+0,9%). Con l’aumento dei contributi alla produzione ricevuti dal settore (+2,5%) e la sostanziale stabilità degli ammortamenti (-0,1%), il reddito dei fattori in valore ha mostrato nel 2024 un incremento dell’11,3% e, conseguentemente, l’indicatore di reddito agricolo ha registrato un notevole incremento (+12,5%).Coltivazioni: annata favorevole per frutta, ortaggi e vinoLe stime del 2024 delineano un’annata positiva per il complesso delle coltivazioni (+1,5% in volume). In aumento sono risultati i volumi prodotti di patate (+13,0%), frutta (+5,4%; in particolare, +11,5% la frutta fresca), ortaggi freschi (+3,8%) e vino (+3,5%); in forte contrazione i quantitativi prodotti di cereali (-7,1%) e olio d’oliva (-5,0%), più modesto il calo di foraggi (-2,5%). I prezzi dei prodotti delle coltivazioni hanno evidenziato un incremento medio del 2,9%. Consistenti rialzisi sono registrati per patate, olio d’oliva e vino, mentre in notevole contrazione sono stati i prezzi di cereali e foraggi.Comparto zootecnico: lieve crescita della produzione con prezzi in diminuzioneSostanzialmente stabile è stata l’attività nel settore zootecnico che nel 2024 ha registrato un lieve incremento dei volumi complessivamente prodotti (+0,6% rispetto all’anno precedente). In particolare, risultati positivi hanno interessato le carni bovine (+1,5% in volume) e, tra i prodotti zootecnici derivati, il latte (+1,1%) e le uova (+0,5%). Con i prezzi del comparto in flessione (-2,2%), la produzione in valore del comparto si è ridotta dell’1,6%.Ancora in crescita le attività secondarie mentre rallentano i servizi agricoliLe stime relative al 2024 indicano un incremento della produzione in volume per le attività secondarienon agricole del 5,2% (+2,6% in valore, in presenza di una riduzione dei prezzi del 2,5%). Il settore è stato trainato principalmente dalle attività di agriturismo e dalla produzione di energia rinnovabile. Si osserva, invece, un andamento negativo per le attività dei servizi agricoli, la cui produzione in volume si è ridotta dell’1,5%, mentre quella in valore è aumentata dell’1,0%, in conseguenza di un aumento del 2,5% dei prezzi dei servizi prodotti.Consumi intermedi: diminuiscono le quantità e i prezzi degli inputNel 2024 le stime hanno evidenziato una diminuzione delle quantità dei beni e servizi utilizzati nelsettore agricolo (-1,0%) e, grazie a una contrazione del 4,5% dei prezzi dei beni e servizi acquistati, una significativa riduzione della spesa sostenuta per i consumi intermedi (-5,5%), che è scesa a 32,2 miliardi di euro, dai 34,0 dell’anno precedente. I maggiori risparmi si sono registrati nelle spese sostenute per mangimi e prodotti energetici. L’andamento congiunto dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) ha determinato per il settore agricolo un miglioramento della ragione di scambio, definita dal rapporto tra l’indice di prezzo dell’output (+0,8%) e quello dell’input (-4,5%).L’Italia conquista la leadership europea del valore aggiunto agricoloIn base alle stime preliminari, nel 2024 la produzione del comparto agricolo dei paesi Ue27 ha mostrato un incremento in volume dello 0,5% ma, per la diminuzione dei prezzi dei prodotti venduti, si è registratauna riduzione in valore dell’1,5%, scendendo a 529 miliardi di euro rispetto ai 536,9 miliardi raggiunti nell’anno precedente. Dopo i rialzi degli ultimi tre anni, nel 2024 si stima a livello europeo una diminuzione del 2,0% dei prezzi alla produzione (misurati in termini di prezzo base) e una flessione più marcata dei prezzi dei beni e servizi acquistati (-6.4%). I consumi intermedi sono diminuiti in valore del 5,7%, mentre si è osservato un modesto incremento dello 0,8% in volume. Di conseguenza, il valore aggiunto lordo è aumentato rispetto all’anno precedente dello 0,2% in volume e del 4,4% in valore, passando da 223,7 miliardi di euro del 2023 a 233,6 miliardi nel 2024. Nella crescita dei volumi prodotti nell’Ue nel 2024, spiccano le performance positive di Spagna (+10,6%), Portogallo (+4,4%), Polonia (+1,6%) e Italia (+1,4%); i risultati peggiori si registrano, invece, inUngheria (-4,4%), Romania (-4,3%) e Francia (-3,5%). La graduatoria 2024 del valore della produzione a prezzi correnti conferma la Francia in prima posizione (88,4 miliardi di euro, -7,7% rispetto al 2023), seguita da Germania (75,4 miliardi di euro, -0,9%), Italia (74,6 miliardi di euro, +2,2%) e Spagna (68,4 miliardi di euro, +4,3%). In termini di valore aggiunto, invece, l’Italia conquista nel 2024 la leadership europea (42,4 miliardi di euro, +9,0% rispetto al 2023), seguita da Spagna (39,5 miliardi di euro, +16,2%) e Francia (35,1 miliardi di euro, -7,2%), che nel 2023 deteneva il primato.Riguardo ai principali comparti, le stime indicano per il 2024 un’annata positiva nella Ue27 per l’olio d’oliva (+9,1% in volume), con una produzione in forte espansione in Spagna (+22,6%) e Grecia (+5,9%). Buone performance si sono registrate anche per patate (+7,8%), foraggi (+7,2%), frutta (+4,5%) e ortaggi freschi (+2,1). In sensibile riduzione, invece, sono stati i volumi prodotti di vino (-10,2%), principalmente a causa del crollo registrato in Francia (-22,8%). Andamenti negativi si osservano anche per il comparto florovivaistico (-4,2%) e per i cereali (-3,1%). Risultati soddisfacenti si hanno nelle produzioni zootecniche (+0,9% in volume) e, in particolare, per le carni (+1,4%). Le attività secondarie e quelle dei servizi hanno invece subìto una leggera flessione della produzione (-0,5%).I maggiori decrementi nei prezzi alla produzione si sono registrati in Spagna (-5,7%), Danimarca (-5,3%), Portogallo (-4,7%), Polonia (-4,3%) e Francia (-4,3%), mentre sono risultati in aumento in Grecia (+7,8%), Irlanda (+4,9%) e Italia (+0,8%).Nel 2024, la riduzione della spesa per consumi intermedi per il complesso Ue27 (-5,7% in valore rispetto all’anno precedente) è stata generalizzata, ma più consistente in Spagna (-8,5%), Francia (-8,0%), Romania (-7,7%) e Danimarca (-7,2%). I prezzi dei beni e servizi impiegati si sono ridotti mediamente per l’Ue27 del 6,4%, con le diminuzioni più consistenti in Spagna e Francia.Si è ridotta nell’anno l’incidenza dei consumi intermedi sul valore della produzione che, per il complesso Ue27, è scesa al 55,8% dal 58,3% nel 2023 (-2,5 punti percentuali). Le maggiori incidenze sono state rilevate in Danimarca, Ungheria, Polonia, Portogallo e Francia, mentre si sono poste al di sotto della media Ue27 per Italia, Spagna, Grecia e Romania.L’andamento dell’indicatore di reddito agricolo, che misura la produttività del lavoro in agricoltura, evidenzia per il 2024 un incremento positivo per l’Ue27 (+1,6%). Un andamento particolarmente positivo si osserva in Portogallo (+14,7%), Italia (+12,5%), Grecia (+11%) e Spagna (+9,2%) mentre le diminuzioni più significative si sono registrate in Romania (-16,8%), Polonia (-12,5%), Francia (-8,9%). LEGGI TUTTO

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    Tim, Corte d’Appello conferma restituzione canone 1998

    (Teleborsa) – TIM ha confermato di aver ricevuto comunicazione circa la decisione della Corte d’Appello di rigetto della richiesta di sospensiva, per cui la sentenza di aprile dello scorso anno, che dispone la restituzione alla società del canone 98 e relativi interessi e accessori, è provvisoriamente esecutiva, in attesa delle decisioni finali che saranno assunte dalla Corte di Cassazione a seguito del ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.La sentenza non dispone alcun rilascio di garanzie a carico della società a fronte dell’esecuzione della stessa. LEGGI TUTTO

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    Corporate Knights Global 100 Index: Intesa Sanpaolo unica in Italia, prima in Europa e seconda al mondo

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo è l’unica banca in Italia, la prima banca in Europa e la seconda banca al mondo, tra le 100 società quotate più sostenibili al mondo, secondo la classifica di Corporate Knights, società leader nel settore dei media e della ricerca sui temi dell’economia sostenibile, che in occasione del World Economic Forum di Davos, presenta i risultati di un’analisi che quest’anno ha valutato e messo a confronto circa 8.400 grandi aziende globali quotate in Borsa.La classifica prende in esame le aziende con almeno un miliardo di dollari di fatturato, valutate sulla base di 25 indicatori di performance relativi a: gestione del personale e delle risorse, gestione finanziaria, ricavi e investimenti sostenibili, fornitori. Solo le aziende che individuano nelle soluzioni sostenibili una parte fondamentale della propria offerta commerciale e che stanziano investimenti significativi per ridurre le proprie emissioni di carbonio vengono incluse. Le 100 società individuate compongono il Corporate Knights Global 100 Index.Intesa Sanpaolo si è confermata tra i gruppi più attivi al mondo per lo sviluppo sostenibile, un risultato che riflette l’impegno del Gruppo rafforzato nell’ambito del Piano d’impresa 2022-2025, che prevede un posizionamento ai vertici mondiali perimpatto sociale e un grande focus sul clima.A fine 2024 l’impegno di Intesa Sanpaolo nella sostenibilità ha portato alla riconferma – unica banca italiana – nei Dow Jones Sustainability Indices (World e Europe). LEGGI TUTTO

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    Passa (Snam): su AuCap Italgas operazione a cassa neutra, offerta CCS Eni a febbraio

    (Teleborsa) – “Per noi Italgas è una partecipazione opportunista, pur essendo sotto patto di sindacato con CDP. Per quanto riguarda l’eventuale aumento di capitale, su cui devono uscire ancora i dettagli, vogliamo mantenere la stessa esposizione finanziaria. Ci verranno assegnati un tot di diritti e dobbiamo fare un’operazione cash neutral, quindi una parte dei diritti verranno venduti, e con il ricavato parteciperemo con un’operazione a cassa neutra”. Lo ha detto Luca Passa, Chief Financial Officer (CFO) di Snam, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo piano al 2029.Sulla partnership con ENI sul CCS, il CFO ha spiegato: “Abbiamo presentato un’offerta non vincolate ai primi di dicembre e stiamo esaminando la documentazione in data room. In questo momento l’indicazione è di preparare un’offerta vincolante per la fine di febbraio. Il razionale è di portare anche la nostra parte del progetto di Ravenna dentro un portafoglio più ampio con asset in UK e Olanda, e quindi capitalizzare il ruolo dell’Italia in un portafoglio più grande”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “Va disapplicata la norma che nega ai precari la Carta del docente, la Cassazione lo scrive e i Tribunali eseguono”

    (Teleborsa) – “Sulla Carta del docente concessa anche al personale precario non c’è più alcun dubbio: lo scrivono i tribunali da tempo, sulla scorta di quanto stabilito soprattutto dalla Cassazione. Lo ha ribadito il giudice del lavoro di Trapani che rispondendo favorevolmente al ricorso dell’Anief ha condannato il Ministero a risarcire una insegnante che ha svolto tre supplenze annuali, tra il 2021 e il 2024, senza ricevere alcun supporto per la sua formazione”. È quanto sottolinea l’Anief in una nota.Nell’assegnare 1.500 euro alla docente, il Tribunale di Trapani – prosegue la nota – ha ricordato che “la Corte di Cassazione con sentenza n. 29961 del 27/10/2023 resa a seguito di rinvio pregiudiziale ex art. 363-bis c.p.c. del Tribunale di Taranto, ha definitivamente chiarito che “l’art. 1, co. 121 della L. 107/2015 deve essere disapplicato, in quanto si pone in contrasto con la clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/7c0/CE, nella parte in cui limita il riconoscimento del diritto alla Carta Docente ai solo insegnanti di ruolo e non lo consente rispetto agli insegnanti incaricati di supplenze annuali (art. 4, co. 1, L. 124/1999) o fino al termine delle attività didattiche (art. 1, co. 2, L. 124/1999). Il che comporta, di converso, l’affermazione del principio per cui anche a tali docenti spetta ed in misura piena quello stesso beneficio”. Sulla scorta di tali premesse, la Suprema Corte ha enunciato il seguente principio di diritto: “La Carta Docente di cui all’art. 1, comma 121, L. 107/2015 spetta ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31.8, ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 124 del 1999 o incarichi per docenza fino al termine delle attività di didattiche, ovverosia fino al 30.6”.Ha poi ricordato che la stessa “Suprema Corte in tema di ricostruzione della carriera (Cass. n. 31149/2019), progressione economica (Cass. n. 22558/16) e retribuzione professionale docenti (Cass. n. 20015/2018; Cass. n. 6293/2020)”, ha scritto a chiare lettere che “il rapporto di lavoro dei docenti a tempo determinato è comparabile a quello dei colleghi assunti a tempo indeterminato, atteso che essi esplicano le medesime mansioni, in modo pieno, nonostante la limitazione temporale del loro servizio, che in sé non può costituire fattore di discriminazione a sensi della normativa eurounitaria”. Quindi, il giudice del Tribunale siciliano ha riportato la posizione del Consiglio di Stato, anch’esso favorevole ai precari, la quale ha infatti scritto che “prescindendo dalla questione della riconducibilità della Carta del docente alle “condizioni di impiego” di cui alla clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva n. 1999/70/CE con sentenza n. 1842/2022 che ha mutato il suo precedente orientamento, ha affermato che, al fine di scongiurare un possibile contrasto con le disposizioni costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 della Costituzione, sia sotto il profilo della discriminazione a danno dei docenti non di ruolo sia per la lesione del principio di buon andamento della P.A., è necessario interpretare la normativa sopra riportata nel senso che tutto il personale docente (e non solo quello di ruolo) debba poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, onde garantire la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti (cfr. Cons. Stato n. 1842/2022)”. Infine, ha affermato che “con ordinanza del 18 maggio 2022, la Corte di Giustizia Europea ha affermato che è incompatibile con l’ordinamento comunitario la norma che preclude ai docenti precari il diritto di avvalersi dei 500 euro della carta per l’aggiornamento e la formazione del docente”. “La clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell’allegato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di 500 euro all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.”Corte di Cassazione, come pure il Consiglio di Stato e laCorte di Giustizia Europea – ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – continuano a farla da padrone durante le diatribe giudiziarie sulla carta del docente da assegnare anche al personale precario: i docenti che hanno stipulato almeno una supplenza annuale, di qualsiasi tipo, negli ultimi sei anni, anche se oggi non più precari. Basta presentare – conclude Pacifico – ricorso gratuito con Anief, così da recuperare fino a 3.500 euro più gli interessi maturati”. LEGGI TUTTO