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    Giappone, l’inflazione core sale al 3,5% a maggio

    (Teleborsa) – Accelera l’inflazione core in Giappone nel mese di maggio. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un aumento del 3,5% su anno, dopo il +3,6% di aprile.Il dato su base mensile (non destagionalizzato) mostra un incremento dello 0,3% dopo il -0,1% del mese precedente.Il dato core, che esclude la componente alimentare e l’energia, si è attestato a +3,7% a livello tendenziale, rispetto al +3,5% precedente e risulta superiore al +3,6% delle attese.I dati più forti alimentano le ipotesi che la Bank of Japan aumenti i tassi di interesse, con gli analisti che ora guardano a un possibile rialzo dei tassi a luglio. LEGGI TUTTO

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    Unicredit: disco verde dall’UE, da lunedì riparte l’OPS

    (Teleborsa) – UniCredit comunica di aver ricevuto “dalla Direzione Generale della Concorrenza (DGCOMP) l’autorizzazione all’operazione di acquisizione di Banco BPM”.L’autorizzazione, spiega in una nota la banca di Piazza Gae Aulenti, “è subordinata all’attuazione di impegni volti a risolvere le tematiche concorrenziali connesse all’operazione. A tal fine è prevista la cessione a operatori qualificati di 209 filiali”,La sospensione del periodo di adesione dell’Offerta per trenta giorni, disposta dalla Consob, “avrà termine il 21 giugno e, pertanto, fatto salvo ogni diritto di UniCredit, il periodo di adesione riprenderà a decorrere” da lunedì 23 giugno 2025.Successivamente, la documentazione di offerta sarà aggiornata mediante la pubblicazione, previa approvazione della Consob, di un supplemento sia al prospetto che al documento di offerta, con la conseguente possibilità di recesso dall’offerta per coloro che vi avessero aderito nei termini di legge. LEGGI TUTTO

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    FMI: economia Eurozona resiliente, ridurre barriere a fusioni bancarie

    (Teleborsa) – L’economia europea rimane resiliente, con una disoccupazione ai minimi storici ed un’inflazione sostanzialmente in linea con il target. Tuttavia, i responsabili politici si trovano ad affrontare sfide crescenti, tra cui le tensioni commerciali, la crescente domanda di spesa per la difesa e la necessità di garantire la sicurezza energetica, il tutto affrontando sfide quali la bassa produttività, il rapido invecchiamento demografico e la debole crescita a medio termine. E’ quanto emerge al termine della missione annuale del FMI.Il Fondo sollecita dunque le istituzioni europee ad “un’azione più decisa” a favore dell’Unione del Mercato dei Capitali, ritenendolo lo “strumento chiave” per migliorare gli investimenti, l’innovazione e la produttività. “Un mercato unico europeo più integrato – si sottolinea – richiede una fornitura congiunta di beni pubblici essenziali, tra cui la connettività energetica e la difesa, anche attraverso il quadro finanziario pluriennale”.Nello stesso tempo, l’Istituto di Washington sollecita i governi europei a “garantire risanamenti di bilancio ordinati e favorevoli alla crescita, progettati per affrontare i rischi specifici di ciascun paese”, al fine di “preservare la sostenibilità di bilancio e gestire le pressioni di spesa a lungo termine associate all’invecchiamento demografico e all’aumento della spesa per la sicurezza”. Crescita bassa e incertezzaSecondo il rapporto, l’economia dell’Area Euro sta attraversando un contesto globale sempre più difficile, caratterizzato da dazi doganali più elevati, elevata incertezza sulle politiche commerciali e rischi geopolitici. Il World Economic Outlook (WEO) di aprile 2025 prevedeva una crescita moderata, pari allo 0,8% nel 2025, per poi accelerare all’1,2% nel 2026. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, in quanto l’ulteriore escalation tariffaria o le tensioni geopolitiche potrebbero pesare sulla domanda e sulla crescita più del previsto.Inflazione sotto controllo (per ora)L’inflazione complessiva è prossima al 2% e, secondo le proiezioni del WEO di aprile, dovrebbe rimanere sostanzialmente in linea con l’obiettivo, mentre si prevede che l’inflazione di fondo scenderà al 2 percento più tardi dell’inflazione complessiva, nel 2026. I rischi per l’inflazione sono duplici. Da un lato, prezzi dei beni non energetici inferiori alle attese e l’apprezzamento dell’euro potrebbero abbassare l’inflazione rispetto allo scenario di base, ma la maggiore spesa pubblica e le tensioni geopolitiche potrebbero avere effetti inflazionistici.Le linee d’azioneL’FMI detta anche alcune linee di guida di policy, economica, fiscale, strutturale. Per rafforzare la crescita della produttività e la resilienza nell’UE – si afferma – è fondamentale promuovere l’innovazione e facilitare la crescita delle imprese.Dal lato fiscale, l’FMI ricorda che l’esigenza di contenimento dei deficit, si contrappone alla necessità di aumentare la spesa in altri ambiti (infrastrutture e difesa). E auspica che il ricorso a clausole di salvaguardia per sostenere l’aumento della spesa per la difesa sia “limitato alla fase iniziale”. In luogo degli sforzi dei singoli Stati membri si ravvede l’opportunità di “affrontare le sfide comuni” in modo coordinato a livello europeo. Sul fronte della politica monetaria, l’Istituto di Washington considera “giustificato” un orientamento neutrale della politica monetaria, compatibilmente con le prospettive di inflazione.L’FMI conferma la resilienza e solidità del comparto bancario, ma lancia un avvertimento sulle vulnerabilità del settore delle istituzioni finanziarie non bancarie, e dalla frammentazione del settore bancario. Fra le priorità in ambito finanziario l’FMI parla anche dell’Unione dei Mercati dei Capitali e della necessità di completare l’Unione bancaria, anche attraverso l’abbattimento delle barriere che ostacolano le fusioni e acquisizioni bancarie, che contribuirebbe ad aumentare i finanziamenti bancari ed affrontare le preoccupazioni di lunga data relative a una redditività strutturalmente bassa ed i costi elevati, ed a stimolare la concorrenza all’interno del settore bancario dell’area dell’euro. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, Castagna: prendiamo atto decisione UE. Preoccupa cessione sportelli: “ricadute significative”

    (Teleborsa) – “Prendiamo atto della decisione di oggi della Commissione Europea” sul via libera all’acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit, “come sempre non entriamo nel merito delle decisioni delle Autorità, ma esprimiamo la nostra preoccupazione”. Cosi l’AD di Banco BPM, Giuseppe Castagna che cita le “conseguenze dell’operazione sul modello di business adottato dalla nostra banca, vicino da sempre all’economia reale e alle imprese e famiglie dei nostri territori”.”Come rilevato da imprenditori, associazioni di categoria, sigle sindacali e amministratori locali, la cessione di 209 filiali in alcune delle aree territoriali più rilevanti del Paese dove opera il nostro gruppo – prosegue Castagna – potrebbe avere delle ricadute anche significative sull’erogazione dei servizi alla clientela oltre che occupazionali”. “Ricordiamo, infine, che si tratta di un’autorizzazione regolamentare che nulla ha a che vedere con l’esito finale dell’OPS che continuiamo a ritenere sia caratterizzata da un’offerta non adeguata, che non riconosce alcun premio, che è sempre stata a sconto e che crea valore solo per gli azionisti UniCredit a discapito dei nostri azionisti”, aggiunge l’AD. E “a tal fine, si segnala che all’ultimo giorno prima della sospensione dell’offerta, le adesioni si attestavano a circa lo 0,0180%”, conclude Castagna. LEGGI TUTTO

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    Class Editori, Caltagirone raddoppia e sale sopra il 5% delle quote

    (Teleborsa) – Francesco Gaetano Caltagirone aumenta la partecipazione in Class Editori, portandosi al 5,163% attraverso la VM 2006, a pochi giorni dall’assemblea della società editrice che è in agenda il 26-27 giugno. Gli acquisti sono avvenuti l’11 giugno 2025. E’ quanto rilevato nell’aggiornamento delle partecipazioni rilevanti di Consob, dopo che nei giorni scorsi era emersa una partecipazione intorno al 2,5% da parte dell’imprenditore romano. Dagli aggiornamenti dell’autorità, si apprende inoltre che dal 27 dicembre 2024 un altro 5,997% di Class Editori è nelle mani di Rome Communication Srl, società controllata da Race Advisory. LEGGI TUTTO

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    20 giugno giornata di scioperi: a rischio anche gli spostamenti in treno e in aereo

    (Teleborsa) – Rischio disagi per chi viaggia domani a causa dello sciopero generale proclamato dai sindacati autonomi Usb, Cub e Cobas. L’agitazione riguarda tutte le categorie, dalla sanità alla scuola, ma sono previste difficoltà soprattutto nel settore dei trasporti. Per le Ferrovie è previsto uno stop dalle 21 di questa sera alle 20.59 di domani con fasce di garanzia per il trasporto regionale tra le 06.00 e le 09.00 e dalle 18.00 alle 21.00 mentre per il trasporto pubblico locale le fasce di garanzia sono diverse a livello regionale.La protesta potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale. Trenitalia ha invitato i viaggiatori a informarsi e nel caso a riprogrammare il proprio viaggio, potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale. Per quanto riguarda il trasporto aereo, invece, l’Enac ha chiarito che nel corso della protesta di 24 ore devono essere assicurati, in aggiunta ai voli di Stato, militari, emergenza, sanitari, umanitari e di soccorso, tutti i voli, inclusi i voli charter, schedulati in partenza tra le 07.00 e le 10,00 e tra le 18.00 e le 21.00. Devono inoltre essere assicurati i collegamenti con le Isole. Nei giorni scorsi Ita Airways ha annunciato di aver dovuto cancellare a causa dello sciopero 34 voli tra domestici e internazionali.Il 20 giugno è stato scelto anche per lo sciopero di otto ore proclamato da Fiom Fim e Uilm per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, a quasi un anno dalla scadenza dell’accordo che riguarda circa un milione e mezzo di lavoratori con manifestazioni a livello regionale. Ai disagi dello sciopero degli autonomi con il rallentamento dei servizi di trasporto pubblico locale potrebbero aggiungersi quelli per il traffico nelle città dove sono previsti i cortei.L’Usb ha sottolineato che la scelta dello sciopero è stata determinata dalla necessità “di opporsi alle politiche belliciste del Governo Meloni e di lottare per gli aumenti salariali. La corsa al riarmo, per la difesa comune europea e l’aumento della spesa per la Nato fino al 5% del Pil, sottolinea il sindacato, sta portando il nostro Paese al collasso: i rinnovi contrattuali non coprono l’inflazione, le crisi industriali si aggravano e moltiplicano, le lavoratrici ed i lavoratori sono sempre più poveri”. LEGGI TUTTO

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    Unicredit-BPM, ok condizionato dall’UE all’OPS

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento UE sulle concentrazioni (EUMR), il progetto di acquisizione di Banco BPM (BPM) da parte di UniCredit. L’approvazione odierna della fusione da parte della Commissione, si legge in una nota, “è subordinata al pieno rispetto degli impegni assunti da UniCredit per rispondere alle preoccupazioni della Commissione relative al livello di concorrenza nel settore bancario italiano”. Parallelamente, la Commissione ha respinto la richiesta dell’autorità garante della concorrenza italiana di rinviare la concentrazione alla sua valutazione.L’indagine della CommissioneUniCredit e BPM forniscono entrambe servizi di corporate banking a piccole e medie imprese (“PMI”) e grandi imprese (“LCC”), nonché servizi bancari al dettaglio, assicurativi e di gestione patrimoniale. UniCredit opera in modo significativo in Italia, Germania e nell’Europa centrale e orientale. BPM opera principalmente in Italia.L’indagine della Commissione ha rilevato cheA livello locale, “l’operazione proposta solleverebbe preoccupazioni in termini di concorrenza nei mercati dei depositi e dei prestiti, sia per i consumatori al dettaglio che per i servizi bancari alle PMI. Data la forte sovrapposizione orizzontale tra le attività e le filiali delle società in 181 aree locali, la Commissione temeva che le società potessero aver acquisito un eccessivo potere di mercato, con il potenziale conseguente aumento dei prezzi e una riduzione della concorrenza in tali aree”.A livello regionale, invece, “l’operazione proposta non solleverebbe preoccupazioni in termini di concorrenza per i servizi bancari delle LCC, poiché diversi altri concorrenti consolidati rimarrebbero attivi sul mercato anche dopo l’operazione”.Inoltre, l’operazione non solleva preoccupazioni in merito a possibili rischi di coordinamento nel mercato bancario italiano, a causa della natura frammentata e competitiva del mercato; della scarsa trasparenza dei prezzi al consumo; e dello scarso monitoraggio da parte dei concorrenti del loro rispettivo comportamento sul mercato, sia a livello regionale che provinciale.Le misure correttive propostePer rispondere alle preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza, UniCredit si impegna a cedere 209 filiali fisiche situate in aree locali problematiche con sovrapposizioni in tutta Italia.Questi impegni “affrontano pienamente le preoccupazioni in materia di concorrenza individuate dalla Commissione, eliminando la sovrapposizione orizzontale tra le attività delle società in tali aree e garantendo il mantenimento della concorrenza”.A seguito del riscontro positivo ricevuto durante il test di mercato, la Commissione ha concluso che “l’operazione, come modificata dagli impegni, non solleverà più preoccupazioni in materia di concorrenza nei mercati dei depositi e dei prestiti, sia per i consumatori al dettaglio che per il settore bancario delle PMI. Questo perché, a seguito della cessione, le quote di mercato combinate dell’entità risultante dalla fusione nelle aree locali interessate saranno moderate”.L’approvazione, si legge nella nota di Bruxelles, “resta condizionata al rispetto integrale degli impegni, sotto controllo di un fiduciario indipendente supervisionato dalla Commissione”.Rigetto della richiesta di rinvioParallelamente, la Commissione ha respinto la richiesta dell’autorità garante della concorrenza italiana di rinviarle la concentrazione per la valutazione ai sensi della normativa italiana sulla concorrenza.L’articolo 9, paragrafo 3, del Regolamento UE sulle concentrazioni consente alla Commissione di rinviare in tutto o in parte la valutazione di un caso a uno Stato membro, a condizione che gli effetti sulla concorrenza siano limitati ai mercati all’interno di tale Stato membro. Nel decidere se accettare o respingere tale richiesta di rinvio, la Commissione tiene conto, tra l’altro, di quale autorità sia nella posizione migliore per trattare il caso.La Commissione ha concluso che non sussistono motivi validi che giustifichino il rinvio dell’operazione all’Italia in applicazione dell’articolo 9, paragrafo 3, del Regolamento (UE) n. 2018/689. La Commissione “ha un interesse particolare a garantire il mantenimento della concorrenza in settori quali quello bancario e assicurativo”, che rivestono un’importanza cruciale per lo sviluppo economico dell’Unione dei mercati dei capitali e dell’Unione del risparmio e degli investimenti. Inoltre, la Commissione è nella posizione ideale per trattare l’operazione, avendo maturato una “significativa competenza nell’analisi dei mercati bancari”. La Commissione ha pertanto respinto la richiesta. LEGGI TUTTO

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    Unicredit: nessun conflitto da presenza in Russia, attività drasticamente ridotte

    (Teleborsa) – “Contrariamente ad alcune informazioni pubbliche circolate, la presenza di Unicredit in Russia non è in conflitto con alcuna posizione internazionale”. E’ quanto ribadisce, in una nota, la banca di Piazza Gae Aulenti aggiungendo che “rispetta pienamente tutte le leggi applicabili e il quadro sanzionatorio (di cui l’Italia è firmataria) e opera secondo standard più stringenti o in linea con tutti i requisiti dell’Autorità di vigilanza dell’UE, che sono ancora più rigorosi rispetto alla legislazione e al regime delle sanzioni”.UniCredit – come altre società internazionali, italiane ed europee, comprese grandi banche – ha ancora attività in Russia, che sono state drasticamente ridotte dall’inizio del conflitto, a un ritmo più veloce di qualsiasi altra società concorrente”. Il che – aggiunge – “ha portato a un’attività completamente isolata, segregata dal resto del Gruppo, con meno di un miliardo di euro di prestiti e depositi verso società russe e con una potenziale perdita completamente coperta da una piccola frazione del nostro capitale in eccesso”. LEGGI TUTTO